3941 / Ricaldone Pietro / 1950-9-17 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Tokyo, 17 settembre 1950
Rev.mo ed amatissimo Sig. D. Ricaldone,
Ricevuta la sua Ven.ma del 24/8 p. p., presi gli accordi col nostro bravo Ispettore, parlai colla Rev. Superiora delle Figlie di Maria Aus. circa il problema della venuta delle Rev. Suore “Esclavas Conceptionistas” del D[ivin] C[uore]. La Superiora è ben lieta di accoglierle ad tempus, se si accontenteranno della loro povertà e se non trovano di meglio presso religiose di condizione più elevata.
L’Ispettore mi dice che non è difficile trovare Ecc.mi Vescovi desiderosi. Ho fatto interrogare anche Suore Spagnole, e vedremo.
Ad ogni modo il posto ove poggiare il piede e il capo c’è: e da questa piccola centrale potranno fare le loro ricerche (come già fecero ad es. le Canossiane). Pare che anche il nostro Ispettore, sarebbe disposto ad accettarle in Missione, il lavoro non manca. Scrivo di tutto al bravo D. Tognetti, coi particolari delle pratiche (che non saranno né facili, né brevi) così mi si dice nelle lettere ricevute.
Col bravo Vescovo di Osaka penso non concluderanno: ad ogni modo potranno tentare. Il nostro Ispettore pensa essere più facile a Fukuoka.
Mi fa due domande: “Come va?”. Risposta: “Grazie a Dio, optime in tutti i sensi, materiale e spirituale” pur non riuscendo a concludere per la mia povera anima ancor ben lontana dall’essere santa. Sono ritornato come 54 anni fa chierico di Valsalice, su per giù colle stesse mansioni per i filosofi: scienze, pedagogia, religione, musica, e aiuto per le confessioni. Non sono certo carico di lavoro (pur domandandone e non ottenendone…) ma mi aggiusto a cercarne.
Come già le dissi, vedo le fesserie fatte, il poco o nulla di riuscita: cerco di riparare colla preghiera, col lavoro che mi danno, buttandomi nella volontà di Dio. “Ci vedremo ancora?”. Non dipende certo da me; ma dal Signore. Se è lecito esprimere un desiderio (sempre inteso condizionato alla volontà di Dio) è che mi si lasci tranquillo… Qui i confratelli mi conoscono, sanno compatirmi e sopportarmi… Poi, perché rinnovare altrove le minchionerie, gli sbagli, gli insuccessi, di cui ho dato saggi evidenti e troppo numerosi nella mia povera vita salesiana? Deo gratias e ai Superiori che con vera carità e cognizione di causa hanno disposto di questo individuo. Preghi e faccia pregare per me. Ossequi ai singoli Ven.mi Superiori. Suo
D. V. Cimatti, sales.