2979 / Ricaldone Pietro / 1943-4-… /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Un modello di coadiutore in Giappone1
Aprile 1943
Rev.mo ed amat.mo Signor Don Ricaldone,
La gioia di noi tutti, anzi della Chiesa e della Congregazione che le manifestavo nella precedente comunicazione viene alternata dalla morte di persone a noi carissime, ma le cui virtù hanno lasciato fra noi una dolorosissima eco ed impulso all’imitazione.
Una è il nostro confratello professo triennale coad. TATEISHI KONOKICHI GREGORIO avvenuta il 13 Aprile 1943 all’ospedale militare di Kumamoto.
È il primo confratello giapponese, che dopo averci edificato coi più begli esempi di vita religiosa salesiana, e dopo aver adempiuto con fedeltà il suo dovere di soldato per oltre 3 anni in zona di guerra, è chiamato a ricevere il meritato premio, promesso al servo buono e fedele. Le condizioni del momento non permisero ai Superiori e Confratelli di essergli vicini negli ultimi momenti per confortarlo nelle sue sofferenze: ma ebbe la consolazione di ricevere i santi Sacramenti, la benedizione in articulo mortis, e di rinnovare i santi Voti, offrendo al Signore completamente la sua vita per lo sviluppo della sua amata Congregazione in Giappone e per la dilatazione del regno di Dio nella sua Patria. Alla sua buona mamma fu permesso di assisterlo fino agli ultimi momenti; l’aveva da piccolo consacrato a Maria Ausiliatrice, e penso che con egual generosità di cuore, sia pure straziato dal dolore, l’avrà affidato alla Vergine per il definitivo viaggio per l’eternità.
Il buon Tateishi, figlio di Hemon Domenico e di Ame Maria, era nato il 16 Aprile 1918 a Kuroshima (Nagasaki). Rimasto orfano di padre in tenera età venne colla madre presso i parenti a Miyazaki, proprio quando vi arrivò nel 1926 il primo gruppo di salesiani. Le cure da loro prestate al fanciullo per la guarigione di una piaga cancrenosa al piede furono il primo vincolo che lo legarono in perpetuo alla Famiglia salesiana. Fin da fanciullo modello di pietà fra i suoi compagni – diligente nello studio del catechismo – fiore di purezza – amantissimo di Gesù Eucaristico, che con amabile e gioconda semplicità asseriva di aver contemplato sotto forma di vezzoso bambino sull’altare alla santa Elevazione – devotissimo della Madonna – socio attivo nelle compagnie, avendo manifestato chiari segni di vocazione religiosa, fu inviato nel 1931 a Nakatsu nel nostro primo vivaio per le vocazioni.
Tentò la via dello studio per diventare sacerdote, ma non reggendo a questa vita, si accontentò di abilitarsi negli uffici domestici di cucina, di cucito, di campagna, che esercitò specialmente nel seminario di Miyazaki. Iniziò il suo noviziato a Tokyo il 28 dicembre 1935, ed emise i santi Voti il 10 aprile 1937. È difficile esprimere la gioia del buon Gregorio, che da quel giorno inizia nettamente la sua ascesa nelle intime relazioni col Signore, e che culminano col sacrificio totale della sua vita per lui.
Come religioso il buon Tateishi è l’uomo della regola – amabile nel tratto e nelle parole – circonfuso di semplicità in tutto – amante del lavoro e desideroso di sacrificarsi per i giovanotti, che sa mirabilmente attrarre con tutti i mezzi educativi suggeriti da Don Bosco. Chi non lo ricorda in mezzo ai suoi giovani oratoriani coi suoi giochi, coi suoi discorsetti, pieni di brio e giocondità, colle sue macchiette sceniche o coreografiche? Oh, davvero, anche a detta del suo buon Maestro Don Tanguy e dei suoi Superiori, il bravo Gregorio si era assimilato in pieno lo spirito di Don Bosco e sapeva manifestarlo in ogni occasione.
Proprio il giorno natalizio di Don Bosco è chiamato a compiere il suo dovere di soldato (16 Agosto 1939), e parte, e d’allora nelle sue lettere, riboccanti di affetto verso la Congregazione, e ripiene del desiderio del suo perfezionamento, si firma sempre “soldatino di Don Bosco”.
Sappiamo dalle rare relazioni di chi poté avvicinarlo durante gli anni di guerra che compì perfettamente il suo dovere di soldato; conoscendo anche la lingua italiana fece anche in parecchie circostanze da utile interprete – ed edificò tutti col suo esemplare contegno durante la lunga malattia.
Il 5 Agosto a Miyazaki furono fatte le solenni onoranze funebri religiose e civili a spese del municipio, come soldato, presenti la mamma e parenti e tutti i Confratelli riuniti per gli esercizi spirituali.
La salma riposa nel cimitero cristiano della città nel posto riservato alla Famiglia salesiana.
Oh, ci conceda il Signore molti buoni confratelli coadiutori della tempra del caro Tateishi!
L’altra figura carissima è quella dell’Aspirante TOMURA SHOICHI PAOLO figlio di Kihachi Gregorio e Ise Teresa, nato il 14 Febbraio 1924 a Tainoura (Nagasaki) e morto nell’Ospedale di Betania (Tokyo) il giorno 8 Marzo 1943.
Le relazioni nostre con lui datano dal 1928 all’occasione del nostro lavoro di apostolato nella zona di Tano (Miyazaki) dove si era trasferita la famiglia.
Carattere pronto, vivo, aperto e impulsivo manifestò sempre fin da fanciullo forte inclinazione alla pietà. Si prestava volentieri per il servizio dell’altare e ad ammaestrare i più piccoli nel Catechismo. Decisosi per la vita religiosa, nelle tre case di Nakatsu, seminario di Miyazaki e studentato di Tokyo venne maturando la vocazione salesiana, e stava per entrare in Noviziato, quando fu colpito dalla malattia che lo condusse al cielo. Le lunghe sofferenze lo santificarono – l’abbandono totale alla volontà di Dio ed il sacrificio della sua giovane vita, furono a quanti l’avvicinarono ammirevole esempio di pazienza, di rassegnazione, di gioconda serenità. Munito di tutti i conforti religiosi e legatosi a Dio con Santi voti, l’anima sua bella volava all’amplesso del Creatore.
Oh, che bei fiori, olezzanti di virtù trapianta il Signore in Paradiso! Oh ce ne conceda molti della tempra di Gregorio e Paolo…
Infierisce l’uragano della guerra… Che vorrà da noi il Signore? Fiat voluntas Dei.
Per tutti
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1 R. M. 2017 è stampata e per la parte che riguarda il coad. Tateishi nell’originale porta la firma del Direttore dello studentato Don Felice Bovio. È certamente di Mons. Cimatti: basta studiare lo stile… Parecchie correzioni sono fatte sul testo stampato.