Una maestra di Salerno scrive:
« La mia scolaresca è composta di
23 alunni, piuttosto vivaci. Con pia-
cere ho accettato l'incarico di esporre
ai ragazzi la vita e le virtù di San
Domenico Savio. Al termine di una
chiacchierata, chiesi loro se c'era
qualcuno che volesse far parte degli
Amici di Domenico Savio. Con mia
sorpresa, tutti alzarono la mano.
Non immaginavo proprio un'unità
così compatta. Ora i piccoli amici
del Santo recitano la sua preghiera
prima d'iniziare la lezione, e si
sforzano di migliorare la loro dili-
genza in classe e a casa. Hanno de-
ciso poco tempo fa di dividersi in
gruppi, per discutere insieme, per
impegnarsi di più. Io sono entu-
siasta, e mi dico a volte: chissà
quante cose belle combineremo con
l'aiuto di Domenico Savio ».
La sorpresa della maestrina di Sa-
lerno si comunica a chiunque viene
a conoscenza degli Amici di Dome-
nico Savio. Il Movimento è nato
quasi spontaneamente, si è svilup-
pato senza rumore, ingigantisce in
ogni parte d'Italia, non è legato a
tessere né a distintivi, non ha una
fisionomia rigida: fiorisce ugualmente
bene nelle scuole e negli oratori,
nelle case salesiane e nelle parroc-
chie di città e di campagna. Ha sol-
tanto un fondamento comune: Do-
menico Savio, il suo programma di
vita allegra e santa, serena e impe-
gnata.
Il Centro del Movimento,
a Roma
Il Movimento ha ormai tali pro-
porzioni che a Roma, in Viale dei
Salesiani 9, si è creduto bene di
creare un «Centro ». Ma, per pre-
venire ogni paura di «una struttura
in più », il Centro si presenta con
parole chiare e decise: « Il Movi-
mento A.D.S . non ha un'organizza-
zione prestabilita, né un regolamento
fisso, né un tesseramento obbliga-
torio. Chi fonda un gruppo A.D.S .
l'organizza se crede e come crede;
prende spunto da un regolamento
indicativo o se ne crea uno lui o
non ne usa affatto ; unisce il gruppo
senza tessera o utilizza un tesserino
generico o una medaglia o un di-
stintivo. L'unico legame col Centro
è quello di segnalare l'esistenza del
gruppo per essere informato e aiu-
tato, se lo chiede. Egli poi con i suoi
ragazzi, pochi o molti, divisi in più
nuclei o uniti in un solo gruppo,
agisce da vero educatore responsa-
bile. Se, come è logico, gli occorre
l'aiuto di un sacerdote, il parroco o
il cappellano o l'insegnante di reli-
gione del posto, saranno le persone
a cui potrà riferirsi. Il Centro A.D.S.
non coordina, non regolamenta, non
tessera, non chiede quote, ma so-
lamente aiuta, serve, consiglia, in-
forma ogni gruppo, direttamente dal-
l'u no nazionale o attraverso gli uf-
fici regionali ».
Un esempio:
il Savio-Club
Se il « Centro » di Roma non in-
tende dare norme, vuole però for-
nire un esempio che possa essere
i mitato. Per questo, nell'Oratorio sa-
lesiano « Roma - Don Bosco », è sorto
un Savio-Club che nella sua struttura
e nel suo programma si presenta
come esemplare.
Eccone la fisionomia: Tre cerchi
concentrici. Nel primo, il più ampio,
si collocano i soci e i simpatizzanti
A. D. S., quale massa da lievitare cri-
stianamente. Nel secondo, il Cena-
colo dei capi, vengono radunati i
leaders , i ragazzi che hanno la stoffa
e le capacità dei capi. Gli incontri
del Cenacolo dei Capi sono diretti
da don Elio Scotti, il direttore gene-
rale del Movimento. Nel terzo, il
Gruppo animatori, si radunano gli
adulti che desiderano dedicare parte
della loro attività all'animazione del
Savio-Club.
Il Savio-Club funziona così. Si in-
coraggia tra i ragazzi la crescita di
gruppi spontanei, cementati dall'ami-
cizia e animati da vari interessi:
sport, giochi, concorsi, gite, spetta-
coli, interessi culturali. I gruppi
vengono invitati ad adunanze setti-
manali, guidate dagli animatori. Si
individuano intanto i leaders naturali,
che vengono raccolti mensilmente
nel Cenacolo dei Capi per una soda
formazione apostolica, che poi ri-
verseranno sui compagni. Un Campo
scuola che si organizza durante le
vacanze estive, e a cui partecipano
i leaders , corona tutto un anno di
lavoro formativo.
Il Savio-Club vuol formare così. Lo
scopo del Savio-Club è di formare
Cristo nelle anime dei soci sul mo-
dello di Domenico Savio. Ci si
sforza di ottenere questo risultato
attraverso tre mezzi principali: cate-
chesi (ecclesiale, sociale, lezioni di
« orientamento nella vita»); liturgia
( Messa, Sacramenti, Parola di Dio,
giornata vissuta con Dio); comu-
nione (incontro con «gli altri »: nel
proprio gruppo, nell'oratorio, nel-
l'azione caritativa per i poveri e gli
isolati).
Il programma del Savio-Club per
il 1972 è stato sintetizzato in questo
slogan: apostoli di Cristo nella Chiesa.
L'assistente del Club, presentandone
il programma, termina con queste
parole: « Usando bene di questi
mezzi meravigliosi, si può sperare di
ottenere buoni frutti di santità e di
vocazioni ».
Il Savio-Club di Roma si presenta
come modello per un'organizzazione
oratoriana. In un paesino del nord,
a Peveragno (Cuneo), è invece sorta
una specie di centrale per gli Amici
Domenico Savio che si ramificano e
quasi si polverizzano in moltissime
scuole elementari e medie.
Una rivista
e un'idea geniale
Il Movimento che s'irradia da
Peveragno fa perno su una rivistina
fondata e diretta dal salesiano don Ce-
sare Rosa: REAZIONE A CATENA,
edita dal «Centro A.D.S . » - Sa-
lesiani - 12o16 Peveragno (Cuneo).
In articoletti brevi, scintillanti, sono
presentate pagine della vita di Do-
menico Savio, profili di ragazzi in
gamba, notizie e corrispondenze di
vari gruppi A.D.S.
In questi ultimi anni è partita da
Peveragno una iniziativa originale,
una gara scolastica chiamata Bontà
e Studio, che ha immediatamente
attecchito e s'è divulgata, come tutte
le idee semplici e geniali. L'inse-
gnante presenta innanzitutto la fi-
gura di Domenico Savio ai ragazzi,
come ideale concreto, affascinante,
alla loro portata. I migliori, quelli
che hanno ascendente sui compagni,
sono invitati a diventare Amici di
Domenico Savio. A questo punto
inizia la gara: la classe viene divisa
in gruppi di cinque o sei ragazzi
con un « capo » Amico di Dome-
nico Savio. Il « capo», diventa così
l'anima del gruppo, gli dà slancio,
lo trascina in una serie di «gare a
catena » con gli altri gruppi. Gare
che interessano il campo stretta-
mente scolastico, e si spingono in
ogni altra attività: dallo sport alla
bontà, all'impegno per gli altri.
Le classi che adottano questa ini-
ziativa, largamente appoggiata dalle
autorità scolastiche, sono invitate a
scambiarsi periodicamente un breve
resoconto sulle mete raggiunte, per
incoraggiarsi a vicenda.
L'iniziativa appare estremamente
semplice, eppure i frutti che sta
dando sono notevoli. Ecco le im-
pressioni di alcuni insegnanti che
l'hanno adottata.
Un'insegnante di Busca (Cuneo)
scrive: « Mi ha colpito il fatto che i l