L'ARTICOLO
DEL
NUOV
REGOLAMENTO
VA ATTUATO
Occorre una sollecita
opera di
sensibilizzazione
in tutti i Centri
AU'lnlzlo dJ quest'anno, ed ln prepa-
razione dell'XI ConslglJo NazionaJe che
si svolg-erà nel &lorni 24 e 25 gen-
naio 1976, non è fuor dJ luogo ripren-
dere il discorso sul Onanriaro.,nlo del-
l'Associazione, anche alla luce del
dsultatl dell'anno che si è concluso.
Diciamo subilo che I contributi Uberl
pervenuti all'Ufficio nazionale sono
stati lnslgnlflcantl; solo aJcunl Centri
banno adempiuto a1 deliberato del X
CN ed attualo, quindi, l'ari. 32 del
Nuovo Regolamento. Percbè dJ questo
sJ tratta. Il NR va esperimentato inte-
gralmente in tutti l suoi articolJ, sia
che riguardino gli o.rientamenti forma-
tivi, sia che si riferiscano agli aspeul
organJnath1, da studiare e da attuare
ln modo organico e globale, ln vista del
fini dell'Associazione e dei campi della
mlsslone salesiana, enucleati nell'art. 8.
Una particolare sensibilizzazione al
senso di corresponsabllltà, affermato
negli articoli I 1 e 12, dovrebbe far su-
perare le eventuali remore che possono
ancora sussistere nell'attuazione consa-
pevole e serena del finanziamento. Se
solo pensassimo alla strada che abbia-
mo percorso Insieme in questi ultimi
annJ, agli argomenti che abbiamo trai•
tato, al temi che abbiamo studiato. Se
solo ricordassimo quante volte abbia-
mo parlato e discusso sulla maturità
dei laici nella Chiesa e quante volte
abbiamo i-lvendlcato il nostro Impegno
e la nostra autonomia decisionale ed
organizzativa nella vita dell'Associazio-
ne. Se solo riflettessimo che, se slamo
Cooperatori salesiani, l'Associazione è
nostra e non del Salesiani. Appartenia-
mo alla Famiglia salesiana per origine,
per vocazJOille, per stile, per destinazio-
ne di apostolato, ma slamo distinti dal-
la Congregazione salesiana. Questo dob-
biamo capirlo, e da soli, senza che il
Delegato cJ sollecltl o ce lo ricordi.
Quando, ln vista del prossimo Capl-
1010 Generale della Congregazione sa-
lesiana, saremo cblaniatl a dare il no-
slro giudizio, a fol"mulare le nostre
osservazioni sul NR, diremo forse che
non slamo stati capaci dl esperimen-
tare un articolo che compendia la no-
Slra presa di coscienza del senso di re-
sponsabllltà, la nostra conseguila ma-
turità di Cooperatori, la partecipazione
diretta alla vita della nos tra Associa-
zione?
Questo discorso, promosso dal Con-
siglio locale, deve essere fatto ln tutti
i Centri. Occorre promuovere una va-
sta, capillare e sollecita opera di sensi-
bilizzazione presso tutti I Cooperatori,
In modo che anche su questo delicato,
da alcuni chiamato • penoso •• argo-
menlo cl si comporti da Cooperatori
coscienti e responsabili, convinti del-
l'appartenenza ad una Associazione che
- ripetiamo - vogliamo nostra ed apo-
stolicamente efflclenle, mediante la no-
stra partecipazlOille ed Il nostro valido
sostegno.
Salvatore DI TOMMASO
della Giunta esecutiva
del Cons. naz,le
N.B. - Rimandiamo al Bollelli.110 Sa-
lesiano per Dirigenti del marzo 1975,
pag. 42, per quanto riguarda l'attua-
zione pratica dell'articolo 32.
aduenie11s ~ - che vuol vivere la sua
fede in un'azione politica intesa come
servizio, non può, senza conrraddirsi,
dare la propria adesione a sistemi ideo-
logici che sì oppongono radicalmente
o su punri sostanziali alla sua fede e
alla sua concezione dell'uomo» (Il. 26).
Fra tali sistemi, sono certamente da
annoverare quelli che si ispirano a
ideologie totalitarie, radicali o laiciste
e quelli che professano una visione
materialista e atea della vita. E' quin-
di incompatibile con la professione di
fede cristiana l'adesione o il sostegno
a quei movimenti che, sia pure in for-
me diverse, si fondano sul marxismo,
il quale nel nostro Paese continua ad
avere la sua più piena espressione nel
comunismo, già operante fra noi anche
a livello culturale e amministrativo.
Anche se tali movimenti e dottrine
4 propugnano ideali umani apprezza-
bili, e affermano di voler affrontare
problemi di urgente necessità, tullavia,
poichè disanendono i valori primari,
riguardanti la visione integrale dell'uo-
mo, della sua storia e del suo rapporto
con Dio, mancano di vera credibilità
e conducono inevitabilmente ad altre
forme di schiavitù, che a noi sembra-
no già parzialmente in an~ nello stesso
nostro Paese.
Non si può essere simultaneamente
cristiani e marxisti.
È l'ora, invece, della coerenza, del-
la fedeltà e di quel responsabile di-
scernimento cristiano, che soprattutto
nei momenti pi~ impegnativi deve mi-
surarsi nella fede dellé Chiesa.
2. - Nel contesto di una situazione
sociale complessa e difficile, caraueriz-
zata spesso dallo smarrimento del sen-
so morale, si inserisce la progettata
legge sull'aborto.
L'aborto è un crimine, è l'uccisione
dell'innocente.
A nessuno è lecito uccidere; a nes-
suno è consentito dedderc sulla pos-
sibilità di sopprimere un essere uma-
no innocente e indifeso.
Pertanto, rinnoviamo il nostro pres-
sante appello ai legislatori e ai poli-
tici, perchè non vogliano introdurre
nella legislazione italiana quella grave
ferita alla retta coscienza morale e al
rispetto della vita, che è la liberalizza-
zione dell'aborto.
A nome dei cristiani, a nome degli
uomini onesti, dici.amo la nostra decisa
opposizione. Non con la « regolarizza-
zione» cLi un reato, ma con adeguati
provvedimenti sociali in difesa della
vita e con più deciso imrgno educa-
tivo, si deve ridurre e allontanare
una piaga tanto dolorosa e umiliante.
Roma, 1J dicembre 1975