lombardo, ricollega11dosi all 'opera
prezios,i di tanti benemeriti con-
fratelli nel sacerdozio, primo €ra
tutti S . E. Mons. Pasquale Mor-
ganti, antico D irettore Diocesano
dei Cooperatori Salesiani l\\llilanesi,
cui il Vcn. Don Rua affidò la com-
pilazione del p rimo man uale d i
pietà della Pia Unione.
Passò poi a sottolineare con chia-
rezza il concetto di Don Bosco circa
la missione • cattolicat da lui affi-
dàta ai Cooperatori Salesiani a ser-
vizio della Chiesa.
Scgul !si trattazione del tema uf-
ficiale sulla collaborazione dei laici
all'apostolato secondo lo spirito di
Don Bosco.
Il relatore Don Favini p resentò
un quadro interessante de!J'origine,
dello sviluppo e dell'attività dei
Cooperatori in perfetta aderenza
agli urgenti bisogni della società
moderna, in efficace collabora.7.Ìone
con l'Azione Cattolica, seçondo le
direttive della Sacra Gerarchia.
Poi dimostrò come la Pia Unione
de.i Coopemtori Slllcsiani possa es-
sere in sede parrncchinle un fe-
condo seminario per l'A. C., effi-
ciente ausilio e fonte sicura di
fresche energie per il trionfo del-
l'idea cristiana.
Al dialogo, che si accese con
gli int erventi di Don Vignato,
Don Panzeri, l'vlons. Galimberti,
Don Bassi, Don Gioachin e nitri,
rispose il superiore Don Ricceri,
coordjnando sapjentemente e in
forma p ratica il comp le.sso d i
quanto era stato vagliato e discusso.
Chiuse S. E. Mons. Schiavini,
ringr11ziando la Famiglia Salesianu
per il suo contributo di vocazioni
ecclesiastiche all'Archidiocesi e in-
vitando tutti a lavorare nel proprio
ministero con lo spirito d i S. Gio-
vanni Bosco.
Seguirono i documentari sale-
siani: Apprendisti vetso la vita;
Luci di' Lourdes; Ca11tieri di gioia.
■ Convegni Zelatori e Ze-
latrici dell'ISPETIORIA
ADRIATI CA
Nei giorni festivi 1, 8 e 15 marzo
gli Zelatori e le Zelatrici di tutta
l'Isp.cttoria Adriatica, con un lo-
devole numero cl.i Delegati e Dele-
gate, h 3nno affrontato i problemi
vitali della terza famiglia salesiana.
Le discussioni anima.te e centrate
sono servite non poco a illuminare,
delucidare e chiarire punti dubbi o
controversi.
TI 10 marzo a Rimini si racco-
glievano gli zelatori e le zelatrici
della Roniagna (25).
L'8 a Macerata era la volta
delle Marche (48).
Il 15 a Perugia convenivano
rappresentan ti dell'Umbria (55).
11 sig. lsp<•rtore, Don Ar)gclo
Zannantoni, presiedette i convegni
di Macerata e Perugia, portando la
sua parola paterna e confortatrice.
Il primo tema fu trattato dal
Direttore 'dì Perugia, Don Arturo
Caria, da Don Pietro Spaggiari,
consigliere del Li.ceo salesiano cl.i
Macerata, e dal Delegato Jspetto-
riale Don Celso Masper: Il Coo-
peratore salesiano secondo la mente
di Don Bosco.
Il secondo tema, Zelatori e C(nt•
.<igli locali, fu trattato dal Di.rettore
di Rimini, Don Angelo Garbarino,
da quello di Macerata, DonAntioco
De Jala, e dal Delegato Ispettoriale.
Dalle trattazioni e relative di-
scussioni sono emersi i seguenti
punti:
1) La te.rza famiglia dei Coo-
peratori forma con la prima, i Sa-
lesiani, e la second a, le Figlie di
Maria Ausiliatrice, un tutt'uno:
unite dal vincolo della carità, hanno
un comune intento ed un unico
scopo; la salvezza della gioventù
attraverso le più svariate forme di
apostolato.
2) Cooperatore significa buon
cristiano ed apostolo. Ognuno se-
condo la sua condizione esercita
un apostolato nella propria famiglia,
nella parrocchia, nella società, nella
scuola, nell'ufficio, dovunque.
3) In questo suo apostolato,
il buon Coop eratore e la ,.dante
Cooperatrice lavorano secondo lo
spirito di Don Ilosco, fatto di ca-
rità e mitezza, sull'esempio di
S. Francesco di Sales.
4) In ogni parrocchia salesiana
(e nella nostra Ispettoria sono
molte) la Pia Unione deve essere
l'associazione principe, che deve
godere la nostra predile-~ione e pre-
ferenza. Estesa a tutta la città dove è
costituita, abbraccia svariate forme
di apostolato, fonna i catechisti in
aiuto ai parroci, è di aiuto ai par-
roci stessi ed ai Vescovi.
A riguardo del Consiglio locale,
il Delegato Ispettoriale ha detto:
a) Il Consiglio locale è il nerbo,
il centro, il fulcro, il perno attorno
a cui si svolge necessariamente la
vita di ogni centro.
b) Il Consiglio locale attivo
rende Aorida la vita d'organizza-
zione del èenlro stesso.
e) La sapiente distribuzione
delle varie attività renderil meno
gravoso il peso ai singoli e assi-
curerà un sempre migliore incre-
mento di attività e di apostolato.
d) Un progrrunma annuale è
pure indispensabile, preparato mi-
nutamente dal consiglio locale nelle
sue adunanze.
Meritano di essere citati all'or-
dine del giorno i centri di A11co11a e
Rimini, che banno il loro C.'llcndario
conieattivitàdistintemese perm ese.
Il signor Ispettore concludeva
dando due consei,1e:
1) Partecipazione plebiscitaria
al Convegno nazionale dei Coope-
ratori a Roma.
2) Costituzione definitiva ed
attivizzazione dei consigli locali.
■ MILANO - 1° Convegno
Zelatori e Zelatrici
Domenica, 22-111-'59, a Milano,
-presso l'Istituto Salesiano di via Co-
pernico 9, ebbe luogo il primo
convegno zonale degli Zelatori Sa-
lesiani. Vi parteciparono in 45,
oltre la Delegata Ispetroriale dì
via Bonvesin 12, Milano, le Diret-
trici cli Brugherio e di Sesto S. Gio-
vanni, la Delegata locale di Pavin.
fl Convegno fu preceduto dalla
S. Messa cli D on Archenti, du-
rante la quale Don Vignato rivolse
parole di circostanza e comunicò
l'ordine del giorno.
Nell'aula delle adunanze il Di-
rettore dell'Istituto Don l\\lfario
Bassi diede il benvenuto, facendo
Yoti che i lavori del convegno tor-
nassero di grande vantaggio non
solo ai singoli, ma a tutti i Centri
della vasta zona lombarda.
Segul la lettura del messaggio
del Rev.mo Don Luigi Ricceri,
Direttore Generale della P. U.,
accompagnata da opportuno com-
mento di Don Vignato.
Prese quindj la parola Don A.r-
chcnti per lo svolgimento del
r0 TEMA: D Cooperatore Sale•
siano nel pensiero di DonB osco.
11 relatore ha insistito sulla ne-
cessità di farsi idee chiare e, rac-
comandando proprio per questo
la lettura attenta del Bollett-ìno Sa-
lesiano, ha messo in bella evidenza il
concetto genuino del vero Coope-
ratore Salesiano, che lavora non
solo per il Salesi.ini, ma per h1
Chiesa cattolica con lo spirito di
Don Bosco: un vero cristiano, ef-
ficace collaboratore di Dio nella
~alvezza delle anime.
D. Vignato ringraziò il Relatore
e diede luogo al dialogo per una
di~cussione sull'argomento trattato.
Cosi vennero ribaditi alcuni im-
portanti concetti, presentati da
Don Archenti intorno allo spirito
che deve animare il Cooperatore,
e allo scopo della Pia Unione. Il
Direttore Don Bassi, prendendo
lo spunto dalla seguente frase del-
1' Em.mo Card. Marcello Mimmi,
allora Arciv. di Napoli: • lo mi
sento il primo Salesiano della Dio-
cesi, perchè oggi non si può in-
fluire nella società se non nello
spirito di Don Bosco~, sottolineò
In grande importanza della coope-
razione salesiana a favore dell'edu-
cazione giovanile. « Noi dobbiamo
essere addirittura dei periti di