Qualcuno di voi ha scritto che il
Cooperatore «non è fatto per espe-
rienze strabilianti ma per rendere
superlativa la stessa vita quotidia-
na», questo è molto bello, ma è an-
che vero che per rendere superla-
tivo il quotidiano bisogna che la
Parola di Dio si incarni nella no-
stra vita liberandoci dalla paura,
dalla impazienza, dalla superficia-
lità, dall'egoismo così che saremo
capaci di vedere chiaro dentro di
noi, scoprire il senso profondo del-
la vita e il segreto che essa è valore
supremo quando saremo capaci di
farne dono.
Questo è -1'obiettivo principale
della formazione cui tendere, ma
per questo occorrono animatori
preparati, attenti, sensibili, entusia-
sti, credibili, capaci di formare.
Noi potremo avere testi superbi,
regolamenti ben fatti, iter formati-
vi, ma se non avremo persone ca-
paci di mediarli, di percepire il
tipo di uditorio cui si rivolge e di
avere soprattutto quell'attenzione
particolare nel saper cogliere da
ognuno il meglio perché sia a van-
taggio della persona stessa e della
Chiesa tutta, non potremo rag-
giungere la finalità unica di ogni
apostolato e soprattutto del nostro
fondatore: «Dammi le anime Si-
gnore, toglimi tutto il resto».
I Cooperatori devono essere per-
sone che sanno regalare la loro ani-
ma a Don Bosco e con il suo aiuto
cercarne altre, come unico fine del-
la loro vita, senza stancarsi mai
senza lasciarsi abbattere dalle diffi~
coltà, a volte grandissime, del mon-
do in cui viviamo immersi.
Nei nostri ambienti siamo insosti-
tuibili; può essere la casa, il lavoro,
la scuola, la fabbrica, dovunque la
vita ci chiami a lavorare, li sarà il
nostro campo d'azione e lo diverrà
veramente, nella misura in cui ci
sentiremo sempre più responsabili
che la salvezza dei fratelli che ci vi-
vono accanto dipende anche da noi.
Allora la vita dei nostri Centri
sarà veramente viva, sarà scambio
di esperienze, di confronto, di aiu-
to reciproco, di sempre maggiore
ricchezza spirituale e a noi respon-
sabili occorre creare degli spazi
operativi nuovi in base alle richie-
ste che ci verranno rivolte, alle esi-
genze di chi volendo uscire dal
cerchio ristretto dell'ambiente
quotidiano, ci chiederà qualcosa
di più. I tempi sono maturi, anche
le persone; in alcune Ispettorie si
hanno già risposte pronte, per al-
tre le dovremo trovare. Ma non
perdiamo questa occasione mera-
vigliosa che il Centenario ha con-
tribuito a rendere feconda.
Quest'anno abbiamo festeggiato
Don Bosco in tanti modi, anche
esaltanti ma io credo che coloro
che appartengono alla sua famiglia
hanno il dovere di farne memoria
ogni giorno, il che significa farli ri-
vivere nell'autenticità del suo cari-
sma e nella ricchezza della com-
plessa personalità.
Il prossimo Capitolo Generale dei
Salesiani che inizierà a marzo del
'90 ha scelto un tema di importan-
za fondamentale: «Educare i giova-
ni alla fede: compito e sfida per la
comunità salesiana di oggi». È una
missione che tocca tutta la Chiesa
ma in modo particolare la famiglia
salesiana e in essa la nostra Asso-
ciazione.
Tutti noi dobbiamo sentirci parti-
colarmente interpellati, dobbiamo
riscoprirci, con il cuore di Don Bo-
sco, educatori dei giovani, capaci di
incidere sull'indifferenza dilagante e
far nascere in loro la domanda reli-
giosa offrendo l'unica risposta pos-
sibile: il Cristo, il solo capace di
dare libertà e gioia a questa gioven-
tù spesso troppo sola e così piena di
paura e angoscia.
Per noi salesiani è una sfida che
crea nuovi compiti, nuove respon-
sabilità ma anche nuove possibilità,
nuovo futuro. Ma bisogna avere il
coraggio di rischiare, il coraggio
delle grandi risposte prima che le
idee invecchino e le speranze cada-
no in tragiche delusioni.
Don Bosco ci ha insegnato molte
cose, oserei dire tutto, ma la più im-
portante credo sia percepire le esi-
genze del futuro prima degli altri,
non per orgoglio o vanità, ma per
servire. Essere immersi nel mondo
per percepire il bene e valorizzarlo
superando le ambiguità, inseriti nel-
la Chiesa per vivere con lei il suo
rinnovamento; non perdere il passo
con i tempi per continuare ad essere
per i giovani testimoni di gioia e di
speranza. Che Don Bosco ci guidi e
ci assista!
Jolanda Masotti
Coordinatrice Nazionale
PRESENZE
Ufficio nazionale . . . . 7
Consulta nazionale . 3
lspettorie:
Adriatica ......... . 2
Lombardia ...... . 10
Emilia ............ . 6
Toscana ........... 9
Campania ......... 7
Veneta San Marco 7
Puglia ............. . 9
Calabria ........... 7
L1. gun.a ............ . 7
Centrale .......... . 10
Novarese ......... . 14
Sicilia ............. . 16
Lazio .............. . 16
Veneta Verona .. 6
Sardegna
2 ( + 7)
Subalpina .. .... .. .. . 14
Invitati vari ......... 8
Ai 7 sforllmati assenti
della Sardegna:
Comprendiamo il vo-
stro rammarico per la
forzata assenza, causa
sciopero aerei.
Coraggio! Vi abbiamo
sentiti ugualmente... vi-
cini.
21-22 OTTOBRE 1989
ROMA-Sacro Cuore
RIUNIONE COMITATO
COORDINATORI
5/69