1299 ricaldone |
1299 /Ricaldone Pietro / 1934-9-22 /
1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Dalla Manciuria, 22 settembre 1934
M. R. ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Non si meravigli della località… Scrivo da Shinkyo, capitale della Manchuria ove con Don Margiaria mi sono recato fermandomi a Dairen, Fushun, Mukden e Shinkyo per un po’ di propaganda cattolica mediante i nostri concerti.
Il nuovo Impero, la situazione delle relazioni fra Giappone e nuovo Manciukuo, la nuova situazione dei missionari, rende la situazione molto delicata per la religione cattolica. Per fare qualche affermazione in senso cattolico, ecco il motivo della nostra venuta, pregati dai Vicari Apostolici e Vescovi della zona.
Fu un sacrificio l’assenza di una ventina di giorni, i lunghi viaggi, i raffreddori presi, ma si fa volentieri per amor di Dio e della buona causa.
Ho creduto opportuno anche accettare per imparare, e de visu constatare per eventuali richieste di fondazioni. Ed anche di questo desidero sommariamente parlare, anche dietro consiglio del Vicario Apost. Mons. Gaspais, che anni sono venne a Torino per trattare di fondazioni in Manciuria, e parlò col M. R. Sig. Don Rinaldi di s. m. e anche con Lei.
I Superiori, mi dice, non mi dissero né di sì né di no – ed è naturale. Ora crederebbe bene venire a trattative, ma desidera prima conoscere il pensiero dei Superiori (se cioè sono disposti a trattare) prima di avanzare proposte.
Le considerazioni dal mio punto di vista che farebbero pesare dalla parte affermativa sono:
È una zona in cui non c’è ancora nulla del nostro genere. Pensi alla Cina.
Al momento attuale i terreni costano ancor poco, e le autorità vedrebbero assai volentieri la cosa (fondazioni di scuole), faciliterebbero e aiuterebbero in ogni senso;
Se si prende la palla al balzo, si rimane (penso) nella posizione dell’America del Sud, padroni della situazione;
Pel personale occorre sapere cinese e giapponese.
Monsignore propenderebbe per ora a scuole piccole: arti e mestieri – e scuola agricola (terreni fertilissimi, coltivati con sistemi primitivi).
Vi sono possibilità di affermarsi in tutto il nostro campo, perché non vi è ancora nulla, ed il momento è propizio – fra vari anni è tardi e si arriverebbe quando molte cose non si potrebbero più cambiare.
L’elemento fondamentale popolare è cinese, identica mentalità e costumanze, pur avendovi i giapponesi portato più pulizia e civiltà.
Nei grandi centri vi sono stranieri, ma non in gran numero – aumentano i giapponesi, che lavorano fra le quinte e dominano la situazione.
L’organizzazione ad inspirazione giapponese porta che anche gli stranieri missionari sentano l’irregimentazione e pensino sia tolta loro molta di quella libertà d’azione di cui finora usarono. Penso però che se sapranno lavorare a fianco delle autorità potranno ottenere molto e coadiuvare assai al benessere del nuovo impero.
Mons. Gaspais funge da Delegato Apostolico e lavora in questo senso.
Per noi salesiani il contatto colle autorità è naturale (ed in Giappone le lagnanze che fa il governo è che finora il cattolicismo non si è avvicinato alle autorità – esse non capiscono nulla di religione – e legiferano senza volerlo contro il cattolicismo – sorge allora il coro degli assenteisti) – ma per questi buoni missionari… Coi nostri concerti si sono avvicinati alle autorità – perché la musica entra dappertutto – e speriamo che qualche vantaggio si realizzi.
Anche il Console generale giapponese che ci invitò ad una cena intima volle che ci fosse pure la rappresentanza dei missionari locali – era la prima volta che entravano in casa giapponese e che mangiavano alla giapponese.
Certo il momento è delicato – per la sicurezza del nuovo impero penso non vi sia a temere – ci sarà la guerra colla Russia? (Dio lo sa – ma mi pare se ne parli troppo perché ci possa essere) – è il momento in cui si effettua l’organizzazione religiosa, giuridica, amministrativa, giudiziaria, scolastica – e badi che per la parte del nuovo impero non vi è ancor nulla di scuole moderne e non vi sono istituzioni religiose maschili – buone suore francescane di Maria francesi, suore indigene che si occupano specie di opere di beneficenza (tipo cinese) – i terreni fertilissimi permetterebbero ottime affermazioni [non vi è industria del latte (il burro viene dalla Russia)] e allevamento di bestiame, ecc. – nulla di scuole professionali – il governo locale e quello giapponese aiuterebbero assai.
In poco più di una decina di giorni si comunica coll’Italia.
Mi pare di aver detto quanto Monsignore desiderava fosse detto – Don Margiaria la pensa identicamente. Se Lei credesse bene o scrivere direttamente o pel tramite del sottoscritto (indicandomi le basi che i Superiori desiderano siano poste) penso che ne verrà un gran bene al nuovo Impero, alla nostra Società ed alla Chiesa (e so che a Roma si desidera la cosa – così mi disse Monsignore). Ma occorrerebbe agire con una certa sollecitudine. Mi benedica e preghi pel
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.