995 /Ricaldone Pietro BS / 1932-9-15 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 15 settembre 1932
Statistiche eccitanti1
Rev.mo ed amatis.mo Padre,
Le grandi inondazioni in Manciuria e le continue guerre per l’assetto definitivo della medesima hanno certo fatto deviare o ritardare molta corrispondenza, per cui siamo privi da tanto tempo di notizie sue desideratissime, di quelle degli altri Superiori e fratelli. Speriamo che per tutti loro, come, grazie a Dio, è per noi, tutto proceda bene per la salute e per il lavoro.
Le difficoltà non mancano nella realizzazione del medesimo, accresciute da quelle che incombono su tutto il mondo, e che sono in modo speciale risentite da noi che viviamo della carità quotidiana. Ad ogni modo avanti nel nome di Dio.
Dati numerici
È il momento in cui in Giappone le singole diocesi e missioni si scambiano i dati statistici del lavoro compiuto nel decorso anno missionario (30 giugno 1931) – sui quali ognuno è in grado di riflettere, comparare, correggere, imparare – dai quali ognuno può essere eccitato a nuovi impulsi di bene.
È consolante vedere il lento, ma sicuro progresso della religione – il numero rilevante di battesimi amministrati ad adulti e bambini in punto di morte, il numero dei molti chiamati alla fede – il numero sempre crescente dei catecumeni – la vera fioritura di congregazioni religiose maschili e femminili che con zelo e abnegazione coadiuvano l’apostolato missionario – il numero crescente della gioventù che si dona al Signore nei Seminari e nella vita religiosa – e il crescente sviluppo delle Associazioni di devozione o di azione cattolica, che affiancate ai missionari cooperano al lavoro di redenzione di questo grande impero. Senza volere dar eccessivo valore ai dati statistici (tanto più per chi conosce le difficoltà e di formare esatte statistiche, e della propagazione della fede in Giappone) sembra che si possa legittimamente concludere ad un lento reale progresso, cui non sono alieni e refrattari gli elementi dell’Alta società e buona borghesia, né del popolo lavoratore, né del povero. Ogni missione del Giappone ha le sue conquiste in ogni campo, perché a tutti Gesù fa sentire la sua voce, e a tutti deve rivolgersi il missionario.
Bisogna pensare a Roma pagana nei primi secoli del Cristianesimo e allora si comprende la posizione vera del Cattolicesimo di fronte al Giappone e la distinzione che già incomincia a fare questo popolo fra l’idea religiosa e quella nazionale. Quando il Giapponese avrà compreso bene che la religione cattolica non è importazione straniera, ma è universale, che non distrugge l’amore e il rispetto agli avi, alla razza, alle tradizioni nazionali, ma rettifica e vivifica questi amori di cui sono giustamente fieri – che si può essere insomma e si è buon cattolico senza cessare d’essere buon giapponese.
Emuli dei primi cristiani
Allora una marcia di questo grande impero verso il Cattolicismo sarà un fatto compiuto. Ah, vorrei, amato Padre, che i miei buoni missionari, i quali sono quotidianamente in contatto coll’anima giapponese, le narrassero gli episodi commoventi a cui danno luogo giovani ardenti, buone figlie di famiglia, o infermiere negli ospedali, maestri e maestre, adulti di buona condizione e doloranti nella miseria, nel lavoro e nelle malattie quando ricevono il battesimo; quando dopo ricevuto il battesimo debbono fronteggiare le difficoltà di manifestazione esterna della loro fede in famiglia, nella scuola, nell’ufficio.
Quattro giovanotti percorrono 120 chilometri in bicicletta per trovarsi pronti al mattino dell’Assunta a ricevere il battesimo. Povere figliole sono cacciate di casa e abbandonate dai parenti per aver abbracciato la fede cattolica – altre obbligate a viva forza in casa a piegare il collo davanti alle divinità domestiche – altre messe dai parenti in mezzo al gran mondo perché si pervertano – un buon padre che alla vigilia del battesimo raduna la sua famiglia ancor pagana e domanda perdono del passato, determinando chiaramente la sua condotta presente… Anime belle, che udito l’invito di Gesù si donano con gioia, con sacrificio, non nascondendosi i dolori, le privazioni che loro provengono dalla nuova posizione di figli di Dio – esempio parlante di fede e per i cristiani e per i missionari.
Donarsi alla gioventù
Ripeterò senza stancarmi: “Il passo decisivo verso il Cattolicismo sarà dato se tutti i missionari doneranno gran parte del loro apostolato alla gioventù – ed è in questo che l’opera di Don Bosco dovrà affermarsi anche in Giappone – questa cara gioventù, la quale comincia a sentire il vuoto dell’istruzione scientifico-moderna e ad aspirare ad idealità superiori, che trovano la loro naturale soluzione solo nei principi della morale cattolica”. Lavoro! Lavoro! Ma occorre lavorare e lavorare assai; e come non sta con le mani in mano la religione tradizionale e nazionale degli antenati, (lo shintoismo) culto di Stato, come hanno radici profondissime nelle masse popolari e nella testa degli studenti delle scuole medie e superiori gli insegnamenti del Confucianesimo e Buddismo, non minore attività dispiegano le varie sette protestanti e la Chiesa russa e l’esercito della salvezza. A darne un’idea riporto la statistica del 1931 che a 96.323 cattolici contrappone:
Chiesa ortodossa con 14.771 Luterani con 2.953
Presbiteriani " 45.792 Holiness " 12.363
Congregazionisti " 31.348 Alleanza cristiana 759
Metodisti " 36.361 Unione cristiana 741
Metodisti liberi " 1.829 Luter. Evan. Finl. 1.357
Anglicani " 37.781 Compagni crist. 1357
Battisti " 7.313 Avventisti 767
Chiesa di Cristo " 4.213 Nazareni 1.202
Ritualisti " 3.092 Diffusori Evan. 6l8
Evangelisti " 2.186 Varie 1153
Fratelli Giap. Cris. 2.104 Esercito salvez. 12.000
Fratelli in Cristo 773
Come vede, amato Padre, anche in Giappone di coloro che protestano, ce n’è per tutti i gusti – hanno mezzi abbondanti e quindi possibilità di istituzioni e di persone, che in generale lavorano e molte con vero zelo. È certo che l’insegnamento di queste varie sette, sottomesso al sentimento particolare di un pastore, senza unità di dottrina e senza vera missione, fa sì che sia generalmente accettato solo o per inclinazione alla novità o per interesse – ma non è men vero che tale numerosa presentazione di chiese d’insegnamento, a molti giapponesi finiscono col far confondere le idee circa la vera religione – se vi sono protestanti di buon conto individualmente parlando e sette che lasciano in pace il Cattolicismo, vi sono individui e sette che realmente lo odiano e lo combattono in tutte le forme; e se da un certo punto di vista le varie sette possono concorrere nei disegni della Provvidenza a far conoscere il pensiero cristiano e la persona di Gesù Cristo, non è men vero che tale conoscenza monca e infetta di errori, fa nel maggior numero dei casi più male che bene.
Il protestante anche convertito difficilmente si sveste dello spirito protestante.
Ma basta, basta, che già l’ho tediata fin troppo. Perdoni, perdoni. È così bello conversare col padre, dirgli le nostre difficoltà, le nostre speranze, i nostri piccoli risultati. Sono sicuro che tali notizie muoveranno più intensamente Lei, i nostri fratelli e allievi, i buoni Cooperatori e Cooperatrici nostre, i nostri amici, a quell’opera di aiuto spirituale e materiale, senza di cui le missioni specialmente in Giappone non approderanno a risultati attendibili. Ci benedica tutti e specialmente il suo povero figlio:
Don V. Cimatti, sales.
1 R. M. 344, manoscritto,pubblicato in B. S. Febbraio 1933 fuso con un altro.