Bollettino_Salesiano_195902


Bollettino_Salesiano_195902

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Noi non ci fermiamo mal;
vi è sempre cosa che incalza cosa...
Dal momento
che noi ci fermassimo,
la nostra Opera comincerebbe
a deperire
DON BOSCO
,- GIB ANNO LXXXl'U N.2
G 195
EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI
DlltEZl.ONE GENERALE: TORINO 714 · V1A MAIUA .AUSILIATRICE 32, TELEF. 22-117
i CO"J\\7SIGLI centri motori della J>ia Unione
Una notizia che va oltre la cronaca. All'aprirsi
del corrente anno sociale hanno cominciato a
funzionare i primi Consigli li;pettoriali a Ka-
poli, Roma. Torino, l\\Iilano, Verona ccc. f\\b-
biamo sott'occhio 1 ,·erbali ddle sedute. Kdle
riunioni preliminari i membri han cominciato
a prendere i primi comatu con i Superiori e rra
di loro, han potuto avere le prime ,isioni del
campo \\'asto e multiplo di apostolato che si apre
loro, si sono concretate le prime direttive e i
piani di lavoro. Ammirevole l'impegno subito
dimostrato dai Consiglieri nel corrispondere alla
fiducia dei Superiori. Tutto cio è motivo di
grande conforto e di viva speranza.
La triplice funzione a cui è chiamato 11 Con-
siglio Ispettorialc della Pia Unione - consu-
lenza, rappresentanza, collaborazione - offrè
modo a tutti i Consiglieri cLi panare la loro opera
preziosa. Quest'anno, per citare solo i punti
principali, c'è da pensare alla campagna degli
apprendisti, alle Conferenze annuali, agli Eser-
c12i Spirituali, al Convegno-Pellegrinaggio a
Roma e alla campagna della s-rampa, che è
sempre all'ordine del giorno.
Occorre - cd è cosa essenziale - che i Con-
siglieri, dopo essere stati bene scelti e a,crc ac-
cettato con slancio il loro compito, si facciano
idee chiare sullo spirito che dc,·e animare il
loro apostolato, sulle mete da raggiungere, SUJ
metodi da seguire nelle mansioni loro asscgi,atc.
È desiderabile quindi che ad ogni Consigliere
venga assegnato, nel piano generale di lavoro,
un particolare settore di atti,ità ben definite.
Per questo è necessario tenere periocLicamente
consiglio con un ordine del giorno ben prepa-
rato e conosciuto in precedenza. Lo studio e la
discussione dei vari punti siano sempre seguiu
da conclusioni pratiche e concr<..'te, in modo che
ogni Cons1glicrc possa uscire dal Consiglio co-
noscendo con chiarezza e precisione il compito
che gli spetta per l'attuazione delle deliberazioni
prese.
Xell'impostare I Consigli come nell'organiz-
zarne il funzionamento e le attività sia sempre
tenuto presente il iWanuale Dirigmti.
~aturalmente tutto questo complesso di atti-
vità organizzative dev'essere ani\\'ato da un
profondo spirito soprannaturale e salesiano. Al
che servirà la formazione più accurata che i
Dirigenti cercheranno cLi dare ai Consiglieri con
la lettura di libri adatti, con i pensieri spiri-
tuali di apertura e di chiusura dei Consigli, con
l'impostazione sopranruiturale dei problemi, con
una appropriata direzione spirituale dei singoli.
Così i membri del Consiglio di,·enteranno ve-
ramente _gli ausiliari coscienti, la longa manus
e gli interprcu fedeli dei Dirigenti, e insieme
i motori atlivi ed efficaci dell'attività dei centri
Cooperatori ncll'Ispettoria e di ogni iniziativa
della Pia Unione.
Quanto si è detto dei Consigli Ispettoriali
della Pia Unione vale analog-.unentc per i Con-
sigli Locali. Preghiamo quindi i Delegati lo-
cali di orgnniz.zarc il loro Consiglio, anche con
pochissimi Zelatori, dovunque l'efficienza del
C-cmro e le sue attiùtà lo richiedano, e quindi
attuare in seno al proprio Consiglio quanto é
proposto per il funzionamento dui Consigli
Ispettoriali. In principio si potrà forse sentire
la faLica dol lavoro di organizzazione, ma i frutti
che maturernnno in seguilo sar:uwo tali che i
Delegati locali benediranno I sacrifici compiuti
nella fase organizzaciva e vedranno moltiplicata
per opero dei Consiglieri la propr.ia auività in
ogni settore di apostolato aperto da Don Bosco
alla Pia Unione.
l Curare l'organizzazione de~ Consigli della Pia Unione
2 Preparare la 1o. ConJerenza Annuale
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I lavoro nel mondo pagano antieo pensieri per la
Conferenza mensile
P1•~m(!Ssn - TI Decret,o Pontificio del 17
gennaio 1958, con cui Don Bosco viene sol.en-
nemenle proclamato Oele8te Pntro110 ifoi gimiani
apprendisti d'Italia, mentre espone ed ilJustra
i motivi tlella scelta sovrana del Papa, costi-
tuisce pure una commossa ed efficace esaltazione
del lavoro Mnsiùerato alla lnce della vita, e del-
l'esempio di Gesù Cristo. della dottrina e del-
l'opara della CLièSa attr:;i.verso i t:;ecoli, della
vita o dell'overa provvidenzialo cli Don Bosco
nella società contemporanea.
Ci p1:oponiamo di commentarlo e di illustrarlo
con una, serie ili considerazioni s11 <li un tema
di così viva. a.ttualità, quale è quello del la.11oro
nel moudo odierno. A. far meglio risaltare, però,
il triplice carattere del lavoro. così come è pre-
sentato dal Decreto, premetteremo tUl breve
articolo sulla concezione che se ne aveva nel
mond.o pagano antico, anteriore e contemporaneo
a Gesù Cristo.
Ingiusti prh•ilegi - Diciamo subito cb.e
aJ.lu. base della concezione pagana del lavoro
stava un atto di sdegnosa superbia, per cui era
ritenuta cosa indegna dell'uomo libero dover
lavorM"e per vivere. Tutt'al più l'uomo libero
antico cercava di procw·arsi il necessario alla
vita con la guerra, sotto forma di preda. I pa-
trizi, i ricchi, non. lavoravano: disponendo di
capitali immensi accumulati con u;,u.re e ru-
berie di guei:re, accent.ravano nelle proprie manj
quasi l'intera ricchezza monetaria e terriera, e
costringevano i plebei, i quali anèhe più tardi,
mutato nome, rimasero la gran ma;ssa dei cit-
tadini, a un lavoro sca1-samenLe redditizio, anche
-perchè i riccl1i vi potevano opporre l'enorme
concorrenza dei loro prodotti oHenuti daJ lavoro
esoso e meno costoso di veri eserciti di schiavi
di loro assoluta proprietà..
E dire che, come fa osservare qualche autore,
la nozione del lavoro è una nozione primitiva,
[ondamentale e profondamente radicatll nel-
l'animo dei popoli. I popoli primitivi, ad esempio,
onoravano il Ja,-oro, specialmente per ciò che
riguarda l'ag1icoltura. Spesso si ancl;l.vano a cer-
care nei campi i consoli, i generali, i Teggitori
del governo. Il disprezzo fu dunque una devia-
zione, una conseguenza ùella corruzione dei co-
stumi e dello sfibra.mento dei caratteri.
Era proprio questa la condizione quasi gene-
ra.le della società pagana trovata da N. S. Gesù
Cristo, come appa.re dalle dottrine dei dotti,
purtroppo incarnate nei fatti storici più dolo-
rosi e ph\\ :ripugnauti delJa storia. dell'umanità.
Le dottrine dei dotti della Grecia e di
Roma,, esprimono un profondo di!!prez.zo per
il lavoro manuale: il ricco tutt'al più potrà darsi
allo studio, ma concepito come pura attività
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dello spirit o, non corno mezzo di s11ssistenza,
ad esempio con la scuola, che appunto per questo
era a,ffidata a.gli schiavi.
Secondo Ari.$lolile, il lavoro è riserbato da
nabura -allo i,ch.iavo, e una ciLtà o società per-
fetta non ammetter!\\ mai l'operaio tra i cittadini:
«Lo professioni meccaniche e mercantili debbono
esser~ esercitate soltanto o dai barbari o da.gli
schiavi•>, e sono inconcilfabili con la virtù. Ana-
1ogameu te il s110 diseepolo fiatone, cl.te imma-
ginò e descrisse la costituzione di una società
perfetLa nella, s.ua Re1mbblica, riteneva il lavoro
manuale incompatibile con i diritti civili, e i
magistrati della sua Rep11bblica dovevano im-
pe<lfre che i cittadini si dessero a tal genere di
lavoro.
Se d:i.lla Grecia passiamo a Roma, i,roviamo
Oicerone, il quale b:rutalmento afferma cl1e << tut.t,i
gli operai aiLendono a vili occupazioni, poichè
in mJ'offi.cina non vi può essere nulla di nobilo
e di elevato~; per lui gli operai sono il fango
della città, spregevoli e indegni come i barbati.
E idee analoghe t1·oviamo testimoniate da EM-
doto presso i Traci, gli Sciti, i Persiani e presso
quasi tutti gli 81.tri popoli; mentro Tacito ce lo
conferma per i Germani e i Galli.
Persino nelle relazioni con Dio gli operai
era,no considerati esseri spregevoli, pcrcllè, comt1
ci fa sapere lo storico Svewn-io, o~si venivano
a.Uontauati dalla piazza, pubblica insieme Qon gli
schlavi, quando il gran pontetice offriva un sa-
crificio espiatorio.
Ln pr.u1 icn non era certo più consolante.
Basti dire che al lempo ili CrisLo il lavoro ma-
nuale era riservato quasi esclusivamente agli
schiavi, daJ.le cui avvilenti e inumane fatiuhe
era mantenuta una privilegiata e poco numerosa
classe di l'icchi, come scultoreamente scriveva il
poeta Lucano: « Pwucis hunuirMmi vivit genus:
il genere nmano vive (cioè, lavora) a vantaggio
di pochi,>.
Ora gli sehiavi, tutti lo sanno, non erano con-
sicle1·a:ti come uomini, ma come bestie, come
macchine, come merci. La legge non riconosceva,
loro nessun diritto, non quello alla vita, non quello
a.Ila falniglia. .Arbitro il.'lsoluto ne e'ra il padrone,
il quale li comperava e li vendeva, come il be-
istiame, s1ù pubblico mercato, in base ad un
pl'ezzo che ,7eniva ca.lcolato seoondo l'età, il
sesso, la .forza, la bellezza, i denti..., proprio
come si fa con le bestie.
Yerrivano quindi assoggettati alle fatiche pirt
estenuanti, con l'unica ricompensa di un vitto
scurso e dozzinale e di un misero t71gurio pe1·
abitazione, avviliti spesso nella promiscuità più
clegradante e nei vizi Ttiù abbominevoli. Sono
rimaste celebri alcune descrizioni di scrittori ro-
mani sugli ergastoli pei lavori forzati, sui forni,

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11ulle miniere. Pl<mlo riferisce quesle parole <li
nn minatore, n,ppenn uscito da unn cavn di
marmi: llo veduto spe.;;so i tormenti tlcll'in-
ferno nella pittura; mn. il luogo dal quale io
v~ng<1 è l'infer.no nelln n>nlt:\\ t.
F. ,lpull'io ci hn ln..ciato questa descrizione
ag~l1inrcinnte di alt•unt sd1ia.vi contlann11(,i a
Rirnro hi mola e a meR<'Olare Li farina nelle Le-
ll(lhl'ONe p·istrine, i mulini di allora : ~ Dòi immor-
lnli, quali miseri omkin.t!oli! La pelle livi!la,
tui ta p1mleggia-tn dj colpi cli frusta; luridi c·tmçi
,·oprono il loro dorso illividito; alcuni por 1utta
veste portano un l'emplit·e grembhùe intomo
allo reni, e tutti hanno ,mlumente lembi •li tu-
nic·a <')10 ll!sciano V<'dc.re le nndità. Sono con la
i.ronf.e fiegnata, ln toHtn. rnsa, i -piedi st.retti da
un :mC'llo, il corpo defo1·uu1,Lo cl aJ fuoco, lo pal-
pebre arro~ate rial fumo hmciante e tlalle lo-
nehre infla,rnmate, gli ocelli quasi pri,i di vii:1ta;
co,1mr,;i di una ;:porca polvere di fa.riu:1 come
de~li a tlef-i •·
Ila quindi mgione un nutore moòomo di e~cla-
murci: 1 BisognPi'eòbr- interl'ogare tutti gli I\\Yanzi
cllé 110i chiamiamo polvere ùèi Cesari, resi i ùi
mitichitn: bisognel'ehho inlerrogare le pira,miùi
tl'EgiUo, queRti ùoloro~i monume.nH dPlln b1·u-
la!il.\\ umana. Il grn11ito cli quei colos~i ci 1rnr-
rerclibe quante vii timo ;:0110 state i,arrificate,
quanti sudori, l'anguc, J?<'miti, imprecu.zioni. ma-
lediiioni hanno acc•omp11J!llllto quel lavoro... E
q111:illo po,ere ombre umune, quasi hei;tie da
soma, piegava,no la. loro schiena, fra, le maJedizioni
ed i gemiti, sotto la i,forin, cht'l le pereoteva,
(R. Cioelli).
Bisogna ùire che anche prP~o i pagani d fu
qualclle nobile voce che IJi levò 1.1degnosa 1·onlro
i mallrntlamonti degli schinvi, ad ei.empio <1\\lolls.
di Seneca, il fllo~ofo morato ln cui ;ùl,a doUrint\\
foce ndcliriUnra ponsn,1•e a un posaibile influaao
cristiano; e q nolia di Epillrlo, lo Aloico che prjrua,
di diventare Hlosofo e lihorlo, aveva assaporato
l'am11rezZA, della, schfannì
Co1w 111.,io ue - Ci volevn però ben altro n
capovolgere una meutaliti\\ ,li i:ecoli. incarnata
ormai e t·ome ,;edimentn, a nelln stessa leiri~l:1
zione cosi det l,a civile. Qunlo r,ontrasto tl'a, la
mont,nl!t,) e la ~ituazione illust,rato, e la condiziono
odiermi! «Oggi, nei paesi civili a.Imeno, il lavoro
manm1la t) circondato gene,rnlmente di rispetto.
ancl1t'I ~e non sempre, uè dappertntto, i>ono in-
tcram<'nlf• riispettate le snf' ('SÌ~enze legittime.
Al hworatore sono oggi ri<'onosciuti gli stc.,si
diTitti ,·ivili e politici degli altri cittadini• (C,.
varcli), e le 11ue conllfaioni di nta, quanto sono
diverso da quelle degli antfohi schia.vi!
A clii si clevè uu t alt• ,,npovolgimento Il.i illoe
e di vnlori t .i Colui che !l<'ese dal cielo siùla
terra e t,;l preRenlò agli nomini come il vero Li-
/Jeralore. e Redentore.
Cfr. IGll<O lllOlU> l"<l Il m e'S-.OflfllO -.ociale d i (.esit.
(Tita o P,•n•l<•ro, l\\Ul&no).
Convegno Zelatori Stamp a Milano
('ol (!onveguo Zelatori Htampa svo!t,osi n, .:\\li-
Inno il 14 tlicembro ~rorso. l'Apostolat.o 8Lctrn]Jtl.
prr!lcrifl,o da Don BoH,·o ai 11ostri Coop(mttori
lrn fatto un deciso Jlll1<:10 avanti. Questo II post O•
lalo, cl.te i tempi diniof't rnuo ,:,empro piì1 aUuale
e urgente, ba bisogno cli icleP. di intese. di me1odi
e tli organi1,zaziooe. Per que...:ct-<> i Diri~cmi ,lella
Pia l'nione sfanno org'anizzando nelle principali
C'ittà tl'Italin. 1ma 11erie di Giornale por Zclatori
St11mpa, cbe sono slftfo aperte col Convegno di
Milo.uo.
)~'iniziativa ehlie un l!11<·1•c;,so 11ieno ver l'nHiva,
pnrtecipacZiono c]j 70 rli questi «volcinluri <lella
~tnrnpa •• per l'impegno 1·011 cui i pariec•ipanti
hanno seguito IP ,nric h•zioni e per l'interm,,e
portato nelle discus~ioni I' spetialmonle nelle
con1•J11sioni pl'lltichr.
F..rlll.lo presenti gli Zelfltori Stampa di qttasi
111lti i Centri loml>urcll, tli alcuni ynfocipali
C'entri emiliani e un grnppo di Novarn <·ol De-
legaIo l spettoria.le.
Ko ùiaruo ampia relazione. sic:uri di lur 1.'0l!a
padila e ntile ai noslri Dirigenti.
TI ('on,·egno si S\\"Ol,,.c in .ia Tima,o l•d ebbe
iniilit> ron le parole di i;alulo del Re,·.wo flig.
Don Ricceri, DiretLor-o Oenernle dei t:oopern,tori
Salesiani, • L'incontro cli og1,,n - dis;,e può
11Ss11mare un·importanza storica. L'esperienzR. cli
oggi costituirà 1mà direi liva pm· i prossimi in-
coui.ri. Siamo qui riuniti 1•un In ùenediziorrn dtJl
Ret1or Maggiore, che 11Cguc ogni nostra atti"it:)
<'Oll p11rlicolare affetto e intt'ressamento. Don
Bo;;t'o Me~M ci chiama a questo nostro impegno
di cattolici militanti con il suo e~mpio. C'c-n-
t'anni or i;ono a Pio IX precisava appnnto <"ltl'.\\
fa sua occupazione era l'e,lncaziono clolla gio•
venL1ì o la t1Lampa.
Seguiva la relazione del
I PRl'.110 Tlnt \\
Ln ,..1;11n1111 n""'
Il relatore Don Carlo De Ambrogio, con LlO
brovo <·an110 Al clominio 1ln1la 8l1unpa nella, viL1i
pubblirn, dà l'avvio a 1wo srorcio sull'influenza
clol111 '11:unpa (l'lopratLut,to nLtrnven>.o le riviste o 1
ro10t·alohi) nella cot1cieuz11 l~ uelle azioni moroli
<lei let toro.
Solo nel campo delle ri\\'Ì~re femminili italinne,
UD gruppo cli sei o sette ~t->Ltimanali a fumetti
tir1 cinque milioni di copi(,: Sor,no, Bolero J.t'i/111,
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Oirie nlustrato, [ti.1,na Park, nranà Tlotel, ecc...
e sono tutte classificate escluse, tranne l'ultima
che ;. scons.iglia,bile.
C()sÌ nel m()ndo. una piramide cli cifre fa rile-
vare l'immenso potere della stampa, Ullila àlla
fotografia e al faRcino dei colori. per il coulrollo
ùelle a.nime: tanto por citare, qualche giornale
ùella domenica in Inghilterra (che ha una po-
polazione di poco "'1IJ)r,riore all'Italia) tira qnasi
7 milioni ili copie; in Germania il settimanale
Hòr Z'tt tira, 3 milioni e duecentomila. copio (la
popoluzione ùella Germania Occidentale è corno
quella d6ll'Italia); il primo settimanale cattolico
FeuBrreitcr è 28° in gerarchia di tiratura o lancia
ogni settimanà 320.000 copie.
Occorre entrare in lizz.a in (1uesta competizione
che tocca direttamente il campo drJle idee e
l'educazione ùelle anime. I lettori, più o meno,
anche se inconsciaruenle, ll!lllllo nostalgi.ll, di Dio:
al Congresso internazionale degli editori di gior-
n,1li, tenutosi a 'l'okio, fu sottosr-ritt-a dai conve-
nuti questa constatazione: «Nel dopoguerra, il
pu.bblico ha subìto un'evoluzione profonda,: ha
cioè 1tbba.n1lonato le sue prflterenze per l'emo-
zione. lo scandalo e l'elemento sensazionale, e
chieùe l'iniorma.zione completa e obiettiva e,
ilt linea, di principio, Lutto ciò che gli permette
di allargare la sua conoscenza del mondo e il
RUo orizzonte spirituale•>.
Passando in rasse~a molte nazioni del mondo,
si può coruitatare, a base di cifre, la posizione di
inferiorità che tiene la sfampa cattolica che JHITe
dovrebbe essere il veiC'olo di di:ffusione delle iùee
cl'istiane e della conoscenza cli Oesiì e della Chle,qa.
.Anche in questo campo «i figli delle tooebre
sono assai più sealtii dei figli delfo luce~-
SBC01'!DO 'l'~ll!A l.'apo-.tolalo ,lnmpn, npo-
'!!lolato t>nffolic,, .- -.nh•,;iano
Dopo val'i int,ervenU e interessanti dii:1c\\1ssioni,
Don Favini presentò l'apostolato stampa come
apoistolato eminentemente cattolico e salesiano.
Si trat,ta della diffusione della verità o élolla
morale cristiana. 1 primi a sentire il bisogno di
curarla, per iscritto f'urono gli stessi Apostoli ed
Eva,ngelis1;ì. Rientra nel mandato del Divin Sal-
vatore: 1< I'redicate il Vangelo a tuUe le genti,>.
La buona stampa non è che il V:mgelo viJ,sutò
in tuLt.e le conclizio.oi della vita. -
La, Chiesa ue ha il mandato <la Dio stesso e
i Sommi PouLe.fici, specialmente in questi ul-
timi tempi, hanno fatto il possibile per persua-
dere i cattolici a sostenere e diffondere la buona
stampa: impianti lcipogratki modernissimi e mo-
bilitazione di tuttrt l'Azione Cattolica alla di-
Ynlgazione tlella buona stampa per contra;;taTe
il diJnvio di stampa perversa.
La parola d'ordino di l'io XU: <• Ad ogni caL-
tolico il giornale ca,1 rolico >> va estesa it tutta la
buona stampa. VolesM il cielo rJie anche nel
campo giornaJistico si attuasse l'uniformità del
titolo del giomale cattolico come bene indicò
il Vescovo di Pavia :Mons. Allorio, quando pro-
pose che ci fo1:1se un 1mico giornale cattolico in
tu.Ha. Italia, non l'unico Utolo I/Italia, perchè
ogrù cattolico lo potesse riconoscere in qualunque
regione!
Don Bosco si è trovato di fronte alla prima.
irruzione rlel1a. sfo.mpa protestante e ma.~sonica
in l'iemonte, corruttrire e pro:versa. Nel 1858
il protestantesimo aveva giù fil{lSSO in circola-
zione . 31.372 copie di opere eretiche ed lilla ti-
pogra.fia _protesta.nte in To1·ino aveva difiuso in
oUo mesi quasi tre milioni di pagine blasfeme o
calunniose.
Don Bosco reagì con la fondazione del gior-
nale L'Amico della, g-ioventù, che non potò soste-
ner!'\\ per le sue sh·ettezze finanziarie.
Organizzò allora pattuglie di apostoli della,
buona stampa che, frequentando caffò e ritrovi
pubblici, richiedevano i giornali cattolici L'..ir-
m,onia e La Oa»ipn11a, finchè non li vedevano a
disposizione dei clienti.
Nel 1850 difflLSf', largamente gli Avvisi ai cat-
tolici per preservarli da.gli errori. Nel 1853 ini-
ziò la pubblicazione ùelle ~tture Gattolwhe. llhe
sostenne vigorosamente e porl;ò ad una, gra.nde
fioritura,, da 10.000 copie mensili a. 14.000. Nel
1859 fondò una «So<iietà per la diffosione rlella,
buona stampa» con sohrio ma bellissimo statuto.
Impiantata la tipografia nell'Ora.torio nel 1861,
fece ùell'apostolnto stampa la sua seconda mis-
sione, come aveva eletto a Pio IX ftn il.al 1858:
«In mi OC'cnpo della, gioventù e della, diffusione
delle T,etture Oatttl/;iche ~- Alla collana Selecta ex
lat,i1'~·iR scriptoribus fece seguire la, Bib/.ioteoa della,
yim·entù, itaUana. fa Collana <U a1,tnri greci, la
Se/erta ex cllristiirwi8 scriptoribMs. Ideò anclie una,
collana di Letture amene.
li'u -prowio per la stampa che disse a Don
ÀchiUe Ratti, il futuro Pio XI: «Don ]3osco
in questo vuol essere sempre all'a-van.guarclia».
Ne fece un dovo1·e 11i Salesiani con l'art. 8 del c. I
delle <'o~tituzioni; ecl un impegno per tutti i
Coor>era.tori con l'art. 3 del c. Il del Regola-
mento. Ma se si do-ves,.ero citare tuUe le sue esor-
tazioni ed i suoi appelli appassionati. ci sarebbe
da fare un vohune.
Zelatori e Zeltttrici della buona stampa siauo
ùunque l'anima di q11osto apostolato, oggi più
ùhe mai urgente e vitale.
I TERll,Q 'l'EMA I n mi8sionr l' il rontpito
fleoli '.f,1•l:1I ,...ri
Il relatore Don Vigm1to s'introduceva col com-
movente episodio di un incendio, che in brevi
istanti si era sviluppato invadendo una casa.
In untt slanr.a dell'ultimo piano ru:a rimast,o un
himbo e la mamma si ùisperava, trattenuta a
st-ento. A. nn tratto un l:,"Ì.Ovanotto si lancia tra
le fiamme: col volt;o !lll!terito dal ltuno o gron-
dante sangne gillllge a s!l,l.vare il bimbo e lo con-
;,egna alla madre.
Un altro iJJceudio spa,ventoso - continuava
il relatore invade lo anime e un'altra madre,
la Chiesa, piange e implora. ~on si trattli ùel

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materiali,.mo ateo. <'hc ,·a A"IA<la-gnando teneno
in tanto M11,ioni, ma di unn fonn~ pralil'n di
ateismo cl10 impregn11 11empre più la vit,a, dt'lfa
nostra gente. La vifa sociale moclema, non l'{empre
ispirat11 alla concezione cri11Hana. lo sleAso fii-
starco degli uomini òol loro 11mhiente 11atm·ale.
calll!ato dallo urgenze eC'ouomiehc, la loro <·on-
cenh:a.zione nelle città. t•ou1111>rtll.Ilo spc~o l'a.f-
fievolimento tlella Fedi'.
Come rimnncre impnl'sibili 11:lvnnri alla rcnltilf
Si lllllT::t c·he nell'htitnto pHichiatrico cli '\\lon-
bello vi ern. m1 pazzo, il quale non voleva mai
alzarsi d1L lotio. Lo prl'gnxnno. lo minac,·in vn110,
lo sfor1.nnmo: inutilmenlP. L'uuico ri~ultn1o d1e
ottenevano Pra una rispo1>ta slauùarrlizznta: e Io
, i sono ahile , olo ai "en•izi se<lenta.ri•· Quanti
cattolici ripetono la ste~sn storia! sono atti-
vità do, Jll'Olllll()Vt'-Tl.', OpN·e l.>uone ùa 1,o,;((111err.
Voi gridale, insistete. ~ltppli,•nte; ma ei,i.i non si
alzano affatto ùal letto ,follo. loro iguaviu.
Grazie o. Dio gli Zelatori ~nlesiani uon t<Ono ùi
questi. Essi f'ono convi11ti di appartenere n
un'epoca i11 cui è nccc,i;uno condune w10 vil:i
<'ristiana pienamente apo~lolit•a, ,;oprattulto nel
settore nPllo. ista.mpa: coopurrn·e in umillù di in-
lenti alh1, clì lfosione rlellu. ve1i1 lt, quella \\'erilh
che illumina, le menti e, ri1,,·uotondo g-li animi
dallo i<torrlimenlo dello fnl'-'f' dottrine. fa. IMO
scoprirl' 111 nutura di figli <li nio, così do ritdfer-
mare 111 <·Prtc-zr.a gioioAA e anhla del proprio Y.l·
!ore rli immorl;1litù, sul quale t·o~truire. con fo,lo e
con F1pernnzn, l'edificio di uua vc-ra e umanacivilt1'1.
È u11'1tut<1ntic1t missionb questa. degli l-elnt11r1,
,•he tlietro il preriso pem,iN'o tlelln Gerurchin l'li
pro1ione di portare alle 11trutlure clel mondo
moderno la lnre del \\"augPlo di Cristo.
I.a slumpa - dice Pio Xl - ò ai nostri giorui
una forza tra le più porlc-ro;;e, giacchè può di-
yenire la potenza. più tnaldìca, op1mro la più
benefica, chllla vita del muutlo e dellA C'liiesa, ~-
Il popolo for:m11 le sue opinioni e re~ola la sua vi La
;:econdo i gir1111111i. Mai <•oine ai no.:>tri giorni fu
vera la fl'll~P: • Dimmi elie <'O>m lq~i o ti ,lirò
t·ome lo pem,i •· Ogni ~tampato è come umi poi.
vere hianra: può e.~ere zucchero e può e,;8ere
arseni<'o, con nna ùifferenza che pochi ricono-
scono, o 11011 htl li quelli me..,d in gua.r<lia nu !,c.
mono il vdpno. PQrL.l·oppo lo assorliouo 1<omm
accorgersi. Si!!nificalfro in propo,sito il fatio ri-
porla1 o ut•llu JJe.m. Riogr. di D011 Bosco (V, :1~9).
Son Jtl'r 11111Ja Don 80,;,,o presc·riYe a.i Coo1wm-
lori l'npo,,1 ulato tleJla s1am1>:t: 011porre 1<, b11n11(1
!ll<1mpa alla slm,1pn irre/ir,ios« mf'rcè la rliff11~io11t·
dei buoni libri, tli pnycllc, fna7il:lll, sta111p<1ti ili
qtwlunq11c ge11e1·e, i-u 1111ei luoghi e fra quel/ti Ji1
miglie in rui Jlàia pnulM1il' di farlo& (Rt>g., Il, :i).
Gli Zelatori "anno che in pochi campi rle11'11p1•
;itoluLO po,;.qono colfaLornre ellk::icement<' con 111
sacra Gerarchia, come in 1111e.~to della h11onu
~tampa. -Tut1i I gion1nli <·11t1olici infatti su1111
i portavoc<• ]11'<'1.iosi dl'll~ ('hiesn e <lei ,;uoi in~e-
prnmont.i ,, (l'm XJ). lnoHre Lu. voeo del gior,
nale o ,lei p<'rioclico suona l'll'lll]ll.'E\\ ancl10 qtuu11lo
tace la \\"O<'C rfoi :;acerdoti. Ln stampa è davvero
un mezzo (on<lamentale di otione. t Aiutiomoln
nella pili abbondante misura - ripeteva un
sa.ntt, \\"t•~rovo, Mom,. trioni 1Ji Livorno -11vrcmo
cosi t·ornpiuta l'opera pili santa, la missione
più salutnro, l'a]Jostolnto piiì ilil"ino e più degno
di Ull vero seguaco di Cristo•·
flua e incontreremo !orse incomprensioni,
freddezze. inrli.fieren.zn: ma tutto que~lo neppure
ci 8CalJir,\\, ;io saremo t·onvinti della ùe.Ut•zzn della.
nostra missione, se continueremo ad O!'l!ere i
•·rnlontari delrnpostolul<>•, l)oichè allom la no-
stra. debolflzzn. sarà. sewpro sostenu!,11 dalla forza
di Dio.
LA i.et,f imnna srorsft in una parrocchiu della
Dioc·csi di \\"irenza ww Zf'lalriee della stampa
si prc.;enlava in una casa 1wr cltiedere l'abbona-
jl()t ilil'fondcre la divozione a 01111 Bosl:O
· Patrono degli apprendi.rri
I', IIARnF.1 1.1s1 - Il San10 dctJIJ .-\\pprcndisli L. 200
n. l'A\\l"I - Un vero Amico del Lavoratori L. 100
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Doc:ummrarl salesiani
* Rit•o/gerfl alla LlBR[RlA DUTTRL',A CRJ,-TIAS,\\ •
Via Maria Awiliarricc, ,2, TOR1so. ~.<'.I'. u71q6.
Per I Datumenlori rivolge11I ti Oelegoto lspetturi1lo Coopen,tori.
m1>nlo a r:ro,·iata Jlissio,wria. Sfortuuatnmeute,
anzicll, lrcware la 1<ignor.i, trovò il marito, il
quale 11011 1,olo le ri,:;en·c) una JlE'"-Sillm acCOl,!'lil'nza.
ma. anelò 1;11 tutte le l'urif' ,. la in~ole.uti al pnnto
da ~ferrarl<' contro uno. ve<lnto, elio 1u cu~lrinse
a sa.Jl.n.l'e hrnsC'aml.'11le tll01mi g-raclin1. lluaJe me-
ra.viµiia P.e la Zelatrice a H•1<E>e reagito al tratt.a-
meulo brutale~ Reppe itH·e,·e dominar,;i e. pen-
sando aUe prove cui sono ~ottoposti gli apostoli
O/!J.(Ì in lunte prtrti ilei monclo, ruizkh• riton•(•re
le coutumelic, rivolse nll <,nergumeuo nn deli-
rato , g1·11z1P ~ che ,ole\\'tl, ili.re «-per1lono ~- Al-
euni giorni ùopo quell'uomo. che in l'onrlo non
ern d':lllirno t·atti-vo. dnpu nvere a. luni,t(l 1·iflet -
tuto. ,-i ,let"I~" u ripararr il m1ù fatto. Hintrat·<:1ò
la Zelnlri<•e e linaJmente. trnr'atosi fat·cia a faccia
con lri. <'Onfe..--sò che l!m tormentato dal rimorso
e cho qu<'l ,g,-azie 1';1vc'l"n di,,armato. A t.itolo
ùi rip:ir:iziom, la p1·oguvt1 di accc,Ltare f'ahho-
11.uuenlu 111111, rivi~lfl ~ u11'oil'orta. per le Miij!-iioni.
L'opi,-u<lio fini <hlllqnc in bellezza Non u.ltri-
ltleuti llniril o~i slorzo. ogni sacrific.io, ogni
altiYitù dello Zelatore.
37

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QUARTO 1'EMA
L'a nbna e il mdòd11
GteU pOR .ol 1fJ a mp
.1illa trattazwne di D()11, Vig·n,a,to segui ia prese11/(l,-
zìone iU l\\feridiano 12,fatta dal Direttore Don OairÙ>
De Amlwogio, che 1ie illustrò gl'i11te11dimenti r
l'impoBfaz-ione ·in .~tm.~o i,ntegralmente cristiwno.
Nel pomeriggio lo 8te,çso He11.mo DO'rl ùwigi Ric-
ce1·i riferì sul IV tema: L'anima e il metodo
dell'a,postolato stampa. Diamo un amq,io, per
quanto schematico, estratto della soda- e praUeli
trattazione, seguita. da tutti con sommò interesse.
Papi, Vescovi, Sacerdoti ,_. lanciano accorati
appelli per l'apostolato stampa, come ad wna
Crociata. Perchè la gente ignora la vedtà: non
va in chiesa o vi prende ben poco; si pasce di
errori e di falsiti~ attraverso la stampa non buona_
Perehè tanta gente si allontana da Cristo~
perchè non lo conosce o lo conosc:e male, solo
attraverso la stampa_
Compi.to salutare ed urgente della, Chiesa e
del Clero oggi: offrir stampar all'iwmo moderno.
Ma la diffusione deJJa stampa non può farla
il Clero: la diffusione della stampa buona è
LA GIORNATA DEL SUFFRAGIO
Ricordia11w la Giornata del Suffragio, prescritta
per il 30 gennaio co11 Santa '/'.!fessa applicata per
i Salesiani e i Cooperatori dej1111ti (che Dòn BosCQ
ha conglobato sotto l'unica denominazione di
~ Co11/ratelli »), Santa Cmn1mio11e e recita del
Sant.o Rosario.
lii Direttori Diocesani e ai Decurioni ricordiamo
che l'applicazione della Santa Messa è inculcata
senza oneri di coscienza.
La Giornata del Suffragio può eftere spostata ad
epoca più opportuna.
compito urgente e preciso clell'apostolato dei
laici, fa parte dell:i. loro responsabilità ed è loro
bellissima -porzione.
Kon c'è forma più concreta di collaborazione
con la Gerarchia che la diffusione della parola
cU Dio per mezzo della stampa_
Don Bosco chiama i suoi Cooperatori e Zela-
tori ad afilancariai a noi Sacerdoti, per portare 1a
Parola di Dio, la Bontà, la Verità, il Vangelo
a tante anime per mezzo della stampa,.
Non si tratta di «vendere •l qualche copia, si
tratta, di conquisuue anime, di dar loro la luce
e la gioia di Cristo con la stampa; si lTaLi;a di
ministero quasi sacerdotale.
Quest,a. coscie11~a di adempiere ad un antent;co
apostolato farà superare ogni difficolt,à, ogni ri-
p u gn a n z a .
Ma il segreto di ogni successo noJJ'apostolaLo
stampa è qui: dare a questo apostolato l'anima:
SJ)irito di fede, retta iDtenzioDe, umiltà prnfonda,
preghiera intensa, carità sovrannafora1e per le
:mime che avvicinerete, grazia di Dio che pel'mei
tutta la vostra vita. Con questa carica di energill
vitale ottelTete IDITacoli ...
L'anima però ba bisogno di membl'a per agire.
L'apostolat;o stampa, pur animato dallo spirito
soprannaturale, per assicura:rsi il successo ba
bisogno di w1 metodo, Ossia dl've conoseere i
modi e i mezzi piit adatti per raggiungere lo
scopo. Spesso si ottiene pocl> per errore di m,e-
todo, per a.ssenza di metodo.
L'apostolato dev'essere attuato con intelligenza,
con ordine, con senso di organizzazione. con tatto.
Per essere concreti, qui pa.rliarno solo dì stampn
perio(lica (per es. di 11/"er-idiano 12), della sua
diJfusione nelle famiglie, fra persone nou. trop-po
giovani. In seguito aJlargheremo la nost,ra azione_
Il metodo dell'apostolato stampa deve scatu-
rire da alcune realtà da tenersi ben presenti:
a) l'uomo sempre, ma apeciatmonte oggi,
reagisce alla coskizione: bisogna convincere, non
costringere;
b) ogni persona è un piccolo moudo a sè:
e) la vita dell'uomo oggi è tutta organizzata
per elimina:re lo sforzo;
d) è risaputo che l'enorme maggioranza delle
persone preferisce pagare a rate. anche la stampa.
Da queste realtà alcune conseguenze pratiche
por il metodo del nostro apostolato:
1~ Bisogna mettere la rivista nelle ma.ni
del compràtore senza sforzo per lui (l'edicola
nostra e simili)-
20 L'abbonamento è di una minoranza; bi-
sogna puntare sulla vendita. mensile.
3° Si deve dispone l'acquirente a prendere
volentieri la rivista. Qninùi mai il tra,mna, ma:
a) studiare le 11ersone da intenssare: pre-
pararsi un elenco e qi1indi vedere: sono operai,
professionisti, gente d'affare, casalinghe, indif-
ferenti, praticanti. ostiM Per ognuno una tat-
tica, un linguaggio. Non si esclude qualche per-
sona .non conosciuta e qua.Jche improvvisazione,
ma con criterio e intelligenza.
b) il primo incontro è importante e forse deei-
sivo. Ql;lindi evitare il trauma. Portare il discorso
sulla rivista, dirne qualche prngio, farne omaggio:
• Dirà poi le sue imprc.ssioni, lo guardi bene•>.
e) Non «addio•>, ma sempre «arrivederci•>.
È ll1I errore dare le copie a fondo perduto.
il) Torna.rei s1i dopo qualche giorno: «CJrn
gliene paref SU Kot In genere sì. Gliela porto
io tutti i mesi: costa solo... ~. E si inizia un rap-
porto suscettibile di tanLi sviluppi, a,nche per
altre persone attraverso i conquiatati.
Vanta-ggi di questo metodo: la discrezione, il
contatto personale amichevole per oggi e per
domani, la spesa, rateata, la comodità della rivista
in casa, la, regolarità della distribuzione, il ponte
che si crea fra tan-te anime e il Bene, la Chiesa
e il sacerdote, la Chieaa ohe penetra nella casa,
con viso umano, con faccfa amica. Yale la spesa
da.re qualche ora alla settima.na a questo apo-
stolato, che vale non- 1neno che la visita delle
Conferenze ili S. Vincenzo, il laborai:o,'io, il Ca-
techismo. Si diventa portatori di luce, cli ve-
rità, di bonL1\\; si merila l 'elogio del Cardinal
FelLin: " Voi siete così ùei veri predicatori efficaci
noll'a,1-to stes;;o ùi diiiLrilluire la. stampa cattolica».

7 Page 7

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~
IIEI,11ZJONI> SUI lulBOllAT0/11
IS'rl'fUITJ NfJI CBNTRI "(JOOPERATIUCJ S1lLW:UANE" DBLl,11!$/>1,1''/'fllll.J NAPOI.E'l',IN11 NI/LihlNNO 1958
Su 37 Case in cui è istituita la
Pia Unione dei Coopt'mtori Sa-
lesiani, risultano t 3 laboratori di
Cooperatrici, diretti da umi Figlia
di Maria Au~iliatrice.
Sono distinti in;
I. - Laboratori parrocchiali. Le
Cooperatrici più volenterose, per
un'ora alln settimana, s1 prestano
n riparare gli arredi $acri della
propria Parrocchin. A tale opera
sono addette le Cooperatrici di
5 Centri:
I, Carorit10
2. Cerignola
3. Resina
+ Satriano
5. Sicignnno
(Taranto)
(FoJtgia)
(Napoli)
(Catnnzaro)
(S1ùemo).
II. - Laboratorl per confezione
indumenti bimbi poveri. Le
Cooperatrici offrono un'ora di la-
voro settimnnnle e contnbuiscono
con gpezzoni di :;toffa, con abiti
da modificnre e con qualche ma-
tassa di lano per la confezione dì
indumenti per bimbi poYeri. l\\lan
mano che l'indumento è pronto,
è donato al bimbo o alla bim.ba
più bisognosa del paese. Si occu-
pano di queste confezioni z Centri:
i. Fragaqnano (Tnmnto)
z. Rnsarno
(Reggio Calabria).
UI. - Laboratori per arredi
sacri. Risultano 8 Centri, dj cui
diamo breve relazione:
1. Aversa (Cascm1) - Il laboratorio
è appena incipiente. Le Coopera-
trici per il momento si prestano
a riparare gli arredi Stlcri e si ri-
promettono di organi~zare con-
venientemente il lavoro.
z. Gragnam:i (Nonoli)
Opera
G. D'Amato - Anche questo la-
boratorio è in sul nascere. Le
Cooperatrici sono impegnare e
fanno rutto quel che possono.
Hanno offerto binncheria da al-
tare al Reuor l\\laggiore.
3. Morano (N'apoli) - Il laboro-
torio è in via di organizzazione e
sono in corso di lavorazione alcuni
nrredi sacri.
4. Mamna Fra11ca (Tamnto) - Il
laboratorio a tipo nusto è ormai
regolarmente istituito, Le Coo-
peratrici più generose punrual-
mence si mdunano all'ora e nel
giorno settiml!nnle stilbilito, per la
confezione di indumenti per i
bimbi poveri, che sono subito di-
srribuiti ai più bisognosi. Sono in
COl"SO luvoà di arredi sacri; qunl-
cosn fu offcno al Renor l\\laggiore.
Pl'r il materiale occorrent<', le
Cooperatrici contribuiscono in m1-
nunu pnrte, il più è ricnvnto dalh.'
industrie delle Suore.
Nri/wfi-Vomero - li laboratorio
funiionn regolarmente. Nel giorno
.: nell'orn settimanale st,ibilita, le
Coopcrotrici che possono rendersi
libere do altri impeimi, si rndu-
nono nella sala-laboratorio e ~i
presrnno alla confezione di arredi
sacri contribuendo con cucirini o;
spezzoni di tela.
Durnnte l'ora di lavoro la Suora
incnri~1ta spiega il Catechismo li-
rurgico e fa qualche minuto di
lettura su biografie di Santi nostri.
6. Napoli-Capano - Anche il lu-
horntorio di Napoli-Capono fun-
z1onn regolannente. Le Coopt>-
ratrici che possono, sono fedelis-
sime all'incontro secrimnnalc:.
Durante l'ora, la Suora mc.1rica111,
fn un po' d1 catechismo e lr11ge lo
biografia dej nostri Sann.
Questi ulàmi due hanno offerto
Codiverno di Vigonza (Padova)
Anche presso questa Casa delle
Fighe di :\\l. A. - una <!elle nu-
merose che fioriscono nello Dio-
cesi di Pado""' - è stato costi-
tuito li Centro Cooperatori, per
intercssomento della Direttrice e
con l'approvazione del Pnrroco.
li Dckgato lspettoriale, il 12 ot-
tobr1.1, pnrlò o tutte le sante Messe
parrocchiali. Parlò pure, nella sala
dell',\\silo, agli iscritti e simpariz-
7.anti, sottolineando l'atrualitò della
Pia Unione dei Cooperatori Sole-
s1ani, ricordando il fumoso conve-
gno do,i Cooperatori del r88+ n
Pa<lovn e illustrando il senso e il
progrnmma dati da Don Ilosco (llla
sua T er-.i:11 Famiglia.
Distribuì quindi agli iscritti ~ unn
qunrontina - i diplomi d'iscri-
zione.
Vigo di Fassa (Trenro)
Xclla splendida vnlle di Fassa,
duro la nuova chiesa di \\1nria
Aus1liutrice a Pozza, il ,o no-
vcn,bre, annunciato... da un gran
nastro bianco di cm. 30 d1 neve
che unnodnvn le cime dolomitiche
arredi sacri a Sua Em. il Ca:rd. Ca-
staldi, Arcin•sco,·o di Napoli.
7. Napoli - ls1it11ti Riu11iti - 11 la-
boratorio settimannle funziona re-
golarmente. Lo parteeipozione delle
Cooperatrici più generose è as-
sidua. Hanno confezionato con
impegno arredi sacri per la Casa
di nuova fondnziooc di Via Nuo\\là
del Campo dei Rcv.di Salesiani.
Durante l'om di lavoro ha luogo
una istruzione rdigiosn
8. Villa S. G10,m1111i (R. Ca!.) -
il laboratorio si è mizìato con
sacrificio. Il primo la\\'oro sacro è
stato offerto all'Ecc.mo Vescovo
di Reggio Calabna nella occasione
della sua festa onomastica.
Si propone di fnre più e meglio
nel prossimo anno.
In quest'anno Mnriano in tutti 1
labor:nori su citati si è rccitato il
S. Rosario ed è stato letto il libro:
La Sfq110ra d,11/e rost d'oro di
;.rarcilla Pìm'tlnelli.
Si speni col nUO\\'O anno di con-
solidare i lnbor.itori l{ià esistenti
e di istituirli lù dove ancora man-
cano per difetto d1 mezzi.
con il fondo v;ille, è nato il nuovo
Centro dc1 Cooperaron di Fassa,
che da San Giovanni di Vìgo si
allarga a Po.:za ed a Soraga.
ll Rev.mo Decan<l dì Fassa, en-
tusiasta d1 Don llosoo e dell'Opero
Salesiana, be incoraggiato la Di-
rettrice del locak Asilo, tenuto
dalle Figlie di M. A., e il Dele-
gato lspettoriale ti costiruire il
Centro.
Un primo discreto numero di
aderenti e s1mpatiunnti si è rac-
colto il poml.'nggio della Festa dei
Santi per ascoltare il Delegato
lspettonale, che parlò di Don Bosco
e della sua Teno Famiglia e di-
srnbul i primi cinquanta diplomi.
Loria (Treviso)
Tn questa terra dello Castellana,
accanto n Riese, paese natale di
San Pio X, santo Cooperatore
Salesiano, terra fertile di voca-
7.1oni anche Slllesiane, per inceres-
sameoto dello Direttrice delle Figlie
di ~f. A., e con il compiacimento dt!l
Rev.do Parroco, è sorto il nuovo
Centro con oltre 50 iscd~ioni.
AUl'OJllZZAZIONb 08L l"RtnUSt\\Lt: Ol TORJNO TN DATA 16-a•JQ-l,Q. N ..i,.03. - OON Al*f..J\\0VA7.IO~E BCCLI.SIASTICA
Dlll.ETl'OR8 RESPONSASll 6: •ACEIUlOn POI I. PIETRO Z~IIDINO, \\:IA ><ARIA MISILIArRlCB, 32 • TORlNO (714). on ICINI! GRAFICHH S.E,I.
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il dono più bello per l'anno nuovo
GIULIA MURENA SCAPPINO
IL o
GESU'
PREMIO NAZIONALE DI POESIA RELIGIOSA
iJ Vangelo in 292 sonelli
Presentazione storica di Giuseppe Ricciotti. Pagine 352 . L. 1300
pe1• orrli,iacioni
,,'ivolgei·si alfa
SEI
" Un opera degna di profonda meditazione e di vivo ammirazione"
LA GAZZETTA DEL LIBRO
"Un libro ammirabile. di cui si sentiva mancanza nello nostro vita"
T.A l'IERA LETTl!RARlA
SOCIETA EDI'IRICE INTERNAZlONALE
Torino 714 - Corso Regina Marghonta, 176 c.c.p. 2/171
BOLLETTINO SALESIANO
I
PERIODICO QUINDICIN ALE DELLE OPERE E MISSIONI DI SAN GIOVANNI BOSCO
Direzione: via Maria Ausiliatrice, 32 Torino - Telefono 22-117
Al l O del mese: per i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane
Al 15 del mese, per , Dirigenti della Pia Unione
Si invia gratuitamente. Spedl,ione in abbonamento postale. Gruppo 2"
*facciamo noto ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Coopera'rici
che le Opere Salesiane hanno il Conto Corrente Postale con il numero 2-1355 (Torino)
sotto la denominazione: Direzione Genera/e Opere di Don Bosco Torino 714
O-gnuno può valersene con risparmio di spesa, nell'inviare le proprie offerte,.
ricorrendo all'ufficio postale locale per Il modulo relativo
*IMPORTANTE - Per correzioni d'Indirizzo sl prega d'inviare anche l'Indirizzo vecchio,
Si ringraziano , Sig. Agont postali che respingono, con le notificazioni d'uso, i Bollettini non recapitati.