5619 / Dalkmann Giovanni / 1961-7-31 /
a Don Giovanni Dalkmann, Ispettore dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Nojiri, 31 luglio 1961
Carissimo nostro Ispettore,
In settimana un po’ di esercizio di b. m. per i pochi di Chofu degenti a Nojiri (per quelli traslocati nelle case, spero potranno compirlo in posto).
Un po’ di rendiconto:
Salute: mi pare al solito e posso fare regolarmente i miei doveri (colla forza del vecchio).
Lavoro: tengo dietro ai vari lavori di casa – assistenza – non riesco a fare i lavori pesanti. Sto rivedendo le mie cosette (manoscritti - musica, ecc.) che completerò poi negli altri mesi – se il Signore mi dà forza e vita. Ho scritto gli indirizzi dei benefattori per la circolare di Natale.
Grazie a Dio la testa, la mano e le gambe sono a posto e qualche cosa posso ancora fare.
Deo gratias! La parola… Fiat voluntas Dei. Bonum mihi domine quia humiliasti me… Deo gratias! Tutto questo è buona preparazione alla morte.
La mia vita spirituale… niente di nuovo – Continua la mia tribolazione nelle pratiche di pietà orali – adesso specialmente nella S. Messa. Cerco di continuare con buona volontà, invoco l’aiuto del Signore e della Mamma… ma… Aiutami col consiglio e colla preghiera.
Niente di speciale per le Ss. regole e i Ss. voti. Miei loci minoris resistentiae: superbia e sentimentalità (cerco di puntare sulle anime… solo sulle anime; ma il mio cuore è di ricotta… Attenzione!).
Ho da migliorare nelle mie pratiche di pietà e nell’adempimento dei miei doveri. Aiutami col consiglio e colla tua preghiera.
Caro D. Giovanni, si avvicina sempre più l’ora dell’esame finale…
Per le cose di casa – al momento non mi constano cose speciali – i superiori pochi e mezzo ammalati fanno quel che possono, i chierici mi pare facciano bene e con buona volontà.
1. - Sono in pena per questo povero Inoue. Non so che fare – penso che il nostro D. Crevacore ti avrà parlato – non abbiamo neppur l’indirizzo. Preghiamo. Mi pare si prolunghi troppo questa permanenza che certo non gli è utile per la sua anima.
2. - Per quel povero disgraziato di D. E.1 non c’è che pregare. Fosse permesso offrire la mia povera vita, per salvare quell’anima! Ma finché non riuscirà a sbarazzarsi dai suoi massimi ostacoli da cui è legato fortissimamente: superbia (è il massimo) e sensualità (conseguenza), e finché non si umilierà nella preghiera, il Signore lo lascerà nel suo peccato. Preghiamo!
3. - A Dio piacendo inizieremo il lavoro per i quinquennalisti. Prega anche per il buon esito di tutti. Ad invicem preghiamo sempre.
Tuo aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
1 Si trattava di un sacerdote salesiano, già suo dipendente allo studentato, che era venuto meno alla sua vocazione.