Bollettino_Salesiano_194612


Bollettino_Salesiano_194612

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BOLLETTINO ANNO LXX
NUMERO 12
SALESIANO ·
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI S. GIO. BOSCO
PER I REVERENDISSIMI DIRETTORI DIOCESANI E DECURIONI
Ol re ~lone G e ne r a l e • T o rino ( 1 09) • Vl2 Cotcoleniro. 32 • Te lefono 22-1 1 7
IS LUGLIO 1946
Voca::ioni - Come Don Bosco zelava le vo·
cazìonl allo stato ecclesiastico e rel1g10s0 ·
Per l'erezione dell'Associazione dei Divoti
di Mar1a Ausiliatrice · Corrispondenza:
Arborea, Chieri - Necrologio.
, ~ INGRAZ I AMO sentitamente tutti i nostri Direttori Diocesam,
Decurioni, Cooperatori e Cooperatrici che ci hanno precisato il loro indirizzo.
C hi non lo avesse ancora potuto fare, abbia la bontà di scriverci subito in-
dicandoci chiaramente quali indirizzi dobbiamo sospendere, quali mo-
dificare e come modificare, quali continuare a ritenere come sono.
Il mezzo migliore è quello di ritagliare l'indirizzo di copertina e rimandarci
il ritaglio specificandoci se va bene o come lo dobbiamo variare.
Ci giungono molti elenchi di nuovi Cooperatori e di nuove Cooperatrici.
fl nostro ufficio spedizione fa di tutto per sollecitare l'invio del Diploma di
iscrizione e del Bollettino. \\\\la purtroppo non disponiamo ancora di sufficiente
quantità di carta. Preghiamo quindi i nuovi iscr itti ad avere un po' di pazienza.
Un grazie vivissimo a1 s1gg. Agenti postali che si fanno premura di rimandarci ,
Bollettini che non riescono a recapitare per variazioni residenza dei titolari.

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Vocazioni
.\\hbiamo iniziato, con l'articolo di fondo del Bolf, 111110 <ld luglio, !a crociata pt'r le
vocazioni. Or ceco una parofo proprio pci sacerdoti, che tornerà indubbiamente gradita a 1
nostri Direttori Dioctsani e Decurioni, pcrchc è parola di D on Roseo.
Il 30 luglio 188+ Don Bosco interruppe il soggiorno a Lanzo, impostogli dai medici per le
allarm:mti sue condizioni di salute, e scc.-sc a Torino a presiedere il Com•eg110 lit-gli Ex-.l//ù1·i
SactTdot1 nell'Oratorio. Al termine del pranzo egli rivolse ai com•cnuti quest'efficace eson.1-
zionc per l'apostolato delle vocazioni:
lo 11011 i11tt•11do i11dirizz<1r1.ri molte parole - disse lllll solmmmlt' dl'Sidero ft1n•i 11otar1• 1111a
cosa i111porta11te, la q1u1le vi rt1cromm1do di ritwere sn11pre fissa nella mrmoria. Bisogna pron:1·-
dl'f, allu dcficirn::a dei sacerdoti. .\\'011 vi dm:rebbe essere sacerdote il quale 11011 cercasse di prCJC11-
rare, di secondare, tJ• costo eziandio di sacrifici, lo spirito di 'l'Ocaziom' i11 altri, Pt·r lasc,mfi suoi
eredi e .wrcessori nel ministero di solvare le anime. 1n molti luoghi è troJipo se11sibif,,, e ron da11110
gr@de "i fedeli, /11 111a11canza di prl'li. Noi colle nostre povere forze abbiamo jatlo quello che 1Jb-
biamo potuto per il passato, per rimediare a questo incom.•r11ie11te. ,Jbbiamo i~tit11ito l'Opera dl'i
gim.•a111 adulti per tlt"t'iar/i alla rarriera eccll'S1astica. /'01 ricorderete che Pio IX 11t'il'ulh1110 0111u>
del suo Po11tifirato benedissi' la 111tm•a lstit11:::io11e dei Figli di l\\laria Ausiliatrice, dt>Stmata a pro-
curare sacerdoti zelanti alla Chiesa. Questa apera è staia. opprO'vata d"i T'escavi, fu applaudita
da tutti coloro cht' intesero l'i111porta11za del suo fine. Alc1111i di coloro che so110 qui presniti d1b-
bo110 a q11l!sla istituzione l'essere stati insigniti della digmtà sacerdotale. i'oi lutti saprte quale Siti
l'opcm dei figli di .liaria Armliatrice. È l'opera a •1;a11taggio dti giO'Vaw già adulti i quali per 111cm-
ca11Zll di mezzi di furtu11a, o di tempo, o impediti nei /or() studi dalla lNJa militare, 11()11 poterono
avviarsi allo stato l'Cclniastico come avrebbero dcsidemlo 1•d al quale eremo chiamati. !\\lo/ti e molti
di castoro aspetta110 1111a 1110110 amica che li aiuti a camminare per la strada della loro t•r,ca:::ione.
Questa 111a110 che li deve guidtzre già sorse, gitì fu loro tesa, e fondò la ma opera sero11do la mwte
del gra11de Amtrfice Pio l.Y. Pt-rta11to se n imbatterete i11 qualche giO'Va11e di buo11a vo/011tà. 11011
trascurate/o, 11w cercati• i me::::::i opportuni, perchè esso possa compiere la sua carril'ra. È 11ecessa"Ù1
provvedt•re la Cfiit,sa di missionari, di parroci, di viceparrori: è necessario provvetlcre a mille bi-
sogni gw11di, urgenti che ogni gùm10 aumentano. Troverete più di m,a ,1olta nei 'lJostri paesi, nelle
~•osire parrocchie, gi(J'l)ani di 16, r8, 20 a,111i, i quali 1w11 lwmw a11cora i,uomiriciato gli studi, ep-
pure avrebbero vit•o desiderio di studiarr. Costoro 11011 sanbbero ricevuti nei collegi soliti di l•du-
ca:sione, per la loro età, o essi stessi avrebbero ripugnanza di assidersi in mezzo a tanti compagni
più J1iccoli, o e:::iandio per il poco esercizio dl!lle /orn facoltà mentali lroiierebbero difficoltà enorme
a intmpre11dere 1111 rorso regolare di studi. Costoro si rivolgeraimo a t•oi chiedendo che li ai11tiate
a farsi prete. È 1111 flltto che si ri1111ooa ogni giorno. r·oi accoglieteli amorevolmente, i11coraggiatel1.
I11diriz:wteli ov:e volete. Se avete luoghi adatti O'ile mandarli, se posso110 pagare la loro pensione,
bene. Se 11011 sapete ove collocarli, se non ha11110 mezzi sufficie11ti, indirizzateli a D. Bosco, il quale
cerchercJ il m()do di fmiorirli. Prorurate sola111e11te di osservare che abbiano vocazione, e che la loro
candotta faccia presagire una b11011a riuscita. Per costoro le porte delle nostre case sara11110 sempre
aperte.
Ecco quanto io volevo dirvi. Sia benedetto il Signore che ancora u110 t•olta ha voluto ri1111irci
tutti insieme. Procurate col co11siglio che io vi dò di accrescere i menti df'l vostro sacerdotale 111i-
11istno. La gloria della Chiesa è Ili gloria uostra, la saliite delle anim,, è il 11ostro interesse. Tutto
il bene che gli altri faranno per causa nostra, accrescerà lo splendore della nostra gloria in Pa-
radiso. La Vergi11e lin,edetta t:i protegga, Dio sia sempre co11 voi -..
(Mem. Biogr., voi. XYII, pag. +90-4-91).
Per domande di accettazione, informazioni, programmi, rivolgersi al R etlor Jllaggio1e dei
Salesiani, via Collolengo, 32 - Torino ( co9), od anche ai Direttori delle nostre Case di forma-
zione.
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COME DON BOSCO ZELAV A LE VOCAZIONI
ALLO STATO E.CCLE.SIASTICO E RELIGIOSO
li 1855 - leggiamo nelle Memorie Biogra-
fiche, voi. V, capo xxxtil - lasciava dietro di
una colluvie di mali che sembravano senza
rimedio. Infelici erano le condizioni del Clero
in Piemonte. Centinaia di chierici avevano
gettato alle ortiche le vesti talari·. Le diocesi
o erano state private di seminari, o questi
erano quasi deserti. L'irreligione, il mal co-
stume, la falsata educazione, l'odio eccitato
dalla stampa contro le autorità ecclesiastiche,
i preti pubblicamente vilipesi, taluni di que-
sti gettati in prigione, altri mandati a domi-
cilio coatto, l'abbattimento universale dell'a-
nimo de' buoni, una certa diffidenza sparsa
nel cuore delle famiglie, la quale ripugnava
dal permettere che i loro figli si avviassero
per la strada del Santuario, avevano talmente
diminuite le vocazioni fra i giovani che nes-
suno o ben pochi aspiravano alla carriera ec-
clesiastica.
Quando Rua Michele, nel 1852, indossava
la veste clericale, i chierici in Torino erano
diciassette. Nel tempo del primo suo corso di
filosofia due soli frequentavano con lui la
scuola del Seminario; nel secondo anno ebbe
un solo condiscepolo.
Per colmo di mali, varie diocesi delle più
importanti erano prive del loro Pastore, e
altri Vescovi non possedevano i mezzi per
provvedere gratuitamente al mantenimento e
all'istruzione di un certo numero di giovani,
che o potevano essere restii alla chiamata, o
dovevano essere messi alla prova e quindi
scelti fra molti.
D. Bosco però nella sua mirabile prudenza
aveva, fin dal principio della rivoluzione, pre-
visto quale vuoto si sarebbe immancabilmente
prodotto nel clero secolare, tanto più che Ja
legge di soppressione dei conventi dava anche
un colpo terribile ai sacerdoti religiosi. Prov-
vedere alla penuria di vocazioni sembrava
adunque un'impresa umanamente impossibile .
Ma egli sentiva in sè avergli Dio affidata la
missione di provvedere ai bisogni urgentis-
simi della sua Chiesa, e non esitò. Dopo es-'
sersi adoprato da solo. per più anni, con im-
probe fatiche e senza darsi requie, a conser-
vare e promuovere le vocazioni allo stato ec-
clesiastico, sentì la necessità di associare al-
i'opera sua l'azione dei Vescovi e dei parroci.
Per questo fin dal r852, nel mese di ot-
t obre, D. Bosco aveva raccomandato al Ve-
scovo di Biella un giovinetto suo diocesano
perchè lo accogliesse nel suo piccolo Semi-
nario, dando egli speranza di buona riuscita
neUa carriera ecclesiastica. Il Vescovo gli aveva
risposto allegando i motivi pei quali in quel
momento non poteva favorirlo; soggiungeva
però: i< Sempre mi interessano assai li suoi e
li miei biricchini e mentre ella fa opera santa
nell'iniziarli al retto vivere, io vorrei pure
aiutarla e spingerli fino all'apice d'una car-
riera onorevole per loro, e massime ove fosse
utile alla Chiesa».
Nel 1853 scrisse al Vescovo di Cuneo
Mons. Clemente chiedendogli licenza di far
vestire l'abito clericale al giovane Luciano, e
il primo ottobre si ebbe questa risposta:
<1 Sebbene un poco a malincuore, stante il
bisogno in cui si trova questa povera diocesi
di buoni Ecclesiastici e la mancanza ognor
crescente di vocazioni, tuttavia, per far pia-
cere a V. S. Carissima e ad oggetto di procu-
rare la maggior gloria a D io e il bene delle
anime, io non farò difficoltà di lasciarle il fu-
turo chierico Luciano. Con che però sia ve-
stito dell'abito clericale e prosegua nella car-
riera ecclesiastica per conto di questa diocesi
e mi riserbo di inviarle la delegazione di bene-
dirgli e imporgli l'abito quando ella siasi in.
tesa cpll'arciprcte di Bernezzo al quale scrivo
con questo ordinario nel senso sopra espresso ~-
Sul finire del 1854 Mons. Lorenzo Renaldi,
Vescovo di Pinerolo, mandava a D . Bosco
due poveri giovani destinati pel suo Semi-
nario: il Chierico Cavalleris Gio. Battista e
lo studente Gora Giuseppe, colla licenza di
vestir l'abito clericale. «Le ristrettezze del Se-
minario, scriveva quel Vescovo il 24 ottobre,
e i pesi che per altri mi sono già addossato
non mi consentono di tenerli in Seminario
ad intero mio carico; il perchè ringrazio lei,
mio caro signore, de1la buona di&posizione
che ha manifestato 1>.
Nel r855 D. Bosco si rivolgeva ad alcuru
parroci acciocchè aiut.-issero con qualche sus-
sidio un loro parrocchiano candidato per la
carriera ecclesiastica e scriveva aJ T eologo
Appendino arciprete di Caramagna:
Torino, 8 giugno 1855.
Jlf. e molto Rev.do Sig,,ore,
Già da qualche giomo meditava di scrivere a
V. S. [II.ma intorno al giovane Fusero Bartolomeo
suo parrocchiano, quando il T eo!. Vulfrè soprag-
giunse a darmi eccitamento partecipandomi essere
V. 8 . propensa pel n1t!desimo og-g-ctto.
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Le dico pertanto che questo giovane è veramente
deliberato di proseguire la carriera degli studi per
la via Ecclesiastica. La sua buona condotta, la sua
ritiratezza, la sua frequenza alle pratiche religiose,
la sua attitudine agli studi, lasciano niente a desi-
derare per una buona riuscita. Ma egli è povero:
per questi tre anni fu a mie spese; aprirà la Prov-
videnza qualche strada? La mia speranza e q uella
del Fusero sono rivolte a Lei. Da quanto V. S. mi
scriverà dipende il presentarsi all'esame dell'abitò
clericale o differire ancora.
Godo molto di questa occasione per manifestarle
i miei sentimenti dj stima e di gratiturune offeren-
domi in tutto quel che posso
Di V. S. Ili.ma
Obb.mo Serv.
Sac. Bosco Gro.
Bartolomeo Fusero indossò la veste cleri-
cale nell'ottobre, a 17 anni di età, per mano
del suo parroco, poi ritornò all'Oratorio.
Intanto cresceva il numero dei giovani edu-
cati da Don Bosco per la carriera ecclesiastica,
come appare dalle lettere che egli scriveva al
Rettore del Seminario T orinese e Provicar:io
Diocesano Canonico Vogliotti.
Ili.mo Sig. Rettore,
Ecco a V. S. il catalo~o de' miei postulanti al-
l'abito ecclesiastico. Ad alcuni mancano ancora pa-
recchi scritti che si attendono dai rispettivi paesi.
Di alcuni pure sarà necessario il parlarci personal-
mente. Ma lasciamo che prendano l'esame e poi
vedremo che cosa sarà bene da farsi.
Le prove sulla loro condotta e sulla loro capa-
cità attualmente non lasciano nulla t1 desiderare.
Tuttavia li rimando alla so lita sua bontà.
Perdoni se anch'io fui portato nel numero dei
tardivi a presentare le debite domande; e mentre
La ringrazio di cuore mi dichiaro con gratitudine
Di V. S. Ill.ma
Torino, 16 agosto 1855.
Sac. Bosco G1ovANr-.1.
L'opera di promuovere le vocazioni, dando
subito buoni frutti, prese uno straordinario
sviluppo nel 1855 quando D. Bosco si appigliò
ad un nuovo espediente, che fu senza dubbio
suggerito dalla Divina bontà. Egli infatti nel
r875, in una pubblica conferenza a' suoi coope-
ratori, parlando de' primi anni della sua Isti-
tuzione, così diceva: - Dove trovare giovani
pronti a corrispondere ad una chiamata del
e Signore ? L'uomo un misero strumento della
Divina Provvidenza, che nelle sue mani e
col suo santo aiuto opera quello che a Lei
piace. Or bene in quel tempo Dio fece cono-
scere chiaramente in qual modo e dove vo-
lesse scegliere .la sua sacra milizia. Non già
tra le famiglie distinte e ricche, perchè queste
sono in generale troppo infette dall.o spirito
del mondo da cui disgraziatamente restano
assai presto imbevuti i loro figliu oli, i quali,
mandati alle scuole pubbliche o nei grandi
collegi, perdono ogni idea, ogni principio,
ogni tendenza di vocazione che D io ha posto
loro in cuore per lo stato-ecclesiastico. Quindi
i prescelti da lui a prendere posto glorioso
fra coloro, che dovevano avviarsi al sacerdozio,
trovarsi in mezzo a quelli che maneggiavano
la zappa ed il martello. - Cioe giovani po-
veri, contadini ed artigiani. Non erano però
esclusi i giovanetti appartenenti a famiglie di
condizione civile, ma decadute dal pristino
stato, i quali dessero a conoscere che volen-
tieri si sarebbero applicati agli studi.
(Conti11110).
Per l 'erezione dell'Associazione
dei-Divoti di '{Maria ..Ausiliatrice.
Abbiamo ricordato, il mese scorso, l'Associa-
zione dei Divoti di Maria Ausiliatrice. in-
dichiamo ora le norme per l'erezione del pio
sodalizio nelle parrocchie, rettorie e cappellanie.
L E CASE SALESIANE E QUELLE DELLE FrGLIE
DI MARIA AUSIL IATRICE possono ottenere l'e-
rezione cieli'Associazione e l'aggregazione al-
l'Arciconfraternita di Torino dallo stesso Ret-
tor Maggiore, che ne ha il privilegio, facendone
richiesta a lui personalmente.
LE PARROCCHIE, RETTORIE E CAPPr:.LLANIE
devono invece far richiesta:
1) per la erezione: all'Ordinario;
2) per l'aggregazione: al Rettor Maggiore.
a) Per l'erezio11e.
Devono dirigere supplica formale al rispet-
tivo Ecc.mo Ordinario:
1) esprimendo il desiderio dei fedeli cir-
convicini di avere nella parrocchia, ndla ret-
toria o nella cappellania l'Associazione dei Di-
voti di AJ.aria Ausiliatrice che da Torino si
è diffusa nelle varie parti del mondo;
2) documentando che, secondo il can. 71,,
§ 1, nel raggio prescritto non esiste altra as-
sociazione consimile di n<1me e di scopo;
3) determinando chiaramente la chiesa e
l'altare in cui desiderano fissare l'erezione, se-
condo le norme del can. 7 I 7; ,s ' '
4) pregando l'Ecc.mo Ordinario a designare
un Moderatore a suo beneplacito (can. 698);
5) chiedendo l'approvazione del Regolamento,
che si può avere dalla nostra Direzione Gene-
rale per allegarlo alla supplica (can. 689, § 1);
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6) pregando inline l'Ecc.mo Ordinario di ri -
lasciare una lctlLra commendatizia da pn·scn-
tare al Rcttor :'\\laggiore insieme con la domanda
di aggregazione.
b) l'er l'aggn(!mtùme tlfl'.1rciamfratn11itn di
Torino.
Ott<·nuta l'erezione canonica dall'Ordinario,
ba!lta inviare domanda di agr;regazionc al Ret-
tor l\\laggiorc, alli:qando la copia autentica det
decrc!O <li erezio1c insieme con la c,nn1m·n-
dati1ia d.Jl'Onlinario (can. 723).
Quando il Rl·ltor l\\Iaggiore rilascia il di-
ploma di ag~rcgazionc, ogni singola Associa-
zione partecipa a tutte le indulgenzc, privi-
lc~i e grazie spirituali co ncc~~e all'.\\rcico r-
frntcrnita di Torino (can. i22).
L'Associazione cosi eretta cd aggregata ha
facoltà:
r) d, iscrivere Soci. richiedendo le rispet-
tivc pagc:llc a T,1rino;
2) di ricevere e possedere ben.i ecclesiastici
(can. 691);
3) di tenere adunanze, secondo il consenso
dell'Ordinario (c1 n. 697);
+) tli assumere un distintivo cd una tlivis,i,
sempre col consenso dell'Ortlinario (can. 713,
§ 2).
Corrispondenza
ARBORErl (Cagliari) - DECENNIO PAR-
ROCCII I ALll.
Chiudendo le ~olcnni missioni, predicate
dai Yinccnziani, S. E. 1\\Ions. Cogoni, Arci-
vescovo di Oristano, il 2.6 marzo u. s. durame
il Pontificale, proclamava Maria SS. Ausilia-
trice e S. Giovanni Bosco compatroni della
Parrocchia del SS. Redentore, che celebrava
il primo decennio del ministero salt:siano.
La banda musicale di ì\\Tonserra.to attrasse
alle sacre funzioni molta folla anche dai paesi
vicini.
CHIERI - La Casa Salesiana di Villa
1.lloglia e tutta la buona popolazione della
zona vicina ha voluto manifestare i sensi della
più viva riconosccnz.'l alla Vergine SS. Ausi-
liatrice per tanti benefizi ricevuti durante il
travagliato periodo della guerra. con la re-
staurazione e l'abbellimento dell'artistica Cap-
pella del Noviziato.
I .n cerimonia inaugurale è stata compiuta
la manina del 21 maggin tlal Rettor Ma~giorc.
che celebrò la S. l\\Iessa e rivolse alla comu-
nità paterne parole ispirate tlalla circostanza.
Nella domenica seguente tutto il popolo
partecipò alle solenni funzioni decorate dalla
presenza di S. E. Rev.rna l\\lons. Ernesto
Coppo, dcli' ,\\rciprete Can. Lucco Castello,
del sindaco di Chieri rng. Giuseppe Franco
e di altre illustri personalità.
NECROLOG O
C.,-lN. TEOL. AVI'. FR,INC:ESCO Cl/lESA,
t ad Alba, il 14-\\' I u. s. a 72 unni.
Canonico ddla Cattedrale, professort• m Semi-
na rio e parroco da 33 anni della pnrrocchia de1
Ss. Cosma e D11minno, prnfus,· nel sacro ministero
le sue belle doti cli mente e di cuore con un fer-
\\'Ore di pietà e d1 zelo sacerdotale che e, rci1,·n uni-
cnmente la glorio d1 Dio cd si bene dells: anime.
Direttore diocesano dei Cnop,·mtori, mise nnche la
sun penna a s,•rviz10 della nostra stampn collabo-
rando con pC<;ziosi volumecti nlln collana delle Lei-
ture Cattalicl1r. Diffuse m citti1 e diocesi In divo-
zionc a Marin Ausiliatrice., a S. Gio\\'ann1 Bosco
ed ntla Beata l\\lnzzarello; promosse e :,o~tenne le
Oper,: e Missioni salesiane. curando att ivamente la
Pin Unione. l.nscin nl clero l'esempio di eminenti
,·1rtù pastorali; nlla cuituro ecclesiastica l'apprez-
zato contriburo d1 sode pubblicnziom di ascaica,
filogofie e teologm.
C, IN. GIUSEPPE CAPPEtLA, t II Torino, si
J 7-Vl U. S. ntl 8 I OtUlO.
Rettore del Santuario ddln Consolata, fo un vero
apos1olo della d1\\'ozione alla :Madonna "otto 11 caro
titolo di Consolatrice degh afflitti, ch'c.[!h ebbe fi.
nalmente la gioin cli veder proclamata Pntronu prin-
cip[lle della cittù d1 Torino.
E tutto il suo ministero sacerdotalo si S\\'Olsc nello
storico santuario, dove incominciò ad esercitare 11
suo zelo sotto In guida del Servo di 010 (;an. AJ.
lam nno, e dove chiuse i suoi occhi proprio nll'tnizio
del triduo di preparazione nlla solcnnirit annuale.
Col culto della Madonn.i, il venerando canonico
promosse pure ftr.·orosamcmc quello del Beato
Cnfasso che è ormai alle soglie della canon1zimzionc.
Lnscin ai fedeli ed ul clero l'csèmpio della sua pietà
e dcllè sue predilette divozioni. A noi unche il ri-
cordo dell'affetto a Don Bosco ed all'Opera sale-
siana che ce lo legarono come uno dei più cordiali
cooperatori.
CAN. DON GIUSEPPE FRANCEST3TTJ, t a
Moncucco Torinese, il 13-im-19-1-5 a 75 anni.
Oc-curione dei nostri Cooperatori, resse la par-
rocchia per oltre 45 anni con ft:rvido 1'clo sacer-
dotnlc, prodigando tutto se stesso nel Raero mi-
nistero.
POuffb.bcba..o.ro.,doenlelaauS.otocinena
lA l'.• P. So A. P. B.
F..d11r. Inrunnionale
-
Direttore
rMponnbole:
O.
GUIDO
FAVINT,
Con appro~ne EcclcJ11utK:a..
via Conolenau, 32 - Torino (ro9)