LE GIORNATE
SUL METODO
PREVENTIVO HANNO
UNA "PAROLA" DA OFFRIRE
A TUTTI I COOPERATORI
Il segretario generale Don Coglian-
dro ha preparato, insieme a Don 1',1a-
caru,, la SINTESI dei lavori roolti
che qui riportiamo.
Dall'insieme delle giornate di
studio sul metodo preventivo sono
emerse alcune mete che sembrano
di particolare rilievo:
1. Il Cooperatore nelle varie
situazioni della vita quotidiana,
soprattutto nell'ambito familiare,
scolastico e di gruppo, « fa con-
tinuo riferimento al metodo pre-
ventivo di Don Bosco» in cui
è pressante l'invito ad accettare
i giovani nella loro realtà dinami-
camente in crescita. Questo im-
plica da parte dell'educatore un
continuo approfondimento dei
motivi di fondo della sua scelta
vocazionale, risposta all'amore di
Dio e degli uomini, e nello stesso
tempo l'esigenza di una persona-
lità disponibile al miglioramento
attraverso il cambio, il coraggio
della dedizione e l'uso degli stru-
menti adatti per promuovere la
completa maturazione umana e
cristiana. È stata unanimemente
riconosciuta la validità e l'attua-
lità del metodo preventivo nella
società in trasformazione.
2. È stato sottolineato quale
principio metodologico fonda-
mentale anzitutto quello dell'amo-
re. Qui si è creduto di trovare
uno degli elementi tipici del me-
todo educativo di Don Bosco.
Si è anche notato che e< l'amore-
volezza » presenta evidenti con-
nessioni con la « ragione » (intesa
come buon senso, amore al dia-
logo, rispetto della libertà, com-
prensione), e legami essenziali con
la « religione ». Chi vuole eserci-
tare autenticamente il metodo
preventivo deve sentire e incul-
care le tre presenze ispiratrici:
Dio Padre, Cristo e Maria.
3. I Cooperatori credono di of-
frire un contributo di animazione
nella vita e nell'opera educativa
della « famiglia » di oggi, in stato
di difficoltà a tutti i livelli (eco-
nomico, giuridico, sociale, peda-
gogico, religioso), convinti che il
metodo educativo di Don Bosco è
« attualissimo per una pedaç-ogia
familiare » profondamente mno-
vata. La carità evangelica, fonda-
mento di questo metodo, favo-
risce 1a preparazione e la conser-
vazione di un clima familiare
ispirato a principi cristiani, a
istanze di dialogo e partecipa-
zione per la formazione di una
personalità libera e creativa. In
tal modo ogni famiglia di coope-
ratori sarà una « domos cristiana
e salesiana ».
4. La « Scuola », nella quale
operano numerosi Cooperatori in-
segnanti, è stata vista come luogo
privilegiato di presenza salesiana
ed espressione del metodo edu-
cativo nel mondo della forma-
zione culturale e professionale,
nella convinzione che ancora oggi:
a) l'istruzione è tra i principali
elementi di promozione umana
e sociale;
b) ha al suo servizio mezzi (per
es. audiovisivi) e strutture nuove
che facilitano la gestione com-
partecipata di essa.
Sullo stile di Don Bosco
l'Associazione Cooperatori porta
avanti l'istanza di una scuola
popolare aperta alle esigenze locali
e promotrice della piena matura-
zione del ragazzo a tutti i livelli,
prolungando nel tempo l'assisten-
za amorevole dei propri exalunni
(exallievi).
5. « L'animazione dei gruppi »
(ecclesiali, culturali, caritativi, ri-
creativi, ecc.) ispirata al Vangelo
e al metodo del dialogo, si fa
presenza di amore cosciente e
sacrificato che tende, ovunque e
sempre, alla liberazione, alla spon-
taneità e a un impegno sempre
più responsabile. Questo vale non
solo all'interno delle Opere della
famiglia salesiana, ma anche nelle
istituzioni educative, ecclesiali e
civili, dove il Cooperatore è chia-
mato o si offre di collaborare,
con spirito e stile salesiano, a
formare l'uomo nuovo in Cristo,
« onesto cittadino e buon cri-
stiano » (Don Bosco).
(continua dal/11 ptg. precedente}
Per la cronaca, i cooperatori pro-
venivano da queste regioni: Cam-
pania (4), Calabria (5), Emilia (2),
Lazio (1 ), Basilicata (7), Lombar-
dia (1 ), Puglia-Lucania (7), Si-
cilia (6), Toscana (1 ), Umbria (6) .
Presenti anche alcuni simpatizzanti,
la delagata ispettoriale per la To-
scana Suor Vera Carrai, Don A.
Broggiato e Don D. Papa, delegati
ispettoriali per la Campania e le
Puglia e Don Dino Mancini (Terni),
Le volontarie di Don Bosco erano
presenti in otto, e il gruppo cen-
trale gg.cc. con tre elementi. Gra-
28 dltissima la visita, fatta con non
lieve sacrificio dati i suoi numerosi
impegni, dell'ispettore della ispet-
toria romano-,ardt, Don Salva-
tore De Bonis.
Il segretario generale Don Mario
Cogliandro volle essere presente
per tutto il tempo, portando, attra-
verso ricchi interventi, un partico-
lare contributo alla buona riuscita
delle Giornate.
Il segretario nazionale Giuseppe
Giannantonio apri I lavori, Il cui
svolgimento fu poi affidato alla
saggia e discreta moderazione di
Giovanna Albert, coadiuvata per la
Segreteria da Pina Montaruli.
• Ed ora?
Un augurio: che ogni genitore
d11//11 nostra Assoclaz/on• conosca
e cominci a praticare nella famiglia
Il metodo preventivo; che ogni In-
segnante cooperatore si consideri
e sia un « educatore che si ispira
a Don Bosco» allorch6 opera nella
scuola pubblica; che quanti animano
gruppi o associazioni nell'ambito
delle opere salesiane o fuori di esse,
sappiano che saranno veri coope•
ratori soltanto se si rifaranno al
messaggio educativo di Don Bosco.
DON ARMANDO BUTTARELLI