Cimatti|Conti Alberto|1948-1-27

3535 / Conti Alberto / 1948-27-1 /


a Don Alberto Conti, Direttore della Casa salesiana di Tolmezzo



Portogruaro, 27 gennaio 1948

Carissimo D. Conti,


Eccomi a Portogruaro e, appena mi sono potuto sedere, mi sento in dovere di esprimere i sensi di vivo ringraziamento e sentita riconoscenza per quanto, cogli ottimi confratelli e coi carissimi giovani, avete voluto fare per le missioni e per il missionario.

Vorrei anche nuovamente ringraziare le ottime persone da cui mi condusse a far visita, specie quel dottore farmaceutico (Corbellini?) e più il Sig. Moro, la parrocchia e quanti manifestarono il loro affetto verso l’opera salesiana. Non vorrei dimenticare i soldati e le suore e ammalati all’ospedale, allievi e allieve del liceo e normali.

Ad ogni modo faccia Lei le mie parti, nelle forme che crede, ai miei cari fratelli; ai giovani tutti già espressi i miei pensieri. Non so che pregare, e può pensare che lo faccio di cuore.

Oh, come mi ha fatto del bene all’anima la permanenza a Tolmezzo nel vedere tante cose belle e buone. Deo gratias e a Lei.

Un ringraziamento speciale al carissimo D. Sisto per la gioia procuratami di vedere a Tricesimo tanti buoni amici, la visita al Cimitero, due parlate in Chiesa e la conferenza al Salone. Anche qui Deo gratias!

Ho trovato buon lavoro anche a Udine in città, in collegio, antiche conoscenze: Cav. Battaglia, Avv. Benuzzi, M° Condotti, ecc. ecc. Oh, quante consolazioni mi dà il Signore… Chissà che Purgatorio dovrò fare. Mah! Faccia Lui.

A parte invio immagini di chi (non so chi) mi furono dati nomi da firmare e scrivere un pensiero. Trovai a Udine. Ne sono rimaste una cinquantina di cui abbia la bontà di dirmi quid faciendum.

Avevo promesso a due dei bravi chierici, due parole che unisco, non avendo potuto scriverle a Tolmezzo. Una delle immagini al buon Trojero Claudio (mi pare).

Quid dicam di D. Grigoletto? Grazie che Lei permette si occupi anche della nostra povera missione, mentre questo movimento permette contatti di vario genere in vantaggio anche delle case dell’Ispettoria… è sempre zucca baruca… ma anche questa è buona. E Deo gratias!1

Non avrei voluto dimenticare nessuna circostanza né i miei vecchi amici: D. Angelini (musica!), Don Candido e le Compagnie e neppure il Prefetto (ma gli venne in mente… ma vi vennero in mente perfin le scarpe)… quel fiorente gruppo missionario… e quel cantiniere che minacciava di farmi andare a rotolo con quel aleatico… insomma basta, basta, se no mi commuovo e sto male.

Buona festa di D. Bosco e possa la comunità di Tolmezzo essere una di quelle più gradite al Suo Cuore.

Abbracciandovi tutti e Lei per tutti nel Signore,

Vostro aff.mo riconoscente

D. V. Cimatti, sales.

1 Don Grigoletto lavorava in questa casa di Tolmezzo. Fu il più grande benefattore di Don Cimatti con cui si tenne sempre in relazione da prima della partenza per il Giappone fino alla morte. Era lui che pensava ad acquistare e spedire il materiale di vario genere di cui aveva bisogno, e gli cercava i benefattori. “Zucca baruca” era il suo sopprannome.