3042 / Ricaldone Pietro / 1943-11-… /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Tu in angustiis, tu in bello…1
Novembre 1943
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
La cronaca mensile deve annunciarle angustie, lotte, incomprensioni che hanno investito in pieno specialmente i confratelli del Seminario di Miyazaki. Lei sa, amato Padre, quanto fino dagli inizi si sia lavorato per la costruzione di una casa, che ci permettesse di lavorare per le vocazioni missionarie e salesiane. E sorse il nostro bel Seminario, che fin a quest’anno fu palestra di studio e di pietà, e diede buoni elementi alla Chiesa e alla Congregazione.
Il passaggio della gerarchia ecclesiastica al Clero indigeno, la chiamata alle armi o al lavoro obbligatorio dei seminaristi, la nostra povertà, il desiderio di possesso dell’edificio e la presenza di stranieri furono le principali cause, che facevano pressione all’esodo nostro – pressione manifestata in forme svariatissime, più o meno imperative – senza la sicurezza di corrispettivi mezzi, che assicurassero la vita ai pochi rimasti e a noi. Si pensarono varie soluzioni per vivificarlo (trasporto dello studentato teologico da Tokyo – trasformazione in scuola popolare agricola con elementi della città e della nostra colonia agricola), e mentre si trattavano le cose direttamente coll’autorità provinciali o coi richiedenti l’edificio, si decise di rimanere fermi, al nostro posto di lavoro. Sa il Signore quanto ebbero a soffrire quei nostri confratelli, e per far fronte alle necessità della vita, e per sopportare con pazienza le prove cui al Signore piacque sottoporli, fra cui la più dolorosa “l’impotenza assoluta di lavorare per le anime dei loro cari cristiani che vedevano abbandonati come gregge senza pastore”, per ordine dell’autorità ecclesiastica da cui dipende ora la nostra Prefettura.
Essi hanno certo scritto una delle più belle pagine della loro vita salesiana e missionaria in omaggio del dovere, ed il diritto al corrispondente merito in Paradiso. E chi sosteneva in questi frangenti era la nostra Ausiliatrice, che si dimostrò nostra Madre.
È anche in questo mese in cui si è dovuto sospendere la pubblicazione delle Letture Cattoliche e del Bollettino salesiano in Giapponese. La penuria di carta, l’accentramento della censura esigettero una riduzione di tutte le pubblicazioni. Ed è naturale; così è certo successo in tutto il mondo: riduzione nei mezzi di sussistenza, nella stampa, nei viaggi, nel lavoro che non sia diretto alla difesa nazionale.
Avevamo in famiglia festeggiato il decennio delle nostre Letture, ed iniziato volenterosamente il 2° (1941) che si sospende (fino a quando?) coll’ottobre del 1943 con un bel volumetto di spunti esegetici sul Vangelo.
Siamo convinti che del bene se ne è fatto – si può dire che le edizioni furono tutte esaurite e varie esigettero ristampe, che si fecero anche fuori collezione.
E se si pensa alle condizioni del momento è certo da esserne contenti. Avremmo bisogno che la carta non venisse meno: anzi che si centuplicasse…
Oh, il Signore che ci ha segnato col segno del dolore, ci dia forze di agire anche in queste condizioni sempre e solo per la sua gloria e secondo la sua volontà.
Preghi per noi. Con affetto
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1 R. M. 2024: manosc.