403 /Joyeusaz Abele / 1928-11-13 /
a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice
Mio buon Abele,
Grazie della tua lettera, del vivo ricordo per me, delle preghiere che ti assicuro ricambio con altrettanta intensità. Le nostre anime in altri tempi si fusero insieme nel Signore e perciò non possono separarsi da LUI.
Grazie del bene che anche così mi hai fatto. Grazie pure delle belle notizie. Per te direi: “In fatto di perfezione non bisogna mettersi nella via dell’ansietà – né troppo guardare il passato, buono o male che esso sia stato”.
Sia guida il detto di Don Bosco: acqua passata non macina più. L’avvenire è nelle mani del Signore. Hai a tua disposizione il presente: trafficalo come meglio sai e puoi, e avanti allegramente.
Per le vacanze nostre che richiamarono sempre luoghi, ecc. Deo gratias. Quando si fa la volontà del Signore, evviva le vacanze. Non pensare che la vita del missionario sia grama come è sui libri (parlo del Giappone, gli altri luoghi non li conosco).
Grazie delle notizie dei compagni. Sapevo di Stacul e Terpini. Se arrepta occasione parli e scrivi a questi vecchi amici, pregali che si ricordino della povera anima mia.
E finalmente grazie delle Ave finali della Messa. Don Cimatti le dice anche secondo la tua intenzione. Se credi unisciti in spirito verso le 9 di sera (corrispondente alle 5,30 del mattino giapponese) ora in cui dico la Messa.
Tutti gli amici ti salutano. Agli amici che ti parlassero della Comunione del 5 rispondi che il debito è già pienamente saldato. Come un tempo ti benedico e abbraccio di cuore.
Tuo affezionatissimo
don Vincenzo Cimatti