Cimatti|Ricaldone Pietro / 1946-4-21

3315 / Ricaldone Pietro / 1946-4-21 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


IN PIENO RISORGIMENTO: LA PASQUA1


21 aprile 1946

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Per quanto Lei possa immaginare è difficile possa pensare alla gioia da noi tutti provata nel ricevere la prima sua lettera, che con tanta carità ha voluto indirizzare ai suoi lontani figliuoli del Giappone.

Grazie, buon Padre, di questa squisita carità.

E continuando le nostre notizie di cronaca, mentre lasciamo per questa volta che falegnami e muratori continuino nella ricostruzione degli edifici in corso, le dirò delle ricostruzioni ben più da noi ambite e certo assai più gradite al Signore: il donarsi cioè dei nostri cari missionari all’apostolato. Si cercò da tutti di non stare con le mani in mano. E appena orientati per renderci conto della reale situazione spirituale delle anime a noi affidate, ci si rimise al lavoro più regolare, ora non più inceppato dalla vigilanza esosa, dell’investigazione a base di sospetto, non più interrotta dalle irruzioni dall’alto… Quanti quadri consolanti e dolorosi! Anime buone, anime necessariamente allontanate dalla pratica religiosa regolare; anime adattatesi alla situazione del momento; anime sviate…

Pulizia generale… tridui, novene predicate, uso missioni… insegnamento catechistico… rego- larizzazione di matrimoni, battesimi, cresime… Visita alle famiglie, distribuzione di buona stampa, conferenze pubbliche e private, concerti musicali, funzioni solenni… E il pensiero di tutti si punta alla data solenne, alla S. Pasqua, che quest’anno ci è sembrata più bella, meglio riuscita di altri tempi.

In missione si registrano N° 20 Battesimi. I missionari e gli altri salesiani si prestano in aiuto a rendere più solenni col canto, col servizio religioso le funzioni per i soldati americani in unione coi cristiani giapponesi.

Con i nostri teologi nel più gran salone di Tokyo svolsero la parte musicale (trasmessa alla radio) al solennissimo pontificale presenziato da S. E. il Delegato Apos. Mons. Marella, dall’Arciv. di Tokyo Mons. Doi.

Dopo anni di forzato assenteismo dall’apostolato o di lavoro fatto di straforo o alla sfuggita, poter riversare la piena del cuore (che traboccava nel vedere lo stato deplorevole in cui si trovavano tante anime e vedersi nell’impossibilità di aiutarle) è davvero consolante, e ripara ad usura i dolori e i sacrifici della lunga attesa.

Ma grazie a Dio anche durante la guerra, non lasciando perdere le occasioni che si presentavano, sfruttando le situazioni che la Provvidenza porgeva, i suoi figliuoli hanno potuto mietere e dissodare e seminare non poco.

Nell’aiutare i nostri cari missionari a fare un po’ di statistica del periodo bellico (1940-agosto 1945) trovo ad es. che sono 900 i battesimi da noi amministrati in questo periodo di tempo che corrisponde quasi al ritmo regolare medio precedente.

Oh, come è buono il Signore. Ci aiuti a ringraziarlo con le sue preghiere.

Alle prime battute di attività apostolica sembra davvero che venga profilandosi un movimento ascensionale, che benedetto da Dio, darà certo buoni frutti.

Sono più numerosi i desiderosi di istruirsi nella religione e i catecumeni; più quotata la buona stampa. Sarà questa l’ora del Giappone?

Lei, amato Padre, nella sua cara lettera ci fissa un programma magnifico d’azione: “Ravvivate la pietà, rafforzate l’osservanza religiosa, moltiplicate il lavoro santificato, siate sempre più generosi nel sacrificio”.

Mi pare di poterla assicurare che è proprio il programma che ci siamo sforzati di attuare in questi anni e che tenteremo di perfezionare ancora di più.

Ci benedica tutti e specialmente il

suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

1 Ricaldone, R. M. 2056. La prima lettera dai Superiori giunse 8 mesi dopo la fine della guerra.