2195 / Berruti Pietro / 1939-1-25 /
Conversione di S. Paolo. Preghi per la mia…
25 gennaio 1939
Molto Rev.do Sig. Don Berruti,
Compiuta la visita a tutte le case, messo a posto le mie e le cose d’ufficio, eccomi a Lei, con vivo ringraziamento per avermi sopportato, avermi consigliato e aiutato, e per le preghiere che fa certo per noi tutti.
I confratelli stanno bene di corpo e di spirito e sono al lavoro – siamo tutti al lavoro. Ed ora alcune comunicazioni per aver consiglio, conforto e, se fa d’uopo, le convenienti ammonizioni.
Avrei bisogno di Sante Messe; sono al verde.
Avrei bisogno di sapere se e quando torna Don Tanguy, per mettere a posto un po’ definitive le cose nostre. Venendo, anche se non potrà far molto, farà gran bene. Pensavo: nella nuova fondazione di Kawasaki (per ora nelle forme d’intesa) sarebbe graditissimo a Mons. Chambon un francese – Don Tanguy che è stato l’iniziatore di tante fondazioni in Giappone forse potrebbe essere l’uomo giusto.
Sarebbe poi graditissima la sua opera come confessore allo studentato, perché il bravo Don Erdö più si conosce non è l’uomo del tutto adatto (fa sfuriate, grida e si aliena i penitenti). Lei comprende la parte importante formativa del Confessore in queste case.
A Mikawajima – pensando di metter Don Marega in condizione di avvicinarsi a Tokyo per i suoi studi, o per eventuali possibilità di lezioni all’Università cattolica o al Gran Seminario – chissà se non è il caso di pensare a Lui (o ad un altro)? Al momento vi lavora Don Dupont che ha già in mano l’Oratorio. Don Marega per l’apostolato non è molto acceso esternamente, ma coi pagani lavora bene, e quindi… Penso che se ci fosse Don Tanguy sarebbero due elementi francesi (e al momento anche i Giapponesi non vedono con entusiasmo…). Don Marega con le Figlie di Maria A. è in bonis e coll’Elemento femminile è piuttosto rigido e anche da questo lato… Eventualmente poi potrebbe fare lezioni allo studentato. Desidero il parere dei Superiori. In caso si può pensare ad un altro.
Don Escursell supplica per la sua venuta, in modo di essere a Torino per Maria A. Mi pare, gli farebbe bene e all’anima e al corpo. Se posso combinare gli darei per compagno il coad. Ragogna, che per bisogni di famiglia e per prendere una buona iniezione materiale e spirituale avrebbe bisogno di un breve ritorno.
Sto cercando i dati che desidera e che spero radunare presto (studi in Giappone) ed i dati di Oita e Beppu.
Ho espresso ad alcuni missionari i punti generali di propaganda che i Superiori intendono regolarizzare. In adunanza a Torino non potevo parlare, perché il Giappone era parte troppo interessata, perché troppo colpita: mi limitai a dire che era una mazzata per le missioni, e tutti capirono. In quei casi il silenzio è d’oro. Qui si fa osservare:
Se – come si dice – ai Superiori sono note le lamentele di speciali benefattori, essi non dovrebbero temere di segnalare al missionario X Y Z di desistere con quel tale!
Chiaro che la limitazione a Province e a zone nei primi anni produrrà uno zero per tutti – ma questa limitazione (dal momento che i Superiori permettono la propaganda annuale di un missionario) non metterà questa zona nelle condizioni di sentire sempre le stesse cose e il missionario nelle condizioni di non riuscire interessante?
Formare il centro di propaganda missionaria in posto mi sarà possibile quando avrò personale: al momento si fa quel che si può. Comunque, attendo le norme e farò di tutto per applicarle. Ma che vuole? Molta parte della simpatia dei benefattori è ad personam ed è difficile limitarla.
Per me sto per la libertà regolata e per l’assoluta fiducia nella Provvidenza.
Le Figlie di Maria A. vanno a Tokyo (pare) nel prossimo febbraio. Si risolverà la questione della loro partenza da Miyazaki e il tentativo di ridare la proprietà alla Missione. Per norma dei Superiori, alla Madre Generale, alla Visitatrice, alle Suore direttrici la Prefettura A. ho sempre detto così:
In terra di missione le opere bisognerebbe moltiplicarle non sopprimerle (sono vere sconfitte);
La Prefettura A. non ha i mezzi per il riscatto anche rateale di anni.
Il primo contratto fu stabilito dalle Autorità centrali: determinino in caso di assoluta necessità il da farsi;
Al momento non si saprebbe come usufruire tale locale.
Vengo a conoscere che le Figlie di Maria A. ricevettero un generoso sussidio per un’opera che si proponevano di fare. Ora, partendo e non facendo vedere quanto hanno promesso per il domandato e ottenuto sussidio, non si fa certo bella figura. In caso bisognerebbe tenerne conto nella valutazione del prezzo, che poi è ancora da stabilire – e finché si conosce questo non è possibile neppure fare ipotesi, ecc.
E per ora basta. Mi aiutino coi mezzi (l’eterna questione): ormai sono disonorato perché non riesco a pagare i miei debiti al Gran Seminario. Vedano di fare uno sforzo anche per la casa di formazione e vengano nell’idea espressa ripetutamente dai missionari, di considerarsi padri anche delle case di formazione in missione.
Oh, quanti milioni s’impiegano in esse… almeno le briciole ai poveri missionari. Meglio non pensare a quel che ho visto in Italia e nelle case missionarie e di formazione e… nei collegi.
Via, via, se no, esplodo davvero!
Preghi per me, per le miserie (oh, non è solo povertà!) materiali e spirituali (di queste specialmente) e faccia pregare. Le assicuro quotidiano ricordo.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti