Bollettino_Salesiano_198302


Bollettino_Salesiano_198302

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ANNO 107 N . 2 2• QUINDICINA 15 GENNAIO 1983
SPEDIZIONE IN .ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
BS- per i Cooperatori
Cooperatori: continuate a vivere il meraviglioso ideale salesiano nella
famiglia, nella società, sul lavoro, nella scuola... Giovanni Paolo Il (3 settembre 1980)
« Promuoviamo la maturazione cristiana delle persone e del-
le comunità rinnovando ed intensificando con stile sale~iano
l'esperienza formativa della direzione spirituale».
Il responsabile del settore formazione Silvio Milia invia ai Cooperatori la seguente
comunicazione a commento della Strenna 1983
Nella Strenna 1983 il Rettor Mag-
giore propone ai figli di Don Bosco lo
studio e la meditazione sul tema della
direzione spirituale, un tema che in
questi ultimi anni, forse, non è stato
considerato del tutto consentaneo
con l'atmosfera culturale e spirituale
dei tempi in cui viviamo.
In effetti, se ne parla poco e quan-
do si cerca di intavolare un discorso
sull'argomento si ha vivissima l'im-
pressione delle perplessità suscitate e
fra i laici e fra i sacerdoti, in partico-
lare fra i giovani.
Eppure è proprio il nostro tempo,
cosi ricco di esperienze, e cosi povero
per i suoi drammatici vuoti nella vita
dello spirito, che richiede degli orien-
tamenti decisivi che glipermettano di
dirigersi verso quei fini che proclama
di voler raggiungere.
Nella sua ricerca di «punti fermi»,
nel suo affidarsi a degli «slogans»,
nella sua dedizione a questo o a quel
«capo carismatico» non si nasconde,
forse, il bisogno della direzione spiri-
tuale, rifiutata ed insieme richiesta?
Oggi, mentre si è disposti ad accet-
tare la direzione p. es. dello psicana-
lista e a riconoscere la sua autorevo-
lezza, invocando delle motivazioni di
ordine scientifico, difficilmente si è
disposti a riconoscere l'autorevolezza
e ad accettare la direzione del diret-
tore spirituale, ritenendo inadeguata
nei riguardi delle esigenze dell'uomo
contemporaneo la figura della dire-
zione spirituale tramandata dalla
storia.
Si pone il problema: quale figura
della direzione spirituale dobbiamo
ritenere valida per gli uomini del no-
stro tempo?
Si impone il compito del rmnova-
mento.
Non dobbiamo pensare a restau-
razioni di modalità superate ma alla
ricerca ed alla instaurazione di nuove
modalità.
Le esperienze dei nostri predeces-
sori non devono essere né del tutto
abbandonate né riproposte in modo
meccanico.
Se alcuni punti sono da ritenersi ca-
ratteristiche fondamentali ed indiscu-
tibili, oggi come ieri, la nostra situa-
zione storica e culturale ci spinge ad
elaborare delle sintesi in ordine alla
direzione spirituale e a tratteggiare
una immagine di direttore spirituale
che possano essere detti del nostro
tempo.
Il Successore di Don Bosco, ancora
una volta, ci esorta a «sfuggire alla su-
I Cooperatori celebrano il 1°
gennaio 1983 la GIORNATA
DELLA PACE. Essi accolgono con
gioia il messaggio del Papa che
proclama per tutti:
« IL DIALOGO PER LA PACE,
UNA SFIDA PER IL NOSTRO TEMPO,.
e si impegnano ad « avere sem-
pre più coscienza della loro vo-
cazione ad essere contro venti e
maree, custodi di quella pace
che, nella notte di Natale, Dio ha
affidato agli uomini ».
perficialità», ad « essere credenti di
qualità» affinché possiamo divenire
veramente « lievito vigoroso che fer-
menti» «quella crescente gioventù
bisognosa» «a cui dedichiamo il no-
stro servizio» (Corso di qualificazione
per animatori, I A, pag. VII).
Ci addita la meta: la maturazione
cristiana, ci ricorda il modo: lo stile
salesiano.
La crescita spirituale si realizza nel-
l'approfondimento del significato
della nostra vocazione in senò alla

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Chiesa, e nella intensificazione della
nostra vita di grazia che non possono
non comportare una orientazione che
si traduca in una vera e feconda espe-
rienza formativa.
Il modo richiama l'idea ispiratrice
fondamentale, lo stile salesiano ri-
chiama lo spirito salesiano, quell'in-
sieme, cioè, di valori umani e cristiani
che trova la sua unità organica nella
carità apostolica.
I figl i spirituali di Don Bosco sono
fondamentalmente degli educatori,
dei formatori di giovani coscienze.
Pertanto attenti e fedeli alla loro
tradizione spirituale e pedagogica de-
vono portare il loro aiuto e consigl io
instaurando un clima di amicizia, di
fratellanza, di comprensione, di ac-
coglienza, di condivisione, in defini-
tiva un clima di vera famiglia che non
faccia sentire a disagio o, peggio,
estranei coloro, in particolare i gio-
vani in difficoltà, a favore dei quali
sono chiamati ad operare.
Discernimento, guida, incoraggia-
mento, correzione è quanto l'uomo
chiede quando cerca di conoscere ciò
che Dio vuole da lui.
È questo che la direzione spirituale
deve saper dare.
Ciò significa che colui che porta
l'aiuto spirituale che gli si chiede,
deve sentire in modo profondo che in
quel momento egli diviene il colla-
boratore di Cristo Buon Pastore.
I suoi comportamenti esterni de-
vono lasciare trasparire quel mondo
interiore di santità che stimola chi si
rivolge a lui, ad ap rirsi, a decidersi, a
subordinarsi alla volontà di Dio.
Emerge quel pensiero agostiniano
tanto caro a Don Bosco, condensato
nelle parole: ,,Animam salvasti, ani-
mam tuam praedestinasti», e che
deve accompagnare anche la storia
cristiana di ciascuno di noi, ed in par-
ticolare di coloro che sono chiamati
alla missione della direzione delle co-
scìenze: realizzare la nostra salvezza e
santificazione nell'operare per la sal-
vezza e fa santificazione dei nostri
fratelli.
Quanto ci ruggerisce il Rettor Mag-
giore con la Strenna 1983 in ordine ad
una seria ed aggiornata riflessione sul
tema della direzione spirituale deve
condurci ad una presa di coscienza
dell'importanza e dell'urgenza di una
spiritualità reale, se vogliamo che fa
fede che ci sforziamo di vivere e test i-
moniare, sia riguardata non avanzo di
tempi passati, ma segno di speranza
per l'uomo, di oggi e di sempre.
Silvio Milia
A Don Bosco
Un Cooperatore di Brescia ci ha mandato questa
preghiera a Don Bosco.
Vibrano sentimenti di affetto e di riconoscenza e
un grande desiderio: possano le generazioni future
fare esperienza di vita salesiana.
Ti prego, Don Bosco, vieni qui accanto a noi per aiutarci ad insegna-
re al ragazzi del nostro quartiere ed ai ragazzi di tutto il mondo, come
incamminarsi su quella strada che è illuminata con la chiarezza del tuo
amore e con la bellezza e grandez.za del tuo mondo.
Ho visto, come in sogno, tanti e tanti ragazzi allo sbaraglio, alle pre-
se con delle cose più grandi di loro, legati tra loro con le catene del vi-
zio, della droga, dell'indifferenza verso i loro genitori. Ho visto anche nei
loro occhi una infinita malinconia che essi tentavano, ma invano, di na-
scondere.
Mi si è stretto il cuore a questa visione ed ho avuto paura. lo sono
ormai un vecchio nonno che non ha più la forza di quando era un sem-
plice papà. Ecco perché chiedo il tuo aiuto. Tu che hai tanto amato i gio-
vani , che tanto hai fatto per loro, che tanti ne hai salvati.
Aiutaci ad insegnare loro a capire che è bello vivere quando, nella
vita, si segue il tuo esempio, la tua bontà, la tua letizia.
Potrò così vivere contento il resto dei miei giorni.
lo ti sono grato per tutto quello che hai fatto per me, per i miei coe-
tanei e per il nostro quartiere.
lo ti prego, caro Don Bosco, ascolta la vore di questo nonno che,
umilmente, confida in te.
Amen.
Gennaio 1982
Alberto Bastlanon
Novità editoriali
utili per i Cooperatori
Lettera agli Sposi che Giovanni Paolo Il non
sa di avere scritto, a cura di Ezio Bianco, To-
rino Elledici, L. 500.
e GIANCARLO MILANESI E COLLABORATORI
Oggo credono oosì, Indagine multldlsclpll-
nare sulla domanda di rellglone del giovani,
Voi. 1 - 1risultati, pp. 496, Lire 18.000, Voi. 2 -
Approfondimenti tematici e commento mul-
tldlsclpllnare, pp. 344, Lire 13.000, LDC, Leu-
mann, 1981 .
Questi due volumi raccolgono i risultati - con
le relative indicazioni metodologiche - dell'in-
dagine sulla religiosità di 5.000 giovani condatta
da don Giancarlo Milanesi e dal suoi collabora-
tori, in massima parte docenti dell'Università Sa-
lesiana di Roma.
LETfERA
AGLI SPOSI
cbeGiov,an.oi'-9D
IOlsadiaftftscrtm
2

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L'IMPEGNO DEL COOPERATORE
NELLA CITTÀ
A commento delle parole del Rettor Maggiore pubblicate qui a fianco, ci pare utile far conoscere
ai Cooperatori d'Italia, molti dei quali sono insegnanti in scuole libere cattoliche - salesiane e
non salesiane - l'intervento del cooperatore Giuseppe Cario/i di Brescia. Lo stile è battagliero
come si conviene per certe questioni, l'occasione è relativa a situazioni particolari, ma al fondo
c'è un'idea: prima dello stato c'è la società e cioè i cittadini ed i gruppi con i loro diritti.
Nella polemica scoppiata in questi
giorni intorno al «dir1tto allo studio»,
torbida per faziosità e per ostinate pre-
clusioni ideologiche, si impone imme-
diatamente il tono equilibrato e H cri-
terio dì superiore giustizia che carat-
terizza le affermazioni del presidente
del Consiglio scolastico distrettuale
quando ribadisce che, nell'elaborare il
piano di ripartizione dei fondi, i com-
ponenti del Consiglio hanno inteso
muoversi secondo le indicazioni pre-
cise della legge regionale n. 31 del
1980sottraendosi, dunque, alle catture
clientelari e alle chiusure di parte.
E la filosofia sottesa alla legge regio-
nale in questione è che il diritto allo
studio deve essere riconosciuto alla
persona e alla famiglia, non all'istituto
scolastico: da cui discende, corretta-
mente, la non differenza fra scuola sta-
tale e scuola libera.
Pertanto a quelle parti politiche che
si richiamano continuamente ed esclu-
sivamente all'art. 33 della Costituzione
per argomentare strumentalmente e ri-
duttlvamente sul «senza oneri per lo
Stato•, va richiamato, con altrettanta
Insistenza, che la medesima Costitu-
zione all'art. 30 riconosce che « è do-
vere e diritto dei genitori mantenere.
Istruire ed educare i tigli•
Mentre all'art. 3 afferma solenne-
mente che tutti i cittadini « sono uguali
davanti alla legge• senza distinzioni
« di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali• e che
«è compito della Repubblica rimuo-
vere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che limitando di fatto la libertà
e l'eguaglianza dei cittadini, impedi-
scono il pieno sviluppo della persona
umana».
È troppo facile dimostrare che l'art.
33, nella parte citata dagli awersari
della scuola libera, è in palese contra-
sto con gli artt. 3, 30 e altri ancora.
Ma al testo costituzionale, necessa-
riamente segnato da un tempo storico
e da un orizzonte culturale limitativi, si
chiedono, se si vuole essere onesti e
aperti al cammino della storia, gli
orientamenti fondamentali e i valori
portanti irrinunciabili: che sono quelli
democratici dell'uguagltanza dei cit-
ladini, della libertà di insegnamento,
del diritto dei genitori di educare i figli
secondo le proprie convinzioni.
Allora non è dello Stato il primario
diritto di educare nelle scuole di Sta-
to• per una « educazione di Stato•
che diventa cdi regime», come la sto-
ria ha sempre dimostrato e dimostra. Il
diritto è dei genitori (art. 30 Cosi.), che
devono essere liberi di scegliere l'indi-
rizzo educativo per i figli, e devono esi-
gere che lo Stato renda effettivo que-
sto diritto rimuovendo gli ostacoli di or-
dine economico (art 3 Cosi.) che si
frappongono alla libera scelta della
scuola.
Se questo principio costituzionale
fosse concretamente riconosciuto
(come è avvenuto in vari Stati anche
europei), tutti I genitori potrebbero
realmente scegliere l'orientamento
educativo per i propri figli, senza es-
sere costretti, perché privi di mezzi, ad
affidare obbligatoriamente i figli alla
scuola-educazione d1 Stato.
Ma veniamo al caso concreto dell'ITI
« Don Bosco,., spesso citato nella po-
lemica in corso.
Si può ampiamente verificare, con
dati statistici che non temono smentite,
quanto sia vanificato l'art. 3 della Co-
stituzione e quanto suonino come bef-
fa (che si aggiunge al danno!) le con-
clusioni a cui vogliono arrivare le forze
politiche che contestano al Consiglio
distrettuale la filosofia seguita e le de-
cisioni prese circa la ripartizione dei
fondi per il diritto allo studio.
All'ITI •Don BOSCO• studiano e usu-
fruiscono del convitto (con mensa, ser-
vIzI educativi, attività extrascolastlche,
tempo pieno) un centinaio dì giovani,
residenti per la maggior parte in Valle
Camonica: Ponte di Legno, Edolo, Bra-
no, Darfo, Ceto, Niardo ecc.
Appartengono quasi nella totalità a
famiglie di operai o piccoli art1gIani
che, con grandi sacrifici e tagliando su
altre spese, si sobbarcano i costi del
trasporto. della mensa. del recupero
scolastico organizzato a tempo pieno
da insegnanti in servizio volontario.
Se ci sono, nell'ambito dell'organiz-
zazione scolastica libera. scuole spe-
culative, lo Stato intervenga. Ne ha la
È LEGITTIMA
LA DOTTRINA
DELLO STATO DOCENTE?
L'educazione compete non allo
Stato. ma afla società civile e prima
a, ancora alla famiglia, ai genitori,
gruppi di genitori e quindi a coloro
che si vogliono dedicare con com-
petenza a realizzare ciò che costi-
tuisce il dovere dei genitori e anche
le esigenze della società c,v,le
La doNr,na dello Stato docente è
una dottrma •totalitaria»: non lo
dico come cattolico o come
espressione di un gruppo rellgioso
ma come cittadino.
Bisogna superare questa cond1-
z1one che proviene storicamente
da s1tuaz1on1 non democratiche e
non rispettose dei diritti della fa-
miglia. vorremmo che ci fosse
un'autocritica, una verifica politica
dei sistemi, una capacità di attuali-
tà, di revisione, di conversione per
poter ristabilire i ruoli, le compe-
tenze e poter restitu,re all'educa-
zione quel compito fondamenta/e
che ha m ogni soc,eta e che è so-
prattutto dt rispetto, collaboraz,o-
ne, completamento della fam,glta
Don Egidio Vlgani>
Rettore Maggiore
possibilità. Ma non è lecito « fare di
ogni erba un fascio•·
Questa è dunque la corretta filosofia
seguita dal legislatore regionale con la
legge 31 / 80: muoversi In armonia con i
valori portantì della Costituzione de-
mocratica.
Altro che «difficoltà a far collimare
queste norme (regionali) con la nostra
Costituzione », come afferma il Bam-
bara consigliere comunale, su Bre-
sciaoggi • del 16 c.m.
Forse è proprio il caso di uscire dal-
le secche di vetuste e trite polemiche,
e impostare con più largo respiro cul-
turale e stile democratico la contrap-
posizione pubblico-provato, soprattut-
to per quanto riguarda la scuola e l'e-
ducazione.
G. cartotl
3

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SEMINARIO MISSIONARIO
ROMA 4-5-6- dicembre 1982
CRONACA_ _ _ _ _ _ _ _ _ __ __PROGRAMMA __
Nei giorni 4-5-6 dicembre u.s. si è tenuto a Roma all'Istituto Gerini in via Ti-
burtina, il seminario missionario da tempo programmato ed annunciato.
Il seminario a cui hanno partecipato giovani cooperatori vivamente interes-
sati al discorso missionario e ad una scelta di accoglienza del Cristo come via,
verità e vita, ha avuto lo scopo di approfondire alcuni temi di particolare interesse
riguardanti le nostre responsabilità di credenti di fronte ad alcune realtà: Terzo
Mondo, sviluppo, sottosviluppo, promozione umana ed evangelizzazione, l'Ame-
rica Latina e i suoi problemi...
Don Fedrigotti ci ha parlato del distacco, premessa per un incontro in pro-
fondità con Dio e l'uomo.
In tutta la storia della salvezza si tocca con mano questo distacco: Abramo
costretto a lasciare la sua terra e ad incamminarsi per una strada sconosciuta...
Mosè, Isaia, Geremia... gli apostoli che lasciano le loro occupazioni per mettersi
al seguito di un Uomo che li chiama per nome... il giovane ricco che viene invitato
a lasciare tutto quello che ha... Levi... ecc. Colui che parte deve operare questo
distacco per essere più libero nel donarsi. « Non portate con voi né oro né argen-
to, né bisaccia né bastone». Se il chicco di frumento non cade nella terra e non
muore, non dà frutto: il missionario, colui che .. va», deve cambiare radicalmente
quella scala di valori che la sua cultura occidentale gli fa apparire logica ed uni-
versale.
Don Gatti ha trattato il tema «Evangelizzazione e promozione umana».
Annunciare Cristo vuol dire annunciare che Dio sta dalla parte dell'uomo. Il
nostro Dio è un Dio incarnato, fatto uomo, e Dio non vuole altro.che la promozio-
ne piena dell'uomo. Punto essenziale dell'evangelizzazione è testimoniare la vita
eterna alla quale l'uomo durante tutto Il cammino terreno è ordinato dal suo stes-
so Creatore. La vera promozione umana è voluta dallo stesso Dio creatore e pa-
dre. È dallo spirito del messaggio di Cristo che per i cristiani deriva l'obbligo di
plasmare il volto della terra, di rendere il mondo più umano.
I cristiani sono tenuti a dare il giusto significato al cosiddetto progresso e a
operare una fondamentale distinzione tra « l'avere di più e l'essere di più• : que-
st'ultimo è il criterio giusto del progresso. La fede non è pura accettazione di no-
zioni ma è conversione di tutta la persona umana al Dio vivo, è la formazione di
una nuova creatura. È necessario perciò tenere presenti, nella evangelizzazione
gli elementi validi di ogni cultura mostrando come il Vangelo risponda alle legit-
time aspirazioni umane di giustizia e di progresso: « gli uomini si sentono attratti a
Cristo, se trovano in Lui ciò a cui aspirano».
È necessario pertanto in chi vuole annunciare Cristo uno stile di vita capace
di rendere trasparente con i fatti il Vangelo; è la politica del Pater noster tanto
cara a Don Bosco.
Successivamente sono state esposte per un futuro confronto l'esperienza di
Trelew ed il Progetto Africa. L'associazione GGCC porta avanti l'esperienza di
Trelew da circa 6 anni.
Trelew è l'unica missione gestita interamente dai Cooperatori come attuazio-
ne dell'art. 10 cap. 5 del N. Regolamento. Essa aderisce pienamenfe al pensiero
di Don Bosco che ha dato alla Famiglia Salesiana una dimensione missionaria.
Don Buttarelli, presente al Seminario, ha illustrato esaurientemente come i gio-
vani cooperatori ivi operanti collaborano al piano pastorale locale secondo lo sti-
le ed il metodo educativo di Don Bosco.
Don Prina ci ha ricordato che la cosa più valida non è Trelew in sè ma la ric-
chezza della vocazione missionaria nella nostra associazione. Parlando del pro-
getto Africa in cui come SDB si sono impegnati, ha voluto sottolineare che l'opera
dei cooperatori per cui Don Bosco vedeva un futuro nella Chiesa, è un'opera am-
pia, che va oltre le proprie strutture e le iniziative in proprio. Nulla vieta, pertanto,
ai cooperatori di inserirsi nel progetto Africa; anzi se l'Associazione vuole favorire
nuove vocazioni di cooperatori deve partecipare a questa missione promuovendo
la presenza dì giovani cc anche in Africa, quando se ne creeranno le opportunità.
Momento centrale del seminario sono state le celebrazioni eucaristiche gui-
date da don Venturi che hanno messo a fuoco la propria aderenza a Cristo e alla
sua chiamata.
4
Sabato 4 dicembre:
- ore 9 - Arrivo e sistemazio-
ne...
- ore 1O - Evangelizzazione e
promozione umana (don Gatti)
- ore 11,30 - Proiezione di dia-
positive
- ore 16 - Puebla e Medellin
(don Gallo)
- ore 17,30 - Discussioni e con-
fronti
- ore 19 - Santa Messa
Domenica 5 dicembre:
- ore 9 - Lo stile e l'originalità
del Progetto di Trelew (don But-
tarelli)
- ore 1O - L'esperienza missio-
naria (di don Fedrigotti)
- ore 11 - Testimonianza di
cooperatrici estere
ore 12 - Santa Messa
ore 16 - Il progetto Africa (don
Prìna)
ore 17,30 - Il volontariato: scel-
ta di vita, non occupazione del
tempo libero (Lillina Attanasio)
Lunedl 6 dicembre:
- ore 9 - L'impegno m,ss,ona-
rio dei GG. CC. (don Raineri);
Conclusioni ed impegni
- ore 12 - Santa Messa
I giovani cooperatori partecipanti
hanno espresso così al termine del se-
minario una mozione per una azione
missionaria sempre più efficace nella
nostra associazione:
1) attenta analisi di Trelew: no-
stre possibilità di intervento e prepa-
razione immediata per i partenti (pro-
gettare un Corso, appoggiarci ad altri
organismi e poi integrare);
2) sensibilizzazione nelle ispet-
torie al problema missionario;
3) approfondimento della posi-
zione del CC di fronte ai problemi del
T.M.
Lllllna Attanaslo
incaricata settore Missioni

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FATTI PIÙ CHE PAROLE
per Ig1ovan1ID difficoltà
Noi ripetiamo spesso questo slogan. Qui riportiamo la riflessione di una Cooparatrice di
Roma ed un esempio concreto di attuazione.
Perché vedano
le vostre opere buone
l . Il Tribunale dei Minorenni di Bs. di-
chiara che i genitori di Angelo, Matteo, Mar-
gherita, Anna, Maria, non sono degn~ non
sono cioè in grado di dare una discreta edu-
C8lionc ai loro figli, perché li abbandonano 11
stessi e non permettano loro di vivere una
vita regolare, e li allontana dalla famiglia, af-
fidandoli alla comunità montana.
2. Per Angelo e Matteo si trova un colle-
gio; per Anna e Maria si fa avanti una fami-
glia. La radio locale ripetutamente invita le
persone di buona volontà ad interessarsi di
Margherita
3. La famiglia di Nuccia e Paolo P. ha già
tre figlie (Maria, Lory, Roberta). Con la me-
diazione dell'assistente della comunità mon-
tana si presentano al Tribunale dei Minoren-
ni di Bs. ed ottengono l'affido di Margherita.
4. Perché siano mantenuti i legami con la
famiglia di origine (cosa che non deve avve-
nire con la adozione), il Tribunale dei Mino-
renni di Bs., s tabilisce i giorni in cui - in
questo caso separatamente - i genitori pos-
sono vedere Margherita.
5. Dopo qualche tempo il Tribunale Ch·ile
di Bg. definisce la separazione legale dei due
genitori e, sospendendo il decreto del Tribu-
nale dei Minorenni di 8s. che li aveva già al-
lontanati dalla famiglia, li affida alla madre.
6. Cercando di stabilire un possibile rac-
cordo tra il decreto del Tribunale dei Mino-
renni di Bs. (madre indegna) e la sentenza di
Tribunale Civile di Bg. {affidamento dei figli
alla madre), l'assistente sociale chiede con
delicatezza a Margherita con chi desidera vi-
vere: <<Con Nuccia e Paolo o con la mam-
ma?,>.
(< Con IJJ mamma>), risponde. E dopo qual-
che tempo ritorna alla madre.
Nel 1967 è stata emanata la legge n. 431, che ha introdotto nel Codice Ci-
vile l'istituto dell'«adozione speciale». Tale legge, nonostante le numerose
imperfezioni, ha contribuito ad abbattere alcune difficoltà, superando so-
prattutto il pregiudizio, molto radicato, del vincolo del sangue: il figlio "che
ha il mio stesso sangue», si diceva, «non è la stessa cosa del figlio di chissà
chi».
Questa mentalità sembra oggi quasi superata. La funzione genitoriale in-
fatti non si riduce alla semplice generazione biologica, ma implica quella ge-
nerazione umana e spirituale che si traduce giorno dopo giorno in un'adegua-
ta risposta alle esigenze di crescita del minore.
Attualmente nonostante la riforma della legge 431, messa a punto dal
Comitato ristretto della Commissione Giustizia del Senato, l'adozione in Ita-
lia è ancora un grosso problema. Quello che più preoccupa è l'esistenza di
molti bambini «abbandonati» i quali, per molte e diverse ragioni, non pos-
sono ottenere un certificato di adottabilità in quanto non riconosciuti ufficial-
mente tali.
Purtroppo nella nostra cultura è ancora radicata l'idea del figlio come
proprietà del genitore e spesso le esigenze degli adulti sono privilegiate ri-
spetto a quelle dei piccoli. Si accetta infatti l'idea che una madre possa di-
sfarsi del nascituro, per non veder turbato il suo equilibrio psico-fisico; ci si
ribella, invece, quando un giudice minorile dichiara l'adottabilità di un bam-
bino, per cercare di salvare la sua possibilità di crescita umana, gravemente
compromessa da una madre immatura e irresponsabile. Comunque dove
non è possibile raggiungere la dichiarazione di adottabilità, anche se il mi-
nore è di fatto abbandonato, restano solo due alternative: ricovero in unisti-
tuto o l'affidamento familiare.
L'istituto spesso non è in grado di dare concreti ed esaurienti contenuti
ai bisogni umani e spirituali di un ragazzo.
L'affidamento è tra i tanti modi di aiutare l'infanzia in difficoltà il più
complesso e delicato; è un'esperiem.a particolarmente impegnativa che ri-
chiede da parte di chi la intraprende non solo doti caritative e grande dispo-
nibilità di servizio, ma anche grande maturità umana, psicologica e sociale.
n bambino dato in affidamento è spesso un mambi.no con grosse difficoltà
comportamentali, con insicurezze, sbalzi di umori; le sue ansie ed angosce
non spariscono miracolosamente con il solo inserimento nella famiglia affi-
dataria, ma richiedono un atteggiamento comprensivo e una vera competen-
za da parte delle persone che si occupano di lui.
Teresa Lancia - Roma
ALCUNE CONSIDERAZIONJ FINALI:
I. Può darsi che all'equilibrio psid1ico ed
affettivo di Margherita poco abbiano giovato
alla lunga queste peripezie (e lo dimostra il
fatto che a quasi un anno di distanza Marghe-
rita vorrebbe ritornare da Nuccia e Paolo).
2. Si può forse criticare il metodo deU'af-
fido, di recente introdotto nella nostra legi-
slazione, affido che sembra dme origine a si-
tuazioni labili, incerte, non definite. Ma a che
cosa mira l'affido? Mira a risolveTe deUe si-
tuazioni che danno una certa speraru;a di so-
luzione positiva, coinvolgendo strutture civili,
volontaristiche, parrocchiali, umanitarie.
3. La famiglia di Nuccia e Paolo ha dato il
suo apporto nell'attesa che la situazione si
sbloccasse. Certamente l'incerteua della si-
tuazione li ba sottoposti molte volte a mo-
menti di sofferenza, ma la breve sosta (circa
un anno e mezzo) era loro richiesta ed essi si
sono offerti con ragionevole entusiasmo.
5

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VITA DELL'ASSOCIAZIONE
PRO M ESSE
L'anno sociale 1987-82 ha visto in Sar-
degna l'emissione della promessa da
parte di sette Giovani Cooperatori.
Il 14 febbraio 1982 nella Chiesa par-
rocchiale S. Paolo di Cagliari 11 Delegato
del Rettor Maggiore per la Sardegna don
Varese ha accolto nella Famiglia Salesia-
na come Cooperatori: Miriam Contu,
Anna Flore, Patrizia Medas, Mario Can-
nas, Maurizio Onorato, Gianni Putzu,
Daniele Siddi.
I nuovi Cooperatori del Centro di Ca-
gliari S. Paolo da anni svolgevano un ma-
gnifico lavoro salesiano in campi di la-
voro, in incontri di evangelizzazione per
i giovani, nell'ambito delle attività ora-
toriane nella Parrocchia S. Paolo.
ESERCIZI SPIRITUALI
Nei giorni 13-16 settembre 1982 pres-
so la Casa delle Suore Orsoline • Villa
Tecla» in Flumini di Quartu, si è avuto
un corso di esercizi spirituali per Coo-
peratori predicato dal Delegato lspello-
riale don Mameli.
Hanno partecipato Cooperatori pro-
venienti dai Centri di Cagliari S. Paolo,
Monserrato, Sanluri, Guspini, Arborea,
per un totale di n. 35 partecipanti.
Un ringraziamento vivissimo deve es-
sere rivolto a don Pietro Giua per la col-
laborazione prestata.
CORIGLIANO D'OTRANTO
Gli esercizi spirituali costituiscono
nella vita di ogni comunità o associazio-
ne un momento significativo nel suo
cammino di fedeltà alla vocazione cri-
stiana e rappresentano una fase conclu-
siva di preghiera e d i riflessione, dopo
un anno di lavoro, per poter svolgere
con rin novata dedizione i tanti impegni
che l'apostolato cristiano comporta.
Il tema di fondo per gli esercizi spiri-
6
tuali di questo anno, per noi Coopera-
tori Salesiani, è stato .. L'Eucarestia al
centro della Famiglia Salesi,ma e delli3
sua missione». Si sono svolti nei giorni
23, 24, 25 settembre, presso l' Istituto Sa-
lesiano e sono stati animati dal sac sa-
lesiano don Mario Sangiovanni, diret-
tore-parroco della Comunità di Potenza.
La partecipazione, anche se non nu-
merosissima, è stata confortevo le e gli
intervenuti hanno potuto sperimentare e
vivere insieme momenti di preghiera, di
riflessione personale e collettiva e dicia-
mo anche di serena distensione, che
hanno potuto caratterizzare questi in-
contri.
Nelle sue omelie, don Mario, l'anima-
tore ha messo in evidenza come il mi-
ster~-sacramento dell'Eucarestia deve
porsi al centro della vita di ogni cristiano
e che l'impegno a viverlo nella fede è la
premessa indispensabile per un radicale
rinnovamento interiore del singolo e per
la realizzazione di quella carità e di
quella comunione fraterna per le quali
Cristo ha dato se stesso.
Solo cosi, comunicandoci « bene e
spesso» possiamo rinsaldare la nostra
unione con Dio e intensificare la nostra
« Comunione» di vita con Lui ed in Lui
con i frate!Ii.
Non per niente Don Bosco è stato uno
dei primi promotori della comunione
frequente e vi stimolava i ragani e i
componenti la sua Famiglia, perché ve-
deva nell'Eucarestia la condizione prima
per rinnovare e dare un senso alla pro-
pria vita, cioè incrementare i tanti im-
pegni di apostolato in un attivo e dina-
mico servizio verso il prossimo e in par-
ticolar modo verso i ragazzi e i giovani.
Frequente, anche se velato, è stato il
riferimento al la Madonna come l'unico
modello a cui guardare per la fede, la ca-
rità, per la profonda ed intima unione a
Cristo e soprallullo per la singolare ric-
chezza di grazia con cui ha vissuto il
dono della «Comunione».
Significative e d, un certo interesse
sono state le diapositive che il direttore
don Giorgio Micaletto ha proiellato nei
tre pomeriggi degli esercizi sul pellegri-
naggio a Lourdes e sui luoghi storici che
hanno visto nascere, crescere e realizzar-
si l'opera e la santità di Don Bosco.
Gli esercizi spirituali si sono chiusi in
bellez.za e in allegria con un semplice
omaggio musicale di riconoscenza e di
gratitudine verso don Mario che, in ri -
cordo della sua parola e della sua pre-
senza in meuo a noi, ha lasciato, tra-
mite una semplice immaginetta, un ricco
messaggio che deve diventare un po' lo
stile di vita di ogni autentico Coopera-
tore Salesiano.
"Nella ricorrenza del XX Congresso
Eucaristico Nazionale, mi impegno i3 vi-
vere inte nsamente l'Eucarestia, come
mezzo di salveua, che alimenta la cari-
tà, anima del mio apostolato».
Mangia Anna
IL GRUPPO SALTAPASTI
Un gruppo di Cooperatori di Roma-San-
ta Milriil Ausiliatrice ci ha fatto pervenire
la relazione che volentieri pubblichia-
mo. Sensibilizzare ai problemai della
tame nel mondo, suggerire un modo
pri3tico per farvi fronte, destinare chia-
ramente i fondi: ecco lo scopo del
GRUPPO «SALTAPASTl11-Cruppo Im-
pegno Missionario ne/lJ descrizione d~l-
la Coordinatrice Maria Luisa Fogazz.1.
MIEI BUONI COOPERATORI, QUANDO SARETE IN PARADISO,
CON QUANTO ENTUSIASMO ESCLAMERETE: BENEDETTO QUEL
GIORNO IN CUI ENTRAI FRA I COOPERATORI!...
Don Bosco

1.7 Page 7

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Carissimi amici,
siamo nell'Avvento periodo di attesa e
di preghiera, si avvicina la festa più bella
dell'anno: il Natale.
La festa dei bambini, ma purtroppo
per milioni di bambini anche quest'an-
no, non solo non ci sarà il panettone sul-
la tavola ma neanche una briciola d1
pane.
È Natale: festa della gioia, della spe-
ranza; Dio si è fatto uomo è venuto In
mezzo a noi a portarci la salvezza, ad in-
segnarci che siamo tutti fratelli. Ma, no-
nostante questo dopo 1982 anni, ancora
nel mondo muoiono 30 piccole vite
umane ogni minuto, stroncate dalla
farne o da malattie provocate da essa.
Mentre nelle nostre città, ogni anno, una
minoranza opulenta butta via qualcosa
come 44 milioni di carta e legname; in
una notte a Bari sono state raccolte 10
tonnellate di rifiuti alimentari; il cibo
buttato via a Milano basterebbe a sfa-
mare per un giorno un milione di per·
sone. E noi cosa facciamo perché il Na-
tale sia vero Natale p~r tutti?
Non bastano le parole occorrono gesti
d'amore, e c'è tanta gente attorno a noi
che ha bisogno del nostro aiuto, ogni
cristiano deve servire i suoi fratelli con
l'amore di Gesù Cristo.
Solo cosi sarà veramente Natale per
tu/ti e, tutto ciò che abbiamo fatto fino
ad ogg, e tutto quello che faremo in av-
venire acquisterà sempre più significato.
Ringraziandovi della vostra generosità
mi permetto di ricordarvi ancora una
volta i nostri impegni.
1) Le adozioni dei bambini lebbrosi
dell'Opera di p. Mantovani L. 10.CXXl; il
VENEZIA OVEST -
Scuola Delegati 26-27·
28 novembre 1982. Dal
pozzo di Monteortone
si attinge acqua s.ile-
siana purissirm!
responsabile p lttyachen Manjil porge a
tutti i componenti del G.A.M. glt auguri
per un felice Natale, unili alle preghiere
che i nostri piccoli amici lebbrosi fanno
ogni giorno per noi.
2) Madrinato studenti poveri che st
preparano al sacerdozio Ricordo che
per aderire a questa InmatIva la quota è
di L. 20.0CO. Anche p. Sola, il sacerdote
che aiuta questi ragani verso il traguar·
do del sacerdo110, scrive di frequente
mostrandoci tutta la sua gratitudine per
e oo ~12. A ID~ ~I.ESJW /
.I. l:lLJ. C/.J I&SA PA.:A,cVi,.>JJ,.
9- ,2 b,(c sa
'-y'I,!_ r'.""•r ...,.;,:,;--
4. hok.l L IJC. l b.lJO PAW•ILO
hGLCqA ro A1'1 2IOA/JJ.1. é
C OOP€.l2A. roe.1 ~ LéSIA IJ /
R O tt.À.
•l
r
'I
Il delegato nu ion.ile, «commosso •, ringruia del pensiero.
l'aiuto che gli diamo, aiuto, prezioso,
come lui dice, senza del quale I ragazzi
non potrebbero continuare 11 loro carn·
mino.
3) Tre le w Argentina, stiamo preParan·
do una spedizione di indumenti usati
ma in ottime condizioni Le giovani
Cooperatrici che operano a Trelew ci
fanno anche sapere che stanno cercando
di aprire un laboratorio «Mamma Mar·
gherila • per aiutc1re quelle povere don·
ne ad imparare a cucire, a lavorare a ma·
glia, ecc
Pertanto cI chiedono d, aiutarle a re-
perire 11 materiale necessario a portare
avanti quest'idea.
Spero vi faccia piacere sapere 'che al-
cun, giorni or sono è partito un altro gio-
vane: Marco, che andrà ad aggiungersi
agli altn che già operano in questa terra
cosi tormentata dalla guerra e dall'odio.
Anche Marco, come tutte le persone che
ricevono il nostro aiuto, Cl ringrazia di
cuore e cI porge gli auguri per un Santo
Natale ma soprattullo c, chiede d 1 non
dimenticarci d, loro
Per le seguenti mmattve vengono uti·
hzzate, invece. le offerte libere che molti
di voi danno con grande generosità
4) Madagascar Africa
5) Centro Accoglienza Stranie ri
6) O peruione Provvidenza. Sono due
giovani sposi, già missionari m Equador
tra gli Shuar, che tornati m Halta stanno
cercando d1 aprire un centro per giovani
disadattati presso il Divino Amore
7

1.8 Page 8

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COOPERATORE,
DIMMI CHI SEI
J. Aubry
11
Sorella e fratello carissimo,
eccoci alla soglia di un Anno Nuovo.
Quanto è bella quella espressione
«Anno Nuovo •. t un anno inedito, in-
tatto, fresco...
Dovrei meravigliarmi, ogni mattina,
di incontrare una giornata nuova che
Dio mi dà, una giornata nuova che
non è mai stata già utilizzata! Dovrei
meravigliarmi di ricevere ogni dome-
nica una settimana tutta nuova. men-
tre tante altre sono già state consu-
mate!
Ed eccoci davanti a un anno nuovo,
semplice e senza esperienza. come un
bambino appena nato. Cosa facciamo
delle novità e freschezze che Dio non
cessa di deporre nelle nostre mani?
Quanto presto le lasciamo appassi-
re! Ad ogni nostro anniversario, regi-
striamo un punto di invecchiamento.
Ad ogni anno nuovo, sembra che dob-
biamo costatare un logoramento...
Questo tipo di reazione è un ricono-
scere il dono del Padre celeste.
Don Bosco vedeva in ogni giorno, In
ogni stagione, in ogni anno una oc-
casione e un invito a servire meglio
Dio e il suo disegno di salvezza.
Quest'anno esige da me uno spirito
rinnovato nell'allegrezza di un figlio di
Dio, un cuore nuovo accordato a un
tempo nuovo, occhi semplici pronti ad
ammirare ciò che la Provvidenza di-
vina svolgerà nel mondo e nella mia
vita. La realtà è sempre nuova. Devo
Cooperatori giovani di età o di spirito agli Esercizi Spirituali guidati da don Buttarelli a San Fiden·
zio (VR).
imparare a non accontentarmi di for-
mule, a vincere la pesante e soffocan-
te "routine», a spogliarmi di tutta la
mia roba vecchia (che si riassume nel-
l'egoismo sterile).
Uno può aver vent'anni e già essere
vecchio. E uno può avere ottant'anni e
progredire verso l'eterna giovinezza di
un cuore aperto e generoso.
In questo periodo, la Chiesa ogni
anno mette davanti ai nostri occhi una
culla, un neonato, una radiosa mam-
ma di diciassette anni. Dio è venuto da
noi con il volto di un bambino: mistero
insondabile! Appello sconvolgente alla
vita nuova, fuori dal peccato! Della sua
vita terrestre, Gesù ha fatto una vita
sempre nuova, nel servizio pieno di
suo Padre e della missione ricevuta
dal Padre. Pienamente incarnato, è
vissuto in mezzo ai giudei del suo tem-
po, traducendo nel linguaggio de/l'e-
poca il messaggio del Padre, condivi-
dendo le sofferenze che ogni giorno
incontrava sulla sua strada.
Un Buon anno» di Cooperatore, di
Cooperatrice, che cos'è?
t un'anno cominciato con spirito
nuovo, filiale, pieno di speranza e di
coraggio, con la convinzione assoluta
che Dio non cessa di invitare a « coo-
perare con Lui», che si possono fare
quindi, con il suo aiuto, tante e tantis-
sime cose perché venga di più e più
presto il suo Regno, specialmente nel-
la vita e nel cuore dei giovani poveri e
abbandonati. t avere gli occhi ben
aperti, per scoprire le urgenze, le op-
portunità d'intervento, i modi più adat-
ti, le collaborazioni da suscitare...
Ecco 1983: il mio presente, che il
Padre mi dà perché io possa riempirlo
di amore di santità! Fratello Coopera-
tore. Sorella Cooperatrice. ti auguro
con tutto cuore un Buon Anno di qu~-
sta qualità ed efficienza.
Potente gruppo di cooperatori di Sicilia agli Esercizi Spirituali a Zafferana (1·5 settembre). 120
partecipanti! Don Guidazio 100 anni dopo l'arrivo dei Salesiani in Sicilia è contento!
8
Alla Villa Lascheris di Pianezza (Tori-
no) si è svolta nei giorni 27-28 novembre
la scuola dei Delegati e delle Delegate
del Piemonte sotto la sapiente regia di
don Corrado Bruno e di don Emilio Zeni.
Presente il Delegato Nazionale lutto at·
tento a non lasciarsi sfuggire una parola,
a fare tesoro, ad imparare.
La visita degli Ispettori don Testa e
don Colombo hanno rinsaldato i vincoli
di comunione fra i membri SDB e FMS

1.9 Page 9

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impegnali nel settore della Famiglia Sa-
lesiana. Ottimo il clima di fraternità e d1
i m p e g n o.
Il Segretario Coordinatore Nazionale
Paolo Santoni e il Delegato Nazionale
don Luciano Panfilo hanno partecipato
alla Domus Mariae, martedì 14 dicem-
bre, ad una im portante seduta della
CNAL (Consulta Nazionale Apostolato
dei Laici) durante la quale si è dibattuto
e votato lo Statu to della Consulta le cui
finalità sono quelle di essere punto di ri-
ferimen to per I laici impegnati in senso
ecclesiale
I Cooperatori Sales,ani m quanto
membri d1 una Associazione secolare
(tra di noi, o ltre a laici impegnali, sono
presenti anche sacerdoti secolari) sono
aggregat, alla Consulta Nazionale dei
laici.
NOTE DI SECRETERIA
Pellegrinaggio in Terra Santa
l..l giovinezu delfil Chies.1: Cilmpo biblico per GG.CC. e simp.alizunti, tenutosi ili rifugio Don
Bosco sull'Etnil diii 7 .il 12 1gosto 1962- 90 pilrtecip,intl pos.ono per lii !itoriil .otto mo il mons. Do-
menico Picchlnema (CT) e al reliltOre don Ju.in Pica.
D al 27 marzo al 4 aprile 1983 la Giunta
Nazionale de, Cooperatori organizza un
pellegrinaggio nella terra d i Gesù. L'in-
vito è aperto a cooperatori e simpatiz-
zanti che vogliano vivere intensamente
,I clima della Settimana Santa negli stess,
luoghi nei quali il nostro Salvatore passò
beneficando tutti e affrontò consapevol-
mente la morte per riapparire glorioso
dopo la risurrezione.
Le iscrizioni entro la rine di febbraio
1983
Per informazioni rivolgersi all'Ufficio
Nazionale CC.SS. Viale de, Salesiani, 9 -
00175 Roma - Tel. (06) 74.80.433
u sede
dell'Ufficio Nazionale dei Cooperato ri
- Si trova in Viale dei Salesiani, 9 -
00l75 Roma, vicino alla Basilica d1 San
Giovanni Bosco, ne, pressi d, Cinec11tà
- Il telefono è il seguente:
(06) 74.ao.-m
- Il CCP ha il N. 452 Sb.005.
- L'1ncanca10 salesiano è 11 Delegalo
Don Luciano Panfilo.
- La segretaria (effic1ent 1ssima) è la
signorina Antonella Tosti. c-ui va aggiun-
ta senza fare torto, ad ahn valenti colla-
boratori la signora Anna Buncchi
- Come vive, la sede? O, offerte (la
Congregazione cI offre i locali. il riscal·
damenlo, la luce, ecc. ) e d, au1ofinan-
zIamento (per la ventà scarso!).
- Come s, raggiunge? Con la me1ro-
pol11ana A scendendo alla fermata • Giu-
lio Agncola•
Venile a lrovarc, se passate per Roma
Giomat.o di spiritu.olità a M.uin.o di PiSà. 31 ottobre 1981 Suo, Vera Carrai t sempre in azione!
Gli Atti di Arevalo
Presso gli UfftC t della Consulta Mon-
diale dei Cooperatori - Via della Pisana,
1111 - 00163 Roma, sono reperibili gli
Atti d, Arevalo documentazione esau-
riente del Il Congresso Europeo GG CC
tenutosi in Spagna dal luglio 1982 Poi-
ché si tratta di un confronto tra le varie
esperienze d1 Giovani Cooperatori in Eu-
ropa che vuol segnare un punto di par-
ten.!a in grande stile della loro a1t1v1tà,
se ne consiglia l'acquisto e la lettura.
Don Cogllandro ringrazia
9

1.10 Page 10

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in famiglia
AUTOFINANZIAMENTO
UN SALUTO ALLE COO-
PERATRICI ESTERE che
studiano Splrltualltà Sa-
leslana all'UPS
Forse non tutti i Coopera-
tori Italiani sanno che a
Roma sono presenti 6 Gio-
vani Cooperatrici estere per
seguire i corsi di spiritualità
salesiana all'UPS.
Chi sono:
studi, che li assorbono total-
mente durante la settimana,
desiderano venire a contatto
con esperienze di vita sale-
siana in Italia, specialmente
nel campo giovanile.
A loro tutte gli auguri e le
attenzioni premurose dei
GG.CC. del Lazio e dell'Italia.
(tra parentesi: a quando il
primo Giovane Cooperatore
italiano studente all'UPS?).
ContrlbuU pervenuti, all'Ufficio nazionale dal
1° dicembre al 30-12-1982 pari al 25% dell'intera
somma raccolta dai Centri, relativi all'anno so-
ciale 1982-83 (n. 9 Centri).
Lanzo Torinese (50.000); Leffe (10.000); Mon-
za (25.000); Napoli, Via Paladino (15.000); Napo-
li, Via Alvino (60.000); Padova, 1st. Don Bosco
(20.000); Potenza, SDB (20.000); Seregno
(25.000); Vaglio Serra (10.000); Don Coin, Bova
Marina (1.000.000) Totale L. 1.235.000.
I Cooperatori amano la Chiesa e le Congre-
gazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice e manifestano questo amore il più delle
volte seguendo con simpatia le attività che que-
ste istituzioni stanno operando nel mondo: si in-
formano, pregano, tante volte aiutano con il la-
voro manuale (quanti Laboratori Mamma Mar-
gherita o Laboratori Missionari sono una vera
benedizione per le urgenti necessità delle par-
rocchie, degli istituti, delle missioni salesiane nel
mondo!).Alcuni aiutano anche con il danaro e in-
viano le loro offerte dove meglio credono: il Si-
gnore e Don Basco li ringraziano e li benedico-
no. Continuino a fare come il cuore detta con
grande libertà!
Detto questo, vogliamo dirvi una cosa: gli uf-
fici della nostra Associazione (che vogliono es-
sere solo di aiuto ai Cooperatori perché possano
vivere meglio la loro vocazione salesiana), han-
no poche necessità di natura economica per ri-
solvere le quali soccorre l'Art. 32 del N.R. Per
comodità dei Cooperatori interessati e generosi
lo riportiamo:
Le Cooperatrici estere posano per una loto storica: da sinistra Ele-
na, Gisela, Maria Laura, Glslalne, Anna Maria. DI qua dalla siepe
alla macchina lotograllca Bozena.
Baranda Maria Laura
Don Pippo Costa
Argentina - Bahia)
Csemez Elena
alla Radio
(Argentina - La Plata)
Jauregui Ana Maria
(Argentina - Buenos Aires)
Alvez Dominguez Gislaìne
(Brasile)
Dwojak Bozena
(Polonia)
Mejia Gisela
(Repubblica Dominicana).
La redazione del BS-CC è
lieta di annunciare ai membri
della Associazione che il Di-
rettore del Bollettino Salesia-
no don Giuseppe Costa dal 3
gennaio al 1° aprile 1983 ter-
il pensiero spirituale alla
Rai-RADIO 2 ogni mattino
alle ore 7,20.
Come vivono:
Alloggiano a gruppetti con
alcune difficoltà e ristrettezze
nei pressi dell'Università.
Si trattengono in Italia me-
diamente per due anni e
mentre completano i loro
È una notizia di cui i coo-
peratori debbono godere.
Per tre mesi « Luci del mat-
tino,. (questo il titolo della
trasmissione inserita ne « I
GIORNI") sarà salesiana.
10
Art. 32 - L'Associazione è sostenuta ai diversi
livelli da offerte libere. Questi contributi servono
alle spese di funzionamento dei diversi Consigli,
al finanziamento delle attività dell'Associazione e
alle iniziative di solidarietà della Famiglia sale-
siana.
I bilanci, preparati da un Consigliere, vengono
approvati e comunicati annualmente dal rispet-
tivo Consiglio.
I Centri statutariamente interessati al proble-
ma e le persone di buona volontà inviino a:
Ufficio Nazionale Cooperatori
Viale dei Salesiani, 9
00175 ROMA - ccp 45256005
specificando AUTOFINANZIAMENTO.
SI Invitano I lettori del BS-CC ad Inviare all'Ufllclo
Nazionale Cooperatori Saleslanl, Viale del Salesiani, 9
- 00175 ROMA, N° 452 56 005 un contributo llbero e
volontario per l'edizione loro riservata. GRAZIE!

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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PARTECIPAZIONE
Il MESSAGGIO DEI COOPERATORI DI SICILIA
Al CAPITOLO ISPETTORIALE DEI SALESIANI (28-12-1982)
·..;a-1111111 ..
la Segretariil Coordinatrice di Si-
cilia mentre legge il Messaggio dei
Cooperatori af Consiglio hpello-
riale S.O.B.
Carissimi «tnltelll nella aaleslanltà.
con profonda gioia, noi Salesiani Coopera-
tori, accogliemmo la lettera del Signor Ispet-
tore D. Litio Montanti, con la quale ci è stato
richiesto un contributo di preghiere e di pro-
poste concrete per Il vostro Capitolo lspet-
torlale. I vari Centri CC. di Sicilia sono stati
senslbflizzati all'evento: hanno organizzato
momenti di preghiera e rluntoni straordinarie
per una serie di rillesslonl in merito.
Porgo un affettuoso saluto, da parte di
tutti I Salesiani Cooperatori di Sicilia, a voi
che, attraverso Il lavoro d1 questi giorni. vi
preparate a dare le linee orientative della vo-
stra azione futura; e sono anche portavoce
delle istanze e del desideri del CC. di Sicilia,
Personalmente sento una grande gioia di
partecipare a questo inizio dei lavori del Ca-
pitolo: è l'assemblea più qualificata a livello
lspettoriale; e soprattutto sono contenta di
essere, lo cooperatrice, tra di voi Salesiani
perché mi sento in lam1glla: una famiglia In
cui cì sto bene:
- viviamo la stessa vocazione salesiana,
anche se con modalità diverse;
- è nostra l'ansia apostolica di D. Bo•
sco: Signore, dammi le anime e prenditi
tutto ciò che può essere dì ostacolo a questa
missione».
La Lettera del Rettor Maggiore sulla • Fa-
miglia Salesiana. (febbraio 1982) ci ha data
tanta speranza.
AVANTI INSIEME
Insieme per camminare salesianamente.
Nessun ramo da solo è tanto •salesiano. da
non aver bisogno degli altri rami. Non è fa-
cile: c'è il rischio di andare avanti come se
non fossimo membri della stessa Famiglia:
salesiana nel nome, nella missione, nella
spiritualità e nello stile.
Lo Spirito Santo cl ha chiamati in un'u-
nica Famiglia Spirituale per mezzo di D. Bo-
sco che, per reallzzare Il suo progetto edu•
cativo-pastorale, cl ha pensati e ci ha voluti
UNA. Lo riaffermano I vostri documenti del
CGS (cfr CGS 729).
Noi CC. senza di voi mancheremmo di
centro di unità, di Impulso salesiano, di pre-
senza sacerdotale-salesiana.
Voi, senza di noi CC. (è O. Bosco che lo
dice nel Primo Capitolo Generale della Con-
gregazione nel 1878) sareste un •Corpo
senza anima•.
Non può trattarsi dunque solamente dI
una comunione ideale-spirituale; necessita
una comunione concreta-operativa-decisio-
nale. Da qui:
rapporti improntati a stima e fiducia:
- collaborazione fratena e fattiva.
INSIEME
Perché lavoriamo Insieme.
Perché condividiamo le responsabilità.
Perché. pur nella giusta autonomia, cl in-
tegriamo con la nostra Identità specifica e
col nostro apporto originaie.
Perché progettiamo, realizziamo e revisio-
niamo lnteNenti educativi In comune (cfr
CGS 736).
Noi CC. ci sentiamo coinvolti nei problemi
della Congregazione. condividiamo appieno
l'ansia e la preoccupazione espresse già dal
CGS e dal CG 21 (cfr CGS 34-44; CG 21 In•
troduzione. 12) per la situazione giovanile.
La fedeltà alla nostra scelta vocazionale,
l'urgenza interiore di rispondere ai problemi
globali e alle impellenti domande di salvezza
dei giovani d'oggi (soprattutto del giovani
più difficili, irrequieti, emarginati, pericolanti.
lontani, che vengono raggiunti meno abi-
tualmente dai comuni metodi pastorali; e del
giovani del ceto operalo) cl spingono a cer-
care forme di presenza nuove.
Per rendere più Incisiva la nostra comune
opera evangelluatrice, occorrerebbe pen-
sare:
- a dar vita a opere nuove. più scomode
ma più significative come risposta salesiana
(es. pensionato per universitari forestieri
particolarmente bisognosi. centro di acco-
glienza per drogati, ex-carcerati, ecc.):
- a rivitalizzare opere già esistenti (es.
Oratori);
- a promuovere maggiormente Il • Lai-
cato Missionario• ed I servizi di «Volon-
tariato.,
con Il coraggio che voi già avete ben dimo-
strato col Progetto-Madagascar.
Dobbiamo ottrlre alternative valide, so-
prattutto dobbiamo recuperare le ricchezze
già esistenti e far circolare meglio i nostri ta-
lenti. Il tutto potrebbe essere gestito insieme,
valorizzando le forze laiche della Famiglia
Salesiana (CGS 177): e attuato in zone par-
ticolarmente bisognose, le « Valdocco d"og•
gi•, dove D. Bosco non solo si butterebbe
nel lavoro ma spingerebbe tutti, ognuno se-
condo la propria salesianità, a ■dare una
mano •
È da tener presente Inoltre che l'idea della
•cooperazione• non va considerata solo in
un modo restrittivo (non è solo né principal-
mente in funzione dell'efficienza organizza-
tiva e delle attività da portare avanti - CO 21,
n. 71), ma è sulla linea della complementa•
rietà e abbraccia l'Impegno salesiano laico
che va anche al di fuori delle Case sale-
siane.
Potremo procedere bene INSIEME solo se
eviteremo confusioni ed equivoci. E qui en-
triamo nel vivo delle risposte pervenute dal
Centri...
C"è un profondo desiderio di chiarezza ed
una forte esigenza di autenticità per quanto
riguarda
l"Identità e l'appartenenza alla Famiglia
Salesiana;
l'approfondimento del concetto di • vo-
cazione salesiana•·
Necessita la dlslinzlone di Famiglla Sale-
siana
- in senso stretto o nucleo centrale
- in senso lato o vasto movimento di spl-
rltualltà salesiana
- come fatto lnslltuzlonale e non pura-
mente carismatico.
E la distinzione Inoltre det titoli (sostanzia-
li e formali) e dei modi di appartenza, non
del • gruppi • ma del rami della FS
(Cost. 5).
L'urgenza della missione giovanile-oggi
rende attuale la FS. Il CGS ne ha riscoperto
la .realtà vocazionale• e Il CG 21 ne ha as-
sunto gli impegni di « animazione vocazio-
n ale • .
SI promuovano e si accettino incontri,
scambi, momenti comuni formativi. A tal fine
si potrebbe valoriuare la struttura rappre-
sentativa già esistente, cioè il Consiglio Re-
gionale di Coordinamento per la FS; e cele-
brare la Festa della Famiglia Salesiana a li•
vello regionale.
Ma non basta. Necessita un respiro più
ampio, se l'identità è In funzione della mls,
slone. Non è sufficiente che la FS sia solo
oggetto dello studio e dell'attenzione da par-
te della Congregazione, si deve prendere
più coscienza sulla collaborazione in vista
della comune missione.
In teoria si sono tatti veramente del passi
avanti, ma nella prassi permangono dif-
ficoltà.
Ecco perché la Congregazione Salesiana
potrebbe parlare nelle Costituzioni non solo
della collocazione del CC. nella FS (Cost.
Cap. I), bensì riparlarne nella parte sul Cor-
rlsponsabtli della missione (Cost. Cap. V).
esplicitando qui meglio le modalità di colla•
borazione col Cooperatore Salesiano nella
es missione verso I giovani e il ruolo speciflco
del
come operatore di Pastorale gio-
vanile.
Non esistono solo I doveri della Congre-
gazione verso la FS. ma i doveri della FS nel
confronti della missione.
Anche nei Regolamenti appaia la posslbl•
lltà di un reale coinvolgimento responsabile
dell'intera FS. Anzi sarebbe addirittura op-
portuno inserire un articolo, nei rispettivi Re-
golamenti del vari rami della FS, In cui si
enuclei esplicitamente (quasi con le stesse
parole) ciò che concretamente si può realiz•
zare INSIEME come Famiglia Salesiana.
Aiutateci ad essere quello che siamo:
- apostoli: battezzati che decisamente si
sentono chiamati alla santità, da realizzare
nel servizio apostolico;
- laici: che vivono nel mondo, che con-
sacrano il mondo, che promuovono il van-
gelo dentro le strutture del mondo con com-
petenza professionale e con ottica cristiana;
- salesiani: noi viviamo una vocazione
quella • salesiana esterna•: come i membri
degli altri rami dalla FS (SDB, FMA, VOB);
siamo portatori di un carisma: Salesiani nel
mondo (CGS 730).
Cosl ci ha pensati e voluti D. Bosco. Cosl
cl impegniamo ad essere secondo il nostro
Regolamento.
Così vi chiediamo di aiutarci ad essere.
Le vostre Costituzioni vi affidano un ruolo
di animazione nel nostri riguardi: è una re-
sponsabilità, un Impegno •particolare• (dite
voi), •preferenziale•.
I: necessario elencare le vostre compe-
tenze nei confronti della FS? No.
Siate quello che dite di essere. Quello che
solennemente avete sancito nel documento
più autorevole e più Impegnativo: Costituzio-
ni (art. 5) e Regolamento (art. 30). Il mondo
e la Chiesa vedano In voi del testimoni gioio-
si ed entusiasti della propria saleslanltà, che
riguardano alle altre spiritualità senza chiu-
sure, ma anche senza complessi di inferiori•
tà; fedeli custodi dello spirito del nostro co-
mune fondatore D. Bosco e garanti del ca-
risma salesiano.
Vi ringraziamo per ciò che fate per noi,
pur tra difficoltà, cumulo di impegni e sacri-
fici, ma vi chiediamo anche molto fraterna-
mente di essere ancora più presenti tra di
noi.
I Salesiani •delegati per i CC.• (e a turno
lo siete un po' tutti) qualche volta sembrano
Improvvisati: si conosca la FS. fin dai primi
anni della formazione, non solo « sul libri.
ma in forma •esperienziale• , attraverso la
partecipazione a momenti di FS. e alle inlzla-
tive dei CC.; e ci si abitui a lavorare insieme.
Si promuova l'Ass. CC. dove ancora non è
1J

2.2 Page 12

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LA NOSTRA MISSIONE
IN PATAGONIA
Trelew, 2-12-1982
Carissimo don Armando,
ancora una volta ho ricevuto la
tua gradita lettera. Tu mi do-
mandi: «Quando sarà il mio
rientro in Italia. Ti comunico
che il giorno 13 di dicembre sa-
luterò la gente di Trelew e par-
tirò verso Bahia Bianca. In que-
sta città mi fermerò alcuni gior-
ni per salutare i famigliari di
Maria del Carmen, la Comunità
Salesiana, l'Ispettore P. Fran-
cisco Casetta e il Delegato P.
Belli. Sono stato invitato a vi-
vere alcuni giorni con loro.
Dopo proseguirò il mio viaggio
verso Buenos Aires... Desidero
visitare il Santuario de Lujan
per ringraziare la Vergine Maria
per avermi aiutato in questa
missione.
Domenica 19 di dicembre
hs.19. con la Compagnia «Ita-
lia» partirò verso l'Italia. Se tut-
to andrà bene il giorno 20 starò
in mezzo ai Cooperatori d'Ita-
lia.
Per quanto il mio apostolato
fra questa gente stia per finire
oggi ho dato l'ultima classe di
catechismo, domani avrò un
rito penitenziale per i genitori
dei ragazzi che riceveranno la
Comunione. Sbato per la mat-
tina confessione epreparazione
della S. Messa per bambini/e di
prima comunione.
Domenica hs.11 S. Messa...
dopo avrò una festa dei ragazzi
e genitori che riceveranno il
Santissimo Sacramento. Que-
st'anno i ragazzi sono stati pre-
parati da Olimpia, Rosa ed il
sottoscritto. In questo periodo
sto visitando le famiglie per il
pomeriggio. Dopo la S. Messa
hs.19 visito le famiglie con la
statuetta della Madonna. Mi ac-
compagna sempre la Coopera-
trice del nostro gruppo giova-
nile «Marianne» e qualche vol-
ta giovani e ragazze. Tutti rice-
vono la Madonna con fede, pre-
parano sempre un bellissimo al-
tare. La S. Vergine resta nelle
famiglie 24 ore. Quando andia-
mo a prenderla per portarla da
un'altra famiglia ci ringraziano
di vero cuore... È molto bello
pregare con loro, io come sem-
pre cerco di spiegare il motivo
della visita della Madonna alla
loro casa. Loro sono felici per-
ché la presenza della Madonna
colma di amore e pace la loro
anima. Credo nel futuro i Coo-
peratori Salesiani dovranno
conosciuta o attuata; si sensibilizzino tutti i
Confratelli alla realtà-Cooperatori nell'am-
bito di una formazione permanente.
Si valorizzi la «Scuola per Delegati CC. • ·
Mandate i CC. dei vostri Centri ai nostri
Campi/ Corsi residenziali a livello ispettoria-
le. Anche voi siete sempre i benvenuti! È un
momento di confronto e di crescita.
L"approfondlmento della spiritualità sale-
siana laica (stile, pratiche di pietà, assunzio-
ne di Impegni legati alla secolarità) esige fra-
telli SDB sempre più qualificati.
Qualche volta Invece si fa con noi un la-
voro generico: noi non slamo uno del tan-
ti• gruppi a cui dire ogni tanto una buona
parola•· Altre volte capita che si la un lavoro
troppo personalistico: non si è presentì a
nome della Comunità Salesiana (CGS 736;
CG 21 , 537),
12
Concludendo. Questo nostro Intervento
non ha pretese esaustive; è nato dalle espe-
rienze del Centri CC. di Sicilia ed è suscet-
tibìle di ulteriore approfondimento.
CAMMINIAMO INSIEME. Per servire i gio-
vani e rispondere alle loro attese, per non
perdere il treno della storia e la capacità
d'aggancio con I giovani del duemila.
Sentitissimi auguri per la migliore riuscita
di questo Capitolo lspett. momento forte di
verifica ed occasione di grazia per tutta la
FS.
L"Ausiliatrlce non farà mancare di certo Il
suo aiuto.
AVANTI INSIEME. Nel nome di D. Bosco
e per la Chiesa di Dio.
lns. Lella Foti
Segretaria Coordin. /spett.
OFFERTE
Roma - Via Marghera L. 21 .000
Gruppo Proposta GG.CC.
Nizza Monferrato
120.000
Ottaviano (Na)
Via Carmine
50.000
Signora Irene Gradini
Vomero, Napoli
50.000
Compagnia Natale
del Cooperatore
200.000
Laboratorio M.M.
Napoli, Via Scarlatti
400.000
Roma, Via Dalmazia
100.000
Roma, Centro San Saba 150.000
Don Coin - Bova Marina 1.000.000
2.091.000
Uscite
Spese postali
Seminario Missionario
20.000
60.000
EL DIA DE TRELEW
A SAN CATALDO
« Un salvadanaio in framtumi»
I CC. del Centro di S. Cataldo
presso le Fìglie di Maria Ausilia-
trice si sono riuniti in cappella,
per celebrare solennemente e
con ardore missionario « El Dia
di Trelew», insieme a Don Ma-
scimino, assistente spirituale,
alla delegata Suor Rosa Crucillà
e a tutta la comunità FMA.
Sono seguiti alcuni momenti
di fraternità, durante i quali i ni-
potini della cooperatrice signora
Giovanna Vasapolli (Giacomo,
Manuela, Francesco e Arcange-
lo), con quattro colpetti hanno
rotto il salvadanaio in cui da un
anno avevano messo i soldini
per la missione di Trelew: Lire
12.000.
Non mancano le tradizionali ca-
ramalle e una raccolta tra i CC.
presenti. Faremo giungere a
Trelew un pacco contenente
lana, cotone, uncinetti, aghi,
stoffa. filo, ecc. Rosetta Calà
svolgere due tipi di lavoro: 1)
apostolato con i giovani; 2) vi-
sita alle famiglie annunciando
la buona notizia di Cristo. Visto
che in questo luogo mancano i
sacerdoti che possono svolgere
questo tipo di apostolato, que-
sto compito lo dovranno as-
sumere i Cooperatori Salesiani.
Visto che loro hanno una gran-
de devozione alla Madonna,
sarà una buona occasione per
evangelizzare per mezzo della
visita con l'immagine della Ver-
(Segue a pag. 15)

2.3 Page 13

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UNA INIZIATIVA CHE MERITA
LA TUA ATTENZIONE
PER UNA BIBLIOTECA SALESIANA
IN FAMIGLIA
Ripetiamo un'esperienza che i Cooperatori hanno gradito
negli anni precedenti
Quale contributo alla tua formazione
l'Ufficio Nazionale ti offre la possibilità di
acquistare le sue edizioni in « pacco spe-
ciale>>, usufruendo di sconto particolare.
Queste edizioni, unitamente ad altre di
carattere salesiano forse già in tuo posses-
so, formeranno la tua « biblioteca salesia-
na», sempre a disposizione per studio eri-
cerche di varia natura. Sarà essa il miglior
sussidio per il tuo apostolato. Leggendo,
studiando, consultando, migliorerà la tua
formazione e conseguentemente svolgerai
con maggiore efficaci.a, la tua missione tra
i giovani.
Indicazioni per chi desidera usufruire
dell'iniziativa._ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
_j
- La possibilità di acquisto ha la du-
rata di soli due mesi, cioè fino al 31 mar-
zo p .v.
- Si legga nel retro l'elenco delle pub-
blicazioni comprese nel « pacco spe-
ciale».
- Si invii l'importo del pacco a mezzo
modulo di conto corrente postale (rita-
gliare accuratamente quello stampato a
lato), indicando in esso la causale di ver-
samento: « Per pacco speciale edizioni».
- Nel caso si sia già in possesso di al-
cune pubblicazioni, queste siano indicate
nel modulo e se ne defalchi il relativo
prezzo dall'importo totale.
- Spedizione e imballo sono a carico
dell'acquirente.
I
- Le edizioni sono tutte valide ed at- I
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tuali!
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2.4 Page 14

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COMPRESE NEL PACCO SPECIALE
AA. VV. Cooperatori di Dio L. 6.500
T. Bosco - La nuova biografia
di Don Bosco
4.500
C. Colli - Nel mondo con Dio
1.100
P. Natali - Il cammino del Coo-
peratore verso Dio
500
P. Bargellini - Il Santo del la-
voro
600
L. Cian - Il sistema preventivo
di Don Bosco
4.250
G. Mattai - Il Cooperatore Sa-
lesiano è presente tra la gio-
ventù lavoratrice
250
M. Emma - La violenza sui gio-
vani
2.250
S. Palumbieri - Vangelo e svi-
luppo - voi. II, a sé stante 1.700
Via salesiana alla santità (18
ritratti originali dei Santi e
dei futuri Santi della Fami-
glia Salesiana)
600
Quello che ha detto il Congres-
so Mondiale dei Cooperatori
50
Disco, con i due canti dei Gio-
vani Cooperatori (Lasciate
che i giovani vengano a me -
Ragazzo senti qua)
600
AA.VV. - Fatti più che parole
per i ragazzi in difficoltà
500
Valore delle pubblicazioni L. 23.350
Il pacco speciale può essere acquistato
versando solamente L. 22.000

2.5 Page 15

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gine e promovendo per mezzo della nostra
esperienza di vita.
Ora ti faccio una breve cronaca:
- il gruppo dei Cooperatori di Trelew mar-
cia molto bene. Quest'anno c'è uria novità: in
gennaio andranno all'interno di « Las Plumas »
per la missione d'estate. L'8 dicembre preghia-
mo insieme alle ore 12 e alla notte mi daranno
l'addio.
- Cominciarono a costruire la casa per le
nostre ragazze; consultorio medico, ecc.
- Il Santuario lo stanno tecchiando con la-
miera, sembra che esiste un problema per co-
lorare l'ultima parte della torre, già si fece un
tentativo con l'elicottero, però non ebbe succes-
so. Lunedi tenteranno un'altra volta.
- Già sj parla della colonia d'estate, però
quest'anno non si può contare nell'aiuto dei sa-
cerdoti. P. Lucio e P. Renzo staranno occupati
con il Capitolo Generale, e per di più tre sacer-
doti della parrocchia stanno ricoverati per ma-
lattie un poco serie.
Bene, è venuto il momento di terminare que-
sta lettera e con essa la mia permanenza in ter-
ra Patagonica. Ringrazio Dio per avermi chia-
mato a seguirlo in questa terra tanto sognata da
Don Bosco... Ho scoperto cosa significa amare
e donarsi. Ringrazio tutta la Famiglia Salesiana
per avermi aiutato e i miei amici Cooperatori
missionari. Trelew è l'inizio di una missione, nel
futuro altre Comunità dovranno fiorire dove il
Cooperatore Salesiano potrà svolgere la sua vo-
cazione di servire Cristo nei giovani.
Un abbraccio fraterno.
Giuseppe
LAICI VOLONTARI:
un vasto campo di attività!
« Ella ha avuto una geniale idea, evidentemente
ispirata da Dio, di mandare ir:, Missione giovani con-
sacrati al servizio di Dio e laureati in medicina; ossia
dei laici, i quali prestano la loro opera negli Ospe-
dali, negli Ambulatori; questa professione offre le-
gittimamente occasione perché possa'" ; esercitare
l'apostolato fra le anime. Con queste; indirizzo Ella
ha risolto il problema e superate le difficoltà.
È evidente che il progetto Suo di portare nei pae-
si di Missione Medici e Personale ausiliario consa-
crati al servizio di Dio con un legame spirituale, rap-
presenta un programma magnifico: queste Persone
saranno degli zelanti apostoli e saranno ottimi coa-
diutori dei Missionari, mentre i Sacerdoti potranno
svolgere la loro attività puramente come Sacer-
doti •·
P. Agostino Gemelll otm
--~_ -_ -_ -__,;;-;;;....-::;;;-;;;..-..__-;;;~---
.......
..
-
.J -
Attlvltà del Centro Comunitario di Trelew. La povertà e la man-
canza di Istruzione à grande; gloc;are, recitare, cantare con I ra-
gazzi anzlch6 fare la... rtvoluzlone, non à perdita di tempo: è con-
dividere, dare dignità e gusto di vivere!
Ambulatori, laboratort, oratori non sono giochi di parole, ma at-
ten legglttlme della povera gente.
15

2.6 Page 16

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SpedlL In abbon. postale • Gruppo 2° (70) • 2~ quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Ouindfcinale di Informazione " di cultura religiosa
L'edizione di metà mese del BS è partico-
larmente destinata al Cooperatori Salesiani
Direzione e amministrazione: Via della Pi•
sana, 1111 C.P. 9092 • 00100 Roma-Aurelio
Tel. 69.31.341
Direttore •••pon•ablle: GIUSEPPE COSTA
Redattore: LUCIANO PANFILO - Viale dei Sale-
siani, 9 0017S Roma Tel. (06) 74.80.433
Autorlu. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
C. C. Postate n. 2·1355 intestato a: Direzione Generale
Opere Don 80$CO Torino
C.C.P. 462002 lntat. a Dir. Gen. Opera D. 8oaeo Roma
Per cambio d'Indirizzo Inviare anche l'Indirizzo precedente
COME NASCE UNA RIVENDITA
Ricordando che i Salesiani furono tra i pnmI a
prendersi cura degli emigrati italiani in Europa
(basti ricordare la Missione Italiana a Zurigo
1892) pubblichiamo questa interessante richiesta
dalla Germania.
PRIMI PASSI
, . , _ -l.ucP.aalA nIvA13Ult
an ~ -
Missione Cattolica Italiana
Hackhauserstral3e 2 - Telefon 71765
5650 SOLINGEN 11 (OHLIGS)
Reverendo Don Panfilo
26 ottobre 1982
sono un padre Scalabriniano impegnato anche alla diffusione di una
stampa che ha senso, soprattutto tra i giovani emigrati. Da tempo trovo
interessante e vedo che i giovani gradiscono i numeri della sua collana
« Mondo Nuovo»...: lettura semplice e facile, con buoni contenuti.
Per posta, come pacchetto postale (non per altre vie), Le chiedo di in-
viarmi una quarantina di numeri, anche doppi, del più significativi e, se
è possibile, inizio l'abbonamento. La fattura, nel pacchetto.
Il mio indirizzo: P. Rubin Pietro
Hakhauserstral3e 2
5650 Solingen 11 (Ohlihs)
(Germania Occidentale)
La ringrazio e rimango in attesa di una celere spedizione.
st86,8P. Rubin Pietro
t - - - -..... OOPERATORI DI D I ~ -......
il libro fondamentale del C.S.
per conoscere
per pregare
per costituire comunità
Ogni C.S. un libro
COOPERATORI DI DIO
Per ordinazioni:
Ufficio Nazionale Cooperatori
Viale dei Salesiani, 9
00175 ROMA
ccp 45256005
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