Bollettino_Salesiano_197908


Bollettino_Salesiano_197908

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BOLLETTINO
ANN O 103 N. 8 2• QUIND ICINA • 1 !1 APRIL E 11179
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO ~• 170)
RIVI S TA DEL L A FAMI GLIA SAL E SIANA FOND ATA DA SAN GIOVANNI BOSCO NEL 18 7 7
Cooperatori Salesiani: cattolici di qualità!
Riempite di Vangelo la vita umana;
portate nel cuore il " Da mihi animas" di Don Bosco!...
Don Egidio Viganò
Rettor Maggiore
1979 ANNO
INTERNAZIONALE
DEL FANCIULLO
Per un Cooperatore Sale-
siano che vive la sua missione
In modo autentico non ha
molto senso un .. ANNO DEL
FANCIULLO». C' è il rischio di
accantonare Il problema ad
anno finito.
Senza Indulgere a vani di-
scorsi e a còstosi èolivegni,
per noi celebrare I'•anno del
fanciullo» significa vivere l'at-
teggiamento del Cristo: CHI
ACCOGLIE UN BAMBINO
NEL MIO NOME, ACCOGLIE
ME... E questo nella interpre-
tazione di Don Bosco: QUI
CON VOI Ml TROVO BENE: E'
PROPRIO LA MIA VITA STARE
CON VOI.
DE.STINATO PARTICOLARMENTE Al COOPERATORI SALESIANI

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SALESIANO
COOPERATORE
COLLABORATORE
O SALESIANO?
Una lettera un problema
Chi scrive è un cooperatore salesiano il quale attraversa un
periodo di crisi, forse perché inizia a capire profondamente
cosa significa essere Salesiano Cooperatore.
Purtroppo mi devo rendere conto, che non tutti i sacerdoti
salesiani lo hanno compreso. Negli incontri di spiritualità e nei
convegni si dice continuamente che Il Cooperatore è una vo-
cazione: « Sono sorti non da solo progetto umano, ma per ini-
ziativa dì Dio» (introduzione al Nuovo Regolamento dei Coo-
peraton). « Impegnarsi come Salesiani Cooperatori è risponde-
re a una vera chiamata, è accettare una autentica vocazione
salesiana» (Atti capitolo generale speciale salesiano 730).
Quindi un cristiano che ha la stessa missione, lo stesso spirito,
lo stesso Fondatore degli altri Salesiani (SDB).
Se non è cosi allora non ho capito niente in questi anni in cui
mi sono dedicato ai giovani; ma se è vero ciò che ho su indicato,
allora:
- perché in molti centri non c'è accordo tra gli SDB e i CC.?
- perché alcuni delegati locali non riconoscono il Coope-
ratore come un loro fratello In Gesù Xto?
- perché ci sono rivalità tra direttore di oratorio e delegato
del CC?
- perché i delegati non accettano il ruolo che il N. R. ha
sancito per i CC?
- perché i delegati non comprendono che la loro presenza
deve servire principalmente come guida spirituale dei singoli e
del gruppo?
« Il delegato locale: è il responsabile della formazione, spirito
e missione dei CC., non dell'organizzazione che è competenza
dei laici; rispetta il ruolo dei Consiglieri, li forma alla corre-
sponsabilità (Manuale per i dirigenti del CC., p. 40).
E ancora: non mi è mai capitato di vedere, almeno nel mio
Centro, un Ispettore salesiano che visitando il Centro si sia
intrattenuto con il Consiglio locale dei CC., oppure si sia ag-
giornato, tramite Il Segretario-coordinatore, sulle attività dei
CC., ovvero, per Il trasferimento di un Delegato, abbia consul-
tato il Consiglio del CC., come sancisce il N.R. (28, 3); ma, forse,
glì Ispettori non conoscono il nostro Regolamento...
Tutto ciò lo scrivo non per presunzione, né vuol essere
un'accusa; ma solo un monito per tutti i Salesiani. (lettera fir-
mata)
La lettera presenta un problema reale, serio. Se avessi la
possibilità di parlare a tu per tu e.on l'autore, gli direi presso a
poco questo:
Ammiro il tuo sentirti salesiano a pieno titolo; fatti coraggio e
aiuta -se puoi-isalesiani a prendere coscienza dell'identità
del Cooperatore, e del ruolo del delegato; ma dà tempo al
tempo; e sappi - incoraggiati! - che non è dappertutto così
fortunatamente, quindi non è giusto generalizzare. - Termine-
rei pofcosì: Non arrenderti, se ami veramente la missione sale-
siana cioè i giovani. Và avanti. L'idea non è dagli uomini, ma dal
Signore...
Don Armando Buttarelll
In copertina: bambini dell'Oratorio maschile di Pegolotte (VR) animato
dal gruppo GG.CC.
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"COOPERATORE,
DIMMI CHI SEI!"
J. Aubry
2.
Sorella e fratello carissimo: l'ultima volta, ti ho ricordato la
grandezza della tua vocazione di« cooperatore di Dio•·
Oggi, approfittando della prossimità del mese di maggio. ti
invito a rivolgere lo sguardo verso Maria e a riconoscere di
nuovo in lei un meraviglioso modello di cooperazione al dise-
gno del Padre e un appoggio potente per il tuo lavoro salesiano.
Infatti, Maria è la prima e più essenziale Cooperatrice del
Padre, dopo Cristo stesso, e la prima e più essenziale Coope-
ratrice di Cristo suo Figlio. E lo è In forma materna, per essere la
madre di Cristo. poi la madre del fratelllni di Cristo, aiutando, a
questo titolo, tutti quel/I che Intervengono nella generazione e
nell'educazione del figli di Dio.
Cosi l'ha presentata il Concilio, specialmente nei nn. 60-64
della Lumen Gentlum. Nel passato « la beata Vergine fu su
questa terra l'alma madre del Redentore, la sua associata ge-
nerosa del tutto eccezionale; cooperò in modo tutto speciale
all'opera del Salvatore,. (61). E nel presente assunta nel cielo,
ella non ha deposto questa missione di salvezza: intercede
continuamente per noi, e si prende cura dei fratelli di suo Figlio
ancora posti in mezzo a pericoli e affanni. Per questo è invocata
nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice... ,. (62). « Con
amore di madre coopera al/a nascìta e al/'educazlone dei fratelli
di suo Fig/ìo (63).
E' proprio di questo che Don Bosco ha avuto la convinzione
assoluta e l'esperienza diretta durante tutta la sua vita.
Non solo il Padre e il Cristo risorto buon Pastore si preoc-
cupano della salvezza dei giovani, ma Maria risorta, cooperan-
do umilmente con loro, ne ha una ansia materna e interviene
attivissimamente, sia suscìtando e aiutando Don Bosco e gli
educatori membri della Famiglia salesiana, sia aiutando diret-
tamente i giovani stessi, suoi figli e sue figlie. Non c'è educa-
zione valida di questi figli e di queste figlie di Dio senza il suo
intèrvento materno.
La Madonna «ausiliatrice,. di Don Bosco è quindi Maria
attivamente inserita nel disegno del Padre, e specialmente
presente aglieducatori salesianie ai loro educandi. Ella ha fatto
suo, molto prima di Don Bosco, il motto: « Dammi le anime! ,.
Maria è la buona pastora" che vuole suscitare In tutti noi
buoni pastori•·
Ogni salesiano quindi coopera nel Regno con una fede
• mariana», guardando a Maria per imitar/a, ma sapendosi an-
che sicuro del suo « aus/1/o stimolante.
Fratello, sorella, ti rimando al grande dipinto di Maria Ausi-
liatrice che Don Bosco ha fatto mettere nella basilica di Torino:
contemplandolo, capirai meglio la tua vocazione: cooperatore
di Dio e di Maria dentro la Chiesa, con umiltà e gioia.

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NUOVO
REGOLAMENTO
Conoscerlo bene per viverlo
IL CORAGGIO
DI UNA PROPOSTA
I.
Una matura cooperatrice au"traliana. nell'ottobre dl'l
'78, ha pas'-aLo u·e giorni in lreno per coprire i quasi 4000
Km. che ~eparano Perth da Melbourne. Ha voluto partl'-
cipart' al cong1 l'S~o annuale dei Cooperatori, assetata di
quella sa/e:,ù.miuì che tra.smette poi nella parrocchia ca1·-
melitana in t ui c,pcra altiYamentc il suo Centro. Quanll'
di Yoi l'awPbbero lattu? Ma Kenned, è una aisciuna
con1'i11w I.' wii,•a. come I i definisce la ·regola di vita del
laico-cristia110-salc.siano che rcali:ua ndll: onlinarie con
dizioni di vita l'ideale cvangelirn.
DoYcndo iniziare in questa Rubrica un brc\\'e com-
menLCJ al Nuovo Regolamento, mi piace partire da tJUes1a
picc:ola c.sperien,.a, e illustrare il testo dell'art. l " non con
parole mie ma del Papa attuale, che nell'enciclica Re-
de111p10r ll0111i11is ha .sintetizzato stupendamente il Vati-
cano Il, e ha inaugurato, come preparazione al .secondo
Millennio. i/ 111io,,o A ,,venro della Chie:,a. L'cnciclka ,i
dovrà citare con le parole iniziali erre acca (RH). .E per la
somiglianza ai grnppi .sanguigni (RH +. RH-, RH ())
pen~o chl' da oggi in avanti cia"'cuno di noi dovra cun-
lrontarL' lc sue convinzioni e il .suo« ~ervizio regale» non
!,Olc, cc,I Vangelo e col Nuovo Regolamento (~R). ma
anche con i contenuti di que.sto te~Lo- basc eh,• consente
di accerta re se s i è o no in comunione con l'insegnamento
cattolico. E dovrà CH·ntualmcntc sonoporsi a tra!,fu"'ioni
cli sangue paolino-giO\\·annco (dove il !>econdo aggcttil'u
può applicarsi a Papa Wojtila on S. Giovanni Bo!><.:<>).
Cristiani convinti e attivi _____________
Cristo, Figlio di Dio. :,i è unito a ogni uomo (GS 22). li
compito fondamentale della Chiesa è che una tale uniom·
possa continuamente alluarsi e rinnoYan,i. Unico fine:
o.~11i mm,v po~st1 ri/1 u11t1re Cristo; perché Cristo possa, co11
cia~cuno, pe1 correre le !,trade della vita... Cri~to è La \\ ia
principale (il Cor-.o. diremmo oggi) della Chiesa: è la
nostra \\"Ìa alla ca~a del Padrc cd anche la via a l'ia~cun
uomo... Non si tratta dell'uomo astratto, ma reale . coll-
creto, .storico. Si tratta di c.ia~cun uomo, perché con
ognuno Cristo !>i è unito per sempre... e nella realtà uma-
na permane intalla l'immagine e somiglianza con Dio
stesso (RH 13).
Se Cristo è «l'Uomo pcrfcuo» che il Cooperatore i.a-
lesiano d_e\\ e seguir<!, è necessaria e urgente una risposta
essenziale: «L'unico orientamento dello spirito, l'unico
indiriz7-0 dcli' intelletto, ddla volontà e del cuore è per noi
questo: verso Cristo, Redentore dell'uomo, verso Cristo.
Redentor,· del mondo» (ib. 7). Egli deve, per così dire,
entrare in LUI <·on tutto se stesso, deve appropiarsi cd
assimilare tutta la realtà dell'lncarna;done e Jella Re-
den1.ione per ritrovare se stesso. Se in lui si auua ques to
2.
Nel mese sctlrso l'impc,gno salesiano di rimeditare
il Progetto Educativo di Don Bosco per auualiuru lo
in ogni nostra presenLa ci aveva posto alcuni imcrro-
gativi sull'Associazionismo. Dopo un complesso e put
intcrel>~antc periodo di crisi, oggi molte proposte a~-
soci:itive ecclesiali fra i giovani rivelano una insperata
capacità di ripresa. Si condudcYa affermando che
sarebbe trndirc Don Bosco, l'educatore che si i, tanto
fondato sull'impegno as~oi:iativo dei laici e dei giova-
ni (si pensi anche ~olo al le Compagnie!). se negli am-
bienti che si ispirano a Lui non si trovassero in questo
settore adeguate proposte di autentico impegno.
• Gli ammiratori d i Don Bosco e del ~uo •~lilc• l,0110
lantis~imi. Molti l'hannu .studiato con amore. alcuni lo
giudicano inimitabile, un genio nell'avvicinaml·nto tld
!,~O\\·ani e nella capacità di trasformarli e migliorarli ~ul
riano umano e nelle cum·inzioni religim,e. Nun ~ono po-
chi, e sbaglia11u, cht: ritengono il .suo modo di educare
talmente legato alle <loti per~onali da non pot<.:l"l' 1:.s~lTI!
seguilo con reale df icacia da altri menu brillanti. Que::.w
aueggiamento è pericoloso perché ruò racilmcnlt' in-
durre a lla resa: pl·r « farcela» con ct·rti tipi t: itJ ccrll"
circostan1.c bbogncrcbbe essere come Lui... e ri~rn d si
prova neppure! Mentre sua carattc-ri.stica fondam.:malt:
fu rroprio la costan.rn.
Anche Don Bosco ha incontralo di(! icoltà, ha conc,-
s<:iuto l'in:-.ucccsso, non è.• !>emprc riuscito come avrebbe
voluto. Un santo educatore, anche di capacità note, olii,-
:,,ime. è pur sempre un uomo. Non l.Olo. Alcuni ammira-
tori lu cunsidcravanu e lo cun.sidcrano an<.:ora non tanto
«u11». ma /'edU1.:atorc cristiano per eccellenza. l1 suo non
sarebbe 1111 sislcma educativo, ma il sistem a . Quc~to at-
teggiamenw ri\\'ela slima e amore ma i.· erra[() e porta a
conseguen1:e negative. La ricchcaa di Dio è inesauribile t'
suscita tipi e modelli <li,·ersi di santità. di spiritualità e
anche .stili dh·ersi di educazione cristiana.
profondo processo. allora egli produce trulti... li compito
principale della Chiesa di tulle le epoche, e in modo par-
ticolare della nostra. è di dirigere lo sguardo dell'uomo
verso Cristo, di aiutare tutti gli uomini ad avere familia-
rità col suo mistero (1O).
E qui si pongono domande inquietanti: sono profon-
damente convinro di queste realtà che dc:,tano «.stupo-
re»? Ilo familiarità con esse? La mia allività ha prodotlo
fmtti, può produrne di più gustosi, ha forse dcgcncraw in
attivismo superficiale e infecondo?
Don Mario Cogliandro
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Chi sceglie Don Bosco non sceglie qualunquistica-
mente un modo qualsiasi di testimoniare fede o cti ani-
mare proposte fra i giovani, sceglie un modello mollo
preciso e uno stile qualificato. Il Salesiano non è un edu-
catore qualsiasi ma un continuatore di Don Bosco. Lo
stesso discorso valeper i Cooperato1i e in particolare per
i giovani Cooperatori. Si dice talora che per essere Coo-
peratori è sufficiente essere buoni cristiani. Lntendiamo-
ci: l'essere« buoni» cristiani non è poi tanto poco! Esige
fede, speranza. carità, coerenza, testimonianza, preghie-
ra. Il tutto vissuto nella spiritualità di Don Bosco.
Ecco la seconda premessa, dopo q uella del mese
scorso riguardante l'Associazionismo in genere, per un
discorso molto impegnativo che speriamo vada svilup-
pandosi con chiarezza.
li giovane, come l'adulto de.I resto, ma qui l'accento
viene posto sulla gioventù salesiana, che sceglie Don Bo-
sco con coscienza, sapendo il valore della sua scelta, non
sceglie semplicemente un gruppo di amicizia e di pre-
ghiera. Ripensiamo agli anni di Valdocco. Sceglie un
gruppo di amicizia e di preghiera per il proprio .',O!,tcgno
interiore e insieme una missione di avvicinamento, di
dialogo, di animazione con i lontani e i marginali, sopra-
LUllo giovani. Don Bosco non si identifica con le élites
chiuse in se stesse.
Altrimenti si sceglie un Don Bosco antistorico, ri-
stretto. E non si sceglie Don Bosco se questa ricarica
spirìtualc non è profonda, genuina, costante, proprio per
essere testimoniata senza paure, mediocrità, senza cinci-
schiare pressapochismi o sterili banalità, magari trave-
stite con vocaboli di moda.
Due domande per concludere, mentre anche dalle
reaLion.i di chi legge speriamo 'ii possano avere occasioni
di approfondimento: Se gli ambienti salesiani non hanno
gruppi giovanili formati nello spirito di Don Bosco come
possono avvicinare i loro «marginali», e i superficiali, gli
indifferenti? Forse li eliminano (e Don Bosco?), o li la-
sciano marginali... E i gruppi di giovani Cooperatori co-
me possono dirsi tali se non si pongono come primo
obiettivo negli ambienti giovanili salesiani l'avvicit,a-
mento, la« promozione» c l'animazione di chi accclla con
più difficoltà l'invito a non sprecare la propria giovinez-
za?
Don Carlo B orgetti
UNA VIVA RACCOMANDAZIONE
AI COOPERATORI INSEGNANTI
Que.s lo periodo vede le case editrici impegnat e a con-
tattare gli insegnanti per l'adozione dei tesli per l'anno
prossimo. E' il tempo Infatti della scelta che obbedisce a
precise scadenze e a norme ben definite.
A quanti della nostra Associazione operano nel mondo
délla scuola una calda raccomandazione: siano oculati e
diligenti nella scelta, non superficiali, favoriscano testi
validi e economici, non s i lasc ino corrompere da offerte
di rimunerazione, ostacolino l'adozione dei testi c he se-
guono una linea in con trasto con i principi morali e
cristiani, Diano Inoltre la preferenza a quelle edJlrk l che
danno al riguardo le migliori garanzie. E tra queste la
S.E.I. (Società Editrice Intem azlonale Torino), l'editri-
ce 'La Scuola' (Brescia), Marlettl (Torino), e, per l'inse-
gnamento religioso, la Elle-Di-Ci (Torino) e Queriniana
(Brescia}.
4
I Cooperatori Salesi:
della comunicaziont
una tradizione cente·
Incominciamo con la terr
2.
Il primo numero del decreto conciliare« Inter mi1ifi-
ca» chiama la stampa, il cinema, la radio e la televisione
ed altri dalle stesse caratteristiche « strumenti della co-
municazione sociale». Perché ha adoperalo questa ter-
minologia? E' bene subito dire che non è stata una tro-
vala di primo impianto, ma soltanto un punto di arrivo.
dopo che la commissione conciliare a\\'eva vagliato con
molta cautela e attenzione tutte le espressioni adottate
nelle lingue più diffuse del mondo. Si è trattato di una
vero evoluzione tc1minologica, il cui risultato è enu·ato
nel decreto con carattere di esclusività. La commissione
conciliare ha ragionalo, grosso modo, così.
Scartata la dizione «mezzi moderni di aposw/aw»,
usata dalla III commissione interna della Congregazione
del Concilio nel suo studio preparatorio, si passò ai «mo-
derni 111~::.i di dil'iilgazione del pensiero» del Motu pro-
prio di Giovanni XXllI «Superno Dei nu tu». Tuttavia il
i,egretariato, preconjzzato dal predetto Motu proprio, era
chiamato ufficialmente «della s1a111pa e dello spertacolo»,
termini che rivelarono subito la loro estrema genericità c
non potevano soddisfare le esigenze di chiara determi-
naLez.ia dell'oggetto che si voleva affrontare. maggio-
re lortuna ebbero le ricerche effettuate nell'ambito della
cultura extra-ecclesiastica. Si notò che il termine «audio-
1ùivo », a parte il suo uso quasi esclusivo in campo di-
da ttico, si pre:.ta\\'a nella sua accezione cumulativa pro-
priamente al cinema sonoro cd alla televisione, e non alla
radio che impegna soltanto l'udito e tanto meno ai roto-
calchi ed al cinema che impegnano solo la vista. lnollre
men tre i francesi usavano «1echniq11e~ de diffu..,ion », che
poneva il giusto accento sull'aspetto tecnico degli sLru-
mentiin questione e 1imaneva ambiguo nel complemen-
to di specificazione, nel mondo anglosassone circolavano
le espressioni «ma...s media» e «mass comnw11ica1io11s»,
che in teoria e nella pratica davano troppo peso al termi-
ne «mass»(= massa), ;.empre evitato da Pio Xl i. Infatti
se è vero che stampa, cinema, radio e televisione possono
raggiungere e raggiw,gono stern1inati pubblici di lcllori e
vastissime platee di utenti, è infondato che questi stru-
menti per loro natura debbano ncccssarìamcn te massili-
care, cioè spersonalizzare gll individui nella loro autono-
rnia interiore. Il termine« media» ( = mez7i) ru giudicato
troppo generico. mentre l'altro « communications» fu ri-
tenuto appropriato e ricco di significati. E CClSì si pcrYen-
ne alla dizione consacrata nel decreto: strumenti della
comunicazione sociale.
Strwnenci (e non mezzi), in quanto «oggetti materiali
fruito di attività tecniche dell'uomo». l i termine, pcrtan-
tc•. «rileva la nota di ~piccata tecnicità cd insieme indica

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Lni e gli strumenti
sociale:
1ana
tinologia
DON BOSCO: Il perché
delle sue
Letture Cattoliche
di Salvatore Gemmellaro
la presenza dell'uomo, quale causa efficiente primaria. il
quale usa del mezzo tecnico quale causa efficiente se-
condaria» per ottenere la comunicazione sociale. E' da
aggiungere che in italiano «mezzo» è più generico di
«strumento»; infatti tutti gli strumenti possono propria-
mente dirsi mezzi, ma non viceversa. Comunic~io11e,
cioè «l'azione mediante la quale ciò che era proprio ed
~elusivo di uno viene partecipato ad altri». Già Pio XTT
nell'enciclica « Miranda prorsus» rilevava che la Chiesa
dovrà interessarsi più direttamente alle invenzioni che
«più da vicino toccano la vita dello spirito», dato che
«servono a comunicare con csLrema facilità notizie, idee
cd insegnamenti, a nutrimento della mente, anche nelle
ore di svago e di riposo». Sociale: nel senso inteso da
Giovanni XXIII nell'enciclica «Mater et magistra». Cioè
gli strumenti della comunicazione vengono riconosciuti
L11o!Liplicalori di rapporti nella convivenza e permettono
«alle singole persone di prender parte alle vicende umane
su raggio mondiale».
Questi, in sintesi. i motivi. il valore, l'opponunità, la
preci~ione tecnica e concelluale della scelta termino logi-
ca dc.l decreto.
S alvatore Di Tommaso
MONDO NUOVO -
Nuova serie delle
« LETTURE CATTOLICHE»
Sono usciti Il n• 20: UNA GABBIA NEL CORTILE,
e il n• 21: IL MISTERO DELLA FEDE.
Di prossima uscita quattro bellissimi posters.
L'iniziativa prosegue nel suo terzo anno di vita
raccogliendo incoraggiamenti e plauso. Non sia-
mo lontani da/la quota di due milioni di copie
complessive di opuscoli e trecentomila di posters.
Le,, rivendite» sostenute dai Centri CC. erano al
30 marzo, n• 378 per complessive 11. 100 copie di
opuscolì e 1600 di posters. E' un bel traguardo
che possiamo superare.
Una raccomandazione: per restare al prezzo,
veramente basso di L. 200 e L. 300 è necessario,
oltre che una più elevata tiratura, che I pagamenti
siano fatti con sollecitudine e siano evitate le
morosità che intralciano assai il lavoro di ammi-
nistrazione.
2.
Nell'articolo che ha visto la luce nel numero precedente ci
siamo soffermati, anche se brevemente, sul periodo in cui Don
Bosco ha vissuto la sua missione e sulla sua opera per educare
I giovani con lo scopo di realizzare un cristianesimo vero, uno
spirito cattolico che fosse una costante del vivere umano negli
organismi pubblici e privati, dove l'individuo cresce e si realiz-
za
Che fece, allora, per contrapporre ad una stampa amorale,
agnostica, irreligiosa, una stampa buona che difendesse e di-
vulgasse certi valori dell'uomo, del Cristo, della Chiesa?
Prima Idea delle Letture Cattoliche
Durante una riunione, durata cinque giorni, tenuta Il 25 lu-
glio 1850 dai Vescovi subalpini a Villanovetta, diocesi di Saiuz-
zo, e avente lo scopo di prepararsi alle gravissime lotte di reli-
gione che si presentavano imminenti, i presuli di Mondovl e di
Ivrea furono incaricati di .comporre un disegno dl Associazio-
ne per la stampa e diffusione del buoni libri e così combattere le
massime propugnate dal giornalismo irreligioso contro la fede,
l'autorttà della Chiesa ed il buon costume. E' da questo mo-
mento che Don Bosco incominciò ad ideare le Letture Cattoli-
che ed a trattarne poi con Mons. Moreno nelle frequenti visite
che a lui faceva ad Ivrea o quando accoglievalo all'Oratorio.
(MB, lii. 541).
Scopo delle Letture Cattoliche - Loro Indole
Moltissime sono le pagine delle M.B. che ci indicano le fina-
lità, i moventi che spinsero Don Bosco ad impegnarsi nell'im-
presa delle Letture Cattoliche. Ne indicheremo qualcuna:
Libri cattivi e pessimi scritti, fatti per corrompere I cuori e
falsare l'intelletto del semplici, si spandono a profusione ed
impunemente da una mano ignota, ma scaltra, e che specula
l'oro sulle passioni umane a detrimento della fede, dei costumi,
preparando alla famiglia, alla società intera danni Incalcolabili!
E' adunque di tutta importanza, anzi è dovere nostro a fine di
diminuire per quanto è possibile i trii;ti effetti di quelli, di opporvi
libri buoni per alimentare lo spirito ed i cuori di principi morali,
che siano di piccola mole per non faticare troppo, e dl tenue
prezzo per non domandare che un leggero sacrificio » (MB V,
441 / 42); . eone Letture Cattoliche volevasi discendere In cam-
po aperto contro il Protestantesimo .. (MB IV, 523); ....Il suo
affetto per gli operai» (MB IV, 691 / 92); istruire e raffermare i
buoni nei sani principi del cattolicesimo e attirare con quella
affabilìtà, con quella dolce carità... I traviati alla pratica dei
doveri religiosi. Un ardente desiderio di tare qualche poco di
bene, o almeno impedire qualche male è il solo e unico scopo
delle nostre fatiche• (MB V. 589). Circa l'fndole delle Letture
Cattoliche ricordiamo: • La nostra è opera, diceva Don Bosco,
morale In tutta la estensione del termine; Il bene che ne speria-
mo è tutto a vantaggio della religione e della società. Estranei
ad ogni partito e ad ogni principio che non sia rigorosamente
cattolico, nulla abbiamo a temere dai cattivi e speriamo tutto dai
buoni... » (MB VII, 60).
(segue)
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CONFERENZE ANNUALI
NUOVO STILE
11 programma annuale prevede di ricercare modi nuoviper le Confa-
renze annuali. Le relazioni della prima, già svolta in quasi tutti I Centri.
dimostrano che ,1 tentativo è stato tatto soltanto parzialmente.
Ad incoraggiamento e indicazione. r,portlamo quale/le strelclo s1-
gn,1,eat1vo dalle relazioni.
CREMONA A Cremona dova non operano SOB FMA, Il
Centro CC. ha organizzato la Conferenza con vero successo. L'ecce-
zionalità di essa e lo stile nuovo è stato dato, tra l'altro, dal colnvolgl-
mento di ben 64 Insegnanti delle scuole statali Interessati al tema Fu
presente li nuovo Vescovo di Cremona e Il direttore del Collegio sale-
siano di Fiesco. Il programma fu Il seguente: Mons, Guido Astori -
fondatore del Centro - saluta ed elogia i Cooperatori ed I numerosi
Insegnanti present,: conferenza della slg na Cremonesi con dlsousslone
seguente, ringraziamento del direttore, conoelebraz,one eucaros!lca del
Vescovo e di d ue salesiani.
SANTERAMO (Bari)•• La 1• Conferenza c he si è tenuta all'Istituto
salesiano è stata motivo di grande gioia. Come segretaria coordinatrice
posso dire checl eravamo dati parecchio da fare perorganizzarla in uno
stile nuovo Volevamo che l'Assemblea creasse roccas,one per vivere
qualche ora Insieme. cooperatori. simpatizzanti dell'Associazione. be-
nefattori ed am,cl riuniti non solo per trauare li tema. ma per respirare un
po' quell'aria salesiana che ristora l'animo. Alle ore 17 il salone era già al
completo. Il direttore ha porto li suo saluto: anche la sottoscritta ha
salutato e ringraziato In particolare Il conferenziere. Ho quindi spiegato Il
significato della Conferenza. Ha avulo poi Inizio una .testimonianza
visualizzata • che metteva In evidenza Il dlfflclfe rapporto tra una ragazza
e, genitori. Dopo di che ha preso la parola il conferenziere, che. m modo
semplice ma profondo, trattò t'argomento
Al termine si è aper1a la discuss10ne. Ou,ndl Il momento di allegria
con un dialogo preparalo da alcuni ragazzi La serata è terminata con
l'offerta di dole, preparatJ da alcune Cooperatrici •
ACQUI TERME Per il giorno 4 lebbra/o, ad Acqui Terma, era state
fissata la prima Conferenza annuale. avremmo affrontato la prima
esperienza per dare uno stile nuovo•· ma la morte Improvvisa del
nostro Vescovo. ci uni net lutto Il programma preparato e portalo a
conoscenza del Cooperaton e s,mpal/zzentl era 1/ seguente ore 10.30
Messa celebrata dal Vesccvo. La sua presanze avrebbe dato solenni/a
alla cetebraz1one comunitaria e la sua parola sempre ascoltata con v,vo
interesse avrebbe illustrato la figura di Don Bosco svotg,mdo ti tema
proposto I canti del/e nostre alunne sarebbero stati d1 st,moro alla pre-
ghiera. L'incontro In salone con Il nostro Pastore e con Mons. Ga/1/ano.
Direttore diocesano del CC. per uno scambio di Idee e di proposte. cl
avrebbe fatto gustare la gioia di appartenere à//a Famiglia Salesiana.
Pnma di sc,ogllere l'assemblea. un vermouth di amic,zta e /a d111tribu•
zione a tutti I prese/lii dell'opuscolo di Mondo Nuovo ·t giovani e la
soc,eta' avreboe concluso il nostro primo mcontro annua/a
Ma puruoppo s1 dovette cambiare programma attenendoci alla parte
est;enzia/e S. Messa celebrala ìn suffragio del Vescovo La partec1pa-
z1one del CC e amici è stata tuffavla al completo La chiesa era gremita
Omesso /'Incontro fraterno In salone.
O I delegati e le delegate lspettorlall CC si sono riunii! per approfondire li
tema della Famiglia salesiana e per esaminare i probleml lormallvl
dell'Assoclazlone (Roma, 12-13 marzo u.S-)
O La cerimonia della 'promessa' è sempre un momento atteso del Centro,
perché Indice di continuità e di ringiovanimento(nella foto: A Napoli. v,a
Don Bosco. il 3 febbra,o u.s.).
o Il delegato è Il primo responsabile della lormazlone splrltuale del coo-
peratore. Ouellllcersl è per lui Il primo dovere (nella foto. delegati.
delegate. assistenti della Sicilia riuniti par una due-giorni d, studio a
Zafferana Etnea)
o Esercizi aplrlluall, una delle più belle tradizioni della nostra Anocla•
zlone (nella foto Coopera/rie, di Modena in eserciZI).
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VITA DELL'ASSOCIAZIONE
Rapidamente...
DAI CENTRI
Liguria - Genova e.so Sardegna - I/ Gruppo Nuovo si sta consoli-
dando anche per la costanza della delegata lspettoriale Sr. Giacinta
Brema. Incontri formativi, diffusionedi Mondo Nuovo, iniziative caritative
come una riuscitissima visita al ricovero Ooria, collaborazione nell'assl•
stenza e nella catechesi all'Oratorio, sono segni di un cammino che
promette un roseo domano,
lspettorla Novarese Programmata la Giornata della Famiglia sale-
siana per il 20 maggio presso il Santuario di Oropa. I CC. daranno Il loro
contributo di adesione e di presenza attiva.
Campania . Numerose le Iniziative dell'Associazione al vari livelli. Tra
queste un' lncontro di studio per la Famiglia Salesiana, svolto 1117 marzo
a Pacognano, al quale I CC. hanno partecipato attivamente.
Veneto occidentale A V/go/o Vattaro (Trento) un primo riuscito
Corso di Esercizi nel giorni 16-18 marza, Uno del frutti, l'Impegno per
una maggiore diffusione della stampa (diecile rivendite di Mondo Nuovo
istituite al termine del Corso).
Sicilia - Ripresa e consolidamento del Centro di NUNZIATA (CD. Una
serie di iniziative, catechesi, diffusione della buona stampa, animazione
missionaria e sostegno del progetto Trelew. Incontri formativi sono
mezzi e frutti allo stesso tempo di una crescente vitalità.
Adriatica Programmati Incontri zonali del Consiglio 1spettonale con
I Consigli del Centri per I mesi di marzo, aprile, maggio. L'iniziativa già
esperimentata serve a vltaUzzare, spronare, contribuire alla soluzione
del problemi.
Lazio - il 25 marzo incontro Insegnanti Cooperatori e simpatizzanti a
Roma - S, Cuore. il 25 marzo. E' un'iniziativa ormai tradizionale che ha lo
scopo di sensibilizzare al problema dei giovani, Un'altra iniziativa che
vedrà come protagonisti Insegnanti e alunni è l'Oscar Don Bosco, an-
ch'esso ormai tradizione, che si ripeterà prossimamente a Roma. Ben
riuscita la Giornata della Famiglia Salesiana del aprile con la parteci-
pazione di rappresentanze di CC.
GIOVANI COOPERATORI
Subalpina: Incontri formativi a Valdocco li 7 gennaio, Il 4 e I 11 feb-
braio sul terna: « Il nostro cammino verso Dio•. Relatore Don V. Nazer.
PlllJlla: Giornata di spiritualità a Molfetta sul tema •Maturare Il nostro
essere cristiani nello spirito di Don Bosco •. Programmato Il 3° incontro
per Il 25 aprile a Cisternino,
Lombardia - 114 marzo a Como ritiro sul tema Ascolto della Parola •,
svolto da Don G. Serughetti. Il 31 marzo Incontro dei responsabili dei
gruppi a Milano.
Veneto orientate Incontro, aperto anche ai simpatizzanti, sul
tema ,Mor,reperrlsorgere•, a Gorizia, 31 marzo- l ' aprllè.
Liguria a Rapallo, sera del 31 marzo e aprile, Incontro sul tema: «/I
nostro cammino verso Dio, Finalità formativa ma anche di lancio
nuovi Gruppi.
25° della CANONIZZAZIONE
DI SAVIO DOMENICO
Roma, 5- 6 maggio
COLLABORIAMO ALLA RIUSCITA DELL'INCONTRO
NAZIONALE DELLA GIOVENTU' SALESIANA.
I GG.CC. animatori di gruppi o di Centri giovanili
daranno la più ampia collaborazione a che la solenne
celebrazione raggiunga i suoi obiettivi.
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AUTOFINANZIARSI
E' INDICE DI MATURITA'
SECONDO ELENCO HANNO RISPOSTO AL-
L'APPELLO DAL 1° AL 30 MARZO I SEGUENTI
CENTRI:
ALESSANDRIA - Cristo (10.000); ORIO CANA-
VESE (2.500); LENTA (7.500); ALESSANDRIA-V:.
Gagliaudo (20.000); BRA (40.000); $. MICHELE
AL TAGLIAMENTO (15.000); ALESSANDRIA· V.
Galvani (10,000); RIVAROLO (10.000); SAN GIU-
STO (2.500); VILLAREGGIA (2.000); AGLIE'
(1.500); TORRE (1.500); Centri lspettoria Piemon-
tese FMA (50,000); LU MONFERRATO (10.000);
GIAROL E (5.000); TORINO • M. Ausillatrice
(50.000); MONCRIVELLO (5,000); ROMA • V. Ap-
pia (10.000); AVIGLIANA (10,000); CHATILLON
(25.000); LIVORNO FMA (15.000); CC. lspett orla
Veneta M. Regina FMA (10.000); G. Albert
(15.000),
Somma precedente L. 991.100; somma attua-
le: L. 1.318.600.
PER I GIOVANI
COOPERATORI
CAMPO DI LAVORO E DI ANIMAZIONE CRI-
STIAN A, LONGANO (Isernia)· dal 6 al 31 agosto.
Organizzato dal Gruppo Centrale.
Inviare adesioni al più presto tramite r ufficio
ispetloria le.
Sussidio-novità:
IL CAMM INO VERSO DIO
DEL COOPERATORE SALESIANO
pp, 48, L. 500, Edizioni Coo-
peratori. Vialé déi Salésiani, 9 .
Roma • ( presso gli uffic i ispet-
to riali).
Riporta Il testo della magi-
strale relazione svolta da Don
Paolo Natali al v• Convegno
Nazi onale GG.CC. di Rocca di
Papa e uno scritto di Don Aubry
suita spiritualità del GG.CC.
Utilissimo come base per
una attenta riflessione da farsi,
singolarmente o in gr uppo, da
parte dei Cooperatori sia adulti
che giovani.
Se ne raccomanda la più
ampia diffusione.

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Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) • 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Outndlclnale di informazione e di cultura rel/giosa
S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Bene-
meriti e amici delle Opere di Don Bosco
Direzione e amministrazione: Via della Pi-
sana, 1111 - C.P. 9092 - 00100 Roma-Aurelio
Tel. 64.70.241
Direttore responsabile: Enzo Bianco
Redattore: Armando Buttarelli - Viale dei Sale-
siani, 9 - 00175 Roma Tel. (06) 74.80.433
Autorlzz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
C. C. Postale n. 2-1355 Intestato a: Direzione Generale
Opere
C.C.P.
Don Bosco . Torino
462002 lnteol a Dir.
Gen.
Opere
o.
Bosco
.
Roma
Per cambio d'Indirizzo Inviare anche l'Indirizzo precedente
----UN'ESPERIENZA DI AMICIZIA SALESIANA--
vacanze per Cooperatori e familiari
Un po' di cronaca dell'estate 1978
Il gruppo, gioviale e dlsponibìle a qualsiasi iniziativa,
in vista dell'estate 1979
ha sentito anche la necessità di farsi conoscere dal
«buon vicinato». Il nome di Don Bosco è arrivato anche
Il soggiorno a Fontanazzo in Val di Fassa organizzato in un campo militare alpino operante nella valle ove, con
dalla nostra Associazione, è stata una esperienza più
completa dell'anno precedente. il nostro stile di vita è
stato sostenuto da diversi Cooperatori che sono tornati
per il secondo anno consecutivo. E' grazie a loro che la
grande gioia, abbiamo anche incontrato reclute ex-al-
lievi salesiani.
Nelle interviste effettuate durante il soggiorno ab-
biamo sentito la voce dei giovani esprimere il compiaci-
vita comunitaria ha raggiunto un Indice di gradimento
elevato, e ciò è stato rilevato in particolare negli incontri
mento per Il carattere familiare dell'ambiente; soprattut-
to la disponibilità ad offrire il meglio di se stessi per un
di gruppo, nella liturgia, nelle escursioni e nelle indi-
menticabili « serate dell'amicizia ».
impegno a favore degli altri giovani (e qui si offrono
buone prospettive per incrementare i nascenti Gruppi
Nuovi). Sandro Pistoia
«Abbiamo goduto insieme momenti e attimi di vera
vita salesiana. Mi sembrava davvero di essere tornato ai
bei tempi in cui cercavo anche io di donare un po ' agli
altri. Siamo stati benissimo! Ne ho parlato anche con i
Salesiani di qui. E' un 'esperienza assai valida. Alla ri-
presa delle attività, cercheremo di fare qualcosa di più e
programmare meglio l 'attività dei Cooperatori-,, Porto-
recanati, P.F.
« Ricordiamo con nostalgia quelle giornate in cui una
serena esperienza di vita cristiana ha reso più piacevole
la nostra vacanza che resta ricca di tanti insegnamenti.
Non riusciamo più a concepire una vacanza che non
comprenda la simpatica presenza di tutti gli amici della
Famiglia Salesiana. Siete stati tutti tanto buoni e acco-
glienti, riuscendo a farci vivere una settimana con tanta
allegria e serenità, circondati dalle affettuose premure di
tutti i presenti. Desideriamo restare vicini ai vostri pro-
grammi sforzandoci, nei limiti della nostra modesta
esperienza comunitaria, di dare un piccolo, ma concreto
contributo quotidiano all'apostolato salesiano» Catania,
G.P.
La presenza di Cooperatori provenienti da varie re-
gioni: Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Toscana,
Marche, Abbruzzo, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna, LUGLIO 1979 - L'ESPERIENZA CONTINUA
ha offerto la possibilità di scambiare esperienze di vario
genere, ivi compresa la situazione della nostra vita as-
sociativa, senza influire minimamente nell'atmosfera ti-
pica delle vacanze.
E' stato bello sentirsi uniti spiritualmente anche se.
Turni settimanali non frazionabili, da domenica a
domenica, con possibilità di partecipare a più settima-
ne.
provenienti da luoghi diversi. Soprattutto sapere che
Informazioni e adesioni presso gli Uffici ispettoriali
non si è solì a preoccuparsi ed occuparsi dei giovani che e Nazionale (Roma, Viale dei Salesiani, 9 - Tel. (06)
hanno bisogno di educatori moderni e preparati.
74.80.433).
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