1300 ricaldone


1300 ricaldone

1300 /Ricaldone Pietro / 1934-9-29 /


1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Oltre i confini della Missione – Corea1


Taikyu (Corea), 29 settembre 1934

Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Non pensi che i suoi figli siano esulati dal Giappone. Faccio seguito all’ultima mia in cui, dopo averle narrato del nostro giro di propaganda in Manciuria, le annunciavo il nostro passaggio in Corea. Ho trovato in questa zona presso gli zelanti missionari e le comunità religiose un tal amore a Don Bosco, che non posso trattenermi dal farle una breve relazione del nostro percorso.

E la conoscenza, la devozione e l’amore a Don Bosco culmina nel fatto che uscirà tra poco, edita in Coreano, la vita del nostro S. Padre. Mentre questo fatto deve essere certo da noi salutato con intima gioia, perché costituisce una nuova glorificazione del padre nostro, presso questo popolo, in cui sono così profonde le radici del cristianesimo, chissà che non serva anche ad affrettare il giorno dell’entrata delle opere nostre in Corea. È il Padre che precede i suoi figli… e prepara…

Ho detto che in questo popolo i germi religiosi sono innestati profondamente in queste anime, né valsero le persecuzioni più atroci a strappare o inacidirli nell’anima di questo popolo, chiamato così mirabilmente alla fede.

È meravigliosa ed unica penso, nella storia della Chiesa e delle missioni, la nascita spontanea, senza evangelizzazione diretta, per la sola azione della grazia di Dio su anime avide della verità religiosa, della Chiesa cattolica in Corea.

Libri cristiani portati da Pechino dagli ambasciatori del re di Corea, furono studiati da anime assetate di verità del solitario impero della Corea. E tre di loro specialmente, battezzati a Pechino, divulgano le verità religiose in Corea, dirigendosi verso persone sagge, intelligenti ed influenti e riescono a convertirli. Cominciano le prime persecuzioni, ma nel 1794 quando il primo sacerdote cattolico cinese penetra in Corea, vi trova già quattromila cristiani. Le nuove pecorelle, formate così senza sacerdoti, si rivolgono al gran pastore di Roma, affinché voglia inviare un Vescovo e preti per fortificarli e guidarli nella fede. Ed è propriamente solo nel 1831 che questo desiderio ardente dei Coreani fu potuto ascoltare dalla Chiesa coll’erezione in Corea del Primo Vicariato apostolico, affidato ai Missionari delle Missioni Estere di Parigi.

Ora la Corea è divisa in quattro circoscrizioni ecclesiastiche tenute e dai PP. Missionari Maryknoll, e dai Benedettini di S. Odile e dai PP. delle Missioni Estere di Parigi, coadiuvati da Congregazioni religiose femminili straniere ed indigene, e non è certo lontano il giorno in cui nuove circoscrizioni saranno affidate al clero coreano, che ogni giorno più cresce di numero. Ed è davvero meraviglioso il lavoro che i missionari di Parigi hanno fatto e fanno per la propagazione della fede e per la formazione del clero indigeno anche tra questo popolo. Ho potuto visitare i loro fiorenti seminari e fui ammirato dell’ordine, della pietà e serenità dei giovani seminaristi.

Oh, come sussulta il cuore delle più liete speranze per l’avvenire di queste fiorenti popolazioni e della Chiesa cattolica.

I nostri concerti di propaganda tenuti in quattro grandi centri della Corea, culminarono in quello tenuto alla capitale e speriamo che anche qui, questa cooperazione indiretta all’apostolato, abbia prodotto i suoi buoni frutti.

Ci benedica tutti e mi creda

Aff.mo come figlio

Don Vincenzo Cimatti, sales.

1 R. M. 632, manoscritto, pubblicato in B. S. Gennaio 1935 insieme a R. M. 626. Da notare che fu l’unica volta che Don Cimatti potè visitare questi paesi. Come ricordo di questi avvenimenti ci sono nel Museo di Tokyo articoli di giornali, foto e programmi di concerti.