4007 / Zavattaro Gabriele / 1951-7-14 /
a Don Gabriele Zavattaro, salesiano ed economo a S. Francisco
Tokyo, 14 luglio [1951ca]
Carissimo D. Gabriele,
Il Signore rimeriti di tutto, e, come ho promesso, contraccambio con preghiere, tanto più attive per ottenere quanto mi accenna nella sua carissima del 4 Luglio.
Specialmente nelle condizioni in cui il Signore la vuole ora:
l) grande calma e serenità di spirito; l’agitazione acuisce di più e non conclude.
2) In Giappone ci si abitua ai tifoni, ai terremoti, agli incendi ed alluvioni – e si cerca di ripararvi. Così è della nostra povera anima. Dica così (e lo ripeta con calma): “Gesù ti voglio bene! – sai che queste storie non le voglio…”. Con fede serena lo ripeta (anche il semplice nome di Gesù, Maria…) e tiri diritto nel suo dovere… vi intercali qualche cantatina… magari qualche balletto… Non può dormire? Provi una buona brevissima doccia fresca… Mi pare non debba perturbarsi per nulla di quanto prova ora… sono cose di questo mondo…
3 ) In conclusione “ad ogni atto di senso, di affetto materiale, ecc. sostituisca toties quoties un atto di affetto al Signore, anche se ne dovesse fare uno ogni minuto… (l’ha studiato anche in fisica “ad ogni azione deve corrispondere una reazione”… pensi che la reazione che le dà in mano il Signore è ben più forte del lavorìo dei sensi, del cuore… che sono pure macchine).
Scusi, caro don Gabriele, se l’ho tediato coll’essermi impancato a dirle queste prediche… L’ho provato e (non si meravigli) provo anche ora quello che prova Lei.1
Quanto ho scritto è per me (e penso sarà anche per Lei) ottima e infallibile medicina. Preghi per il suo riconoscente
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1 Mandando la copia di questa lettera D. Zavattaro così scrive: “Ho incontrato Mons. Cimatti solo due volte: nel 1947 al Capitolo Generale e poi quando passò per gli Stati Uniti… Mi fece grande impressione per la sua bontà e pietà profonda. Un certo tempo ebbi un profondo esaurimento fisico e morale con susseguente senso di depressione completa. Non avendo un amico nel quale poter confidarmi mi venne la ispirazione di scrivergli. Quanto sopra è la risposta che ricevetti. Per me fu il principio di una nuova ascesi fisica e spirituale”. (S. Francisco, Cal., 11 settembre 1978).