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a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
LA MIETITURA E RACCOLTO ANNUALE SALESIANO A TOKYO1
Tokyo, Agosto 1946
Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,
Nella precedente relazione, come offerta onomastica dei salesiani in missione, le feci uno schematico resoconto dei risultati del lavoro compiuto nella Prefettura apostolica di Miyazaki.
In questa tento di completare il quadro e l’offerta di quanto hanno compiuto i suoi figliuoli fuori della missione. Grazie a Dio le nostre opere di Tokyo, durante la guerra poterono proseguire il loro lavoro, e per conseguenza della medesima non furono gravemente danneggiate, e appena fu possibile riprendere il loro lavoro in pieno, che viene anzi crescendo e moltiplicandosi in varie forme assai consolanti. Anzi, come ebbi a comunicarle, il dopoguerra, avendoci trovato in numero e in forze si potè prestare aiuto temporaneo anche in altre diocesi, allargando così il campo d’influenza salesiana in nuove province (Osaka, Fukuoka, Nagano, Yamanashi).
Queste cifre statistiche dicono solo in parte la realtà del lavoro compiuto, ma esprimono pure al lettore una massa di attività produttiva di bene, per cui vi è davvero da ringraziare il Signore e congratularsi con lo spirito di zelo sacrificato dei confratelli, tenendo anche conto delle difficoltà materiali e spirituali del periodo passato ed attuale.
l. - Lo studentato teologico S. Cuore conta sac. 5, chierici teologi 12, coad. 3, famigli 4. (Oltre al lavoro di casa è affidata ai confratelli la vicina cappellania delle Suore Adoratrici, la visita settimanale ai vari ospedali della città e la redazione del nostro Bollettino Salesiano – Letture Cattoliche e in genere della stampa salesiana della Società Editrice D. Bosco in Giappone. Ebbero la fortuna di amministrare 18 battesimi di adulti. Catecumeni adulti 19; fanciulli e fanciulle 30.
2. - La scuola professionale D. Bosco conta sac. 5; chierici tiroc. 2; coad. 4; asp. l; famigli 2. Allievi 183; licenziati fine corso: 23. Oratoriani 180. Furono amministrati 4 battesimi. Catecumeni 65. Come scuola professionale e specialmente come stamperia editrice è nota in tutto il Giappone.
3. - La Parrocchia S. Giovanni Ev. di Mikawajima conta: sac. 2; coad. l. – Cristiani 250 – battesimi 27 – catecumeni 15.
Le opere sociali riconosciute dal governo comprendono: l’Asilo (150 allievi); l’Oratorio (80); il dopo-scuola (50), scuola serale d’inglese (150). Il vicino dispensario che ha lavorato ininterrottamente durante la guerra ed è esercitato dalle suore di Betania, dà anche lavoro ai confratelli coll’assistenza spirituale alle medesime.
4. - Ma fra le opere certo più gradite al suo cuore paterno sarà il nuovo Istituto S. Giovanni Bosco per gli orfani di guerra e ragazzi della strada.2 Anche in Giappone giunse l’eco della voce accorata del S. Padre e del nostro R. M. sul doloroso argomento, e pur come sempre, seguendo le nostre tradizioni, ogni casa si è prestata ad accogliere la povera gioventù e anche le zelanti Figlie di Maria A. e le suore giapponesi della carità che lavorano con noi in missione e a Tokyo, si sono sempre date d’attorno per raccogliere specie i piccini e l’elemento femminile, si volle sobbarcarsi a quest’opera necessarissima in Tokyo.
Le autorità americane e giapponesi ci vennero generosamente incontro e già una ventina di ragazzi, proprio come li pensava D. Bosco, sono ricoverati. In aiuto alla nuova opera si è trasportata all’Istituto la piccola colonia agricola di Miyazaki che col lavoro dei campi e colla lavorazione del bambù viene ad assicurare sempre più la vita ai poveri ragazzi. Già agli albori si hanno dati consolanti: sac. 2; coad. 2; chierici 1; aspir. 5; fam. 3; allievi 20.
I nostri D. Tassinari e D. Lopez condividono il difficile lavoro dell’organizzazione della nuova istituzione ammirata fin dai suoi inizi. I bravi nostri teologi nei tempi liberi vanno a prestare la loro opera per lavori di vario genere.
E giacché sono sull’argomento oso pregare il nostro R. M. che voglia metterli all’ordine del giorno con ampie attestazioni di lode, per il lavoro che questi cari figlioli hanno fatto con vero zelo e sacrificio sotto la guida ed eccitamento dei loro Superiori per venire in aiuto a questa opera e in genere alle opere della missione.
Come pure è ammirevole lo slancio con cui i singoli confratelli nell’immediato dopoguerra si sono dati d’attorno per la ricostruzione materiale delle loro case ed opere distrutte, e, sfruttando santamente le occasioni, hanno intensamente lavorato per l’ampliamento delle opere conservate. Penso poterle annunziare che ad un anno di distanza della data dell’armistizio, tutte le chiese, case ed opere distrutte sono risorte, e sarà il bell’omaggio che faremo alla Mamma nostra il 15 agosto.
E il tutto, dopo i doni della Provvidenza, è frutto del lavoro dei nostri cari confratelli. Penso che Don Bosco dal Paradiso dirà: “Bravi! vi riconosco proprio come miei figli dal lavoro santificato che venite compiendo!”.
Mi giungono altre notizie consolanti dalla missione. La benedizione cioè delle nuove costruzioni di Oita: Chiesa-cappella e Asilo e la casa del missionario. Sono sorte davvero in forma che hanno del meraviglioso. Furono benedette da S. E. l’Amministratore Apost. nostro coll’intervento delle massime autorità provinciali, cittadine e giornalistiche, e della famiglia cristiana. I discorsi d’occasione erano improntati ad ammirazione e a promesse di sincera cooperazione per lo sviluppo delle opere cattoliche che, specialmente per la città di Oita, richiamano gli antichi splendori dell’apostolato dei tempi di San Francesco Saverio.
In provincia di Oita poi si tennero in questa occasione, a Beppu, Oita, Nakatsu e Usuki ben sette riuscitissimi concerti musicali di propaganda cattolica ed a favore delle nostre opere.
Come vede, si cerca di non stare colle mani in mano, e tutti vogliono cooperare per la risurrezione e rinnovazione materiale e spirituale del nostro caro e ben provato Giappone. Oh, se capisse finalmente la voce paterna di Gesù, che, vuole risvegliarlo dal sonno di morte…
Preghi e faccia pregare con noi e per noi.
Suo aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
1 Ricaldone, R. M. 2061.
2 Si tratta dell’orfanotrofio cominciato da Don Tassinari a Narimasu (Tokyo) e poi trasportato a Kokubunji.