L•arricchimento spirituale che mi è venuto dall'appartenere
alla Famiglia Salesiana
Come esorterei un giovane della mia età a parteciparvi
Come exallievo, Cooperatore e
Consigliere Ispettoriale, ho compreso
che essere salesiano e capirne la
profonda essenza è un traguardo e un
punto di partenza aUo stesso tempo.
La mia esperienza non è lunga ma mi
ha portato alla scoperta di nuovi
valori, di una visione più ampia
della problematica umana e cristiana.
Ha contribuito in modo determinante
e incisivo a risolvere problemi per-
sonali non mai disgiunti da un
continuo ed immediato riferimento
ai fratelli che mi stanno accanto e
alla realtà del mondo attuale.
·
Ho trovato armonica risposta ai
molteplici interrogativi d'ordine in-
dividuale e d'ordine sociale che
andavano presentandosi alla mia co-
scienza: e cioè vivere la pienezza del
tempo presente con una disposizione
di apertura agli altri, di allineamento
con le più sentite e nobili istanze
moderne, senza tuttavia perdere quel-
lo che è l'intimo patrimonio della
propria anima: essere cioè un attento
testimone di Cristo nel tessuto sociale
in cui mi trovo inserito.
E ho esperimentato come il mio
lavoro di ricerca abbia portato ad un
concreto orientamento di fondo pro-
prio neUa Famiglia dei Cooperatori
Salesiani che, sulla base di una
struttura portante, offre una dinamica
di esperienze, d'un tempismo e di un
respiro straordinari.
Essere Cooperatori non
vuol dire portare un nome,
ma «vivere » una realtà per la
piena realizzazione di se stessi e alla
scoperta dei fratelli, nello spirito di
Don Bosco. Ognuno di noi presenta
tanti lati e dimensioni, come per
esempio vita individuale e vita di
gruppo; preghiera e azione: è pos-
sibile che sorgano altrettante con-
trapposizioni e soluzioni estremiste.
Nella famiglia dei Cooperato.ci si è
verificato uno stimolante scambio di
idee su questi problemi: gli angoli
l1anno perso d'asprezza, si è discusso,
si è prospettato, si è programmato e,
frattanto, alla ricerca della soluzione,
si è messo mano ad un lavoro di
reciproca comprensione e di arric-
chimento.
Con l'assistenza dei sacerdoti sa-
44 lesiani la .nostra ricerca si è appro-
fondita, protesa sempre a qualcosa di
più e di meglio: abbiamo letto la
biografia di San Giovanni Bosco non
solo con gli occhi, ma con la mente
e col cuore; abbiamo intravisto che
La sua esistenza è la traduzione in-
tegrale, pratica, personale, caratteri-
stica del Vangelo: non mi rimaneva
che pormi alla sua scuola.
Ho sentito che mai come oggi
il mondo ha bisogno di Don Bosco,
della sua voce ferma e suadente,
del suo carattere forte e mite, della
sua vita grande e semplicP. Ho
sentito che ognuno può e deve, qui,
nel mondo che chiama a gran voce la
nostra testimonianza, essere seguace
imitatore del suo esempio. Ho capito
che la nostra Associazione non è
una comunità qualsiasi, non è la
coincidenza del trovarsi insieme, ma
è la consapevolezza che siamo inseriti
in una realtà vera, vitale, palpitante.
Prima di accingerci a qualsiasi
attività ci raccogliamo in preghiera,
come San Giovanni Bosco prima di
fare catechismo, perché ogni nostra
azione deve puntualizzarsi in Cristo
e ci soffermiamo a pensare se essa
veramente ritorna «a gloria di Dio e
a salvezza delle anime~ o se si ri-
solva in una velleitaria mistificazione.
Ogni incontro diviene decisivo
per il salesiano; noi abbiamo im-
parato che dobbiamo lasciare qual-
cosa al fratello, in mille modi, col
sorriso, con l'alleviamento delle sof-
ferenze fisiche o morali, sfruttando
pretesti e occasioni. Ma per far
questo, per poter donare la luce ho
avvertito che dobbiamo tenerci pron-
ti: custodire, conservare Cristo con
la preghiera, co.n l'accettazione del
dolore, con la nostra specifica pre-
parazione in materia di fede, con
l'affinamento della nostra psicologia
per entrare nel cuore· dell'altro.
Con Lui sentiamo che la somma
gioia è sentirsi docili strumenti nelle
mani di Dio e l'ansia di portare
Cristo alle anime e le anime a Cristo.
Ai giovani che si sentono
attratti dalla nostra famiglia
direi:
Non abbiate timore di trovare una
religiosità chiusa e superata. Qui si
lavora sodo, si guarda subito all'es-
senziale, come piace a noi. Noi ti
prendiamo come un'anima che desi-
dera arricchirsi ed arricchire: tu
continuamente ci doni qualcosa e
ricevi qualcosa, quando ascolti la
parola di Dio o fai catechismo, quando
ti batti per la moralizzazione degli
spettacoli, quando ti impegni nella
tua parrocchia, quando ti dedichi
ad infrangere l'amara solitudine di
un ammalato, quando ci racconti o
ti diciamo un'esperienza di dolore,
di accettazione, quando ci scam-
biamo consigli per quelle drammati-
che battaglie che noi conosciamo. Ti
puoi donare cantando, se hai voce,
giocando, ridendo, facendo risplen-
dere la tua giovinezza. Se ami le cose
essenziali, vissute, se desideri una
sferza di dinamismo, non tardare,
questo è il tuo posto. Però è un
banco di prova, si sperimenta l'au-
tenticità dei sentimenti: se vuoi
salvare un fratello del Terzo Mon-
do, raccogli carta straccia, ma prega
anche, perché il tuo gesto no.n ri-
manga su un piano materiale; devi
saper riconoscere che la nostra forza
non sono i nostri anni, la nostra po-
tenza muscolare, ma è Dio che ci fa
suoi apostoli.
Giovane che ti perdi in sogni di
eroismo: qui puoi essere eroe, lavo-
rando in silenzio, per amore di Dio.
Ti lasci affascinare dalJa fratellanza
universale: vieni, qui troverai ii
modo di vivere questa << missione>>,
non solo di propugnarla.
T u che contesti, qui si può ef-
fettuare la più grande contestazione,
quella deU'Amore, per un ideale che
non tramonta mai.
Don Bosco ci è vicino:
Ognuno cerchi di imitarlo nella
difficoltà del proprio cammino; e
quando la fatica sembra toglierci il
respiro, quando sembra che accanto
si muovano soltanto tenebre, allora,
con umiltà, andiamoGli dietro come
i fanciulli di Chieri ed iavochiamolo
con confidenza affinché ci dia il suo
indomito coraggio, la sua forza, la
sua Fede, la sua innocenza.
FRANCESC O N°ASO
Universitarie> • Bologna