Papa swsso, come affermò il Card. Merrv <lei
Yal, in quindici giorni, durante le ore di sosta
dalle fatiche della suprema cura; e l'enciclica
?ascendi, nella quale tessè Limpidamente l'occulto
programma dell'errore, dimostrando come esso
,n rebhe sgretolato pezzo per pezzo l'edificio della
fede, smascherandolo anche agli occhi di coloro
che tentavano di non valutarlo.
Attività catechistica.
È in questa luce che ,·,1 incorniciata l'opera
catechistica <li Pio X. L'enciclica Pascendi e la
ferma presa cli posizione contro l'errore erano
l'estremo atto cLi coraggio di questo Santo Pon-
tefice che s'era impegnato fin dai primi giorni
del suo pontificato a diffondere la vei-ità me-
diante un rassodamento della vita e della cui-
tura religiosa.
Le prime riforme furono eminentemente li-
turgiche - il ranto sacro ripristinato nella bclleiza
nelle antiche mt:lodie gregoriane, affidandone la
ricerca e la ristaurazione ai monaci dell'Abbazia
di Solesmes (1903-r90+) - e richiamarono tutti a
un approfondimento dei Yalori liturgici e di con-
seguenza apersero agli animi l'antica via della
preghiera cristimw. Era un modo, questo, di fare
dell'istruzione religiosa e il Papa del Catechismo,
cominciava a far comprendere e valutare ai
fedeJj quel mirabile catechismo che s'era svolto
atti-a\\'erso i secoli, sotto l'influsso dello Spirito
Santo, come voce della Chiesa orante. L'anno dopo
il 15 aprile 1905 - esattamente 46 anni or sono
- ecco apparire l'Enciclica Acerbo 11imis, ~ de
rhristia11a doctriiw tmdenda i). Era 1'esperien1,a
parrocchiale, episcopale e la sollecitudine pasto-
rale del Pontefice che dettarnno questo infiam-
mato documento, la cui vitale attualità resta in-
tramontata negli articoli del Codice cli Diritto
Canonico, nei quali ritroviamo fissate le norme
che l'Enciclica proponeva all'attuazione dell'E-
piscopato e del Clero. In questo grave docu-
mento, illustrati brevemente ma senza reticenze
i danni e l'estensione preoccupante dell'ignoranza
religiosa, il Papa richiamava i Suoi Venerabili
fratelli nell'Episcopato a questo gravissinmm
111111111s quod od 01m1n pertinet q11otq11ot mnl pasto-
res a11it11an1111. Dichiarava che i sacerdoti 1111/10
gra'i·iori officio teneri, 11ullo arctiori nexu obligari
che l'insegnamento della cristiana dottrina al
popolo. E soprattutto, richiamando le norme del
Tridentino, si ri\\'olgeva ai Parroci ai quali diceva:
Srimus (Nos) rq11ide111 ejusmodi lradendfle christia-
1,ae docll i11ae mmms ha11d pauds i11vidiosu111 esse,
quod mi11orir vu(f.!o aestimetur nec forte ad popu-
larf'm /audnn rapta11dmn aptum... E contra, ca-
techetica institutio lmmilis qttrwwis et simple:x t'l'T'-
hum illud est de quo /)eus ipse terta/ur per Jsaùm1:
Quomodo desce11dit imber... sic erit verbu111 111e11m
quod egredietur de ore meo... (Js., XL, to-n ).
E dopo a\\'cr dimostrato l'importanw <li questa
istruzione religiosa al popolo, in sci articoli stringe
le norme a cui tutti dovranno uniformarsi nella
catechesi popolare.
Il catechismo ai fanciulli.
Con una copia della Enciclica il Papa faceva
inviare una lettera speciale dal Suo Cardinal
Vicario a tutti i parroci di Roma, affinchè si ane-
nessero per primi alle norme dell'Enciclica: ca-
techismo festivo mai sospeso, neppure nei pe-
riodi in cui la consuetudine permetteva esimer-
sene; congregazione della Dottrina Cristiana re-
stituita in ogni parrocchia; studio accurato del
Catechismo Romano (Lettera 18 maggio 1905).
Un mese dopo, non b.istando alla sollecitudine
del Pontefice avcr prescritto Lo studio <lei Cilte-
chismo ad Parodws, ordini, si redigesse 1m co111-
pe11dio di cated1is1110 per i fa11cittlli e le /cm-
rùtlle delle prime scuole di dottrina rristiann.
Era un testo già in uso nelle Diocesi settentrio-
nali, che con alcuni ritoccl1i e revisioni di stile,
veniva riedito e approvato dal Pap.1, imponendolo
alla Diocesi di Roma e alle Diocesi della Pro-
vincia Romana, ncmchè auspicando che di,·en-
tassc il catechismo ufficiale dell'Italia e forse
del mondo tutto.
Nel 1906 ricostituiva l'Arciconfraternita ro-
11\\ana della Dottrina Cristiana, rinnovandone e
aggiornandone gli statuti e promulgandoli nuo-
vamente di Sua autorit~, prescrivendo, com'era
già stato stabilito dall'Enciclica ,1Jcerbo 11imis,
che si erigesse in tutte le parrocchie.
Appariva pure in questo tempo il Decreto
Sacra Tridentina Synodus sulla frequente Co-
munione. Finchè 1'8 agosto 1910 usciva il nù-
rabile decreto Quam si11g11/ari sull'ammissione
<lei fanciulli alla Prima Comunione: il decreto
che fece esclamare al Papa: 1, Avremo dei santi
tra i fanciulli•►. l\\tlonumcnto anche questo del suo
amore ai piccoli e alla dottrina cristiana. Il Papa
che era vissuto a fianco a fianco cnn le turbe di
ragazzi nelle parrocchie e nelle diocesi, aveva
compreso la necessità di premunirli fin dall'in-
fanzia con una soda e sicura istruzione elle Li
immuni1.1.asse dal veleno dei tempi. Orn, sapendo
che la ricostruzione è vana se non è Dio che
edifica, Egli chiamava lddio stesso a presidiare
quei cuori innocenti, affìnchè all'istruzione si
aggiungesse la forza vitale del sacramento euca-
ristico e le giovani generazioni resistessero sal-
damente legate a Cristo.
E così che noi riceviamo oggi il monito del Pon-
tefice del Catechismo. Non meno che ai suoi
tempi, ai nostri, la gioventù ha bisogno di re-
Ilaurarsi in Cristo. Il messaggio di Pio X ha ancora
la sua vigorosa attualità, ricca di infallibili pro-
messe: Catechismu, Catechismo, Catechismo!