250 /Tozzi Enea / 1927-4-5 /
a Don Enea Tozzi, salesiano faentino, suo compagno di scuola
Mio buon Enea,
Stavo proprio pensando di scriverti al Capo [Città del Capo] quando mi giunge la tua. Come è buono il Signore!
Nel dubbio che sia in giro affido questa mia al Sig. Don Rinaldi. Grazie della bontà: certo ti scrivevo anche per domandarti qualche aiuto o di Messe o di altro.
Auguri e preghiere per la tua malattia e più per la tua nuova posizione, di cui in parte conosco le difficoltà per relazioni avute con i Superiori. In Domino! La croce è pesante, ma Gesù la porta con noi e per noi, quindi niente paura. Accetto la proposta ed anch’io tutti i lavori, preghiere, sacrifici, ecc. della giornata del lunedì saranno per te.
Tu sai che cosa sia la vita in mezzo ai pagani in una missione nuova per noi: difficile, che non dubito chiamare terribile, specialmente sotto certi aspetti.
A tutti scrivo “Pregate” perché ho la ferma convinzione che il Giappone non si muoverà che a questa condizione.
Puoi figurarti se Don Bianchi non m’informò della malattia (ad mortem) e della Messa d’oro. Gli ho risposto, si capisce. Deo gratias!
Consegnerò la tua al Sig. Don Ricaldone. Per il resto nel Signore, lavoriamo alla salesiana: musica, giuoco, tutto serve… nel Giappone – però niente di tutto questo è novità.
Legati alle loro tradizioni che tenacemente osservano, hanno tutto quello che di più moderno l’Europa e l’America hanno loro dato (tutto il male e poco o niente di bene). Strano e caratteristico misto e che è non una delle ultime cause di ritardo nell’evangelizzazione.
Grazie pure dei ricordi di Alassio e Faenza. Prega prega prega per chi sempre ti ricorda.
Tuo in tutto
don Vincenzo Cimatti