.novità di vita», che siano diversi per lo
sti le e il ritmo del loro cammino, che siano
formati da Cooperatori tali quali il Con-
gresso Mondiale li ha delineati. Quindi il
problema è piuttosto di formazione che di
numero e quantità, benché questo non
deve essere affatto sottovalutato.
3 - Mi sembra che si debbano subito
tranquillizzare quanti pensassero che co-
stituire Gruppi Nuovi comporti necessa-
riamente una crisi del Centro già esistente
e provochi malcontento nei CC. anziani,
quasi che li si voglia trascurare. emargi-
nare. Nulla di tutto ciò. E lo si deve dire
chiaramente: creare un G.N. è un gesto
d'amore verso l'Associazione, assicurare
continuità, nuovo stile di lavoro e nuove
forze al Centro. I CC. anziani, se bene in-
formati, godranno di queste nuove spe-
ranze e guarderanno a loro con simpatia
per incoraggiarle.
Ma tutto ciò awerrà se comprenderan-
no a pieno il perché del G.N.. e se il con-
sigllo e il Delegato continueranno ad ave-
re per i CC. anziani la cura di sempre,
nulla trascurando di quanto si è sempre
fatto con loro e per loro.
4 - Una obbiezione, che esige una ri-
sposta, è quella che qualche volta si sente
fare: « Per ringiovanire un Centro stanco e
formato da soli anziani non sarebbe me-
glio Inserire in esso altri elementi aspiranti
a cooperatore, di età più giovane, prepa-
randolì a diventare CC. nel Centro, senza
creare un distacco, una separazione sia
pure provvisoria? SI eviterebbe così il
malcontento fra gli anziani e la sana tra-
dizione sarebbe conservata con la convi-
venza di due tipi di CC».
_Rispondo: l'esperienza di qu_esti anni ha
d1~o~trato che, dove si è usato questo
criterio. non è avvenuto mai il cambio di
stile e di mentalità del Centro. La vecchia
mentalità ha finito per prelevare ed assor-
bire le energie nuove, immesse magari un
po' per volta; cosicché si è avuto una as-
suefazione dei nuovi Cooperatori alla ma-
nier~ di essere e di agire del Centro, più
che 11 contrario.
Come agire per susc itare
Gruppi Nuovi - Un metodo
Essendo le situazioni concrete diverse
l'una dall'altra, non è possibile esprimere
una formula adatta ad ognuna di esse.
Vorrei però dare ugualmente alcune indi-
cazioni, frutto d'esperienza, che mi sem-
bra possano fare da pista.
Anzitutto occorre che vi sia una perso-
na che prenda l'iniziativa.
E' compito del Consiglio locale decide-
re di awiare o meno la costituzione di un
JO/ 18
Gruppo Nuovo e scegliere colui a cui affi-
dare il compito: potrà essere un Coope-
ratore o il Delegato: comunque in ogni
caso una persona adatta è necessaria.
Questa, sempre con la collaborazione
del Consiglio, preparerà un programma
ben chiaro in partenza, da realizzare con
calma e gradualità. Potrebbe essere il se-
guente:
a) Individuare le persone alle quali fare
la «proposta• di partecipare alla costitu-
zione di un G.N. di CC., che siano di età
giusta (25-40 anni), non molto impegnate
in altri Gruppi o Associazioni, e di sicura
impostazione cristiana. Cercarle nel set-
tori non battuti, per non • piovere sul ba-
gnato»; accostarle una per una, perso-
nalmente o per mezzo di comuni amici e
infine...
'
b) presentare la proposta. Come? Fa-
cendo leva su che? E' un momento, quel-
lo, delicato. Don Bosco ci può fare da
maestro. Ripensiamolo quando fa la pro-
posta ai giovani più maturi che aveva • in-
dividuato•, di restare con lui. Egli li mette
subito dinanzi al bisogno di salvare altri
giovani e Il esorta a dargli una mano nel-
l'opera che aveva avviato. Anche noi
dobbiamo fare leva sulla necessità di fare
qualcosa. ora e qui, per i giovani.
SI presenti la triste situazione in cui
versa la gioventù oggi. magari con esempi
molto vicini a chi ascolta... Si dica che se
si uniscono le forze, se si impara ad ope-
rare per i giovani, qualcosa di buono si
riuscirà pure a fare. Non si dimentichi di
precisare che è Lui che chiama, anche se
si serve del Salesiano.
Il • Vieni e seguimi • detto a molti in no-
me di Gesù e di Don Bosco, otterrà un
certo numero di sì, cioè di persone che
impressionate dalla situazione giovanile,
si lasceranno attrarre dall'ideale di fare
«qualcosa di bello per i giovani•.
c) Preparare questi futuri apostoli sa-
lesiani.
(E' un momento delicatissimo perché al
primo entusiasmo potrebbe succedere lo
scoraggiamento). L'animatore del na-
scente G.N. deve essere molto disponibile
a seguire uno per uno gli aderenti; deve
subito coinvolgerli In responsabilità diret-
te nel Gruppo e awiarli ad impegnarsi nel
loro ambiente, coi figli propri o di persone
amiche, con i ragazzi del fabbricato o del
quartiere o della scuola, ecc.; dovrà sug-
gerire (o far scegliere a loro stessi) dei
•gesti• significativi da porre sollecita-
mente in atto, si che comprendano in
partenza chi è il Cooperatore e quale la
sua missione; terrà presenti i principi che
regolano la • dinamica di gruppo. per ce-
mentare gli aderenti attorno all'ideale ac-
comuna, cioè la missione giovanile sale-
siana. Soprattutto, l'animatore deve esse-
re attento a non fare passi falsi: e passo
falso sarebbe riprodurre nel G.N. schemi,
abitudini, «stile» tipici del Centro che si
vuole rinnovare.
Saremmo da capo; avremmo in tale ca-
so, nella migliore della ipotesi, un Nuovo
Gruppo ma mai un Gruppo Nuovo!
Altro passo falso: dare la sensazione
che il Delegato sia lui il «padrone• del-
l'Associazione. Questa velenosissima
idea atrofizzerebbe gli spiriti dei neo-ve-
nuti e li spersonalizzerebbe, con conse-
guenze facilmente immaginabili.
Infine lo studio (conoscenza di Don Bo-
sco e del suo spirito, della Famiglia Sale-
siana, del N. Regolamento, lettura del
Bollettino...), gli incontri di preghiera ben
curati, vivi e nutrienti, la verifica de/l'apo-
stolato svolto da ognuno, faranno sì che Il
G.N. divenga una vera Comunità Salesia-
na.
A proposito di incontri, insisterei molto
sullo stile nuovo che debbono avere; fa-
voriscano molto una soda amicizia e la
comunione degli spiriti; molta sponta-
neità, nulla che sappia di adunanza vec-
chio stile; siano sostanziosi; non sempre e
necessariamente in casa salesiana· diano
spazio alla reciproca conoscen;a con
scambio di indirizzi e numero telefonico
per un collegamentoi rapido interperso-
nale; siano guidati da loro più che dal De-
legato.
Questo itinerario salesiano, che sfocerà
nelle prime domande ad entrare tra i
Cooperatori e nelle relative «promesse»,
e~Jge tempo: minimo un anno, se npn di
p1u.
d) Non sarei del parere che Il nascente
gruppo abbia fin dal suo sorgere un Con-
siglio vero e proprio: basta dividere gli in-
carichi in stile di semplicità e famiglia.
Concludendo, taccio notare che altri
suggerimenti possono essere offerti at-
traverso il Bollettino da parte di chi ha
iniziato la costituzione di G.N. Saremo
assai riconoscenti a chi vorrà arricchirci
della esperienza fatta. Ma l'importante è
muoversi su questa via e rinnovarsi bene;
non si può attendere oltre, né si può sba-
gliare metodo.
Diamo fiducia all'iniziativa « Gruppi
Nuovi., realizziamola. Cosi facendo, fra
due-tre anni avremo, con l'aiuto del Si-
gnore, molti Centri vivi, operanti; l'Asso-
ciazione passerà dallo stato attuale, pur
b~llo, a una situazione di gran lunga mi-
gliore.
Don Armando Butlarelll