L'organizzazione della scuola del Nel periodo ambulante e randagio del suo
lavoro.
Ma, facciamoci a precisare come Don Bo-
sco abbia educato i giovani al lavoro e come
abbia provveduto alla loro formazione ed abi-
litazione professionale. Chi ha letto qualcuna
delle numerose biografie del Santo, avrà no-
tato che egli si è trovato subito di fronte alla
questione operaia fin dall'inizio dell'opera sua.
I primi giovani che la Provvidenza fece ac-
correre al suo cuore paterno, infiammato di
zelo sacerdotale, furono poveri garzoni, or-
fani o ùcrelitti cd abbandonati: sfruttati, per
lo più, da padroni poco onesti cbe specula-
vano sulla loro miseria e sulla loro sventura.
La piccola industria non giungeva ancora alla
meccanizzazione dell'operaio che è la piaga
morale congenita della grande industria; ma,
colla svalutazione della mano d'opera e la
tracotanza del capitalismo, avviliva la classe
operaia fino all'esasperazione ed all'odio. Le
vittime sentivano, più che il peso della fatica,
l'abiezione di una condizione ingiusta ed umi-
liante di cui erano assolutamente innocenti.
Urgeva quindi una duplice redenzione: del
lavoro e degli operai.
Don Bosco, colle sole risorse - lo ripeto -
della sua esprienza, del suo spirito cristiano,
del suo genio italiano e del suo buon senso
piemontese, affrontò il problema risolutamente
e fornì uno degli apporti più preziosi per la
sua soluzione (1) .
Finchè non ebbe a disposizione una sede
stabile - 1 8+1- 1846 - dovette limitarsi alla
redenzione morale; ma, appena si potè si-
stemare, egli organizzò con successo anche
quella che possiamo chiamare << redenzione
tecnica>►.
Oratorio - quinquennio suaccennato - co-
minciò ad esercitare un'amorevole tutela dei
suoi birichini con gradite sorprese sul lavoro
ed efficaci raccomandazioni ai giovani ed ai
padroni. Se si accorgeva di vero sfruttamento
e di pericoli morali, non si dava pace finchè
non avesse trovato loro altri padroni od altro
lavoro. Nelle adunanze festive e serali indiriz-
zava la catechèsi a far comprendere ai giovani:
la dignità e nobiltà del lavoro, il dovere di
trafficare i talenti avuti dal Signore, di fuggir
l'ozio, di concorrere alla vita sociale, di gua-
dagnarsi onestamente il pane qui in terra ed
il premio eterno, un giorno, in Paradiso. Av-
valorava le sue esortazioni con sussidi di ra-
gione, con ammonimenti scritturali e con esempi
tolti dalla storia e dalla esperienza stessa dei
suoi uditori. Colle scuole serali li portava ad
una cultura elementare adeguata e li dotava di
nuove risorse di credito presso i datori di lavoro.
Per essi preparò e pubblicò nel 1845 l'opusco-
letto sul Sistema metrico decimale e, l'anno
~eguente, quello intitolato L'enologo italiano
che furono una provvidenza nel campo della
volgarizzazione e della propaganda popolare...
Appena potè fissar le sue tende alla << tettoia
Pinardi », pensò senz'altro a raccogliere in un
ospizio i senza-tetto. E, nel 1847 - cento
anni fa - prese in affitto altre stanze dello
stabile, aperse le porte ai primi ricoverati.
Studiandone e seguendone le inclinazioni
- con qucUa preoccupazione di giusto e tem-
pestivo orientamento che fece del Santo un
precursore anche in questo campo - Don
Bosco, mentre forniva loro alloggio, vitto ed
assistenza religiosa e morale, li collocava come
apprendisti presso i migliori padroni che co-
nosceva in città. Ma, colla cura e coll'autorità
(1) • Don Bosco, che attese n rendere più fornrntivn la scuola
umanistica, i!bh~ una chiara coscit:-n;;a deU'importan:rn CUila scuola
dr/ /ac·oro.
Il problema sociaJo si 1.mponcvn. Mane 3\\lc\\.'.1 gi:ì. l11nciato
il suo rnnnifcsto ai proletari. L a scuoJ& Liberale si ounrda,·a
in vane polemiche. lJrge.v,i andare incontro ai lavoratori in
Wl'ora in cui l'industria si sviluppava con ritmo crescente.
Don lJosco opri per i figli del popolo le sue scuole professio-
nali, dove essi furono educati insieme. ;u.l apprendere .il me..
stierc c. ad :1marlo a,,.cndo di 11ùra lo perfezione dell'opera
1
e l'attu3z.ione della volontn di Dio, che non può essere Sè non
la perfezione nnche dell'abilità r.-cnica che impegna le energie
morali. plasmando il carattere.
!l problema dell'orientamento e dell1educn1.ione nl lavoro
d fu dall'Educatore sentito in funzione della questione socia.le
che l'industrialismo aveva a.gwavntn e dinanzi alla quale
libcrnlismo ccouom.ico ed il socinlisrno rnarxista si lcva.\\·ano
in battaglia, incapi,ci dl <L:tre una soluzione ,;tale.
. Ncl!'opcrn di D_on Bosco è evidente fin dall'tnizio una prua
dt eoscun:::a del soetal.e con le sue realtà e le sue esig~nze. L'istt-
tuto educativo ch•egh nltua, in cui la macchina entra accanto al
libro, la tecnica insieme alla cultura umanIBtica, I, esempio
di una comunità fratcrnn, dove, fin dalla radice, 11 distacco fra
le classi sociali è superato dal vincolo della carità ,. M. AGOSTJ
V. CHtZZOLlNT, i\\,[agistero, Drescia, • La Scuola•, ,ol. 111,
p, 5:,,2,
di un padre. Volta per volta egli stipulava per
essi un vero e proprio contratto di lavoro col
quale impegnava i padroni, non a far tirare
il carretto da mattina a sera, ma ad abilitarli
progressivamente a tutti i gradi del mestiere.
Conserviamo ancora qualcuno di quei mo-
duli di contratto nei nostri archivi. Ed è
commovente vedere come Don Bosco fissasse
tutti i particolari, dalla retribuzione, al ri-
spetto morale, al progresso tecnico, supplendo
in pieno al difetto dei genitori. Sullo stesso
foglio, egli si rendeva pure mallevadore, colla
propria firma, della buona condotta e del-
l'applicazione dei giovani garzoni; cose che
inculcava poi in casa coll'efficacia persuasiva
universalmente riconosciuta.
(Continua).
Pubblicozioneautorizzsta N• P. So A. P. B.
Con approvazione Eccleaiostica.
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