Bollettino_Salesiano_196807


Bollettino_Salesiano_196807

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IN QUESTO NUMEIIO:
Da cento anni i ragazzi di Don Bosco cantano all'Ausiliatrice Per questi nostri ragazzi
minacciati dalla pornografia che facciamo? Il matrimonio è sacramento, il divorzio
è sacrilegio Il Rettor Maggiore nel Messico "Ribelli alla mediocrità" Braccia
aperte ai terremotati Per i pellegrini dell'anno centenario I giovani prendono
l'iniziativa. "Equipe 24" Maria Ausiliatrice tra gli Indi del Rio Negro
Torino , La centenaria
Basilica di Maria Ausi-
liatrice. Nava111 principale
con visione parziale dolle
due cupole
COPER NA:
Anno della Fede
"Sulla tua parola get-
terò la rete". Pietro
esprimeva cosi la fede
incrollabile che aveva
noi suo Maestro. È
questa fede che h11
affermato e continua
ad affermare la Chiesa
nel mondo.

1.3 Page 3

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ICE
La Basilica
di Maria Ausiliatrice
da cento anni risuona
delle preghiere e dei canti
dei giovani, che danno
spontanea e piena
espressione all'anima
della Congregazione.
Decorata, arricchita
di marmi, ampliata,
resta sempre la
Chiesa di Don Bosco,
cementata dalla sua fede
e dai prodigi che il Santo
strappava di continuo
alla Vergine Ausiliatrice.
Q 11ando, il 9 giugno 1868, venne consacrata la chiesa di Maria Ausi-
liatrice in Valdocco, Don Bosco ne provò una gioia inesprimibile.
«lo ricordo come fosse ora - scriveva cinquant'anni dopo, il suo
secondo successore don Paolo Albera - il momento solenne in
cui Don Bosco, tutto raggiante di gioia, e insieme con gli occhi
velati dal pianto per la profonda commozione, saliva per il primo
all'altare maggiore a celebrare, sotto gli sguardi pietosi della sua
grande Ausiliatrice, il santo sacrificio della Messa».
Ma la chiesa di Maria Ausìliatrice, per quanto grande e bella,
sarebbe rimasta un semplice "monumento" e non avrebbe avuto
le attrattive proprie dei grandi santuari, se accanto non ci fosse
stata una complessa opera giovanile pulsante di vita cristiana, che
servi a creare in essa un clima di straordinario fervore.
Le moltitudini sono attirate ai santuari della Vergine da due
fattori: i miracoli che vi opera il Signore e quel senso di mistero
e di soprannaturale che trasporta i fedeli in un mondo nel quale
pare di sentire qualche cosa del.la presenza di Dio e della Madonna.
A dare al Santuario di Valdocco questo senso del soprannatu-
rale contribuì rotentemente "l'Oratorio", come amava chiamarlo
Don Bosco, cioè la casa madre, affollata da un migliaio di persone,
in grande maggioranza ragazzi e giovani.
Ai tempi di Don Bosco l'Oratorio era popolato di santi, lui
anzitutto, poi salesiani e giovani. I ragazzi angelici non erano fiori
del deserto, erano numerosi e costituivano tutto un giardino olez-
zante di virtù, che fiorl durante la vita di Don Bosco e si perpetuò
sotto i suoi successori. Alcuni di quei ragazzi avevano dei colloqui
con la Vergine, altri gareggiavano in virtù con San Domenico
Savio, altri leggevano nel pensiero di Don Bosco o gli predice-
vano l'avvenire.
La prova palmare della eccezionale santità dell'ambiente di Val-
docco è data dal numero straordinario di vocazioni che maturavano
ogni anno accanto al Santuario di Maria Ausiliatrice. Un solo dato:

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la media annuale delle vocazioni dell'Oratorio negli
ultimi anni di Don Bosco supera la sessantina. Sono
i miracoli della grazia, senza dubbio, ma rivelano un
ambiente eccezionalmente saturo di santità.
Attratta dalle preghiere, dai canti e dalle cerimonie
di tali giovan,i, la gente cominciò ad affollare il San-
tuario. I fedeli non si saziavano di sentir cantare e pre-
gare i ragazzi di Don Bosco, di vedere il piccolo clero
devoto e composto, di assistere alle celebrazioni litur-
giche dei primi salesiani, che portavano all'altare q_uella
dignitosa gravità che fa sentire Dio presente nei suoi
ministri.
Una delle caratteristiche dello spirito salesiano è la
maestà delle funzioni liturgiche. Pochi santuari hanno
superato quello di Valdocco nella perfezione del servizio
liturgico, nella magnificenza del culto esterno.
UNA CAPPELLA MUSICALE
DI FAMA NAZIONALE
Nella prima visione che Don Bosco ebbe della chiesa
di Maria Ausiliatrice è preannunziata l'intensa vita mu-
sicale del Santuario. Racconta Don Bosco: «Allora vidi
una stupenda e alta chiesa. Un'orchestra, una musica
istrumentale e vocale m'invitavano a cantar Messa».
Don Giulio Barberis, il primo maestro dei novizi
salesiani, commenta: «Forse pochi sono i luoghi ove
la musica abbia tributato un più costante, grandioso e
devoto omaggio alla Regina del Cielo. Don Bosco me-
desimo cominciò fin dall'inizio della sua opera a inse-
gnare la musica ai suoi alunni; egli stesso compose
delle cantate per accademie e qualche Ta,itu,n ergo.
Poi fu aiutato da vari dei suoi alunni che si distinsero
in quest'arte e più che tutti da don Cagliero (il futuro
cardinale).
Don Cagliero cominciò quella gloriosa tradizione che
tanta fama acquistò al Santuario di Maria Ausiliatrice,
2 fama che fu continuamente accresciuta da nuovi sue-
cessi e da nuovi trionfi. La qualità della musica, scelta
con sapiente discernimento ed eseguita con finezza e
perfezione, fu sempre tale da invogliare molti ad accor-
rere dalle più remote regioni alla solennità di Maria
Ausiliatrice, per assaporarvi il diletto di un'audizione
musicale artisticamente. impeccabile.
E il popolo, attratto dalla sua istintiva pietà e avido
di ciò che lo solleva al disopra della bassa atmosfera di
materialità dove vive, soffre, lotta e lavora febbrilmente,
si sente trasportato da un sacro diletto· in un mondo
ideale, e mentre sente circolare in tutti i me.andri del suo
essere sentimenti nuovi, viene man mano educandosi al
bello che emana da Dio e dalle cose divine, e per mezzo
del bello è avviato al vero e al bene... Basta dare un'oc-
chiata al vasto santuario in una qualunque delle solen-
nità in cui la musica e le sacre cerimonie concorrono
fraternamente ad accrescere la maestà del culto, per
convincersi come il popolo - incredibilmente stipato
anche nelle cappelle, nei passaggi, sulle porte, sulle
gradinate - partecipi ai sacri riti non solo con i sensi
esterni del corpo, ma con tutti i sentimenti interni,
con l'intelligenza e col cuore, con tutta l'anima, in una
parola».
Che questa non fosse solo l'impressione di chi è
vissuto nei primi cinquant'anni di vita del Santuario,
lo dicono due autorevoli testimonianze. La prima è di
uno dei salesiani che maggiormente hanno zelato lo
splendore della Basilica, don Pietro Berruti, prefetto
generale dei Salesiani dal 1932 al 1950. Dopo aver
assistito a una esecuzione musicale nel Santuario,
egli fissa le sue impressioni così: ~ Si sta in piedi per
delle ore, non importa; non si vede nulla, non importa;
si è pigiati come le acciughe, non importa; pur di pren-
dere parte, di godere un poco di quel non so che d'in-
solito, di inesprimibile eppure ben sensibile che per-
vade il Santuario durante le nostre belle funzioni, si
soffre ogni incomodo. Sentono una attrazione a cui non
possono resistere: direi che l'anima cristiana, nauseata
dell'ambiente freddo e paganeggiante in cui deve vi-

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Una foto storìca:
il 23 maggio 1920, vigilia
della festa di Maria Ausiliatrice,
veniva inaugurato
Il monumento a Don Bosco
sulla plana della Basilica.
La mite e sorridente figura
dell'Apostolo della gioventù
è circondata
da una corona di ragazzi
e pare che scherzi con uno di essi,
in dolce ano di sollevarlo:
simbolo espressivo delle fìnalìtà
delraposto1ato salesiano.
Pellegrinaggio di 1300 malati
a Maria Ausiliatrice:
8 giugno 1941,
Nell'atmosfera del grande
conile di Valdocco c' era qua lcosa
che annunciava
un intervento della Vergine.
E realmente, dopo la benedizione
col Santissimo, una bambina
ponata in braccio dalla mamma
perchè non si reggeva in piedi,
fu vista correre per il cortile.
vere, sente la necessità di venir qui per udire a pregare
e a cantare, per saziare il bisogno di Dio e di orazione
che vive al fondo di ogni anima cristiana ».
Forse la spiegazione di tanto fascino la diede mons.
Respighi, p refetto delle cerimonie pontificie. Nel 1934
l'illustre cerimoniere del Papa venne ad assistere alle
feste della canonizzazione di Don Bosco nelJa Basi-
lica di Maria Ausiliatrice. Dopo di aver visto il piis-
simo don Vismara a dirigere il pontificale del cardi-
nale Fossati, assistito da cinque altri cardinali e da
Qttanta arcivescovi e vescovi, tutti Ì!l piviale e mitra,
lasciò questo lusinghiero giudizio: «I Salesiani hanno
rubato a Roma la soavità del canto e la solennità delle
cerimonie, ma vi hanno messo dentro l'anima».
La Schola cantorum della Basilica, nei 54 anni di
direzione del maestro Giuseppe Dogliani (-1875-1929)
sali in fama nazionale e fu chiamata a concorrere a
celebrazioni solenni a Brescia e a Milano per le feste
centenarie della Madonna delle Grazie; a Genova per
le feste centenarie di Santa Caterina; a Marsiglia per
il centenario di Giovanna d'Arco; a Bologna per onorare
il cardinale Svampa; a Loreto per il VI centenario
della traslazione della Santa Casa; a Parma e in altre città
per i funerali di re Umberto I, a Oropa per la IV in-
coronazione della Madonna Nera; a Roma in ripetute
occasioni, ultima delle quali la consacrazione del Tempio
di San Giovanni Bosco, quando ebbe l'onore di eseguire
alla presenza di Papa Giovanni il Tu es Petrus dell'An-
ton~lli.
I maestri di cappella del Santuario, nei suoi cento
anni di vita, sono solo cinque: Cagliero, Dogliani,
Scarzanelle, Lasagna, Lamberto.
Quanto fosse stimata la Schola cantorum di Valdocco
1in dal 1880, lo dice il periodico • Musica Sacra>> di
Milano, che annoverava la Cappella musicale del San-
tuario di Maria Ausiliatrice accanto alle più illustri
Cappelle straniere di Ratisbona, Monaco, Dresda, e
accanto a quelle di Roma, con a capo la Cappella Si-
stina.
CHI OPERAVA MIRACOLI?
Già durante la costruzione del Santuario, ma soprat-
tutto dopo, si moltiplicarono le grazie, spesso mira-
colose, di Maria Ausiliatrice. La Vergine fece della
chiesa di Valdocco la sua casa. come aveva predetto
a Don Bosco, e di là cominciò a diffondersi nel mondo
la sua gloria, specialmente con le annuali spedizioni
di missionari.
A differenza di ciò che avveniva negli altri San-
tuari, qui la Vergine faceva i miracoli e !argiva innume-
revoli grazie servendosi di Don Bosco, della sua bene-
dizione, delle sue preghiere. Allora, come oggi. Ancor
oggi infatti siamo costretti a intitolare la rubrica delle
grazie sul nostro Bollettino: «Per intercessione di Man·a
Ausiliatrice e del suo Apostolo San Giovanni Bosco >>.
Ma sin d'allora la Madonna volle associati a Don
Bosco nella sua funzione di intermediario tra lei e i
supplicanti, i suoi ragazzi e i suoi salesiani. Don Bosco
ripetutamente asserì che le preghiere di tanti giovani
angelici che popolavano l'Oratorio esercitavano sul cuore
della Vergine un potere irresistibile: erano i suoi figli,
li vedeva cos.ì buoni ed essi l'amavano tanto!...
I mezzi che usava Don Bosco per otten.ere grazie e
miracoli da Dio per intercessione di Maria Ausiliatrice
erano quelli che usiamo ancora oggi: la Nove11a e la
Benedizione di Maria Ausiliatrice. Quando si trovava
davanti un infermo o altra persona che chiedeva
grazie, soleva eccitare in essi la fede nella potenza di
Maria Ausiliatrice, poi li invitava a pregare, in fine li
benediceva. Vedendo però che l'effetto della benedi-
zione di Maria Ausiliatrice era immediato e soffrendo
per la fama di santo che andava diffondendosi per
tali prodigi, si decise a prescrivere preghiere a sca-
denza, in modo che le guarigioni non fossero im-
mediate. «I miracoli, andava ripetendo, li fa Maria
Ausiliatrice >>.
3

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UNA SPLENDIDA FIGURAZIONE
DELLA GLORIA DI MARIA AUSILIATRICE
Don Bosco aveva tanto desiderato di vedere il suo
Santuario arricchito di un'artistica decorazione; ne aveva
anzi fatto iniziare gli studi opportuni da due valenti
pittori un anno prima di morire. Ma la Provvidenza
dispose che la decorazione del Santuario fosse il do-
cumento di una nuova grazia di Maria Ausiliatrice.
Morto infatti Don Bosco il 31 gennaio 1888, il suo
successore don Rua, vedendo svanire ogni speranza di
ottenere dalle autorità civili il permesso di seppellire
Don Bosco in qualcuna delle case salesiane e temendo
di doverlo portare nel cimitero comune, promise a
Maria Ausiliatrice la decorazione del Santuario se avesse
evitato ai salesiani questo dolore.
La Madonna lo esaudì. Per speciale concessione del
capo del governo, il ministro Crispi, che mentre era
esule a Torino, aveva sperimentato la carità di Don
Bosco, la salma potè essere sepolta nel Collegio di
Valsalice. I lavori di decorazione vennero iniziati l'anno
dopo e inaugurati nel 1891, nella ricorrenza del cin-
quantenario dell'Opera salesiana.
Il lavoro più pregevole della decorazione è la "gloria
di Maria Ausiliatrice", grandioso affresco della cupola,
opera del pittore Giuseppe Rollini, già allievo di Don
Bosco. È un'artistica e splendida figurazione dei trionfi
del!'Ausiliatrice. Nei due terzi superiori della volta è
presentata la gloria di Maria Ausiliatrice in cielo; e
nel terzo inferiore, l'apostolato della Chiesa, che nel-
l'amore di Maria trova il più valido aiuto per la sal-
vezza dei popoli e la protezione vittoriosa contro i
suoi nemici. Questo vasto tema il pittore lo svolge
nello spazio disponibile, mostrandoci l'opera degli
Ordini religiosi che, per invito di Maria SS., hanno
per missione la redenzione degli schiavi; poi il concorso
dei prlncipi cristiani che contribuirono a ottenere le
memorande vittorie di Lepanto e di Vienna; in terzo
luogo l'assistenza data dalla Vergine, in tempi più re-
centi, alla Chiesa e ai Papi nella lotta contro i loro per-
secutori. Infine la missione della Congregazione Sale-
siana ispirata da Maria a Don Bosco, diventato l'apostolo
della divozione all'Ausiliatrice dei cristiani.
UN'ARDITA IDEA DI DON RINALDI
Don Bosco ebbe l'ardire di erigere un tempio a Maria
Ausiliatrice quando ancora il suo piccolo Oratorio era
isolato in mezzo ai campi e ai prati di Valdocco. Allora
ad alcuni la chiesa parve troppo grande, ma col pas-
sare degli anni e il diffondersi della divozione a Maria
Ausiliatrice, la chiesa diveniva sempre più insufficiente.
L'idea di ingrandirla parve ardita e dì difficile esecu-
zione per il complesso di edifici che la circondano.
Ma il servo di Dio don RinaJdi nella lettera del gen-
naio 1929, indirizzata ai Cooperatori, rompeva gl'in-
dugi scrivendo: ~ Bisogna preparare nella chiesa madre
dell'Opera Salesiana una degna accoglienza a Don
Bosco per il giorno che sarà elevato all'onore degli al-
tari. Egli dovrà avere non solo un altare be!lo e deco-
roso, ma anche u11 posto capace di accogliere i suoi figli
4 e i numerosi devoti che accorreranno a 1·nvocarlo >>.
L'ampliamento del Santuario, però, doveva essere
opera del suo successore don Ricaldone. Lasciato da
parte il progetto del prof. Ceradini, che avrebbe ri-
chiesto iI sacrificio di alcuni edifici, veniva realizzato il
progetto dell'architetto salesiano Giulio Valotti, che
avrebbe lasciato intatto il vaso dell'antica chiesa.
Al prof. Ceradini restò l'onore di essere l'autore del-
l'altare di Don Bosco.
L'ampliamento fu inaugurato nel 1938, celebrandosi
il cinquantt>simo anniversario della morte di Don Bosco.
Le principali novità del tempio ingrandito sono: i!
rivestimento di marmi, il monumentale altare di
Don Bosco, l'arretramento dell'altare maggiore del
tutto rinnovato, come pure la cornice marmorea del
quadro, le due grandi cappelle laterali sormontate da
tribune, una delle quali ospita l'organo e l'orchestra,
la soppressione della cantoria in fondo alla chiesa, la
seconda cupola sovrastante al presbiterio, e nella cripta
del Santuario due cappelle: quella delle Reliquie e
quella di S. Pietro, con l'antico altare del Santo a cui
Don Bosco era solito celebrare.
«OSSERVI COM'È SELLAI
NON SONO IO CHE DIPINGO!»
Quando Don Bosco, nel 1865, diede incarico al pit-
tore Lorenzone di dipingere il quadro, fece meravi-
gliare per la grandiosità del suo progetto. Come se par-
lasse di uno spettacolo già veduto, precisava che in
alto doveva stare la Vergine tra i cori degli Angeli;
intorno gli Apostoli e i cori dei Martiri, dei Profeti,
delle Vergini e dei Confessori; ai suoi piedi gli em-
blemi delle vittorie di Maria e una rappresentanza dei
popoli delle varie parti del mondo, in atto di chiedere
aiuto. ~ Ma dove troverò io lo spazio - disse il pit-
tore - per lavorare sopra una tela di queste propor-
zioni ? Ci vorrebbe una piazza I •>. Don Bosco dovette
convenire che il pittore aveva ragione e fu deciso che il

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Tra i pellegrini che giungono a Vatdocco,
prevalgono quelli giovani.
Qui giovani svizzeri, pellegrini a Maria Ausiliatrice,
panecipano alla Messa celebrata per loro
all'altare di Don Bosco.
Una delle Ordinazioni sacerdotali
che in questi cento anni
si sono svolte nella Basilica.
Sono già alcune migliaia i sacerdoti
ordinati sotto lo sguardo di Maria Ausiliatrice.
quadro avrebbe compreso solo 1a Madonna, gli Apo-
stoli, gli Evangelisti e qualche gruppo di angioletti.
Il Lorenzone prese in affitto un altissimo salone del
Palazzo Madama in piazza Castello e si mise all'opera.
Un giorno entrò inosservato nel salone un sacerdote
mentre il pittore, ritto in alto sopra una scaletta, dava
le ultime pennellate al volto della Vergine. Ultimato il
lavoro, scese per osservare l'effetto e. notata la pre-
senza del visitatore, lo prese per un braccio e scostan-
dolo alquanto verso un punto buono per la luce: • Os-
servi - disse con entusiasmo - com'è bella! Non è
opera mia, no; non sono io che dipingo, ma c'è un'altra
mano che guida la mia».
11 Lorenzone, anima cristiana di artista, quando il
quadro fu portato in chiesa e lentamente sollevato al
suo posto, non potè contenere la sua commozione e
cadde in ginocchio prorompendo in un dirotto pianto.
Ecco come Don Bosco lo descrive: «La Vergine
campeggia in un mare di luce e di maestà, sopra un
trono di nubi. È circondata da una schiera di Angeli,
i quali, facendole corona, le porgono ossequio come a
loro Regina. Con la destra tiene lo scettro che è simbolo
della sua potenza, con la sinistra tiene il Bambino che
ha le braccia aperte, offrendo cosl le sue grazie e la
sua misericordia a chi fa ricorso all'augusta sua Geni-
trice. ln capo ha il diadema con cui è proclamata Re-
gina del cielo e della terra. Attorno e in basso sono i
santi Apostoli e gli Evangelisti S. Luca e S. Marco
in figura alquanto maggiore del naturale. Essi, traspor-
tati da dolce estasi, quasi esclamando: Regina Aposto-
lorum, ora pro nobis, rimirano attoniti la Santa Vergine
che loro appare maestosa sopra le nubi. Finalmente
in fondo al dipinto c'è la città di Torino col Santuario
di Valdocco in primo piano e con lo sfondo di Superga.
Quello che ha maggior valore nel quadro è l'idea religiosa,
che genera una devota impressione in chi lo rimira )).
Oggi, dopo cento anni, chi può contare i vicini e i
lontani che, nel rimirare il quadro dell'Ausiliatrice, hanno
provato la "devota impressione" di cui parla Don Bosco ?

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PER
Il 1967 verrà ricordato come l'anno
<lella pornografia. Gli industriali della
stampa oscena, nonostante i sequestri
continui da parte delle autorità giu-
diziarie, sfornarono mensili, setti-
manali, quindicinali immoralissimi
senza darsi mai vinti. l guadagni
furono enormi. Si calcola che ogni
mese escano in halia almeno un
milione e 500 mila copie di riviste
estremamente luride. Nessuna di
queste imprese editoriali del demonio
e in passivo. I mensili hanno una
tiratura media di 100 mila copie con
una vendita de11'8o per cento, quindi
con una vendita effettiva di 8o.ooo
a lire 500 la copia. I settimanali,
specialmente se fotoromanzi, ren-
dono ancora di più: hanno una ti-
ratura media di 200 mila copie e
una vendita effettiva di 16o nùla,
a lire r 50 la copia. li materiale foto-
grafico viene in generale dall'America
e dall'Inghilterra, a prezzi modici.
Chi ha aperto le porte a questa
valanga di oscenità è stato il cinema.
Tutti sono d'accordo nel dire che
Federico Fellini con "La d()fce uita"
alzò il sipario su un ambiente cor-
rotto. Dopo "La dolce vita" ci fu
un'ondata di film in cui dominava
il binomio «sesso e volgarità•·
Il divieto di ingresso alle sale dove
vengono proiettati film proibiti ai
minori generalmente è rispettato. Cli
esercenti sanno che le pene sono
gravissime e quindi raramente osano
evadere la proibizione. Ma dove non
arrivano i film, arrivano le pubblica-
zioni immorali che da qualche tempo
invadono le edicole. • Siamo osses-
6 sionari da parole e immagini laide
(scrive un mensile molto quotato,
che ha condotto un'inchiesta sconvol-
gente i_n materia); la sconcezza è
uscita alla luce del sole•·
• • TUTTI
SONO CHIAMATI IN CAUSA
~ Noi pensiamo soprattutto alle
giovani generazioni che cercano, non
senza difficoltà e talora con apparenti
o reali smarrimenti - disse iI Papa
nella celebrazione della prima Gior-
nata mondiale delle Comunicazioni
Sociali - un orientamento per la
loro vita di oggi e di domani, che
debbono poter operare le loro scelte,
in libertà di spirito e con senso di
responsabilità. Tutti sono chiamati
in causa: i genitori, prinù e insosti-
tuibili educatori dei loro figli; la
sc11ola, che deve preparare gli alunni
a conoscere e comprendere il lin-
guaggio delle tecniche moderne, a
valutarne i contenuti e a servirsene
con sano criterio, con moderazione
e con autodisciplina; i giooa11i, chia-
mati a un ruolo primario nell'avva-
loramento di questi strumenti ai
fini della propria formazione e della
fratellanza e della pace fra gli uo-
nùni; i poteri pubblici, ai quali com-
pete la promozione e la tutela del
bene comune, nel rispetto delle le-
gittime libertà •·
OGGI LA STAMPA
MINACCIA LA GIOVENTÙ
I Cooperatori salesiani troveranno
a questo riguardo un volume della
collana Quaderni per l'aponolato dei
laici, compilato da don Rodolfo
Vignato, con un'esauriente informa-
zione sul problema stampa. La stam-
pa è il settore attualmente da cui
partì la più lurida offensiva contro
le anime giovanili. All'inizio del vo-
lume l'autore cita un episodio illu-
minante di Don Bosco. Un giorno
del 1858 al Papa Pio IX che gli
chiedeva quaJe fosse sul piano con-
creto il campo della sua attività
apostolica, Don Bosco rispose con
un binomio che è tutto un pro-
gramma: Gioventù e Stampa. Oggi
la stampa minaccia la gioventù.
Il volume chiude con una seconda
citazione: il cardinale Pietro Maffi,
arcivescovo di Pisa, era solito dire:
Sapete come si misura la tempera-
tura di una parrocchia? Dalle copie di
giornali cattolici che vi si vendono
e dal numero delle comunioni che
vi si fanno ».
Un grande articolista chiudeva re-
centemente un suo articolo sulla por-
nografia con un interrogativo che
mosse le acque: Sono al governo
degli uomini che si dicono cattolici e
dei socialisti che dovrebbero ispirarsi
all'austerità proletaria. Che fanno? t.
Possiamo anche noi con un rapido
esame di coscienza domandarci: Per
questi 11ostri ragazzi minacciati dal-
l'alluflione dtlla pornografia che fac-
ciamo?
RODOLFO VIGNATO
STAMPA VEICOLO DI IDEE
Edizioni Cooperatori Salesiani - L. 950
Via dei Salesiani, 9 - 00175 Rom•

1.9 Page 9

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IL MATRIMONIO
E1 SACRAMENTO
ILDIVORZIO
E1 SACRILEGIO
In linea con gli orientamenti e le deliberazioni della Jn Assemblea
dei Vescovi Italiani, che hanno dichiarato "necessaria e urgente una
azione organizzata ed estesa allo scopo di rendere sensibili al pro-
blema le coscienze dei cattolici" invitiamo tutti, i genitori in partico-
lare, a meditare su questo argomento, in vista soprattutto delle fatali
ripercussioni che avrebbe sui figli la dissacrazione della famiglia.
Non vogllomo tacere la tristo im
pressione che sempre cl ha fAtto la
bramosia di coloro che aspirano 1
Introdurre Il divorzio nella leglsla
ziono e nel costume di Nazioni, Ch'-
hanno In fortuna di esserne immuni
quasi fosse disdoro non avere ogg
tale istituz:ione, indice di perniciosi
decadenza morale, e quasi che Il
divorzio sia rimedio a quei malanni,
che Invece esso più largamente o
stende o aggrava, favorendo l'ego-
ismo, l'Infedeltà, la disconlin, dove
dovrebbero regnare l'amore, la pa
zienza, In concordia, e sacrificando.
con spietata fraddezza gli lntaress
e i diritti del figli, deboli 11/ttlmi
di domestici disordini leg11/lzzatl.
PAOLO V
Coloro che so110 ben istruiti nella
fede cattolica sanno che, come il ma-
trimonio è stato istituito da Dio, cosi
il divorzio viene dal diavolo. Questo
dice S. Agostino commentando il
racconto delle nozze di Cana.
Purtroppo non tmti i cattolici
hanno convinzioni profonde sulle ve-
rità dogmatiche e morali scaturenti
dal Vangelo c, benchè l'apparenza e
forse anche la pratica ordinaria sia
ancora cristiana, in taluni la fede va-
cilla anche su punti fondamentali del
messaggio evangelico.
Uno di questi punti è quello messo
ora in questione in Italia, cioè l'in-
dissolubilità del matrimonio.
Non parliamo a chi ha pratica-
mente rinnegato il suo battesimo e ha
sostituito la fede in Cristo con pre-
carie ideologie umane; parliamo a
coloro che non soltanto ci tengono a
dirsi cristiani, ~a vogliono essere
veri discepoli di Cristo. Questi non
mettono certamente in dubbio che
per i cristiani il matrimonio è un
sacramento istituito da Gesù Cristo
con caratteristiche essenziali, delle
quali una è l'indissolubilità.
Egli infatti, quando ha innalzato
a dignità di sacramento l'unione ma-
ritale, lia proclamato: Ciò che Dio ha
co11gi1111to, uomo 11011 upari! Chiunque
è anche solo mediocremente istruito
nella verità cristiana sa che la profa-
nazione di un sacramento si chiama
sacrilegio. Ora non c'è dubbio che
chi attenta all'essenza del matrimonio
e rompe questa indissolubilità essen-
ziale, profana il sacramenro.
Si deve aggiungere che questa
proprietà essenziale non fu data al
matrimonio da Gesù Cristo quando
lo fece sacramento, ma fu da lui rico-
nosciuta come proprietà originaria,
cioè essenziale fin dalla sua prima
istituzione divina. Rispondendo difatti
ai Farisei, i quali obiettavano che
Mosè ave,·a permesso i.I divorzio,
affermò: Da pri11cipio 110,i fu così!
Essa è quindi connaturata allo stesso
istituto matrimoniale, che presso tutti
i popoli è considerato qualcosa di
sacro e viene contratto con riti re-
ligiosi, per un remoto ricordo della
sua istituzione divina.
Del resto, il buon senso non alte-
rato dalla passione lo conferma. La
fondazione d'una famiglia - cellula
della società civile e dello Stato -
può forse aver origine da un contratto 7

1.10 Page 10

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a termine, pattuito come qualsiasi
altro contratto a volontà delle parti
contraenti? E se l'unione maritale
prescin.desse dalla fondazione della
famiglia, potrebbe ancora chiamarsi
matrimonio? Sarebbe un volgare con-
cubinato.
Una simile concezione del co-
niugio non si può certo mettere d'ac-
cordo con i documenti del Concilio
Vaticano II, che pure dànno il do-
vuto rilievo al valore umano delJa
vita coniugale.
Nella costituzione "Gaudium et
spes" si legge: «Questa intima unione,
in quanto mutua donazione di due
persone, come pure il bene dei figli,
esigono la piena fedeltà dei coniugi
e ne reclamano l'indissolubilità•>.
Giustamente i deputati italiani, che
nelle commissioni parlamentari hanno
votato contro il progetto d-i divorzio,
hanno motivato la loro opposizione,
non con argomenti religiosi - ai
quali i loro colleghi divorzisti hanno
mostrato di non riconoscere alcun
valore includendo nel progetto anche
i matrimoni religiosi concordatari -
ma con argomenti sociologici, psi-
cologici, storici.
Se finora il divorzio non era en-
trato nella legislazione italiana si
deve al buon senso dei nostri pas-
sati legislatori, i quali, anche quando
in parlamento dominavano partltJ.
agnostici e persino anticlericali, boc-
ciarono sempre solennemente i ripe-
tuti tentativi di sparute minoranze che
pretendevano dissacrare la famiglia.
Essi tennero sempre presenti le disa-
strose conseguenze sociali del di-
vorzio che, se favorisce l'uomo, mette
quasi sempre in condizione d'infe-
riorità la donna e sempre danneggia
gravemente i figli.
È di quest'anno il sintomatico epi-
sodio narrato dai giornali. Una ra-
gazza che frequenta la terza media a
Torino, durante la scuola si accascia
sul banco perchè ha tentato d'avve-
lenarsi. Portata all'ospedale semico-
scicnte, mormora: «Perchè non ho
anch'io una mamma e un papà?>>.
I genitori li ha, ma vivono separati,
ed essa è affidata a una zia.
A quanto pare, qui si tratta solo
di separazione, aJla quale si può
ancora rimediare. Non sarà peggio
quando il divorzio metterà tra padre,
madre e figli delle barriere insormon-
tabili e perpetue 1
In una recente pubblicazione di
una professoressa francese dedicata
a questo doloroso problema, i figli
dei divorziati sono chiamati enfants
dechirés (figli lacerati). Tutta la ricca
documentazione fa vedere che queste
Partecipazione
al Congresso Eucaristico di Bogotà
a Co r
, r" an de
·al ·-
La Congregazione Salesiana con i suoi Exallievi e Cooperatori partecipa attivamente
ai Congressi Eucaristici Internazionali per testimoniare la sua Fede e il suo amore
all'Eucarestia ricevuto da Don Bosco come patrimonio sacro.
Come fummo presenti agli ultimi Congressi di Barcellona, Rio de Janeiro, Monaco,
Bombay. lo saremo anche quest"anno al XXXIX0 che si svolgerà a Bogotà in Colombia
dal 20 al 25 agosto p.v. I Salesiani. le Figlie di Maria Ausiliatrice. gli Exallievi e i Coo-
peratori stanno organiuando particolari manifestazioni in adesione a quelle indette
dal Comitato del Congresso Eucaristico.
Gli Exallievi, anzi, hanno ritardato di un anno la loro quinquennale assemblea inter-
americana per attuarla in concomitanza con il Congresso Eucaristico: si ritroveranno
tu'tti, uniti ai Cooperatori, attorno al SS. Sacramento nella sua apoteosi mondiale.
la Federazione Nazionale Italiana degli Exalfievi ha già pronto il programma per
la partecipazione alle due importanti manifestazioni.
Il programma prevede la partenza da Roma il 14 agosto, con soste a New York,
Città di Messico, Caracas e permanenza a Bogotà per tutta la durata del Congresso.
Il ritorno e previsto per il 28 agosto.
Il pellegrinaggio e aperto, oltre che agli Exallievi e alle loro famiglie, anche ai Coo-
peratori e agli Amici dell'Opera salesiana.
Per informazioni rivolgersi al DELEGATO NAZIONALE EXALLIEVI - Viale
dei Salesiani, 9 - 00175- Roma.
8
povere creature, come pesi ingom-
branti, vengono accollati a parenti
quasi mai affettuosi, quasi sempre
inadatti, o affidati a istituti o, peggio,
abbandonati al loro destino. Se li
tiene la madre presso di sè, deve
lavorare sodo per mantenerli, ristretti
spesso in una sola camera o soffitta,
nè può occuparsi della loro educa-
zione, sicchè per lo più trascorrono
le giornate sulla strada. Psichiatri e
sociologi attestano che i criminali
provengono per lo più da famiglie
distrutte.
Un figlio di divorziati inoltre non
sviluppa mai la sua personalità. Egli
si chiude in se stesso, non sa a chi
confidarsi, non osa neppure far co-
noscere agli altri la sua triste situa-
zione. La conclusione a cui giun-
gono questi infelici è quasi sempre
questa: «Io non ho più padre perchè
un'altra donna, che non è mia madre,
l'ha preso per sè». Un padre, una
madre sono dunque cose che si pos-
sono rubare I Da un cuore così smar-
rito ed esasperato non può sorgere
che l'odio verso tutto e verso tutti.
Si dice di voler venire incontro
soltanto a certi casi dolorosi e rari,
che vengono regolarmente presentati
con toni sentimentali, prescindendo
da una visione cristiana della vita.
E intanto si tende a violare un prin-
cipio fondamentale della convivenza
umana, e si apre la porta a mille
abusi che passeranno agevolmente at-
traverso le maglie della legge, e si
munisce di diritti civili un nuovo
coniugio che deve ripugnare alla
coscienza di chi aveva giurato fedeltà
assoluta e indefettibile al proprio co-
niuge.
Si obietterà che oggi in molti tale
coscienza non c'è più. Ma allora c'è
da domandarsi: può essere soggetto
di diritti un individuo privo di co-
scienza morale ? È assurdo che il
legislatore riconosca e sancisca nuovi
diritti matrimoniali e familiari a chi
non riconosce i doveri inerenti al
primo e vero matrimonio e s'infischia
allegramente dei figli che ha messo
al mondo.
È per questo motivo - oltre che
per quello religioso - che non vo-
gliamo che la legislazione italiana, in-
tonata a civiltà cristiana, accolga quel
relitto di paganesimo che si chiama
divorzio.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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IL REI IOR
MAGGIORE
NEL
MESSICO
Q uasi due milioni di chilometri quadrati di super-
licie con oltre 44 milioni di abitanti, ecco il Messico
o meglio, gli Estados Unidos Mexicanos, come suona
la denominazione ufficiale del Paese.
La popolazione (75% meticci, 9 % indi e 15% bianchi,
per lo più di discendenza spagnola) professa nella grande
maggioranza la religione cattolica.
Il 50% dei messicani vive nelle grandi città, perchè
fortissimo si è manifestato negli ultimi tempi in questa
nazione il fenomeno dell'urbanesimo. Si pensi a Messico-
città che contava nel 1940 poco più di un milione di
abitanti e oggi ne allinea quasi 7 milioni. Se nella capi-
tale l'aumento proseguirà con il ritmo attuale avremo,
alla fine del secolo, una metropoli con I I milioni di
abitanti.
Questo inquietante ma spiegabile flusso verso la città
(la terra produce poco e costa non lieve fatica il colti-
varla) è una delle fonti di preoccupazione della Chiesa
cattolica, in questo come negli altri Paesi del!'America
Latina. Abbandonando, infatti, la campagna dove la
vita in generale è ancora moralmente sana e la pra-
tica religiosa attiva, i cattolici si trovano in non lieve
difficoltà a contatto con il nuovo mondo, indifferente, o
quasi, ai problemi della fede. Si aggiunga il fatto che
non è facile, per i sacerdoti delle parrocchie cittadine,
mantenere i rapporti con i fedeli, dato il grande nu-
mero dei medesimi.
È in questo ambiente in modo particolare che si
inserisce l'opera dei salesiani, nelle periferie, cioè delle
grandi città dove con gli oratori festivi specialmente,
si lavora per conquistare o mantenere, soprattutto i
giovani, a un livello di cristianesimo che loro permetta
di affrontare le difficoltà della vita.
9

2.2 Page 12

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Il Rettor Maggiore
festeggiato dalla banda
dei ragazzi Mixes,
indigeni
della Missione salesiana
nello stato do Oaxaca,
tra i quali , salesiani
lavorano
da soli cinque anni.
L'lstiluto "Montessori"
di Guadalajara,
diretto dalle "Volontarie
di Don Bosco"
che vi svolgono una
preziosa attività
educativa tra le parecchie
centìnaia di alunne
che lo frequentano.
In onore
del Rellor Maggiore
le alunne diedero saggio
della loro bravura
con canti e danze.
Giunti in Messico verso la fine del secolo scorso, i figli
di Don Bosco r ipresero la loro atliv.ità dopo gli anni di
persecuzione e di soppressione di tutti gli ordini religiosi,
nel 1941. In quell'anno i salesiani erano in tutto una
quindicina; oggile due ispettorie ne contano cinquecento,
quasi esclusivamente autoctoni. Dopo un boom vocazio-
nale tra il 1950 e il 1960, attualmente si assiste, come
in quasi turte le altre parti del mondo, a una rarefazione
di aspiranti al sacerdozio e alla vita religiosa· in genere.
Si spera però in una ripresa e si fa, in special modo, affi-
damento su moltissime ottime famiglie, ricche di prole.
La formazione del personale salesiano si attua nel
Messico come in altre parti del mondo e si articola negli
aspirantati, noviziati, studentati filosofici e teologici.
Oltre che in queste case, eminentemente di studio e di
preghiera, i salesiani orientano il loro lavoro nelle opere
a beneficio della classe umile, meno abbiente, con ester-
nati per l'istruzione elementare e media. Ci sono poi le
parrocchie dove i sacerdoti dirigono gruppi del Movi-
mento familìare cristiano, istituzione largamente diffusa
in tutto il subcontinente amerÌCailo. Ottimo il lavoro
svolto dalle << Volontarie di Don Bosco>), come per
esempio nella scuola media Montessori a Guadalajara.
Da cinque anni inoltre i salesiani lavorano tra i Mixcs,
in una zona lontanis$ima dalla capitale. Si tratta di una
popolazione religiosamente abbandonata dal tempo
della partenza degli spagnoli dal l\\'lessico. A conferma
di una fede antica esistono ancora in quelle terre molte
belle chiese. I nostri, nell'iniziare il lavoro tra quegli
indigeni, hanno potuto costatafe come la religione
fosse stata tramandata dai cristiani stessi, che battezza-
vano i loro figli e insegnavano loro le preghiere, specie
il Padre nostro. Tra i Mixes i salesiani cercano di appro-
fondire il cristianesimo, nonostante difficoltà facilmente
immaginabili. Tra l'altro essi parlano due lingue di-
verse dal castigliano e sono sparsi, in numero di oltre
1o centomila, su un territorio vastissimo, talvolta impervio.
Per conoscere la generosa terra Messicana e i suoi
nobili figli, per ammirare, incoraggiare i salesiani nel
loro apostolato e portare loro nuove direttive sopra-
tutto nel lavoro giovanile, il Rettor Maggiore don Luigi
Ricceri ha compiuto recentemente un breve viaggio
nel Messico.
Fu accolto trionfalmente a Città di Messico con tutto
il calore, il fasto caleidoscopico, l'affettuosità di quelle
popolazioni. Uomini, donne, giovani si erano radu-
nati all'aeroporto per salutare, acclamare il Successore di
Don Bosco. Non fu facile al Rettor Maggiore farsi
strada tra quella folla immensa - l'aggettivo è appro-
priato - di cooperatori, cooperatrici, salesiani, amici,
giovani che si erano radunati nel vasto collegio.
La banda dei ragazzi Mixes e una danza delle
bambine rallegrarono quelle prime ore messicane di
don Ricceri. Non è mancato, nelle diverse case, il folclore
sudamericano - il più ricco dell'America Latina, una
fusione di elementi del sud della Spagna con quelli
locali - dove il rullo dei tamburi, il suono delle nac-
chere, i flabelli, le piume attorno al capo, i più sgar-
gianti abbigliamenti danno colore e affascinante smalto
a ogni cerimonia.
Come in altre visite consimili, don Ricceri ha par-
lato ai salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, in
conferenze distinte per categoria, nell'ambito della re-
sponsabilità dei singoli.
Solenni concelebrazioni eucaristiche, anche all'aperto
come a Guadalajara, dinan,zi a una folla incalcolabi.le,
preglùere e canti in comune hanno dato alle memorabili
giornate ricco contenuto di alta spiritualità. IJ Rettor
Maggiore ha presieduto la funzione dell'imposizione
dell'abito ecclesiastico ai novizi; ha benedetto e inau-
gurato un grandioso studentato filosofico; ha reso omag-
gio alle autorità civili ed ecclesiastiche, come al cardi-
nale di Guadalajara: tutti entusiasti e riconoscenti per
il lavoro che nel Messico svolgono i figli di Don Bosco.

2.3 Page 13

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Una v1S1ta al Santuario della Madonna di Guada-
lupe, •t'Reina de Mexico y Emperatriz de America", come
afferma l'onorifico titolo che i Messicani hanno dato
alla Madre di Dio colà venerata, ha concluso le ricche
giornate di studio e di lavoro del Rettor Maggiore in
Messico. Era il giorno della festa. Si calcola che in
quel giorno non meno di due milioni di persone si
trovassero a Guadalupe, provenienti anche da regioni
molto lontane.
~
Quali le inwressioni del Rettor Maggiore durante
questa sua proficua visita in terra messicana? Egli
ha sottolineato e ammirato l'attaccamento di tutta la po-
polazione alla religione cattolica, che non è affatto, come
si potrebbe pensare in Europa, un fenomeno di super-
ficie, ma scende in profondità. Quando è stato neces-
sario, i Messicani hanno saputo difendere la loro fede
a costo di enormi sacrifici e anche con il martirio.
Il grande rispetto che hanno i Messicani per il
sacerdote (nei riguardi del Rettor Maggiore, afferma
il segretario, sembrava assistere alle scene di cui si legge
,n~Ue Menwrie Biografiche, quando Don Bosco attraver-
sava la Francia e la Spagna), il loro attaccamento al
Papa, la devozione alla Vergine e alla Croce fanno
bent: sperare per l'avvenire cattolico di questa po~
polazione.
Anche per la Congregazione salesiana il futuro si
presenta ricco di promesse e di benefiche realizzazioni:
i salesiani sono affezionati alla loro vocazione; gli cx-
allievi, i cooperatori, i giovani formano attorno ai figli
di Don Bosco una corona tra le più fulgide di quelle
che nel mondo adornano il volto del << Padre e Maestro
della gioventù •>.
IL kEI IOR
MAGGIORE
NEL
MESSICO
Il Messico salesiano ringrazia ìl Rettor Maggiore
delronore e della gioia procurata con la sua visita
alla numerosa triplice famiglia dì Don Bosco,
che lavora nei vari Stati del Messico. 11

2.4 Page 14

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· •;,,_... :A, .
'.~~~
W"'-
,,. . Ql\\~...
11RIBELLI
ALLA --
MEDIOCRITA11
D on Bosco nel 1875 fondava le
scuole per vocazioni adulte. Fu
una intuizione geniale ispiratagli dal-
l'alto, come il santo più volte affermò,
che ba dato alla Chiesa manipoli di
sacerdoti temprati nella virtù e pronti
agli apostolati più ardui.
Dalle scuole per vocazioni adulte
sono uscite schiere di salesiani, di
sacerdòti per le diocesi, che banno
trovato in ·quell'ambiqnte ideale la
conferma alla loro matura decisione
di consacrarsi al Signore.
La simpatia verso questa attività di
Don Bosco, dimostrata dal consenso
e dal plauso di molti, a cominciare
dal Papa Pio IX che l'approvò come
istituzione provvidenziale, continua;
e ritorna in pubblicazioni, convegni,
dichiarazioni di personalità nella
Chiesa, in Italia e all'estero. Ma so-
prattutto si sono moltiplicati i se-
minari per le vocazioni degli adulti.
Si è avverata così una profezia di
Don Bosco: ~ Vi saran110 molti Ve-
scovi - disse un giorno a don Bar-
beris - che vista la buona prova
che facciamo noi di questi adulti, se-
guiranno il 11ostro esempio e apriranno
case a questo fine 1\\.
Anche Pio 1X, sentendo che l'O-
pera per le vocazioni adulte fondata
12 da Don Bosco prosperava, com-
mentò: <1 Se i frati vorranno frati,
dovran110 ricorrere a questa via; così
anche i Vescovi, se vorra11no preti>/.
Tali scuole per vocazioni adulte
sono più necessarie oggi che la pre-
parazione al ministero sacerdotale e
alla vita religiosa si è fatta più esi-
gente, per un "servizio" nella Chiesa
più complesso.
La trasformazione sociale, che ha
portato anche in Italia più possi-
bilità che nel passato di attingere alla
cultura, ripropone in altri termini
l'attualità delle vocazioni di giovani
i quali, superata l'adolescenza, si ac-
cingono a delle scelte impegnative
nella società civile, nella Chiesa.
Oggi arrivano al seminario mag-
giore, al noviziato, giovani a posto
con gli studi: hanno diploma di ma-
turità, di geometra, di ragioniere, di
perito tecnico, o la laurea; oppure
hanno un titolo di addestramento o
di qualificazione professionale; e chie-
dono, questi ultimi, di diventare
religiosi laici, per dedicarsi all'apo-
stolato della gioventù attraverso l'i-
struzione e l'educazione; o di par-
tire per le l\\Iissioni.
Sono "vocazioni di adulti", o sono
in ritardo ? Perchè questo ritardo ?
È convinzione di tutti che un germe
di vocazione può risvegliarsi g~à dai
primi anni della fanciullezza, svilup-
parsi lungo tutto l'arco dell'età evo-
lutiva, ma non potrà maturarsi in
una vera decisione, se non alla con-
clusione dell'adolescenza.
Perchè, dunque, un problema delle
vocazioni di adulti?
Forse perchè non sono state rico-
nosciute e coltivate nei primi anni
dell'adolescenza. E qui più che cer-
care le cause nei giovani, sarebbe
facile trovarle negli educatori: spesso
si tratta di vere, insormontabili dif-
ficoltà di famiglia; spesso di ritegno,
di pregiudizi e preclusioni, accompa-
gnati da timori, da ansietà, da per-
plessità; ma ancl}e da mancanza di
forza educativa, di spirito di fede.
Intanto il tempo passa, non sempre
adatto a far fiorire, fruttificare; anzi
spesso in condizioni tali da far av-
vizzire e morire il fiore della voca-
zione.
C'è chi aggiunge che si parla poco
nelle scuole di vocazioni "sacre",
nell'ora di Religione o nell'occasione
di altre attività religiose.
Eppure oggi vi sono - e sono
numerosi - dei giovani e delle gio-
vani, che sanno portare la loro atten-
zione oltre i capelloni e le minigonne,
i festival e i campionati; e anche

2.5 Page 15

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oltre i più sentiti problemi della
scuola o del lavoro; perchè sentono
i problemi del mondo e della Chiesa
con una apertura nuova, con una
solidarietà nuova, che più che al-
truismo, è carità.
Lo dimostrano gli alti indici di
percentuale di ragazzi e ragazze delle
scuole medie superiori, che confi-
dano nei questionari di inchieste di
non aver abbandonato l'interesse e la
simpatia per gli ideali di una voca-
zione sacra; lo dimostrano i gruppi
di giovani organizzati per la frater-
nità, l'azione caritativa, la presenza
missionaria, la fede come servizio,
disponibilità e donazione: lo dimostra
soprattutto il fatto che effettivamente
molti giovanotti entrano nei semi-
nari maggiori; o si preparano a en-
trarvi individualmente o a gruppetti
in Italia, in Germania nei gruppi
Kim, in Francia nei Foyers, nei
Paesi Anglosassoni nei C/ubs voca-
zionali.
Sono giovani più istruiti ed edu-
cati cristianamente, anche dalla dif-
fusione dell'insegnamento della Re-
ligione; giovani che vivono in un
clima di forte sviluppo dell'aposto-
lato dei Laici; e che spesso dopo
essersi incamminati per questa strada,
scoprono quella dei consacrati a un
servizio ancora più spirituale nella
vita religiosa; o sentono di dover
amare Dio e le anime, più compiuta-
mente nel sacerdozio.
Questi giovani valutano l'impor-
tanza e la bellezza della famiglia,
della professione, della carriera; ma
si sentono chiamati a un amore più
grande, a una paternità più vasta, a
vivere un'avventura umana più in-
serita nella storia della salvezza.
Un nuovo problema pastorale dun-
que, che non si impone come alter-
nativa ai seminari per risolvere il
problema della drammatica scarsità
delle vocazioni o della loro perseve-
ranza; ma che deve essere affron-
tato come fondamentale problema
educativo e orientativo di apostolato
giovanile, per tanti giovani che me-
ritano e attendono di essere aiutati a
scegliere, a decidere per tutta la vita.
Oggi essi cercano educatori e sa-
cerdoti ardenti che ripetano loro le
parole di Paolo VI: « Sapete che
Cristo ha bisogno di voi ? Sapete che
la sua chiamata è per i forti, è per
i ribelli alla mediocrità ed alla viltà
della vita comoda e insignificante; e
per quelli che conservano ancora il
senso del Vangelo; e sentono il dovere
di rigenerare la vita ecclesiale pagando
di persona e portando la croce ?».
Messina • Il 4 gennaio scorso. 19 Teologi dell'ls111u10 Internazionale Salesiano
della città sono stati ordinati Sacerdoti da S. E. Mons. Francesco Fasola, Arc1ve
scovo, che vediamo con gli ordinati. L'Istituto, aperto a Messina nel 1950, accoghe
attualmente un centma,o d1 Teologi di 15 tspet1011e e d'altrettanta nai,onahtà 13

2.6 Page 16

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BRACCIA APERTE
Al TERREMOTATI
Pubblichiamo ancora queste re-
lazioni che ci sono giunte dalla
Sicilia, a riconoscimento e con-
forto dei membri della triplice fa-
miglia salesiana, che hanno cor-
Nel terremoto della Sicilia il
dramma più terribile è stato
quello delle Mamme violen•
temente separate dal figli.
14
DALLA RELAZION,E DEI
SALESIANI DI PALERMO
Dopo la forte scossa sismica del
15 gennaio che distrusse quasi com-
pletamente Montevago, Gibellina,
Salaparuta, Poggioreale, il delegato
ispettoriale dei Cooperatori e degli
Exallievi don Mario Cogliandro si
recava con alcuni confratelli, exallievi
e cooperatori a portare aiuto e con-
forto a quelle popolazioni così du-
ramente provate.
Nelle zone terremotate regnava una
certa disorganizzazione, inevitabile in
simili circostanze. Nella tendopoli di
Siriguano, eretta dalle Forze Armate,
si raccoglievano circa 2500 profughi
di Salaparuta, Gibellina e Poggio-
reale. Don Cogliandro pensò subito a
coordinare le forze a disposizione,
comprese quelle dei volontari.
Nel nome di Don Bosco ad essi
si univano vari ufficiali cxallievi.
Attorno al drappello salesiano si
stringevano presto molti ufficiali e
sottufficiali delle varie armi presenti
alla tendopoli, i quali non avendo il
titolo di exallievi, si dichiaravano
amici di Don Bosco e chiedevano
di collaborare col gruppo.
Nella tendopoli si cercò anzitutto
di creare una sistemazione per fa-
miglie, facendone l'elenco per una
adeguata distribuzione dei soccorsi
che man mano affluivano. Ma il primo
ricovero di emergenza si presen-
tava sempre più p recario, dato il
freddo intendo e le piogge torren-
ziali che avevano reso impossibile
vivere sotto le tende. Bisognava
convincere ad allontanarsi da quel
luogo quella povera gente che, quasi
inebetita dalla spaventosa catastrofe,
non capiva la necessità di dover la-
sciare quelle terre alle quali si sen-
tiva attaccata ora in maniera più
forte, perche tra quelle macerie erano
sepolti tanti cari, oggetto del loro
affettuoso e a volte disperato pianto.
Con opera di paziente persuasione
il drappello di Don Bosco, in col-
laborazione con un gruppo di vo-
lontari di tutta Italia e con alcune
assistenti sociali, riuscivano a siste-
marla in ambienti più sicuri.
L'opera svolta alla tendopoli di
Sirignano ebbe esito così felice che
la maggior parte dei sinistrati optò
per la nuova tendopoli sorta nel
campo sportivo dei Salesiani di Al-
camo, dove attualmente trovano assi-
stenza circa 1200 persone.
Molte famiglie vennero nella casa
salesiana del Ranchibile a Palermo.
L'accoglienza di tutti i confratelli
fu così affettuosa e fraterna che su
quei volti ancora pieni di terrore
cominciò a spuntare un sorriso, che
fu il più bel grazie.
La generosità dei buoni fu mera-
vigliosa: quanti vennero a cono-
scenza della cristiana ospitalità, ga-
reggiarono per alleviare il peso di
tante sofferenze e triste7..ze.
La P.O.A. della Curia di Palermo
ha dato il suo aiuto con un senti-
mento di donazione degno di pro-
fonda gratitudine; cosi la terza fa-
miglia di Don Bosco: i Cooperatori
salesiani; cosl anche la parrocchia
salesiana di S. Luigi.
Ora, a un mese circa dalla terribile
sventura, i nostri tenemotati, a con-
tatto quotidiano con i bravi giovani
dell'Oratorio e dell'Istituto, hanno
un volto più sereno e non cessano di
ringraziare chi ha aperto loro le
braccia con cuore di fratello. In que-
sta circostanza, ancora una volta
ci è stata di affettuoso incoraggia-
mento la parola dell'Ero.mo cardinale
Carpino, nostro amato e zelante Arci-
vescovo, delle Autorità civili e di
tutti gli amici.

2.7 Page 17

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risposto con tanta generosità all'appello del Rettor Maggiore a fa-
vore dei terremotati. L'opera di assistenza, del resto, non è esaurita.
È d i questi giorni una lettera dell'Ispettore della Sicilia al Rettor
M aggiore, che sollecita ancora interessamento per le più urgenti ne-
cessità dei molti ricoverati.
"-DALLA RELAZIONE DEI
T_EOLOG! DI MESSINA · .
Eravamo partiti di corsa, quel
19 gennaio. La stazione di Palermo
ci offrì il primo incontro con gli
sfollati in partenza per terre più
solide. Gruppi di uomini e donne
conI le poche masserizie, ad ogni
angolo. Un bambino dormiva beato
su di una enorme sporta ricolma di
indumenti.
Don Giovannini tornava dalla ten-
dopoli di Gibellina, quando noi usci-
vamo dalla prima riunione di intesa
con l'economo ispettoriale, che ci
aveva illustrato i termini del nostro
compito. Aveva portato da Torino
una grossa somma da parte del RettOr
~Iaggiore, e tante benedizioni per la
nostra impresa.
Saremmo dovuti andare nei vari
centri di raccolta di profughl con
l'intenzione precisa di offrire un
alloggio, una scuola, un campo da
gioco ai ragazzi che sperimentavano
un inatteso campeggio fuori stagione.
L'indomani i quattro preti novelli
concelebrarono. Erano preti da quin-
dici giorni. <1 Saziati del Cibo celeste»,
ora sapevamo cosa portare a quella
gente che aveva perduto tutto. Non
avevamo con noi autocarri di viveri
e di indumenti, ma portavamo il
dono della nostra gioia insieme al-
l'offerta del Retrar Maggiore di tre-
cento posti in case salesiane per i
loro ragazzi.
Quando arrivammo a Sciacca (A-
grigento) era il mattino della dome-
nica 21 gennaio. Eravamo in quattro:
gli altri avrebbero operato nelle zone
delle province di Trapani e Palermo.
Nella hall dell'hotel delle Terme,
una comunità ammucchiata davanti
a un pianoforte a coda gridava:
<< Signore pietà.' Cri.sto pietà! Si-
gnore pietà!». Un sacerdote, scor-
tato da due ragazzini in divisa scout,
celebrava una Messa domenicale in-
solita.
Finita la Messa, prendemmo i
primi contatti con quelle famiglie
che affollavano la sala passando da
un gruppo all'altro a esporre la nostra
proposta. Incertezza, indecisione, at-
taccamento tenace delle mamme ai
figli, furono gli ostacoli che incon-
tranuno fin dal primo momento.
Facemmo subito amicizia con i
ragazzi, che tentavano ancora di
rendersi conto di una situazione così
nuova, creatasi d'un tratto. Ce n'erano
in tutti i buchi, stupiti, .seri, ma
pronti a rispondere a un tuo sorriso.
11 parroco di S. Margherita ci
venne incontro. Alla sua gente fece
vedere la sua fiducia nei salesiani:
avrebbe affidato alla casa di Don
Bosco i suoi due nipotini, due magni-
fici gemelli che frequentano la prima
media. Così anche altri ragazzi si
sarebbero uniti a loro per venire
con noi la sera stessa ad Agrigemo.
Quando arrivammo alla tendopoli
di l\\lontevago su di un'autobotte
dei Vigili del fuoco, era già tardi.
Ma Jungo il cammino avevamo av-
vicinato le famiglie alloggiare sugli
autobus all'entrata di S. Margherita,
che da una settimana servivano loro
da scomodissime roulottes.
l giorni successivi avremmo ri-
portato sugli stessi luoghi la posta
dei ragazzi che ogni volta riuscivamo
a racimolare.
Dall'altro lato il gruppo nostro
con base a Marsala aveva trovato
la cittadina stessa costellata di centri
di raccolta profughi. Una scuola, il
«Cavour» a due passi del nostro
Istituto, ricevette l'assistenza di-
retta della parrocchia salesiana in col-
laborazione con una équipe di uni-
versitari, e la casa offrì ai s1rustrati,
oltre agli indumenti, il cortile, il ci-
nema, il televisore, le docce. Gli
stessi alunni, molti dei quali del Mi-
nistero di Grazia e Giustizia, si die-
dero con entusiasmo a fare le sapo-
nate sulle barbe ispide dei pazienti
sfollati da Gibellina, e soprattutto
a lucidare le scarpe infangate di
tutta quella gente.
«Novanta paia ne ho lucidate!»
si vantava la sera un ragazzino tutto
brio.
I teologi videro lo sconquasso di
Gibellina, Poggioreale, Salaparuta;
lessero negli occhi degli accampati
di Castelvetrano e Campobello il
timore, le angustie, l'ins-icurezza, ma
anche la fede e la rassegnazione.
«Signore, ti ringrazio per quello che
mi hai lasciato, e quanto al figlio che ho
perduto, sia fatta la tua voloutà
esclamava una donna dopo aver fatto
la comunione nella messa funebre,
celebrata nel corridoio della scuola.
Man man.o che gli sfollati cono-
scevano i teologi, affidavano ad essi
con fiducia i loro figli. Da ogni ac-
campamento parti un gruppo di ra-
gazzi e di bambine per raggiungere
la casa salesiana o qualche istituto
di suore, come quello del (( Sacro
Cuore del Verbo Incarnato >l di Mar-
sala o il <, Don Bosco» delle Figlie
di Maria Ausiliatrice di Messina.
In pochi giorni un centinaio di
ragazzi riprendeva la scuola insieme
con i collegiali di Agrigento e di
Marsala. Qualche giovanottino ve-
a.iva ospitato nelle scuole profes-
sionali di «Gesù Adolescente » a Pa-
lermo e di Catania Barriera, o nel
ginnasio del (( San Luigi » di Messina
o al Sampolo di Palermo. Altri ra-
gazzi, per interessamento delle assi-
stenti sociali o dei parroci, continua-
rono ad affluire nelle case salesiane di
Sicilia.
15

2.8 Page 18

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2.9 Page 19

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CA.STELI.O
TERl".SÀ
Chiesa di S. Francesco d'Assisi (via S. Francesco
d'Assisi, n. 11; a un quarto d'ora da Valdocco). Il 6 giugno
1841 Don Bosco vi celebrò la sua prima Messa all'altare
dell'Angelo Custode. Il 3 novembre successivo entrò nel
Convitto Ecclesiastico annesso per completarvi gli studi
di morale alla scuola di S. Giuseppe Cafasso. L'8 dicembre,
festa· dell'Immacolata, nella sacrestia della chiesa, ebbe il
celebre incontro con il giovane Bartolomeo Garelli, che
segnò l'inizio degli Oratori. A S. Francesco d'Assisi si può
vedere il confessionale dove un Santo (Don Bosco) si con•
fessava da un altro Santo (Cafasso).
Il Rifugio della Marchesa Barolo (via Cottolengo, 26;
a 200 metri dalla Basilica). Qui Don Bosco trasferl l'Oratorio
nel 1844 mentre faceva da cappellano nell'Ospedaletto
di S. Filomena.
S. Pietro in Vincoli (in via S. Pietro in Vincoli; a 1O mi-
nuti dalla Basilica) Cimitero abbandonato con portici e
piazzale. Qui l'Oratorio si radunò una volta sola il 25 maggio
1845, perchè la domestica indusse il cappellano a farlo
sgomberare. Come aveva predetto Don Bosco, entrambi
morirono entro la settimana.
I Molassi o Mulini Dora (a levante della Piazza Emanuele
Filiberto, detta Porta Palazzo). Nell'autunno del 1845 i
ragazzi c,lell'Oratorio si radunavano nella chiesa di S. Mar-
tino presso i Mulìni Dora. Ma presto ebbero lo sfratto anche
di là. Oggi al posto dei Mulini sorge un palazzo.
Casa Moretta (demolita per costruire la " Chiesa succur-
sale", a 50 passi dalla Basilica). Consisteva in tre camerette
presso il prato Filippi. Fu sede dell'Oratorio per circa tre mesi.
Il prato Filippi (accanto a casa Moretta). Ultima tappa
dell'Oratorio nel marzo del 1846. Da qui Don Bosco fece
gite-pellegrinaggi al Monte dei Cappuccini, a Superga, alla
Madonna di Campagna. In questo tempo fu ritenuto pazzo
per la sua idea fissa dell'Oratorio. E due sacerdoti amici,
con la migliore intenzione, tentarono di condurlo al vicino
manicomio. È nota la destrezza con cui Don Bosco spedi
al manicomio i due reverendi.
Tettoia e Casa Pinardi (dietro la Basilica). Il 12 aprile
1846, domenica di Pasqua, divenne la sede definitiva
dell'Oratorio. Il 13 aprile il teologo Bore! benediceva la
tettoia adattata a cappella. Affittate poi anche tre stanzette
di casa Pinardi, Don Bosco il 3 novembre successivo vi
conduceva Mamma Margherita, che rimase accanto al
·figlio e divenne la mamma dell'Oratorio.
Santuario della Consolata (in via della Consolata; a
1O minuti dalla Basilica). Don Bosco vi celebrò la sua se-
conda Messa. Nel periodo dell'Oratorio ambulante vi con-
duceva a Messa i suoi ragazzi e continuò a condurveli in
pellegrinaggio ogni anno anche quando ebbe dimora sta-
bile. Nel luglio del 1846, quando Don Bosco si ammalò a
morte, i suoi ragazzi, divisi in gruppi. vi passavano tutta la
giornata in preghiera per ottenerne la guarigione. Più tardi vi
condusse pili volte i suoi cantori. Quando gli morl la Mamma,
andò a sfogare il suo dolore ai piedi della Vergine Consolatrice.
Basilica di Maria Ausiliatrice. Costruita da Don Bosco,
venne consacrata il giugno 1868. Fu decorata nel 1891 e
ampliata nel 1938. In essa si venerano i sacri corpi di San Gio-
vanni Bosco, di Santa Maria Mazzarello e di San Domenico
Savio. Nella cripta sono sepolti, in attesa dell'ora di Dio.
il ven. don Michele Rua e il servo di Dio don Filippo Rinaldi. 17

2.10 Page 20

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Esercizi spirituali 1968
PER COOPERATORI
PIEMONTE
Muzzano Biellese {Vercelli): 7-1 O agosto
Muzzano Biellese (Vercelli): 14-18 agosto (coniugi)
LOMBAROIA
Como - Via Conciliazione, 48: 26-30 giugno
Como - Via Conciliazione,4S: 4-8 settembre
Como Via Conciliazione. 48: 18-21 aattembre (coniugi)
VENETO
Cison di Valmarino (Treviso): 17-21 agosto
Rocca di Garda (Verona): 3-6 agosto
Monterlcco di Monselice (Padova): 24-27 agosto
EMILIA
Bologna: 11-14 agosto
Bologna: 22-25 agosto
TOSCANA
Oasi di Calci {Pisa): 1 -4 agosto
MARCHE
Lorato: 22-26 ago,.to (Cooperatori e papà di Salesiani)
LAZIO
Frascati: 23-27 giugno
Frascati: 27 giugno 1 luglio (coniugi)
CAMPANIA
Pacognano di Vico Equense (Salerno): 17-21 agosto
Pacognano di Vico Equense (Salerno): 8-12 settembre
(coniugi e genitori dei Salesiani)
PUGLIE
Ostuni (Brindisi): 30 giugno-4 luglio
Cenate di Nardò (Lecce): 27-31 agosto (Cooperatori-
Cooperatnci)
LUCANIA
Potenza: 21-26 agosto (anche per coniugi)
SICILIA
Zaflerana Etnea (Ca1ania): 3-7 aprile (universitari)
Zafferana E1nea (Catania): 1-5 agosto
Zafferana Etnea (Catania): 20-24 settembre (anche per
coniugi)
PER COOPERATRICI
PIEMONTE
Munano Biellese (Vercelli): 27 luglio-1 agosto
Muzzano Biellese {Vercelli): 2-6 agosto
Muzzano Biellese (Vercelli): 10-14 agosto
Roccavione (Cuneo) : 25-29 agos to
Giaveno (Torino) : 8-12 settembre
LOMBARDIA
Como: 10-14 agosto (slgnore e signorine)
Como: 5-8 dicembre (signorine)
Varese-Casbeno: 8-12 settembre (signore e signorine)
Zovetallo di Verbania: 15-19 settem. (signore e signorine)
VENETO
Cesuna \\Vicenza): 8-11 luglio
EMILIA
Bologna: 23-26 giugno
TOSCANA
Oasi dl Calai {Pisa): 6 -10 agosto
MARCHE
Loreto: 27-31 lugllo (Cooperatrici e mamme di Salesiani)
Loreto: 27-31 aeosto
LAZIO
Frascati (Roma): 6-9 luglio
Frascati (Roma): 1-5 settembre
CAMPANIA
Pacognano di Vico Equense (Salerno): 23-28 giugno
Pacognano di Vico Equensa (Salerno): 15-19 settembre
(Cooperatrici giovani)
Pacognano di Vico Equense (Salerno): 21-25 settembre
(Cooperatrici)
PUGLIE
Ostuni (Brindisi): 30 glugno-4 luglio
SICILIA
Zafferana Etnea (Catania): 29 aprile 3 maggio
Zaf/erana Etnea (Catania): 29 giugno-3 luglio
SARDEGNA
Cagliari: 17-21 settembre
PER SACERDOTI
PIEMONTE
Muzzano Biellese (Vercelli): 8-14 settembre
LOMBARDIA
Sondrio-Salesiani: 15-21 settembre
LAZIO
Frascati (Roma): 22-28 Httembre
ESERCIZI DI OlllENTAMENTO
(Per giovanì dai 18 ai 25 anni circa. che vogliono appro-
fondire il problema dell'orien1amento della vita).
LOMBAROIA
Como: 17-21 novembre (universitari)
MARCHE
Loreto: 17-21 agosto (signorine)
Loreto: 1-5 settembre (giovani universitari)
LAZIO
Frascati (Roma): 1- 5 lugllo (signorina)
PUGLIE
Santa Fara di Bari: 20-23 marzo (signorine)
Ostuni (Brindisi): 10-13 aprile (giovani)
SICILIA
Zafferana Etnea (Catania): 24-28 settembre (signorine)
SARDEGNA
Cagliari: 11-15 settembre (signorine)
Per iscrizioni rivolgersi al Delegato Cooperatori della locale Casa Salesiana o delle Figlie di Maria
18 Ausiliatrice, oppure di quella più vicina.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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LA........._.MADONNA
~I IENDE
NELLA S11 UA CA~
La Madonna
scrisse Don
Bosco - avanzando e posando un
piede su di un punto del luogo dov'era
apparsa, mi disse: "Qui dove i gloriosi
martiri di Torino Soltttore, Avventore
e Ottavio soffrirono il loro martirio, su
qu~ste zolle che fur()TlO bagnate e san-
tifi.cate dal loro sangue, io voglio che
Dio sia onorato in modo specialissimo ».
Don Bosco dunque, costruendo il
Santuario di Maria Ausiliatrice, ha
eseguito un ordine della Madonna, e
chi vi entra si sente pervaso da quel
senso misterioso di soprannaturale
che si prova quando si entra nella
Santa Casa di Loreto. Anche qui è
stata Marta, sia pure per brevi mo-
menti. Anche sul luogo dove sorge
il Santuario di Maria Ausiliatrice la
Vergine SS. ha posato i.I suo piede.
I numerosi pellegrini che in questo
centenario giungeranno a Valdocco,
avranno la gioia di immergersi in
questa atmosfera di soprannaturale.
Hanno dato il via alla serie dei
pellegrinaggi di quest'anno cente-
nario gli allievi dell'aeroporto di
Ghedi (Brescia), venuti in tre gruppi:
il J5 e 22 gennaio e il 20 marzo. Il
7 marzo c'è stato il Pellegrinaggio
giovanile della Parrocchia di Cevo
(Brescia), il 24 marzo nella Basilica si
è svolta una solenne funzione mariana
organizzata dalla "Legio Mariae." Nei
mesi di aprile e maggio sono prean-
nunciati numerosissimi pellegrinaggi
di istituti e oratori salesiani e delle
Figlie di Maria Ausibatrice, che por-
teranno a Valdocco intere lspettorie
con allievi, exallievi, cooperatori da
tutta la perùsola.
Anche vari parroci stanno organiz-
zando il loro pellegrinaggio parroc-
chiale. È pure in programma un
grandfoso pellegrinaggio di ammalati
nel cortile adiacente alla Basilica.
Il Comitato Pellegrinaggi, costitui-
tosi a Valdocco, è a disposizione per
dare informazioni e consigli circa
l'organizzazione e lo svolgimento dei
pellegrinaggi, li accoglie al loro arrivo
nella Basilica, li assiste nelle visite e
nelle varie manifestazioni. Detto Co-
mitato prepara la Busta del Pellegrino
con il "Numero unico" sul Santuario,
la "Guida di Valdocco" e la "Guida dei
Luoghi salesiani di Torino e dintomi".
Gli Organizzatori possono rivolgersi di-
rettamente al Rettore della Basilica di
M aria Ausilia trice - 10100 TORINO
PELLEGRINAGGIO NAZIONALE COOPERATORI SALESIANI
25 apri/e 1968
I pellegrinaggi si preannunciano
assai numerosi, anche dall'estero. Il
17 maggio, anniversario dell'Incoro-
nazione di Maria Ausiliatrice, sarà
~ EL dia de Espaiia en la Basilica de
Maria Auxiliadora » con liturgie e
canti in lingua spagnola, e si prevede
che il pe11egrinaggio spagnolo sarà
vario e nutrito. Dall'estero finora
sono annunciati anche pellegrinaggi
dalla Francia, dal .Delgio, dall'O-
landa, dall'Inghilterra, dall'Austria,
dalla Germania, dalla Jugoslavia, dalla
Colombia.
Particolarmente affollati saranno i
seguenti pellegrinaggi italiani: Pelle-
grinaggio Nazionale dei Cooperatori
Salesiani (25 aprile), Pellegrinaggio
Nazionale delle Exallieve delle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice (12 maggio),
Pellegrinaggio delle Figlie di Maria
Ausiliatrice (14 maggio), Pellegri-
naggio Nazionale deglj Exallievi di
Don Bosco (23-24 maggio), Giovani
Cantori (29-30 giugno).
A TORINO:
ore 10
S. Messa celebrata dal Rettor Maggiore sulla piazza della Basilica.
Consacrazione a Maria Ausiliatrice.
Durante la Messa: offerta dei doni da parte delle varie regioni d'Italia
e delle sofferenze dei Cooperatori ammalati.
Dopo la Messa: visita alla Basilica, alla nuova Mostra e alle camerette
di Don Bosco.
ore 11,30 Saluto dei Genitori dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice
al Successore di Don Bosco.
ore 12,16 Omaggio del Consiglio Nazionale e dei Consiglieri lspettoriali d'Italia
al Rettor Maggiore.
AL COLLE DON BOSCO:
ore 16
Omaggio alla Casetta natia di Don Bosco.
Grande assemblea con la commemorazione solenne del centenario.
*
PELLEGRINAGGIO NAZIONALE EXALLIEVI SALESIANI
23-24 maggio 1968
Si svolgerà con un programma analogo a quello dei Cooperatori.
I particolari saranno c omunicati a t empo opportuno dalle singole
Federazioni l spettoriali.
19

3.2 Page 22

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I giovani
prendono
11iniziativa
Ecco una fresca e viva relazione
dei Cooperatori giovani di Roma.
Questi "donatori di gioia'' meri -
tano davvero il "disco d'oro"
perché si sono rivelati campioni
nel "Festival della Carità".
IIE UIPE 2411
L a sigla fa moda e la confondono
perfino con« l'Equipe 84 ». C'è un
po di differenza... Un sottotitolo nel
nostro dépliant dice: Organizza1,ione
SERF... «Serenità e Ricreazio11e Fa-
miliare », o meglio: cc Servire E11tusia-
sticame11te R endendoci Fratelli».
}::eco le linee del nostro modesto
lavoro.
L'anno scorso, dopo una serata in
onore dei genitori, il Gruppo Gio-
vanile Cooperatori, soddisfatto degli
applausi, dinanzi a una sala piena
dì amici, si disse: << Tante prove per
un solo spettacolo... E se ripetessimo
il nostro repertorio in altra sede?
Vogliamo rendere felici dei bambini,
degli ammalati, dei sofferenti? Ci
20 stiamo? Se Don Bosco è il santo
dell'allegria, noi saremo dei «dona-
tori di gioia I>>. Un coro di «sì» ac-
cettò la proposta.
Questo l'atto ufficiale di costitu-
zione dell'Equipe.
Fondatori una ventina tra giova-
notti e ragazze. La prima sede, un
palcoscenico; i mezzi, un grande en-
tusiasmo e tanta buona volontà. Se-
condo lo stile salesiano abbiamo ini-
:dato con i ragazzi: gli spastici di
Colleferro. Quanti palloncini in quella
sala! Un gioco di colori, sorrisi,
gioia di possedere un pacchetto-re-
galo pieno di tante sorprese.
li tutto offerto dai giovani e da
qualche benefattore.
Quel sorriso di bimbi felici in un
corpo straziato da un, male tremendo
ci è rimasto nel cuore e ci siamo in-
camminati per la strada delle repliche.
Tutti d'accordo.
Maria Rosa è una giovane impie-
gata presso l'ufficio di una Com-
pagnia di Importazioni ed Esporta-
zioni, Mirella sta con una Agenzia
di viaggi, Claudio è universitario,
Sandro ragioniere, Roberto geome-
tra, Mimmo iJ pianista tra poco par-
tirà per il militare, Rosanna ed Ema-
nuela due sorelle studentesse, Ri-
pepi è da poco maestro. 11 complesso
(4 chitarre e batteria) spesso cambia
perchè desideriamo che molti par-
tecipino all'attività dell'Equipe che
ha pare un manager nell'illfaticabile
Tiberi e un regista nel sig. Mira.
La famiglia sta aumentando.

3.3 Page 23

▲back to top
Dopo l'ultima pausa spirituale di
una mezza giornata di ritiro dei
Centri Giovanili Cooperatori di Roma
e dintorni, nel foglio del gruppo di
studio: "Più che parlare, fare", al-
cuni giovani han letto: << Non c'è vi-
cino a te un piccolo Mato Grosso, o
una piccola India ove operare evange-
licamente? ».
Il giorno dopo sono giunte per
telefono diverse richieste di far parte
dell'Equipe per vivere questa interes-
sante esperienza pagando di persona
(tempo libero e denaro).
Ecco ora una rapida carrellata sulle
ultime uscite.
Sorpresa al Centro Traumatologico
della Garbatella, in mezzo a operai
un po' sospettosi all'inizio {<< che cosa
ci faranno vedere e sentire?... >>), ma
entusiasti alla fine. Commovente l'in-
contro con i Poliomielitici al IV mi-
glio (Roma), ai quali oltre allo spet-
tacolo si donano 70 pacchi befana e
albi della vita di Don Bosco.
La stampa non manca mai. Ai ra-
gazzi gli albi e Duemila, ai grandi
Meridiano I 2, ai giovanotti Dimen-
sz.oni.
Spesso l'assegnazione di libri e
qualche pacchetto di caramelle o si-
garette avviene attraverso quiz di
cultura generale (anche religiosa, ma
ben presentata).
Al Diabetarium di Palidoro (La-
dispoli) sono più di trecento bam-
bini dai 6 ai 18 anni.
Un contatto umano bellissimo. Al
termine della serata, dopo il ringra-
ziamento del sig. Buonavolontà, fra-
tello di Mario Riva, è un accorrere
di bambini e bambine a caccia di
autografi... e scambio di indirizzi.
Ecco sorgere un'altra bella ini-
ziativa in questi incontri.
Nel programmino che diamo al
pubblico in fondo c'è un notabene:
«Cari amici, se volete corrispondere
con qualcuno dell'Equipe, q1.1esto è
l'indirizzo: Via Marsala, 42 - Uf-
ficio Ispettoriale Cooperatori Salesiani.
Scriveteci, risponderemo•>.
Sono subito arrivate le prime let-
tere.
<• Caro Giulio, sono un tuo amrrù-
ratore... ricordo le tue canzoni... Scri-
virrù. Perchè io sono solo e se mi
scriverai mi sentirò meno solo... ».
Firmato: il tuo ammiratore Franco.
Patrizia ( 10 anni) scrive a Gual-
tiero (imitatore della scimmia) per
fargli sapere che da Roma è stata
trasferita a Torino. Non si dimentichi
di lei I .
Come dimenticarsi? Quando fi-
niamo uno spettacolo e vediamo
tanta gioia e serenità nei volti dei
fanciulli e dei sofferenti, pensiamo
che il ringraziare non spetti a loro
ma a noi, perchè essi non potranno
mai sapere il bene che ci han fatto.
Già alcuni di noi stanno pensando
alle Prime Comunioni: diventeranno
padrini e madrine di alcuni ragazzi
abbandonati.
Mentre buttiamo giù queste note,
ci attendono due uscite: al <• Forlani-
ni ò (oltre 800 ammalati), poi all'Isti-
tuto «Mutilatini di Don Gnocchi».
Tante sono le richieste ma non tutte
potremo accettare.
Tra tantiFestival che imperversano,
noi abbiamo scelto di fare il nostro
Festival presso il Preventori.o di Roma
e pensiamo che la giuria (che non è
di questo mondo) potrebbe assegnarci
il "disco d'oro", quello per cui la-
voriamo: il disco dell'amore, della
bontà, della carità.
Didascalla delle foto di pag. 20 e 21 ·
Arrivano carichi di valige, casse e strumenti musicali.
Sono i "ferri del mestiere"
del loro "Festival della Carhà".
Sorrisi di bimbi
felici in un corpo straziato
da un male tremendo.
21

3.4 Page 24

▲back to top
NELMONDO
SALESIANO
CITTA DEL VATICANO. Due nuovi
Vescovi Salesiani
Il Santo Padre ha eletto Vescovo il
salesiano don Ernesto Alvares, deputan-
dolo Ausiliare dell"Arc1vescovo di Gua-
yaquil (Ecuador).
Mons. Ernesto Alvares è nato a
Riobamba (Ecuador) il 2 maggio 1925.
Ordinato sacerdote a Quito nel 1953, ha
tenuto la direzione di due importanti col-
legi a Quito e a Guayaquil.
gliolo, per insigni meriti scientifici nello
studio e nella diffusione dei principi della
filosofia cristiana. È il primo salesiano che
riceve tale onore. La consegna del di-
ploma ebbe luogo il 31 gennaio, festa di
San Giovanni Bosco, per le mani del car-
dinale Michele Browne. Don Bogliolo è
titolare della cattedra dì filoso fia teoretica
nella Pontificia Università Urbaniana e
professore nella Pontificia Università La-
teranense.
Anche Il sacerdote salesiano don Mi-
guel Obando Bravo è stato eletto Vescov'!
e designato Ausiliare del Vescovo d1
Matagalba (Nicaragua) .
Mons. M iguel Obando Bravo è
nato il 2 febbraio 1926 a La Libertad
(Nicaragua) e fu ordinato sacerd_ote ad
Antigua Guatemala nel 1958. Era direttore
dell"aspirantato « Don Filippo Rinaldi »
d1 Planes de Renderos {El Salvador).
ROMA. Il Santo Padre Paolo VI ha an-
noverato tra i Consultori della S. Congre-
gazione per l'Evangelizzazione dei Popoli
il salesiano don Emilio Fogliasso, or-
dinario di Diritto nel Pontificio Ateneo
Salesiano. Com'è noto, la S. Congrega-
zione di Propaganda Fide, pur non per-
dendo l'antica e storica denominazione,
ha assunto la nuova di S. Congregazione
per !"Evangelizzazione dei Popoli.
ROMA. Il 13 dicembre scorso, nell'adu-
nanza plenaria della Pontificia Accademia
Romana d1 San Tommaso d' Aquino e di
Religione Cattolica, è stato eletto Socio
Accademico il salesiano don Luigi Bo-
PARMA. L'S0o dei Salesiani
Gli 80 anni di lavoro dei figli di Don
Bosco a Parma sono stati celebrati con
una nuova realizzazione: i locali del liceo
scientifico. Autorità e cittadinanza hanno
detto ai salesiani la loro ammirata soddi-
sfazione per il lavoro compiuto. Il dr. Pietro
Coruzzi, presidente degli Exallievi. nel di-
scorso commemorativo ha giustamente ri-
cordato le straordinarie benemerenze di
don Carlo Maria Baratta, che ha definito
«un santo. uno scienziato, un trascina-
tore».
GENOVA e CIRO MARINA. Scuole
intitolate a Don Bosco
A Genova in via Coronata, il sindaco
ing. Augusto Pedullà ha inaugurato una
nuova scuola elementare e materna inti-
tolata a San Giovanni Bosco.
Anche a Cirò Marina (Catanzaro) la
Scuola Media statale, che ospita circa
400 alunni, per interessamento del pre-
side e dei professori, è stata dedicata a
Don Bosco.
BRASILE. Giovani che si rimboccano
le maniche
L' «Operazione Mato Grosso» ha fatto
scuola. Un mese dopo, a Belém do Parli
i giovani del terzo corso scientifico del
Collegio di N. S. do Carmo mettevano in
pratica la Populorum Progressio rinun -
ciando alle tradizionali dispendiose feste
della ""formatura·· (licenza) per pensare
alle famiglie povere del sobborgo Sacra-
menta, dove per educare la gioventù po-
vera e abbandonata i salesiani hanno fon-
dato la « Scuola del Lavoro», e le Figlie
di Maria Ausiliatrice la «Scuola Sociale
Auxilium ». A base di rinunzie e di sva-
riate iniziative hanno raggranellato la
grossa somma di tre milioni di cruzeiros,
con la quale hanno comperato due stabili
e ne hanno aggiustato altri tre. Essi stessi
alla domenica andavano a imbiancare e
ad arricciare le pareti. a collocare la luce
e i servizi. Furono cosi sistemate cinque
vedove con tre, cinque e più figli in tenera
età, senz'altro aiuto che quello della Prov-
videnza. Lo stesso Vicario ispettoriale
consegnò a ciascuna di esse la chiave in
una commovente dimostrazione di carità,
cui risposero con le lacrime. Giornali e
radio fecero grandi elogi a questi giovani
che fanno sperare in un domani più
umano e cristiano.
rv 22
Portogallo Una parte degli attori della Radio e
trasmissione della vita di Don Bosco in 30 episodi della
pOrtoghese. eh.e hi"nno
dura1a di 25 manut
collaborato
nella
PORTOGALLO. Don Bosco alla
Radio Nazionale
Durante il mese di dicembre fino al
6 gennaio i Portoghesi hanno potuto as-
sistere alla trasmissione della vita di Don
Bosco realiuata dalla Radio Nazionale
in 30 episodi della durata di 25 minuti
e trasmessi due volte al giorno. Vi hanno
collaborato una sessantina di attori della
Radio e TV. La trasmissione ha entusia-
smato il Paese e ha avuto ottime ripercus-
sioni pedagogiche, socia_li e vocazio~ali.
Il Deleg ato Nazionale dei Cooperatori ha
riveduto il testo e ha dato direttive per la
fedele interpretazione.

3.5 Page 25

▲back to top
P,ccolo lnd,a del Rio Negra cho , ~one un
suo s1rumon10. una specie di ocarina follo
con un grosso seme di pianta 1r0plcele.
S.,n Pio X, pochi mesi prima di
morire, foce comunicare al Reuor
:\\laggiore dei Salesiani don Paolo
Albera il suo desiderio che i figli di
Don Bosco andassero a lavorare nel
Rjo Negro (Brasile). Quella Missione
da molto tempo cm senza missionari
per le gra,issime difficoltà che presen-
tava. E Pio X pensava che i salesiani,
accettando quel difficile campo di
apostolato, n,·rebbero attirato le be-
nedizioni del cielo sulla loro giovane
Congregazione.
Don Albera ne trattò in una se-
duta del Consiglio Superiore il 10 feb-
braio del 1914 e concluse così; a La
difficoltà della Missione e la sua pov"tà
dOfJrebbero a11i111arci ad accettarla~-
I membri del Consiglio furono d'ac-
cordo, e nella lettera di capodanno
del r915 don Albera annunziava ai
Cooperatori l'entrata dei salesiani
nella Missione del Rio Negro, che
definiva: « disagiatissimo e difficilis-
simo campo, che ha già stancato la
robusta fibra di altri zelantissimi
missionari .o.
Il Rio Negro fa parte dcli'Amaz-
zonia e prende il nome dal fiume
che lo attraversa e si getta neU'Amaz-
zoni. Sopra una superficie di circa
200.000 kmq vivevano solo 20.000
bianchi e 14.000 Indi. Il centro prin-
cipalc era San Gabriel. I civili erano
cattolici ma immersi nella più squal-
lida ignoranza. I selvaJ?gi formavano
molte tribù con idiomi distinti. La
loro condizione sociale all'arrivo dei
salesiani era desolante, perchè molti
civi]j erano più barbari dei selvaggi
e la schiavitù, ;\\holita per legge, fa-
ceva gemere gl'Indi sotto il giogo
di coloni bianchi, loro padroni as-
solutj. La maggior parte degli Indi
però viveva allo stato seh·aggio neJ-
1'Alto Rio ~egro.
Tra le difficoltà materiali che i
missionari inconrrnvano c'era la feb-
bre malarica e altre malattie tropicali.
Più se.rie le difficoltà di carattere
morale. C'erano, per èsempio, i serin-
gueiros o estrattori di gomma. Il
missionario doveva essere uomo assai
prudente e delicato, in modo da
guadagnarsi la loro simpatia; in caso
contrario gli avrebbero fatto fallire
la missione. Ora, nei riguardi degli
Indi si davano casi nei quali un mis-
sionario non può rimanere indiffe-
rente. Per citarne uno, ogni anno,
giunto il tempo di estrarre la gomma,
alcuni seri11gueiros rimontavano i fiumi
Uaupes e Içana e davano la caccia
agli lnili obbligandoli con la rivol-
tella in mano ad abbandonare mogli
e figli per discendere nel basso Rio 23

3.6 Page 26

▲back to top
Negro e cacciarsi nei malsani se-
ringaes a estrarre la gomma. Le ster -
minate distanze impedivano alle au-
torità di reprimere tali abusi, ma il
missionario poteva rimanere insen-
sibile ai soprusi di uomini senza co-
scienza?
Tre ordini religiosi erano passati
per il Rio Negro prima dei salesiani:
I Mercedari, i Carmelitani, i Cap-
puccini. Il Vescovo dell'Amazzonia
mons. Costa, quando seppe che i
salesiani avevano accettato la mis-
sione, scrisse: << Il Rio Negro aspetta
i figli del venerabile Don Bosco.
Il Brasile, che già nutre per i sale-
siani tanta simpatia, saprà dimostrare
loro la sua gratitudine per la grande
opera di civiltà che essi vanno a in-
traprendere».
A fare un sopralluogo nella nuova
Missione fu inviato don Giovanni
Balzola (quello stesso don Balzola
che nel numero precedente abbiamo
visto operare da eroico pioniere
nella missione del Mato Grosso).
Giunse a S. Gabriel nel maggio
del 1915 e, memore dei prodigi che
Maria Ausiliatrice aveva compiuto
nel Mato Grosso, volle cominciare la
Missione con un omaggio a lei. Ogni
mattina e ogni sera riuniva gli abi-
tanti di S. Gabriel in una cappellina
improvvisata e raccontava loro le im-
prese straordinarie operate da Don
Bosco per l'intervento di Maria Au-
siliatrice. Il 24 maggio, ultimo giorno
della permanenza dei missionari a
S. Gabriel, don Balzola consacrò
la Prefettura Apostolica a Maria
Ausiliatrice, dichiarando che quello
doveva essere il dies 11atalis della
missione dei salesiani nel Rio Negro.
Il giorno dopo si spinse su per
il Rio Negro verso la frontiera col
Venezuela, fino alle prime maloche
dei Tucanos, sul fiume Uaupes. Vo-
leva costatare di persona quali fos-
sero le condizioni del paese da evan-
gelizzare per riferirne ai superiori
e alla Santa Sede.
Muore solo,
in 11nn baracca
Prefetto apostolico della nuova Mis-
sione fu eletto mons. Lorenzo Gior-
dano, che in vent'anni di lavoro nel
Brasile aveva dato tali prove di for-
24 tezza e di abilità da farlo conside-
rare come l'ideale del missionario
di punta. A mons. Giordano i supe-
riori affiancarono il veterano delle
missioni don Balzola e quattro va-
lorosi coadiutori, di cuì uno, Mi-
chele Bianco, è tuttora in piena at-
tività missionaria a Jauareté.
Giunsero a S. Gabriel per la festa
dell'Assunta del 1916. Primo atto
di mons. Giordano fu la consacra-
zione dei missionari, del popolo e
della prefettura a Maria Ausiliatrice.
A ricordo del fatto scrisse all'ispet-
tore don Pietro Rota che gli man-
dasse una bella statua dell'Ausilia-
trice. Contemporaneamente don Rota
riceveva dalla Spagna una misteriosa
statua di Maria Ausiliatrice, di cui
non si seppe mai nè chi l'avesse
ordinata nè a chi fosse destinata.
Don Rota si affrettò a mandarla ai
missionari del Rio Negro, dove an-
cora oggi sorride dal suo trono nella
cattedrale di S. Gabriel.
Mons. Giordano cominciò il suo
lavoro di avvicinamento degli abi-
tanti del Rio Negro, attraverso viaggi
faticosi in tutte le direzioni. Fu un
lavoro estenuante di tre anni, che
gli costò la vita. In un viaggio mis-
sionario sul fiume Padaury contrasse
febbri paludiche. A stento potè giun-
gere alla foce, dove un'estrattore di
gomma lo raccolse morente e lo
portò nella sua baracca. Là, in quella
stessa notte, l'eroico missionario mo-
riva solo, lontano da tutti i suoi
confratelli. Fu una costernazione per
tutti; anche perchè prima era già
morto un coadiutore, e due altri ave-
vano dovuto lasciare la missione per-
chè esausti. Rimanevano don Bal-
zola e il coadiutore Miguel Bianco.
L'ispettore don Rota volle accom-
pagnare person almente nel Rio Ne-
gro altri cinque missionari, ma du-
rante il viaggio furono colpiti da
violente febbri malariche e due do-
vettero tornare a S. Paolo. In quelle
gravi prove don Balzola pensò al
grano di frumento che se non muore,
non dà frutto, e si persuase che l'Au-
siliatrice andava preparando alla Mis-
sione una grandissima messe di
anime.
Se n'ebbe una prova quell'anno
stesso, quando i Superiori diedero al
Rio Negro un nuovo capo nella per-
sona di mons. Pietro Massa, l'uomo
che in 50 anni di governo della Mis-
sione l'avrebbe portata a una splen-
dida fioritura di opere. Mons. Massa
M lssiono dì Ta1acu6
(Rio Negro• Brasile}.
Il complesso degli edifici
della Missione.
Furono lo prime
costruzioni in muratlJra
di quelle
estesissime selve.
conduceva nel Rio Negro altri tre
missionari, tra i quali lo scrivente.
Si giunse a S. Gabriel il r4 agosto.
Il giorno dopo, presente una folla
di bianchi, indi e meticci, mons. Massa
celebrava il solenne pontificale del-
!'Assunta. Al tramonto, dopo la sfi-
lata i.n processione di que!Ja folla
variopinta, riconsacrava la Prela-
tura a Maria Ausiliatrice e pronun-
ziava parole che suonarono profezia:
t Maria Ausiliatrice - disse - ha
formato Don Bosco e ha fondato le
sue Opere; a lei è affidata questa
missioT1e: pensuà lei a fecondarla di
frutti. DiffondiamoT1e la divozione e
vedremo che cosa sono i miracoli$.
r.;/i indi
'.Jruciano la ma/oca
11 primo miracolo fu la fonda-
zione della Missione tra gli Indi del
fiume Uaupes, i Tucanos, il gruppo
più numeroso degli aborigeni in
quella regione. Era un problema dif-
ficile per mille ragioni. L a Madonna
ci aiutò a .risolverlo. Don Balzola,
lo scrivente e il coadiutore Augusto
Frarnarin erano i componenti di
quella prima missione indigena di
Taracuà. Ci accompagnò lo stesso
mons. Massa, che rimase alcuni
giorni per progettare il lavoro e ani-
mare la piccola famiglia all'ardua

3.7 Page 27

▲back to top
impresa. Come prima abitazione gli
indi ci prepararono una capanna di
6 metri per 12, col tetto di palme
e con le pareti di corteccia di alberi.
La nostra prima preoccupazione fu
di allestire nella capanna una cap-
pellina col Santissimo e l'immagine
di Maria Ausiliatrice. Da quel giorno
in quella solitudine non ci sentimmo
più soli: Gesù e la sua e nostra
Madre erano con noi.
Il linguaggio col quale ci siamo
fatti capire, fu quello della carità.
Anche i selvaggi ci intendevano. La
nostra baracca si riempiva ogni giorno
di uno sciame di ragazzi, che ap-
prendevano a cantare e a pregare.
Poi vennero gli adulti e i.o breve si
formò una vera famiglia che viveva
col missionario la vita più semplice.
Piano piano imparammo la loro
lingua e si passò alla catechesi. La
loro vita cominciò a modificarsi sen-
sibilmente. Cessarono le orgie infer-
nali, si ridussero le liti spaventose.
Gli' indi giunsero a decidere l'aboli-
zione della maloca (abitazione co-
mune di vari gruppi di famiglie, sede
di ogni disordine). Un bel giorno sì
levarono al cielo fumo e fiamme e la
maloca fu sostituita da baracche prov-
visorie, in attesa della costruzione di
case definitive. Questo fu per noi
un grande trionfo. Si pensò quindi
a costruire sul luogo dove sorgeva
la maloca un bel monumento al-
l'Ausiliatrice. Un grande albero uscì
dalla foresta, trasportato dagli indi
e, trasformato in colonna, resse una
statua di Maria Ausiliatrice.
Più tardi la missione fu colpita
da febbri malariche. Dopo molte
suppliche alla Vergine la prova cessò.
Con un monumento in pietra sul
colle che sovrasta la Missione, si
volle ricordare la bontà di Maria
Ausiliatrice. Lo benedisse don Guido
Borra, allora ispettore. Gli aerei e
le imbarcazioni fluviali scorgono d i
lontano la bianca colonna sullo sfondo
della selva. Ancor oggi il monumento
continua ad essere meta di pellegri-
naggi.
Crollano
ra ultime resistenze
Tutti i centri di missione che si
poterono fondare tra le varie tribù
del Rio Negro hanno il sigillo evi-
dente dell'intervento di Maria Ausi-
liatrice. Appena si stabiliva la sede
di una nuova missione, sul primo
altarino provvisorio si collocava uno
stendardo di Maria Ausiliatrice. Quel-
l'immagine per gli indi era come
una calamita. Davanti ad essa pre-
gavano, cantavano, ascoltavano la ca-
techesi. Quando nei vari centri di
missìone passò l'Ausiliatrice Pelle-
gri.oa, suscitò tanta devozione che
anche i più refrattari crollarono e
tra quei poveri indi si videro tra-
sformazioni prodigiose.
C'era la zona dell'alto Uaupes che
presentava difficoltà materialmente e
moralmente insuperabili per prepa-
nre gli indi alla fede. Attraverso le
paurose rapide di questo fiume vi-
sitavo da più anni una tribù che si
mostrava refrattaria alla religione.
Ricevevano bene il missionario, ma
solo per scambiare i loro prodotti
con oggetti di prima necessità.
Pensai di affidare a Maria Ausilia-
trice la conversione di quei pove-
retti. Presi come punto di partenza
il centro indigeno di Jutica. Vi passai
alcune settimane. Gli indi costruirono
una cappella e io la ricoprii con la-
miere di zinco. Vi collocammo so-
lennemente il quadro di Maria Ausi-
liatrice. Nella cappella, sempre gre-
mita, appresero a cantare, a pregare
e a conoscere Gesù e la sua santis-
sima Madre. Numerosi Indi chie-
sero di essere battezzati e di rego-
larizzare il loro matrimonio. L'ul-
timo giorno di missione gli Indi
stessi vollero portare in trionfo Ma-
ria Ausiliatrice e assistettero com-
mossi alla consacrazione del villaggio
alla Vergine. In viaggi successivi
si potè completare la conversione
di quelle creature, all'inizio tanto
restie.
25

3.8 Page 28

▲back to top
"A ogni stazione mons. Alagna
benediceva lo splendido mosaico
che rappresenta una delle scene salienti
del dolore redentore di Cristo".
Altri due villaggi d ella stessa tribù,
Arara e Carurù, che spesso visitavo,
si. mantenevano chiusi alla fede. Pro-
cedetti allo stesso modo: costruzione
della cappella, intronizzazione di Ma-
ria Ausiliatrice, intensa istruzione re-
ligiosa, e tutti si arresero e perseve-
rarono nella vita cristiana.
Vicino alla frontiera colombiana
viveva una tribù Cubena, tutta pa-
gana. La conversione dei tre nuclei di
Jutica, Carurù e Arara lj animò a
convertirsi. Per attrarre il missionario
costruirono una cappella e una ca-
setta per lui; poi lo mandarono a
chiamare dicendosi disposti alla ca-
techesi cristiat\\ll.
Per prima cosa il missionario si
armò di un quadro di Maria Ausi-
liatrice, visto che la buona Mamma
ci aveva sempre aiutati. Poi cominciò
la missione. Mattino e sera si riu-
nivano nella cappella per il cate-
chismo. C'era il grave ostacolo della
lingua (il dialetto Tucano), ma la
Madonna cj aiutò a superarlo e la
conversione del villaggio fu un fatto
compiuto.
Cosicchè sono quattro i villaggi
di indi dell'alto Uaupes che devono
la loro conversione alla Vergine Au-
siliatrice. Ed essi ne sembrano con-
sapevoli perchè davanti alla sua im-
26 magine offrono continuamente i loro
e toccammo il fondo. I due giovani
cercarono di soccorrermi portandomi
alla superficie. Potei respirare in una
breve emersione, ma fui_ nuovamente
travolto. I due Indi dovettero ab-
bandonarmi pcrche i miei vestiti mi
rendevano piuttosto pesante. Avevo
bevuto molto e per quanto mi agitassi,
non riuscivo a emergere. Provviden-
zialmente dalla riva opposta del
fiume alcuni Indi avevano notaio il
nostro naufragio. Non vedendomi ri-
comparire, in un batter d'occhio si
gettarono a nuoto sfidando la furia
del fiume. Improvvis-amente mi sentii
afferrare, poi non percepii altro. Gli
Indj mi portarono sopra un isolotto
e mi praticarono una specie di re-
spirazione artificiale. Dopo aver ri-
messo molta acqua, a poco a poco
rinvenni. Ringraziai quei bravi indi
e promisi loro qualche regalo. Ma
il grazie del cuore fu per Maria
Ausiliatrice che avevo supplicato di
salvarmi.
omaggi filiali. L a storia della loro
cruamata alla fede, come del resto
quella di tutte le altre tribù, rimane
come monumento del suo intervento
prodjgioso nella conquista delle a-
nime a Cristo nelle sconfinate selve
del Rio Negro.
Nel 1939 mi trovavo in Pary-
Cachoeira e avevo mandato alcuni
uorruni nella foresta a prendere legna
per farne degli assi. Più tardi fui a
visitarli per animarli al lavoro. Il
fiume era nel massimo della piena.
Salii su di una piccola canoa e co-
minciai a remare tranquillamente.
Due volte
salvato dalle acque
All'improvviso mi trovai il torrente
sbarrato da alcune liane cadute da-
gli alberi. Pensai di poterle scaval-
Oltre l'assistenza ordinaria della
Vergine, che fu veramente tangibile
in questi 50 anni di missione nel
Rio Negro, vi sono fatti straordinari
in cui Maria Ausiliatrice intervenne
prodigiosamente. D i parecchi sono
stato personalmente testimone ed
anche protagonista, come nei due nau-
fragi subiti.
Nel 1929 ero a Jauareté per pre-
parare la fondazione di quella Mis-
sione. Un giorno attraversavo il
fiume in canoa. Due giovaci Indi
erano ai remi. I n quel punto il fiume
è terribilmente violento, con rapide
vorticosissime. Mi ero aggrappato
bene alla piccola imbarcazione e pre-
gavo Maria Ausiliatrice. Quando giun-
gemmo nel mezzo del fiume, le onde
riempirono la canoa, e noi in un
istante fummo travolti dalle acque
care con un forte colpo dj remo,
ma sbagliai i miei calcoli perchè
all'istante la barca fu inondata e,
come dieci anru prima, mi trovai al
fondo del fiume. Mentre l'acqua mi
sommergeva, mi uscì fervida l'in-
vocazione a Maria Ausiliatrice. Ed
ecco in fondo al fiume una fortuna
insperata: un ramo conficcato nella
sabbia. Aggrappandomi a quello,
riuscii a tornare a galla. La barca,
piena d'acqua, sfiorava con il bordo
il pelo dell'acqua. Potei a fatica svuo-
tarla un poco e vi montai sopra
prendendo la via del ritorno. In
quel naufragio la corrente mi aveva
portato via gli zoccoli e il casco
equatoriale. Alcuni pescatori videro
galleggiare quegli oggetti e il primo
loro pensiero fu che io fossi naufra-
gato, perchè sapevano che non ero

3.9 Page 29

▲back to top
esperto nel nuoto. E molti corsero a
dare l'allarme alla Missione, mentre
altri si diressero verso il luogo del
naufragio. La Missione fu tutta sos-
sopra. Un'intera flotta di canoe venne
in mio soccorso, e quando mi videro
remare nella mia canoa, proruppero
in prolungate grida di gioia.
Il "vapore Ausiliatrice J>
riemerge
ll percorso tra S. Gabricl e Santa
lsabel in certi punti è pericoloso
per le fortissime correnti del fiume
e per le pietre che, celate dall'acqua
vorticosa, non si scorgono, ma sono
il più terribile nemico di chi naviga
questi fiumi.
Si sentì quindi il bisogno di met-
tere la nostra imbarcazione sotto la
protezione di Maria Ausiliatrice e fu
battezzata «Vapore Ausiliatrice >>. In
vent'anni di servizio il motore fun-
zionò sempre con regolarità e si
superarono tuttì i pericoli. Ma un
giorno, nelle vicinanze di S. Gabriel,
il pilota non vide una grossa pietra.
L'imbarcazione vj si abbatté contro
con tanta violenza che si apri una
grande breccia nella prua. L'acqua
entrò in quantità. Il vapore cominciò
a indietreggiare e per quasi 100 metri
si lasciò trascinare dalla corrente,
fino a che affondò nel punto dove
il fiume era più profondo. Oltre al-
l'equipaggio di cinque uomini, c'era
una suora con un gruppo di allieve,
che si recavano a S. Gabriel. Furono
grida di spavento e di aiuto alla
Vergine Ausiliatrice. La suora e le
ragazze furono salvate da abili ma-
rinai. Ma il fatto più prodigioso sta
nella ricomparsa del vapore. Durante
la notte avvenne un fenomeno che
nessuno seppe spiegare: il livello
dell'acqua si abbassò talmente che
il vapore emerse tre metri fuori
dell'acqua. 11 fiume ha sempre i
suoi periodi di piena e di secca,
Ma per passare da un;1 piena a una
secca impiega dei mesi. Solo I'Ausi-
liatrice potè compiere il miracolo
del passaggio del fiume dalla piena
alla secca in poche ore. Potemmo
così non solo ricuperare l'imbarca-
zione ma anche, in parte, le merci.
L'Ausiliatrice
lo riconduce in missione
Se chi scrive è ancora al lavoro nel
Rio Negro nonostante i suoi 79 anni,
lo deve a una grazia di Maria Ausi-
liatrice.
Nel 1942 ero direttore a S. Ga-
briel. Da tempo la mia salute non
era più quella di una volta. Er:o di-
magrito, avevo tutti i giorni febbre
e sentivo una debolezza estrema. Un
giorno, in uno sforzo sul lavoro, ebbi
un'abbondante emotisi. L'ispettore
don Guido Borra mi obbligò a scen-
dere a Manaus per una radiografia.
Il referto diede: «Vaste ulcerazioni
al polmone destro>>. A quei tempi
non era facile guarire da questa ma-
lattia. Ma io pensai che Maria Au-
siliatrice avrebbe potuto fare qual-
cosa per me anche questa volta e
mi affidai totalmente a lei. Volli
però ubbidire ai miei superiori che
m'inviarono a S. José dos Campos,
ove trascorsi tre anni col servo di
Dio don Rodolfo Komorek, dal quale
ricevetti tanti esempi di santità.
Mi sentivo guarito, ma i medici
mi proibivano assolutamente di ri-
tornare nel clima dell'Amazzonia.
Chiesi allora a Maria Ausiliatrice una
seconda grazia: riprendere il lavoro
missionario. Ed ecco che un famoso
tisiologo, nostro exallievo, dopo un'at-
tenta visita, mi autorizza a tornare
al mio Rio Negro. Da quella data
sono passati 22 anni e ho sempre
goduto ottima salute, pur lavorando
piu di prima. È l'Ausiliatrice che
mi ha ricondotto in missione, come
l'avevo pregata con tanto fervore.
Significato
di un monumento
Per le feste cinquantenarie della
Prelatura, sulla vetta della collina
che sovrasta la Missione si volle
costruire un monumento a Maria
Ausiliatrice a perenne ricordo delfa
sua materna protezione. Fu inaugu-
rato il giorno dell'Assunta del 1967.
Lo benedisse il mio successore mons.
Michele Alagna, presente l'Ispettore
don Luigi Venzon e le autorità. Sul
sentiero che s'inerpica tra rocce, ba-
nani e palme, ci precedevano due ali
oranti di Indi giunti alla missione
a piedi e in canoa fin daUe prime ore
In Missione non mancano di addestrare
i piccoli indi a coltivare la terra,
perchè ai truttl di caccia e di pesca
-Si aggiungano quelli dei campi.
del mattino. Nella salita alimentavano
le preghiere le stazioni della Via Cru-
cis, che gli abitanti della zona hanno
voluto offrire ai missionari per il
lavoro di civilizzazione compiuto in
quelle terre un tempo tanto abban-
donate. A ogni stazione mons. A-
lagna benediceva lo splendido mo-
saico che rappresenta una delle
scene salienti del dolore redentore di
Cristo. Mi commoveva lo slancio con
cui il coro degli Indi rispondeva alle
preghiere che iniziavo: erano gli stessi
indios che avevo visto nascere e cre-
scere alla vita cristiana nei miei qua-
rantasei anni di missione tra di loro.
La concelebrazione che ebbe luogo
sulla vetta, prima della benedizione
del monumento, fu come una sin-
tesi di tutte le Messe che in questi
cinquant'anni si sono celebrate nel-
l'immensità della selva. Dall'alto la
Madonna sorrideva a quella folla di
devoti che rappresentavano in quel
momento tutte le comunità cristiane
della Missione. A notte si accesero
tante luci, che parvero moltiplicare
i sorrisi dcli'Ausiliatrice sui suoi figli
del Rio Negro e soprattutto sui suoi
missionari: essi da mezzo secolo si
prodigano in un lavoro estenuante
per la difficile conquista del Rio
Negro a Cristo e alla Chiesa.
MONS. GIOVANNI MARCHESI 27

3.10 Page 30

▲back to top
Grazie, Maria Ausiliatrice!
Il 18 agosto scorso, un gruppo di
allieve della. seconda media del Col-
legio Maria Ausiliatrice di Lima sal-
tellava aUegrarnente tra le rocce del
fiume Rimac, sotto le carezze del-
l'incantevole sole di Chosica. Erano
le trè del pomeriggio, quando all'im-
provviso si udì gridare: «La corrente!
La corrente!... Fuori! La corrente!».
Poco sopra avevano aperto le chiuse
senza preavviso, e a pochi metri,
sulle tranquille acque, avanzava rug-
gendo un'immensa e furiosa ondata.
A quello spettacolo le ragazze, ab-
bandonando ogni cosa, ebbero ap-
pena il tempo di raggiungere la
sponda.
Ma quattro di esse rimasero nel
mezzo del torrente, sulle rocce; la
più sfortunata fu raggiunta daJl'on-
data, che la scaraventò tra due im-
mense pietre, le quali prodigiosa-
mente impedirono che fosse travolta
dalla corrente, mentre la furia delle
acque la copriva quasi completa-
mente. Alle grida disperate delle com-
pagne, sopraggiunsero due signori,
uno dei quali, mosso da una ispira-
zione misteriosa, era venuto sul po-
sto munito di una corda.
Dopo lunghi minuti di lotta con
la violenza della corrente, durante i
quali non si sentivano che singhiozzi
e preghiere alla nostra Mamma Au-
siliatrice, quasi soffocate dall'india-
volato rumoreggiare del fiume, ecco
1ìnalmente in salvo le quattro nostre
povere e care allieve. Grazie, Maria
Ausiliatrice! è il grido che irrompe
spontaneo dalle tue figlie ricono-
scenti.
Lima (Perù) Collegio Maria Auxiliadora t
La Direttrice e le Allieve
Evita di passare un anno
in casa di cura
Il S ottobre 1967 ricoverai d'ur-
genza all'ospedale Maria Vittoria il
mio bambino di anni 5 per emotisi
sospetta di T.B.C. Gli accertamenti
risultarono positivi e fu prescritto
28 il ricovero immediato in una casa di
GUARIGIONE ISTANTANEA
DEL TEOLOGO CINZANO
Di questa testimonianza di grazia
ottenuta dal teologo Cinzano, pre-
vosto di Castelnuovo d'Asti, si con-
serva nei nostri archivi il testo auto-
grafo di don Gioachino Berto, se-
gretario di Don Bosco, con corre-
zioni e aggiunte di mano di Don Bo-
sco stesso. All'autografo di don Berto
va unito un foglio pure autografo di
don Ascanio Savio, viceparroco del
graziato. che completa la narrazione.
Il fatto avvenne il 2 ottobre 1$67,
prima ancora che fosse consacrata
la chiesa di Maria Ausiliatrice.
Il teologo Cinzano meritava che Ma-
ria Ausiliatrice compisse il miracolo
perchè aveva aiutato il giovane Bo-
sco a percorrere la dura via che lo
portò al sacerdozio, con !'-affetto di
un padre, a cui Don Bosco corri-
spose con affetto di figlio affel!iona-
tissimo. Le Memorie Biografiche ri-
portano una lunga. affettuosa poesia
composta dal "Ch. Bosco Giovanni"
il 13 giugno 1840 per l'onomastico
del teologo Cinzano. Negli ultimi
anni il buon teologo aveva già de-
ciso di rinunciare alla parrocchia e
di ritirarsi a Valdocco, « per pre-
pararmi - diceva - agli ultimi mo-
menti di vita e, sotto il manto di
Maria Ausiliatrice, partirmene per
reternità ».
cura per un minimo di un anno.
Allora chiesi a Maria Ausiliatrice,
con tanta fede e convinzione di otte-
nerla, la grande grazia che mio figlio
uscisse dall'ospedale prima che finissi
la novena consigliata da Don Bosco,
che le future lastre risultassero ne-
gative e che il mio bambino guaris:;;e
perfettamente del suo male, come se
non l'avesse mai avuto. Due giorni
prima che finissi la novena alla Ver-
gine Ausiliatrice, mio figlio usciva
dall'ospedale; gli accertamenti fatti
dal Consorzio antitubercolare di To-
rino .risultarono negativi; ulteriori ac-
certamenti più scrupolosi (schermo-
grafie e visite specialistiche) fuiono
tutti assolutamente negativi. Ora mio
figlio gioca felice, sano e pii1 vispo
di prima. Sia lodato il Signore che
ci ha dato un'Ausiliatrice cosi pre-
murosa e tempestiva nell'aiutarci.
Torino
ARMANDO FARINA
<< Chi entra nella chiesa dedicata a
Maria Ausiliatrice in Ton·no, ne vede
le pareti, la sacra lmmag,:ne e l'al-
ta, e ornati di una svariata quantità
di t•oti che ricordano dfrersi segnalati
benefizi, che l'Augusta Regina del
Cielo ottenne ai suoi divoti. Uno di
essi attesta la repentina guarigione
dalla sordità del teologo Antonio Cin-
zaM, prevosto, vicario foraneo di Ca-
stelnuovo d'Asti.
Fra i molti incomodi che travaglia-
vano la cagionevole sanità di quel buon
Pastore era la sordità, che lo rende'l)a
inetto agli affari più importanti della
parrocchia, specialmellte ali'assistenza
degli infermi e alle e<mfessùmi dei fe-
deli. Dopo diciotto mesi di peggiora-
mento il suo malore giunse a tanto
che non capi,•a ne1nmeno più lo pa-
rola pronunciata con tutta gagliardia
vici,io all'orecchio. È difficile immagi-
narsi quale cordoglio cagio11assegli tm
simile stato. li ri11crescimento di rum
poter compiere i suoi doveri dege1U!T"ò
in tetra malinconia, che finiva di ro-
vinare quel po' di sanità clze ancora
gli rimaneva.
,
Avendo inutil111e11te fatto prova di
ogni ritrovato dell'arte, pensò di ri-
Cl HANNO PURE
SEGNALATO GRAZIE
Accornero Maria - Achini Franco - Agostinis
Lina - Aiello Tina - Allegro Giuseppina Amari
Pao1à - Amerio Amalia - Andreo Giovanni -
Andriolo fam, Angeli Ida - Angelino Anna -
Arfinengo Adrian• - Artesi Palmina - Asciati
Teresa - Bacino Franta • Baggio Emma - Bai
Bruno - Balbiaru, Giovanni - Baldiotto Filomena -
Balosso Gilll!eppi.na - Bara<:co Ter..a - Bu,avalle
Gior"J{io - Barberis Edda - Barbieri fam. - Bari-
cutti Maria - Nattallini Staffolani Maria - Belli
Lufan - Bellini Elsa - Belmondo Peinno Teresa •
"Belmonte Fiorito Vittoria - Beltramo Felicinn -
Benazzo Maddtllen• - Deqiero Elda - Bcrguct
Giuseppe - Bemardelli Lalln - Bemardini Rosfoa -
"8erra Irene - Benetti Su,,fino - Bertoldi Lena -
.Bettoni Erminia - Bettoni Bosco ins. Giovanni -
Birocco Odilla - .Risone coniugi - Bollino Gio-
,·anno. - Donato Maria - Bonnic.i $cinica Caterina -
DOT'diglia Annamaria - .Borzese Delia vcd. Solari -
Bosco Emilia - Bottallo Maria - Brfglia Irma -
Brozz~tti Genùna - Brunet Gabriella - Brune<
Giovam\\l - BucchiCri Antonina .... CaffonJ Vitto-
rina - Cagnani Emmo - Ca, T.,res,na - Calktti
Giu•eppina - Camlluo Luciana - Canavese Alma -
Coppellazii Dorotta - Cappellini Elisa - Ca.nilno
Pina - Carena Carlo - Carlando Giovanni - Carli
Puzzati lncs - C=ne Pierina - Castellana Cc-

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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correre alla protezione della Vergine
Ausiliah ice.
«Oggi - diceva - ·coglio racco-
mandarmi a questa bU011a Madre nella
santa Messa, e se, come tanti otten-
nero, potrò a11ch'io essere Liberato da
questo mio miserabile stato, farò u11'of-
ferta per la chiesa testè costruita ùi
Torino».
Ciò detto si veste dei sacri arredi,
va ali'altare e cominciQ: In nomine
Patris etc. Colui che serviva la Messa,
secondo il solito, risponde a voce alta
quanto poteva. «Più sottovoce - dice
il Prevosto - mi stordisci con queste
parole». E continua: ludica me Deus
etc. L'altro rfrp<mde con voce tuttora
ele'l.,ata. Ma il celebrante dice recisa-
mente: «lo odo, parla più sottovoce,
la Mado11na mi ha fatto la grazia•>.
<< Niu110 - raccontava - può )arsi
giusta idea della commozione che
provai nella celebrazione di quella
memoranda Messa. Ora mi cade1.'ano
le lagrime, ora innalzavo giacula-
torie di gratitudine alla Santa V er-
gine Ausiliatrice. Ma il pensiero do-
minante era di dare a quel f alto tutta
la pubblicità possibile, affmchè fosse
ovunque glorificata l'Augusta Madre
del Salvatore ad esempio di chi, tra-
vandosi in gravi tribulazioni, volesse
fare a lei ricorso •>.
Terminata la Messa e giunto in
sacrestia, le sue prime parole ftAro,w:
<( lo sono guarito, Maria Ausiliatrice
mi ha fatto la grazia •>.
Egli raccontava spesso questo fatto
con grande c011tpiacenza e desiderava
che venisse quanto prima pubblicato».
In conferma di quanto sopra il sa-
cerdote Savio Ascanio, allora vice-
parroco di Castelnuovo d'Asti attesta:
«La sordità del nostro prevosto era
giunta a tal segno che non udiva più
il suono gagliardissimo del campa-
none. Quando partì dalla casa par-
rocchiale per recarsi a celebrare la
S. Messa, il giorno della festa degli
Angeli Custodi, era affiittissimo e aveva
fatto piangere la fantesca perchè cre-
deva parlasse espressamente a bassa
voce per fargli dispetto, mentre ella
grida1.'a con qua1lta voce aveva in gola
per farsi capire, sebbene inutilmente.
li prevosto diceva che ricuperò l'udito
tutto a un tratto nel cominciare In
nomine patris nella S. Messa. Re-
duce dalla chiesa, sembrava pazzo
per la straordinaria contentezza. Chia-
subito i·t vicecurato facendo una
lunga e cosi concitata scampanellata
che sembrava volesse strappare la fune
del campanello. Disceso il vi.cecurato,
gli raccontò come la Madonna gli
avesse ottenuta la grazia e come era
suo fermo proposito di recarsi alla
chiesa di Maria Ausiliatrice per rin-
graziarla. Ciò fece quanto prima con
molta divozione •>.
Don Bosco di sua mano aggiunge
quanto segue: ~ Quel dl che venne a
compiere quel!'atto religioso sembrava
fuor di sè per la contentezza. Cele-
·brata la santa Messa all'altare di
Maria Ausiliatrice, 110n finiva più
lungo il gioT110 di raccontare la grazia
ottenuta magnificando la grande po-
tenza di Maria. Di poi per dare an-
còra uno sfogo alla sua divoz,ione
volle salire sulla cupola della chiesa
per toccare e baciare i piedi della
statua dorata che rappresenta colei che
La Chiesa proclama potente Aiuto dei
Cri-stiani. Ciò cagionò grande mera-
viglia, attesa la sua avanzata età e
la sua sanità da molto tempo cagione-
vole. È poi degno di attenzione che
fino a tanto che visse, godet:a assai
quando aveva qualche occasione di par-
lare della Madonna incoraggia11do tutti
a fare con fede a Lei ricorso nei bisogni
della vita •>.
lcat<: - Castelli Olga - CastiRlioni Errulio - Caval-
lero Afess•nd111 - C avoretto Piera - Cenedese
Licia - Cerutt! Maddalona - Chlabod Celestino -
Chiaren• An11ioline - Cbiola •uor Lucia - Chiola
Cnvalda - Cignolì Luigi e Ma.ria Tereo - Cirin-
cion<> Fillppa - Cistcrnino comm. Leonardo -
Civoj Guglielmo - Col• Mana - Colli sorelle -
U,lombo Emilia - Conrotti Ansell'/\\0 e Lena -
Conri Luigina - Convento Angelica - Cortinovis
Giuseppe - Cosra.ntino Antonio .. Costanz:i ,.reo-
doro - Cunella Maria - Cun:i M,uriz.io - Daglieli~
Antonio - Oogos,ini Anna - D'Alessio Virginia -
Dal I'ra Gjna - Oamiani Eledi• - David Giovan-
nina - De D,onjgj Carlo - Dedoni Maurizio -
D,I Conte An11ioleun - Oellapé Graziella - Del-
l'Oro Giacàmo - Delpiano Rosali• - DellSi Pua-
giani Michelina - Di Flurio lvi.aria ROBeria -
Di Mario Francesco - Di Pino Rosa - DJ Tommaso
Anna - Dogicr Candiwt - Dolce Lina - Dondeynaz
Favre Anr\\ita - Donde;~naz: G. Batrista Dur:accio
Aurora - Elia Piera - Elia Gianvinoenzo - Fals ini
J\\1aria - F-nmbrini Giulia - F-itrinn Teresa - Fernni
Anna - Fnrtro Angela - Furcro Luigi - ~-ilippa
Angelo - Fiorcm;a Maria - Folpini Rita - Fornelli
Giuseppe - FN1cchia G. - Franchino Giovanni -
Fra.neo Cada - Fra.DC'o MB:rin- Fru.ncone Domenicn-
Fn.nzoi Edoardo - Fumi• Edoudo - F\\1mia Fn.n-
cesco • Oaddi Tcr94 - Gai Ujnello Giuseppim1 -
Gallino T ere•• - Gallo Rina - Garello Lina -
Ganttò fam. - Castaldi Corm"" - Gerolla Rosa
ved. Bursi - Geremia Anna - Gervasi Franca -
Ghione Silvann - Ghiozzo Pina e To1ò - Gum-
nullo Pina - Cinolino Teresa e Anna .. Giovanetti
Teresa - Gnolfo Angelo - Colin Fulvia - Goria
Llliginn - GQrrino C1ovann1 - Graziano suor
Vincenza - ÙUlll'dabosso Giovanni GuazzQtti
Giuseppe - Guizo Maria • Ieve Laura - lntraina
Maria Teresa - lnverni.zzi Maria e Caterina ..
Lau.roni Enrica e Paola - Lencioni Anna - Liardì
Anlonio - Liard1 Giovanni - Lipari Ro$A - Lom-
bardi Maria - Longjnotti Paola - Lo Re Teresina e
Adel• • Lorenzi ~testina - Losance Carmelina -
Lovem Giuseppe - Lunghi Gilln Luigi - Luraschi
Pierina • Maga Moria - MagaraciMarisa - Magno=
Carlo - Mainero Frnncesca • Malna1i Bial'\\èa -
Mameli Bonaria - Mancuso Concettina - Mon-
zini L. - Marchetti Dirce - Marchi Ines - Mar-
chisio Maria - Margarini Maria - Marinaro Eugenio
- Marirn, prof. Luigi- Marnt Raffaellino - Martina
Marco Domenico - Marllnasso Dòsio Teresina -
Maninelli Franca e Paola - Ma:rtinez dott. Mario
• Martinotti l\\llàrgherita - Mottioli Domenica
Ma2>è0 Angttlo - Monillj Alberta - Mauoleni
Francesco - Merendi Enrichetta ... Men.a.no Co-
rinna ved. Ca.aie - Mesioni Ca,-aiore Antonietta -
Mcsturino Catcrinn - Me=salrrui Nunziata •
Mi~i•sso Maddalena - Milani Vittorio - M,in-
ghclli Moria - Minghi Dino • Molìneris Caterina
Molino Maria Mollo Marghcri.. - Monto.ruu-o
Ciu.seppina - Montcbcllo Francese.bina - .ft.1on-
ticonc Gi..c,nta - Mori Marghmw - Moricll,
Silvin - MarUrino Piero e Marisa - Morullano
Ignazio - MU11otto Adele - Navarctti 80felle -
Negro Rin-a - Nerone Giusti.na - N icoti Luisa. -
Nioolini Lujgia • Nordio Anita - Novarina Ardito
- Obut M. Teresa - Oggiono Giuseppino - Oli-
vero Ter~sa - Orrù Corda Giov8,.Wll - Osti Gior-
gio - Ottolini Liittuata Antonia - Paccagnella
loltrnda - Parodi Attilio. Po.rodi Moria e Gemma•
.Pa~tti immacolata - l'e.rego Lall.NI. - ~errone
Cosimo - Pern.lia Placido - PocbiM Mari11 -
PaUotQ Carlo - Porporato M. Maddllleru, - Poz-
zati Maria - Prandini Guido - Prestianni Fel.icina -
Provedelli l vana - Quadrelli A. - Quagliotto Si-
l!;nento Lucia - Qwinieri do11 Vuco - ludllelli
Manio - Rava Giuseppe - "Raven Susanna Dome-
nka - Reina Alfonso - Reocaldani Stefania Giu-
ditta - Rinaldi Adele - Rinaldi Astori Clotilde -
Rivota Soave Marta - Robiaoo Fi<,rentirul - Roc-
cltietti Anna - Rolando Cesare - Ronco E~cnio -
Ronco Luisi - Rotolone Madide - ~upil Irene •
Salis Angela - Salvoni lno - Sandianigi Bàgidà -
Sanguinetti Petrelli Nina - Sanna 1,"rancesca -
Sapariti Luisa - Samucci Pietro - SaasoteW Ma-
ria - Sasso Maddalena - Savino Carlona - Sbor•
zella Geltrude - Scacheri Giannina - Scotto Maria
Grazio - Selvolini don Modesto - Sesiani M..d-
daleno - Siffredi 'Bianca - Simeoni Marco - Si-
rnonetti Caterina - Siroci Rusirìrello M. Anto-
nietta - Sordo Celeste Maria - Stanchi Angela -
SWlZDlli Olga - Strinati Gio~gio - Strocco Lorenzo
- Stuno Alessandro - Tat11bi1 Sebastiano - Taran-
tino Angela Tmlito J':dilla Tavella ÙiuseP•
pina - Terzoli Guasco Flora - Tesoro Enu -
Testo Corcnclina - Tibie Ce,are - Tomn$llli Gia-
como - Torre Plaeida - 'l'rescbio Elda - Tricem
Gius~pina - Triolo Mario Gioconda - Turco
Giuseppina - 'l'urico Ivo - Vaccari Gino - Vacca-
tono Ron - Valetti Angiolina - V11!1011e Ro&J!ia -
Vcdovelli Eli.sa ved. SonllOlin - Ven:ellone Enrico -
Verducci Clara - Verni ]\\,[Arco - Vero Luo(ano -
Virdis Luigi - Vitali Giuseppino - Vittone Lui;r1
e Clarn - Vivaldi Muddnlenn - Vogliottl coniugi -
Znndorul Giuseppe - Zannlni Andrea - Zappuila
Concetta - Zingale Ernesto - Zo11ea Guido.
29

4.2 Page 32

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Una guarigione improvvisa
La mia bambina era affetta da
cratitc virale sin dallo scorno ~cnnaio.
I giorno 7 aprile giunse il quadretto
di San Domenico SaYio, che avevamo
chiesto per compiacere la piccola
Corrada. 11 pomeriggio dello stesso
giorno, sottoposta a una visita medica,
fu dichiarata guarita. Attribuisco
questa guarigione improvvisa all'in-
tercessione di San Domenico Savio,
al quale l'avevamo chiesta con insi-
stenti preghiere.
Pano/lo (RagW1a)
LINA l'ARAOX
Per sei m esi tra la vita e la morte
A causa di un vioiento investi-
mento automobilistico, la nostra bam-
bina riportò ferite così gravi che
rimase per diversi mesi tra la vita
e la morte. I nvocammo con piena
fiducia l'intercessione di San Dome-
nico Savio, di cui siamo tanto devoti,
affiochè ci salvasse la nostra cara
bambina. E Domenico Savio ci
ascoltò. La piccola Claudia è ritor-
nata a casa con çioia di tutti. Ora
attendiamo che il nostro Santino
ne completi la guarigione. A questo
fine chiediamo la carità di una pre-
ghiera.
Bruino (Torino)
A."INUlALH E LORENZINA DESTEFANIS
Da quel momento
si ridestò la speranza
Per diverso tempo nostro figlio
Giulio è stato m gravissime condi-
zioni di salute, colpito da febbri
altissime. Nessuna delle cure pra-
ticate riusci a stron care la fobbre.
l n quella occasion e u na nostra amica
ci portò l'abitino di San Domenico
Savio. Da quel momento il bambino
aprì gli occhi verso la mamma, con
un sorriso che ci ridestò la speranza.
Pian piano le for-le che da tempo
aveva perduto ritornarono, e nostro
figlio, dopo una lunga degenza, si è
r i s t a bi li t o .
FAMIGUA VE(;CIU
Un caso su mille...
~1ia figlia fu portata d'urgenza
all'ospedale. I dottori curanli, vi-
stane la gravità, mi dissero: Per
un caso su mille ci può essere la
possibilità di salvezza». lo, mgo-
sciata per tale diagnosi, trovai con-
forto nella fede in Dio e nella fiducia
in !:>an Domenico Savio. Le posi
indosso l'abitino del Santo e dissi ai
dottori: «Facciano tutto quello che
possono per salvarla; Dio farà il
resto•· Poi mi ritirai in un angolo a
pregare e a pian~ere.
Domenico Savio fu sensibilissimo
e premuroso alla mia richiesta. I n
breve la figlia migliorò e dopo pochi
giorni usci dall'ospedale.
Cara1lio (Cuneo)
ELISA BELTRAMO
Manune premiate
nella loro fede
La signora Giovanna Borda Bos-
sana (Pinerolo - Torino) attesta·
«Eravamo sposati da sei anni, quando
dopo averla tanto desiderata, una
bimba ci è nata morta. Grande fu
i l nostro dolore, ma anche grande
fu in noi la speranza di un nuovo
dono di D io, di una creatura tutta
nostra. Affidammo il nostro desi-
derio a San Domenico Savio e pro-
mettemmo di far pubblicare la grazia
sul Bollettino Salesiano, se cc l'avesse
ottenuta. Indossai il suo abitino e
sperammo. La nostra fiducia fu
premiata con la nascita di un bimbo
bello e sano, nascita che ha del mira-
coloso, perchè i medici temevano
seriamente che non sopravvivesse.
Al nome di Marco, unimmo quello di
Domenico, in segno di riconoscenza
al caro Santino•·
La sigllora Licia Nisi (Ancona) ci
scrive: Vari specialisti da me in-
terpellati avevano detto che il bam-
bino non sarebbe vissuto. Avuto un
abitino di San Domenico Savio, mi
sono rivolta a Lui con tutto il mio
cuore di mamma. Al settimo mese mi
dovettero ricoverare in clinica: iI
barnbi no era stato dichiarato spac-
ciato da tutti e anche a me davano
poche probabilità di vivere. La sala
operatoria era pronta, i medici si
susseguivano al mio capezzale, ma
io avevo fiducia e pre~vo. Dopo
una notte e un giorno d1 sofferenze,
è nato un bambino, che ha avuto
ancora bisogno dell'aiuto di San Do-
menico Savio perché fortemente ane-
mico e prematuro, ma oggi è nor-
male cd e la gioia dei genitori e del
fratellino i>.
Maria o., Colle (Moi:liano T\\') pt"r a,-.,r
Ott<'nutn l'in,pcr:ata guuil{innc del fratdlo
invt>c:ando San D<lm<'nico Savio, si i: prn-
posu di aiutare mcns1tm..ntc l'opera a■lc­
siana.
Beatrit>c Pczzoni (Costn dl:' Nobjlj - PV)
preoccupal:ll per il suo nascituro si raccomandò
a S. D. S. e ogni c<lsa • avolsc senza c:omph•
caz,oni.
Suor Martbc rita Ptt05ina, F. M. A. (Bagnolu
CX) racc:ornandb <'On la fomillha a S. O. S.
un nipotino ammnlnto di enterite 1tc:utn,
grnve d11trolìa, bronchite spastica. Perdute
I~ sperante umo~, si vide chiaro l'intervento
celeste nrlln salute ricuperata.
M ario e Carla Vain> (Orbunno - TO) rin-
'"'° gra,,iano d, cuore S. O. S. per la felic.e nuci1.1
dclia
Silvana.
Conlulll Bore,llo ( Torino) diaono grnic 11
S. D. S. per il dono del Loro piccolo l'icr
Paolo.
L'ISTITUTO S ALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO. eretto in Ente Morale con Decieto 12 gennaio 1924. n. 22. può legalmente
ricevon, ugatl ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano lo seguenti formulo:
Se trattasi d'un legato: e ... lascio all'lllltuto Salesiano per /e Missioni con sedo in Torino a titolo di tegolo la somma di lilt... (oppure) l'lm•
moblle sito In...,.
Se trattasi. invece. di nominare erede di ogni sostanze l'ladtuto. la formula potrobbe ossere questa:
1 ... Annullo ogni mia precedente diaposlzìone testamentaria. Nomino mio erede univel"8llle l'lsriruto Salesl•no par le Missioni con sede In Torino
lesclando ad esso quanto mi eppartlono a qualsiasi titolo•·
30 (luog o dlltll)
(firma par ostuo)

4.3 Page 33

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cl...... Mons. Luigi Vlllftlla Simone &vg!
Don MdrN a.llraml
Laura Vicuiia ascolta
la preghiera di una mamma
Da circa due anni ero affetta da
un giradito al pollice della mano si-
nistra. Ero triste perchè appena mi
bagnavo la mano, il dito si gonfiava
e ne usciva del pus. Applicavo la
medicina, mettevo il guanto nelle
faccende di casa, ma come può una
mamma accudire alle faccende do-
mestiche sempre con i guanti? Un
giorno mi capitò in mano il • Bol-
lettino Sa.lesiano ,, e nello sfogliarlo
fui colpita dall'angelica figura della
serva di Dio Laura Vicuiia. Fissan-
dola, la pregai così: «Cara Laura
Vicuòa, prega affinchè il Signore mi
concc?a la grazia della guarigione
del dito•· Con grande mia gioia la
grazia l'ho ottenuta. Dal mese di
agosto sbrigo tutte le faccende senza
guanù, e il mio dito è ritornato
normale.
Prego perehè al più presto la cara
serva di Dio Laura Vicuiia possa
salire agli onori degli altari.
S. Ançelo All'Esca (Avellino)
CAMLLLA ALOI
Era nel pieno dello sconforto
Da oltre cinque mesi soffrivo do-
lori lancinanti causati da una trom-
boflebite acuta alla gamba destra,
senza speranza di miglioramento. Nes-
sun rimedio medico, dei tanti pre-
scritti, riusciva ad attenuare o attu-
tire la manifestazione dolorosa in-
sopportabile cd ero nel pieno dello
sconforto quando, occasionalmente
in possesso del • Bollettino Salesiano;
riproducente i miracoli e le grazie
ottenute per intercessione del Servo
di Dio Monsignor Luigi Versi-
glia, il mio sguardo cadde sulla re-
lazione della miracolata signora Er-
nesta Bertone Cerbino, sofferente
dello stesso mio male. L'emozione
che provai non Ja posso descrivere·
i miei occhi si riempirono di lagrime;
la fede con la quale implorai l'aiuto
del servo di Dio monsignor Versiglia
fu talmente grande che subito fui
graziata. Le mie gambe si muove-
vano normalmente e il dolore e il
gonfiore erano spariti come d'in-
canto. In ringraziamento al santo
martire monsignor Versiglia, unisco
un modesto obolo.
Lauria Supniore (Potenza)
AN'NA G.UOlARANO
Continua dal cielo
a fare l'infermiere
Mia sorella Lucietta Pavano in
Colombo soffriva terribili dolori allo
stomaco. Il medico prescriveva ri-
medi su rimedi, ma non si pronun-
ziava sulla causa del male. La so-
rella s'era rivolta a diversi Santi per
ottenere la guarigione, ma il male
persisteva. Quando ne fui al corrente,
le inviai un'immagine con reliquia
del servo di Dio Simone Srugi, per-
sonalmente conosciuto e stimato, esor-
tandola a raccomandarsi a lui che
era stato infermiere assai apprezzato.
Tre giorni prima di ricevere l'im-
magine, mia sorella s'era ridotta in
uno stato da far pietà. Non riusciva a
ritenere nessun cibo, neppure a in-
gerire un po' d'acqua. Ricevuta l'im-
magine, se la pose sullo stomaco
pregando con gran fervore il servo di
Dio, affinchè avesse compassione di
lei. Il male, come per incanto, cessò,
tanto che l'indomani si senti in forte
per viaggiare in treno - e da sola -
da Torino a Vercelli, per assicurare
un'altra sorella Suora, che era pro-
prio guarita. Ora, dopo parecchi mesi,
gode ancora ottima salute e ringrazia
il suo celeste infermiere.
(;a-usa/emme
SUOR PAVANO GAETANA, F.M.A.
Le toglie non solo la paura,
ma anche il male
Tempo fa mio tiglio, che frequenta
l'Oratorio salesiano di via Copernico,
~w:ea mi portò la reliquia del venerabile
do~
Beltrami. Proprio in
quei giorm dovevo essere operata di
ciste. Avendo una paura terribile del-
l'operazione, pregai don Beltrami
che mi desse un po' di serenità e
posi la sua reliquia sul male. Invece
il Venerabile non solo mi tolse la
paura, ma anche il male. Infatti non
fui sottoposta al previsto intervento
e guarii perfettamente. Aggiungo che
mi sono decisa a rendere pubblica
questa grazia perchè ne ho ricevuta
un'altra di ordine spirituale, che re-
puto non meno grande della mia
guarigione.
Milano
PIBRA RAVANI
Ringrazia Don Beltrami
per la sua visibile protezione
Nel corso di due malattie da me
sublte durante il 1967 - una ga-
strite associata a piccola ulcerazione
e polipi nasali sanguinanti - ho
chiesto e ottenuto la visibile prote-
zione del venerabile don Andrea
Beltrami. Come ho promesso pelle-
grinando alla sua tomba in Omegna,
ogni giorno lo prego e ora invio una
modesta somma per la sua beati-
ficazione.
Rtggio Emilia OLINDO MONTRUCCOLI
DON GUIDO FAVINI
UNA PERLA DEL LAGO D'ORTA
Il venerabile don Andrea Beltrami
L D. C. - Torino-Leumann. L. 200
Per conoscere questo salesiano di eccezione definito «la Passiflora Eucaristica li
perchè martire del dolore e serafino dell'Eucaristia, vi consigliamo di leggere questo
libretto di sole 70 pagine, che il Segretarlo Generale dei Cooperatori Salesiani ha
scritto per chi non ha tempo a leggere lunghe biografie.
31

4.4 Page 34

▲back to top
PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI
Don Cllrlo crespi t a Zurigo (Svizzero) a 74 anni.
Sacerdote pio e zelantissimo, ha donato tutto se 1tesso per 39 anni
alle anime dei fedeli della Missione Cattolica Italiana di Zurigo. La
Sua figura era diventata popola.re: tutti conoaçevano e amavano •'Don
Carlo" per lo sua bontà. Nella chiesa della Missione dalle prime ore
del mattino don Ca.rlo era l:\\. pronto a confessare, a dare Gesù alle
anime, ad occoiHc.re tutti col 1uo sincero sorriso e piacevole buon
umore. .FedeJis.umo a Doo Bosco, ne aveva ricopiato anche l'amore
per i nRazzh sono migliaia oggi gli adulti eh.e da ug.azzi hanno im-
parato da don Carlo a confessarsi e comunicarsi con frutto, a non
si-ani, amorevolment e assistita daUe Figlie di Maria Ausiliatrice. Donò
con gioia il suo C5trlo alla Congrea.azione.
Madame Ausustin Delpouve t a Dreux (Francia) a 68 anni.
Per il suo profondo s.cnso cristinno, fu paragonata a 1\\1..amma Marghe-
-cira, e morl la vigilia della festa di Don Bosco, che tanto aveva amato.
Le sue ultime parole furono: « Lo re:liq11tl .., e quando le fu data la
reliquia di Don Bosco, ai ricompose in serena pre_ghie.n,. Negli ul-
timi anni apese Je sue migliori energie per la Colonia S. G. Bosco•,
che ogni anno organizza ìJ figlio, signor Francesco Oe.lpouve, zellnte
Cooperatore sa lesiano.
N. D. Ernllla Gluffri: t a Caltavuturo (Palermo) • 75 onni
perdere mai la Messa alla domenica e a voler un gna_n bene olla Ma-
donna. )>er questo rutti i fedeli cli lingua !taliana di Zurigo ne benedi-
cono la memoria.
coad. Domenico Gasparolo t a Borgomanero (Novara) a 78 anni.
Don Luigi Peda t a Rota (Spagna) a 7 5 anni.
Coad. Rai mondo Sola- t • Mlidrid (Spagna) a 75 anni.
Dnn Giulio ~ Ost t a Wilrijk (Belgio} a 73 anni.
Don Vittorio Cllrlublk t a SUdeZkovce (Slovacchia) a 72 anni.
Don Francesco Klepping t a Lubumbuhi (Congo) • 67 anni.
Coad. Massimiliano Brandi t a Sunching (Germania) a 63 anni.
Coad. Ccsan Marin t a Tolme.zzo a 60 onni.
Don Giuseppe lludat t Wiesbaden (Cm-mania) a 59 a.nn.i.
Coad. Alcalde Giuseppe Anton.lo t a Medina del Campo a 28 anni.
Anima ardente. e generosa, aveva una gç.nerositn fatta non solo di fcdci ma
di carità. Alla morte del padre, con la sorella Giuseppina pensarono di
investire i loro capitali in una impresa che non f.Uisse, quella di <"UJ parla
Gesù: tNon accumulatl!VÌ ttsq,ri rulla tn-ra, douo ru,rgin.e t ti"gnuola con.su•
,na114, ,,ra llccumulativi dei. ttsori nel Cielo•. Nel triste periodo bellico la
carità delln si_gnoàna Emilia non ebbe limiti, ma l'opera che resta monu-
mento della SUA 11eneros1tà è l'liftituto delle Figlie di Maria. AU!iliatriae.
aorta a Caltavuturo con le sostanze delle sorelle Giuffrè. open che in
,z4 anni ha contribuito in modo decisivo all'educ:azione della ghventù fem-
minile. Sopportò con eroica fermez,,o i dolori dell'ultima mnl•nia e spirò
cantando le lodi di Marià Ausiliatrice, di cw era devoti!Sima.
Maria Reggio Sanuruartino t a Cnscrta.
Salesiana nell'anima, era da oltre 50 anni co()J)eratrice. dama patronesS'&,
benefattrice, sempre pronta a prodigarsi per la gioventù, specialmente per
COOPERATORI DEFUNTI
Mons. Lodovico Sbvoy, veacovo di Sz<lkesféhcrvir (Un11heri•) t a
le vocazioni $acerdotal-i e missionarie. Nella su.n gcnerosita hn adottato se-
dici aspinnti al sacerdozio, dodlcì dei quali sono già sacerdoti e missio-
nari in v-a.rie parti del mondo. E-ra felice di sentirsi mamma di t.ant.i $0Ccr-
89 anni.
Scompare con lui una delle figure cli vescovo più ca.ratteristicbe e amate
dell'ultimo cinquantennlo. OUI.inte i 40 anni di episcopato nuscl a
dare un \\1olto nuovo alla sua diocesi. Con l'incessante adorazione a
Gesù sacramentato volle Imprimere nei suoi fedeli il .senso della pre-
1eni-a reale di Gesù. Spinto dal suo amore al eanto uero, fond.ò l' .A.s..
socia.2ione nazionale di Santa CeciHa. CQope:ratore di antica data, dif..
fuse lo spirito di Don Bosco e dimostrò sempre unta benevolwza
ver.so i salesiani, anche perchè formano cris.ti11nameate j giovani, c:be
erano la pupilla dei suoi occhi.
Don AntonJo Clerlcl t a C~teilanza (Varese) a 86 anni.
Colto, intelligente, generoso fa.no alla dimenticanza di sè, fu apostolo
instancabile della parola dl DioJ che gli sgorgav:" d-al cuore vibrante,
çalda d'una fecondità meravigliosa. Cooperatore insigne, incoraggiò
1
sempre le opere delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dedicandosi con
ardore giovanile ài tre Oratori festivi e al Convitto Operaie, amando e
facendo amare da tutta quell'ardente giovinezza Maria Ausiliatrice
• ìl Papa. li segreto di questa molteplice attività ero il suo profondo
spirito di preghiera, ls aua continua unione con Dio, JI suo serafico
amore a Gesù sacramentato, da,,anti al quale trascorreva tutto il suo
tempo libero. Di h\\ gli veniva una luce speciale pe..r discernere le chià-
mare divine a vita più perfetta. Quante vocazioni con4usse 1n porto?
doti e li sosteneva con preghiere1 sofferen7..c é opere di bene. La su" me-
moria resta in benedizìonc nel cuore dej molti suoi hencficati.
Casetta Mlu-gbedtaved.MarcbfsJota Mon.tàd'Alba(Cuneo) a 78 anni.
l"\\on solo per il nome, ma per la sua fede profonda richiamave la Mamma
di Don Bosco. Fece della sua vita un dono silenzioso, saorificato1 gio-
ioso. Reputava replo pr-uiç,so del Signore la vocazione sacerdotale di
due suoi figli: ti can. Seba•tiano, parroco ad Alba, e il nostro don Giu-
seppe, direttore dello Studentato Teologico di Bollengo.
Giuseppina Tibaldi ved. Porta t a Conzano (Alessandria) a 92 anni.
Fede e bontà carntte.rizzarQno tutta la -sua vitA. Dei guoj dieci figli ne
diede cinque al Signore: suor Angela, •uor t,uig,na, suor Albina.
suor Ade.le, Figlie di Maria Ausiliatrice; e don Cesare, missionario
salesiano. Anche la nipote suor Angela milita nelle file di Don Bo,co.
t Rosa Maullni ved. Beltrami
Biella a 83 anni.
Lo zelante prevosto di Omegna, monB. Ge:ri1 e la parentela del marito
col venerabile don Beltrami l'avevano entus-ia.smata per Ja Famiglia.
Salesiana. Offri con gioia ìl figlio rimastole alla Congrega,ione e poi
mise. se etes$a a disposizione dei Salesiani nelle case di. Cane.Ili, Mathi)
Morz.ano, Biella. Qu.i a.ltern.nva la sua settimana lavqrando a beneficio
della Pia Casa del Cottolengo e dell'Istituto Salesiano. Era obile nel
suo lavoro di .sana. ma soprattutto edificava per la sua pjetà1 rett1tu-
Si contano a c.enti naìa; dì queste oltre una sessantina sono qggi Figlie dine e semplicità.
di Maria Ausi liatrice. E la l\\lladonna volle premiarlo chiamandolo al Pasqualina Moccla ved. Jodlce t a Marcianise (Caserta) a H unni.
suono dcll'Angl!lus, quasi a. dimostrargli la sua materna assistenza in La .11'\\0rte la colse con tra le mani il Rosario, che ayeva recitato con
queJl'ora estrema.
i figli. A questi che le suggerivano la giaculatoria.: Getù, Gius~ppt.
Padre Carlo Lombardo, Scolopio, t a Milano a 84 anni.
Arnie.o e sostenitore delle Opere salesiane fin das.li anni giov-anili quando
frequentava .l'Universit.;,\\ a Torino. Sacerdote esemplare, diress.e il
__pitcolo Seminario Calasanziano a Finale Ligure, fu Maestro dei no-
Maria, vi dono il c.uort e l'aninui mia•, aggiunse: 1 Spiri i-n poct con voi
l'anima mio •. Poco dopo spirava. Fu Cooperatrice assai dé,•ota di Don
Bosco, a cui regalò un figlio s acerdote m,jssionario nel Perù e Bolivia,
don Gennaro Jodice.
vizi e Rettore dei Collegi di Ovada è di Chiava.ri. In quest'ultima Francesca Merlslo ved. (lortesi t a Credera (Cremano) a 81 anni.
cittadina ha esteso la devozione B San Giovanni Bosco, che vi è ono- Trascone la vita nell'intimità della famiglia, nel lavoro e nella pre.
rato nella chiesa dell'Istituto.
ghiera. Fervente devo1a di M. Ausiliatrice, di S. G. Bosco e di S. Ma-
Don Geremia 8omben, pievano di S. Giorgio della Richinvelda (Udine).
Sàcerdote pio, colto, generoso e fedele Cooperatore salesiano, appena
fu beatificato Don Bosco, volle nella sua Pieve un.a cappella dedicara
ria Mazzare.Jlo, ne propa,gò il culto o loro donò l'uoica firclia. -suor
Delfa. Accolse con fede e sinJlolare adesione alla volontà di Dio la
sofferenza che le meritò un sereno trapasso.
al Santo, che fu benedetta dall"allora direuore cli Perdtoone don Re-
nato Ziggiotti.
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI
Don Carlo De Donato t ad Aversa a 73 anni.
Dopo una vii-a laboriosamente spesa per le anime, die.de ai suoi par-
rocehiani un'ultima prova del suo spirito di sacrificio e di unione e.on.
Acqua Francesco - Aaiiano Rosa - Albano Rosaria - Alessandrini
Annunziata • Amaglianid Bernardino . Avedano Luigi ... Bodoglio Irma. ..
Belletti Cbiarottino Irma • Bello Angelo - Bertolissi Ida - Bi•nchi
Dio nella sert!)ità del suo trapasso. Amava Don Bosco e volle che nella don Gelsomino Bonino Domenica - Borla Cristina - Bordli Rosa
sua parrocchia vi fosse un djpinto che servisse a perpetuar-ne l'amore. vcd. Nfnna - Bardiglia Luigi Bre Maddalena Cantino Gioachino -
Severino Orblo t a Camignone (Brescia) a 8a anni.
Cristiano fervente. ed esempl;ue padre di famiglia., rifulse per la pietA
soda e convinta, per l'equilibrio pratico, per la donazione totale di s~
aJla famiglia e per una generosità piena nel dono.re alla Congregazione
il figlio Giovanni. su cui nutriva altre speranze. Sei anni vissuti nella
sofferenza di una trombosi cerebrale hanno aggiunto la gemma del
dolore alla sua corona.
Benedetto EttorrJ t a Roma a 53 onni.
Maresciallo M:a&giore dell'Aeronautica, era il Consitrlierc per la Stampa
deJ Centro Cooperatori • Gerini • di Roma, Ponce Mammolo. Cri&ti11:no
convinto, sposo affettuoso e padre di famiglia eccellente , stimato e
amato da qllanti avvicinava e da quelli con cui svolgevi la sua arti•
vità. fu anche. Cooperatore e.scmplrare nella pienl e nella divozione a
1
S. G. Bosco, come nel testimoniare la sua. fede.
Giacomo Sonetto t a Piossasco a 83 anni.
Carle,•aro !vliéhele - Caru,o Za::ttara Carmela - C auvuri don Vin-
cenzo - Castaldo Rosa - Chiari maestro Gabrie.le .. Chiuoni Giuseppe -
Confolonierl Maria - Crcusc Prosperò - Dadone Giuseppe Dulmasso
Margherita - Donusso Natalina - Del Gaudio Emilio - De Paola Emi-
lia - Desiena avv. dotl. Nicola - Di Franco O"Acunzo Maria • Dol-
cini Maria - Dolcini Bianchi Teresa - Dolè:inì Zenaide - Dol•• Mi-
chele - Duno Michele - Facchi Tommaso - Fagioli Maria - l'orrero
Marcellino - Frontini Dirce - Galfo Giuseppe - Gallo Eleonora -
Gandino Giovanna - Garoppo Angela - Garoppo Secondo - Giovanelll
Biagio - Gribaudi Andrea - Gugliclmi Antonio - lppoliti Carolina -
lppoliti prof. Giovanni - Lachelli Giovanni - Laurcnti Giuseppe -
Lucca.na Marghtrita - Magnoni dott. Antonio - Cootcssa Maiola
Castelnuovo Torrazzo - Mallet prof. Edoardo - Mattini Carlo -
Mas:u.elli Caterina - l\\·folinari Maccario Luiijina - Muscas Antonio
- Mussano Severino - Obert Co1.1t Giulia - Orengo Maria - Orio
Filippo - Orlandi Angiolina - Ottaviano Concetta - Pa.funcli Er-
Fin dalla giovin ezza ai manifestò fervente Cooperatore e devotissimo minia - l>alzoni Gaetano - Passoni Cecilia - Pellerino Ca.milio - Pollio
di S. G. Bosco. Dì principi profondamente cristiani, esempio di one$d don Vi.r)ceITTlQ - Radente Anna - Ragoncsi M. Rosa - Ratto Almerico -
e cli lavoro, meritò la gra,ia cli un figlio sacerdote. S i è apento alcuni Romagnino rag. Michele • Ronco Attilio - Ros.sini Almerinda - Rosso
mesi dopo la degnissima conaort~ Maria Gardois, anch'essa fervente Marianna .. Rovetta Rosa - Rubiola Luigia Sacchetto don Vincenzo -
Cooperatrice.
Saletta Ernesta • Scarponì Gaspare - Scognarniglio Luigi - Tariuo
Antonia Ceruttt ved. Golllenca t a l'oglizzo (Torino) a 8,a anni. Farina Giacinta - Toldo Maria ... Torresi don Matteo - Tresolini Giu-
Donna di !e.de semplice e viva. trascorSe la suo vita nell'amore e de- seppe - Venturini Oddone Eliaia - Vigna M■r11herita - Vincelli don
dizione alla famiglia. Una lunga oofferen2a santificata ne purilid:, lo Vincenzo • Viola Giuseppe - Zanni Bortolo - Zoppi Fornendo - Zoppi
32
spirito. Trascorse gli ultimi anni nella casa delle Mamme dei Sale- Luigi - Zulli Giuseppina.

4.5 Page 35

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TOTALE MINI MO PER BORSA L, 50.000
Avvertiamo che la pubblicazione di una B orsa Incompleta al effettua
quando Il versamento lnl~lale raggiunge la somma di L. 2.5.000, ovv ero
quando tale somma v iene raggiunta con offerte successive
Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma
a completare Borse già fondate
CROCIATA
MISSIONARIA
Borsa: San Do.menico Savio, ìn ringraziamento
e ittvoca11do protezio11e, a cura di Adelaide
Gatti (Rapallo), L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco,
invocando rwa grande grazia, a cura di Dora
Gambula (Monu,). L. 50.000.
Borsa: Canonico Luigi Giordano e sorella
Caterina, a cura di Alberto Besozzi (Castel-
veccana - Varese). L. 100.000
Borsa: Maria Auslllatrice, i11 suffragio dell'of-
ferente, " cura di M . D. L. 50.000.
Borsa: Divina Provvidenza, a cura di Fran-
cesco Doglione (Torino). L. 55.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura del dott. Carlo
Panizzi, exallicvo (Sanremo - Imperia).
L. 150.000.
Bon;a: Don Bosco, a cura del dottor Carlo
Panizzi, exal!ievo (Sanremo - Impecia).
L. 50.000.
Borsa: Don Bosco, fate voi, a cura della fa-
miglia Unia e amici (Genova). L. 50.000.
Borsa: Maria Auslllatricc, in suffragio dei miei
co·ri defunti, a cura cli Nigrone Maria Fcigeri
(Como). L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco, p.g.r. e i,wooo11do
protezio11t, a cu ra di Maria Ferina (Valenza -
Alessandria). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi S.aJesiani,
in suffragio delle anime purganti, a cura dei
coniugi K. N. (Savona). L. 50.000.
Borsa: San Domenico Savio, proteggete Do-
menico e A11na .11.:Torio, a curn di Domenico
Rosse.tto (S. P. di Colognola ai Colli - Ve-
_ronn). L. 50.000.
Bo1"83: Maria Ausiliatrice e Santi Salesiani,
;,, su.jfragio e me,,,,,ria del dottor Gio1ifra11co
Pero/e e a protezione dello sua fo,m'glia, a
cura della zia Olimpia Cevaglià (Santena -
Torino). L. 30.000.
Borsa: Yen. Don Michele Rua, a cura di
Angelina Masala (Bosa - Nuoro). L. 50.000.
Borsa: Maria Auslllatrlce o Don Bosco, a cura di
Don Luigi Cetto (Pcrgine - Trento). L. 50.000.
Borsa: Don Angelo Amadei, a cura di Guido
Rizzolio (Rivoli). L. 55.000.
Borsa: Marl11 Ausiliatrice, intJottmdo p,eghic,e,
a cura di Speranza Derona (Sassari). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, pro-
teggete i mùsio11ori, a cura dcl canonico
dottor Angelo Borrielli (Castelsardo - Sas-
sari). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatdce. e S. G. Bosco,
i111Jocondo grazia, a cura di Angela Taschini
(Roma). L . 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Do.n BoscoJ in
ringraziom~1to, a cura di N. N . (Torino).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di Lanfranco
Luigi (Torino). L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco e S. D. Savio,
in suffragio di Gina La Porta, e cura delle
soréUe Maria e Anna (Caltagirone). I,. 40,000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e S.
D. Savio, p.g.r., a cura di Giuseppina Mazza
(Giussano - Milano). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, in
suffragio dei miei cori defunti e invocando
protezione, a CUJa di N. N. (Treviso).
L. 50.000.
Borsa: Papa Giovanni XXIJI, in suffragio dei
miei cari def,mti II invocando protezio,re, a
cura di N. N. (Treviso). L. 50.000.
Borsa: Sacro Cuore dl Gesil, Maria Ausilia-
trlce, S. G. lJosco e S. Maria Domenica Maz-
zarcllo, in suffragio memuria dei coniugi
Calm,dra Gaspare e Guglielminetti GiOtJarma,
a cure della figlia Maddalena (Vezzo - No-
vara). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausillatrlce e ven. Don Mi-
chele Rua, p.g.r. e ;mplorandone altre, a cura
di Balzi Tobia e Celestina (Oltre il Colle -
Bergamo). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco,
proteggete la mia famiglia, a cura di Maria
Gorla (Cassano Magnago). L. 50.000.
Borsa: Don Mantovani, per il lebbrosario
Papa Giovmmi XXIII, a cura di T. Z.
(Alessandria). L. 50.000.
Borsa: Maria Auslllatrlce, a cura cli Maria
Bnietto (Chieri - Torino). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura
cli Claudio e Valeria Turco (Catania). L. 50.000.
Bol"$a: Carlo Zappelli, exallievo, fondatore e
primo presidente della U11ione exallievi di
Trevi, a cure della mogiie Assunta Zappelli
(Foligno). L. 50.000.
Borsa: Arnaud Giovanna Bemcsio, in suffragio,
a mezzo D. Giuseppe Casasso (Torino).
L. 470.000.
Borsa: Don Bosco cl ha aiutate, a cura delle
sorel/11 Dimai, Laboratorio M. Margherita
(Rainerum - Bolzano). L. 50.000.
Borsa: Mons. Vincenzo Cimatti, a cura del
c!ottor Diomede Daina (Milano). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e
S. D. Savio, a cura cli Briguglio Santa ¼r-
celle (Misterbianco - Catania). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, per
prole/rione fi,unrza italica, a cura di Maria
Ragazzo (Benevegicnna - Cuneo). L. 50.000.
Borsa: Padre Alfio Barbagallo, nel 70" del-
l'Oratorio Sale1iano di Pedara, a cura del-
l'Unione Exallievi Don Bosco (Pedara -
Catania). L. 50.000.
Borsa: San Domenico Savio, i11 ringrazia11umto
e protemon• o Paola e Elisabetta, a cura di
Oggero Adele (Torino). L. 50.000.
Borsa: Don Bosco, i,, s11/frogio dei miei cori
def11nti, a cura di Gina Del Signore (Chia-
vaci). L. 50.000.
Borsa: Rossi L inda Toffoloni, a cura dei figli
(Piovene Rocchette - Vicenza). L. 1 50.000.
Borsa: Don A. Gundagnini, Doo S. Pavese,
Don I. Stuchly, Don Weber, Don Trummer
e Don Sornik, a cura del cav. Lantieri Fer-
ruccio (Torino). L. 50.000.
Borsa: Ave Maria, i11 m-emo-ria del ca110-nico
Pizzocaro, a cura della famiglia del p. Angelo
Carù (Pavia). L . 50.000.
Borsa: Margherita a S. G. Bosco, a cura cli
Garis Cerio (Torino). L. 50.000.
Borsa: Mater Boni Consilil, a cura di Losana
Pietro (Torino). L. 50.000.
Borsa: Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia-
trice e S. G. Bosco, in ringraziamento e snf-
fragio della sorella Jda, a cura di Maria Ac-
cornero (Asti). L . 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrlce e Don Bosco, per
impetrare grazie olla famiglia, a cura di
R. C. (Torino). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausfilatrlce e Don Bosco. c011
projGllda riconoscenza supplico protezÌlme,
a cura di M. N. (Torino). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, i,,.
suffragio dei def,mti della famiglia Sobatini,
a cura di Carlo Sabatini (Torino). L. 50.000.
Borsa: Madonna Santa, aiutami! a cura di
Assunta Perorti (Torino). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e
Santi Salesiani tutti, protegge/a la n1ia figlia!
a cura cli M. R . (Alessandria). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatr ice e Don Bosco, a
cura di P. C. L. 50.ooq.
Borsa: Don Filippo Rinaldi, a cura di Cesare
Bogino (Torino). L. 50.000.
Borsa: Gioannetti dott. Cornelia, i,, ricordo
e s11f!rogio, a cura di Irene Provera. L. 50.000.
Borsa: Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia-
trice e Santi Salesiani, per gg. r-r. e implora,,-
done altre, a cura di N. N. (Torino). L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco, in ringrazi.anumto
e in $uffrogio di tutti i no,tri d,J11nti, a cura di
N. N. (Torino). L. 50.000.
Borsa: Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia-
trice e S. G. Bosco, a cura di N. N. (Torino).
L. 50.000.
Borsa: Maria, Ausiliatrice e Consolatrice,
a cura di N. N. (Torino). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice o Don Filippo Ri-
naldi, affi,,chè salga presto agli (mori degli
altari, a cura di N . N. L. 50.000. <oo~=•A>

4.6 Page 36

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Spedl:r. in abbon. postale - Gruppo 2• - 1• quindicina
il regala per la Prima
Comunione e Cresima
BOLLETTINO SALESIANO
Si pubblica:
il T• del m11se per I Cooperatori Salesiani
1115delmeseper I DiilgenlidelCooperatori
S'invia gratuitamente ai Coo-
peratori, Benefattori e Amici
delle Opere Don Bosco
Direzione e amministrazione:
via Maria Ausiliatrice, 32
10100 Torino - Telef. 48.29.24
Direttore responsabile
Don Pietro Zerbino
Autorizzazione del Trib. di Torino
n. 403 de l 16 febbraio 1949
Per Inviare offerte servirsi del conto
corrente postale n. 2-1355 Intestato a:
Dlre:done Ge nerele
Opere Don Bosco Torino
Per cambio d'Indirizzo Inviare anche
rindlrluo praced•nta
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