2295 / Marella Paolo / 1939-6-13 /
Miyazaki, 13 giugno 1939
Eccellenza Rev.ma,
Permetterà che la famiglia salesiana in Giappone le presenti pur da lontano i sinceri auguri onomastici e assicurazione di molte preghiere, riconoscenti preghiere e rinnovata volontà di lavoro nell’adempimento del dovere affidato.
Accetti poi anche specialmente i miei poveri auguri personali: le devo tanta riconoscenza per un mondo di cose… Il Signore rimeriterà da pari suo.
E dal momento che è in patria e a Roma raccomando a V. E. di voler dire qualche buona parola in alto loco.
1) Et in primis, avendo occasione di parlare al S. Padre, voglia umiliare a S. S. i nostri ossequi ed incondizionata fedeltà alle direttive pontificie.
2) V. E. conosce le nostre necessità materiali: La supplico di voler dire una buona parola a Propaganda Fide, ed anche una non meno efficace all’opera del Clero indigeno. V. E. conosce i miei forti debiti col Seminario e conosce pure le necessità del medesimo. D. Cimatti non può dare quel che non ha ed attendo fiducioso anche dietro le sue raccomandazioni, che non resteranno certo senza effetto.
3) V. E. mi ha ripetuto molte volte che i Salesiani devono espandersi nei grandi centri, ma per riuscire in questo occorrono mezzi formidabili, che D. Cimatti non riesce ad avere. Non è certo colpa nostra se la Chiesa ci ha messo (V. E. lo sa) nella zona più povera – anzi per me ne sono contentissimo – pare anzi che il Signore ci vuole così, perché alla vigilia di un’espansione in zona dove forse potevamo riuscire anche come Salesiani a fare qualche cosa, tutto andò in fumo. Si era parlato prima di Kyoto, poi di Yokohama: erano magnifiche occasioni certo, come lo era Osaka (quella pure tramontata)… Gli eventi hanno portato che restassimo qui, e resteremo qui finchè ci lasceranno…
Se non c’era la guerra, eravamo più prossimi all’esodo o forzato o perché si sarebbe riuscito a preparare prestino il Clero indigeno: ne ho cinque sotto le armi, e questo rompe naturalmente il ritmo… Ad ogni modo è affare del Signore e Lui sa quello che è bene.
Ho voluto accennare al concetto dell’espansione Salesiana, perché, o avendo occasione di parlare coi Superiori nostri a Torino (e non la farà proprio una visita a D. Bosco a Torino?) o al nostro Procuratore D. Tomasetti a Roma, una buona parola anche su questo, chiarirebbe molte idee e darebbe buoni impulsi.
Perché non pensare anche ad un’espansione in Corea e Manciuria?
Abbia V. E. la bontà, arrepta occasione, di venirci in aiuto col parlare delle nostre necessità, col consiglio, con la preghiera. Le cose andrebbero assai meglio se non ci fosse in mezzo D. Cimatti, ma giacchè l’han messo e non lo vogliono togliere, responsabilità a chi tocca: per me tenterò di fare quel che posso, ma V. E. sa che posso assai poco – non so comandare, ecc.
Ah, mi lasciassero tranquillo a far scuola e musica! Mah! shikata ga nai! (= non c’ è che farci).
Vorrà poi V. E. presentare i miei omaggi al Cav. Suo fratello e famiglia e a quell’ottimo Mr. Arciprete, di cui confondo sempre il nome. Ah, quanti cari ricordi!
V. E. si riposi, ma torni presto, torni presto. A nome di tutti
Dell’E. V. Rev.ma riconoscentissimo
D. Vincenzo Cimatti
P.S. - Può essere che ci sia bisogno di una spinta per l’accettazione al Collegio Urbano del mio seminarista Yamaguchi Domenico di cui, come d’intesa con P. Candau, egli stesso inviò a Roma i documenti. Sono tre anni che tento… spero che sarà il buono…
- E per D. Cecchetti… nessun filetto rosso o gallone?…
- Vuole V. E. sentire alla radio un duetto con D. Margiaria?