Bologna, 17 maggio 1929 |
463 /Circolare Salesiani / 1929-5-17 /
ai Salesiani e Missionari in Giappone
Miei carissimi tutti nel Signore,
Deo gratias! Deo gratias! Sono arrivato… Non potei scrivere subito perché volevo tastare il terreno e darvi qualche notizia positiva.
Riassumo: sbarco a Venezia l’undici Maggio. Nessuno si trova. Il Signore aiutò per la dogana. Mi diceva il capo-dogana: “Se faccio pagare per quanto ha con sé, torna a casa svaligiato!”. Breve visita ai confratelli. Conferenza ai giovani. Vado a far cena a Verona e parlo per oltre un’ora ai giovani. Quanto slancio per le missioni!
Parto al mattino per Milano perché mi premeva consegnare alla famiglia di Don Lucioni il baule; così passai la domenica a Milano, dove vi era una pesca di beneficenza e quelle dame patronesse mi hanno regalato due portacandele e palmette che ho promesso metteremo nella chiesetta di Tano.
Parto di buon mattino ed alle 10.30 sono tra le braccia del Sig. Don Rinaldi, cui parlai subito di voi tutti porgendo saluti, ecc., come poco prima avevo fatto ai piedi di Maria A. dicendo a Lei, per voi singoli, per i nostri cristiani e pagani e per le nostre opere una preghiera speciale. Rividi i Superiori, tutti in buona salute, e che ricambiano i vostri saluti e godono delle notizie, amici dell’Oratorio e di Torino, e parlai ai giovani studenti e artigiani. Scopo di tutte queste parlate è acquistare aiuto di preghiere speciali per la nostra missione e concretare conferenze per il pubblico affinchè possiamo avere offerte. Da Torino si potrà avere poco o nulla perché sono stremati per le feste di Don Bosco.
Preghiamo perché il Signore ci aiuti anche in questo. Ho già visitato a Milano la famiglia Lucioni, consegnate lettere di Maccario – e presto visiterò i vostri parenti di Torino, annunzierò agli altri l’arrivo e vostre notizie.
Per ora è un fuoco di fila fino al 9 Giugno. Programma mio: visite, conferenze o parlate coi superiori o con altri, continuare conferenze in grande, domande di sussidi, rappresenterò voi tutti in tutto e sempre e per quanto dipende da me tenervi al corrente.
I Superiori per parte loro, in questi giorni occupatissimi mandano qua e là, per cui, come vedete, scrivo da Bologna, diretto a Faenza per tornare a Torino. Novità di Torino: oratorio (portieria modificata, più comoda; palazzo nuovo finito, Cappella Pinardi come dal Bollettino, davanti alla camera di Don Bosco, monumento a Don Bosco (a me non piace) – nulla ancora sul dove metteranno Don Bosco (pare trasformeranno in cappella l’altare di S. Pietro).
Tardai a scrivervi perché volevo attendere l’esumazione della salma in cui in vostra rappresentanza – unico dei missionari – portavo con quelli di Valsalice la cassa. Pensate che cosa ho detto a Don Bosco per ognuno di voi, mentre lo portavo. Vi racchiudo la descrizione minuta che ne fa la stampa, corrispondente a verità, in tutti i particolari.
La salma è ridotta a scheletro – non è ancora determinato in che condizioni sono le ossa e quindi non si presenterà al pubblico la salma – quali reliquie si prenderanno, ecc.?
Pensiero dei Superiori è: “Don Bosco sia presentato come è, senza maschera”. Dirvi la folla, le sue manifestazioni… Con Don Giraudi facevamo da carabinieri e fulminavamo scomuniche a chi toccava, se no di Don Bosco non sarebbe rimasto più nulla…
Anche l’istituto dei ciechi volle venire e guidavo le loro mani fino all’interno della cassa di zinco… Anime belle!
La funzione legale fu compiuta nello studio dei chierici e quella dei dottori nella scuola di musica. Per ora non so altro perché ho dovuto partire.
Per Don Bosco si fanno tridui, luminarie, si fanno proposte ai municipi per commemorazioni nelle scuole, dare nomi a vie, ecc. Le vere feste a più tardi o al prossimo anno.
Per non ritardare più oltre, spedisco per ora questo. Per le questioni nostre ho già parlato con quasi tutti i Superiori, bisogna pregare molto… sono duretti a convertirsi, come i Giapponesi… Fede, Fede.
1 Vostro |
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2 Don V. Cimatti |
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