338 /Rinaldi Filippo / 1928-3-8 /
a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani
[8 marzo 1928]
Amatissimo Sig. Don Rinaldi, buon Papà nostro,
la presente per augurare a Lei e ai singoli amatissimi nostri superiori l’augurio cordiale, sentito, riconoscente, espresso nelle preghiere più belle e che valgano ad attestarle ancor una volta (se ce ne fosse bisogno) l’imperituro affetto, la fedele osservanza delle regole, il lavoro apostolico per la gloria di Dio e la salute delle anime.
Voglia Lei che sa farlo meglio di me, rendersi interprete di questi sentimenti verso i singoli, compreso il Ven. Don Francesia e l’amatissimo Don Gusmano.
Continui a volerci bene, e consigliarci, ad aiutarci in tutte le forme. Memore degli insegnamenti di Gesù:
1. Rinnovo la preghiera di invio di personale per lo studio della lingua.
2. E di qualche cosa per il pane quotidiano ché la provvista va assottigliandosi. Col crescere del lavoro crescono anche i bisogni materiali per un mondo di cose.
Dall’ultima mia novità nessuna. Tutti i confratelli bene ora in tutti i sensi. Deo gratias! Il più ammalato è Don Cimatti, non intendo materialmente, ma… il Signore mi fa vedere poco per volta la realtà del castello immaginario della mia santità e mi fa toccare con mano la totale nullità dell’essere mio, come non vidi mai così evidente come ora. Deo gratias! Lei preghi per questa povera anima mia!
Ho accettato (se non sorgeranno incagli) una serie di concerti da Tokyo verso Moji per una quindicina di giorni, pregato da vari padri, per le loro opere. Ho creduto accettare (naturalmente facendo capire la nostra meschinità) per non disgustarli, né farsi troppo preziosi, per far conoscere i salesiani, o meglio, Don Bosco e conoscere da vicino il lavoro di questi che ci hanno preceduto nel campo del lavoro.
Il giornale buddista di Kyoto (la grande città buddista) scriveva tempo fa: “sono comparsi in Giappone dei bonzi (bonzi siamo… noi!) che hanno inaugurato un sistema del tutto nuovo e geniale nella propaganda religiosa in Giappone”. W Don Bosco!
Se non mi manca il tempo e coll’aiuto del Signore vorrei finire ciò che vagheggio da tempo: mettere in pulito tutti i canti dei libri scolastici che ho musicato e presentarli per mezzo di S. E. il Delegato o altri alle alte autorità scolastiche giapponesi. Preghi e se è per il bene delle anime, certo riuscirà.
Esporsi a Tokyo sembra anche a me… ma certo Tokyo (vero?) quel giorno non si commuoverà troppo… In nomine Domini… al più diranno: “Poveri stranieri!”, ma applaudiranno freneticamente e se anche non lo facessero… Deo gratias!
Lei continui a pregare per me specialmente perché più bisognoso di tutti e mi benedica.
Tutto suo aff.mo figliolo:
don Cimatti
P.S. - Proprio allo spedire questa il Signore mi umilia nella forma più dolorosa che mai abbia provato nella mia vita salesiana. Il buon Don Cavoli mi dice che si sente scosso nella sua vocazione, che scriverà a Lei, che vuol tornare et similia. Le cause? È difficile capirle. Dice che non lo comprendo, che le cose non vanno bene, che bisogna comandare questo, quello… Casco dalle nuvole.
Ma, mio buon Gesù, vede anche Don Cimatti tutto quello che si dovrebbe fare, e che per la mancanza di mezzi (difficoltà di lingua, di conoscenze, ecc.) non fu finora possibile fare. Può essere che una maggior cura di alcuni cristiani deboli e freddi si poteva avere… è l’eterno ritornello mio e degli altri: “Don Cimatti non è fatto per queste cariche…”, ma mi lascino ballare, cantare, lavorare, senza questi colpi continui che fanno male all’anima e al corpo!
Lo consiglierò a scrivere a Lei, all’Ispettore, e Savio Domenico (di cui domani è l’anniversario) e San Giuseppe ci aiutino. Ah, che cose, che cose brutte!