Assistenza ai Co peratori infer I•
I COOPERATORI SONO « CONFRATELLI»
La n:ra carità è sempre reciproca, soprattutto tra i membri d1 una stess;1 famiglia. E i Coope-
ratori sono davvero i <• confratelli» dei Salesiani, com{; li chiama Don Bosco.
Quando poi il Cooperatore è infel'mo o in necessità, allora diviene addirittura « lratdlo », anT.i
e • sostituto di G1..-sù Cristo*· Su questo punto il \\'angelo molto esplicito:
Q .he,·o fame e nu saziaste, avevo sete e m1 dl·ste da hert:, ero spoglio e mi ricopnsk ero i11fa1110
e mi visit,,stc... ln ,cntà vi dico: cìò che a,retc folto ad uno <lei mil-1 (rntel/i, si,1 pure il lliù piccolo,
,·oi l'anetc fatto a mcI,. (C.1po 25'' di 'i. 'J\\fattco).
QUANDO IL « CONFRATELLO » È INFERMO
Prima della Croce Rossa
Il Re~olarru:nto dei Cooperatori, nel capitolo dei ,; ,an-
taggi spirituali• dice: • Quwu/11 1111 co11frutr/lo ditw,im i11jt.'r1110.
.,t ne dw tosto ll'lJ'l'tso al S11pn1,1re. Ess(I darà ordine rhe swno
11111alzalt• a Dio parl1colo.ri preghiere prr lui•>.
lncaricato di invigilim: e di <lame aniso è qualsiasi con-
lratello, per debito di carità e insieme di giustizia. U 811pc-
riore che deve t.'SSCr~· a, vis.1to i; anzitutto il Delegato Locale,
ossia il sacerdote salesiano incaricato dei Cooperatori nel
Centro do,e si trma l'infermo. Dm·c non ci fosse casa sa-
ksiàna i: il sacerdote Decurione ùei Cooperatori.
TI Regolamento <lei Decurioni ha un articolo che va
meditato p;1rola per parola:
« Se qualche Cooperatore cade ammalato, il Decu-
rione, informatone, lo visiterà caritatevolmente e gli
somministrerà tutti quegli aiuti, consigli cd assistenza
che al medesimo Decurione saranno compatibili... ».
• I) \\uenziom· alle parole tlel Regolamento.
<< Lo , isitcrà caritàtevnlmcote e gli somministrerà t11tt1
qt;cgli aimi... *· Dunque 1a prima preoccupazione di chi ,,sita
un conlratdlo• o un;1 t consorella inh:rma sia qudla di una
carità conneta, soprattutto se s1 tratta d1 cooperatori po\\'1:ri.
Conosciure le condizioni economiche e le eventuali ne-
cessità dell'infermo, si sappia pron·1,."(lcrc con prudenza, ma
con generosità e con sollccitutline. S1 ricordi che la èllritÌI
ha due scop;li che la po~sono a ,·olte a<l11ggiarc: l'inadegua-
tezza ddl'an1to e il tempon·gg1amcnto nel prl'Sl,1rlo. Don
Roseo ci sia maestro: egli era generoso e tcmp~tho.
Tutti sanno che la Croce
Ro~sa fu fondata nel 1864.
Ma no,·e amu prima, du-
rante il colera che colpì la
città di Torino dal luglio al
i.eltembre 1855, Don Bosco ave-
va mobilitnto una <iquadra di
cinquanta giovani volontari co-
me « infermieri volanti». Di-
falli essi accorrevano a pre-
stare i primi soccorsi d'ur•
geru:a a qual'liasi richiesta e in
qualsiasi ora del giurno e detl.a
notte.
Don Bosco li aveva assicurati
contro il male, promettendo a
nome della Madonna che nè
e<isi, nè gli alt.ri alunni del •
l'Oratorio sarebbero stati col•
pili dal colera, alla sola condi•
zi<>ne di mantenersi sempre in
gM11.ia di Dio. L'innocenza della
,·ha poten:ri1wa l'entufliasmo di
quegli infermieri volanti e ritt•
sciva ad arrivare alle anime
oltre che ai corpi. Difaui quelli
che non guarivano, facevano
tutti una sanl,3 morte.
Prima della Croce Rossa,
Don Bosco aveva cosi fondato
la sua « Croce d'oro >11 piccolo
c,;cn:ito di giovani apo<itoli che!,
attraverso fa cura dei corpi, mi-
ra,•a alle anime.
R) S1 sia hen persuasi che il m:ig)!'ior conforto spinwale pc.;r un Coopl.'ratore ammalato sani il
l'enderlo cosciente dcll11 :,ua nuo,·a. pre--1.insa coopcrozionc: l'apostolato ddlu soJfcrcn:r.a e della pn:ghicra.
c\\ll'infermo non parrà \\'t!rO d1 poter cosi aiutare l'opern dt•i tigli l dclk figlÌl' ili Don Bo:;co.
Se chi 1ts1ta t sac:ertlotc. non manchi ti.i impartire o~n• ·olta l.1 Bencdiz1nnt di :\\Iaria ,\\us1-
li,1tdce, l'unic:a hencdizionc dtlla :\\[adonna contenuta nel Rituale Romano. R1cortliamo a q11e::sto pro-
posito che reccntcnH'ntc il Rcttor J\\fagginrc.; ha roni:essn la facnltà d'impartire la llcnedizinne di 1\\1. A\\l•
silialrice 1111d1e ai Sun rdflt1 ( ·oopn·ut,,ri Suggensc., poi ::-l·mpre al paziente Ji ncorrcn• con fiducia
alla 'l\\Iadonna di Don Bosco, facendo la :--:o,·cna tanto consigliata dal nostro buon Padre. Prima con-
e dizione perchc tale no\\'ena sia ctiicace la Confessione e l.1 Comunione, cosi si ottcrra che l'infermo
si metta suhito in gm:r.ia di Dio, se già non lo fosse, td uhhia occasione di d11amarc al suo capezzale
il Parroco o il Cappdlano.
C) Il sacerdote salt:$1ano Delegato o il san·rdntc Dt.·nirione- non de,nno ,mstituirsi al Parroco
o al Cappellano ddl'Ospednk, mu favos-irnc e complctarnç l'opera.
D) Il Delegato o lo Zelatore, o 11 semplice confratl'll<> c:he fo , isatn si mtcn:s:.<t pure s1: il
Cooperatore ammalatu rice,·c tl,1 casa sua il JJ11lleflùw S11loi,1110.