Bollettino_Salesiano_199810


Bollettino_Salesiano_199810

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
Mensile · Anno CXXII • nr. 9
Spe,liz. in a.p . art. 2 comma 20/C legge 662/96
Faiale di Padova
Spedizione nr. 9/ 1998
Autoriu. DireL Prov. P.T. · 3S100 Padova · C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

▲back to top
LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
LE PAROLE DEL
GIUBILEO/I PASTORI
I santi, i saggi, i profeti, i martiri sono opere dello Spirito Santo.
li loro cuore si va plasmando secondo le sue ispirazioni;
la loro vita prende l'orientamento che Egli va suggerendo.
Tutto per l'edificazione della Chiesa e la salvezza del mondo.
C he cosa
dire dei
capi del le
Chiese, colo-
ro ai quali
tocca orien-
tare , illumi-
nare, unire
le comu -
nità cristiane
sul fondamento che è
Cristo? Hanno anche loro qualche
dono singolare dello Spirito Santo
per svolgere bene la funzione di
Pastori?
Qualche tempo fa si sentiva,
più di oggi, un linguaggio a dir
poco strano : si parlava di carismi e
istituzioni come di realtà contrappo-
ste nella Chiesa, di profeti e struttu-
re , di uomini spirituali e altri che
esercitavano il potere. Tra le istitu-
zioni si includevano quelle che tali
sono, come le organizzazioni , le
leggi e i ruoli . Sovente però veniva-
no buttate nella stessa pentola le
persone chiamate ad esercitare, in
un determinato momento e luogo, il
ministero di guida.
Le istituzioni venivano giudicate
meno aperte allo Spirito Santo, an-
zi addirittura non raggiunte da esso
per il loro carattere piuttosto stabi-
le , tendente a conservare il già ac-
quisito. Lo Spirito è novità, libertà,
energia; era quindi retaggio dei ca-
rismatici e dei profeti , qualche volta
identificati con gli originali. C'è qual-
che cosa di vero in questo . Sem -
plificato eccessivamente o portato
all 'estremo però diventa deviante.
cessori, per primi è sceso lo Spi-
rito Santo il giorno della Penteco-
ste. A loro Cristo l'aveva promesso
e ne aveva parlato per disteso . So-
no stati loro a invocare la venuta
dello Spirito sui fedeli e le comunità
e ad autenticare la sua presenza
dove egli li aveva preceduti. Fino a
questo riconoscimento degli Apo-
stoli , la presenza dello Spirito non ri-
sulta ch iara e la pretesa di essere
da Lui ispirati si presta a non poche
ambiguità.
Nella consacrazione dei vesco-
vi c'è una cerimonia molto sug-
gestiva. Chi ordina, posa le mani
sul capo del consacrando. Poi tutti
coloro che assistono e sono già ve-
scovi passano a loro volta e impon-
gono le mani. È un'invocazione,
quasi una comunicazione, una tra-
smissione dello Spirito che già si tro-
va nel corpo episcopale in forza del
suo collegamento con gli Apostoli.
I vescovi singolarmente e corne col-
legio godono di una assistenza dello
Spirito proprio per rendere ciascu-
no dei cristian i santi , profeti e lieviti
nelle realtà del mondo e per man-
tenere le comun ità cristiane unite ,
salde sul fondamento che è Cristo,
impegnate nella missione di testi-
moniare e annunciare il Vangelo.
Sugli Apostoli, dei quali i ve-
scovi e l'episcopato sono suc-
o r roaRE 1998 BS

1.3 Page 3

▲back to top
Gesù stesso unisce il dono dello
Spirito ai principali atti sacerdotali .
"Ricevete lo Spirito Santo: a chi
perdonerete i peccati gli saranno
perdonati " (Gv 20 , 22-23) ; "Nessu-
no può entrare nel Regno se non
nasce dall 'acqua e dallo Spirito"
(GV 3, 5).
Se lo Spirito ispirasse soltanto
i carismatici e i profeti , la Chiesa
sarebbe un movimento religioso,
non il corpo mistico di Cristo i cui
membri hanno un riferimento visibile
unificante e rapporti vicendevoli an-
che di appartenenza e operatività.
Se ai profeti lo Spirito dà il dono di
leggere gli awenimenti e prevedere i
percorsi della salvezza, ai pastori dà
quello di distinguere se la profezia
corrisponde all'ispirazione evangeli-
ca e giova al bene della comunità.
Se ai carismatici dà la grazia di
anticipare i tempi, cercare vie nuo-
ve e spingere arditamente sulle
frontiere della carità, ai pastori dà
quella di canalizzare tutto verso la
vita e la missione della Chiesa.
Comunica loro soprattutto un dono:
la carità pastorale che li porta a
modellare sentimenti , atteggiamenti
e azioni sulla figura di Cristo Buon
Pastore e a partecipare al suo ser-
vizio di unità, santificazione, miseri-
cordia e riconciliazione.
Don Bosco fu un carismatico,
un originale, un battistrada, un
apostolo con grande libertà di ini-
ziativa e una concezione personale
in non pochi aspetti del lavoro apo-
stolico. In Lui però il senso della
Chiesa come luogo dello Spirito e il
riconoscimento del dono che opera
nei vescovi non ebbero mai la mini~
ma ombra.
Ottobre 1998
Anno CXXII
N umero 9
In copertina:
G li animali sti sempre
di più fanno o pinione ...
Non sono pochi
quelli che rivendicano
un 'anima agli an imali.
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE:
G IANCAR LO MANIERI
Redazione : Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni . Giancarlo De Nicolò ·
Franco Lever Francesco Motto Vito O rl ando
8 STORIA
Don Bosco inedito
16 MISSIONI
L'isola più bella del mondo
20 CHIESA
La sfida gialla
22 CENTENARI
La fabbrica dei preti
26 ATTUALITÀ
Il tempo in banca
32 ON UNE
Animali al vaglio dell'etica
38 STORIA NOSTRA
Una storia comune
di PINO ACOCELLA
di ANGELO BOTTA
di SILVANO STRACCA
di GIANCARLO MANIERI
di BRUNA GRASSINI
di GIOVANNI RUSSO
di NICOLA PECORARO
RUBRICHE
2 /I Rettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 L ettere - IL Zoom - L2 fu Italia & nel mondo
- 15 Lettera ai giovani - L9 Osservatorio - 24 Ritorno alle origin i - 29 Box - 30 Libri
- 34 Come Don Bosco - 36 Carta di Comunione - 37 Il doctor ./. - 41 / nostri Sa nti - 42 I nostri
morti - 43 Don Bosco a fum etti - 46 Solidarietà - 47 fu primo piano/Focus
Collaboratori : Teresio Bosco · Angelo Botta• Ernesto
Gattoni . Giuseppina Cudemo Graziella Curti .
Margherita Dal Lago Serdu Bruno Ferrero ·
Sergio Giordani - Antonio Mélida - Jean-François Meurs -
Pietro Moschetto · Angelo Montonati · Giuseppe Morante ·
Gaetano Nanetti · Angelo Paoluzi · Alessandro Risso ·
Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipri ano De Marie . Franco Marzi
Carla Morselli · Guerrino Pera Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione:
Ufficio Grafico SEI
Diffusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua oltre 1O milioni di copie)
in : Antille (a Santo Domingo) · Argentina · Australia ·
Austria • Belgio (in fiammingo) • Boemia • Bolivia
Brasile • Canada Centro America (in Guatemala) Cile
Cina (a Hong Kong) · Colombia Croazia • Ecuador ·
Filippine · Francia· Germania · G iappone• India
(in inglese, malayalam, tamil e telugù ) . Irlanda• Gran
Bretagna · Italia · Korea del Sud • Lituania Malta ·
Messico - Olanda - Paraguay - Perù - Polonia -
Portogallo • Slovacchia • Slovenia Spagna Sri Lanka ·
Stati Uniti • Thailandia · Ungheria · Uruguay ·
Venezuela - Zaire.
Edizione Cooperatori. A cura dell'Ufficio Nazionale
(Mariano Girardi) Via Marsala 42 · 00185 Roma ·
Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Fotocomposizione : EDIBIT Torino
Stampa : MEDIAGRAF s.p.a. · Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
parte del prossimo numero.
Basta collegarsi via Internet
a questo indirizzo: www.sdb.org
Assodato alla
U nione Stampa
Periodica Italiana
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.556
e-mail: <biesse@sdb.org>
e <gmanieri@sdb.org>
Conto corr. post. n. 46.20.02
intestato a Direzione Generale
Opere Don Bosco, Roma.
BS OTTOBRE 1998

1.4 Page 4

▲back to top
IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
LAVORO: C'ERA
UNA VOLTA IL POSTO
Succede anche che gli adulti non possano farla da maestri
ai giovani in un ambito vitale come il lavoro.
li lavoro, infatti, determina le linee portanti della società
e incide più di ogni altro sulla qualità della vita di ciascuno.
O ggi il lavoro soffre un'epoca
di trapasso . E i giovani
devono fare i conti non solo
con la disoccupazione , ma anche
con le nuove figure lavorative.
Un 'esperienza assolutamente solitaria
rispetto a quanto possono apprendere
dai propri insegnanti e genitori.
Non si tratta solo di "apprendere"
i nuovi lavori , ma di sperimentare
sensazioni vitali che il lavoro porta
con sé , modellando la coscienza
che abbiamo di noi stessi
e la maniera di rapportarci con
la famiglia e la società.
Con il posto statale vanno
sparendo anche i posti sicuri
nell 'industria. Le innovazioni
tecnologiche strettamente legate al
mercato capitalistico del lavoro stanno
rivoluzionando l'accesso al lavoro.
Non soltanto è alta la disoccupazione
giovanile. Ma rimane problematica
la prospettiva lavorativa perché tutto
cambia in questo settore mentre
la transizione è molto più lenta
nella scuola.
Un giovane (fatta eccezione
dei soliti noti) che voglia iniziare
a lavorare, con estrema difficoltà
troverà una proposta di contratto
a tempo indeterminato. Potrà invece
scegliere tra diversi contratti speciali :
formazione lavoro (esteso fino a 35
anni!) della durata di 18-24 mesi ;
apprendistato ; a tempo determinato;
part time; interinale o "in affitto".
In tutti questi casi è prevista
la copertura pensionistica
con versamenti ridotti perché
proporzionali alla minore retribuzione.
Ci sono poi anche le borse-lavoro
presso aziende e amministrazioni
pubbliche , pagate con sussidio
forfettario . Sul fronte del lavoro
autonomo si può accedere ai fondi
previsti dalla legge sull 'imprenditoria
giovanile e .sull 'imprenditoria
femminile. E stata anche creata
una società apposita (Imprenditoria
giovanile) che nel '97 ha contribuito
ad avviare 95 nuove imprese
OTTOBRE 1998 BS
producendo occupazione per 1300
persone. Una goccia nel mare
dei disoccupati.
Se poi un giovane vuole mettere su
una attività in proprio può richiedere il
"prestito d'onore". Nel primo semestre
del '98 sono stati concessi 975
contributi di questo tipo . Altra goccia.
Ma c'è un 'altra forma di lavoro
ormai molto diffusa: quella del lavoro
parasubordinato. Si tratta di
un lavoratore che trova impiego come
consulente o collaboratore stabile
nelle più svariate attività. Per avere
diritto alla pensione il lavoratore deve
pagare all'lnps un contributo del 12%
versandolo in un apposito fondo .
O Tutte queste forme lavorative
hanno un denominatore comune
chiamato flessibilità. Si richiede
cioè che ci sia la disponibilità
del lavoratore ad accettare norme
elastiche che danno al datore
di lavoro la possibilità di decidere
come , quando e perché tenerti,
cambiarti settore , assegnarti
mansioni , interrompere il rapporto .
In sostanza il lavoratore diventa
un po' meno soggetto di diritti.
In un colpo solo si cancellano
di fatto anni e anni di lotte ene hanno
permesso ai lavoratori di raggiungere
importanti traguardi, specialmente
~uello di non essere considerato
come un pacco postale.
I giovani rischian 9-9ldcominciare
aal pacco:-
È in gioco un 'utopia che piace
anche alla dottrina sociale
della Chiesa: la persona al centro
del lavoro e il sistema produttivo in
funzione della persona. La flessibilità
potrebbe essere un primo passo
verno il ritGmo del profitto al centro.
Per fortuna, come appare
da numerosi dibattiti, i giovani
si vanno rendendo conto della
situazione. E saranno essi stessi
a ottenere norme che li salvagl.j9rdino
da un ritorno al passato , nascosto
dietro lo slogan della modernitàl
'd

1.5 Page 5

▲back to top

1.6 Page 6

▲back to top
NEW AGE. Signor Direttore,
Ho letto l'articolo sul new
age (BS apri le 98). Nel riqua-
dro di pag. 40, in fo ndo leg-
go: "e magari comprano .. . il
cd di musica new age, che è
tanto rilassante". Ci vedo un ' i-
ronia non corretta. Non seguo
so cos'è la new age come
movimento, la conosco un
po ' come musica. Verità vuo-
le che si dica che come musi-
ca è davvero, di solito, rilas-
sante. È musica molto adatta
per co lonne di film e per spot
pubblicitari, comunque sia di
solito a me piace, come ascol-
to volentieri Bach, Vecchioni ,
il Gen Rosso, le straordinarie
musiche masso niche di Mo-
zart e molta altra musica che,
semplicemente, mi piace e
non mi pongo il problema di
chi l'ha scritta o cosa voglia
dire. Non mi sembra il caso di
criminalizzare questo tipo di
musica, certo migliore di quel-
la da discoteca.
Sempre a proposito della new
age, qualche tempo addietro
trovai su Repubblica un arti-
colo in cui tra i suoi principali
esponenti si citava Antony De
Mello, l'autore del noto "mes-
saggio di un 'aquila che si
crede un pollo" e di altri libri
di successo. Ne ho letti alcu-
ni , e non mi è sembrato che
dicesse cose non condi visibili
da un cattolico, inoltre risu lta
essere un gesuita: mi sapete
dire se davvero questo è un
autore della new age oppure è
un errore di Repubblica?
Osvaldo, Montevarchi
Un po' pericolosa la sua af
ferma zione: "non mi pongo il
problema di chi l'ha scritta o
che cosa voglia dire". Credo
sia indispensabile rendersi
conto di quel che si ascolta,
come di quel che si mangia, si
beve, si fuma, ecc. Perché il
rischio è di ingerire veleni,
morire lentamente e non sa-
pere perché si muore . Nei ri-
storanti si esige il menu : sa-
pere che piatto ci ammanni-
scono è quanto meno igieni-
co' Non mi va di ingerire
gatto credendo di mangiare
coniglio.
Quanto al resto forse ha ra-
gione. Forse. La musica cli per
sé non ha partito . OK. Ha pe-
generi diversi. Mozart ha
composto oratori, serenate ,
musica eia camera , musica re-
ligiosa... non credo musica
massonica! C'è chi fa musica
"firmata": ricorda i Led Zep-
pelin e il rock satanico? La
musica patriottica del "tren-
tennio" e la carica di "arri-
vano i nostri"? Le marce mi-
litari, sono diverse dalle mes-
se da requiem, le sinfonie dal
melodramma ... Prendere co-
scienza di quel che si ascolta
è non solo saggio ma indi-
spensabile alla sua compren-
sione compiuta. Detto questo,
ho poco da aggiungere sulla
musica new age. Nutro ovvia-
mente dubbi sul "movimento",
fondamentalmente ateo, una
moderna gnosi, un sincreti-
smo panteistico e un relativi-
smo estremo che pone al cen-
tro l' individuo come demiur-
go di se stesso. Ma l'articolo
ne dice a sufficienza .
Per quanto riguarda Antony
De Mello ho telefonato alla
curia generale dei gesuiti a
Roma. Rispondono che non
s'è mai sognato di essere un
esponente del movimento in
questione , che probabilmente
nemmeno conosceva, anche
se alcune battute del libro ci-
tato (che, tra parentesi, sono
appunti pubblicati postumi dai
suoi alunni), possono far pen-
sare a una spiritualità vicina
a quella indù, che non ha
molto eia spartire con la new
age americana.
DALLA " PADANIA".
Turin, al 6 ad juni del 1998.
Sperando di non fare errori di
grammatica nello scrivere nel-
la vostra lingua italiana vi in-
vito formalmente a non in-
viarm i più il Bollettino:
I. Voi non siete amanti della
creazione divina in quanto
usate carta ve rgine per la
stampa. . . Perché non usate
carta riciclata? VERGOGNA!
2. No n mi interessano le vo-
stre atti vità: facc io parte di un
altro sentiero religioso più vi-
cino all ' insegnamento origi-
nale di Gesù Cristo.
3. Voi , cattolici lo siete solo a
parole: in politica siete assai
più a "senso unico" che non
catto lici!
4. Sono padano e voi come
tale non mi riconoscete, dun-
que io non riconosco voi.
5. Essendomi consultato col
mio legale so di avere ragione
a imporvi di non inviare più
la vostra sequela di alberi tra-
mutati in " bollettini".
Lettera firmata
Rroma, ar 7 de ggiugno der
1998!
Non conoscendo l'idioma
longobardico, rispondo nella
lingua di Dante, Boccaccio ,
\\!erga, Pirandello, D 'Annun -
zio, Deledda, Manzoni, Mon-
tale, Ca lvino, Gadda, Levi,
Ungaretti .. .
J. Non so se la carta sia ver-
gine o martire . .. la usiamo
perché costa meno cli quella
cosiddetta riciclata: i soldi ri-
sparmiati li diamo alle mis-
sioni: apparteniamo alla schie-
ra di quegli inguaribili ro-
mantici che tra una pianta e
un uomo ha il torto di pende-
re per la seconda ipotesi. Per-
ciò l'interiezione, in maiusco-
lo che conclude il comma è
rispedita al mittente.
2. Confesso di igno rare "l' al-
tro sentiero religioso piiì vici-
no al' insegnamento di Gesù
Cristo" . Dopo 2000 anni di
interrogativi dei più grandi
geni cieli' umanità, non crede-
vo che la soluzione fosse cosi
a portata. .. di piede! Comun-
que, "cadauno es cadauno" ,
si dice in Spagna, ad ognuno
il suo sentiero. Si auguri che
il suo sia quello giusto.
3. A proposito della politica
dei cattolici: ci sono cattolici
in tutti, proprio tutti, gli
schieramenti, anche tra i pa-
dani' Quindi mi risulta un po'
bL(ffa l'affermazione dei catto-
lici a senso unico' Se c'è una
razza non a senso unico que-
sti sono proprio i cattolici.
4. Riconoscerla come pada-
no? Per mestiere io tento cli
riconoscere gli uomini, senza
etichette... come Mamma li
ha fatti! Per caso è in suo
possesso la notizia - sarebbe
uno scoop! - che ali' inizio
Dio creò il padano , invece
che I' adamo ?
5 . Lei usa consultarsi con un
legale per non ricevere più
una serie cli alberi travestiti?
\\lia 1 Cosa crede che la carta
riciclata venga dagli asteroi-
di ? E la carne che mangia
non è una serie di mucche
travestite da bistecche? E i
suoi abiti eia cosa crede deri-
vino ? E il cuoio o la pelle
de lle sue scarpe, del su.o por-
tafogli, e i mobili, e i libri di
casa sua? O è roba che lei
non usa?
Pertanto, tranquillo: non ab-
bianw bisogno cli ordini per
annullare un indirizzo: certe
operazioni sono un piacere!
E tutta via la salutiamo cor-
dialmente e, da buoni cattoli-
ci , la ringraziamo per gli
anni in cui ci ha letto. E poi i
padani non sono così.
OTTOBRE 1998 BS

1.7 Page 7

▲back to top
ANCORA IL ' 68. Direttore,
quando mai un "tornado"
come lo definisce il "Punto
Giovani" del BS (maggio
'98), non ha schiantato ogni
cosa sul suo cammino, senza
edificare nulla? Sociale o no,
"fricchettone" o no, forse è
presto per tentare di rivalutar-
ne i contenuti , sia pure alla
luce cli "un ripensamento più
pacato". Veramente, a giudi-
care da ciò che è successo
dopo , si dovrebbe concludere
che quel periodo è stato una
vera tempesta, lasciando die-
tro a sé tanti guai di cui anco-
ra oggi scontiamo le conse-
guenze. Sostenere il contrario
sarebbe negare l 'evidenza.
Dott. Corrado, Napoli
A COLPI DI VANGELO. Si-
gnor Direttore, ho apprezzato
la risposta alla lettera che de-
precava la possibile canoniz-
zazione di un criminale con-
vertito. Anche se tardiva, io
vogli o aggiungere la mia ri-
flessione, che poi non è mia,
ma del vangelo, proprio per-
ché mi sento cristiano, e co-
me cristiano devo agire. " Il
Figlio del!' uomo è venuto a
cercare e a salvare proprio
quelli che erano perduti" (Le.
19,10). Pur essendo noi catti-
vi (Le . 11,13) Egli non è ve-
nuto per condannare il mon-
do ma per salvarlo (Gv.
12,47)". "Non son.o i sani che
han.no bisogno di andare dal
medico, ma chi è malato.
Informatevi sul significato di
APPELLI.
Sono un appassionato col-
lezionista di santini. Cerco
e scambio immaginette de-
vote antiche e moderne.
Scrivete a Puccio Mario,
Via Carso, 20 - 92010
Caltabellotta (AG).
Cerco immaginette sacre e
santini. Chi mi può aiutare
inviandomene? Posso an-
che contraccambiare con
altre. Ringrazio anticipata-
mente chi vorrà farlo, con-
tattando: Riccò Alfredo,
Via Folloni, 7 - 42100
Reggio Emilia.
'preferisco il perdono al sa-
crificio'; Perché non sono ve-
nuto per i giusti ma per i pec-
catori" (Mt. 9,12-13). "I pub-
blicani e le prostitute avran-
no un posto migliore nel regno
dei cieli!" (Mt. 21 ,31 ). Vi di-
co che se la vostra giustizia
non supera quella degli scribi
e dei farisei (degli uomini del
mondo), non entrerete nel re-
gno dei cieli" (Mt. 5,20).
Non c'è dunque ragione di ar-
rabbiarsi se ladri, assassini
e/o prostitute si convertono,
anche all 'ultimo momento,
"Hanno lavorato un'ora sola
e hanno preso la stessa paga
di chi ha lavorato tutto il
giorno", (Mt. 20,12); così "i
primi saranno gli ultimi e gli
ultimi primi" (Mt. 20,16), non
c'è da scandalizzarsi, al con-
trario c da gioire, perché
davvero il Signore è come lo
definisce la Scrittura: "santo e
misericordioso".
Gabriel Maria
Grazie, signor Gabriel Maria,
non avremmo saputo far me-
glio. Mettiamo le sue rifles-
sioni a disposizione dei letto-
ri, come luminoso esempio di
risposta "a colpi di Vange-
lo". Vorremmo essere in molti
ad avere questa capacità di
lettura vitale che fa penetrare
la "buona notizia" nella car-
ne viva, nel tessuto storico di
ogni uomo , di ogni giorno.
Caro dottore , l'articolo in
questione, nella sua forzata
brevità, agganciava problemi
che a suo tempo hanno colto
tutti di sorpresa e dato un bri-
vido al mondo. Su questo mi
pare che anche lei sia d' ac-
cordo. Divergo in.vece nella
valutazione. Sono con.vinto
che il ' 68 sia l'epifenomeno
di una causa non la sua origi-
ne. "/ mali che sopravvenne-
ro dopo" non son.o attribuibili
pari pari al "tornado" , ci sa-
rebbero stati lo stesso ... Dia
un.o sguardo alla storia del
'900, non stenterà a con.vin-
cersene. Chi ha rotto gli argi-
ni allora? Chi viveva mag-
giormente il disagio , i giova-
ni. Un tornado, come ben sa ,
è originato da una serie di
concause che lo caricano len-
tamente fino a metterlo in
moto. E un.a volta partito non
si ferma fin ché non si sia sca-
ricato. La risposta a una let-
tera non può con.tenere un' a-
nalisi critica della storia di
tre quarti di secolo. Me ne
scuso. Torno a ripetere tutta-
via che sparare sulla rivolu-
zione giovanile di tren.t' anni
fa (o farn e il panegirico) non
mi sembra operazione corret-
ta: è sparare sugli effetti la-
sciando intatte le cause .
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere per-
venute in redazione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli amici.
Comunicate subi-
to il cambio di in-
di rizzo (mandan-
do sempre la vec-
chia etichetta).
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS OTTOBRE 1998

1.8 Page 8

▲back to top
Il professor Pino Acocella presenta una possibile interpretazione
DON BOSCO INEDITO
di Pino Acocella
Ritratto di Cesare Cantù,
scrittore e storico di area cattolica,
divenuto notissimo,
ha lasciato un numero imponente
di saggi letterari, scritti storici,
racconti sociali. .. e una storia
universale di 52 volumi.
Il prete del romanzo
" Portafoglio di un operaio"
può essere Don Bosco.
Qualche anno prima che
Don Bosco incontrasse,
l'B dicembre 1841,
Bartolomeo Garelli -
e ne facesse la "icona"
di tutti i giovani ai quali
si sarebbe dedicato -
si cominciò ad avvertire
da parte degli spiriti più
sensibili una crescente
preoccupazione per gli
scompensi che la nuova
società industriale
creava nell'equilibrio
morale e sociale in specie
delle giovani generazioni.
OTTOBRE 1998 BS
Don Bosco che ha fatto e insegnato molti mestieri capiva
fino in fondo le difficoltà e le esigenze dei giovani lavoratori.
P er primo il cattolico Cesare
Cantù, nel 1837, pubblicò un
libro destinato ad una straordi-
naria fo1tuna editoriale, il giovinetto
drizzato alla bontà, al sapere, ali' in-
dustria, al quale fece poi seguire al-
tri due volumi che nello stesso an-
no, presso lo stesso editore, Gaspare
Truffi in Milano , formarono col pri-
mo la trilogia voluta dal Cantù per
fornire ai giovani avviati all'indu-
stria un "catalogo progressivo delle
sue cognizioni utili". Pochi anni più
tardi, appena maturata la prima e-
sperienza dell'oratorio, Don Bosco
avrebbe pubblicato, nel 1847 (l ' anno
seguente la "conquista" della tettoia
Pinardi), un opuscolo che si inseriva
nel filone inaugurato dal Cantù, il
ben noto Il giovane provveduto.
CORRENTI MORALI
Ma se torniamo agli anni prece-
denti al 1841, proprio quando Cantù
si dedicava all'educazione morale
della gioventù lavoratrice, in q uel
1837 Giovanni Bosco si preparava
al sacerdozio nel seminario di Chie-
ri, e iniziava la "teologia". Ha ricor-
dato Pietro Scoppola che in quel se-
minario " i rigoristi si opponevano ai
benignisti; ma comune a tutti era
una visione drammatica del proble-
ma della salvezza individuale, spe-
cie per il sacerdote ... I rapporti tra i
giovani in fo1mazione e i loro supe-
riori erano dominati dal rispetto e
dal timore, piuttosto che animati
dalla fiducia e dalla fami liarità".
LA SCELTA
RIVOLUZIONARIA
Da questa temperie e da questo
clima nacque irresistibile in Don
Bosco l'intenzione di una linea ed u-
cativa che nella amorevolezza, nella
positiva considerazione dell 'alle-
gria, nel rifiuto della mortificazione
cieca del corpo svilupperà una le-
zione intramontabile, segnata ap-
punto dal "benignisrno". In un mo-
mento storico in cui cominciava a
farsi strada (come ancor più decisa-
mente avverrà successivamente nel

1.9 Page 9

▲back to top
di un romanzo di Cesare Cantù.
DON B.
clima del positivismo) un a fid ucia
pagana e materialista, che additava
nella esaltazione del corpo (e nell a
fo ndazione positiva dell a scienza)
lo scopo ul ti mo dell 'esistenza. Si
tratta anche - per semplificare - di
una reazione ad una tradizione spiri-
tuale che riteneva possibile la sal-
vezza solo attraverso la mortifica-
zione dell a carne.
Don Bosco si deciderà a co ntrap-
poITe ali 'indirizzo materiali st ico una
concezione che, esaltando lo sp irito
ed il suo pri mato, non accettava di
mortificare l'es uberanza, le
tendenze naturali dei giovani al
gioco e al mov imento, l' all egria
(si ricordi la "Società dell ' Allegria"),
e certamente nemmeno di trascurare
le legittime es igenze naturali, con
ciò stesso tuttavia avversando l'e-
saltaz ione del corpo in sé.
CANTÙ E ROSSI
Cesare Cantù , cattoli co liberale,
attento ai desti ni delle class i popo la-
ri , celebrato scrittore, autorevole
storico, inaugurava una feconda sta-
IL
DJHZ Z A "i'O
ALLA Il0~1À , AL mm, àLL' INDUSTRLI
ICesare Cantù,
Il giovinetto drizzato alla bontà,
al sapere, all'industria.
Ed. Gaspare Truffi , Milano 1837.
li libro precede di poco " Il giovane
provveduto" di Don Bosco.
GIO\\'IN E rnovnnUTO
~11,n~:i~·mo;~
~- mu nmm nt1lLnuBm·i u ,mt
o"'"""."..".".."."..",i;è,t:.,':1<!,b;.o....:-
, 1T111iC1lll01 U HISICH
.. .......... .. _.,uuo
l l 'll.
I Bosco Giovanni, Il giovane
provveduto, una edizione del 1875.
Quasi un vademecum
per orientare i giovani non solo
in campo strettamente spirituale.
gione letteraria mirante all a eleva-
zione di quelle classi. Ali ' indomani
dell ' unificazione italiana Cantù in-
contrò l'esperienza significativa com-
piuta da un rappresentante emble-
matico del cattolicesimo sociale ita-
liano, Alessandro Rossi .
Basti qui ricordare che il Rossi si
adoperava nella stessa direzione vol-
ta a valorizzare la condizione .mate-
ri ale delle classi popolari (in parti-
colare dei ceti operai, stante la sua
esperienza di grande imprenditore
laniero, tra i più illuminati dell ' Ot-
tocento). Non fu certo un caso che,
come ha ricordato Piero Bairati, pro-
prio Ross i si rivolse a Don Bosco
perché i sales iani andassero a Schio
per rilevare le attività dell ' Oratorio
San Luigi, sorto presso la fabbrica
nel 186 1 (come avvenne però solo
parecchi anni dopo , nel 1901).
PRECURSORE...
COME SEMPRE
In realtà, agli spiriti più lungimi-
ranti Don Bosco apparve presto aver
compreso profondamente la società
moderna. Rifi utando ogni atteggi a-
mento antindustrialista, il figlio di
contadini si propose di intervenire
assecondando il processo di moder-
nizzazione e lo sviluppo che com-
portava, rifi utandone però le ingiu-
stizie e i malanni morali e sociali.
È significativo peraltro che il se-
natore Cantù decidesse di recarsi a
Valdocco il 14 maggio 1864 - anno
centrale per i destini dell a società
sales iana - con uno scopo dichi ara-
~~ ·
. -::::::::::: _ 11
o
o
o
SQUILLA IL
. ......, TtLHONINO :
))
ID.L.L_
(IIE Cr/OJA
llS -RISPCWl>ell_
IfDil PtLIAStlA
~'tH/IJl1ATfi,,!
~
STORIA D'ITALIA
11,ICCONT,\\'l'A ,IL LA GIOVEN'l'U'
1u'su o 1 r n u11 Ab l UTOR I
SISO,\\ l ,>;OST RI C:IOI\\S I
Cou nuuloga tl u.l'IA Geog1•nllcm
. q.o o TOll lNO, ISG I
Ho,;1:::.:.A~!;~ :~v~~~:~:~A-~~ 2~
Bosco Giovanni, Storia d 'Italia.
to: assistere all a rappresentazione di
una com medi a, ispi rata ai classici,
messa in scena dai ragazzi delle
scuole e dell ' oratorio di Don Bosco.
Cantù riteneva che a Valdocco si
stesse compiendo un ulteriore passo
nella direzione - da lui già intrapre-
sa quasi un trentenn io prima - del-
l'educazione popolare. Don Bosco,
del resto, conosceva bene l' opera
del Cantù, soprattutto la sua Storia
universale, la cui influenza può es-
sere avvertita nell e opere di divul -
gazione storica preparate dall o stes-
so Don Bosco per i suoi ragazzi,
come la Storia sacra, del 1847, o la
Storia d' Italia , del 1855.
BS OTTOBRE 1998

1.10 Page 10

▲back to top
STORIA
UNIV E RSALE
CESARE CANT Ù
!0110 l.
20103
TOR!l'( O
Pnt.Sso c . r O)IBA E c . EDITOnr
l 8t1 0
Cantù Cesare, Storia Universale.
UN ROMANZO
"SOCIALE"
Pertanto quando, pochi anni dopo,
compare un sorprendente "romanzo
sociale", che per la prima volta pre-
senta come protagonista un operaio,
non meraviglia che l' autore fosse
propri_o Cesare Cantù. L'operaio pro-
tagonista del romanzo, Savino Sabi-
ni, è un immigrato napoletano nel
nord industriale, e a sollec itare Can-
tù a scrivere questo romanzo, Por-
tafoglio di un operaio, era stato,
guarda un po' quando si dice il ca-
so, Alessandro Rossi, che nel 1866
all' ingresso in Senato, incontrò ii
Cantù che allora iniziava il suo ulti-
mo anno di mandato parlamentare.
Il _Rossi_ era impegnatissimo in que-
gli anm a promuovere "istituzioni
morali" atte a "ricreare modesta-
mente l'operaio, istruendolo insie-
me" . Nasce così l'idea del romanzo
che sarà pubblicato nel 1871.
CANTÙ COOPERATORE!
Ancor più del Rossi, Cantù cono-
sceva l'opera di Don Bosco. Presen-
te a Valdocco, come già ricordato
nel n:iaggio 1864, aveva potuto cert~
segmre, nello stesso ann o la fonda-
zione della Società Salesi;na - que-
sta moderna congregazione religio-
sa dalle fonne inedite e dedita all'a-
p~st~lato popolare - realizzata pro-
prio m quell ' anno. Cantù aveva ap-
prezzat? quel " tal Don Bosco", che
racco~hev_a, soccorreva, istruiva gio-
va111 1mm1grati nell 'Ctal ia industria-
ormaRE 1998 ns
I
Un curi oso ritratto
di Don Bosco giovane, dinamico,
lo sguardo furbo e intelligente ...
le, ed era così attento alla formazio-
ne ~ei sacerdoti vocati in questo
speciale campo dell'educazione po-
polare. Al punto che, come certa-
mente assai pochi sanno, Cantù vol-
le essere cooperatore salesiano(!).
C'È UN PRETE
NEL ROMANZO...
Vorrei a questo punto richiamare
I'_attenzione proprio su un paragrafo
d1 questo primo " romanzo sociale"
dell'Italia un ita, che si intitola Il
prete e gli operai. Il prete descritto
rappresenta una figura inedita nel
panorama letterario italiano. Si chia-
ma don Benigno, ed il nome certo
non era scelto a caso, come accade-
va nel romanzo italiano del periodo.
Il riferimento all'atteggiamento del
sacerdote verso i suoi interlocutori
va certo riferito all a tradizione "be-
nignista" che, come abbiamo visto
aveva influenzato direttamente 1~
formazio ne di Giovanni Bosco. Gli
operai cui don Benigno si dedica
sono giovani immigrati per i quali
"i curati vicini si condolevano con
don ~enig?~, curato di quella par-
rocch~a, d1p111gendo que' pontieri,
quegli stradaiuoli, quelli ingegneri
come la schiuma de' giovinastri
d'ogni paese, senza fede, senza co-
stumi". Sembra di risentire l'eco di
pag_ine delle Memorie Biografiche, a
tutti note, su lle difficoltà incontrate
da Don Bosco presso tutti i sacerdoti
sospettosi, infastiditi dell 'oratorio eh~
nasceva per raccogliere i "piccoli
muratori" (pontieri e stradaiuoli).
LO STILE LO RIVELA
Ma si faccia attenzione al modo
in cui viene descritto lo speciale
rapporto educativo instaurato da
don Benigno con i giovani: "Venne
a. noi, dandoci un saluto, una presa
d1 tabacco; parlandoci del tempo ,
del caldo, dei nostri lavori, del sala-
rio, degli utensili, delle macchine;
ammansando i riottosi, acconcian-
dosi ai nostri portamenti, compaten-
doci dei dispiaceri , congratulandosi
delle fortune". Considerate le pre-
messe, può nascere con sicuro fon -
damento un dubbio: che don Beni-
gno sia una "figura" di Don Bosco?
E ancora non basta. Dopo un inci-
dente accaduto ad alcuni giovani
operai, don Benigno, prestati i primi
soccorsi, "seguitò i giorni seguenti a
visitarli, e il premio più caro fu
quando essi gli domandarono di
confessars i". Una "amorevolezza"
finalizzata alla salute dell'anima
dunque: "Da mihi animas, coeter~
tolle". Don Bosco parla spesso della
"sal ute dell ' anima", trasferendo al-
l 'ambito spirituale espression i ordi-
n_ariamente riferite al corpo, mentre
s1 prodiga con i suoi oratori perché
la "salvezza del corpo" si riveli
strettamente legata a quella dell 'ani-
ma e certamente non in contrasto
con questa.
UN CONFRONTO
LEGITTIMO
"Egli andava in giro non solo
nella sua parrocchia, ma anche nelle
vicine per accattare grembiuli, ca-
miciotti, calzoni , berretti da portare
ai più poveri ... E diceva: Oh, fos-
s'io giovane di 20 in 30 anni! Vorrei
istituire l'ordine de' cappellani
degli operai, che li seguissero nei
loro lavori come i cappellani d' ar-
mata". Basterà riportare all a memo-
ria - confrontandole con queste di
Cantù - le pagine delle Memorie
Biografiche che ricordano le ansie
di Don Bosco nel sognare una So-
cietà che andasse ai giovani fi n nei
più perduti posti della terra. Il dub-
b_io è sempre più forte: che questo
ntratto d1 don Benigno - inserito da
Cesare Cantù nel suo romanzo - sia
proprio un a "icona" ignorata di Don
Bosco?
Pino Acocella

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
GABON. Monsignor Basil
Mve, già vescovo salesia-
no di Oyem , il 29 giugno ,
in occasione della festa dei
santi apostoli Pietro e Pao-
lo, ha ricevuto in San Pietro
dal papa Giovanni Paolo Il,
che ha rinnovato un'antica
trad izione , il "Pallio" arcive-
scovi le: un'insegna specia-
le, di lana, riservata ai pre-
lati di chiese importanti.
Monsignor Mve, infatti, è
stato trasferito alla sede
primaziale della capitale,
Libreville, di cui ha già pre-
so possesso.
r
TORINO, SINDONE . In
occasione dell'ostensione
della Sindone (aprile/giu -
gno '98) , il comitato orga-
nizzatore ha approntato
cartoline commemorative
con annullo speciale, per il
settore filatelico-storico .
Uno dei soggetti adottati
ha ottenuto grande suc-
cesso, quello riproducente
il dipinto "Ecce Homo! (in
foto), realizzato da Pierre-
Octave Fasani, salesiano
di San Benigno Canavese,
con il volto del Cristo ispi-
rato a quello che compare
sul lino sindonico.
ROMA. I novizi salesiani di
Monte Oliveto , in pellegri-
naggio nella Città Eterna,
hanno visitato le quattro
grandi basiliche giubilari, S.
Pietro, S. Giovanni in La-
terano, S. Maria Maggiore,
S. Paolo Fuori Le Mura, e
si sono raccolti nei luoghi
dove ha preso l'avvio e si
è sviluppata la più incredi-
bile avventura della storia,
quella cristiana. Sono le
avanguardie della grande
stagione dei pellegrinaggi
che si aprirà presto. Il
grande movimento giubila-
re può dirsi iniziato.
SU WON , COREA DEL
SUD. Due bambini della
scuola diocesana della cit-
tà, avvolti negli splendidi
vestiti tradizionali, accolgo-
no il vescovo in visita pa-
storale alle loro classi. La
scuola è affidata dal 1993
"" alle Figlie di Maria Ausilia-
trice, chiamate proprio per
farsi carico della organiz-
zazione e direzione del
complesso scolastico dio-
cesa no. Ogg i vi lavorano
in quattro, occupandosi tra
l'altro anche di catechesi e
di oratorio.
LIMA PERÙ . L'oratorio di
Rfmac si è vestito a festa
per ricordare il giorno
anniversario della sua
fondazi.one , che risale al
1937 . E il primo oratorio
salesiano del Perù . La Mc
Donald's per l'occasione
i.. ha offerto a tutti gli orata-
..,
riani partecipanti alla festa
i suoi prodotti. Ed è stato
bello vedere che molti di
loro non hanno consumato
il pasto, a base di bibita e
panini, in attesa di spartirlo
con i propri fratellini che
avevano lasciato a casa.
r
CORDOBA , SPAGNA. I
salesiani di Cordoba han-
no avviato, in uno dei sob-
borghi più degradati della
città, una ambiziosa attività
denominata "Progetto Ma-
gone", rivolta a una qua-
rantina di minori ad alto ri-
schio sociale. Essa tende ,
attraverso iniziative mirate,
molto ben studiate e altret-
tanto ben condotte , al re-
cupero e al re inserim ento
a pieno titolo dei ragazzi
nella società, perché siano
i protagonisti del proprio
futuro e diventino animato-
ri dei propri compagni.
BS OTTOBRE 1998

2.2 Page 12

▲back to top
IN ITALIA&NEL MONDO
CASTELGANDOLFO
INCONTRO TRA
LE RELIGIONI
Giovanni Pao lo II sta prepa-
rando un incontro con i capi
di tutte le re lig ioni in Vatica-
no in occas ione del Giu bileo
del 2000. È il secondo grande
appuntamento promosso dal
papa dopo quello in Assisi de l
27 ottobre 1986. Ha confer-
mato la notizia Chiara Lubic h,
fondatrice de l movimento de i
Focolari all a conclusione del
terzo incontro internazionale
dei musulmani amici de i Fo-
colari, che ha riunito circa 200
seguaci di All ah, da ogni parte
del mondo. L ' urgenza del dia-
logo tra le d iffe renti religioni
è improcrast inabile orm ai, in
un mondo sempre più mul-
tietnico, multiculturale, mul-
tireligioso .. . Uno dei leaders
dei musulmani ha dichiarato
che non poss iamo stare tran-
quilli finché non realizzeremo
il disegno di Dio sopra l' uma-
nità: essere una sola famiglia.
00 ' 11osco EN LA FILATELI A
XXII f.XPOSICIÒN
"-'""!O>
Dell6 , \\ J \\ doEncrodc \\99S
\\ - . ,•- ._,"
ii ;, \\ : ' \\
1837 ;- '""'i;;
~
so
LC
UU! O
Ot• Y
ASOCIACIÒN FILATÉL\\CA y NUMISMÀTICA
M,COY
ALCOY, SPAGNA
LA PRIMA VOLTA
DIDONRUA
IN FILATELIA
Un annullo speciale ded icato,
per la prim a volta nella stori a
della congregazione, a don
Ru a è stato concesso dalle po-
ste iberi che, in occasione del
I 61 anni versari o della sua na-
scita. L ' iniziati va è stata pa-
trocinata da ll 'associazione Fi-
latelica e Numismatica di Al-
coy, cittadina industri ale dell a
regione di Valencia, dove nel
gennaio scorso, si è tenuta la
XXII esposizione d i fi latelia.
A lcoy ha una radicata e ap-
prezzata presenza salesiana,
con due collegi e due unioni
di exalliev i di molto rilievo.
PANAMA, PANAMA
ASCUOLA
DI DOMENICA
L ' oratorio de ll e Fig lie di Ma-
ri a Ausiliatrice di Panama fa
scuo la di domenica . Arr ivano
in 350 alunne da i 14 ai 36
an ni e non per g iocare: siedo-
no sui banchi e imparano cu-
cina, tag lio, confezione, cuci-
to, tessitura, ma anche ingle-
se, musica, info1matica... e
alcune iniziano la prima alfa-
beti zzazione, poiché il 20 % d i
loro non sa leggere scri-
vere. Perché la do menica? Gli
altri giorni lavorano per man-
tenersi e mante nere la fa mi -
g li a. Il Ministero de ll 'Educa-
zione ha approvato i corsi,
così questo oratorio double-
face cerca d i dare un futu ro
a lle ragazze.
TAINAN, TAIWAN
UN PREMIO
La comuni tà delle Figlie di
Maria Ausili atrice ha ri cev uto
un premi o per i trent' anni d i
atti vità edu cati va, apostolica
e pas torale nascosta, conti-
nua, generosa all a popo lazio-
ne. Il prem io è stato conse-
gnato da l sindaco d i Ta inan
a ll a direttri ce suor Shu M iao
Hsuan, ma in lei ha volu to ri-
cordare tutte le suore che so-
no passate ne ll a casa e che
hanno svo lto la loro atti vità
con l'unico intento d i aiutare i
più poveri. Le motivazioni
che hanno determinato la con-
segna del premio sono: il ser-
vizio e l'aiuto disinteressato
alle persone anzia ne; la scelta
preferenziale dei poveri nel-
l'accettazione degli alunn i de l-
la scuola matern a; il manteni-
mento delle rette access ibile
anche ai più ind igenti , l'aper-
tura de ll 'oratori o fes ti vo a i
ragazzi senza possibili tà di
freq uentare i ritrovi promossi
da altri enti ; il coi nvo lg imen-
to dei genitori nell e atti vità
educati ve de lla scuo la con
l'organi zzazione di incontri di
fes ta, sia a carattere civile che
re li gioso.
OTTOBRE 1998 BS

2.3 Page 13

▲back to top
ERRATA CORRIGE:
Numero Luglio-Agosto'98
MENO 18
.
La riga : "1499 battaglia di Lepanto
e fermata dei turchi".
.
t lta
La datazione è errata. La riga va o .
MEN016
BANGALORE, INDIA
LA MELA D'ORO
Suor Nancy Pere ira è la Figlia
di Mari a Ausiliatrice che ha
vinto la Mela d' Oro, per aver
avv iato a Banga lore in India
un fo ndo per i poveri, inserito
nel progetto FIDES (Family
Integrai Development Educa-
tion Scheme). Si rivolge a cir-
ca 3000 famiglie che vivono
in 10 vill aggi diversi negli
slum . Da se i an ni suor Nancy
lavora in collaborazione con
laici impegnati per lo sv ilup-
po e l 'educazione integrale
delle fami glie.
Il suo obiettivo è quell o di
rendere le famiglie più povere
capaci di migljorare con il frut-
to de l proprio lavoro la pro-
pria condi zione sociale. Co l
sostegno dell a Caritas olande-
se è nata così una banca di
credito della solidarietà. I pre-
stiti vengono dati a chi li ri-
chiede dimostrando di saper
ri sparmiare in un anno una
picco la somma. Si es ige inol-
tre la partecipazione agli in-
contri bisettimanali del gruppo
che educa al buon uti lizzo dei
prestiti . Le fa miglie parteci-
pano a corsi di formazione su
attività produttive come alle-
vamento, apicoltura, coltiva-
zione degli ortaggi e fiori , ri-
camo artigianale, lavorazione
di mattoni, ecc. per imparare
a realizzare piccole imprese
fa mili ari.
TOKYO, GIAPPONE
IL TELEFONO
DELLA VITA
Il Parco Yoyog i, nel centro
dell a città, è ormai famoso
nell a capitale ·come luogo di
ritrovo giovanile. Qui i ragaz-
zi e le ragazze si riuniscono
soprattutto la domenica. Co-
stumi e colori di ogni genere,
trucchi , parrucche rosse, gial-
le, viola, musica rock spacca-
timpani , affo ll amento fino al-
le ore picco le . .. Sono questi i
segni che li contraddistinguo-
no, la loro trasgress ione, la
protesta contro le istitu zioni ,
fi no alla fu ga, alla delinq uen-
za, al suic idio. Come dapper-
~
"
tutto nelle città occidentali .
Per far fro nte a questo disagio
le suore hanno aderito alla
iniziati va de l "Te lefono per la
vita", lanciata da "Inochi No
Denwa", una federaz ione af-
filiata ali 'associazione per la
prevenzione dei suicidi. 24
ore su 24 d i asco lto, 500 vo-
lontari appos itamente prepa-
rati che si alternano alle ri -
sposte. I problemi più denun-
c iati : solitudine e contrasti fa-
miliari . Sono tre le Figlie d i
Maria Ausili atrice che offro-
no ore di servizio al telefono.
"Il nostro compito, confida
un a di esse, è que llo d i asco l-
tare e condividere la sofferen-
za. Generalmente non offria-
mo so luzioni ai problemi , non
chiediamo il nome di chi te-
lefona. L 'anonimato permette
così una maggior libertà di
es press ione. I giovani raccon-
tano, parlano a lungo... A
volte in quattro ore di volon-
tari ato, ascolto solo due o tre
telefonate. Da quando ho co-
minciato questo servizio, ho
scoperto storie ed esperienze
molto dure ... È cambiato il
mio rapporto con le alunne a
scuola... Ora mi fe rmo di più
ad ascoltarle".
I La busta 1° annullo delle Poste Vaticane presenta
sul frontespizio in primo piano Giulio lii e in
secondo piano Paolo lii: ai due pontefici è toccato
l'onore di indire (Paolo lii) e celebrare (Giulio lii)
il Giubileo del 1550, il nono della storia cristiana.
IL GIUBILEO DEL CONCILIO DI TRENTO
1545 Inizio del Concilio di Trento.
1555 Pace di Augusta. Sancisce tra l'altro il principio :
cuius regio eius et religio : la religione dei sudditi è
quella stessa del re.
CAOUTA E RINASCITA
li Giubileo del 1500 può senz'altro essere considerato
quello della rinascita cattolica , dopo il grave scisma
che aveva indelebilmente segnato la Chiesa con la
scissione luterano-calvin ista che precedette di poco
quella altrettanto traumatica dell 'Inghilterra di Enrico
Vili , chiamata anglicana.
Il maggiore avvenimento che caratterizzò la metà del
secolo XIV fu il Concilio di Trento , che avrebbe segna-
to la Chiesa per i secoli futuri , fino praticamente al
Concilio Vaticano Il. Paolo lii Farnese lo ha indetto e
Giulio Il Del Monte (un romano dopo più di un secolo
di pontefici "stranieri") lo ha celebrato e concluso.
Fu dunque un evento al centro di rivolgimenti epocali
che , stavolta, più che la politica riguardavano proprio la
religione . La Chiesa di Roma comincia a comprendere
l'urgenza improcrastinabile di un cambio radicale. Pur
tra nepotismi ed intrighi , che non permettono certo di
annoverare i due papi in questione tra i campioni della
morale, stavano tuttavia maturando tempi nuovi .
Il Giubileo fu quasi esclusivamente onorato da pelle-
grini italiani, ma lo sforzo di Roma per accoglierli
meglio possibile fu davvero notevole. Per la prima volta
vennero costruiti nella Città eterna dei grandi alberghi
per ospitare i pellegrini e nacquero le confraternite ,
che renderanno stabili le strutture e le organizzazioni.
Illustri e molto noti i personaggi che hanno espresso la
loro fede attraverso la partecipazione ai riti penitenziali
e alle cerimonie liturgiche giubilari. Fra questi vogliamo
ricordare San Filippo Neri, Sant'lgnazio di Loyola , il
grande Vasari e il sommo Michelangelo, che papa Giu-
lio nominò alla direzione della Fabbrica di San Pietro.
BS OTTOBRE 1998

2.4 Page 14

▲back to top
l00annf fa
Il BS dell'ottobre 1898 è praticamente un numero monografico,
quasi interamente dedicato ai festeggiamenti tenuti
a Castelnuovo d'Asti per l' inaugurazione di un monumento
e l'intitolazione di una via a Don Bosco. Vi presero parte
autorità civili e religiose, 7 vescovi tra cui i grandi missionari
monsignor Cagliero e monsignor Costamagna,
don Rua primo successore di Don Bosco e folla innumerevole.
Riportiamo qualche brano dell'inaugurazione.
MESTRE
MONUMENTO A DON BOSCO
Il 18 settembre era destinato a divenire immortale nei fa-
sti di Castelnuovo, tutto indorato da uno splendido sole
autunnale. Archi di trionfo, arazzi, zendadi, bandiere,
pennoni, tutto ci dice che è festa solenne [... ]. Contam-
mo ben 27 bandiere, tra cui quella della banda dell 'Ora-
torio Festivo di S. Francesco di Sales di Torino e quella
della Unione Antichi Allievi dello stesso Oratorio, che
furono ricevute con particolare simpatia, perché ricor-
danti le storiche passeggiate di D. Bosco nell 'Astigiano
[. .. ]. Finite le sacre funzioni , il Municipio con delicato
pensiero offre nella sala del Palazzo Comunale alle
EE.LL. i Rev.mi Vescovi un cordiale rinfresco; quindi,
formatesi l'immenso corteo, si procede, guidati dalle
bande, alla bellissima e pittoresca Piazza S. Rocco, ove
sorge il monumento.
Il colpo d'occhio, che presenta la vasta piazza, è addirit-
tura superbo, incantevole. La folla si compone di molte e
molte migliaia di persone, ed un 'altra folla sta sui balconi
ed alle finestre, mentre i curiosi sono saliti sopra i tetti.
[... ]. Dopo una marcia eseguita da una banda salesiana,
si scopre il Monumento, opera bellissima del bravo scul-
tore Antonio Stuardi. L 'effetto è magnifico, l'entusiasmo
al colmo. Il gruppo rappresenta Don Bosco con a lato un
giovanetto sugli otto o nove anni, che il sacerdote stringe
al suo fianco, ed un giovane adolescente Patagone, che
prono bacia la mano al suo benefattore [... ].
(Il prof. Fabre) esordendo dall'idea gentile degli Antichi
Allievi di deporre una palma di bronzo ai piedi del mo-
numento, parla a loro nome, dimostrando come degna-
mente il comun Padre abbia meritata la palma in tutti i
campi, combattendo e vincendo le difficolfà della sua
posizione, l' incredulità del suo secolo[ ... ]. E vivamente
applaudito.
OTTOBRE 1998 BS
EUKLENT,
UNA VITA NUOVA
Una storia a lieto fine, dai cri-
mini di strada, ali ' iniziazione
cristiana, un raro esempio di
conversione. Dopo essersene
andato da casa ancora adole-
scente, Euklent Plaku, albane-
se di 19 anni, ha fatto la trafi-
la di tutti gli immigrati: una
vita di stenti e di piccoli stra-
tagemmi per "sbarcare il lu-
nario". È durata finché non ha
incontrato un salesiano, che
lo ha accolto e lo ha avviato a
una vita normale e lo ha inse-
rito nel mondo della scuola
perché potesse trovare la sua
strada. Euklent è finito così
all ' istituto salesiano San Mar-
co di Mestre per frequentare
la scuola professionale. A
maggio di quest 'anno il gran-
de appuntamento a segnare la
terza svolta nella sua vita, do-
po l' uscita dal suo paese e
l'incontro con don Semeraro:
di fron te a 400 compagni di
scuol a Euklent ha ricevuto i
sacramenti del battesimo, ere-
sima e comunione, primo ra-
gazzo extracomunitario tra
quelli accolti nella scuola sa-
lesi ana a decidere di diventa-
re cristiano. "Ho scelto di ri-
cevere i sacramenti , spiega,
perché quando ormai mi sen-
tivo perso, senza alcuna pos-
si bilità di riscattarmi, pregavo
Dio che mi aiutasse. E se oggi
mi trovo qui e non dietro le
sbarre di qualche prigione,
evidentemente deve avermi
sentito forte e chiaro".
MONDO
episodi tendenti a dimostrare
come a questo mondo non c'è
nulla di sacro, non esiste Di o,
ALLARME
sacramenti, né sacerdo-
zio ... Solo la forte reazione di
Il fine secolo sembra rinfoco- protesta generalizzata ha co-
lare nei media il vecchio vez- stretto la compagnia a ritirare
zo dell'anticlericalismo e del- il prodotto.
1'anticattolicesimo, considera- - È in ripresa il satanismo
te ormai battaglie desuete, che, secondo un flash della
frutto di una cultura superata. Agenzia Zenit, potrebbe orga-
- Una telenovela messa in nizzare pesanti azioni di di -
onda dalla televisione messi- sturbo durante lo svolgimento
cana attacca con virulenza il del Giubileo, in combutta con
sacerdozio cattolico.
numerose altre sétte religiose.
- A Broadway negli USA Te- - E, dulcis in fundo, sembra
rence McNally lancia "Cor- che una casa cinematografica
pus Christi", un 'opera teatrale stia preparando un film in cui,
che presenta blasfemicamente rubata la Sindone per prele-
la figura di un Cristo gay.
varne il DNA, due loschi figu-
- Sempre negli USA la cate- ri , un fanatico religioso e un
na televisiva ABC della Walt delinquente assetato di potere,
Disney ha messo in onda tenteranno di clonare Gesù ...
"Nothing sacred", una serie di Siamo proprio ridotti male!

2.5 Page 15

▲back to top
I
I
LETTERA Al GIOVANI
Caris s imo/a,
I t reni non godono grande
considerazion e. Alcuni pre-
gi restano: trovarti per
esempio seduto di fronte
a qua lcuno che, se sta i leg-
gendo, ha una gran vog lia
di attaccar bottone. "Se
vuoi vedere il dopo terre-
moto, mi interpe ll a uno
sa lito alla stazione di No-
cera, devi entrare nelle ca-
se. Fuori l'effetto terremo-
to è visibile, ma non ti dice
quanto è successo dentro
le abitazioni. lo ho perso
casa ... e tutto il resto.
Adesso sto con gli zii . . .".
Ottobre: Abbiamo parlato nei mesi scorsi,
dei doni dello Spirito,
sette magnifici regali che sono tutti nostri...
Alzi la mano chi è riuscito a sfruttarli
tutti e sette!
Le mani restano abbassate?
Eppure dovrà pur arrivare...
LA5T
DEI .
Quanto sto leggend o è
molto lontano da quanto
mi sento raccontare: i frutt i dello Spirito, gioia,
pace, pazienza, benevo lenza, bontà, f edeltà, mitez-
za, dominio di sé. Il passo dei Ga lati 5,22 occupa il
mio spazio mentale. Il treno scivola di stazione in
stazione. Il so le d'ottobre rende suggestivi i co lori
autunna li della regione più verde d'Italia.
La moneta unica c i fa
entrare in Europa. La vera
sfida per l'Europa dei po-
poli è che i popoli ritrovino
le ricchezze spirituali, l'a -
nima nel corpo. La nostra
gente reclama la gioia, la
pace, l'amore ... che non
sono una tassa da paga-
re, ma il senso e il prezzo
di una vita, di chi ha sco-
perto che il cie lo no n è
vuoto. Dopo tanto vaga-
bondare lontano da casa
il figliol prodigo ritro-
va amore, gioia e,
fin a l mente,
pace. È ch ia-
mato "prod igo"
e non "errante"
Lui insiste, e la conversazione viaggia sui binari del le
scosse che hanno fatto sussu ltare la terra e il tono
spirituale della lettera di san Paolo. Il nome del giova-
ne - Gabriele - arriva prima della fermata succes-
siva. "Oggi come oggi - è sempre lui, universitario al
seco ndo anno di economia e commercio, a ravvivare
la conversazione - noi giova ni siamo disturbati den-
tro ... come le case ! Abbiamo tutto, ma qualcosa è
sa ltato. lo sono come casa mia. Se la vedi dal di
fuori pochi sono i segni del terremoto, ma se entri è
la f in e del mondo: ho un'a nima terremotata".
Rifletto: oggi i popoli, le città, l'uomo sono ma lati.
L'anima, il cuore, la psiche sono malati. San Paolo fa
un elenco dettagliato delle malattie dello spirito. Le
chiama "opere della carne". Mettono a rischio il rife-
r imento a Dio (amore, g io ia, pa ce), l'impegno del
cuo re verso il prossimo (pazienza, benevolenza, tol-
leranza, bontà), lo stato di salute del nostro io
(fedeltà, mitezza, d ominio di sé) .
Il sostantivo "malattia" non rende giustizia a
quanto sta accadendo dentro l'anima. Gagarin or-
bita per la prima volta nell o spazio e dice a tutto il
mondo che il cielo è vuoto. Qualche anno dopo si
ca nticchia sulle spiagge del l'estat e "Dio è morto"
dei "Nomadi". Il divorzio prima, l'aborto poi non gua-
riscono la malattia di cui soffriamo. Il confl itto so-
cia le è entrato nell e cosc ienze. Mi verrebbe da dire
come nei gialli che si leggono in treno: "Bisogna
arrestare il colpevole".
- espressio ne tanto cara a Leopardi - perché butta
via la sua vita spirituale. Si ammala perché gli viene
meno l'amore del Padre, la gioia della casa e la pace
della vita. Il rischio delle man i vuote è rea le, se non
si vivono queste tre grandi virtù.
Auguro a Gabriele, il giovane del terrem oto, il co m-
pagno di viaggio da Nocera ad Ancona, una stagio-
ne intensa di questi frutti, come li defin isce san
Paolo, dello Spirito Santo.
Carlo Terra neo
BS OTTOBRE 1998

2.6 Page 16

▲back to top
. La missione in Sri Lanka: la bellezza dell'isola e l'altra faccia
L'ISOLA PIU BELLA di Angelo Botta
DELMONDO
A Kandy c'è un incredibile parco botanico:
500 specie di orchidee, ficus enormi, bambù
che nella prima fase di vita guadagnano
30 cm al giorno - se ti fermi un momento
senti dei crac e letteralmente vedi la pianta
crescere sotto i tuoi occhi - , cocchi di mare
con frutti che arrivano a pesare
20 chilogrammi, centinaia di ettari fitti
di meraviglie. A Kandy c'è anche una
presenza salesiana con internato, scuola
artigianale, oratorio e residenza degli
studenti di teologia. Siamo nello Sri Lanka.
Il bagno al pozzo.
S e prendiamo una pezzo di ter-
ra grande due volte e mezzo la
Sicilia, le diamo la fo rma di
una pera, la inondiamo di flora e
fa una degne del paradiso terrestre e
la lasciamo cadere nell ' oceano al
sud dell' India, otteniamo appunto lo
Sri Lanka. Marco Polo, che se ne
intendeva, la definì "l'isola più bel-
la del mondo".
Circa 19 milioni di abitanti assor-
titi: singalesi, arrivati 2.500 anni fa;
tamil, venuti dal! 'India in tempi re-
lativamente recenti; discendenti de-
gli aborigeni antichissimi e di gente
araba, malese e africana giunta du-
rante le ondate di colonizzazione
portoghese, olandese e inglese.
I singalesi sono buddisti e costi-
tuiscono il 75 % della popolazione.
~
·. ~·.·.·.~···,- ~ , , . ,

2.7 Page 17

▲back to top
della medaglia: un paese da sfruttare.
Segue il 20% dei tamil, induisti, con
forti frange estremiste che vogliono
l'indipendenza. Ne è nata una guer-
ra diabolica che ha già causato mi-
gliaia di vittime e va trasformando
l'isola splendida in un grande cam-
po di rifugiati.
DON BOSCO C'È STATO
Don Bosco è stato nello Sri Lan-
ka, che allora si chi amava Ceylon,
nel 1884. Lo ha fatto in sogno e ha
detto: "VeITemo anche qui". Si è do-
vuto pazientare alquanto. Solo nel
1956 arrivò il primo salesiano, il
francese don Henri Remery, a pian-
tare le tende tra la gioventù di Ne-
gombo. Parecchi anni più tardi nel
1986, nacque l'opera di Kandy e
poi, in un ritmo di crescita che fa
pensare a quello del bambù di cui
sopra, a Dankotuwa, Palliyawatta,
Uswetakeiyawa, Elp itya, Bulupiti-
ya. Nomi non sempre faci li da pro-
nunciare, carichi di significato gra-
zie al lavoro che vi si svolge.
I salesiani si sono dedicati da
sempre all a gioventù povera. Ne-
gombo e Kandy hanno visto la na-
scita e lo sviluppo di scuole profes-
sionali apprezzate. Le frequentano
Ragazzi cattolici hanno ricostruito la casa di fango e bastoni
crollata a una vecchia signora buddista.
attualmente oltre 400 apprendisti,
150 dei quali interni perché orfani o
abbandonati . Gli exallievi sono più
di quattromila ormai, godono di mol-
ta stima, hanno un buon lavoro.
Contributo concreto di Don Bosco
alla soluzione del problema del mi-
glioramento della società.
L'ALTRA FACCIA
DELLA MEDAGLIA
"Da alcuni an ni, pur contin uando
a rafforzare le due scuole, ci siamo
visti obbligati a diversificare - spie-
ga don Giu seppe Giaime, delegato
del Rettor Maggiore per lo Sri Lan-
ka-. Infatti l'isola ha attirato gruppi
sempre più fitti di turisti. Molti dei
quali , purtroppo, non cercano tanto
spiagge incantevoli e sole, quanto
esperienze di erotismo snaturato. Ne
è nata una prostituzione infantile
che, secondo le statistiche, raggiun-
ge 33 .000 mila vittime. Chi si muo-
ve in quel mondo afferma che la
cifra rappresenta so lo la punta del-
1' iceberg, perché la gran maggioran-
za opera nella clandestinità.
La vita di questi poveri ragazzi -
continua don Giaime - ne esce rovi-
Lezione all 'aperto.
Un curioso "banyan tree ", intricato ed enorme.

2.8 Page 18

▲back to top
La nuova chiesa di Negombo.
Ecco il grande (!) oratorio di Negombo ...
come la tettoia Pinardi.
nata sotto tutti gli aspetti: psiche fe-
rita nel profondo, integrità morale
offuscata, salute fisica rovinata, fu-
turo in pericolo. Potevamo rimanere
tranquillamente nelle nostre istitu-
zioni e pretendere di non sapere?".
E spiega: "Negombo si trova a 35
km dalla capitale Colombo. Forte-
mente cattolica e chiamata, per que-
sto, la piccola Roma dello Sri Lan-
ka, è un centro peschereccio posto
sul mare. Vi funziona la prima e più
grande casa salesiana dell'isola: scuo-
la tecnica le cui iscrizioni sono ri-
chiestissime, semiconvitto per ragaz-
zi poveri, oratorio giornaliero, scuo-
le di ricupero.
IL TURISMO...
E I SUOI MALI
Ultimamente la città è diventata
anche un centro turistico. I grandi
alberghi, le innumerevoli pensioni
private, le spiagge assolate e le frot-
te di turisti di tutte le risme ne
hanno fatto l'epicentro del pomotu-
rismo infantile. All'inizio degli anni
novanta ci siamo mossi con l'ap-
poggio del clero e di gruppi di citta-
dini, abbiamo organizzato una task
force e allestito marce di protesta,
manifestazioni di piazza e interventi
nelle scuole, con irruzioni di polizia
in ritrovi sospetti. L'opinione pub-
blica ne fu sco sa. Il cambio fu no-
tevole, il commercio ripugnante si
diede alla clandestinità, qualche pe-
sce grosso finì nell a rete.
È chiaro che c'era bisogno di un
lavoro più profondo, sistematico e
vasto. Gli alleati, uno alla volta, se
ne andarono, ma Don Bosco non
mollò. Organizzammo una troupe
con tanto di banda, orchestra, canti,
piccoli drammi e discorsi; si portò il
messaggio al grande pubblico sulle
piazze e nelle scuole. Il successo fu
OTTOBRE 1998 BS
tale che gli inviti piovvero da tutte
le parti del paese e il programma
continua ancora in questo momento.
LA FATICA
DELLA RIABILITAZIONE
E le vittime?, gli chiediamo.
"Sì, rimaneva il problema del ri-
cupero. Lo iniziammo nel 1993 in
un edificio dilapidato del governo,
che si rivelò inadatto. Per interessa-
mento dell 'Arcivescovo di Colom-
bo, monsignor Nicholas Marcus Fer-
nando, siamo riusciti a trovare un
posto migliore a Uswetakeiyawa, che
adesso ospita una trentina di ragaz-
zi. Poveri, naturalmente. Con l'ag-
giunta dell'orribile esperienza fatta,
di non avere una famiglia e di tro-
varsi buttati sulla strada.
Qui ha luogo un primo periodo di
riabilitazione e riadattamento. Poi si
trasferiscono al Don Bosco di Ne-
gombo, dove li inseriamo nella scuo-
la elementare. Finalmente - è la ter-
za tappa - ricevono l'addestramento
tecnico nelle nostre scuole profes-
sionali. Dalle quali escono preparati
a guadagnarsi onestamente la vita,
fuori pericolo di essere risucchiati
nel vortice del vizio".
Un lavoro che ha fatto conoscere i
salesiani anche come specialisti in
questo doloroso campo. L'anno scor-
so, per esempio, la RAI ha portato
in Italia il confratello coadiutore
Gabriele Gamiga per alcuni inter-
venti in programmi di televisione.
L'AVVENTURA
DELL'EVANGELIZZAZIONE
Vedo altri nomi segnati sulla
cartina.
"Sì, le missioni. Il 93 per cento
dello Sri Lanka non è cristiano e ab-
biamo accettato di andare a Elpitya
e B ulupitiya, in due diocesi diverse.
Elpitya, per esempio, è zona bud-
dista e indù. Su 300.000 abitanti, i
cattoli ci non arrivano a un migliaio.
Vi siamo dal 1996. In un anno e
mezzo abbiamo avuto 125 battesimi
- 80 dei quali adulti - e un so lo
morto. L'ultimo dato non è certa-
mente merito nostro, ma aiuta a da-
re un 'idea dell 'ambiente. Curiamo
un 'opera sociale di proporzioni no-
tevoli: costruzione di case per fami-
glie indigenti, prestiti gratuiti per
incominciare piccole attività produt-
tive, alimenti ai bambini den utriti,
dispensari medici, asili infantili. Il
tutto senza distinzione di razza e
religione.
Poi, nella zona nord-occidentale,
siamo a Bulupitiya, l'ultima nata:
parrocchia, piccola scuola artigiana-
le che insegna a fare impianti elet-
trici, saldatura e automeccanica".
OLTRE IL 2000
Il futuro?
"In questi ultimi cinque anni il
numero dei confratelli e delle opere
è raddoppiato. Adesso bisognerà ap-
plicare i freni per dar tempo alle
giovani reclute di crescere e formar-
si. Poi si riprenderà la marcia in
avanti. Il sudest completamente bud-
dista, il nord e l'est martoriati dalla
guerra, le meravigliose colline del
centro: tutti aspettano Don Bosco.
Educazione per la gioventù, solida-
rietà per il quasi milione e mezzo di
rifugiati. A Kandy si succedono, da
vari anni ormai, i gruppi di novizi.
A Negombo è finita la costruzione
della chiesa di Maria Auxiliatrice,
la prima dello Sri Lanka, uno dei
nostri sogni. Il 24 maggio scorso vi
abbiamo celebrato l'Eucaristia".
Angelo Botta

2.9 Page 19

▲back to top
OSSERVATORIO
Adriano Gelmini
S e ci mettiamo ad e-
saminarla con atten -
zione e senza fretta , sco-
priremo tante cose curio-
se , interessanti , alcune
impensate. A cominciare
dalla foglia , per esempio .
Ne vediamo di due tipi :
una triangolare, lobata, di
colore verde scuro , con
nervature evidenti e più
chiare, un po' argentee e
col picciolo corto. Sono le
foglie dei rami sterili: le più
belle, le più eleganti e or-
namentali , quelle che i pit-
Giovanni Pascoli la ricor-
da così:
"Or che l'inverno spog 9
le foreste
e le tue foglie per '
le vie disperde,
o vecchio arnie/lo
te ricopre e veste
l'edera verde ". ~
Edera, amore e fedeltà
sono quasi sinonimi. Un
detto françese dice : "Je
meurs où je m'attache",
dove l'edera s'attacca ivi
muore .
tori , gli artisti , i decoratori
fissano nei loro capolavori .
L'edera una pianta per
ottobre? Non c'è dubbio .
Le foglie dei rami fertili ,
invece , hanno un lungo
Il mese della Madonna
del rosario è il mese del
canto d'amore a Maria,
picciolo , il lembo ovale, il
ripetuto infinite volte , sem-
margine intero e il colore
pre lo stesso e sempre
più chiaro e uniforme . Lu-
diverso , antico e sempre
cide , sembrano tirate a
nuovo . Produce col suo
cera . Ecco una rete ve-
attaccamento al Signore
stita di edera. Interessan-
foglie sempre verdi di
te e istruttiva la disposi -
speranza, in ogni stagione
zione a mosaico delle fo-
glie, ognuna si colloca vi-
EDERA,
del tempo e della vita ;
foglie di fiducia , di prote-
cino all 'altra , riempiendo
gli spazi vuoti . Sapienza
della natura che tiene
CHE AVVINCI...
zione che non verrà mai
meno: un mosaico ben
disposto per formare un
conto, per l'edera, dell'esi-
genza di luce di ogni fo-
glia : è un capolavoro di
accortezza ed è prova si-
HEDERS HELIX ...
il gusto del complicato dei botanici
non sminuisce la straordinaria significatività
grande affresco di pre -
ghiera. Secondo Plutarco
chi toccava l'edera veniva
pervaso da una carica
cura di solidarietà.
di questo tenace rampicante sempreverde. positiva... Pregare il rosa-
Un 'occhiata anche ai ra -
rio è formare l'affresco , è
metti. Tendono a disporsi in senso opposto alla lu- sentirsi pervasi da nuove energie, da grandi proposi-
ce : si allungano in tutte le direzioni : gli apici sembra- ti di fare il bene e propagandarlo.
no in gara tra loro per conquistare più spazio nel più
breve tempo possibile . In questa gara sono aiutati Conclusione : L'edera veniva usata per proteggere
dalle radici aeree che offrono appigli sicuri per l'ar- dal malocchio , per allontanare da sé gli influssi
rampicata libera.
malefici , per arginare la sfortuna ... più che l'edera
per queste iatture è indicata Maria del rosario, la
È il suo portamento di liana rampicante , di pianta Madonna d'ottobre, molto più presente, molto più
che aderisce, avvolge, abbraccia i supporti, che ha sicura, molto più efficace di qualsiasi talismano. A
ispirato e suggerito il simbolismo dell 'amicizia , Maria, cioè al bene, conviene restare "avvinti come
dell 'amore , della fedeltà. In arabo la stessa parola l'edera".
significa anche amore. In Grecia si offrivano corone
di edera agli sposi , i sacerdoti di Zeus , prima delle
funzion i, si cingevano di edera. Le baccant i ne
masticavano e mangiavano foglie e germogli per
entrare in uno stato di euforia, di estasi , di furore. In
Egitto era sacra ad Osiride. Simboleggiava la vita
nella sua totalità.
8S OTTOBRE 1998

2.10 Page 20

▲back to top
11 Sinodo della Chiesa cattolica dell'Asia ha aperto le porte
LA SFIDA GIALLA di Silvano Stracca
Davvero le sfide aperte
dal Sinodo generale
della Chiesa cattolica
dell'Asia, il più popolato
e misterioso continente
del globo, toccano
problemi laceranti.
Anche Clinton sa
che in Asia si gioca
il futuro del mondo...
La sessione con la presenza del Papa.
A Pechino, l'ultima domenica
di giugno, Bill Clinton in-
dossa inaspettatamente i pan-
ni del difensore della fede. Dopo
aver infranto i tabù di Tienammen e
sui diritti umani, il presidente ame-
ricano va nella chiesa protestante di
Chongwenmen per chiedere la fine
delle persecuzioni religiose. "Cinesi
e americani sono tutti figli di Dio,
siamo uniti dai valori spirituali",
dice dal pulpito di legno ai dirigenti
atei del partito comunista.
UN GESTO CLAMOROSO
Un gesto per richiamare l' atten-
zione dell'opinione pubblica inter-
nazionale sull'assenza di libertà re-
ligiosa in Cina. Altro argomento "off
limi ts" per le autorità che non am-
mettono interferenze. Lo si era già
visto a primavera. Quando Pechino
aveva opposto un secco "no" all ' in-
vito rivolto pubblicamente dal Papa
a due venerandi rappresentanti di
quella com unità cattolica a parteci-
pare a un evento ecclesiale impor-
tante come il Sinodo dei vescovi di
tutta l'Asia.
Un fatto molto significativo che
andava al di là delle circostanze sto-
riche, in quanto suonava come un
OTTOBRE 1998 BS
atto di stima di Roma verso tutta la
Chiesa in Cina, un gesto di incontro
e di riconciliazione tra gli stessi cat-
tolici cinesi. L'invito infatti era ri-
volto a due vescovi appartenenti al-
1' Associazione Patriottica, autoriz-
zata dal governo , ma stimati e ri-
spettati dai cattolici che vivono la
loro fede in semiclandestinità.
DUE POSTI VUOTI
Quei due posti vuoti nell 'aula si-
nodale sono il simbolo delle difficili
condizioni della Chiesa in Asia. Una
Chiesa antica quanto il Vangelo, ma
numericamente debole con circa un
centinaio di milioni di battezzati su
una popolazione di tre miliardi e
mezzo di persone. Ovunque minori-
taria, tranne che nelle Filippine, do-
ve vivono più della metà dei catto li -
ci dell'intero continente. Una Chie-
sa quasi soffocata dall'abbraccio di
religioni , culture e tradizioni impe-
netrabili al messaggio evange lico.
L'Asia è praticamente "la casa co-
mune" di tutte le grandi religioni
del mondo come l'induismo, il bud-
dismo, l'ebraismo, il cristianesimo e
l'islam. Essa è anche " la culla" di
molte altre tradizioni re ligiose e so-
ciali : taoi smo, confucianesimo, zo-
roastrismo, giainismo, sikhismo, scia-
manesimo, ecc. Il contesto culturale
e religioso asiatico rappresenta dun-
que una sfida per il cristianesimo,
una sfida per il futuro diversa dal
passato.
"Che cosa dobbiamo fare, s'è chie-
sto il Papa, per annunciare e testi-
moniare Cristo agli uomini e alle
donne che vivono in Asia?". Il Si-
nodo ha offerto un'occasione privi-
legiata perché il mosaico di culture
e religioni costituito dal mondo a-
siatico si incontrasse e confrontasse
in spirito di fraternità e di dialogo
dall'India all 'Indonesia, dal Giap-
pone al Libano, dalla Corea al Ka-
zakistan, dal Vietnam alla Siberia.
"L'esperienza più entusiasmante,
ha dichiarato il salesiano segretario
speciale del Sinodo, è stato il senso
Il Rettor Maggiore
con Giovanni Paolo Il.

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
del lii millennio cristiano.
La fila dei superiori maggiori
partecipanti. Da destra :
P. A. Ukken priore generale dei
carmelitani di Maria Immacolata ;
P. H. Barlage, superiore generale
dei verbiti ; P. J. Vecchi ,
rettor maggiore dei salesiani ·
P. D. Fleming superiore generai~
dei marianisti: P. P.H. Kolvenbach ,
generale dei gesuiti.
di unità: pur provenendo da ogni
parte di questo immenso continente,
è sorta la coscienza che abbiamo
molto in comune nonostante le evi-
denti differenze. Siamo orgogliosi
di essere asiatici, siamo felici di ri-
cordare che Cristo era asiatico e che
tutto nella Chiesa degli inizi era
asiatico. Per questo la grande preoc-
cupazione del Sinodo è stata: come
mettere il messaggio del Vangelo in
sintonia con la gente del1 ' Asia" .
Monsignor Zen ha pure sottoli-
neato il consenso manifestatosi "sul
fatto che la missione deve essere
portata avanti in modi diversi" . Noi
dovremo essere pienamente integrati
nella vita delle nazioni a cui appar-
teniamo e, in quanto cittadini leali ,
contribuire al bene comune della so-
cietà, preservando i valori del Van-
gelo ... " . La volontà di essere "asia-
tici " è apparsa mo lte volte, ad esem-
pio, usando simboli asiatici per de-
finire Cristo come guru (maestro
spirituale) oppure guaritore; nell 'en-
fasi posta sulla compassione, la ri-
cerca di armonia; nella concezione
del cristianesimo come via.
In un contesto multietnico, multi-
religioso e multiculturale, il dialooo
e I"' inculturazione" sono una delle
vie privilegiate per poter operare in
una situazione così variegata dove
le Chiese locali, fatta eccezione del-
!~ Fi_Iippine, vivono tutte tra popola-
z1om a maggioranza indù, buddista
e musulmana, che guardano al cri-
stianesimo come la religione dei co-
lonizzatori europei.
Secondo i vescovi del Sinodo il
dialogo interreligioso è "sempre più
necessario". "Attualmente la Chiesa
sta compiendo grandi sforzi per in-
contrare le religioni millenarie del
continente. Il dialogo interreligioso
rappresenta un incontro rispettoso e
sincero in cui le parti desiderano co-
noscersi reciprocamente, imparare
l'una dal l' altra, arricchirsi a vicenda
e amarsi come cristiani e musulmani
stanno cercando di fare in Libano".
Il messaggio finale è un docu-
mento sul quale la Chiesa d'Asia
poggia la sua speranza per un futuro
aperto al mondo. Rivela lo sforzo
per superare, 1' isolamento e la ghet-
tizzazione. E l'espressione del raf-
forzamento dei legami di comunio-
ne con tutti i fratelli , particolarmen-
te con quelli dei paesi più provati
dalle guerre e dalle persecuzioni.
Invita alla solidarietà con i cristiani
che sperimentano una crescente in-
tolleranza nei paesi islamici come il
Pakistan, dove un vescovo si è to lto
la vita per protestare contro le in-
giustizie perpetrate dai musulmani
verso i cattolici.
'A RME F. MIGLIA
Il messaggio lancia un grido d 'al-
larme per la famiglia. In Asia è ''l'i-
stituzione più minacciata". Il con-
trollo demografico "tende a discri-
minare le bambine in alcuni paesi
ed ha come obiettivo i poveri del
Terzo Mondo. I valori familiari tra-
dizionali vengono ribaltati e sosti-
tuiti dall'egoismo, dall'edonismo, dal
materialismo e dall 'avidità. La con-
traccezione, la sterilizzazione, l' a-
borto sono attacchi diretti alla vita.
Distruggendo la famiglia si distrug-
ge la società".
In un continente dove la donna
viene spesso considerata come un
cittadino di seconda categoria, la
Chiesa si impegna a promuovere " la
dig. nità della donna e la sua eooua-
glianza con l'uomo". I milioni di
giovani asiatici vengono definiti dai
vescovi "la speranza" de l! ' Asia e
della Chiesa. Il documento sinodale
contiene infine un f011e appello per
la fine dell'embargo all'Iraq e una
ferma denuncia dei pericoli insiti
nello sviluppo e nell 'espansione del-
!' industria bellica, si pensi solo al-
l'escalation nucleare di India e Pa-
kistan . Non manca la vigorosa ri-
chiesta di una rinegoziazione e di
una riduzione del ' farde ll o oppri-
mente ' del debito del terzo Mondo".
Tutto il materiale del Sinodo è ora
nelle mani di Giovanni Paolo Il.
Toccherà a lui trarne le grandi coor-
dinate della nuova evangelizzazione
per il futuro del continente. E sarà lui
a proclamarle in Asia a fine 1999.
I Gruppo di. .. famiglia :
Padri sinodali, esperti,
confratell i della Poliglotta Vaticana
con i cardinali Javierre e Stikler
monsignor Bertone, don Farina:
BS OTTOBRE 1998

3.2 Page 22

▲back to top
La presenza dei salesiani a Pedara compie il secolo. l 00 anni
di Giancarlo Manieri
L'Istituto di Pedara: veduta interna.
Pedara è poco più che un borgo.
Abitazioni per diecimila in-
quilini , raccolte come un gregge
alle pendici meridionali dell'Etna, tra
due crate1i spenti, quello dei Tre Mon-
ti e quello del Monte Traina. Facile
fino all a retorica dire che non c'era
più bisogno di quel fuoco: quello
della carità è più forte e fa meglio.
Pedara in effetti fu investita dalla
carità di Don Rua , derivazione di-
retta di quella di don Bosco, giusto
il 31 ottobre del 1897, quando i pri-
mi salesiani, per sua decisione vi
misero piede e ci rimasero. Sempre
in trincea. Anche adesso.
UN'OPERA SPECIALE
Era la loro decima opera in terra
sicul a. E divenne subito avamposto
salesiano, impegno d'avanguardia,
"fiore all'occhiell o", come usa dire,
dei salesiani nella terra di Vulcano.
Infatti la destinazione del nuovo
plesso che si andava costruendo fu
aspirantato per vocazioni speciali,
vocazioni ad ulte, chiamate "tardi-
ve". Ci sono alcuni, oggi molti, che
non sentono subito " la voce che li
chiama", o perché disturbati da mil-
le altre chi amate, o perché, un po'
pav idi per natura, preferiscono " non
sentire" per non correre rischi d'im-
pegno totalizzante. Il tempo, come
si sa, prima o poi fa tornare i nodi al
pettine, "matura le nespole" .. . schia-
risce le idee, lubrifica i meati dell'a-
nima; e così con un certo smarri-
mento alcuni cominciano a sentire
che la loro vita è altrove .
FABBRICA DI PRETI...
"Figli di Maria" li chiamò Don
Bosco. Mi sfugge il motivo ... Lui
raccontò che l'idea lo fulminò un
sabato del 1875 , quando rifl etteva
sul problema della penuria di sacer-
doti .. .. Beh, chissà che cosa inven-
Cento anni di sistema
preventivo, tra collegio,
oratorio, scuola,
musica, canto, preghiera,
feste, celebrazioni,
ricorrenze... Cento anni
di salesianità, cento anni
di ottimismo. Dal primo
novembre la presenza
salesiana a Pedara inizia
il suo secolo II di vita,
con una storia da
inventare per rimanere
fedeli a Don Bosco
e al 2000.
terebbe oggi! Fu comunque una for-
midabile intuizione suggeritagli , per
la parte positiva e , direi, contadina
di sé, da un calcolo semplice ~ ch ia-
ro: su cento ragazzini aspiranti alla
fine solo 15 indossavano l'abito ta-
lare, meritre su 10 adu lti 8 andavano
a buon fine ... Per la parte apostol i-
ca e sacerdotale di invece il sug-
gerimento non poteva che arrivare
dallo Spirito Santo.
Da all ora Pedara divenne una au-
tentica "fabbrica di preti", tanto per
usare la stessa espressione che qual-
che maligno livoroso usò a suo tem-
po per Valdocco. Bello, e non im-
proprio, paragonare Pedara a Val-
docco. I risultati furono grandi , il
numero di vocazioni andate a buon
fine e levatissimo. Impossibile far
nomi, la li sta sarebbe troppo lunga.
- 1951: visita del rettor maggiore don Ziggiotti.
OTTOBRE 1998 BS
- Don Luc a Pedara per i festeggiamenti del centenario.

3.3 Page 23

▲back to top
. di Pedara ai piedi dell'Etna.
Panorama
24 aprile 1906: visita di don Rua. Alla sua destra
don Barberis, direttore spirituale della congregazione.
Un particolare illuminante: don Rua
volle che a patrono del collegio fosse
posto san Giuseppe, maturo padre
putativo di Gesù (seguiamo la tradi-
zione che anche Don Bosco seguì),
anche lui vocato inaspettatamente
da adulto ad essere quel che poi fu.
E DEI LAICI
Passata la bufera della prima
guerra mondiale il collegio comin-
ciò ad accogliere anche i più picco-
li . Evo lu zione naturale. Il clero, le
istituzioni pubbliche e private, l' in-
tero paese sentirono che quell ' opera
meritava l' appoggio e le attenzioni
di quanti avevano a cuore una sana
educazione, una accurata istruzione
e una corretta dottrina religiosa.
E quando il collegio non sfornava
preti e/o missionari, sfornava "fedeli
laici" di altiss imo livello. A Pedara,
fu per tre mesi nel 1936 anche il fa-
moso Giorgio La Pira, poi sindaco
di Firenze, uomo di qualità morali
incomparabili. Nel clima spirituale
del San Giuseppe si ritemprò lo spi-
rito, e nel clima mite dell'Etna il fi-
sico. La Sicilia, la Calabria, la Basi-
licata, l'Abruzzo, Malta riempirono
il collegio ali ' inverosimile. Gli anni
cinquanta videro il clou di presenze
con circa 230 ospiti.
CAMBIANDO I TEMPI
Ma i tempi cambiano... e coi
tempi il volto delle cose: cadono pi-
lastri che sembravano eterni, si ag-
giornano finalità e scopi, si adattano
strutture e istituzioni... Così oggi
Pedara non ha più i "Figli di Ma-
ria" ; sostiene invece una scuola me-
dia e la casa di riposo per i salesiani
anziani e malati. Ha il fracasso gra-
dito a orecchie salesiane della pri-
mavera della vita e il si lenzio me-
ditativo della malattia con quello
pensoso della vecchiaia. Gli estremi
che si toccano.
I FRUTTI
Dicevamo che Pedara non è stata
avara di vocazioni. Tutt'altro. Ha
regalato a Don Bosco nove sacerdoti
e cinque coadiutori (religiosi laici).
Il co llegio è stato una benedizione
per vari seminari diocesani e novi-
ziati religiosi. Basta, per rendere I'i-
dea, ricordare che il noviziato sale-
siano di San Gregorio di Catania era
rifornito, passi il vocabolo del tutto
improprio, in media di una ventina
di giovani ogn i anno provenienti dal
San Giuseppe.
Da Pedara vengono monsignor
Pennisi, primo vescovo di Ragusa,
monsignor Nicolosi, vescovo di Noto,
monsignor Amoroso, vescovo di Tra-
pani, don Luigi Ricceri , VI successo-
re di Don Bosco ... Mica male, no?
I salesiani a Pedara non sono un
corpo estraneo. Sono dentro: dentro
le istituzioni e dentro il cuore della
gente: fan no parte della storia de l
paese, del suo panorama. Don Bo-
sco è di casa, un cittadino ormai.
Uno dei più amati, tant'è che i pe-
daresi hanno ricordato i 100 anni
della sua morte dedicandogli un
monumento bronzeo, proprio come
si fa per un concittadino illustre, e
una piazza. Questo la dice lunga su
Don Bosco: un santo piemontese
(piemontese!) che diventa anche
santo siciliano ha sapore di miraco-
lo. Dice del suo internazionalismo,
della sua grande apertura, predica
della bontà del suo metodo, della
vivacità perenne dell a sua pedago-
gia, della attualità del suo carisma.
I BENEFATTORI
Mai un 'opera salesiana si può dire
sia sorta senza benefattori. Don Bo-
sco ha sempre trovato persone intel-
ligenti e di buon cuore che l'aiutas-
sero a fare il bene in grande. Non
per nulla era disposto a far di cap-
pello al diavolo se l'avesse aiutato a
salv are un ragazzo. Il paradosso è
significativo.
Per Pedara come non ricordare tra
i più illustri benefattori il card inale
Dusmet, la famig li a Barbagallo, il
clero del paese. La vigna del vicario
parrocchiale padre Francesco Con-
soli, donata ai salesiani, è stata da
questi trasformata in "vigna salesia-
na" cioè in corti le.
L'ORATORIO
Parlare di un ' opera salesiana è
parlare sempre anche di un oratorio.
Diceva un caro vecchio salesiano
che, se senti dire che i salesiani si
sono piazzati in una città, in un
paese e hanno questo e quello e
quell'altro ma non un oratorio ... è
una bugia: non sono salesiani. L'o-
ratorio è nel cuore di ogni salesiano.
Entrati in Pedara si pensò, manco a
dirlo, ali 'oratorio . Il primo locale
fu .. . il cortile, e il primo cortile fu il
sagrato della chiesa di sant' Antonio
Abate. I primi locali propri l'orato-
rio li ebbe nel 1923, inaugurati dal
Beato F ilippo Rinaldi. Da allora l' o-
ratorio ebbe la vita tipica di tutti gli
oratori salesiani: sport, gruppi, cate-
chesi, teatro, cinema, feste, passeg-
giate, musica, canto, accademie....
Con un denominatore com une: ad
ogni nome va aggi unto un aggettivo
qualificativo, lo stesso per tutti:
"educativo". Cambia solo il genere.
BS OTTOBRE 1998

3.4 Page 24

▲back to top
1° MAGGIO
Tutta un'ispettoria
nelle sue più varie
componenti (oratori,
scuole, parrocchie,
cooperatori, exallievi,
MGS e gruppi vari),
in pellegrinaggio ai
luoghi di Don Bosco.
Una iniziativa della PG,
voluta come tappa
di preparazione al
Giubileo dell'anno 2000
ormai alle porte.
UNA CALAMITA A DUE POLI
Torino è invasa da 30/40 mila pelle-
grini-turisti. La Sindone , in osten-
sione, col suo mistero irrisolto fa da
calamita . Cattura la mente, il cuore ,
gli occhi di tutti. Molta emozione,
qualche lacrima neppure troppo furti-
va , cumuli di sensazioni che non si
cancelleranno facilmente .
Ma a Torino c'è da sempre un secon-
do polo di attrazione, che fa converge-
re da ogni parte del mondo salesiano
folle di giovani , genitori , amici, exal-
lievi , cooperatori . È Valdocco , culla
della salesianità, cui guardano e verso
cui convergono ormai pellegrinaggi
ininterrotti dai cinque continenti.
LA IAD,
UN RITORNO ALLE ORIGINI
Il primo maggio '98 , attirati dai due
poli della calamita piemontese (Sin-
done e Valdocco) sbarcano più di
mille persone . Si ritrovano prima al
Colle Don Bosco. La tappa presso la
"casetta natia" è d'obbligo: si comin-
cia sempre dalle origini delle origini.
Qui , davanti al grande sagrato del
tempio dedicato a Don Bosco i giova-
ni si salutano, si accolgono reciproca-
mente, scambiano le prime battute e
le prime impressioni . Nel cortile del
collegio (sempre in cortile gli incontri
di festa dei figli di Don Bosco) suona-
no, cantano , danzano, montano i loro
stand per esporre "pezzi " delle loro
vita oratoriana, narrano le loro e-
sperienze , scambiano piccoli doni e
grandi sorrisi , idee e amicizia. Lan -
ciano verso il cielo i loro desideri co-
lorati , pregano nel tempio del "padre
e maestro della gioventù ".
OTTOBRE 1998 BS
RITORNO
Redazionale

3.5 Page 25

▲back to top
POIVALDOCCO
Valdocco è un mito. Valdocco è quasi
una fede . Quelle costruzioni, quei
cortili, quelle lapidi rendono vivo Don
Bosco. Indicano i percorsi da lui con-
sigliati per vivere il vangelo: vie non
sempre facili, ma sempre gioiose,
percorsi accidentati che sono sfide da
accettare. Don Bosco ha insegnato ai
giovani a essere giovani fino in fon-
do. Ha dato loro l'orgoglio di compie-
re il bene e di essere testardi nel
compierlo. È l'unica testardaggine che
la sua pedagogia ammette.
A Valdocco l'lspettoria Adriatica si
raccoglie in teatro per una rappresen-
tazione , manco a dirlo , educativa,
dove ogni oratorio presenta un suo
prodotto teatrale , facente parte di un
grande affresco, il cui senso compiu-
to si coglie alla fine, dopo che tutti
hanno presentato la loro pièce, nei
modi più congeniali a ciascuno : chi
attraverso un canto , chi con una dan-
za, chi con un mimo ...
LE CAMERETTE
Poi la visita al luogo più sacro di Val-
docco, alle camerette , dalle quali Don
Bosco ha effuso tutta la grinta giova-
nile della sua santità, ha diretto co-
scienze, indicato percorsi impegnativi
ai suoi giovani , lanciato sfide epocali
al male, asciugato lacrime, distribuito
speranze, lanciato moniti ... questi ul-
timi generalmente indirizzati agli
adulti più che ai ragazzi.
In quelle stanze soprattutto Don Bo-
sco ha sognato. Ha sognato in gran-
de , tanto da spiazzare praticamente
tutti , a cominciare dai suoi intimi, i
quali l'hanno seguito più per fede che
per convinzione razionale . E ci hanno
azzeccato . Del resto i sogni non sono
mai molto razionali ... Da quelle stan-
ze sono partiti giovani dai nomi famo -
si : Cagliero, Sonetti, Rua, Milanesio,
Fagnano , Zatti , De Agostini , Cocco ,
Srugi , Braga, Liviabella, Variara , Ci-
matti ... ma non si possono scrivere
tutti ; nomi di vescovi , esploratori , mu-
sicisti , fondatori di congregazioni di
opere e perfino di città, uomini di
scienza e di cultura .. . ma soprattutto
uomini di fede .
LA VEGLIA
La veglia nel cortile è stato l'ultimo
tocco di una giornata emozionante
che ha lasciato ricordi indelebili . Un
bagno nei luoghi delle origini per ri-
prendere vigore e continuare la mis-
sione negli oratori , nelle parrocchie,
nelle scuole , insomma nelle varie e
diverse opere e realtà dell 'ispettoria
intitolata alla Madonna di Loreto.
BS OTTOBRE 1998

3.6 Page 26

▲back to top
C'è qualcosa di nuovo oggi sotto il sole vecchio di fine
ILTEM
METTIL
INBA
di Bruna Grassini
"La società si avvia
a una grande solitudine.
Faremo gli acquisti
attraverso la televisione
o il computer,
lavoreremo a casa
con un terminale...
Perderemo così
i contatti umani".
Ilfuturo? La "Banca
del Tempo": il luogo per
le relazioni umane.
A ssisi. Estate 1989. Don To-
nino Bello, parlando a una
folla di giovani lancia un
appello: "Bisogna passare dalla
mentalità del dono alla mentalità
dello scambio. Questo sarà il nostro
cammino verso la società solidale".
Oggi una delle fonne operative in
cui si attua questa nuova so lidarietà
è la Banca del Tempo. L'hanno ca-
pito anche i giovani del "Ponte",
un ' Associazione di volontariato del
centro salesiano Santa Maria della
Speranza di Roma. Hanno scelto di
condividere una quota del loro
tempo con chi è in difficoltà. Così
la proposta lanciata dal Comune di
Roma di avviare una Banca del
Tempo li ha trovati motivati e dispo-
nibili per una risposta entusiasta e
creativa.
A li vello organi zzativo si rifanno
al primo progetto realizzato nel
I991 a Pamia, su iniziativa di un
gruppo di pensionati . Un fatto appa-
rentemente isolato, di cui nessuno
OTTOBRE 1998 BS
per la solidarie/a'
e la cooperazione civile
Banca del Tempo "Il Ponte" del Centro Salesiano S. Maria
della Speranza di Roma.
era a conoscenza. Solo quattro anni
dopo si verifica un 'esperienza ana-
loga promossa dal comune di
Sant'Arcangelo di Romagna. Ed è
un successo imprevedibile nella sua
rapida espansione. Oggi le banche
del tempo sono diffuse in quasi tutte
le regioni d'Italia con 195 sporte lli
e migliaia di aderenti.
UNA "MONETA" FORTE
Praticamente la Bc/T è una forma
di solidarietà basata sullo "scam-
bio" reciproco di tempo contro tem-
po, in un rapporto alla pari , dove
non esistono ruoli o differenze deri-
vanti dall a diversa professione, età,
sesso, condizione sociale. Ciò che
soprattutto la distingue dalle altre
forme di volontariato è il principio
di reciprocità. È questa la moneta
forte che può migliorare la qualità
della vita.
Tutti i partecipanti danno e rice-
vono in uno scambio paritetico pic-
cole prestazioni legate alle esigenze
personali e fami liari , che in genere
non possono essere soddisfatte dal
servizio pubblico o privato.
Dice il proverbio: "Nessuno è co-
povero da non avere nulla da dare
agli altri e nessuno è così ricco da
non aver bisogno degli altri". Nella

3.7 Page 27

▲back to top
millennio: si prepara una rivoluzione.
I A ogni correntista viene
intestato un conto corrente-tempo
col relativo libretto degli assegni-tempo.
Suor Mafalda animatrice del Centro Giovanile
Maria Ausiliatrice di Trieste, dove si gestisce una BdT.
BdT si crea un "deposito" di ore e
bisogni, dove i flussi del tempo in
entrata e in uscita diventano soprat-
tutto luogo di relazioni umane, oc-
casioni per ricreare rapporti di buon
vicinato, un modo di ricostruire un
tessuto sociale più umano.
COME SI ORGANIZZA E
COME FUNZIONA LA BDT
Sotto certi aspetti la BdT funziona
come un normale istituto di credito:
le operazioni che vi si effettuano, le
parole usate assumono però conte-
nuto e significato diverso. Presso il
suo sportello non si depositano
soldi, ma disponibilità a scambiare
prestazioni, ovviamente senza inte-
ressi. A ognuno degli aderenti viene
intestato un conto corrente-tempo e
riceve il relativo libretto degli asse-
gni-tempo.
Occorre adattare un ambiente co-
me sede con un minimo di strumen-
tazione, uso del telefono , cancelle-
ria, una macchina per scrivere (me-
glio un computer). Si devono fissare
e rendere noti i turni di presenza e
gli orari di sportello. Un coordinato-
re, che può essere a turno uno dei
volontari, assicura quel minimo di
competenza per lo svolgimento del-
le normali attività: a ogni scambio
si stacca un assegno-tempo dal bloc-
chetto, occon-e control.lare periodi-
camente i blocchetti e i conti cor-
renti, esaminare le domande di ade-
sione, redigere gli elenchi dei cor-
rentisti, ecc.
Poiché la BdT serve a risolvere i
problemi pratici della vita, favoren-
do la creazione di una rete di aiuto
reciproco fra le persone, ciò che più
conta è la disponibilità all'ascolto,
la capacità di far incontrare le per-
sone che abbiano un bisogno, un
desiderio, una necessità, un'offerta.
Naturalmente anche per svolgere
questo servizio occorre un metodo:
la Bdt è appunto un metodo che
consente di procedere con coerenza
ed efficacia, evitando dispersioni e
confusioni. Certamente in questo
campo la donna è avvantaggiata,
per la sua attitudine a dedicarsi al
lavoro di cura e per la capacità di
valorizzare anche i dettagli nel tes-
suto quotidiano della vita familiare
e sociale.
UNA NUOVA
SOLIDARIETÀ
"La solidariet~ moltiplica il capi-
tale del bene". E il motto su cui si
fonda la BdT di Trieste. Suor Mafal-
da, in occasione delle celebrazioni
del 50° di presenza delle Figlie di
Maria Ausiliatrice nella città, ha
lanciato la proposta ai giovani e
adulti, insegnanti, genitori, collabo-
ratori di diventare correntisti della
BdT per l'educazione. "Un'esperien-
I Nella BdT la moneta di scambio
è ascolto, condivisione,
reciprocità nei piccoli gesti
che migliorano la qualità della vita.
BS OTTOBRE 1998

3.8 Page 28

▲back to top
Giovani volontari impegnati nei turni di sportello
e relative operazioni di gestione della BdT.
partecipare alla BdT anche i bambini
del la scuola materna ed elementare.
"Questa diversità di risorse, afferma,
è la nostra vera ricchezza. Dal sa-
crestano che insegna a suonare le
campane, al ragazzino che aiuta nel-
la raccolta dei giunchi per farne dei
cesti , alla bimba che si prende cura
del gattino, al nonno che dà sugge-
rimenti di giardinaggio o racconta
antiche storie locali affascinanti e
misteriose: è un reinventare la vita e
la tradizione nel quotidiano".
L' impegno e l'abilità dei bambini
si esprime nella cura del verde pub-
blico, e diventa esperienza di edu-
cazione civica, rispetto della natu-
ra, dono di un bene prezioso da
condividere.
FIORISCONO ESPERIENZE
za innovativa, dice, per riorganizza-
re e potenziare le nostre risorse sul
territorio e creare le possibilità di
una convergenza educativa efficace,
a tutto campo".
In una società frenetica come la
nostra, che impone imperativi e mo-
delli consumistici fortemente condi-
zionanti, dove la vita si fa sempre
più complessa, destreggiarsi tra la-
voro e responsabilità personali è
una sfida continua. Il rischio , so-
prattutto per la famiglia "nucleare",
è di chiudersi nel proprio guscio, il-
ludendosi di bastare a se stessa iso-
landosi dagli altri.
E poiché la creatività come la ge-
nerosità non riguarda solo una parti-
colare categoria di persone, ma ri-
guarda tutte le persone, e può aiuta-
re in tutte le situazioni della vita
quotidiana, non è stato difficile co-
stituire un "capitale" sociale di tem-
po da impegnare non con la solita
ripetizione di vecchi schemi, ma se-
condo il metodo originale della BdT.
"Ritagli di tempo" preziosi sono
quelli spesi nel portare la medicina
ad un anziano costretto a letto, nel-
1'avvicendarsi ad accompagnare il
bambino in palestra o al catechismo,
nel preparare un cartello pubblicita-
rio per la festa, accogliere in casa il
figlio del vicino perché i genitori
possano partecipare all 'assemblea di
classe, offrire un 'ora di all enamento
o di assi stenza in cortile, o un tem-
orroBRE 1998 /JS
po di lavoro a maglia per il comple-
tino di un bambino che deve nascere.
È il cosiddetto lavoro di cura: la-
voro nascosto, non sempre valoriz-
zato, fatto di piccole prestazioni im-
pegnative, ma utili e gratificanti. Non
a caso la BdT è stata definita "la
festa della concretezza", antidoto
alla solitudine per un ' anziana che
"spende" il suo tempo nel racconta-
re una fiaba, ascoltare la poesia di
un bambino, cantare una canzone
d'amore che il tempo non ha can-
cellato dal cuore.
Ascoltare, dialogare, farsi carico
del bisogno dell ' altro non è un bene
monetizzabile. Qualcuno pensa che
questo porta a sfruttare dei servizi
gratuitamente. Non è così. Ciò che
costituisce la BdT è soprattutto con-
divisione, incontro, valorizzazione
delle proprie risorse, ma anche rico-
noscimento dei propri limiti, accet-
tando l'aiuto altrui. Il che non è
sempre facile.
LA DIVERSITÀ
COME RISORSA
Ad Arezzo, a Bologna, come a
Roma la BdT è animata soprattutto
da giovani: infatti l'età media dei
partecipanti è sui 30-40 anni. In
Sardegna, Daniela Ducato, giovane
maestra a Gu spini , ha fatto una scel-
ta strategica, molto interessante: far
Scambiando tempo contro spazio,
Daniela ha ottenuto dal Comune ore
disponibili per l ' uso della palestra.
Inoltre molto favore ha incontrato
la proposta fatta alle famiglie di of-
frire spazi condominiali , o di abbel-
lire i cortili in occasioni di feste po-
polari, gare, danze, manifestazioni
folcloristiche.
La BdT diventa così un luogo
ideale dove si sta bene, dove c'è
sempre un/una correntista disposti a
staccare un assegno-tempo , a fare
compagnia a chi è solo, dove anche
un handicappato può sentirsi utile
condividendo un ' ora allegra con un
gioco di società.
Qualcuno può obiettare: questo
scambio vanifica la gratuità del dono,
sa di baratto, di calcolo interessato.
Risponde Grazia Colombo nel li-
bro la BdT (Ed. Angeli): "Lo speci-
fico che caratteri zza la BdT è quello
di creare un rapporto paritetico ,
fondato sul riconoscimento della di-
mensione sociale di sé e degli altri ,
in una prospettiva responsabile, re-
ciproca, solidale. Lo scambio di pic-
cole, significative attività che ri-
guardano la vita quotidiana e la cura
delle persone offre l'opportunità di
apprezzare quanto queste piccole
cose siano importanti per la qualità
della nostra vita".
È la scoperta di " un a nuova so-
lidarietà " .
Bruna Grassini

3.9 Page 29

▲back to top
:e~\\EJ©Z••Al------------f
YUFUIN, GIAPPONE
EDUCARE IL CUORE
Yufuin è un paesino annidato
ai piedi delle montagne di
Kyushu. Otto Figlie di Maria
Ausi liatrice accolgono vari
gruppi per raduni, convegni ,
esercizi spirituali. In una stan-
za affittata al centro del pae-
se, hanno dato inizio a un pic-
colo doposcuola-oratorio. Da-
ta la particolare posizione geo-
grafica e la ricchezza naturale
del suolo, ri cco di acque ter-
mali , la cittadina si sta lenta-
mente configurando come "sta-
zione turistica". Questo in-
sperato sviluppo economico e
soc iale risc hia di fa r perdere
di vista alle fami g lie la neces-
sità di un 'edu cazione seria
per i figli. Le autorità civili
hanno così progettato un pro-
gramma di cinque annj per i
bambini , per "educare il cuo-
re". Suor Iwatsuki Tatsuko è
stata chiamata a far parte del-
la commissione organ izzati-
va. Lavora insieme ad altre
12 persone: assis tenti sociali ,
pres idi e genitori. Si ritrovano
una volta al mese per prepara-
re incontri e atti vità che pro-
muovono la figura materna e
il rappo rto ed ucati vo con i
fi g li .
TORINO
L 'AMMIRAGLIO LOPEZ
A VALDOCCO
L 'ammiraglio Lopez, exallie-
vo salesiano degli USA, co-
mandante delle forze Nato del
Sud Europa e ammirag lio ca-
po della flotta USA del Nord
Europa, si è recato a Torino
in visita alla Sindone. Subito
dopo non ha mancato l 'ap-
puntamento con Don Bosco a
Yaldocco.
L 'alta personalità ha voluto
infatti visitare i luoghi consa-
crati dalla presenza del Santo
dei giovani: la basilica di
Maria Ausili atrice, la ex tet-
toia Pinardi, le camerette del
Santo, i cortili... Accompa-
gnato dal rettore della Basili-
ca don Basset, il comandante
ha seguito con commossa at-
tenzione le spiegazioni mo-
strando grande interesse e
tutto il suo gradimento, che
non ha mancato di esprimere
ai suoi interlocutori.
COLLE DON BOSCO
INCONTRO PARENTI
DEI MISSIONARI
Al Colle si sono incontrati nel
magg io scorso i parenti dei
mi ssionari per il loro annuale
rendez-vous, organizzato dal-
1' ispettori a PiemonteNalle
d ' Aosta. Un centinaio i parte-
c ipanti . Giornata piena di so-
le. Palpabile la presenza del
piccolo Giovan nino sul colle
natio. Profonda la soddisfa-
zione dei genitori dei missio-
nari presenti al radu no. Parte-
cipata la testimonianza di
quattro salesiani che espongo-
no con semplicità e intensità
il lavoro apos tolico svolto nel-
le zone missionarie di prove-
nienza (Bolivia, Corea, Tan-
zani a, Nigeri a).
HUA HIN, THAILANDIA
SEMINARIO
MISSIONARIO
Dal IO al 16 maggio u.s. si è
tenuto a Hua Hin un seminario
per missionari e animatori del-
1' Asia dell'Est. Vi hanno par-
tecipato 23 Figlie di Maria Au-
siliatrice e 20 salesiani , affron-
tando i numeros i problemi po-
sti dalla evangeli zzazione in
questa zona de l grande conti -
nente. Si è trattato prima di tut-
to di una attenta veri fica dell a
prassi attuata e di una di sani-
ma fra nca e coragg iosa delle
situazioni concrete in cui ci si
trova immersi , il che ha per-
messo di rendersi conto dei
problemi emergenti, per impo-
stare una politica comune e af-
frontarli nel migl iore dei modi.
TIDN RND MISSIDNRRY FDRMRTIDN SE
"Need of Primarv Evanqelisanon"
BARCELLONA, SPAGNA mondo. G li studiosi dell 'Isti-
tuto ass icurano che l'obiettivo
UN ISTITUTO DI SCIENZE consiste nel formare persone
RELIGIOSE TELEMATICO mature intellettualmente e u-
manamente, perché siano in
L'ISCREB (Istituto Superiore grado di ass umere responsa-
di Scienze Re ligiose di Bar- bilità all ' interno dell a Chiesa.
ce llona) sta lavorando all a L ' iniziativa costituisce una for-
creazione di un programma di midabile possibilità per tutti
studi di teologia via internet. quelli che a causa delle di-
Per il prossimo 1999 l' acces- stanze e dei costi non possono
so a ques to servizio sarà pos- accedere ai corsi nelle varie
sibile da diverse parti de l università ecclesiastiche.
BS OTTOBRE 1998

3.10 Page 30

▲back to top
IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
~~--
L'UOMO
SCOMMESSA DI DIO
Antropologia teologica
L'UOMO
SCOMMESSA DI DIO
Antropologia teologica
di Giacomo Panteghini
Ed. Messaggero,
Padova 1998
pp. 316, lire 30.000
Da sempre l'uomo ri-
mane uno di quegli
argomenti nodali in cui
convergono (e da cui si
diramano) diversi ambi-
ti di riflessione: crea-
zione, salvezza, grazia,
peccato , angeli e de-
moni, natura e sopra-
natura, cosmo ed eco-
logia, futuro e realtà ul-
time . E da sempre l'uo-
mo sollecita risposte al-
le sue domande di sen-
so. Il cristiano sa, però ,
che Gesù è l'unico mo-
dello di uomo e la vera
unica risposta a ogni
domanda di senso.
Perciò solo la riflessio-
ne teologica può tenta-
re di trovare risposte
convincenti , anche se
non definitive, a condi-
zione che essa sia in
ascolto di quanto sul-
l'uomo hanno da dire la
filosofia, la storia, la
psicologia, la sociolo-
gia ... ; e soprattutto se
è aperta all 'indagine
delle sue dimensioni
(personale, teologale,
sociale, cosmica).
AMA LA TUA VITA
20 meditazioni
di André Sève
LDC , Leumann (Taj 1998
pp. 104, lire 12.000
Attraverso una riflessione
esistenziale, molto utile per
l'odierno confronto cultura-
le, l'autore intende accom-
pagnare i lettori a cogliere
nel profondo del cuore i
risvolti delle gioie, dei suc-
cessi e dei fallimenti , in-
nalzando un vero inno alla
vita. "lo amo ciò che sono.
lo amo l'ambiente in cui
vivo. lo amo coloro tra i
quali vivo . lo amo quello
che faccio. lo mi trovo be-
ne con te , Gesù . E cam-
mino verso di te".
ANDR.ÉSÈVE
Si tratta di affermazioni
molto semplici che ne rias-
sumono l'itinerario, aiutan-
do a riflettere sull 'acco-
glienza della vita, per se
stessa, così come è, come
un dono di Dio, un dono
talvolta misterioso , soprat-
tutto quando arriva la sof-
ferenza . Ma anche allora
se ne possono scoprire
valori eterni alla luce del
Vangelo e della fede.
MARIA VOLTO GIOVANE
Icona di responsabilità
di Stefano De Fiores
LDC , Leumann (To) 1998
pp . 158, lire 16.000
Con uno stile semplice e
profondo , la riflessione
porta ad una affascinante
scoperta, attraverso un
preciso itinerario evange-
lico e teologico: che tipo di
donna è Maria di Naza-
reth . È lei la donna nuova
in cui è assente il peccato
e non domina la legge an-
tica, ma la grazia. Il suo
volto giovane risplende nel
momento centrale della
sua vita e della stessa
storia della salvezza, quan-
do divenne "icona della
responsabilità ".
Accostarsi alla sua figura,
alla luce del Cristo , signifi-
ca acquistare slancio e
motivazioni per percorrere
responsabilmente il sentie-
ro della fede che si fa do-
no, neutralizzazione del
male , solidarietà, amore e
tenerezza, superando i li-
miti di una certa letteratura
devozionale .
GIOVANI,
VUOTO ESISTENZIALE
E RICERCA DI SENSO
di Eugenio Fizzotti -
Angelo Gismondi
LAS , Roma 1998
pp. 176, lire 20 .000
Il primo autore, divulgatore
del pensiero di V. Frankl ,
analizza il concetto di vuo-
to esistenziale con i fattori
che lo causano e le fasi
evolutive che lo caratteriz-
zano, gli atteggiamenti che
possono aiutare i giovani
in un cammino di rieduca-
zione , le modalità opera-
tive di interventi di preven-
zione , riportandone anche
vivaci testimonianze di o-
peratori nel campo sociale.
Non dovrebbe sfuggire a
nessuno la realtà che ciò
rappresenta nel mondo
giovanile di oggi : tragedie
legate alla tossicodipen -
denza, all 'abuso delle so-
stanze alcooliche , alla cri-
minalità, al consumo e al-
l'alimentazione sfrenata o,
al contrario, ridotta al mini-
mo della sopravvivenza.
Sono segnali di un "vuoto
esistenziale" che chiede di
essere riempito con altri
valori .
OTTOBRE 1998 BS

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
~ ~ ~Rc,ftilfo
E TER
~ L'AE MBIE N T E
PARROCCHIE E
PROGETTO CULTURALE
Situazioni e prospettive
pastorali nel Sud
Vito Orlando -
Marianna Pacucci
Edizioni vivere in ,
Roma 1998
pp. 374, lire 20.000
Esiste una diffusa sensa-
zione di estraneità della
religione dal vissuto con-
creto della gente. In que-
sta prospettiva si colloca
"il progetto culturale orien-
tato in senso cristiano ",
nella consapevolezza che
la cultura deve essere ri-
conosciuta come terreno
privilegiato nel quale la fe-
de si incontra con l'uomo .
È questa la condizione per
portare l'annuncio della fe-
de al centro della vita e
dei rapporti sociali.
Nessuna istituzione , come
la parrocchia, ha la possi-
bi Iità di entrare in questa
mediazione, perché si col-
loca nel territorio, vicino al-
la gente . Gli orientamenti
offerti dall'analisi di questo
libro possono aiutare a su-
perare resistenze e scetti-
cismi e indicare alle comu-
nità cristiane l'atteggia-
mento migliore da assu-
mere di fronte alle trasfor-
mazioni in atto.
VJf0 0RLANOO MAmANI-IA PACOCCI
Parrocchie
e
progetto culturale
LE MANI DEI RICCHI
Giudizio cristologico
sul neoliberalismo
Antonio Agnelli
Ed . la Meridiana,
Molfetta (Ba) 1998
pp. 80 , lire 18.000
An tonio Agnelli
LE MANI DEI RICCHI
Giudizio cristologico sul neoliberismo
l'l\\.'WDOOl'dl Luigi CIOtti
cdl7.ion.i k, meridi;m,,
La riflessione di questo
libro porta ad una propo-
sta culturale chiara: "spor-
care il Regno con la cultu-
ra economica, con i san-
tuari della finanza e con il
nuovo credo del mercato e
del libero capitale e dal-
l'altra restituire alla fede
cristiana la sua capacità di
critica del mondo per un
sano e doveroso essere
nel mondo". Dice don Ciot-
ti : "nessuna globalizza-
zione è accettabile se cal-
pesta la dignità personale
di ogni singolo uomo , che
deve rimanere misura di
ogni realtà".
Le argomentazioni confer-
mano che è possibile op-
porsi a questa tendenza; è
possibile resistere alla men-
talità di sfruttamento . La
semplicità del messaggio
è direttamente proporzio-
nale alla sua profondità e
alla dimensione profetica e
urgente dell'appello.
BIOETICA AMBIENTALE
di Giovanni Russo (a cura)
LDC , Leumann (To) 1998
pp. 274, lire 32.000
Nel manuale si presentano
le riflessioni di molti esper-
ti sui seguenti temi : iden-
tità della natura e dell 'am -
biente , etica della terra ,
ecofemminismo , religione
e ambiente , mutazioni cli-
matiche , salute ambienta-
le , sostanze tossiche e
rifiuti pericolosi , sopravvi-
venza delle specie in peri-
colo e biodiversità, pro-
spettive bioetiche in agri-
coltura, politiche alimenta-
ri , medicina e guerra, guer-
re nucleari , armi chimiche
e biologiche, commercio in-
ternazionale delle armi .
La bioetica, scientificamen-
te , è concepita come una
riflessione non soltanto nel
campo della salute e della
medicina, ma anche come
un approccio che riguarda
il campo più ampio delle
scienze della vita, per la
promozione della sua qua-
1ità nel cosmo , e non de-
turparne irrimediabilmente
l'ordine .
··~1,.1".',,..
GIOVANNI
RUSSO►-•
TRE NOVELLE
di Liliana Toriser
Gabrieli Editore, Roma 1997
pp. 46 , lire 15.000
LILI ANA TOR ISER
Tre Novelle
6abrieli Editore
L'autrice esprime in tre bre-
vi racconti , in parte ispirati
a vicende realmente acca-
dute , in parte rielaborate
da quanto ha potuto ap-
prendere da persone di va-
ria condizione che le han-
no confidato episodi della
loro vita e del loro lavoro,
alcuni valori oggi smarriti:
è tutta una ricerca di ciò
che può o non può esse-
re , ma che alla fine appa-
re perché si conquista con
coraggio e tenacia.
Col linguaggio narrativo, si
riflette sui valori che ri-
guardano "la vita e la mor-
te". Spesso si pensa che
l'euforia trascina all 'errore
mentre un 'esistenza labo-
riosa con svaghi semplici
e onesti appare banale.
C'è chi cerca sensazioni
forti e il brivido, e se tocca
di provarli ci si accorge
che si può ringraziare Dio
che permette di tornare
sui propri passi.
NO N SI FA VENDITA PER
CO RRI S PO NDEN ZA . I libri
che vengono seg nalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
di retta mente alle rispetti ve
Editrici.
8 S OTTOBRE 1998

4.2 Page 32

▲back to top
Ll/f/E-
ANIMALI
AL VAGLIO
DELL'ETICA!
di Giovanni Russo
Dagli animali da compagnia,
alla terapia e alla guarigione
con gli animali, fino all'educazione
alla lealtà e alla legalità. Gli animali
sempre più al centro dell'interesse
dei ragazzi e delle famiglie.
Il "Laboratorio di Bioetica"
di Messina è per l'integrazione degli
animali nel cammino di formazione
e di crescita della persona.
e hi avrebbe mai pensato agli animali come sog-
getti dotati di capacità educative o come esseri in
grado di contribuire al miglioramento della salute e alla
terapia delle persone? Generalmente li abbiamo consi-
derati come compagni di cammino nella vita, creature
fedeli al proprio padrone, che comunque rimaneva
sempre un "padrone". Cavalli , cani , gatti - e ultima-
mente anche maialini - occupano ruoli di protagonisti
in numerosi film , assumendo comportamenti tipici di
personalità "virtuose", con tratti psicologici distintivi ed
emozioni intense.
Gli animali sono in effetti capaci di percepire gli stati
emotivi altrui , attraverso il sofisticato linguaggio dei
gesti e della mimica facciale . Per non parlare poi della
loro capacità di memoria,
che gli permette di acqui-
sire una quantità enorme
di informazioni comuni-
cate dall'uomo e trasfor-
mate in autentico senso
di "altruismo ", come
dimostrato da numerosi
studi ed esperimenti.
OTTOBRE 1998 BS
LE SCIMMIE
PER ESEMPIO
In uno di questi esperi-
menti, coppie di scimmie
vennero addestrate a
temere un suono partico-
lare che gli veniva sem-
pre presentato in asso-
ciazione a uno shock elettrico. Gli animali non solo
imparavano ad evitare lo shock, spingendo una leva
ogni volta che udivano il suono , ma azionavano lo
stesso meccanismo tutte le volte che leggevano la
paura sul volto di un altro animale nella gabbia
accanto , pur senza percepire il suono legato allo
shock. Praticamente l'animale leggeva la sofferenza
del compagno e azionava la leva per impedire questa
sofferenza .
AMORE E SFRUTTAMENTO
Il laboratorio di bioetica di Messina, centro studi legato
all 'UPS (Università Pontificia Salesiana) , ha promosso
una serie di indagini sulla bioetica animale , e cioè
sull 'identità, la natura e il ruolo degli animali nella vita
dell 'uomo e della società. Si diffondono sempre più , da
una parte , progetti di integrazione degli animali nel

4.3 Page 33

▲back to top
processo di cu ra e di guarigione di tante patologie
psichiche e psichiatriche dell 'uomo ; bambini autistici ,
che sappiamo essere incapaci di strutturare rapporti
sensati col mondo reale , imparano molto dalla rela-
zione con gli animali. Dall 'altra parte , invece , assi -
sti amo a tutto un processo di sfruttamento "bestiale "
degli animali , usati come cavie in esperimenti non
te rapeutici. Le nuove tecnologie di cui si occupa la
bioetica della clonazion e pongono interessanti e
inquietanti interrogativi circa la liceità di interventi che
mirano alla produzione in serie, attraverso clonazione ,
di animali convenienti al mercato delle carni o delle
pellicce o alla costruzione in laboratorio di animali
"nuovi", utili per trapianti di organi con l'uomo, o, anco-
ra , animali programmati geneticamente per nascere
già con alcune patologie in modo che sia possibile e
immediata la sperimentazione di nuovi farmaci.
Logo del laboratorio di bioetica di Messina.
UNA VISIONE CORRETTA
I programmi organizzati dal laboratorio messinese
hanno un preciso scopo educativo e pedagogico : for-
mare nei giovani e nell'intera società una cultura della
vita dove gli animali vengano rispettati nella loro natu-
ra , evitando radicalismi che giungono al vegetaria -
nismo o alla loro esclusione totale dalla sperimenta-
zione terapeutica per l'uomo .
I giovani sono molto sensibili alla presenza degli
animali e generalmente - come dimostrano le statisti-
che - hanno comportamenti di rispetto per la presenza
degli animali nel cosmo . Nella famiglia la presenza del
cane educato suggerisce interessanti e sempre più
promettenti percorsi formativi dei ragazzi alla lealtà e
al rispetto delle regole e quindi della legalità.
UN VASTO CAMPO DI STUDI E RICERCHE
In questo senso , il laboratorio di bioetica, diretto dal
salesiano don Giovanni Russo, ha promosso una serie
di studi , confluiti nel volume Bioetica animale (Ed .
LDC , 1998) e nel Simposio Gli animali: nuova icona
della bioetica, svoltosi a Messina il 27 aprile scorso. Vi
hanno partecipato bioeticisti , filosofi , teologi , pedago-
gisti , varie associazioni animaliste e un foltissimo pub-
blico. Hanno relazionato : per l'etica biblica degli ani-
mali il professor R. Frattallone ; per la bioetica il pro-
fessor S. Leone ; per la sperimentazione farmacologica
il professor A. Caputi ; per l'etologia veterinaria e il
benessere animale il professor M. Panzera. Hanno in-
trodotto i lavori il preside dell'istituto teologico "San
Tommaso" e l'arcivescovo di Messina, monsignor Mar-
ra . I risultati del l' incontro , oltre ad essere pubblicati
nella rivista "ltinerarium", verranno diffusi nei settori
educativi, familiari e di sensibilizzazione dell'opinione
pubblica, attraverso i mass media con la speranza che
possa crescere nei giovani , nelle famiglie e nella
società un'adeguata cultura di rispetto e promozione
degli animali , nella consapevolezza che con loro
cresce anche l'uomo.
o
BS OTTOBRE 1998

4.4 Page 34

▲back to top
- COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrero
LEGGERE PER PIACERE,
NON
••PER PIACERE, LEGGI!''
Educare significa anche costruire strutture di pensiero,
strutture etiche, capacità d'intervento e di decisione.
Lo strumento di questa costruzione è indubbiamente
la comunicazione.
O ggi coesistono due sistemi co-
municativi . Quello basato sulla
parola e quello basato sull 'emo-
zione veicolata da musica e imma-
gini . Ai due sistemi corrispondono
capacità umane importanti . La ri -
flessione e il ragionamento, per
esempio, e l'esperienza vissuta, l'e-
stetica , il sogno . L'uomo ha biso-
gno di sviluppare armonicamente i
due aspetti e le due capacità.
Oggi però bambini e ragazzi sono
avvolti da una comunicazione se-
duttiva quasi ossessionante , che
annulla l'emisfero della parola. Per
questo faticano a leggere e a scri-
vere, sono in grossa difficoltà con
l'apprendimento scolastico e rischia-
no di perdere quello che è legato al
sistema-parola : capacità di astra-
zione , riflessione , formulazione di
ipotesi, soluzione di problemi , pro-
gettualità, ecc.
E vitale che gli educatori sappiano
stimolare nei ragazzi il gusto e il
piacere per la parola, soprattutto
scritta, insieme alla corretta capa-
cità di farne uso . In questo compito
i genitori sono insostituibili.
ziale è l'utilizzo che si fa , il carat-
tere vivente, delle cose scritte. Que-
sta presenza viva si traduce in mo-
di diversi. Il primo è la presenza
funzionale dello scritto nella vita
quotidiana. I genitori dovrebbero u-
sare frequentemente le cose scrit-
te : libri di cucina, manuali , istruzioni
per l'uso degli elettrodomestici . An-
che gli archivi familiari permettono
ai bambini di capire che le "carte"
sono memoria familiare , prove,
giustificativi importanti. Ci sono poi
le occasioni in cui i bambini scopro-
no che la lettura può essere un pia-
cere , una distensione e anche
un 'occasione di scambio e di di -
scussione. Bisogna abituarli fin dal -
l'inizio all'idea che l'essenziale è il
senso del testo e che la lettura è
all 'origine di ogni informazione e
può essere un piacere estetico au-
tentico. Anche cercando insieme su
una enciclopedia : la cultura non è
sapere tutto , ma sapere dove si
trovano le risposte . Quello che con-
ta è la relazione affettiva con lo
scritto . Se i genitori vogliono che i
figli amino la lettura, la amino loro,
apertamente , davanti ai figli .
La lettura diventa un vero piace-
re se è un piacere condiviso. Gli
specialisti insistono sulla necessità
di leggere molto presto dei libri ai
figli : è un 'occasione di conversazio-
ne , scambio di confidenze , raccon-
ti , storie improvvisate. Oltre alla re-
lazione privilegiata che si instaura,
è l'occasione di ascoltare una lin-
gua differente da quella quotidiana,
sorgente di arricchimento linguistico .
Non si deve contrapporre la lettura
alla TV , ma far notare la diversità.
Non bisogna mai opporre in modo
semplicistico la distrazione "popo-
lare", la televisione , e la distrazione
"nobile", la lettura. È importante
che questo avvenga insieme. Ma è
così raro vedere genitori e figli in
biblioteca o in libreria!
L'abitudine di esplorare insieme il
mondo dei libri non è solo una for-
ma di piacere relazionale molto in-
tenso , ma anche una certa forma di
apertura , di curiosità , di interesse
L'educazione alla lettura dipende
dal modo in cui le "cose scritte"
sono accolte. Se i figli non vedono
mai i genitori leggere per il piacere
di leggere, se l'arrivo di una lettera
provoca inquietudine, se la prospet-
tiva di dover scrivere è sentita co-
me una seccatura, si può scom-
mettere su un sentimento di ap-
prensione, antipatia o addirittura di
rigetto dei figli nei confronti della
lettura e della scrittura.
Conta moltissimo il tipo di "pre-
senza" dello scritto in casa e nel-
la vita quotidiana. Il fattore essen-
o rro aRE 1998 BS

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
non banale. È la condizione essen-
ziale per far nascere l'appetito per
la lettura e l'apertura culturale, cioè
rendersi conto, discutere , cercare,
diffidare di ogni forma di pressione,
pensare e riflettere con la propria
testa .. . I genitori possono aiutare i
figli a conquistare lo "spirito lettore".
Con un certo modo di affrontare la
televisione, le pubblicità, i giornali,
gli avvenimenti . Un bambino che
vive in un ambiente così sarà ben
armato per affrontare la vita.
I genitori devono offrire "mate-
riali da leggere" . Non si tratta solo
di regalare un libro nelle grandi ri-
correnze , ma di presentare ai figli il
massimo di ricchezza e di varietà di
generi "leggibili" per permettere loro
di scegliere e formarsi un gusto
personale. E i figli devono cono-
scere i motivi per cui i genitori ap-
provano o non approvano determi-
nate letture, le loro scelte morali o
i~eologiche.
E importante anche che un figlio sia
abbonato ad una rivista che arriva a
suo nome, tutta per lui. È essenzia-
le trasmettere l'idea che la cultura
non ha niente a che vedere con la
noia, l'austerità, la "barbosità".
I genitori devono collaborare con
la scuola. Interessarsi al lavoro dei
figli. Interessarsi non vuol dire sor-
vegliare . La sorveglianza implica
diffidenza e la diffidenza provoca la
menzogna. I ragazzi che hanno dif-
ficoltà di lettura, spesso lo devono
a cattive abitudini contratte in tene-
ra età. I genitori si devono alleare
con i figli per giungere ad una
forma di riconciliazione con l'uni-
verso della lettura e della parola.
Ma soprattutto i genitori devono
ricostituire il carico di significato
alle parole. La parole sono il sim -
bolo della realtà che esprimono :
amore, pace, onestà, perdono, ecc.
Queste realtà devono essere vissu-
te , sentite, formulate verbalmente .
Per molti ragazzi , oggi , le parole
sono semplici suoni senza valore. I
genitori devono dialogare e raccon-
tare . Un racconto è presenza, vo-
ce, comunicazione profonda, dialo-
go , ascolto attento , riflessione , e-
mozione. Tutto basato sulla parola
"viva".
IL PIACERE
DELLA LETTURA
Dei nostri due figli, uno considera la lettura di qualsiasi genere
di testo come un impegno gravoso e non gratificante,
mentre l'altra riesce a provare attrazione per qualsiasi sequenza
più o meno logica di parole segnate su un pezzo di carta
e gradisce molto che per le ricorrenze le si regalino dei libri.
E ppure vivono da sempre nello
stesso contesto familiare : a ca-
sa nostra il rispetto e l'utilizzo di li-
bri costituiscono non solo un 'abitu-
dine corrente , ma anche una sorta
di tradizione , visto che il nonno ha
lavorato per quarant'anni in una
libreria ; sin da piccoli hanno visto
noi genitori leggere per motivi di la-
voro, ma anche per investire il tem-
po libero in modo gradevole.
Come è possibile che due ra-
gazzini mostrino una sensibilità co-
sì diversa? E perché mai il figlio più
riottoso ha sviluppato grazie alla
scuola una decente consuetudine
con la lettura , ma tuttora la vive
come dovere e non come piacere?
Si dice che ai ragazzi di oggi, in
genere, non piace leggere. Non
sembra vero , a dar retta alle inda-
gini sul mondo adolescenziale e
giovanile . Si dimentica anche che ,
all 'i nterno di questo universo com-
posito e differenziato , quando la
lettura di libri fa difetto è però facile
riscontrare una maggiore attitudine
per giornali e riviste . Le nuove ge-
nerazioni hanno inoltre una grande
familiarità con altre forme di espres-
sione e di comunicazione culturale
che noi adulti non riusciamo affatto
a decodificare: la musica, la danza,
lo sport, la pittura, i computer, la tv,
il cinema e tante altre cose ancora.
A ben vedere , i figli non solo
leggono più di venti o trenta anni fa,
ma padroneggiano una pluralità di
linguaggi che possiedono non mi -
nore intensità ed efficacia comuni -
cativa. Molti di loro sono inoltre ca-
paci sia di fruire che di produrre pa-
role , suoni , immagini ; in questo mo-
do riescono a creare una sintonia
fra il tempo e lo spazio interiore e
la realtà sociale , mentre la nostra
generazione si è dolorosamente mi-
surata con la separazione e il con-
flitto fra la dimensione del privato e
quella del pubblico .
Dunque le nostre paure sono ec-
cessive e spesso nascono da una
visione pregiudiziale del mondo
giovanile ; valutiamo i ragazzi par-
tendo dalle nostre abitudini culturali
e dimenticando che essi vivono
una buona parte della giornata in
un territorio mentale che a noi è
pressoché sconosciuto , anche per-
ché da molto tempo ormai ci viene
chiusa in faccia la porta che dà ac-
cesso al tempo libero e alle forme
di aggregazione giovanili.
Le nostre perplessità non pos-
sono però essere soffocate ; siamo
obbligati a capirne la motivazione
più autentica e forse nascosta. A
me sembra che il problema vero
sia altrove ; non consiste tanto nella
scarsa dimestichezza dei figli con i
libri (più presunta che effettiva),
quanto in una difficoltà più com-
plessiva: il sospetto è che dietro la
noia del leggere ci sia l'incapacità
di affrontare la vita in modo con -
templativo . Alla maggior parte dei
BS OTTOBRE 1998

4.6 Page 36

▲back to top
ragazzi di oggi credo manchi un
atteggiamento di meraviglia e di
curiosità ogni volta che incontrano
sulla loro strada qualcosa di
nuovo e di diverso; è poco
evidente la risonanza interiore
che avviene quando impariamo a
nutrirci di tutto ciò che è presente
nel rapporto che ordinariamente
intessiamo con la realtà esterna ;
forse fa difetto la disponibilità ad
accogliere come un dono , quindi
con gratitudine e rispetto , la
ricchezza di pensieri e parole che
caratterizza il nostro prossimo.
A dire la verità, anche in noi
queste attitudini sono molto ca-
renti. Siamo pessimi testimoni
dello spirito contemplativo , ma
anche mediocri maestri : a furia di
invitare i giovani ad esprimersi
con libertà e franchezza - a casa ,
a scuola e in tanti altri ambienti
educativi - li abbiamo abilitati a
parlare , ma non anche ad ascol-
tare ; quando "pretendiamo" la loro
attenzione , la riduciamo ad un
atteggiamento formale e passivo ,
anche perché non sempre sap-
piamo dire loro cose interessanti
e significative.
Come sempre , una inversione di
rotta è possibile condividendo il
cammino che porta a riscoprire e
a vivere in prima persona i valori
importanti della vita quotidiana: la
posta in gioco è molto più che
andare in libreria o in biblioteca
per approvvigionarsi di un buon
libro da leggere.
OTTOBRE 1998 BS
CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
MARTA
O MARIA?
L'articolo 20 affronta un problema che
è stato il cruccio di molti maestri di spirito
,~ _:-. . - = ; , -
/.'.'"-~.\\ ~,NJ,.
\\'-~·"· I
/
l
.•/,;C,~-;-\\.(;,)1'r,Ve- _~_,-,.\\;,,...I/~_-, .-,--_-~-·-=--:
,a_~JF; ,l,,.~...--'---QI;.Jr}--;
1 (:JF,I
-
/i__
~· .w,,_1.,,,i
1-~ - I' _~--;\\__,..)),;
i,1.,,---.-:- --:'~
l - ~,1, I
I; I ~ -'?:)·ir'w L::.,:s i
\\\\~ \\\\ ,· .\\;
e di quasi tutti i fondatori: il rapporto
{:::-' \\\\
tra vita attiva e contemplativa, tra azione ,;;>-Ì- \\\\
e preghiera... tra Marta e Maria, per dirla col Vangelo.
Articolo 20: "L'unione con Dio e
lo stile di preghiera".
O "Ma Don Bosco, quando
pregava? " L'interrogativo non è da
poco , tenuto conto dell 'attività in-
cessante , oggi si direbbe frenetica ,
in cui era calata la sua vita . Ha
avuto grande rilevanza anche tra i
salesiani , innescando una riflessio-
ne che ha anticipato la sintesi degli
anni '70: contemplazione e azione .
O Per i giovani Don Bosco non
si risparmia : li accoglie , li segue
nella crescita spirituale e professio-
nale, ne condivide le peripezie, vive
con loro in stretto rapporto . Il motto
scelto "Dammi le anime" comporta
un impegno a tutto campo e a
ritmo continuo , che lo aspira in un
ingranaggio di attività complesse e
diversificate e lo fa muovere nelle
direzioni più disparate .
"Ma Don Bosco quando non
pregava? " Se legittimo è l'interro-
gativo iniziale, altrettanto legittimo
appare l'interrogativo contrario (for-
mulato da papa Pio Xl). La sua
giornata attimo dopo attimo è attra-
versata dal soffio dello Spirito . Il
suo lavoro , lo stare con i giovani , i
viaggi , le paroline all 'orecchio , le
buone notti , le passeggiate, gli
scritti .. . tutto sgorga da quella fonte
originaria, tutto è compiuto in nome
dell'Amore . Lo scopo di tutto il suo
agitarsi , la meta dei suoi
infiniti sacrifici è: la
salvezza dei suoi giova-
ni . Nessuna forza al
mondo lo distoglie da
questa idea fissa. Perciò
il suo stesso lavoro di-
venta preghiera : Don Bo-
sco celebra la vita . Un
secolo dopo i suoi figli ,
immersi nella città frene-
tica e babelica e da essa
pressati , sono ancora
interpellati dal medesimo
interrogativo ... e intrigati
dalla medesima risposta.
Don Bosco insom-
ma ha anticipato e ro-
dato la risposta: il non
perdere di vista la sal-
vezza dei giovani a cui è
consacrata la nostra vita ,
tiene desta la necessità
di agire nello spirito del
vangelo , con il supporto
dei sacramenti della vita
quotidiana.

4.7 Page 37

▲back to top
IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
IL DEMONE DEL GIOCO
<< C aro ~oct~r J. , mio figlio, 12
annt, m, ha proposto un
affare. Mi chiede un prestito di
30.000 lire che io non gli devo da-
re: dovrei comprare dei biglietti del
"gratta e vinci", dove si guadagna
subito qualcosa. lo ricupererei le
30. 000 lire, il guadagno andrebbe a
lui.. . È un inguaribile ingenuo . Gli
ho spiegato che in questi giochi è
tutto calcolato perché ci siano più
perdenti che vincitori. Mi ha subito
risposto che la televisione ha mo-
strato persone che avevano guada-
gnato 500 milioni e che il papà del
suo compagno Rolando porta rego-
larmente dei biglietti ai suoi figli e il
fratello universitario ha guadagnato
un sacco di soldi giocando.
Non sopporto molto questi giochi
televisivi e radiofonici. Si guada-
gnano dei soldi o dei regali favolosi
senza far niente, salvo rispondere
a qualche futile domanda .. . Alle
volte i candidati corrono il rischio
del ridicolo, ma è ben ricompen-
sato. Sono una macchina delle illu-
sioni, che fa credere che tutti pos-
sono tentare la fortuna e avere una
chance, mentre non si avranno che
pochi eletti.
Quello che mi inquieta di più è che
alcuni genitori sono complici, facen-
do entrare troppo presto i loro figli
in questo universo, e che dei giova-
ni universitari siano già afferrati dal-
la passione del gioco. Non se ne
parla mai di queste cose. Perché?
Non è importante educare i figli a
non essere preda delle illusioni?
(Carlotta A. , San Remo).
Cara Carlotta,
Il gioco esiste dalla notte dei tempi ;
fa parte della vita , risponde a un
bisogno normale di divertimento, di
vertigine , di competizione. Ma nella
nostra società i giochi che regalano
soldi hanno preso un posto conside-
revole. Attraverso i media e la pub-
blicità essi ormai hanno conquistato
il focolare domestico , adescando
giocatori sempre più giovani.
Alcuni sono talmente presi dal
gioco che si può parlare di ludo-
dipendenza, in analogia alla tossi-
codipendenza indotta dalle droghe.
Con una differenza: chi è asservito
al gioco , può nascondere per più
lungo tempo la sua patologia. L'al-
cool e le droghe molto più rapida-
mente hanno ripercussioni sulla
salute. Nei giocatori incalliti i sinto- ciare droga o rubare motorini per
mi fisici sono discreti , e il medico pagare i loro debiti. Spesso si igno-
condotto non pensa che le ulcere , ra il problema: non appare che
le insonnie, le depressioni proven - quando è troppo tardi ...
gano dallo stato di tensione di chi è
in permanenza a caccia di soldi.
L'azione preventiva è difficile,
perché lo stato ha una posizione
E ancora: esiste ormai una tera- ipocrita : questi giochi gli portano
pia per drogati e alcolisti, e lo stato molto danaro . Egli possiede un ar-
si preoccupa di costoro . Non si può gomento: il desiderio di giocare è
dire altrettanto per gli schiavi dei non sradicabile: se si vietassero i
casinò. Dunque il gioco fa parecchi giochi d'azzardo, essi entrerebbero
danni : lo schiavo del gioco usa non nella clandestinità , nei circuiti ille-
solo il proprio denaro , ma anche gali e sfuggirebbero a qualsiasi
quello della famiglia , dei genitori , controllo. Un atteggiamento tolle -
degli amici e talvolta quello del per- rante sembra più produttivo ... Ra-
sonale o del datore di lavoro ... An - gione di più per regolamentare i
che questo può condurre alla delin- giochi al fine di minimizzare le per-
quenza: menzogne, furti , frodi.
dite, aiutare quelli che sono caduti ,
curare chi è diventato dipendente .
Numerosi giocatori adulti hanno Esistono gruppi che lavorano in tal
cominciato la loro carriera verso i senso.
15 anni se non addirittura a 12. E
oggi sono sempre più numerosi i È tutto il nostro ordinamento so-
giovani di 16, 18 o 20 anni che han- ciale che è interessato . Già da lun-
no seri problemi a questo riguardo. go tempo gli italiani non sognano
Troppi giochi sono troppo facil - più di cambiare il mondo , ma di
mente accessibili nei bar e spesso riempirsi le tasche. Allora, quando
posti intenzionalmente in prossimità la disoccupazione non cessa di
delle scuole ... Alcuni scolari vi sciu- aumentare , i salari restano bloccati,
pano il danaro della merenda, poi il libretto di risparmio non riporta più
chiedono un prestito ai compagni grandi cifre , ci si affida alla fortuna,
nella speranza di ricuperare la loro e l'azzardo diventa l'ultima chance
posta. Alcuni finiscono per trascu- per cambiare il corso di una vita.
rare gli studi, sono spinti a spac-
Molti l'hanno compreso:
con una terapia opportuna,
la fede che un giocatore
mette nel gioco e nei suoi
idoli viene trasferita, sposta-
ta verso la fede in un supe-
ramento personale e altrui-
) sta. Essi sviluppano un'aspi-
razione morale verso il bello,
~- il bene , il giusto che , per
alcuni, arriva ad assumere
..'1 la forma di una ricerca e
jòo.,...-,1;-_!l una elevazione verso l'as-
soluto. Si può arrivare facil-
mente a Dio.
BS OTTOBRE 1998

4.8 Page 38

▲back to top
Don Leonardo Mero, un giovane salesiano sepolto in un angolo
UNA STORIA
COMUNE
di Nicola Pecoraro
Don Leonardo
è un salesiano comune
incaricato di un oratorio
poco comune. Il catalogo
lo segnala direttore
dell'oratorio
a Bemaneviky.
Niente di straordinario
dunque... Eccetto
il fatto che Bemaneviky
è un villaggio
della "Grande Isola",
il Madagascar, perduto
nell'infinita foresta
tropicale, sferzato
da un clima ingrato tra
l'equatore e il tropico,
dove quotidianamente
sole e pioggia si baciano.
I Don Leonardo tra papà e mamma
che l'hanno raggiunto
per l'occasione a Bemaneviky.
I Una suggestiva danza sacra
accompagna l'intronizzazione
del Vangelo.
OTTOBRE 1998 BS
I suoi ragazzi ... niente cortili,
palloni, palline, scarpette da
tennis ... anzi niente scarpe! No
PGS , TGS, CGS, impossibili sig le
per le organizzazioni sportive, turi-
stiche o cultural-cinematografiche
che caratterizzano i nostri oratori
non più solo italiani. Tutto il resto
però c'è, come da noi e forse ... Ci
sono la serenità, l'ottimismo, la gioia,
l' impegno, la catechesi, il gioco
spontaneo e festoso, il canto e la mu-
sica ... Don Leonardo canta, accom -
pagnandosi con la chitarra. Ha com-
posto numerosi pezzi, parole e mu-
sica, per gruppi giovanili ed è com-
positore delicato e sensibi le, con una
vena poetica a volte malinconica,
ma sgombra di nuvole, ottimista, lu -
minosa. Divide la sua giornata tra la
gente, i bambini, i vecchi , uomini e
donne che hanno bisogni concreti, e
glieli leggi in faccia, ma che soprat-
tutto cercano uno sguardo, un cenno
di amicizia, in un villaggio dove,
giorno dopo giorno, si sperimenta la
difficoltà e la fatica di vivere.

4.9 Page 39

▲back to top
remoto della grande foresta tropicale.
- Anche il papà invoca sul figlio lo Spirito Santo.
Il pasto dell'ordinazione imbandito nella grande sala
dei banchetti della foresta!
- L'abbraccio della gente.
- Il momento dell'ordinazione.
L'AMBIENTE
Ha deciso di impegnarsi in prima
persona in Africa, ha detto sì, per
incontrare gli umili e gli ultimi della
terra e vivere l'esperienza di un po-
polo semplice e povero. Quella è la
sua gente ormai, i suoi bambini e
ragazzi che hanno catturato la sua
vita e lo tampinano senza dargli re-
sp iro. Lo vogliono tutto. a mezzo
~
~
servizio non si può stare.
Si è ritrovato, don Leonardo, tra
una umanità povera di mezzi ma
ricca di valori. Un popolo con l'oro-
logio fermo da secoli su usi e costu-
mi miti e magie che si perdono
nella notte dei tempi. Un ambiente
di capanne sparse tra giganteschi
baobab, coltivazioni di riso e caffè,
mandrie di omby, i buoi africani. Il
tempo a Bemaneviky è ritmato e
racchiuso in una espressione ripetu-
ta sovente a chi mostra di temere il
tempo , di farsi possedere da lui in-
vece che possederlo: "Mora , mora",
piano piano, che farebbe schi zzare
del tutto la nostra già schizzata schi-
zofrenia della fretta.
FRATERNITÀ
Eppure se arrivi qui a Bemanevi-
ky, chiunque tu sia, da qualunque
parte provenga, dovunque tu sia di-
retto, sentirai rivolgerti un invito,
semplice e chiaro: " Karibo!", vieni,
accomodati, entra da noi, "c'è un
posto anche per te" ; e le donne, fa-
sciate nei "!amba" multicolori ti ac-
colgono e ti servono, ti fanno vibra-
re al ritmo cadenzato delle danze, ti
BS OTTOBRE 1998

4.10 Page 40

▲back to top
D
- La commozione della mamma.
- È festa anche per i più piccoli.
commuovono alla nenia struggente
dei canti. Le loro musiche, racconta
don Leonardo, modulano il fischio
del vento, la corsa degli animali in
caccia, lo scorrere lento delle "laka-
ne", le piroghe a bilanciere scavate
nei grandi tronchi del baobab, I' e-
terno vibrare tra gli alberi degli spi-
riti del bene e del male che, secondo
la religione dei padri, popolano la
foresta in ogni più nascosto anfrat-
to . Su tutto e su tutti aleggia invisi-
bile, inafferrabile ma presente "An-
driamanitra" , il Dio grande, il Si-
gnore dei profumi.
Qui, occidentale pasciuto e agita-
to, ti senti un extraterrestre piovuto
improvvisamente in un altro pianeta.
QUI L'EVENTO
Qui don Leonardo, tra questa gen-
te , tra questi ragazzi diventati suoi,
è stato ordinato prete poco più di un
anno fa. Qui, tra questi suoi fratelli
di elezione ha scelto di essere " un-
to" , consacrato per loro. Qui è stato
accompagnato dai canti commossi e
commoventi dei suoi bimbi, dagli
occhi stupiti della gente, la prima
volta per loro, accorsa dai villaggi
nella foresta; qui senza luci , né mar-
mi, senza lampadari , ori, ceramiche,
cristalli, sete tramate ... qui , con so-
lo una candela che brucia troppo in
fretta, simbolo della vita di tanti
africani che invecchieranno e mori-
ranno prima di aver conosciuto un
qualsiasi benessere . . . Qui , senza i
cori polifonici delle cattedrali, ma
accompagnato dalle appassionate
nenie malgasce, che avvolgono di
mistero il mistero di una liturgia che
dura tutta una giornata.
Qui a Bemaneviky il tempo è un
amico, non spinge, non è vorticoso,
non ha fretta nella foresta , non co-
stringe a marcare cartellini, non è
OTTOBRE 1998 BS
misurabile, e non si misura il tempo
regalato a Andriamanitra, in lui tut-
to profuma di eterno. Qui, tra mo-
sche, tafani, insetti e allegria ...
"MAMY NY AINA",
DOLCE È LA VITA!
Il vecchietto sotto il grande albero
del mango racconta storie lontane.
Incantati i bimbi l'ascoltano. Rac-
conta di un tempo che appare fiabe-
sco ... del telegrafo - ora i suoi pic-
coli interlocutori non sanno nemme-
no che cosa sia - , del dispensario,
del servizio postale, dell'agronomo
che veniva ad ogni semina e raccolto
per insegnare e controllare le coltu-
re .. . Racconta il tempo del dominio
coloniale francese. Ora si è tornati
indietro. I ricchi se ne sono andati
con i francesi. È rimasta la miseria,
ovunque sovrana, ma nonostante tut-
to, "mamy ny aina!", dolce è la vita.
Don Leonardo ha scelto questo
popolo forte e sereno per il suo fu-
turo di sacerdote. Dice: la prima
volta che arrivi ti senti chiamare
"mompera", padre, uno, due, tante
volte, e i piccoli ti si affollano intor-
no, t'invitano in casa ... in capanna!
E devi farti violenza per entrare.
Zaffate di fumo ti assalgono la gola,
ti tolgono il respiro, afrori nausea-
bondi ti si incollano addosso, quasi
una seconda pelle. Ma occhioni
estasiati di bimbi ti si attaccano ad-
dosso: ti ripagano di tutto. Così
poco dopo non senti più nulla, non
solo perché ti sei abituato all 'odore
ma soprattutto perché senti molto di
più l'affetto, l'ammirazione, quasi
la devozione verso di te. E percepi-
sci che i piccoli vorrebbero coccole!
L'infanzia africana è l'espressione
paradossale della vita. Troppo pre-
sto i bambini diventano adulti e co-
minciano a vivere gli eterni contra-
sti: gioia e dolore, necessità e penu-
ria, gioco e lavoro, vita e morte ...
I MAESTRI
Questo è il gregge, il campo d'a-
zione di don Leonardo. Da tempo
egli ha deciso che i più giovani sa-
ranno la sua ricchezza, il suo cuore,
la sua vita intera. E si lascia asse-
diare. Le sue mani, scolpite senza
pietà dal lavoro, saranno sempre
pronte a benedire, i piedi sempre in
moto verso chi chiama, il sorriso in-
dirizzato verso chi chiede soITiso.
Don Leonardo vede i giovani , li
cerca di capanna in capanna, ne spe-
rimenta l'urto. "Mompera , mompe-
ra! " . Per quanto giovane egli è mom-
pera, padre. Da questa chiamata si è
lasciato mobilitare: "Essi sono i
maestri della mia vita. Li cerco, per-
ché sento che sono una benedizione
di Dio, sono la mia vita". Così parla
un salesiano. Così un direttore di
oratorio. Nel piccolo villaggio c
molto da cambiare, da migliorare,
ma dai malgasci c anche molto da
imparare. L'impatto con quella nuo-
va dimensione ha modificato in toto
il corso della sua esistenza. Sa che
cos la sopravvivenza: la vede in
faccia tutti i giorni. Sa che cos la
forza della serenità: la vede in fac-
cia tutti i giorni . Tutte le cose che
riteneva indispensabili là perdono di
spessore, diventano inutili.
Il fiume Sambirano scorre lenta-
mente a Bemaneviky, un angolo re-
moto della grande foresta tropicale.
Don Leonardo trascorre qui la sua
vita: sul suo viso non si legge alcuna
solitudine, alcun rimpianto per quel-
lo che ha lasciato dal!' altra parte
del/' oceano. Qui ci sono l'acqua e
la terra , i.fiori, gli alberi, il cielo .. .
Nicola Pecoraro

5 Pages 41-50

▲back to top

5.1 Page 41

▲back to top
I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
r GLI HO AFFIDATO
LE MAMME
IN DIFFICOLTÀ
Nei primi mesi di gestazione ,
mia nuora ebbe seri problemi
con minaccia di aborto. I medici
la obbligarono ad uno stretto
riposo. lo allora cominciai a pre-
gare san Domenico Savio. Per
me è un gesto abituale perché
ho messo sotto la sua protezio-
ne mio figlio e tutte le mamme
in difficoltà. Ma questa volta
pregai con maggior intensità.
Mia nuora portò a termine la
sua gravidanza e le nacque un
bel bambino che ora gode otti-
ma salute.
Amneris Cont, Parma
r MESSO
A DURA PROVA
Durante un viaggio in Romania,
fui improvvisamente colpito da
lancinanti dolori all 'occhio sini-
stro che non accennavano a
cessare. Lontano da luoghi spe-
cia listici, rientrai in Italia e mi
affidai alle cure dei medici. Ma il
dolore proseguiva mettendo a
dura prova il mio morale. Quale
exallievo salesiano di Vendro-
gno dove è sepolto il servo di
Dio Attilio Giordani mi recai
davanti alla sua tomba e chiesi
a lui di ottenermi la guarigione.
Ho continuato a pregare e a cu-
rarmi. Oggi sono guarito ed io
penso che lo si debba alla sua
intercessione.
Pettinato Marcello, Milano
r DOPOANNI
DI SUPPLICHE
Mia figlia era nell'impossibilità di
avere bambini. lo non mi sono
mai rassegnata a questa situa-
zione . Ho sempre pregato san
Domenico Savio ed ho fatto
tante volte la novena raccoman -
data per questi casi. Dopo anni
di suppliche, il miracolo è giunto.
Oggi mia figlia è madre di una
bella bambina di nome Serena.
Anna Martino,
Ripacandida (Pz)
r UNAFOTO-
TESTIMONIANZA
Invio questa foto scattata da-
vanti all 'urna di san Domenico
Savio in Torino , a conclusione
del pellegrinaggio dei seminari
d'Europa, come testimonianza
dell 'intercessione di san Do-
menico Savio nei miei riguardi.
Infatti ventotto anni fa , dopo due
aborti spontanei da parte di mia
madre , io venni alla luce grazie
alle suppliche fatte da mia ma-
dre a questo caro santo. Dome-
nico è il mio secondo nome:
dono di Dio la mia nascita, dono
di Dio anche la mia vita. Avendo
infatti ricevuto il dono della vo-
cazione sacerdotale , da quattro
anni mi sto preparando al sacer-
dozio missionario in Olanda.
Antonio Domenico Esposito,
Agrigento
r NONOSTANTE I
PRONUNZIAMENTI
MEDICI
Desideravamo tanto avere figli.
Ma da visite fatte sembrava che
ciò ci dovesse essere negato
per sempre . Il nostro direttore
spirituale ci diede una reliquia di
san Domenico Savio e il suo
abitino. Nonostante i pronunzia-
menti negativi dei medici , io ho
indossato l'abitino e non ho ces-
sato di implorare questo piccolo
santo. Ora sono madre felice di
una splendida bambina la quale
ha già nove mesi e sta bene.
T.M., Torino
r RESTERÀ
PARALIZZATO
Nel giugno 1996 fui colpito da
un'emorragia cerebrale , Fui tra-
sportato all'ospedale in elicotte-
ro e in stato di coma. Il verdetto
dei medici fu: "O morirà o - se
sopravviverà - resterà paraliz-
zato per tutta la vita". I miei con-
fratelli di Sondrio e i miei parroc-
chiani a Gerola pregarono il
servo di Dio don Giuseppe
Quadrio , mio compagno di
studi ad Ivrea, perché interve-
nisse in mio aiuto. Entro un
mese io ero già fuori pericolo e
dimesso dall'ospedale. Potei co-
sì ritornare nella mia parrocchia
per continuare la celebrazione
del secondo centenario della
sua consacrazione . Ringrazio
don Quadrio e lo prego perché
mi aiuti a servire meglio i miei
fedeli.
D. Albino Manni, SDB, Sondrio
r ERAVAMO
IN APPRENSIONE
Una mia cara amica ha dovuto
sottoporsi ad alcuni esami clinici
per il cui responso eravamo ,
fondatamente, in molta appren-
sione. Ho affidato tutto alle mani
di Maria Ausiliatrice e ancora
una volta sono stata esaudita.
Tutto infatti si è risolto nei mi-
gliori dei modi e la nostra fiducia
nella Mamma del Cielo si è
ancor più irrobustita.
L. R., Torino
r UNA VELOCISSIMA
GUARIGIONE
Scendendo dal letto sono scivo-
lato battendo la testa sulla sua
sponda. Medicato, sembrò tutto
passato e lo confermò anche il
medico. Invece dopo circa un
mese arrivarono i guai: mancan-
za di equilibrio, fatica a cammi-
nare , ripetute cadute ... Ricove-
rato , ci fu un costante peggiora-
mento sino ad una paresi quasi
totale. Data l'età (83 anni) e la
mia riluttanza a sottopormi alla
TAC , si erano abbandonate le
speranze di guarigione. Grazie
però alla tenacia di un medico
fui trasferito ad un altro ospeda-
le dove mi si convinse a fare la
TAC da cui si diagnosticò un
ematoma cerebrale. Fui operato
d'urgenza. L'intervento riuscì
perfettamente e nel giro di una
settimana ho potuto recuperare
tutte le facoltà motorie. Dopo un
mese di fi sioterapia son tornato
a casa completamente guarito.
Durante tutto il periodo della
mia malattia ho sempre confida-
to nella protezione del beato
Filippo Rinaldi la cui immagine
ho sempre portato con me
anche in sala operatoria . A lui ,
in coscienza, sento di dover la
mia guarigione e il mio attuale
stato di salute.
Omodei Andrea Lorenzo,
SDB, Parma
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l' indicazione del nome.
VUOI ENTRARE
NEL MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO?
Rivolgiti alla più vicina
casa salesiana o contatta
i responsabili della tua regione
ADRIATICA (IAD)
(Marche, Umbria,
Abruzzo, Romagna)
Wi esiek Dee
tel. 071 / 28. 10.265
LAZIO (IRO)
Roberto Colameo
tel. 06/44.40.72 1
LIGURIA / TOSCANA (ILT)
Paolo Gambini
tel. 010/64.69.288
LOMBARDIA / EMILIA (ILE)
Franco Fontana
tel. 02/67 07.43.44
MERIDIONALE (IME)
(Campania, Basilicata,
Puglia, Calabri a)
Pasquale Martino
te l. 08 1/75. 11.970
PIEMONTE
VALLE D'AOSTA (CSP)
Egidio Deiana
tel. 011 /52.24.238
SARDEGNA (I SA)
Giuseppe Casti
tel. 0783/800.238
SICILIA (ISI )
Edoardo Cutuli
te l. 095/43.33.00
VENETO EST (IVE)
VENETO OVEST (IVO)
(Trenti no, Alto Adige/Friuli ,
Venezia Giulia/ Veneto)
Enrico Peretti
tel. 04 1/590.23.38
Roberto Dal Molin
te l. 045/80.70.793
/JS O TTOBRE 1998

5.2 Page 42

▲back to top
r
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Fo1mule valide sono:
- se si tratta d' un legato:
« ... lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure all'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire.. ., (oppure)
l'immobile sito in .. . per gli scopi
perseguiti dall 'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del culto, per la formazione del
Clero e dei Religiosi , per scopi
missionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati :
«.. . annullo ogni mia
precedente disposizione
testamentari a. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall 'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi miss ionari
e per l' educazione cristiana.
(luogo e data )
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
OTTOBRE 1998 BS
I NOSTRI MORTI
SERRANO COTORE sac. Alberto ,
salesiano ,
.
t Sikasso (Malì) il 18/04/1998 a 56 anni.
Appartenente all ' ispettoria di Valencia
(Spagna) , fu inviato in missione, e divenne
uno dei fondatori della nostra presenza in
Malì nell 'ottobre del 1981, giusto 16 anni
fa. Ci ha lasciato improvvisamente in
maniera tragica, mentre tentav_a di sposta-
re a forza di braccia la macchina che gui-
dava la quale si era impantanata sulla
strad~. Un uomo e un sacerdote di grande
umanità e profondo zelo apostolico che_~
tornato al Padre nel fiore della sua att1v1ta
missionaria che aveva scelto con consa-
pevolezza~ convinzione._Merita un ricordo
nella preghiera come tutti coloro_ che sono
in prima linea nella Chiesa per diffondere Il
messaggio del Signore.
BRIGLIA Rosina , cooperatrice ,
t Torino il 25/01 / 1998 a 56 anni.
Una lunga malattia, il morbo di Parkinson ,
durata 27 anni l'ha spenta lentamente tra
non poche sofferenze, tutte sopportate con
sicura fede ed esemplare pazienza, sem-
pre lodando il Signore. Resterà in benedi-
zione presso tutti coloro che l'hanno cono-
sciuta e apprezzata.
grande devoto di Maria Ausiliatrice, zelante
nel propagarne l'associazi':ne dei devo~1. 11
suo sorriso, la sua bonta , sempl1c1ta e
pazienza resteranno indiment1cabil1 per
coloro che lo hanno incontrato.
KALETA sac. Roman , salesiano,
t N'Djaména (CIAD) il 23/04/1998 a 30 anni.
Nato a Slupsk, presso Danzica_ in Polonia
nel 1968, ancora bambino resto orfano d1
padre. Conobbe i salesiani nella sua par-
rocchia ed entrò ben presto in congrega-
zione. Dopo i primi studi venne in Italia, a
Verona, nel 1991 , dove fece le sue pnme
esperienze educative coi _giovani e quindi
gli studi di teologia a Torino Crocetta. Fu
ordinato sacerdote nel 1996. S1 era andato
preparando a diventare missionario , e l'ob-
bedienza lo assegnò alla nuova presenza
salesiana a Sarh nel Ciad , dopo essersi
specializzato in Comunicazione Sociale al-
l' ISCOS. Partito nel novembre del 1997,
dopo soli cinque mesi di _Africa, _morì stron-
cato da una gravissima 1nsolaz1one. 11 suo
sacrificio sarà di benedizione per le nostre
presenze in quel martoriato continente.
LAMBERTO sig. Lorenzo,
salesiano coadiutore ,
t Torino il 24/02/1998 a 77 anni.
DI COSMO Cira , cooperatrice ,
t Andria il 04/03/ 1998 a 88 anni.
Cooperatrice fin dagli anni '30, agli inizi del-
l'opera di Andria. I salesiani hanno avuto in
lei un sostegno materno e affettuoso fatto
di delicatezze e attenzioni. Ha amato pro-
fondamente l'oratorio vivendo con pienez-
za lo spirito di Don Bosco . Varie .genera-
zioni devono a lei la prima educazione alla
fede. Non si è mai risparmiata nelle opere
di carità anche quelle più impegnative. Gli
ultimi mesi sono stati la conclusione natu-
rale di una vita vissuta con fede autentica.
Tra grandi sofferenze , è _stata un esempio
di serenità e dolcezza, d1 rapporto intenso
con Dio e di accettazione piena della Sua
volontà. È morta con il rosario tra le mani.
BROGGIATO sac. Antonio , salesiano ,
t Negrar (VR) il 17/04/1998 a 83 anni.
Nato da famiglia contadina di salda fede ,
che diede altri due figli alla congregazione_,
fu allievo del "Man/redini" di Este ed entro
giovanissimo tra i salesiani . Prete nel
1942, spese le primizie del suo sacerdozio
nell 'oratorio di Schio. Dal 1948 al '64 fu fe-
delissimo collaboratore di monsignor Gio-
vanni Lucato vescovo di Isernia e Venafro :
fu vicario ge~erale e ricoprì svariati incari-
chi in diversi settori pastorali. Dopo la
morte di monsignor Lucato operò per nove
anni nell'ispettoria meridionale , com e par-
roco a Napoli-Vomero, e come vicario
ispettoriale. Rientrato nel Venet_o nel 19731
passò la maggior parte dei suoi ult1m1 anni
a Monteortone, operando pastoralmente
tra gli ospiti di quel nostro istituto termale.
Fu convinto animatore dei cooperatori e
Ottavo di 14 fratelli , giunse a Vald_occo per
frequentare le scuole professionali. Erano 1
tempi della canonizzazione di Don Bosco.
Lorenzo restò affascinato dal Santo dei gio-
vani e volle diventare salesiano. Fu coa-
diutore, sarto di mestiere , abilissimo _nel
suo lavoro e con la passione della musica.
Frequentò il conservatorio e divenne l'ani-
matore musicale per eccellenza. Visse qua-
si tutta la sua vita a Valdocco dove fu so-
prattutto il maestro della banda e del coro.
Non si spaventava ad animare n~I canto una
massa di circa 400 g1ovan1 , ne a _por.tare
avanti la banda, che sotto la sua d1rez1one
inanellò numerosi successi. La grande pro-
cessione di Maria Ausiliatrice e gli intratte-
nimenti in teatro in occasione di feste e
ricorrenze sono stati il suo palcoscenico, la
sua cattedra e il campo del suo apostolato.
La sua memoria resta in benedizione.
E, belio tramontaDreio
d I mondo verso ,
a affinché in Lui ,
. ossa risorgere. .
si p · di Antioclua)
(S. Ignazio _

5.3 Page 43

▲back to top
seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZl/9
T. Bosco, A. Gattia
NEI PR'AT/ DI VALDOCCO, B4NDE 01 RAGAZZACCI
SI ':>FIDANO •ALLA GUERQA", CON S4SSAIOLE: E
COLTELLATE. DON BOSCO,JNSll:MEAI CAR'ABI-
NIERI, 'f:11 LANCIA 'bOVENTE IN MEZZO PER DI-
VIDERLI PRIMA CHE SI FACCIANO DEL MALE
'òERIO, i,--~1'7:ll------.:------
L.D.C.
UN GIORNO CON MOSSA RAPIDA
AFFERRA IL FAZZOLETTO CON
I '::JOLOI A DEI GIOVANI CHE
GIOCANO A DADI E SE LA DA'
A GAMBE ,
INFILA IL PORTONE
DELL'OlèATORIO,
POI LA POi'<.TA
DELLA
CI-JIESA.
E I GIOVANI
DIETRO.

5.4 Page 44

▲back to top
1-------------------
CONTINUA L O
e,cHEQZO
TRA DON BOf:JCO
E DON
BOREL,
fL DIALOGO CON-
TINUA IN DIA LET-
TO, I 12AGAZZI
QIOONO. TRA
BATTIBECCHI CO-
MICI 'bi PARLA
DELLA LEGGE
DI DIO, DEL
GIOCO A DENA-
f<O, 01:LLA
BESTEMMIA.
I DEl<UBATI
SGf<ANANO GLI
OCCHI.
BOS
STO E ' IL
RIO. V
E VOI A
QU/ , E
O ' OGNI
fL RAGAZZO, Pl2ESO DAL
TEF<l<OQE,':>IMETTE A
FUGGIRE VEl<'SO L 'Ol<!A-
TOli?IO.
OTTOBRE 1998 BS

5.5 Page 45

▲back to top
NESSUNO LO ':JENTE . PRESO DALLA DISPE-
RAZIONE, SI ARRAMPICA SU UN GRANDI:
GELSO ACCANTO ALLA POl<TA DELL ' ORA -
TORIO.
MAMMA
MARGHE-
f<ITA ,
DALLA
FINE'::>Tl<A,
LO VEDE
E VEDE
ANCHE
L' UBl<IACO
Al<f<IVA/.?E
AGITANDO
IL
BA'::JTONE.
SCENDE
CON
DON
BOSCO.
L.D.C.
HA IN VERITA '
E CO!:>A DA
CONDERE,
BATTE
TIRATA
CONTINUA .
BS OTTOBRE 1998

5.6 Page 46

▲back to top
~
SOLIDARIETA
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
Beato Filippo Rinaldi , a
cura di Forni Borghino Emi lia,
L. 300.000.
Maria Ausiliatrice e Santi
Salesiani , per richiesta grazie
per i vivi e suffragi per i defun-
ti , a cura di famiglia Ferro G. e
C., L. 300.000.
Borse missionarie da
L.100.000
È nata una struttura for-
mativa nel settore della
musica leggera promos-
sa dal Servizio Nazio-
nale di Pastorale Giova-
nile della CEI. Prevede
4 seminari con le se-
guenti caratteristiche:
Numero:
25 ogni seminario
Durata:
7 giorni
Lezioni:
8 ore al giorno
Alunni :
Giovani dai 18 ai 32 anni
Tempo:
dal 25110 al/' 1111 per
autori e compositori
dal 15111 al 22111 per
autori ed interpreti
Luogo:
Villa Campitelli, Frascati
Riferimenti :
Segreteria telematica:
02/98.33.69. 78
E-mail:hopemusic.school
@pmp .it
La Chiesa italiana conti-
nua la sua marcia di av-
vicinamento al 2000 con
iniziative sempre più fre-
sche e giovanili : il lii
millennio deve segnare
una ripresa della cultura
cattolica e un più ser-
rato dialogo con tutte le
componenti della città.
OTTOBRE 1998 BS
Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco e Santi Salesiani , a cura di
Sacilotto Fulvia, L. l.000.000.
Maria Ausiliatrice , in memo-
ria di Naletto Giovanni, a cura
di Naletto Ilde, L. l .000.000.
Maria Ausiliatrice, per aiuto e
protezione specialissima, a cura
di M.A. , L. l .000.000.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, a cura di Dezzani Natale,
L. S00.000.
Maria Ausiliatrice e Don
Bosco, in memoria di A.B.L. ,
a cura di Be ltrame Augusta ,
L. S00.000.
Maria Ausi liatrice e Santi
Salesiani, per ringraziamento e
protezione all a famig lia: vivi e
defunti, a cura di Scagliotti
Esterina, L. S00.000.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco , in memoria di Giovanni
Ronco, a cura della famiglia
Besos tri , L. S00.000.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, in ringraziamento a cura di
N.N., L. S00.000 .
Maria Ausi li atr ice , Don
Bosco e Domenico Savio ,
"'
per protezione, a cura di M.R. ,
L. S00.000.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, per protezione e gua -
rigione del papà, a cura di Leo-
ne Andrea e Roberto Caterina,
L. S00.000.
Monsignor Versiglia e don
Callisto Caravario, a cura di
Bertolino Pia, L. S00.000.
San Giovanni Bosco , in me-
moria di P. José e M. Berto-
la, a c ura della nipote Laura,
L. S00 .000.
Maria Ausiliatrice, San Gio-
vanni Bosco, in ringraziamen-
to , a cura di· Diemo z Maria,
L S00.000.
Maria Ausiliatrice , Don Bo-
sco , don Rua e Santi Sale-
siani a cura di D ' Apote Luisa,
L. S00.000.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, a cura di Abbo Alessandro
ed Enrica, L. S00.000.
Maria Ausiliatrice e Santi
Salesiani , per ringraziamento e
protezione famiglia e pregh iere
per i defunti , a cura di F.M. -
A.C.L., L. 300.000.
San Giovanni Bosco, per gra-
z ia ricevuta a cura di Marena
Elsa - Maria Aus iliatrice ,
Don Bosco e Mamma Mar-
gherita, in suffragio e memoria
di Ferruccio e Rosa Lantieri -
Maria Ausiliatrice, in ri ngra-
ziamento , a cura di N.N. -
Maria Ausiliatrice e Santi
Salesiani, per aiuto e protezio-
ne a cura di E leonora Alessia
Campi - Nonna Lidia , per ri-
cordare Stefano, a cura di Oli-
via Lidia - Maria Ausiliatrice,
Don Bosco e Domenico Savio,
per aiuto e protezione su fam i-
g li a , a cura di E.C. - Maria
Ausiliatrice e Don Bosco , in
ringraziamento e protezione su
famiglia , a cura di Z .R. - Ma-
ria Ausiliatrice , in ringraz ia-
mento , a cura di N.N. - Don
Bosco, per richi esta di aiuto su
famig lia, a cura di Bogino Lina
- Don Bosco, per la mi ssione
di un sacerdote, a cura di Boido
Rosalia - Sacro Cuore di Ge-
sù, Maria Ausiliatrice e Don
Bosco, invocando aiuto e prote-
z ione s u famig li a, a cura di
N.N. - Maria Ausiliatrice, per
ringraziamento, a cura di N.N.
- Maria Ausiliatrice e Don
Bosco, per richiesta di aiuto e
protezione, a cura cli Enrico e
Valeri a - Maria Ausiliatrice e
Don Bosco , in memoria di
Lanclucci Marcello, a cura de ll a
famig li a Landucci - Maria
Ausiliatrice e Don Bosco , in
suffragio del defunto Taliano
Secondo e protezione famig lia,
a cura cli Taliano Caterina -
San Giovanni Bosco, per pro-
tezione, a cura cli Fissore Giu-
seppina - Maria Ausiliatrice e
San Giovanni Bosco, a cura cli
N.N. - Maria Ausiliatrice, per
protez ione, a cura di Terzolo
Rita - Don Bosco e don Rua,
per pro tez ione, a cura cl i Fo-
g liarini Liliana, L. S0.000.

5.7 Page 47

▲back to top
I Prof. Roberto Lorenzini
Coordinatore Generale
dei Cooperatori,
da sempre vive coi ragazzi ,
come insegnante di lettere.
Professore.ferve l'attività attorno al suo ufficio alla Pisana: che cosa state
preparando ?
·
La_ Consulta Mondiale che il Rettor Maggiore convoca ogni due anni per
fare il punto sulla situazione dell 'associazione, prospettando le nuove tappe
del cammmo.
I cooperatori con "promessa" sono circa 30 .000, quasi quanto FMA ed
SDB insieme. Una bella forza . Le pare che questo considerevole potenziale
umano si muova al meglio delle sue capacità?
Ha detto bene: si tratta di un considerevole potenziale da po!Te in atto. L 'im-
pegno è proprio quello di anùnare l'associazione perché ogni cooperatore ri-
scopra il proprio carisma: l' amore preferenziale per i giovani incontrati nel
quotidiano, da laici. E una vocazione da coltivare seriamente.
f Cooperatori sono uno dei rami della famiglia fondati direttamente da Don
Bosco. Gestite opere di una certa rilevanza nel mondo?
Troviamo cooperatori impegnati sui fronti più diversi: In Perù, a Huarengo,
dirigono un centro di educazione indirizzato ali 'occupazione, alla mensa per i
poveri e al!' insegnamento. A Cuddapah, in India, curano 150 giovani di un
carcere minorile, con attività di animazione, giochi, educazione. A Corigliano
d'Otranto, in Puglia, hanno dato vita a un focolare per giovani provenienti da
famiglie disgregate. In Francia, hanno creato l'associazione "Aseta", per il so-
stegno degli istituti tecnici in Africa, e la promozione umana e cristiana dei
giovani poveri ...
Problema giovani. Gli exallievi rispondono promuovendo ogni anno il
"Forum dei giovani", in cui si affrontano i grandi temi del'attualità. I coope-
ratori? C'è nel' associaz ione una scelta privilegiata di attenzione e servizio
verso i giovani?
Noi puntiamo sulla famiglia. Vogliamo lanciare una presenza sempre più si-
gnificativa nel Forum Nazionale della Famiglia e inserirci nei Forum regionali.
Sanare la famiglia è lavorare per i giovani . .. Perciò non è cambiata la scelta
privilegiata di attenzione e di servizio, forse cambia un po ' la strategia.
Quale crede sia il ruolo dei cooperatori nell'era informatica? Si sta rileg-
gendo la situazione giovanile secondo i parametri della globalizzazione ?
L ' era informatica ci aiuta a comunicare e a tenerci collegati. Quanto alla
g lobalizzazione è una realtà che ha inventato Cristo, quando ci ha mandati ad
evangelizzare " tutti gli uomini fino agli estremi confini della terra" . Non è il
profitto economico che deve prevalere ma l'attenzione alla persona. L'associa-
zione sta individuando le vie per essere riconosciuta presso gli organismi inter-
nazionali dell 'ONU in vista di un appoggio più deciso alle iniziative a favore
dei minori, dei poveri e della famiglia.
Raggruppo domande diverse per una battuta di risposta: Come affrontano i
cooperatori il dibattito su volontariato, scuola privata, banca etica, organizza-
zione no pro.fil?
Il volontariato dopo una stagione promettente sta vivendo un momento di
flessione. Stiamo studiando di rilanciarlo utilizzando le strutture già esistenti nel
mondo salesiano (VIS , VIDES), nelle quali sono impegnati alcuni cooperatori.
Cu·ca la scuola privata, appoggiamo senza riserve iniziative volte a salva-
guardarne il diritto alla piena parità.
La banca etica ... Tra i cooperatori ci sono soci fondatori . In Italia questa
sensibilità si è sviluppata grazie anche al sussidio formativo nazionale che ha
aiutato a riflettere sul valore dell'impiego solidale del risparmio. A questo valo-
re fa da corollario l' appoggio alle istituzioni "no-profit", anzi la volontà dico-
stituirci noi pure come gruppi no-profit.
D
FOCUS
L'HO IMPARATO
Ho sempre lavorato con i ra-
gazzi in difficoltà. .. mi hanno
aiutato a scoprire me stesso. È
capitato a me quello che ho sen-
tito pochi giorni fa da una
mamma giovane incontrata in un
negozio. Aveva una bellissima
bimba nel passeggino e io, da
bravo salesiano, l' ho fatta gioca-
re un po' , mentre aspettavo. Que-
sta giovane mamma mi ha detto
una cosa belli ssima: "Io e mio
marito abbiamo scoperto la bel-
lezza dello stare in casa da quan-
do è nata lei.... È stata lei che ha
fatto venir fuori la mamma che
era dentro di me".
Mettersi a contatto con i ragaz-
zi fa emerge re i talenti che non
pensavamo di avere. Per me in-
contrare i barabitt, cioè i ragazzi
difficili del centro di Arese, è
stato importante: mi hanno aiuta-
to a crescere, a maturare. Oso
dire che oggi è più importate il
volontariato educativo che quel-
lo presso le comunità terapeuti-
che: ho l'impressione che man-
chino educatori, che abbiano la
voglia di spendersi per i ragazzi.
C ' è latitanza in questo campo e
perciò ci sono forme di disagio
precoci: cominciano dalla scuola
materna. Oggi più che mai i no-
stri figli hanno bisogno di avere
accanto educatori e adulti con
cui dia loga re, con cui confron-
tarsi , che dicano: " ho bisogno di
te" . Per questo ha ragione Don
Bosco quando dice che stare con
i ragazzi non è tempo perso.
don V. Chiari
BS OTTOBRE 1998

5.8 Page 48

▲back to top
TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
NELLA RETE ... CON I GIOVANI!
di Vito Orlando
Le strade salesiane dell'informatica.
ORATORIO 2000:
NUOVI SCENARI
I
Q.
:;
di Carlo Nanni
(.)
o<>
Nuove condizioni sociali , diversi approcci.
e
<
Q.
ci
o
uc3::
:u:.,
i,i
~
2
~
~
·.o9 .
"u '
~
o
"'u
e
"E '
'6
o
V)
"u '
-'=
di Giancarlo Manieri
L'itinerario della "Grande Vigilia".
LISBONA: EXPO
PER IL III MILLENNIO
di Severino Cagnin
All 'avanguardia del prog resso .