850 /Mooney Edward / 1931-11-26 /
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Miyazaki, 26 novembre 1931
Eccellenza Reverendissima,
Mi faccio premura di rispondere al suo prezioso biglietto del 24 c. m. in relazione alla nomina del Presidente del Consiglio centrale dell’Opera della Propagazione della Fede nella persona del M. R. Antonio Anoge.
Ben felice della scelta fatta di questo zelante sacerdote, do con sicura coscienza e ben volentieri il mio voto affermativo, sicuro che il prescelto adempirà bene il compito assegnato. Conosco personalmente lo zelo e la virtù e l’abilità del prescelto.
Al quesito di cui in Sua 204/31 dolorosamente non ho ancora alcuno da inviare. Utinam… sia quanto prima… Faxit Deus!
Ed ora una questione tutta personale, ma che credo utile affidare alla sua conoscenza, in caso di eventuali circostanze che richiedessero una spiegazione da parte di V.E.
Le relazioni fra noi e la R. Ambasciata italiana sono un po’ tese, né so se il R. Ambasciatore voglia modificare il suo contegno verso di noi. La ragione è chiara ed assai onorifica per noi come religiosi e missionari-sacerdoti.
La Regia Ambasc. era solita inviare a noi, come il nucleo più forte italiano in Giappone, i dispacci radiofonici che riceve dall’Italia.
In occasione del doloroso dissidio fra Fascismo e S. Sede, in alcuni bollettini, essendovi frasi e apprezzamenti che ritenni lesivi della nostra qualità di sacerdoti-missionari ed offensivi al S. Padre, pregai il Reg. Ambasc. a sospendere l’invio, motivando il desiderio, e tanto più che fra noi ci sono confratelli appartenenti ad altre nazionalità, che non potevano certo essere ben impressionati della cosa.
Non ricevetti osservazioni e cessò l’invio delle notizie.
In occasione però del recente terremoto credetti opportuno informare l’Ambasciatore della cosa, pregandolo inoltre di fare un appello alla colonia italiana di Tokyo, affinché volesse venire in aiuto ai danni sofferti nella nostra residenza di Miyazaki.
Solo a questa richiesta l’Ambasciatore rispose con una lettera che non gli fa proprio onore, che non avrebbe fatto appello perché noi avevamo in quell’occasione commesso un’offesa alla Nazione (addirittura…) e ci volevamo estraniare dalla Patria.
Gli ho risposto che la sua lettera ci onorava come sacerdoti e religiosi, e gli accennavo il non poco lavoro indiretto che avevamo fatto, non dimenticando di essere italiani.
Finora non ha risposto, né credo risponderà. Non do peso alle cose, ma siccome potrebbe darsi che V. E. venisse occasionalmente a sentire apprezzamenti al riguardo, ho creduto bene tenerla informata.
Siamo prima sacerdoti, e quindi figli della Chiesa, siamo salesiani e non vogliamo immischiarci in questioni politiche; siamo missionari e non vogliamo esser asserviti ad altro potere che a quello della S. Chiesa, nostra Madre.
Preghi per me, Eccellenza, e quando può pensi che Miyazaki combatte per il problema del pane quotidiano.
Il Signore La rimeriti della sua carità. Ossequi cordiali all’amabilissimo segretario.
Dell’E.V. Rev.ma
Dev.mo
Don V. Cimatti, sales.
Sup. Miss.