3242 / Circolare Salesiani / 1945-9-12 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Tokyo, 12 settembre 1945
Carissimi confratelli,
Di ritorno da Nojiri, dove i nostri cari confratelli dello studentato hanno compiuto i loro santi spirituali esercizi in forma veramente esemplare, trovo notizie pervenutemi dalla missione, che mi affretto a comunicarvi. I nostri missionari sono già al corrente di tutto.
Salva la casa di Beppu, tutte le altre, o dalle incursioni o per altre cause, sono state fortemente danneggiate. Facendo il bilancio completo dobbiamo rilevare che: Casa, chiesa ed opere di Oita completamente distrutte; Miyakonojo pure distrutta da incendi suscitati dalle incursioni. Un terribile tifone che si rovesciò su Miyazaki nella notte del 27-28 agosto ha lasciato come conseguenza alla Colonia agricola l’abbattimento di tutte le parti vecchie – la casa a due piani è leggermente piegata, ma pare che in breve possa essere riattata ed aggiustato il tetto.
Del Seminario è caduta completamente l’ala principale. L’ala dei refettori è piegata molto fino al refettorio dei superiori ed il resto va bene. La chiesa ed il salone non soffrirono molto: sono lievemente piegati verso il cortile, però finestre e vetri e tetti tutti rovinati.
L’Ospizio è tutto in piedi, ma tetti, muri e finestre hanno bisogno di una riparazione radicale: fortunatamente non si hanno a deplorare vittime umane, anzi nelle circostanze in cui si sono trovati alcuni confratelli e giovani rimasti sotto le macerie, l’esserne usciti senza la minima scalfittura ha certo del prodigioso e lo attribuiamo alla materna protezione della nostra Ausiliatrice.
E colle case naturalmente è perduta gran parte del materiale di prima necessità e per la chiesa e per l’assetto personale. E quel che è più doloroso non è possibile venire in pronto soccorso, perché siamo tutti pressoché sforniti ormai di tutte queste cose.
Il Signore che ha permesso anche questa prova non ci abbandonerà certo, neppure in questa dolorosa situazione, Deo gratias per la conservazione delle persone, et fiat voluntas Dei per il resto. Il Dominus dedit… che leggiamo appunto in questi giorni nel S. Breviario sia intonato pure da noi colla stessa fede, pazienza ed amore del S. Giobbe. E pregate perché il Signore inspiri bene i Superiori per i possibili provvedimenti del caso.
Per tutto il resto non raccomando che quanto vi ho comunicato colla circolare del 2 settembre. La circolare di S. E. il Delegato Apost. che spero avrete ricevuto è motivata anche da varie tristi circostanze e imprudenze dovute a troppo zelo. Pensiero di S. E. è che se ci sarà una ripresa, nel senso buono e spirituale della parola, questa sarà ardua e dovrà essere lenta, circospetta e con la più sincera sommissione alle autorità ecclesiastiche.
Per questo supplico i missionari, ognuno per le sue rispettive responsabilità, di mantenersi in stretta unione col nostro Ordinario. Penso che riusciranno meglio del povero sottoscritto che non riesce ad avere le risposte che urgerebbero per il bene dei singoli e per il bene comune: è del resto vostro dovere, e son sicuro che lo farete con quella carità generosa che avvince tutti i cuori.
Pensando ora allo stato attuale delle cose, come vedete, è una buona purificazione che da noi ha richiesto il Signore in isconto forse delle nostre miserie. Accettiamo tutto dalle mani della Provvidenza e per quanto sta da noi cerchiamo di riparare col diventare migliori sotto tutti gli aspetti.
Alla rinnovazione quindi e degli edifici e delle cose nostre materiali tutte, corrisponda un sempre miglior rinnovamento di santità di vita, di una attività crescente nello sviluppo delle opere, di una più stretta unione di forze, di menti e di volontà, fra noi, che se non sbaglio, è uno dei lati in cui possiamo e dobbiamo perfezionarci assai. Facciamolo dunque nel nome di Dio con buona volontà, vincendo qualsiasi ostacolo che lo potesse impedire.
I mesi di settembre e di ottobre ci danno occasione, come già vi dissi, di onorare in varie feste speciali la nostra buona Mamma: oh, ci protegga davvero in materialibus e più in spiritualibus; dobbiamo desiderare una cosa sola: la gloria del Signore ed il bene per noi, per i nostri dipendenti e per tutti. Preghiamo anche per i nostri cari confratelli di Dairen, di cui da tempo non si hanno notizie, e non dimenticate mai chi col più grande affetto vi ricorda continuamente.
Vostro aff.mo
D. V. Cimatti, sales.