la soluzione dell'enigma. Si tratta
non già di un•Opera affiancata e &O·
stenuta da una Pia C"nione di suoi
cooperatori, rna tli un sistema apo•
.,tolico salidt1lè, a ftmi.~sima -i~pira-
:rione cavolica ed attivistica, risul•
tante da dua Org<rn.izzqzfoni tra loro
compl()mentari: la Congregazione
Salesiana da una parte, la Pia
Unione dall'altra.
'Èl eia questa combinazione !'he
bisogna partire. E allora Don .Bosco
e la Pia Unione saranno veramente
compresi. Una Congregazione es-
soo,jalmente apostolica postulava
un Terz'Ordine « apostolico »; una
ansia apostolica S!·onlinata. quale
quella di Don Bosco. non poteva
che contare su un nlllllero sconfinato
di apostoU, mobilitando « tutti i
buoni ,,, tuttii« calto1ici d'azione»,
come la sua longa manus apostolica,
ed escogitando ,ma form" la orga-
ni1.>;a.ti va adatta, sia dal lato for-
mativo (Terz'Ordinc: guasi salesiani
esremi!), sin daJ lati) opera1ivo:
T~rz·Ordine, sì, ma apostolico! Un
ideale apostolico infine, squisita•
mente cattolico nc•n ~oltauto sul
[liano cli una •·onformità giuridfra,
ma soprattutto come ispirazione e
come pratica, non poteva non tra~
6fonnar~i, diventandone la ,1,ui.utes-
sen.,a. ne.Ila Pia Unione. che di tale
ideale era come il coronamento e
l'espressione più evident.e ed impe·
brna.tivat e forse ancora la più. ricca
di possibilità di conquiste.
A servizio della Coogregazione
Salesiana, dunque, o a seryjzio della
Chiesa? La risposta non può più
esser duhbia: a ,ervizio della Chièsa.
La qualifica di 1< salesiani » che
S\\lgue la parola « cooperatori », uon
jndica già il tennine, lo •hocco.
della loro cooperazione, ma il suo
punto di partenza. È la specifica-
zione della cau.sa efficiente della
cooperazione in que$tion~, e non
già della sua çausa finale; è la q11à·
linea di coloro ches'impegnano nello
spirito di Don Bosco e in un quadro
organizzativo che p11eludova n.U"at-
Lnale Azim,e Cattolica, n coop~rnre
all'aposiolaro gemrclrico. Ciò è pie•
numente conforme al Rcgolumenlo
della Pia Unione. Ma per coloro a
cui la Jogic,1 delle rQ~e e dei fatti
non ba5tu.ssn, sovvengo.no le testi•
monianze esplicite cli Don Bosco.
Una per tutte: « Ho stnrliato molto
snl modo di fondare i Cooperatori
Salesiani. Il loro vero scopo diretto
non è quello di condiuvere i Sale-
siani, ma di pT<'stare aiwo alla
Chi<'sa~ ni V1..•.itovi, ai Parroci, sollo
l'alta direzione del Salesiani, nelle
npere cli beneficenza, come cate•
chismo, educazione dei fanciulli po·
veri e simili. È vero cbe ad essi si
farà appello nelle urgenze nostre, ma
essi sono stnmiento nelle mani del
J,'escovo » (Mem. Biogr. XVI[, 25).
Disegno troppo insolito e anc<>r
tro(lpo precoce forse, nella coscienza
munatura di molli, per Yenir .at•
tuato in pieno senza cadere in de-
plorevoli equivoci. Mn, « sotto la
spiDta travolgente delle for,e riel
male e la condotta il1uminattice
ilc)IQ spirito» (Pio Xll), il disegno
di Don Bosco anche a uoi ha rive-
lato il sno senso pieno e genuino e
si è imposto con tutto il peso rlclla
sua provvidenziale missioue. E ne
ha ricevuto la suprema sauzione
dalle labbra dello stesso Sommo
Pontefice Pio XJT, in quel discorso
d•l 12 seium,bre 1952 al Convegno
internazionale dei Cooperntori, che
a buon diritto è diventato la
llfag11a Charta della Pia Unione. Ci
bastino du<> o tre battute.
« Apostolo nato e s11scitatore di
apostoli, Don Bosco divinì,. or è un
secolo, con l'intuizione del genio e
della santit..>t, quella ohe dovevà es-
sere più tardi nel moruio cattolico
la mobilitazione del laicato contro
l'azione del rnondo nemici) della
Chiesa ». Ed è appunto questa in-
tnizione che la Pin Unione -
« notevole primo abbozio <li Azione
Cattolica », come già si Qra espresso
Pio Xli - realizza. Sl che P io Xli
poteva richiamare: « Voi infatti non
ignorate, diletti figli, che la vostra
Pia Unione, innestata sul prolifico
ceppo della Iautiglia religi1>sa <li
San Giovanni Bosco..., non ha tut-
tavin per suo fine immediato di ve-
nire in ausilio alla Congregazione
da etti prendete il nome, ma, pint•
tosto, come dichiarò ilvostro Sonto
Fondatore, di prestare aiuto al.la
Chie$a, a.i Vé!co-vi., ai Parroci... »~
C1,1u~Ju.sio.nc: servi:rio o solida•
rietù. La conclusione che si pone
come un principio di ordine emi-
nentemente pratico, è quanto mai
ovvia: servizio Bila Chiesa, o solitla-
rietil con ogni forma e iniziativa di
apostolaro, da qualunque parte
venga, purehè al,bia il timbro della
ortodossie. Solidarietà ohe si esprinte
in un nobile e gene.roso apprezz-•·
rneuto, e in uno r.ollabo.(azione vo•
lonterosa, dall'anima aperta, pienn
di slancio.
È ciò che stava e cuore a Dou
Bosco. « ... Diffonde.re l'energia della
carità, che è l'anima di ogni aposto•
latn, e che pertanto 11011 si diffonde
a dove.re so non attraverso ·una
sincera e fattiva solidrrri.eld a 1.,1110
l'apostolato». « Unione di tutti i
bnQnÌ »: unione reale, non a pa-
role; unione sul piano deli'az,ione
apostolica, che talora rischia di es-
se.re il piano di assu.i:de e sterili di-
visioni, ,nentr~ noi c:ristia.ni e.i sen-
tiremo davvero una cosa sola (<< ut
unum, sint! »), e saremo forti
(« estotll /ortes in fide!»), quando
avremo realizzato l'rmilà d'azione
apostolica.
Me soprattutto si tratta cli t1na
esigenza della cauolicitii. La c<ltlo·
licità apostolica (l'abbiamo dimo-
stralo) non è c;he l'rmi.uersalità e
l'unità dell'azione apostolica st.eJJsa.
Ciò eh.e implica necessariam~ute la
concezione dell'apostolato come un
unico grande sel'Vizio alla Chiese,
in termini cli s6lidarietÌ\\ perfetta o
della pii'I ampia collal:,Qraz-ione. Si
tratta di 1mo spirito, di una esi-
genza protondamente radicata nella
P ia Unione come 1Wovimcnlo di ri.e-
duca:ione alla cattolicitil col metodo
attivo dell',uione u;posloliaa, la quale
pertanto dovrà essere intri,a di cat-
tolicità fino el midollo e fino allo
ultirne consegt1enze. Anchein questo
Don Bosco },a voluto essere edrtca•
tore, col suo insegnamento ma iu
m•>do speciale con l'esempio e con
l'azione doi suoi f..ooperal ori. E
Pio XII, che cosi magimalmontc
1Je ha ir1lerpretata la consegna e
solleciLato l'adernpùnentQ, non ba
potuto ignorarlo. Una sola cita-
zione, con c,1i chiudiamo:
« Intimamente impregnati clollo
spirito salesiano, voi intendete bene.
diletti figJi, quali streui rapporti
siano i vostri col complesso cli quelle
opere che vengono sostenute e pro•
mosse clal laicato cattolico in aiuto
alla Gerarchia secondo i tempi, ;
luoghi, le circostumre; e q1rnle :is,.
segnarnento Noi p1>ssiamo fare sulla
vostra cooperazione. L'Azione Ci.1t•
tolica ha diritto di aspettarl!i rnulto
da voi nel ca1np!'I tielle carità, della
beneficenza, della buona stampa,
delle vocazioni, dei catechiami, cleg)i
Oratori festivi, dc.Ile l\\lissioni, dclla
edncaziQne della gioventù povera e
pericolante... » (Pio X.II, cli~corso
12 settembre 1952).
« Cooperatori Solesiani », dnnqne,
perchè nello spirito di Don Bosco
e sotto l'alta direzione dei Salesiani,
coopurano all'apostolatl) gerarchico.
E coopcrau,ri ad ogni foana di coo-
pera.:ione ull'apostoluto gerarchico.
ossia ad ogni forma rli apostolat<,
pnrchè legittima. Doppiamente coo-
peratori. quindi. L'idea•mndre del-
l'al'ostr,lato (lei laici - la coope-
razione apostolica - non poteva
tradursi in nnn pratica più piena,
più ispirata alla cattolicitil, pin
aperta a un volonteroso servizio. 2-7