2368 / Berruti Pietro / 1940-3-25 /
Miyazaki, 25 marzo 1940
Amat.mo Sig. Don Berruti,
Proprio ieri, giorno di Pasqua, mi giunse la sua del 24/2/40 (colla copia conforme del 13/1) spedita per via aerea.1 Non so che via seguono le lettere, ma ad ogni modo il postale del Lloyd Triestino a tutt’oggi ha funzionato regolarmente, e penso che anche la Transiberiana, perché qui la posta ordinaria: giornali, Bollettino, ecc. arriva regolarmente. La sua partì da Torino il 22/2 e giunse qui il 24/3, tutto regolarmente: mi pare di aver pure ricevuto regolarmente tutte le comunicazioni, decreti, ecc. dei Superiori. Ogni mese da Genova o Trieste parte uno dei “Conti” triestini. Non riesco a capire se siano giunte le mie lettere-risposte (che per sistema ho di fare così).
Da questa sua risulterebbe che no – oppure non riesco a spiegarmi – o non so capire: insomma, ieri pomeriggio, dopo una mattinata di gioia – Pasqua, battesimi, due vestizioni di Seminaristi della diocesi – funzione di partenza di due nuovi novizi giapponesi per il nostro noviziato a Tokyo, ecc. – i crucci del nostro Don Cavoli – le solite di Don Marega verso di Lui – la partenza di Don Tassinari e più la sua lettera mi hanno amareggiato non poco. E pazienza. Mi è abituale: “Bonum mihi quia humiliasti me, Domine!”.
Dunque in breve, anche per il doveroso rispetto alla censura rispondo punto per punto…
Per Miyakonojo è incaricato Don Bernardi. Forse riuscirò a mettere un terzo confratello. Poi si vedrà, perché temo che dovrò fare altri scombussolamenti per stare in sella. Mi parte Don Dupont – sono senza prefetto allo Studentato, ecc… e i Superiori vogliono le case colla minima regolarità se non si può colla massima…
E così, in Missione, si fa come si può… Ad ogni modo tento di ubbidire, e poi vada come vuole il Signore, ma in questa forma l’apostolato va a farsi benedire.
Grazie dell’elezione – non so più quanti decreti o altro abbia avuto – ma dalla partenza di Don Carò ho sempre fatto anche questo mestiere e posso continuare.
Le conseguenze? Il Signore sa Lui quel che fa o permette. Spero riceverà la mia in cui le parlo di Don Tassinari…
Nuova opera di Miyazaki – ho scritto ripetutamente rispondendo ai Superiori.
La lettera del 13/7/39 fu ricevuta e risposi il 14/8 (forse un po’ fortemente al punto indicato) rispondendo a tutte le domande, ma forse non giunse la mia. Comunque ecco in breve schematicamente la questione:2
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Don Cimatti Ispettore riceve le angustie di Don Cimatti Prefetto Apostolico perché
Vi è l’Opera dell’Ospizio (ora 140 ricoverati) a Miyazaki, vista, encomiata dai Visitatori. Ma ha un peccato originale, che non riesce a cancellare:
Essere stato attivatore Don Cavoli, che non è nelle grazie dei Superiori e di vari confratelli (specie Don Margiaria e Don Marega);
Il non essere passata alle dipendenze delle Figlie di Maria A. (che non l’hanno voluta);
L’essere sembrato forse una novità, che in una missione affidata ai Salesiani si sia fatta un’opera così. E se anche Don Cavoli facesse dei miracoli, non crederebbero. È doloroso dirlo, ma è così (almeno Don Cimatti pensa così).3
Il Prefetto Apostolico domanda all’Ispettore “nutrimi questi figliuoli (una cinquantina) – nutrimi i figliuoli dell’Ospizio delle Figlie di Maria A. (altra cinquantina) – quando questi non possono essere sotto la direzione delle Suore”. L’Ispettore dice: “È un’Opera conforme al nostro spirito”; ma per tema di sbagliarsi Prefetto Apostolico e Ispettore si rivolgono ai Superiori e supplicano gli dicano come devono fare, perché non possono mettere questi ragazzi sulla strada. Forse non fu ricevuta la mia del 14/8: ripeto in breve quello che dissi allora:
Non si può parlare di posizione canonica di una casa o autorizzata dai Superiori, dal momento che domando come devo fare;
Nella vicinanza dell’Ospizio vi è una casa campagnola dove sono ricoverati (oggi) una diecina di ragazzi, che sotto la guida di Don Cavoli, coad. Bealessio e Rosso – e se posso darò un chierico – lavorano terreni propri dell’Ospizio o presi in affitto. Bisogna pur vivere e insegnare a vivere…
I confratelli fanno come meglio possono le loro pratiche di pietà – rendiconti – conferenze (mi pare) come nelle altre case. In generale all’esercizio di b. m. va Don Cimatti dal vicino Seminario, cui si reca anche Don Cavoli per le confessioni.
Rincresce ancor più a Don Cimatti il seguito “rincresce che non possiate dare…”4. Anche qui quanta incomprensione, tutto tutto quello che si è detto e scritto e che i Visitatori hanno veduto, e dopo i sacrifici (che solo sa il Signore) che si sono fatti e si fanno per le Figlie di Maria A.!
Ho stabilito un prete per Beppu per aderire al desiderio dei Superiori, e venire in aiuto ai nostri cari ammalati Don Arri e Don Cecchetti. Et hic finis. Non commento il resto, perché mi farebbe troppo male e correrei il rischio di trasmodare, e disgustare di più i Superiori.5
Finché le cose sono così, cercherò di tirare avanti come posso. Supplico i Superiori (non so per quante ennesime volte) a nominare questo benedetto attesissimo Ispettore – non voglio avere sulla coscienza rimorsi per andamento di cose, che non sono ritenute conformi allo spirito salesiano.
Ne ho già troppo nel passato, che mi furono appioppate… Don Carò, Don Lucioni... e altri… Per me stimo e amo Don Cavoli, nonostante il suo carattere, perché i Superiori me lo hanno affidato – come stimo e amo Don Marega nonostante il suo carattere, perché i Superiori me l’hanno affidato – idem Don Margiaria per gli stessi motivi. Ma ne soffre la carità ed il Signore renderà ancor più sterile la nostra già sterile missione…
La via per aggiustare tutto è unica, e bisogna addivenirci: mettano l’Ispettore: Don Margiaria, Don Bovio o altri, è così chiaro! E tolgano Don Cimatti da ingerenze direttive. Ma perché vogliono farmi morire senza la possibilità di dare questo buon esempio? Vado ovunque, e, meglio, se in altri lidi.
Bene per Don Cecchetti6. Sarà felice. Meglio ancora lo facessero Prefetto Apostolico…
E preghi per me, amatissimo Don Berruti. Mi scriveva olim il Sig. Don Rinaldi: “Mi pare che andavate meglio quando vivevate in maggior semplicità!”.
Mi sforzerò di farlo per me e per gli altri.
Preghi per me.
Don V. Cimatti
1 Non mi consta che prima di questa sia uscita notizia di “posta per via aerea”.
2 La lettera in questione si trova nella raccolta conservata presso l’Archivio della Congregazione: non dovette essere stata ricevuta.
3 Si intuiscono dietro le righe le difficoltà in cui si trovava la nuova Congregazione della Carità a cui era affidata la direzione dell’ospizio.
4 Don Berruti continua così nel suo scritto: “Rincresce che non possiate dare il prete alle Figlie di Maria A. a Beppu, che è un’opera già esistente e fiorente; invece potete fondare una nuova casa. Giungono a noi dei lamenti che qualcuno del Consiglio è troppo influente quando si tratta dell’Opera sua. Non vorremmo che questo fosse uno dei casi che i confratelli deplorano. In vista di ciò non possiamo fare la nomina a Direttore di detta casa. Lei incarichi chi crede meglio in Domino”. È chiara l’allusione a Don Cavoli. Chi volesse essere imparziale dovrebbe riconoscere che anche i Superiori possono prendere degli abbagli.
5 Don Berutti che era stato visitatore, avrebbe voluto che in ogni casa ci fosse il numero canonico di confratelli, il che era impossibile per mancanza di personale.
6 Era stato nominato direttore di Beppu. Si scherzava sul fatto che Don Cecchetti avesse aspirazioni a cariche superiori. Disgraziatamente nel copiare questa lettera si sono lasciati alcuni passaggi: certo perché non si ritennero importanti. Intanto mancano.