Cristo. Non c'è più giudeo, nè greco,
nè schiavo, nè libero, nè maschio, nè
femmina, perché tutti siete uno solo
in Cristo» (Gal 3,26-29).
- «Ma voi non vogliate essere
chiamati maestri, perché uno solo è
il vero maestro, e VOI SIETE TUTTI
FRATELLI» (Mt 23,8).
I Cooperatori Salesiani sono anzi-
tutto fratelli e sorelle in Cristo.
- Nel Regolamento di Don Bosco
è richiamata questa verità: «...tutti i
soci, considerandosi come tutti figli
del nostro Padre Celeste, tutti fratelli
in Gesù Cristo...» (RDB VI, 2).
3. FRATELLI IN DON BOSCO
I Cooperatori Salesiani sono fratel-
li e sorelle spirituali in Don Bosco.
Ci dice nel suo Regolamento: «Così
facevano i cristiani della chiesa pri-
mitiva... uniti con un cuore solo ed
un'anima sola, animavansi l'un l'al-
tro a stare saldi nella fede e pronti a
superare gli incessanti assalti da cui
erano minacciati» (RDB 1).
Quale radice di questa fraternità
salesiana?
avere un riflesso in una serie di vin-
coli reali e concreti, in relazioni più
strette e in momenti di condivisione
e di partecipazione.
E questo può solo realizzarsi se si
offrono strutture e occasioni ben de-
finite per l'esperienza operativa della
fraternità. Il CENTRO diventa in
questa visione l'ambiente insostitui-
bile per vivere questo dono della vo-
cazione salesiana.
«La fraternità salesiana è dono ri-
cevuto ed è insieme impegno da at-
tuare e obiettivo da raggiungere.
Come? Improntando i propri rapporti
con ogni fratello e sorella a senti-
menti di stima, di rispetto, di affetto
sincero, assumendo comportamenti
che manifestino effettivamente tali
sentimenti... Quindi la condivisione e
lo scambio dei valori spirituali come
idee, esperienze, progetti, il condivi-
dere gioie e sofferenze, l'aiuto vicen-
devole anche nei suoi aspetti econo-
mici» (Commento RVA p. 241).
CONCLUSIONE
Si è insieme nel Centro per:
«È insita nella vera fraternità evangelica l'idea di "comunione" di tutti
i cristiani con Dio e fra di loro. La COMUNIONE, in senso biblico, qualifica
~ la maniera di essere e di agire, la relazione con Dio e con gli uomini caratte-
ristica della comunità cristiana. Consiste in un'unione misteriosa ma rea-
le intima e vitale con Cristo, creata dallo Spirito Santo, l'Amore stesso di
Dlo. Donato nel Battesimo ai cristiani, Egli stabilisce tra loro e con Cristo
dei rapporti di concordia, di fraternità.
Di questa "comunione" cristiana: attraverso la comunione col Cristo
eucaristico, tutti i partecipanti diventano una realtà sola, il suo corpo mi-
stico» (Commento RVA, p. 232).
«Tutti partecipano con gioia alla vita di famiglia dell'associazione, per co-
noscersi, scambiare esperienze e progetti, crescere insieme» (RVA 19,2).
ze, modeste o fragili di ognuno, è il
dono che Dio ci fa. Da soli potremmo
SEGRETERIA - ARCHIVIO
■ Segno di vitalità di un Cen-
tro è la funzionalità di una SE-
GRETERIA che curi la vita asso-
ciativa, abbia aggiornato l'AR-
CHIVIO, in particolare l'indiriz-
zo dei soci, che organizzi bene i
vari settori: documentazione, bi-
blioteca ...
È un diritto che ogni CENTRO
deve esigere dalla struttura nel-
la quale è stato canonicamente
eretto.
■ Non è possibile animazione
senza collegamento e non c'è col-
legamento senza i canali opportu-
ni per comunicare, informare. Lo
stato attuale dell'associazione,
nonostante la disponibilità di mo-
derni strumenti, è precario.
Quanti sono i Centri che han-
no uno schedario aggiornato, or-
ganizzato secondo criteri funzio-
nali e apostolici?
Sono veramente pochi. Non lo è
a livello locale e ancora più diffi-
cilmente lo è a livello superiore.
È ovvio che l'Ufficio Ispetto-
riale dovrà possedere e curare
uno schedario che corrisponda
alla somma di tutti gli schedari
dei centri dell'Ispettoria o della
Regione. Ogni aggiunta o corre-
zione deve simultaneamente ap-
parire nello schedario locale e in
quello ispettoriale. In alcuni
Centri è stato organizzato lo
schedario, distinto in quattro
settori: A.: presenti stabilmente;
B.: presenti saltuariamente; C.:
Lontani; D.: Aspiranti.
È un buon sistema che può
aiutare a seguire gli associati
anche con modalità e interventi
diversi.
Mentre la prima fraternità, quella
cristiana, è di natura sacramentale,
quella salesiana è di natura carisma-
tica, legata alla figura del Fondatore,
che noi chiamiamo Padre: i Coopera-
tori Salesiani, come gli altri soci dei
gruppi della FS, sono discepoli e di-
scepole che ne prolungano la missio-
ne e ne vivono lo spirito. E in funzio-
ne di questa discendenza e di questa
appartenenza i Cooperatori chiama-
no il proprio Fondatore Padre spiri-
tuale e di conseguenza sono fratelli e
sorelle in Don Bosco.
4. CENTRO,FONTE
DELLA CRESCITA FRATERNA
Ovviamente tutto potrebbe restare
una bella e anche entusiasmante
IDEA, restare sul piano dell'ideale,
senza concreta esperienza. Il sentirsi
fratelli e sorelle in Don Bosco deve
- CONOSCERSI! Il bisogno di in-
contrare nuove persone, di conoscere
volti nuovi, è comune a tutti. Diventa
un dono e una esigenza quando si
cercano persone che vivano gli stessi
ideali, allora la conoscenza si trasfor-
ma in fraternità e cresce e matura
fino a diventare comunione. Non è
conoscersi tanto per fare amicizia: è
possibile avere amici altrove, in altri
ambienti e con altri interessi e aggre-
garsi ad altre persone per condivide-
re un ideale apostolico.
- SCAMBIARE ESPERIENZE E
PROGETTI! Raccontarsi la propria
vita, comunicare ad altri il proprio
cammino di vita, fatto di vittorie e di
sconfitte, aiuta a mettere in comune
le proprie esperienze e le proprie
aspirazioni. Il Centro deve essere la
CASA dove ritrovarsi per mettere in-
sieme potenzialità forse nascoste e
mai espresse: unire questi sogni, pic-
coli o grandi di ciascuno, queste for-
far poco, con altri si potrà fare molto.
- CRESCERE INSIEME! Il Centro
non è un insieme di perfetti, ma di
persone che tendono alla perfezione.
E importante riconoscersi fragili ed è
anche importante che le persone del
Centro accettino che i tempi e le vie
che conducono alla SANTITÀ siano
diversi: non hanno infatti per tutti le
stesse cadenze.
Da questo nasce la voglia di cresce-
re insieme, ma nel rispetto di questi
ritmi diversi.
Obiettivo di ogni Centro è costi-
tuirsi come nucleo-comunità di servi-
zio, che, in altri termini, significa
esercizio della ·«carità». La «carità» è
occhio vigile agli altri: è la connota-
zione di ogni cristiano e sarebbe as-
surdo se non lo fosse per un Centro.
I Consiglieri devono essere in prima
fila nel vivere questa virtù, segno e
anima dell'azione pastorale salesiana.
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