fu versato dell'olio: lo impregna fino in fondo; basta
costatare la difficoltà che si incontra a smacchiarlo.
Per la form:izione del profeta la discesa dello Spirito
è la cosa principale, dalla quale dipende tutto il resto,
come dal gambo il grappolo, per tornare al paragone
già usato.
Quando lo Spirito del Signore è disceso sul pro-
feta, allora, talvolta solo guidandolo nelle sue rifles-
sioni, ma spesso con vere rivelazioni, cioè manifesta-
zioni di cose che non sapeva, lo aiuta a 'Cedere negli
avvenimenti passati, presenti e anche in quelli fu-
turi (che necessariamente ili deve far conoscere) la
volontà di Dio e l'opera d1 Dio sul mondo, il "mi-
stero di Dio", come diceva San Paolo. Si tratta
sempre di una visione tanto fuori del consueto che
non <leve far meraviglia se il profeta non riesce a
esprimere, se non con immagini che gli sono fa-
miliari e in forma sovente oscura, il piano di Dio che
"lui ha veduto". Per questo il profeta viene chiamato
anche "veggente". Questa "visione di Dio all'opera"
viene anche chiamata "conoscenza di Dio", perchè
tutti sappiamo che è coll'osservare cosa fa, che si
viene a conoscere profondamente chi è una persona.
Dallo Spirito il profeta riceve una conoscenza pro-
fonda di Dio stesso, come un figlio di suo padre che
vede sempre all'opera pe1· il suo bene.
Gli altri si meraviglieranno specialmente per il
"vedere nel futuro" . !\\Ila anche questo rientra nella
volontà di misericordia di Dio: g]j uomini saranno
più disposti ad accettare il modo di veder le cose
suggerito dal "veg~ente", dal profeta; e così potranno
arrendersi più facilmente all'amore di Dio per loro.
Dopo che lo Spirito ha aiutato il profeta a vedere,
lo induce ed aiuta a manifestare ciò che ha veduto,
affinchè il disegno divino si compia.
Quando noi diciamo "manifestare", pensiamo su-
bito a chi parla o scrive, o compie azioni o gesti sim-
bolici per dire agli altri quanto sa; nel nostro caso
per dire ciò che il profeta, con l'aiuto dello Spirito,
ha potuto sapere. Di fatto vediamo che i profeti del
Vecchio Testamento, come dei maestri di religione,
dicono, ripetono, insistono perchè sia capito bene e
ricordato ciò che manifestano in nome di Dio (so-
vente è un invito alla conversione sincera).
Ma il profeta ha un altro modo di manifestare ciò
che ha veduto. Davanti alle cose viste egli non può
rimanere indifferente. Si tratta sempre, più o meno
direttamente, del "mistero cli Dio" - Pamore di
Dio all'opera per salvare gli uomini -; in esso ogni
uomo, e quindi anche lui, "deve" fare la sua parte.
Ecco allora che il profeta, docile allo spirito, parla
con fa sua stessa vita messa a disposizione di Dio.
Proprio facendo in modo che si compia in lui e, per
quanto sta da lui, anche negli altri il disegno di Dio,
la sua vita lo rende conoscibile da tutti: lo manifesta.
È profeta perchè "parla con la sua vita" e con la sua
opera. Tanti personag~i del Vccchio Testamento, il-
luminati, forse a loro insaputa, dallo Spirito, guida-
vano politicamente e religiosamente il popolo verso
il Messia. Manifestavano il disegno di Dio realiz-
zandolo; la loro vita testificava ciò clie lo Spirito
aveva loro mostrato.
Questa donazione alla causa di Dio sovente incontra
ostacoli da parte del maligno e dei maligni, che pas-
sano all'assalto, disposti a giungere fino all'uccisione
del profeta. In queste difficoltà è la speranza che lo
sorregge, anche quando le apparenti sconfitte e ab-
bandoni di Dio gettano il suo animo in una profonda
angoscia. (Ricordiamo Mosè: Num. II, n-15; Elia:
111 Re 19, 4; Geremia: Ger. 15, 10-n. 15-18; 20,
14-18). La sua vocazione di profeta esige che continui
a manifestare e attestare - "testimoniare" - ciò che
lo Spirito gli ha fatto vedere. E !\\e giungeranno a sof-
focare la sua voce con la soppressione della sua vita,
la sua stessa morte diventerà testimonianza (nella
lingua greca la "testimonianza" viene chiamata
"martirio") di ciò che lo Spirito lo aveva incaricato
di manifestare agli uomini. La missione di profeta
può sempre essere illuminata dalla luce del martirio:
il vero profeta è un martire in potenza.
Abbiamo visto chi è il profeta: la persona cui Dio
per mezzo del suo Spirito ha fatto conoscere i suoi
segreti perchè li manife.fti co11 la parola e con la vita.
I11 Gesù, Il grande Profeta
Nei documenti del Concilio (LG 12 e ~$) si dice
che Gesù "ha ufficio profetico", che è '11 grande
profeta". Mentre, bambino, era portato al tempio,
Simeone disse: «Tu, bambino, sarai chiamato pro-
feta di Dio» Le., T, 76); e di fatto, durante la sua
vita, era giudicato profeta (Gv., 3, 19; Le., 7, 16;
lVlT., 21, n), anzi, proprio "il grande profeta" che
Israele attendeva da secoli (Gv., 6, 14). Anche per-
sonalmente, indirettamente però, ha confermato di
essere profeta (Mr., 13, 57; Le., 13, 33).
Ma si può veramente dire che Gesù fosse profeta
nel senso che abbiamo detto?
Certo che all'inizio della sua missione pubblica
anche su di Lu.i è disceso lo Spiriw visibilmente. Tutti
e quattro gli evangelisti riferiscono questo fatto, che
perciò nella prima predicazione cristiana doveva es-
sere giudicato molto importante (MT., 3, 16 e par.).
Gli evangelisti ci fanno comprendere che lo Spirito
di Dio è sceso su Gesù nel modo più pieno e defini-
tivo, così che dipende ormai da Gesù la sua dona-
zione (Gv., 1s, 26; 7, 39; ll.tti, 2, 33). Se ci saranno
ancora profeti, questo sarà solo perchè essi riceve-
ranno lo Spirito di Gesù.
Bisogna ricordare che Gesù, come Figlio di Dio,
ha sempi-e veduto il disegno di amore del Padre, il
grande "mistero".
La sua missione, come e più di quanto fecero i
profeti, è stata di dire (predicare) agli uomini i.n modo
oi-mai chiaro e una volta per sempre il progetto in-
credibile che il Padre aveva fatto su d1 loro: farli
suoi figli. I Vangeli sinottici, che sono come riassunti
della "scuola di religione" fatta dal Maestro, cioè le
cose che più sono state ricordate e richiamate della
.sua predicazione, sono a loro volta riassumibili con
una preghiera tanto profonda: "Padre Nostro...", o
con una frase più breve di una risposta di catechismo:
"Dio è nostro Padre".
Anche tutta la vita di Gesù è stata spesa per ma-
nifestare q_uesta volontà del Padre; è stata un2 vita
di testimonian:::a, testimonianza non di ciò che "aveva
visto", come gli antichi profeti, ma di ciò "che ve-
deva" come Figlio. Se si è incarnato è stato perchè
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