Cimatti|Giardini Mario|1929-10-23

506 /Giardini Mario / 1929-10-23 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Eccellenza,


Era da tempo che desideravo informarLa positivamente di quanto si era stabilito dai Superiori per la nostra cara Missione e solo ora mi è possibile concretare, pur essendo ancora sospesa: la questione finanziaria – i necessari cambi del personale.

Ad ogni modo ieri ho imbarcato sul “Viminale” un primo gruppo di sei Suore (Figlie di Maria Aus.) che vengono come omaggio nell’anno della Beatificazione di Don Bosco a iniziare il loro apostolato nella nostra Missione, e le accompagnano tre confratelli (un prete, un chierico e un coadiutore che fanno parte del gruppo che partirà poi totalmente col sottoscritto per iniziare il nostro Studentato filosofico a Takanabe, in tutti poi dieci: otto chierici, un coadiutore).

Così la Missione si arricchisce della casa delle Figlie di Maria A. a Miyazaki, e dello Studentato a Takanabe.

Il Signore ci benedice nella santa povertà e non avendo i mezzi per costruire, per ora vivremo in casa di fitto: poi si vedrà.

Avendo un certo numero di richieste di giapponesi per provare la vita religiosa e sacerdotale, ed essendo assai costosa la pensione a Nagasaki ed aprendosi il Seminario solo di due in due anni, feci pratica presso l’Opera del clero indigeno per avere uno speciale sussidio per l’erezione di un piccolo seminario o aspirantato. Vedremo il risultato. Conto sulla Provvidenza, la quale se le progettate Opere sono nei suoi voleri, certo non lascerà mancare i mezzi.

Metto queste nuove Opere sotto la protezione dell’E. V. tanto dal punto di vista giuridico che dal punto di vista della carità che domando spiritualmente e materialmente generosa.

Il motivo del mio ritardo è di vedere se posso trovare dalla carità pubblica o privata maniera per sostenere meno male le spese iniziali e da iniziare, e quindi arrivederci nel prossimo gennaio. Il Signore disponga per il bene.

Ed ora Ecc. Rev.ma, voglia continuare a farci da padre, direi, con maggior intensità, essendo maggiori i bisogni.

Abbia la bontà, se fosse utile e necessario, preavvisare le Autorità, dell’arrivo delle nuove forze, che non pensino vogliamo invadere il Giappone; ne scrivo al Console Guasco, e poi continui verso il povero Don Cimatti il paterno consiglio e più il compatimento e quando potrà ci venga in aiuto anche materiale, essendo tanti i bisogni. Mi voglia benedire, mentre di cuore Le presento gli ossequi dei nostri Superiori.

Dell’E. V. Rev.ma

Don Vincenzo Cimatti





P.S. - Ossequi e saluti all’amatissimo segretario e al fratello.