2596 / Tirone Pietro / 1940-10-14 /
Ispettoria S. Francesco Saverio del Giappone
Miyazaki, 14 ottobre 1940
Rev.mo Sig. Don Tirone,1
Ho sott’occhi la sua bella circolare del 31/1/40, anzi due copie. Non avendo più le buste a cui si riferiscono, né sapendo se sia un lavoro che deve fare l’Ispettore o altri, ho pensato di buttare giù qualche idea in carta sull’argomento:
MOVIMENTO CATECHISTICO DELLA NAZIONE (in una)
MOVIMENTO CATECHISTICO NAZIONALE SALESIANO (nell’altra)
Pensando che siano due argomenti o trattazioni differenti rispondo separatamente al duplice quesito. Le mie povere relazioni al Bollettino se furono conservate anche se non pubblicate, gettano molta luce storica anche su quest’argomento.
1. MOVIMENTO CATECHISTICO DELLA NAZIONE
La conquista spirituale del Giappone s’inizia con S. Francesco Saverio alla sua entrata il 15 agosto 1549, festa dell’Assunta. Sbarca nell’isola Kyushu a Kagoshima con due missionari e 3 neofiti giapponesi. Sono sue armi l’umiltà e la mortificazione, la preghiera e la confidenza assoluta in Dio, la predicazione e discussione pubblica e privata.
È rapito dalle qualità naturali di questo popolo forte ed attivo, intelligente e generoso, fino a chiamarlo “sua delizia”. Resta 27 mesi in Giappone.
Non sono estremamente facili le sue peregrinazioni, né in apparenza brillanti i risultati, ma dovunque semina a piene mani, e in definitiva lo stendardo di Gesù Cristo è piantato fra un’accolta di fervorosi neofiti, che sanno emulare l’austerità dei penitenti, la purezza delle vergini e lo zelo degli apostoli, riproducendo i fasti dei primi tempi della Chiesa.
S. Francesco Saverio come in India, così in Giappone si dimostrò abile catechista. È interessante conoscerne le modalità che i missionari possono trovarvi anche ai nostri giorni degli utili insegnamenti, e d’altra parte rappresentano la prima organizzazione catechistica in Giappone.
S. Francesco Saverio insegna fin da principio ai neofiti il Segno della Croce, il Pater, l’Ave affinché si sforzino di domandare a Dio l’accrescimento della loro fede e la grazia di osservare la sua legge. Passa in seguito al Credo e ai Comandamenti di cui redige una succinta spiegazione. Dà una grande importanza alla recita del Confiteor, spiegato da un trattatello importantissimo della contrizione perfetta, perché in mancanza del Confessore vuole che questa confessione quotidiana dei peccati tenga luogo della confessione sacramentale.
La recita poi del S. Rosario, colla meditazione della vita di Nostro Signore Gesù Cristo, abbevera le anime di quei primi cristiani giapponesi alle acque della grazia.
Infine, per assicurare la perseveranza al cristiano, in mancanza di missionario, S. Francesco Saverio così organizza la cristianità: “Lascio dappertutto un catechista che continui l’opera incominciata… Lascio pure in ogni villaggio un formulario di preghiere. Comando a quelli che sanno scrivere di riprodurne varie copie, di impararle a memoria e recitarle tutti i giorni. Dispongo poi che la domenica tutti si riuniscano per recitarle ed il catechista è incaricato di sorvegliare”.
Nella prima piccola cristianità di Kagoshima il catechista impara a battezzare, riceve un piccolo libro di preghiere, un calendario liturgico, i sette salmi penitenziali per le riunioni di venerdì, e il testo della passione per quelle della domenica.
Come segni religiosi da opporre ai segni superstiziosi degli idolatri, in mancanza di reliquie o Agnus Dei, consegnava borsette con entro scritti di sua mano i nomi di Gesù e di Maria e il Credo. Oppure l’immagine della Madonna e una disciplina. “Quando voi desiderate il perdono dei peccati e non potete confessarvi, inginocchiatevi davanti all’immagine e pregate Nostra Signora ad ottenervi il perdono dei vostri peccati dal suo Figlio”.
La disciplina era per la sanità del corpo. “Se qualcuno, cristiano o pagano, sarà colpito da febbri, gli darete, o egli si darà, tre colpi di questa disciplina assai dolcemente, invocando i santissimi nomi di Gesù e di Maria ed il malato sarà guarito”.
E i discendenti dei martiri, anche nel periodo più duro delle persecuzioni per oltre due secoli tennero fede all’inquadramento stabilito da S. Francesco Saverio e dei suoi missionari.1
Non è possibile, neppur per summa capita, seguire i fasti dell’apostolato dei PP. Gesuiti così gloriosi sotto ogni rispetto per la fondazione della Chiesa cattolica in Giappone.
Bisognerebbe riprodurre la Storia del Giappone, e non è nel mio modesto programma.
Coll’insegnamento pubblico e privato; colla fondazione di scuole; per mezzo della stampa che diede in mano ai missionari e cristiani tutto il fabbisogno per l’apostolato e per l’istruzione e pratica religiosa; coll’attirare nella loro orbita personalità di ogni campo sociale, i Gesuiti lasciarono ovunque un’impronta indelebile dello zelo che li animava, dell’efficacia del loro sistema di apostolato, coronato da molte conversioni, che verranno poi aumentate dall’entrata in campo anche dei Francescani (1593), dei Domenicani e Agostiniani spagnoli (1601), tutti distinti per un grande zelo ed eminenti virtù.
I singoli ordini religiosi hanno pubblicazioni pregevoli che delineano metodi e sistemi di apostolato, anche in funzione all’insegnamento catechistico, che viene sempre meglio organizzandosi col moltiplicarsi delle cristianità, specie nei centri importanti, usando forme in uso in quei tempi per le singole nazioni.
Chi potesse avere il materiale al riguardo, impossibile ad aversi dal sottoscritto, potrebbe certo portare un contributo non indifferente alla storia della Catechesi missionaria, nei riflessi dei popoli d’Oriente.
Gli studi del salesiano Don Marega e dei salesiani Don Arri e Don Tassinari e Don Romani, che con intelletto d’amore da vari punti di vista vengono studiando problemi storici della Chiesa cattolica in Giappone e delle relazioni di questa colle altre religioni, getteranno a disposizione molto prezioso materiale per una sintesi futura di questo interessante ed importante argomento.
Scoppia la persecuzione. Uno dei periodi più dolorosi e nello stesso tempo gloriosi per la Chiesa cattolica in Giappone. Si può dire che dal 1590 al 1860 le forze del male sono coalizzate fino all’annientamento apparente della Chiesa, tormentata in modo che ha dell’indicibile. Dalla persecuzione cruenta a quella sistematica: tormenti, esilio, confisca dei beni, impossibilità di emigrazione, lucro dovuto alla delazione, perfezionata dallo spionaggio complesso di disposizioni che rendevano difficilissimo per non dire impossibile ogni manifestazione di religione e che bollava perfino quelli che in passato avevano avuto relazioni coi cristiani, per molte generazioni.
Ma la Provvidenza non permise che il lavoro dei missionari ed il sangue dei martiri fosse per andare a vuoto. Ed anche in questo avvenimento, unico nella storia della Chiesa, risplende la forza dell’organizzazione catechistica dei primi missionari e i buoni effetti della medesima, quando si diffondono in anime che sanno corrispondere alla grazia.
In ogni villaggio, ove erano i cristiani, vi era un capo, custode fedele del Calendario composto nel 1634 dal catechista Sebastiano, in cui si fissavano le domeniche e feste dell’anno. Era aiutato dai battezzatori e da numerosi informatori.
I battezzatori ogni sabato andavano dal capo, prendevano la lista delle feste della settimana seguente e comunicatele agli informatori, questi alla loro volta le comunicavano alle famiglie.
Il capo presiedeva alle riunioni, tenute o in casa privata o alla montagna, di giorno o di notte. Il battezzatore durava in carica non più di 10 anni e aveva sempre con sé un sostituto, che doveva sapere bene quanto era da farsi per l’amministrazione del battesimo ed aver fatto pratica per cinque anni: si rileva così in qual conto fosse tenuto il battesimo e affinché non venisse alterata la formula.
I mezzi spirituali in uso presso i cristiani erano il libro della Contrizione, composto nel 1603, un estratto del Catechismo in 10 artic., preghiere per assistere i moribondi, tolte dal rituale, i misteri del Rosario, comandamenti della legge di Dio, preghiere (Atto di contrizione, Pater, Ave, Credo, Confiteor, Salve Regina e Segno della croce). Conservavano e conservano ancor gelosamente corone, medaglie, immagini ecc.
Praticata e solennizzata in modo speciale la festa di Natale e la Quaresima2.
Dal 1640 al 1844 si tenta di forzare le porte del Giappone. L’entrata era chiusa assolutamente ai missionari stranieri, preclusa l’uscita ai Giapponesi. È in questo periodo che si registrano i tentativi dei missionari degli ordini precedenti per entrare, ma muoiono tutti fra i più atroci supplizi, scrivendo le più belle pagine dell’aspostolato missionario.
Nel 1844 la direzione di questo apostolato è assunta dalla Società delle Missioni Estere di Parigi, che avrà la felicità di piantare la croce su questa terra così cara alla Chiesa e di ridonare la figlia risuscitata tra le braccia della Madre. La data del 17 Marzo 1865 è fra le più care ai cristiani e missionari del Giappone, che ricorda la scoperta dei discendenti degli antichi perseguitati, che sulle basi degli insegnamenti di S. Francesco e dei primi missionari, senza i mezzi ordinari della fede, si sono tramandati gli insegnamenti e l’osservanza dei medesimi, e ai piedi della Vergine hanno riconosciuto nei missionari i legittimi pastori, che osservano il celibato ecclesiastico e inviati dal Papa di Roma, di cui riconoscono il primato.
E finalmente dopo alternative di periodi di tolleranza e di persecuzione, la Costituzione del 1889 assicura la libertà di diritto e di fatto a tutti i cittadini.
Si può così iniziare il nuovo periodo di apostolato missionario, che si estende fino ai giorni nostri.
Al progresso materiale economico e all’organizzazione civile e politica dell’Impero giapponese è andata di pari passo (non certo per lo splendore dei risultati) anche l’organizzazione ecclesiastica, che, benché iniziata anche fin dal periodo precedente le persecuzioni (anche Funai-Oita ebbe la nomina di un Vescovo che però non potè raggiungere la sede), viene ad avere la sua piena efficienza a partire dal 1846. All’unico vicariato iniziatosi allora e venuto successivamente suddividendosi si raggiunge l’attuale efficienza di un’arcidiocesi, di cinque diocesi, due Vicariati e otto Prefetture Apostoliche con una popolazione cattolica (vedi tabelle), il lavoro dell’apostolato è fraternamente diviso fra il clero indigeno e missionari delle Missioni Estere di Parigi, Francescani tedeschi e canadesi e polacchi, Domenicani spagnoli e canadesi, Gesuiti tedeschi e spagnoli, Salesiani di Don Bosco, Missionari del Verbo divino di Steyle, Missionari Maryknoll degli Stati Uniti.
Fiancheggiano poi questo lavoro dei missionari propriamente detti altri ordini religiosi e Congregazioni dell’uno e dell’altro sesso, che nelle varie manifestazioni dell’azione cattolica, con scuole e istituzioni integrative l’opera della scuola, o con opere di assistenza sociale e di beneficenza, vengono in efficace aiuto all’opera missionaria, la completano o la preparano o la consolidano.
Non mancano le istituzioni contemplative di efficacia indiscutibile nelle missioni.
L’elenco sommario delle medesime, mentre dà un’idea della cattolicità della Chiesa, trattandosi di Congregazioni note, dà pure un’idea del lavoro della propagazione della fede mediante il Catechismo, che viene fatto naturalmente colle modalità e metodi e risorse conformi allo spirito dell’Ordine o congregazione, e tutte convergenti all’unico scopo: “far conoscere ed amare Nostro Signore Gesù Cristo e la sua dottrina e farla praticare”.
Colla molteplicità delle manifestazioni religiose in Giappone singole istituzioni cattoliche trovano modo di esplicare molte delle attività corrispondenti allo scopo per cui furono istituite. Così pure la necessità delle opere di misericordia metterà le Congregazioni insegnanti o di beneficenza nelle condizioni migliori per esplicare in pieno il loro scopo.
Il Signore benedice questa terra di martiri e regala buone vocazioni alla Chiesa per la formazione del Clero indigeno; regala molte buone vocazioni agli ordini e congregazioni religiose, e quello che è più consolante anche vocazioni per la formazione di Congregazioni indigene, destinate certo a fare un bene immenso per la propagazione della fede e per l’attuazione completa della fondazione della Chiesa in Giappone.
A comprendere lo spirito e le modalità dell’apostolato di questi missionari o congregazioni religiose maschili e femminili bisognerebbe fare uno studio sommario delle loro costituzioni e vite dei Fondatori.
Servono poi assai bene le Riviste missionarie pubblicate dai principali Ordini e istituzioni religiose o Bollettini missionari, Relazioni ecc. e i loro resoconti annuali. Nelle mie condizioni non mi è possibile trattare anche solo sommariamente quanto sarebbe utile per dare una chiara idea del problema catechistico svolto da questi ordini o congregazioni.
Congregazioni indigene
Seishin Aishikai (Figlie del divinissimo Cuore)
Nippon Charitas shujokai (Suore della carità del Giappone)
Homon-kai (Suore della Visitazione)
Seibo-kai (Suore della Beata Vergine Maria)
Bernardette shimai-kai (Sorelle di Bernardette)
Otsuge no Sei Francisco-kai (Suore Francescane dell’Annunziata).
Tutte hanno scopo molteplice: insegnamento, beneficenza e assistenza sociale.
Congregazioni e Ordini maschili e femminili
Benedettini – Francescani – Domenicani – Gesuiti – Trappisti – Frati minori conventuali – Salesiani di Don Bosco – Marianisti – Società di S. Paolo – Maryknoll – Padri di Steyle – Fratelli delle scuole cristiane.
Dame del S. Cuore, Dame di S. Maur – Suore di N. S. de Namur – Suore N. S. della Mercede – Suore di S. Paolo di Chartres – Suore Francescane mission. di Maria – Trappistine – Francescane missionarie di S. Giorgio – Suore della Visitazione – Carmelitane – Ancelle del S. Cuore – Adoratrici e serve della Carità – Serve dello Spirito Santo – Suore di Cristo Re – Suore di S. Anna – Ausiliatrici delle anime del Purgatorio – Suore del preziosissimo sangue – Suore di Maryknoll, Suore di Steyle – Suore della carità e dottrina cristiana di Nevers – Suore di N. S. della carità di S. Vincenzo de’ Paoli – Congregazione di N. S. di Montreal, Suore dell’Immacolata di Montreal – Figlie di Maria Aus. di Don Bosco – Domenicane di Nancy Suore dell’Assunzione de Nicolet – Monache domenicane di Dinant – Religiose orsoline – Suore della carità e buon Pastore d’Angers – Suore del Bambino Gesù di Chauffailles.
Tutte queste istituzioni oltre ad avere, secondo le possibilità, noviziato e case di formazione per il proprio personale, secondo lo spirito della regola loro e in quanto missionarie, si votano all’insegnamento della religione in tutte le loro opere (scuole di ogni genere, dall’Università – Licei e ginnasi maschili e femminili, scuole professionali maschili e femminili o di preparazione a corsi superiori o integranti gli insegnamenti. Scuole elementari – Asili – pensionati – circoli di studio svariatissimi). Inoltre lavorano con svariatissime opere di assistenza sociale e beneficenza, come opere varie della S. Infanzia – orfanotrofi, laboratori di lavori femminili – Case della Madre – Ospedali – Sanatori – Lebbrosari – Sale di custodia – Asili per vecchi – Dispensari, ecc. ecc.
Hanno pure un discreto sviluppo le scuole domenicali (alla salesiana: Oratori). Non potendo specificare nelle forme proprie di ogni singolo Istituto le modalità dell’insegnamento religioso catechistico, rilevo quanto in generale è in uso presso i missionari ed istituti per tale insegnamento.
Bisogna distinguere naturalmente l’insegnamento catechistico impartito ai cristiani e ai non cristiani.
Nell’insegnamento catechistico ai cristiani, poi distinguere ancora l’insegnamento ai cosiddetti vecchi cristiani (discendenti dei cristiani del periodo delle persecuzioni) ed ai neofiti, venuti dal paganesimo.
Dato il numero dei primi, tale insegnamento è fatto un po’ all’antica, come ripetizione mnemonica (inteso colle dovute spiegazioni) e anche coll’insegnamento della storia ecclesiastica. L’insegnamento – dove è possibile – è anche quotidiano o almeno domenicale, diviso per sezioni, prendendo in genere per base la scuola, più o meno numerose a seconda del numero. Più nutrito [il] catechismo durante il periodo quaresimale ed in preparazione alla prima comunione. È pure in uso il catechismo di perseveranza, che in alcuni luoghi si prolunga (liberamente) anche agli adulti, con esami alla fine dell’anno su quesiti dati dall’Ordinario. In genere il corso è triennale secondo la divisione del catechismo giapponese. A quelli che riescono, si rilascia un diploma.
In varie diocesi sul calendario diocesano sono indicate domenica per domenica le domande del catechismo, e alla fine della Messa, i cristiani adulti, tenendo il catechismo in mano ripassano o col sacerdote o col catechista la parte prescritta: per i fanciulli si fa a parte.
Per gli altri il sistema adottato è che dovendo fare l’insegnamento secondo le esigenze culturali e spirituali del catecumeno adulto, non c’è che la conversazione privata sulla base del catechismo spiegato nell’ordine di facilità (comandamenti, sacramenti, credo) e più secondo le domande del catecumeno adulto, fatto apprendere a memoria, secondo le condizioni di età, di mentalità, e sussidiato colla lettura di altri libri adattati.
Vi sono due libri di catechismo: il piccolo, che insieme alle preghiere del buon cristiano deve essere saputo da quelli che fanno la prima comunione.
Dalla prima comunione alla fine delle scuole elementari si fa studiare tutto il catechismo comune. Per gli altri delle scuole medie e superiori, oltre al catechismo (libro più nutrito) con conferenze pubbliche o private, si cerca di rafforzare la fede e con la lettura di libri adattati alla loro cultura ravvalorarlo.
Presso vari e in varie forme si tengono esami e premiazioni.
Vera scuola di catechismo, quale si desidera modernamente non mi consta che ci sia, ma dovunque vi è l’equivalente o in chiesa o nei locali della parrocchia.
L’insegnamento della religione per i giovani delle scuole domenicali si fa com’è accennato nelle Biografie di Don Piacenza e Ch. Filippa. In generale il giovane o la ragazza non cristiani, se studiano il catechismo nelle scuole domenicali, è come esercizio di memoria o studio di una materia come un’altra.
In Giappone è pressoché inutile lo studio del catechismo per i ragazzi, se non si convertono i parenti o se non ne danno un permesso esplicito, specialmente per le ragazze, data la costituzione della famiglia non cristiana e le conseguenze che ne verrebbero per il matrimonio.
L’Opera della stampa nell’insegnamento catechistico
Le varie istituzioni religiose che coadiuvano i missionari e i missionari stessi sanno quale sia il valore che ha la stampa in questo Paese e con tutti gli sforzi possibili vi danno opera.
Per restare nel campo di cui parliamo: sono editi catechismo grande e piccolo con relative spiegazioni (per il popolo e per il ceto intellettuale)
Catechismo secondo il metodo psicologico (per fanciulli)
Storia Sacra del V. e N. Testamento (per fanciulli e adulti). Storia della Chiesa
Vite di Nostro Signore Gesù Cristo ″ ″
Opuscoli vari per la S. Messa e amministrazione dei Sacramenti
Messalino romano
Opuscoli per varie funzioni speciali
Nuovo Testamento (per persone di studio)
Vangelo Unificato (in lingua popolare), primizia sales.
Catechismo illustrato per piccoli
Catechismo ″ per adulti (riprod. Bonne Presse)
Vite dei Santi (12 voll.) e vite dei Santi in particolare
Libro di preghiere
Il catechismo spiegato col Vangelo (dei sales.).
Dal semplice elenco il fabbisogno indispensabile per poter fare anche in forma attraente il Catechismo nelle sue varie parti c’è.
Per i catecumeni vi sono spiegazioni speciali di catechismo, orientate ai metodi moderni, come vi sono pure opuscoli ed opere che rispondono alle principali obiezioni o in forma popolare o scientifica a seconda delle condizioni delle persone.
Per opera dei Benedettini vien prendendo buon piede anche la liturgia; come pure vi è il libro di canto (lodi e canti giapponesi o latini).
Il Giornale cattolico e varie Riviste in forma popolare o scientifica vengono a coordinare e a divulgare specie fra i non cristiani, gli insegnamenti della religione.
Quanto al materiale didattico i missionari, secondo le regioni da cui provengono ed i mezzi di cui dispongono, possono mettere in bella mostra e cartelloni e illustrazioni e diapositive e film prettamente religiosi. Per il cinema si trovano risorse belle e sicure nei film scolastici giapponesi, che per insegnamenti di morale naturale vengono in aiuto al missionario, che può star pienamente tranquillo sul contenuto e la presentazione del medesimo.
Anche il teatro sacro presso alcune istituzioni (rare, specie femminili) ha qualche buon saggio. Dirò in seguito del teatro salesiano.
Non deve far meraviglia che in Giappone si possono trovare anche queste ed altre manifestazioni o che facilmente entrino nello spirito giapponese, perché la loro scuola in ogni grado ha quanto di più moderno può pensarsi in metodologia e materiale didattico. Il missionario non può certo competere colle sue povere cose a quanto il fanciullo trova ordinariamente nelle scuole. Anche questo rappresenta una difficoltà non indifferente all’apostolato.
Recentemente trovano favore in Giappone i quadri spiegati da un buon insegnante: questo si fa con gran concorso di gioventù anche nelle pubbliche vie.3
Pur essendo solo agli inizi non è da trascurare il movimento che si viene effettuando anche per le arti in servizio dell’insegnamento religioso.
Già si hanno buone esecuzioni di pittura e scultura prettamente giapponese indirizzate al cattolicismo. Come pure tentativi di adattamento dell’edilizia sacra giapponese alle chiese od oggetti del culto cattolico. Si nota anche qualche tentativo nel campo della musica sacra popolare.
La scarsezza dei missionari, la difficoltà della lingua, l’educazione familiare e scolastica giapponese, l’attaccamento alle tradizioni e i principi religiosi delle altre religioni, che favoriscono la natura giapponese snaturandola, il presentarsi del cattolicismo come religione che viene dall’estero e predicata da stranieri, le antiche accuse radicate ancor fortissimamente tra le popolazioni specie delle campagne sono fra le principali difficoltà, che, se anche ci fossero ed edifici e materiale catechistico, si opporrebbero all’efficacia completa di tale insegnamento.
La scarsezza per non dir assoluta mancanza dei catechisti poi è un altro fattore che rende ancor più difficile la soluzione del problema. In Giappone il catechista deve per lo studio, zelo e spirito di sacrificio equivalere al sacerdote, e questo elemento di prim’ordine è scarsissimo in Giappone (è la regione che ne ha di meno). Le conclusioni?…
Non mi lusingo di aver sviscerato il problema anche perché le generalità enunciate dal tema, lasciano in forse sull’interpretazione esatta. Ad ogni modo il modesto contributo raccolto, non è difficile, come dissi, rimpolpare colle altre relazioni del Bollettino e con un particolareggiato formulario di domande, che se mi saranno fatte mi daranno modo di fare un lavoro più completo sull’argomento.
2. MOVIMENTO CATECHISTICO NAZIONALE SALESIANO
I Figli di Don Bosco, ultimi missionari venuti in Giappone, nel quindicennio di lavoro nel campo loro affidato (Kyushu, Prov. di Miyazaki e Oita) si sono sforzati evidentemente di compiere il loro dovere, basandosi sulle direttive della S. Chiesa, ma sempre in conformità al loro spirito.
Nelle opere poi che sono alla diretta dipendenza della Congregazione, ispirandosi alle direttive dei Superiori hanno cercato, specie per il movimento catechistico di portare il loro contributo che ha avuto certo la sua risonanza anche in tutta la Nazione.
Si può dire che questo è tutto dipeso dall’istituzione degli Oratori festivi, conosciuti in Giappone sotto il nome anche di scuole domenicali, o come diciamo noi, riunioni di giovani.
Trovo utile seguire il formulario di domande inviate dal Venerato Rettor Maggiore. Vi rispondo cogli ampliamenti occasionali suggeriti dal nostro modesto lavoro (1).
Vi è l’oratorio festivo? Si dica quali sforzi si siano fatti per fondarlo. E quali ostacoli si siano incontrati. Se non vi è se ne adducano le ragioni.
Ed anzitutto occorre chiarire bene che cosa possa essere fra noi l’Oratorio, dato l’elemento fondamentale fra cui lavoriamo. Fatte poche eccezioni (Miyazaki, Tano) in cui l’elemento cristiano essendo abbastanza numeroso può dare un materiale discreto di ragazzi e ragazze, ed allora si può parlare di vero oratorio nel senso inteso fra i salesiani – negli altri casi si tratta di riunioni di giovani, che vengono attirati nelle solite forme, e si cerca di intrattenerli, e pian piano metterli in relazione cogli insegnamenti religiosi e più come richiamo delle loro famiglie, senza delle quali non si può concludere niente di serio.
In ogni residenza e casa nostra vi è l’Oratorio, adunanza giovani, eccetto che nel piccolo Seminario e nel Noviziato e studentato di Tokyo; le ragioni sono ovvie.
Inizialmente gli sforzi fatti per aprire tali oratori non furono difficili; naturalmente, la quasi novità e in alcune località la novità: stranieri che vogliono bene ai giovani e che giocano con loro, ecc. ecc. non poteva non attrarre.
Difficoltà:
Per parte dell’elemento cristiano l’accomunarsi coll’elemento non cristiano, specialmente per parte dei vecchi cristiani abituati ab antiquo a star separati.
Per parte alle volte dei nemici della religione cattolica che trovavano buon gioco a spargere le viete accuse verso il cattolicismo ed impaurire i frequentatori.
Alle volte la scuola, basta un ordine del maestro per determinare l’esodo o permettere ad allievi più grandi, che in varie forme, anche violenti, distolgano i compagni dalla frequenza.
Le famiglie, che se alle volte permettono ai figli la frequenza, quando si accorgono che s’insegna religione, o che i figli portano a casa libri od oggetti religiosi, finiscono col proibire.
L’incostanza propria della gioventù, che si affeziona alle novità e poi ab assuetis non fit passio.
La scuola che in breve volger d’anni si è presa più cura dell’assistenza dei giovani nelle ore extrascolastiche – la domenica o feste gli scolari sono occupati in molteplici manifestazioni.
Il solito punto… mancanza di mezzi e locali adatti… specie in un Paese in cui le istituzioni scolastiche e sociali circondano il fanciullo di tante cose, a cui la missione non può contrapporre che cose miserelle.
Imprudenza per parte del personale insegnante o assistente, che nel parlare od agire non si mostri all’altezza della sua missione, specie poi dato il carattere suscettibilissimo giapponese, tanto più in relazione collo straniero.
Impreparazione del personale e nella lingua e nelle costumanze… Si dimentica troppo che si è ospiti… Se si vogliono dettar leggi…
Come funziona l’Oratorio festivo?
Come già dissi tra noi l’oratorio a tipo non cristiano funziona come è descritto nelle biografie di Don Piacenza e Ch. Filippa.
Per i cristiani sommariamente come da noi. Una difficoltà è quella che dopo la Messa e la lezione di catechismo, i ragazzi difficilmente si fermano fino a mezzogiorno. Quelli che fecero la comunione devono pur fare un po’ di colazione…
Per i locali si fanno servire quelli della missione. In tutte le residenze vi è un salone e qualche camera che alla domenica si trasforma in aula… Ma siamo assai lontani dalla costituzione di locali ad hoc…
Pulizia ed ordine sono della pretta educazione domestica giapponese e quindi si fa tutto il possibile per…
Sussidi didattici principali:
Proiezioni [Bonne Presse, case tedesche, Unitas – films stop (case Belghe)]
Cinema (collez. italiane e francesi, plate Baby relig., comiche… Vecchie…)
Kamishibai giapponesi (cartelloni formato protocollo)
Alcuni album religiosi
Biblioteche catechistiche, magroline (Libri noti in Italia…)
In occasione di gare o piccole esposizioni si è fatto qualche disegno, riproduzione o invenzione.
CATECHESI
I confratelli poi provenienti da varie nazioni hanno qualche libro caratteristico delle loro nazioni.
Ecco quanto in genere è presso quasi tutte le residenze e scuole, seminario: ben poco, e dove non c’è si cerca di imprestarlo per l’occasione – mancando poi locali appositi, manca la possibilità di metterlo in mostra. A Tokyo-Mikawajima si è allestita la stanza catechistica.
Quale valore ha portato l’Oratorio nel movimento nazionale Catechistico?
Pur non dovendo farci illusioni sulla portata dei risultati, perché bisogna confessare, che non è detta ancora l’ultima parola sull’Oratorio per non cristiani, né si può dire ancora trovata la chiave dell’organizzazione del medesimo, pur essendo persuasi che tale oratorio, se pervaso dello spirito di Don Bosco e del suo sistema, deve riuscire come tra noi a portare i suoi frutti – e ne abbiamo gli esempi – dobbiamo dire che gli altri missionari ne furono meravigliati e contenti; vennero sul posto a studiare e vedere le modalità – e imitarono nelle loro parrocchie e residenze, ed anche questo è un bene, sia pur modesto.
Il nostro Bollettino Salesiano (= Don Bosco) pure, ammannendo ai lettori le idee educative di Don Bosco e della sua istituzione principe, ha portato un buon contributo anche in questo senso.
A tutt’oggi le riunioni specialmente serali domenicali raccolgono in ogni residenza una media da 200-300 persone per la massima parte non cristiane che sentono o quotidianamente o almeno settimanalmente o in forma di discorsetto morale, di proiezione o figure spiegate – di accademie o di teatrino, ecc. la buona parola.
È seme che penso non è sparso invano… Altri raccoglieranno, se non raccogliamo noi… L’esperienza ce lo dice chiaro. Le difficoltà sopra accennate, unite alla stanchezza dei missionari – ché uccide più la sterilità del lavoro che qualsiasi fatica – fanno sì che non si possa pensare a moltitudini… ma vengono stabilizzandosi gruppi, su cui si può fare un lavoro più proficuo… A Mikawajima e altrove basta dare dei premi… e si possono radunare a migliaia… altrove, dando premi, fuggono…
Personale dell’oratorio: è sufficiente?
Dove vi è vero Oratorio, i confratelli si prestano tutti – e dove fosse necessario, anche Congregazioni religiose locali.
Nei piccoli centri fa tutto il missionario, aiutato da qualche buon cristiano.
CATECHISTI
Già ne ho accennato parlando delle difficoltà. Il nostro Congresso di Tokyo ha sviscerato questa questione. Tutti siamo convinti della necessità, e nessuno ha ancor trovato la soluzione per dare alla nazione buoni catechisti. M’illudevo colla fondazione del Seminario di avere dei buoni tra quelli che eventualmente non furono chiamati alla vita sacerdotale o religiosa. Nessuno… Si tentarono in Giappone tante vie: nessuno è riuscito praticamente allo scopo, date le qualità che si richiedono nel catechista e la povertà di mezzi del missionario, e più il missionario straniero.
In tutta la missione ne abbiamo uno (vecchio) e un aiutante. Uno a Tokyo. Fungono da catechisti o simili i nostri chierici, qualche coadiutore (ripetizione meccanica del Catechismo) e qualche suora o ragazza. Per i non cristiani ci vorrebbero tanti insegnanti, rari in tutto il Giappone come le mosche bianche…
NEGLI ISTITUTI
Mi pare siamo in regola e rispondendo anche ai quesiti 7-8 siamo, mi sembra, sulla linea direttiva consigliata dai Superiori.
Anche fra i cristiani il q. 9 è attuato. Nelle scuole vere (Seminario, Studentato, ecc.) si sa [?] parte anche ai lavori, tanto più che gli esami alla giapponese sono a base di quesiti scritti. Noi certo preferiamo l’esame orale e il tipo di gara.
In preparazione alle mostre ideate dai superiori si conservano parte di tali lavori, di cui alcuni sono interessanti davvero.
Il q. 10 è pure da prendere in considerazione. Certo l’istruzione giapponese nelle scuole non comporta come da noi insegnamento mnemonico su vasta scala.
Quanto al q. 11, come già accennai nella relazione fatta sul congresso di Tokyo, è in elaborazione la raccolta di fatti tolti dalla storia, letteratura giapponese in servizio dell’insegnamento catechistico. Sarà questo certo un buon contributo al lavoro salesiano nazionale, come lo fu quello ottenuto colla stampa del VANGELO UNIFICATO in lingua popolare (già alla terza edizione) e colla traduzione di un’opera preziosa assai IL CATECHISMO MEDIANTE IL VANGELO, che ha fatto davvero furore, e la traduzione degli elementi apolog. “FONDAMENTI DELLA RELIGIONE” del nostro Don Bosco.
Buoni pure i contributi del teatro salesiano (Collez. drammatica) fatta anche a questo scopo e che ha dei lavori davvero interessanti e di altro che dirò nel riassunto.
Negli istituti e in genere i q. 12-13 sono osservati e mantenuti.
Dal 14 al 20 l’impulso dato dalla Crociata catechistica viene orientando in tal senso, ma si pensi che in missione non è possibile riuscire ad attuare quanto si può pretendere altrove. Ad ogni modo l’orientamento c’è.
Mi pare pure che i quesiti seguenti davvero formativi abbiano qua e là avuto la sufficiente illustrazione, e penso pure che i Superiori comprendano che nelle nostre piccole residenze, alcune sfornite da anni di titolare, non si può per ora neppure pensare a quanto sarebbe nel desiderio e nella volontà di tutti…
Ah, che vuol dire lavorare in terreno sterile o quasi, e in mezzo alle difficoltà accennate, a comprendere le quali bisogna trovarsi in mezzo… Ma il Signore vede le nostre miserie e comprende…
Riassumendo dunque, e se ho ben compreso il pensiero che dovevo svolgere, conchiudo: i salesiani di Don Bosco nel loro lavoro di apostolato nella Prefettura Apostolica dal 1927 e a Tokyo dal 1933 hanno contribuito al movimento catechistico in Giappone:
Colla fondazione di Oratori festivi, specialmente frequentati per la gran massa da non cristiani col sistema di Don Bosco – novità in Giappone.
Coll’organizzazione del catechismo nelle residenze ed opere da loro iniziate o loro affidate.
Col promuovere la stampa catechistica col VANGELO unificato e in lingua popolare (novità per il Giappone) e coll’opera CATECHISMO MEDIANTE IL VANGELO, i FONDAMENTI DELLA RELIGIONE, di Don Bosco e con numerosi fascicoli delle LETTURE CATTOLICHE su argomenti catechetici – od anche fascicoli a parte od articoli per giornali e riviste. La Collana Drammatica pure fu intonata a questo scopo.
Si segnalano in questo lavoro specie Don Margiaria, Don Marega, Don Tassinari. Merita una menzione speciale Don Arri che con pubblicazioni di vario genere e assai apprezzate dirige un’incipiente COLLANA a tre sezioni Patristica, Polemica, e per ammalati (ha messo in circolazione una ventina di volumi, di cui vari ristampati e che producono un bene immenso).
Anche i giovani confratelli (specie Don Tassan, Don Barbaro, Don Moro, Don De Kruyf) hanno dato buone traduzioni e cooperano alla formazione del Bollettino salesiano e alla Collana delle Letture Cattoliche.
In Missione fu pubblicato per molto tempo il settimanale ANGELO DELLE FAMIGLIE (ideato da Don Cavoli) che ogni domenica dava il Vangelo e la spiegazione del catechismo. In omaggio alle prescrizioni restrittive della stampa (per parte del governo) se ne è sospesa ora la pubblicazione.
Furono tenute nei limiti del possibile (per varie residenze manca la materia uomo cristiano e non cristiano il quale sempre non si presta) gare, esami solenni, piccole esposizioni e il riuscitissimo Congresso di Tokyo, secondo il suggerimento dei Superiori. Di queste manifestazioni il giornale cattolico ne parlò – visitatori assistettero – vi concorse anche l’elemento non cristiano – parenti, ecc. Anche questo servì certo a fomentare questo movimento.
Naturalmente non si deve dimenticare in queste manifestazioni la prudenza per non aver l’aria di invadenti et similia. Non sempre è prudente fare quanto si desidererebbe di fare e che alle volte sarebbe bene fare.
Funziona assai bene anche per questo argomento la LIBRERIA CATTOLICA di Miyazaki, che oltre avere a sua disposizione tutto il materiale estero, che viene propagato in Giappone, e anche in Corea e Manciuria. Ne è animatore massimo Don Liviabella.
Mi lusingo di aver risposto a tutto; ad ogni modo come dissi, se non avessi svolto appieno l’argomento e se si desiderassero altri schiarimenti prego farlo sotto forma di quesiti. Mi rimane più facile rispondere.
Accolga, amatissimo Superiore, non fosse altro la buona volontà dei salesiani del lontano Giappone che in mezzo a difficoltà di cui non possono rendersi conto se non chi vive qui, e del perché delle medesime neppur noi lo sappiamo, intendono di portare anche questo contributo, doveroso specie per un missionario, alla divulgazione del Catechismo secondo il genuino spirito di Don Bosco.
E voglia fare per tutti noi e specialmente per il sottoscritto una calda preghiera a Maria A. e a Don Bosco.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
Ispettore in Giappone
1 Dattiloscritto, qua e là corretto a mano da Don Cimatti. Le note unite a questa relazione si trovano nell’originale.
1 Per dettagli sull’argomento consultare le Lettere di S. Francesco Saverio e le relazioni dei primi missionari gesuiti, come anche le belle pubblicazioni dell’AUCAM (Belgio), La vita di S. Francesco Sav. Si trovano pure studi bellissimi in “Pensiero missionario”, Rivis. ital. - in Annali Lateranensi e in Monumenta Nipponica (Tokyo).
2 Su questi argomenti leggere specialmente le Opere del Page-del Charlevoix, Villion e le numerose pubblicazioni dei PP. delle Missioni Estere, il loro Bollettino e Comptes Rendus annuali (Parigi).
Si vanno anche moltiplicando le opere o le tradizioni in Giapponese su questi argomenti. Esistono pure Circoli di studio, specie a Nagasaki, cui partecipano anche notabilità in materia giapponesi non cristiani.
Studi dei Salesiani, specie di Don Marega pubblicati in Acta Lateranensi e Monumenta Nipponica e degli altri confratelli in Articoli di giornali e raccolta copiosa di materiale, che sarà a tempo opportuno reso di pubblica ragione. Numeroso materiale inedito antico vien catalogato dal nostro Don Marega – parte (assai preziosa) è presso i Superiori da cui dipendono le missioni salesiane. Fu e vien raccolto anche materiale per il museo, e dato l’indirizzo catechistico delle feste centenarie si cercherà anche di tener d’occhio questa branca.
3 Nell’enumerazione delle pubblicazioni sono stato sulle generali, perché si tratta di libri dai titoli giapponesi, che penso non interessano al nostro scopo, se non nel loro contenuto.