1093 / Istituto Internazionale Cinematografia / 1933-4-26 /
all’Istituto Internazionale per la Cinematografia presso le Nazioni Unite
Miyazaki, 26 aprile 1933
Ill.mo Sig. Direttore,
In merito alla circolare del 21 febbraio 1933 in relazione al questionario sul valore del Cinematografo fra i popoli aventi diversità di cultura e di mentalità mi onoro di esporre le seguenti considerazioni.
L’esperienza in merito della nostra Missione è assai scarsa, perché da soli sei anni ci occupiamo del lavoro dell’apostolato e da soli quattro anni si usa nelle nostre residenze a scopo di propaganda e di divertimento la piccola Pathe Baby. In mezzo a questo popolo in cui l’arte cinematografica e l’uso del cinematografo su vasta scala in tutti i campi possibili, data la povertà dei mezzi di cui disponiamo come Missionari e la zona a noi affidata da evangelizzare, lontana dai grandi centri non rende possibile un’adeguata risposta al questionario. Ad ogni modo quel poco che è a noi possibile dire sull’argomento, dopo aver sentito il parere dei miei missionari, sottopongo alla benevola considerazione della Signoria V. Ill.ma.
La difficoltà di poter rispondere adeguatamente al questionario dipende anche dal fatto che le missioni in Giappone non possono competere in nessuna maniera coi mezzi di cui dispone lo Stato anche in questo elemento del Cinema che viene usato assai anche a scopo didattico, scientifico e culturale.
Le scuole dello Stato ne sono abbondantemente dotate e nei piccoli villaggi non potendo la scuola avere tutto il necessario, approfitta dei cinema pubblici, cui si conducono a schiere gli alunni per speciali rappresentazioni. La produzione Cinematografica del Giappone è notoria in tutto il mondo, e qui come altrove si constatano gli effetti buoni e deleteri di questo mezzo educativo.
Intendo che le considerazioni seguenti siano semplicemente in base alla piccola esperienza che noi possiamo avere in pochi anni di lavoro e coi poveri elementi di cui disponiamo colle nostre piccole macchine e collo scarso materiale di cui possiamo usufruire, utilizzato per giovani.
In Giappone l’uso del Cinema come elemento di divertimento, di didattica, di scienza, ecc. è usato dappertutto su vasta scala, e nonostante la crisi economica da cui è pervaso anche il Giappone, i Cinematografi sono sempre assiepati.
Vengono usati secondo i diversi ambienti diversi films secondo cioè che si tratta di Cinematografo pubblico o scolastico al riguardo, ma certo i maestri delle scuole proibiscono agli allievi la frequenza dei Cinematografi pubblici e in generale sono ubbiditi. In qualche caso anche le nostre Residenze ne sentirono gli effetti, permettendosi dagli insegnanti la venuta al piccolo Cinema della Missione ai soli cristiani. In altre circostanze i Maestri permisero dopo essersi resi conto dell’entità dei films.
Ed è forse per le considerazioni precedenti, per il fatto cioè che il giovane giapponese sente ancora forte il freno dell’educazione della famiglia e della scuola, che le conseguenze deleterie sull’animo dei giovani pare siano più rare che in Europa. Certo l’animo del giovane e della giovane giapponesi, pure apparentemente refrattario alla estrinsecazione del sentimento, è assai sensibile.
Di sua natura il carattere giapponese è per eccellenza imitatore più che inventivo, e si comprende quindi l’effetto proveniente dalla frequenza al Cinematografo.
Come cinema teatrale rappresenta uno svago assai ricercato. Come mezzo educativo pare non abbia ugual valore perché la scelta dei soggetti e la perfezione artistica generalmente non sono tali che si impongano all’anima dei giovani – e prevale l’opinione che al Cinema si vada per divertirsi, trovare emozioni, ecc. Noi lo adoperiamo in Missione specialmente per attrarre i giovani pagani e metterci in relazione colle famiglie che finiscono coll’accompagnare il giovane al trattenimento. La parte formativa la somministriamo piuttosto colle proiezioni luminose.
Pur non conoscendo in particolare la legislazione politica al riguardo, posso dire che i films più piccoli non si possono proiettare in pubblico, salvo un permesso speciale dell’Autorità centrale (Ministero della P. E.) di Tokyo, valevole per tre anni, o della rispettiva Autorità Provinciale che concede permessi per tre mesi e solo per i films di passaggio. In ogni caso ad ogni singola rappresentazione occorre il permesso della Polizia locale.
Come dissi, facciamo uso del Cinema non solo come mezzo di propaganda religiosa, ma anche culturale-didattica-igienica, ecc. ma i films più appassionati per il nostro piccolo pubblico sono quelli di storia o novellistica locale e quelli comici. Per vero elemento di istruzione preferiamo le diapositive anche data la povertà del materiale cinematografico di cui possiamo disporre. Mi pare si possa concludere che i buoni effetti che il Cinema può apportare all’opera di assistenza e civiltà cristiana sono legati alla ricchezza del materiale di cui si possa disporre, di materiale adatto alla propaganda Missionaria (attualmente molto più abbondante fra le proiezioni luminose) e alla scarsità somma di mezzi finanziari.
I films accennati al quesito sesto sarebbero tutti desideratissimi e utilissimi se eseguiti seriamente e con perfezione tecnica a cui sono assai abituati i Giapponesi.
L’unico provvedimento è venire in forte aiuto ai poveri missionari. Quanto meglio e più abbondantemente si potrà provvedere della generosità dei benefattori proporzionalmente si potrà effettuare un proficuo lavoro.
8-9. Non ho elementi alla mano per rispondere se sono esatti i film colonie-orientali, e come sono valutati dagli indigeni.
Gli orientali spesso non comprendono il mondo occidentale e viceversa. Tuttavia se si presenta loro una moralità o una civiltà di ispirazione cristiana o soggetti religiosi in generale ne sono compresi e vi prendono parte. In alcuni casi specialmente quando si tratta di azioni truci o di messa in burla di ceti di persone che essi rispettano rimangono sorpresi o sgradevolmente impressionati.
Si ritiene che se il materiale di proiezione è ben scelto si possono ottenere gli auspicati benefici effetti. La situazione in Giappone è sotto questo punto di vista assai delicata e conviene essere delicatissimi in quanto possa ledere o far ombra anche minima alla sensibilissima suscettibilità nazionale.
Mi sembra di aver risposto ai quesiti nelle forme che mi erano possibili, data la nostra poca esperienza in materia e date le condizioni di ambiente in cui ci troviamo e dei mezzi di cui disponiamo.
La zona a noi affidata (con popolazione di circa due milioni di abitanti) è assai povera, in disagiate condizioni di vie di comunicazione e di livello intellettuale e sociale molto mediocre.
La Missione è ancora ai suoi primi inizi, ma fin dal principio si cercò di usare del mezzo delle proiezioni luminose e del Cinema come mezzo di propaganda ottenendone buoni risultati che nei loro dati generali mi onoro di presentare alla Signoria V. Ill.ma.
Raccomandando questa Missione alla S. V. mi professo della S. V. Ill.ma
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti