256 /Vedani Angelo / 1927-5-2 /
al chierico Angelo Vedani, ex-allievo di Valsalice
2 maggio 1927
Mio Angelo,
Come ringraziarti della tua bontà che mi usi nello scrivermi? È vera carità.
Pel confessionale è da un pezzo che lavoro… La più difficile è la conversazione familiare. Bravo, fa’ pregare gli angioletti tuoi e sono sicuro che presto e tutto andrà bene anche per questa parte.
Riguardo a te:
Non confondere le cose. Non è che tu devi essere contento del tuo tirocinio, ma il Signore.
Impara a star unito con Dio con piccole giaculatorie e occuperai bene i ritagli. Fissati così: “in questa azione voglio dire numero tante giaculatorie”.
Esaminati seriamente sulle pratiche di pietà e settimana per settimana pigliane d’occhio una.
Mi dici: “Sono stato poco mortificato” in che? Nella gola, nei tuoi sensi, nel cuore?... Sii limpido col confessore e col Direttore. Ti aiuto di cuore (non sapendo far altro) colla preghiera quotidiana, ardente.
Per il tuo esame va bene. Sta’ tranquillo che sarai in ottima compagnia. Quanto al povero Torello, il Signore sa che cosa si è fatto da Don Cimatti e da altri per salvarlo, non ha voluto. Il Signore lo salvi, perché certo nelle condizioni sue sarà la sua anima assai in pericolo. Ad ogni modo niente paura: per uno che se ne va, Dio ne suscita dieci, cinquanta, cento. Questi esempi ti facciano dire:
Preghiamo ogni giorno, perché noi pure possiamo sbagliare strada;
Appunto perché alcuni ti abbandonano, Signore, io voglio unirmi a te ancor più fortemente;
Pregherò per questi poveri rinnegati (No! No! Cooperatori!) e se domani l’incessante assillo della coscienza li riconducesse all’ovile allargherò le braccia, il cuore, per riceverli.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo
don Vincenzo Cimatti