CONFERENZE AI CHIERICI DI VALSALICE |
CONFERENZE DI DON CIMATTI SULLA VITA RELIGIOSA
PRIMA DI PARTIRE PER IL GIAPPONE
VITA CRISTIANA E RELIGIOSA
LA MORTIFICAZIONE
IL PECCATO
10/6/1923 SACRO CUORE DI GESÙ
15/6/1924 SANTISSIMA TRINITÀ
13/11/1924 SISTEMA EDUCATIVO SALESIANO
14/12/1924 UMILTÀ VERSO DI NOI
28/12/1924 MEDITAZIONE
Necessità:
4/1/1925 (Continua sulla meditazione)
Lasciarsi guidare dallo Spirito Santo
Corpo della meditazione.
Conclusione:
18/1/1925 (Continua sulla meditazione) Norme e avvisi
Prima della meditazione:
Durante la meditazione
25/1/1925 (Continua sulla meditazione)
Dopo la meditazione
8/2/1925 (Continua sulla meditazione)
Orazione con distrazione
1/3/1925 MORTIFICAZIONE
8/3/1925 (Continua sulla mortificazione)
Mortificazione del corpo
15/3/1925 (Continua sulla mortificazione)
Mortificazione interiore
22/3/1925 (Continua sulla mortificazione)
Mortificazione della lingua
26/3/1925 (Continua sulla mortificazione)
Sorgenti: esercizio della virtù, attacco del cuore al dovere.
21/6/1925 (Continua sulla mortificazione)
Strategia dello Spirito Santo: Vegliare ‑ pregare ‑ resistere.
CONFERENZE IN GIAPPONE
AI CHIERICI DI TAKANABE 1931-1932ca.
CARITÀ
IL MALEDICO (Come si pecca di lingua contro la carità)
AI CHIERICI STUDENTI DI TOKYO
(24/11/1940)
INCULTURAZIONE DEL MISSIONARIO
CONOSCERE NOI STESSI (Maggio 1941)
LA NOSTRA DEVOZIONE AL SACRO CUORE (1/6/1941)
LA PERFEZIONE DEL SACERDOTE ((9/4/1943)
MODO PER FARE BENE L’ESERCIZIO DI BUONA MORTE (3/5/1944)
IL SUPERIORE NEL PENSIERO DI DON BOSCO (10/5/44)
CONSIGLI AL DIRETTORE (19/5/1944)
DOVERI DEL DIRETTORE (26/5/1944)
DISCIPLINA E SACRIFICIO (2/6/1944)
Necessità ed importanza di rafforzare la volontà (7/12/1944)
POVERTà (1944)
LA LETTURA SPIRITUALE
CASTITà 1944
PREDICAZIONE
PECCATO E MANCANZE
CONSIGLI A UN CHIERICO
DETTI DI Don CIMATTI RACCOLTI DAI CHIERICI (Circa 1954)
IL GALATEO Chofu, 31/1/59
PRIMA DI PARTIRE PER IL GIAPPONE
VITA CRISTIANA E RELIGIOSA1
L’opera d’un artista, che sia sotto ai miei sguardi, mi dice già qualche cosa del suo autore, ma non tutto; non è più sconosciuto, ma finché non conosco la sua vita interiore, pensieri, amori, gioia, la vita dell’anima sua... è la storia dei nostri rapporti naturali con Dio...
La bontà di Dio, la grazia di Dio ci dà il Verbo che nasce dal Padre e che procede dallo Spirito, si fa carne e viene umanamente, e per la sua copiosa redenzione ci fa degni in lui di avere la vita eterna. Ecco la vita cristiana.
Gesù Cristo si pone davanti alle anime: “Ecce sto ad ostium et pulso, - se qualcuno mi ode e m’apre la sua casa, io entrerò e mangeremo insieme, ed egli con me”. Entrando, entra la vita e l’anima nasce a Dio.
In che modo? Un mondo di risorse: Sacramenti, precadizioni, segni che precedono e avvertono (aurora, tramonto, notte stellata, fiori, uccelli, ruscello, ombra, pagina di un libro, una parola casuale, gioia, noia, disgusto, suono che sfugge, mano amica che si ritira, un amore non corrisposto... bussa alla porta...).
Pel bambino la Chiesa fa tutto, per l’adulto...
ma sempre a titolo di Redentore con la croce: perdono, risurrezione, giustificazione.
E vi entra anche il Padre e lo Spirito Santo, ché Cristo è Dio, e non come semplici testimoni di presenza, ma agenti secondo il loro carattere (ci genera, ci dà lo Spirito), abitano in noi e l’essenza dell’anima è deificata con la grazia santificante, le potenze deificate per le virtù infuse (virtù teologali, doni dello Spirito Santo), guarisce, ripara... pur rimanendo al fondo di noi le nostre tendenze, guarisce, ripara..., ma tutto ciò è un’armatura offensiva e difensiva.
Condizioni e mezzi di questa divina trasformazione della natura in Dio e di Dio nella creatura sono le opere: cooperazione dell’uomo alla grazia. E se 1’uomo coopera dappertutto abbonderà la grazia che impregna ogni atto, anche più piccolo... di qualsiasi persona, in qualunque condizione...
L’uomo, divino fanciullo in terra, avrà la sua virilità in cielo, termine di questa infanzia, tesoro nascosto al mondo apparirà quando apparirà Cristo.
L’insieme di tutti questi legami che ci uniscono a Dio sono la religione, il riconoscerli e soddisfarli o soddisfarvi è la virtù della religione.
Gesù Cristo.
Tutti i cristiani sono religiosi, come tutti sono in Gesù Cristo re, preti, santi. Ma come vi sono dei re e dei preti ufficiali (capi) così vi sono dei religiosi di professione.
La vocazione (parte stabilita a noi dalla provvidenza nel poema, nella sinfonia, nei tempi, nel firmamento, nella città, membro del corpo di Gesù Cristo) è per tutti, Dio vuole la salute di tutti. Le grazie che mettono l’anima in condizione di corrispondervi è diversa.
Una seconda vocazione (= essere cristiani più o meno) detta da Dio più nascostamente: fiorire e fruttificare la chiamata.
Terza vocazione = esserlo in quello stato, a uno stato speciale. Però non ci obbliga (per sé non è peccato).
Lo stato religioso è stato di consacrazione, di donazione di sé e di appartenenza a Dio (forma della vita, regola, fine dell’Istituto sono accessori, conseguenze, mezzi per riuscire più facilmente. Gesù è complesso (amava i fanciulli, i poveri, gli infermi, predicava agli ignoranti, ai dotti, pregava). E anche qui Gesù Cristo è nostro modello.
“Cìò che nascerà da te è santo”; Gesù è consacrato e donato. “Eccomi, vengo, o Padre, per compiere la tua volontà”.
È nello stesso tempo separato, segregato da ciò che non è Dio o relativo a Dio (Cfr. Ebr. 9,26).
Separato dalle creature
Separato dal peccato
Separato dal mondo (onori, ricchezze, piaceri)
Separato dagli affari e interessi materiali
Separato da sé (dipende, obbedisce).
A noi conviene, qualsiasi mezzo immediato abbia nell’esplicare l’attività propria della sua Società, separarci prima per essere poi consacrati: dal peccato, dal mondo, dalla famiglia, da noi = tre voti, fondamento della consacrazione (olocausto) a Dio, della persona, delle nostre azioni.
In certi momenti pesa... Pensiamo a Gesù (S. Francesco si stampa sul petto Gesù).
Frutti:
gloria che si rende a Dio, lode alla divinità per cui si realizza il fine della creazione, redenzione e attributi di Dio;
unione dell’anima con Dio, fonte di mille servizi scambievoli, mille aiuti, unione con Dio nella generazione delle anime;
tesoro per noi: Dio non si lascia vincere in generosità;
libertà vera (Cfr. Vantaggi della vita religiosa: Introd. alla Regola).
“Vedi tu questi esseri terrestri e celesti, mescolati agli uomini e più grandi di loro, soggetti e liberi, dipendenti e re, non avendo nulla in questo mondo e possedendo quanto c’è nell’altro? I cantici degli angeli sono loro, la notte loro è giorno, vegliano e il loro spirito è rapito in cielo. Puri si purificano continuamente, potendo migliorare continuamente, deificarsi. Soli, in compagnia celeste. Le loro lagrime lavano il mondo, le loro mani protese spengono incendi, domano le fiere, spuntano le spade, mettono gli eserciti in fuga e finiranno, o apostata, per vincere la tua stessa empietà”. Siamone degni (Ef. 4,l).
Rinnoviamo la nostra consacrazione.
Avrei potuto far di più stando fuori... aumenti la nostra attività.
Allora... non capivamo: ora possiamo farlo, con maggior efficacia e responsabilità, quindi più meritoria.
LA MORTIFICAZIONE2
La vita cristiana suppone e segue una morte (che facendo morire il peccato apra la via alla vita).
Il Battesimo ne è la partecipazione.
Morendo in Cristo, risuscitiamo in lui: la sua vita è principio di santificazione, la sua morte è principio di mortificazione, che obbliga quindi tutti i cristiani, tende a distruggere ciò che è disforme: il vecchio uomo.
Dio fece l’uomo spirituale e giovane (d’anima e di corpo).
Caduta: corpo e spirito, quindi mortificazione dei sensi (veglie, lavoro, accettazione dei mali fisici), dello spirito, immaginazione, memoria, sensibilità, cuore, spirito, volontà.
a) Deve durare per tutta la vita. L’uomo vecchio muore con noi.
b) Vi sono dei momenti urgenti: pienezza della vita fisica e interna, e nella bella stagione, luogo bello, egoismo soddisfatto.
Non cerchiamo mai la gioia per la gioia e in genere anche per le cose sante star attenti a non farle fine a se stesse, ma siano indirizzate a Dio. Servirsi delle cose di questo mondo come non ci servissimo (1 Cor. 7,31; 13,11 – agire da uomini, non da bambini –).
La vita è 1’ultima parola della vita. La mortificazione non deve essere riguardata che come condizione e mezzo di vita, la mortificazione è nell’amore, vita suprema.
Sorgenti:
1) Giustizia di Dio: gioie e dolori della vita presente, morte, eseguire le opere dell’apostolato.
2) Odio di sé (Gv. 12,25). Grano di frumento.
3) Prudenza cristiana, discernimento di ciò che ci conduce a Dio e a farlo conoscere.
4) Amore di Gesù Salvatore e Redentore (Passione meditata).
5) Spirito di religione che si svolge: nell’adorazione e nel sacrificio.
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5 CONSIGLI A UN CHIERICO13 |
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6 Chofu, 31/1/59 |
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