Bollettino_Salesiano_199112cooperatori


Bollettino_Salesiano_199112cooperatori

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Q ,,----
ANNO 115 - N. 18 • 2• QUINDICINA • 15 DICEMBRE 1991
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
~1~~~~~ La dottrina
sociale 0 0
......
I
e' ((strudmelelnato·»llnieescae,ssari.o
di educazione
alla ede DON EGIDIO VIGANÒ
1/97

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L'IMPEGNO EVANGELICO
NEL TERRITORIO
«Siete voi il sale della terra.
Siete voi la luce del mondo».
(Mt 5,13-14)
Se chiudiamo la porta della
nostra vita e della nostra co-
scienza davanti ai problemi del-
la città, del quartiere, della par-
rocchia in cui viviamo, noi non
siamo il sale della terra.
Se nel nostro lavoro, nelle re-
lazioni sociali accettiamo con
passiva rassegnazione l'ingiusti-
zia, la raccomandazione, la cor-
ruzione noi non siamo il sale
della terra.
Se la nostra carità è ferma
solo all'offerta domenicale in
chiesa, noi non siamò la luce del
mondo.
Se troviamo mille ragioni per
lamentarci e condannare, se tro-
viamo mille motivi per non impe-
gnarci in prima persona nella
vita della parrocchia, nell'educa-
zione e nel recupero dei ragazzi,
nei problemi della città e del
quartiere, noi non siamo la luce
del mondo.
Se la nostra preghiera non è
piena della vita e delle vicende
del mondo, non siamo né il sale
né la luce del mondo. «Siete voi
il sale della terra. Siete voi la
luce del mondo».
Lo siamo se le attività, gli im-
pegni, le relazioni della nostra
vita sono coerenti col Vangelo
che professiamo.
Lo siamo se contribuiamo con
forza alla costruzione di una co-
munità dove la dignità della per-
sona umana sia un valore inesti-
mabile.
Lo siamo, noi Cooperatori Sa-
lesiani, se partecipiamo viva-
mente al nostro Centro locale fa-
cendolo diventare una comunità
matura di credenti, un luogo di
condivisione del carisma e del-
l'esperienza salesiana per un
impegno evangelico nel territo-
rio al servizio soprattutto deg Ii
ultimi, dei piccoli e dei poveri.
PIERO QUINCI
{da «IL RAGNO» - ACS SICILIA
Settembre '91)
IL SALUTO
del Delegato Nazionale
Dacirca due mesi mi sono inserito
nel cammino gioioso e impegnativo
della nostra Associazione e sento il bisogno
di ringraziare subito i Delegati Nazionali
che mi hanno preceduto, perché la trovo cresciuta e in crescita.
Il lavoro salesiano di Don Buttarelli, di Don Panfilo e di Don Alfano
ha portato frutti visibili e ha donato linfa feconda
a tutta l'Associazione.
Ricevo un 'eredità ricca e preziosa, che rallegra il mio cuore
di figlio di Don Bosco e mi incoraggia a continuare con dedizione
il lavoro di animazione e di accompagnamento sacerdotale.
Li ringrazio anche a nome vostro, assicurando che li considereremo
sempre «amici)) e sempre «di casa)) nella nostra Associazione.
Saluto con gratitudine anche tutti i Delegati
e le Delegate ispettoriali e locali.
Molti di loro li ho incontrati alla Pisana
in occasione delle Giornate di Studio (1/4 Novembre e.a.)
e altri incontrerò nel mio ministero di animazione.
Sono preziosi i Delegati e le Delegate!
Senza di essi l'Associazione perderebbe
il volto impressole da Don Bosco.
A Lui dobbiamo chiedere che mandi ai Cooperatori
Delegati e Delegate santi e competenti e che arricchisca
il loro cuore di generosità e di autentica «passione))
per i loro fratelli e le loro sorelle «esternin.
Il saluto si estende con cordialità ai Cooperatori
e alle Cooperatrici,
prima di tutto a quelli che nei Consigli locali, ispettoriali e nazionale
offrono il loro servizio disinteressato e prezioso.
È bello constatare come tanti di voi hanno veramente «capito))
il pensiero di Don Bosco e stanno dando corpo
al suo sogno, alla sua utopia.
Il mio saluto intende raggiungere con affetto particolare
i Cooperatori giovani, speranza della nostra Associazione,
e i Cooperatori anziani e ammalati,
autentica ricchezza di santità laicale
che feconda il lavoro apostolico di tutti i Cooperatori
e dell'intera Famiglia Salesiana.
A tutti il mio saluto, il mio augurio fraterno
e una benedizione nel nome di Maria Ausiliatrice
e di Don Bosco Santo.
Don Pasquale Massaro
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LA STRENNA 1992
invita alla nuova educazione
I 1 vocabolario italiano alla voce «strenna» dice:
«dono di buon augurio, regalo che si fa special-
mente per Natale e Capodanno». Questa fu infatti
sin dall'inizio l'abitudine salesiana: una massima,
una prospettiva offerta come dono da chi può
guardare gli eventi da un punto di vista privile-
giato, sul quale portare l'attenzione per arricchi-
re la propria vita.
La Strenna di quest'anno non si colloca come
un nuovo programma, ma come la sottolineatura
di un aspetto che riguarda l'impegno dell'educa-
zione dei giovani alla fede.
La Strenna dell'anno scorso («La nuova evan-
gelizzazione impegna ad approfondire e testimo-
niare la dimensione sociale della carità») introdu-
ceva, in forma generale, nel problema e invitava
a riflettere sulle varie esperienze in corso. Ll't di-
mensione sociale della carità richiede un'adegua-
ta comprensione dei fenomeni sociali e una pre-
parazione per agire in essi. La Strenna di que-
st'anno raccoglie questa sfida e invita a praticare
quello che dicono i Regolamenti delle diverse As-
sociazioni della Famiglia Salesiana riguardo alla
formazione e partecipazione sociale. La significa-
tività della presenza nel territorio porta necessa-
riamente a rendersi conto dei problemi del conte-
sto e a prendere parte nel dibattito per la loro so-
luzione educativa. Non si tratta di giustapporre
attività e programmi, ma di integrare le diverse
insistenze in una sintesi che si va arricchendo di
sempre nuovi elementi.
Bisogna abituarsi a guardare il contesto in cui
viviamo ed esprimiamo la nostra fede. Ciò vale
specialmente per la dottrina sociale della Chiesa
il cui nodo centrale è il rapporto tra carità cristia-
na e giustizia sociale, sul quale bisogna proporre
orientamenti storicamente situati e non limitarsi
a dichiarazioni di principio, carente di sbocchi
operativi.
È il criterio che appare nei documenti ecclesia-
li. Essi illuminano le tematiche sociali che emer-
gono oggi nella società e, nel contempo, aggiorna-
no la riflessione sui temi trattati precedentemen-
te quali il diritto di proprietà, il valore del lavoro
umano, lo sviluppo dei popoli e altri.
Il rapporto tra carità cristiana e giustizia so-
ciale è oggi caratterizzato da due grossi fenomeni:
uno secolare e l'altro ecclesiale.
Il primo consiste nell'interdipendenza dei di-
versi settori della vita per cui scienza, cultura,
politica, tecnologica, sono strettamente collegati.
L'insieme dello sforzo umano tende ad esprimersi
globalmente in una struttura che è soprattutto
economica.
Da ciò deriva un'interdipendenza tra i popoli
della terra, per cui la questione sociale non può
riguardare soltanto l'impresa singola, i rapporti
di classe, una nazione o un blocco, ma abbraccia i
rapporti internazionali e tende a identificarsi con
lo sviluppo dei popoli. I diritti dell'uomo sono or-
mai inscindibili dal diritto dei popoli. Questi non
possono risolvere i loro problemi non già senza
l'aiuto caritativo degli altri, ma senza la riformu-
lazione dei rapporti internazionali alla luce di
una nuova concezione della giustizia.
Si delineano due scenari sui quali aiutare i
giovani e adulti a pensare i problemi sociali e for-
mare le coscienze: quelli dell'ordine mondiale e
quelli del nostro contesto particolare.
Il secondo fenomeno che caratterizza oggi l'ap-
profondimento del rapporto tra carità cristiana e
giustizia sociale riguarda più da vicino la Chiesa
e il suo magistero sociale: si è passato dalle enun-
ciazioni prevalentemente etiche, a quelle più
strettamente ecclesiologiche, cioè collegate alla
presenza originale della Chiesa nel mondo e alla
sua partecipazione al cammino storico dell'uma-
nità.
Il rapporto chiesa-mondo proposto dal Conci-
lio Vaticano II porta a deprivatizzare l'esperienza
cristiana mettendola a disposizione dell'umanità.
La Chiesa partecipa allo sviluppo umano non sol-
tanto con l'apporto della sua rifle$sione etica ma
principalmente con il contributo originale delle
sue intuizioni evangeliche, con la sua presenza e
collaborazione ai processi che fanno crescere
l'uomo: illumina e lievita le diverse situazioni
concrete in cui è inserita e svolge un ruolo criti-
co-profetico anche in nome del destino ultimo del-
l'uomo rivelatosi in Gesù Cristo.
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Ne segue che nella lettura dei segni ed eventi
sono importanti due serie di pronunciamenti ec-
clesiali: quelli della Chiesa universale e quelli del
magistero sociale della Chiesa particolare che
mette il dito con più precisione sui problemi cui
si deve applicare la prassi sociale cristiana.
La dimensione sociale della carità è come il
cuore della nuova evangelizzazione, l'aspetto
nuovo e insolito, proprio per la consapevolezza
dell'interdipendenza che vige oggi nel mondo, e
per il bisogno di superare anche tra i cristiani
una visione della giustizia che si fermava al-
l'aspetto commutativo e interpersonale e conside-
rava quello sociale come un complemento o come
proprio soltanto di alcune vocazioni particolari.
Coloro che si dedicano all'educazione dovran-
no aiutare i giovani a leggere le situazioni che
stanno vivendo e a illuminarle con un'insegna-
mento sociale cristiano vicino alla loro espe-
rienza.
L'Europa dell'ovest accusa un degrado della
solidarietà sociale che si manifesta nella fuga dal-
la vita pubblica, la ricerca del privato, la liquida-
zione dello Stato sociale, il degrado della politica
e la conflittualità tra le istituzioni. Le cose riesco-
no soltanto se gestite dall'interesse privato, al
centro del quale si colloca il profitto. Inoltre è ca-
duta verticalmente la possibilità di critica interna
agli effetti umani del sistema economico del quale
si ammettono soltanto i limiti produttivi_ Dapper-
tutto si depreca lo scollamento tra etica ed eco-
nomia.
Lo sforzo del singolo e dei gruppi è generoso.
Ne sono prova il volontariato, i contributi della
gente per le diverse calamità, l'associazionismo
spontaneo, il muoversi delle comunità cristiane.
Ma è evidente che il solo impegno privato non è
sufficiente per fondare nuovi rapporti politici e
che il messaggio sociale del Vangelo chiede una
nuova coscienza riguardo ai fenomeni che carat-
terizzano la società europea come la disponibilità
di beni, la copresenza dell'emarginazione nelle
più svariate forme, la giustizia e solidarietà verso
altri popoli, i problemi di beni comuni, il diritto
alla vita, il ruolo della politica e dell'etica.
Non è difficile leggere questa insistenza nei di-
versi documenti sociali degli episcopati del conti-
nente. Nella Dichiarazione del Consiglio Perma-
nente della CEI «L'impegno per l'unità europea»
(marzo 1989) si legge:
«L'Europa del grande mercato unico nasce nel
cuore del mondo sviluppato. Eppure è proprio il
benessere diffuso a far risaltare, già all'interno
delle nazioni ricche del nostro continente, le spe-
requazioni sociali che persistono fortemente radi-
cate... Siamo convinti che l'Europa del domani
non può essere costruita senza la coerente scelta
di ripartire dagli ultimi e dai "nuovi poveri" spes-
se volte creati o ghettizzati dalle nostre società
economicamente avanzate» (n. 4).
«Anche con molti paesi del Sud del pianeta
l'Europa intrattiene legami di grande tradizione
storica sebbene spesso, in passato come nel pre-
sente, la logica dello sfruttamento e del profitto
sia prevalsa su quella della solidarietà e dello
scambio delle diverse, ma complementari, ric-
chezze e possibilità umane e culturali, prima che
economiche. Anche per questo l'Europa ha una
responsabilità per il futuro di questi popoli»
(n. 9).
La Strenna ci immette in un grande sforzo
educativo che la Chiesa e le chiese vogliono por-
tare avanti in un tempo in cui tutto acquista una
nuova dimensione e appaiono nuove ambiguità e
squilibri ma anche nuove opportunità storiche.
Sarà compito nostro guidare i giovani all'analisi,
alle visioni ispiratrici, alle esperienze scegliendo
dal contesto e dai documenti quello che appare
più concreto e significativo.
(Da un intervento di Don Juan E. Vecchi
su Cooperatores n. 9)
@®
'l1,
.O
@J'Otne:se
~
I Dicasteri di Pastorale Giovanile
dei Salesiani di Don Bosco e delle
Figlie di Maria Ausiliatrice hanno
preparato un fascicoletto in prepara-
zione al «confronto '92» , che si svol-
gerà al Colle Don Bosco , a Mornese
e a Valdocco , dal 9 al 15 Agosto.
Esso è destinato ai responsabili na-
zional i e ispettor iali di Pastorale Gio-
vanile.
Ha lo scopo di servire come trac-
cia-g uida per coloro che elaboreran-
no i sussidi da utilizzare con i giova-
ni, per aiutarli a maturare nella soli-
darietà, vista come una via di educa-
zione alla fede , per collaborare con
tanti giovani alla costruzione di una
nuova Europa. È incentrato sul tema
della solidarietà ed è artico lato in un
percorso a tre tappe:
accettazione della differenza,
nel dialogo e nella reciprocità;
attenzione all'emarginazione,
nello stile della preventività e ne l-
l'i mpegno di liberazion e;
costruzione della nuova Europa,
aperta al dialogo interreligioso e im-
pegnata in un r;iuovo modello di svi-
luppo.
Nell 'analisi, coli1€ nell ' itinerario e
nella proposta, si parte da quanto
coglie il mondo giovanile per arriva-
re , a cerchi concentrici , al contrib uto
di documenti re ligiosi e civili, mon-
diali e nazionali, e alle esperienze
più significative già in atto e ancora
da potenziare.
4/ lOO

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~CHcMA DI CclcBRAZIONc ~~l ìcMA DcllA ~ìRcNNA rn~L:
lA DOììRINA ~OCIAlc DcllA CHlc~A
José Aldazabal
1 . CELEBRAZIONE EUCARISTICA
Si può seguire il formulario della Messa votiva «per lo sviluppo dei popoli» , oppure
«per la pace e la giustizia» , scegliendo le orazioni che sembrino più convenienti tra quelle
proposte dal Messale.
I canti (di entrata e dopo la Comunione) possono essere scelti tra quelli che si riferisco-
no all'amore, alla fraternità , alla giustizia, all'impegno esplicito per i poveri e per quelli che
soffrono ...
Le letture bibliche:
- Come «prima lettura» si può scegliere dal Nuovo Testamento (Giacomo 3,13-18; 1
Corinti 13; 1 Giovanni 4; Ebrei 13,1-3.14-16) o dell 'Antico Testamento (Isaia 1,10-18; Amos
5,18-26; 1 Re 21, 1-29). Dipende dal fatto se si vuole accentuare la protesta della Parola di Dio
contro le ingiustizie esistenti e l'incoerenza di un culto senza carità, oppure la raccomanda-
zione diretta della carità fraterna; se si vuole mettere in relazione questa carità sociale con
l'Eucaristia: et. 1 Corinti, 11 .
- Il salmo responsoriale potrebbe essere: il 14 («Signore, chi abiterà nella tua ten-
da?»); il 71 («Dio, dà al re il tuo giudizio»), programma di giustizia sociale di un re (scegliere
le strofe che maggiormente siano conformi a questa idea) ; il 114 («Camminerò alla presenza
del Signore' , 'Il Signore protegge gli umili»).
- Per il Vangelo si può scegliere: Matteo 25 («Il giudizio finale sull 'amore sociale»);
Luca 10,25-37 («La parabola del buon Samaritano »); o Luca 16,19-31 («La parabola del ricco
epulone e Lazzaro »).
Preghiera universale:
Rivolgiamo a Dio la nostra preghiera, facendo nostre le più impellenti intenzioni del-
l'umanità e della Chiesa. Ad ogni invocazione rispondiamo : «Ti pregiamo, ascoltaci » (Te ro-
gamus, audi nos):
- Per tutti i Paesi del mondo, specialmente per quelli che si trovano in situazioni di
conflitto, perché trovino la strada del dialogo e della pace , preghiamo.
- Per i poveri nel corpo e nello spirito , perché trovino la beatitudine promessa da
Gesù , e la fraternità comunicativa dei suoi seguaci , preghiamo.
- Per tutti coloro che soffrono , perché sperimentino la vicinanza di Dio nella loro vita,
preghiamo.
- Per una maggiore giustizia nella ripartizione dei beni materiali e spirituali in questo
mondo, preghiamo.
- Per coloro che lavorano per la giustizia e la fraternità in questo mondo , perché Dio
conceda loro gioia e· perseveranza nel loro impegno, preghiamo.
- (Altre intenzioni. ..).
Signore Gesù , tu che vuoi la salvezza di tutti gli uomini e ti sei dato fino alla morte per li-
berare l'umanità da tutti i suoi mali , concedi a noi quanto abbiamo chiesto , tu che vivi e regni
nei secoli dei secoli. Amen.
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Come Preghiera Eucaristica si può scegliere:
- La Vb o la Ve , soprattutto per le preghiere che seguono alla seconda epic lesi o invo-
cazione dello Spirito in favore di una Chiesa più fraterna e più sensibile al dolore di coloro
che soffrono. In questo caso, si proclama la preghiera intera. Lo stesso si può fare con una
delle due preghiere della riconciliazione.
- Un prefazio adeguato : l'VIII («Gesù, buon Samaritano»), il IX («La gloria di Dio e l' uo-
mo vivente»). In tal caso , dopo il Santo si prosegue con la Preghiera Eucaristica Il o lii.
Si può motivare adeguatamente la recita del Padre Nostro e anche il gesto di pace come
simbolo del nostro impegno per la carità sociale.
2. CELEBRAZIONE DELLA PAROLA
Se al posto della celebrazione Eucaristica si preferisce la celebrazione della Parola, si
può seguire questo schema:
- Canto di entrata: uno di quelli precedentemente suggeriti per l'Eucaristia, riferentisi
all 'amore fraterno cristiano.
- Saluto e monito del presidente: indicando il tema della preghiera.
- Orazione: O Dio, tu che ci hai manifestato il tuo infinito amore nel tuo Figlio Gesù e
nello Spirito di vita, concedi a noi la luce della tua Parola e la forza della tua vicinanza, per-
ché cresciamo sempre più nella sequela del tuo Figlio, compiendo il comandamento del-
l'amore che egli ci ha dato, Lui che vive per i secoli dei secoli.
- Letture bibliche: Se ne può scegliere una dall'Antico Testamento o dal Nuovo Testa-
mento, e un'altra evangelica, fra quelle proposte per l'Eucaristia, con il loro salmo responso-
riale.
Non trattandosi di una celebrazione Eucaristica, si può aggiungere anche una lettura
non biblica: per esempio , qualche passo scelto dall'Enciclica «Sollicitudo Rei Socialis », nn .
47 o 48. Al medesimo modo si può scegliere qualche passo del messaggio sopra la giustizia
sociale che Giovanni Paolo Il scrisse alla Chiesa nella Quaresima del 1991. La «Gaudium et
Spes » del Concilio Vaticano Il offre ottimo materiale per questa lettura: per esempio i nn. 26,
27, 40-45, ecc. Se si preferisce , si possono leggere alcuni numeri del Regolamento di vita
apostolica (AVA 11 e 29).
- L'omelia presenta e applica le esortazioni delle letture.
- La preghiera litanica può ess~re simile a quella raccomandata per l'Eucaristia. Con
adattamenti più concreti alla situazione mondiale e particolare.
- Il canto del Padre Nostro può essere motivato , unito al segno della pace , come sim-
bolo del nostro impegno per la carità sociale.
- Si conclude con un altro canto sul tema della carità.
15a SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ SALESIANA
Dal 20 al 25 gennaio 1992 si svolgerà al Salesianum/Pisana la 15a Settimana di Spiritualità Salesiana che avrà
per tema la Strenna del Rettor Maggiore per il 1992: «La dottrina sociale della Chiesa è strumento necessario
di educazione alla fede». L'incontro è aperto a tutti i gruppi della Famiglia Salesiana e le iscrizioni si ricevono
entro il 25 dicembre 1991.
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Conosciamo la Famiglia Salesiana
SALESIANI DI Don Bosco - S.D.B.
Titolo ufficiale: Società Salesiana di San Giovanni Bosco
Fondata da Don Bosco I'8 Dicembre 1841.
Approvata dalla S. Sede il 3 Aprile 1874
CONSIGLIO GENERALE
Don Egidio VIGANÒ
Don Juan Edmundo VECCHI
Don Giuseppe NICOLUSSI
Don Luc VAN LOOY
Don Antonio MARTINELLI
Don Luciano ODORICO
Don Omero PARON
Don Domenico BRITSCHU
Don Giovanni FEDRIGOTTI
Don Guillermo GARCIA M.
Don Martin McPAKE
Don Thomas PANAKEZHAM
Don Antonio RODRIGUEZ T.
Don Carlos TECHERA
Rettor Maggiore
Successore di Don Bosco, Padre e centro di unità
della Famiglia Salesiana (Cost. SDB 126)
Superiore dell'Associazione Cooperatori Sa lesiani (RVA 23,1)
Vicario del Rettor Maggiore
Consigliere per la Formazione
Consigliere per la Pastorale Giovanile
Consigliere per la Famiglia Salesiana
e per la Comunicazione Sociale
Consigliere per le Missioni Salesiane
Economo Generale
Consigliere Regionale: Africa Centrale, Austria, Belgio,
Cecoslovacchia, Francia, Germania, Jugoslavia,
Olanda, Svezia, Svizzera, Ungheria
Consigliere Regionale : Italia, Svi zzera, Medio Oriente
Consigliere Regionale: Antil le, Centro America, Bolivia, Cile,
Colombia, Ecuador, Messico , Perù , Ven ezuela
Consigliere Regionale: Africa Meridionale, Australia, Canada,
Gran Bretagna, Irlanda, Sud Africa , Stati Uniti
Consigliere Regionale: Cina, Filippine, Giappone, India,
Korea, Thailandia, Vietnam
Consigliere Regionale: Portogallo, Spagna
Consigliere Regionale: Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay
INCARICHI SPECIALI
Don Luigi FIORA
Don Augustyn DZlçDZIEL
Procuratore Generale presso la Sede Apostolica
Postulatore Generale per le Cause sei Santi
Delegato del Rettor Maggiore per la Polonia
Incarichi per l'Associazione Cooperatori Salesiani:
Don Josè REINOSO Delegato Centrale ACS
Don Gian Luigi PUSSINO Delegato CISI per la Famiglia Salesiana
Don Pasquale MASSARO Delegato Nazionale ACS .
SALESIANI nel mondo 17.631 (di cui 3.601 in Italia) VESCOVI SALESIANI 89 (di cui 5 Cardinali) ISPETTORIE
SALESIANE 85 (di cui 12 in Italia)• CASE SALESIANE 1.641 (di cui 257 in Italia)• NAZIONI in cui sono presenti i
Salesiani 98.
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FOTOCRONACA DELLE GIORNATE
L'Assemblea
(36 FMA - 31 Laici - 16 SDB)
lta seguito co11 atte11zio11e
le relazioni del Dr. Pino Acocella
( Profilo economico e sociale
del territorio),
di Don Nicola Palmisano
(Cooperatori Salesiani
nel territorio)
e di Don Giovarmi Battista Bosco
( Evangelizzazione e territorio).
L'accoglienza alla Pisana
è stata ottima ji11...dall'i11izio.
Ida e Myria11a
( Cooperatrice cecoslovacca
studentessa all'UPS)
lta11110 gareggiato col Sig. Mie/tele
nella cordialità e 11el sorriso.
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Le liturgie, preparate e guidate
da Don Antonio Pelle,
s0110 state momenti
di intensa preghiera
e di co11dil•isione spirit:1ale.

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DI STUDIO Pisana 1-4 Novembre 1991
Paolo Sa11toni,
Coordinatore mondiale
dell'Associazione,
ha comunicato all'Assemblea
con precisione e completezza
la sintesi dei la11ori
della Consulta mondiale,
svoltasi alla Pisana
dal 24 al 28 giugno 1991.
I gmppi di Studio
e gli Incontri di Settore
hanno approfondito
il tema del Sussidio Formativo
e formulato proposte interessanti
per il cammino associativo.
Luca, il mini-Cooperatore,
prende con sel'ietà appunti
per le prossime
Giornate di studio del 1993.
Nel 1992 non ci saranno
perché dal 5 al/'8 dicembre
si svolgerti la
Conferenza Nazionale.
Gli intervellfi in Assemblea
dopo le relazioni
e i Gruppi di studio
sono stati numerosi e arricchenti.
Il tempo, anche se limitato,
ha permesso a tutti
di esprimere il proprio pensiero
e presentare le proprie proposte.
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REt:01.i\\MisNTrl
1)1 \\TI /\\ :I PO~l'OI.IC:i\\
Conosciamo il REGOLAMENTO DI VITA APOSTOLICA
LA NOSTRA CARTA D'IDENTITA'
I124 maggio 1986 il Rettor Maggiore dei Salesiani , Don Egidio Viganò , Successore di Don Bosco e Su-
periore dell'Associazione , promulgava ufficialmente il REGOLAMENTO DI VITA APOSTOLICA (RVA)
dell'Associazione Cooperatori Salesiani (ACS) .
Il testo pubblicato, che è «Statuto» per l'Associazione e «progetto di vita attiva » per le singole
persone , è il terzo nella storia dei Cooperatori Salesiani e segue il regolamento originario del 1876
dello stesso Don Bosco e il Nuovo Regolamento del 1974 sperimentato per oltre un decennio
Il RVA fa tesoro dell 'esperienza di tanti Cooperatori di tutte le parti del mondo, alcuni dei quali
hanno partec ipato direttamente alla stesura della prima bozza presentata per la discussione e la suc-
cessiva approvazione prima al Congresso mondiale dell'Associazione, poi ai Superiori Salesiani e
quindi alla Santa Sede.
Da quest'ultima l' ACS è stata riconosciuta come Associazione pubblica di fedeli che gode di per-
sonalità giuridica ecclesiastica.
Nella fedeltà dinamica a Don Bosco Fondatore e ai due precedenti testi di Regolamento, ricono-
scendo le istanze conciliari e la rinnovata consapevolezza dei Cooperatori, il RVA si sviluppa su tre
fili conduttori che sono le tre identità che devono caratterizzare il Cooperatore Salesiano e la sua As-
sociazione: l' identità cristiana ed ecclesiale («Il Cooperatore è parte viva della Chiesa») , l'identità se-
colare («Il Cooperatore opera nella realtà sociale »), l' identità salesiana («Il Cooperatore è un vero sa-
lesiano nel mondo »).
La struttura del RVA è abbastanza semplice e la sua divisione in Capitoli (sei , più il Proemio e la
Conclusione) è molto più ch iara che n.el testo precedente.
Il primo Capitolo definisce l'essere del Cooperatore salesiano, individuando il suo posto nella
Chiesa e nella Famiglia salesiana. I successivi due Capitoli riguardano l'«impegno apostolico» del
Cooperatore e il contesto di Associazione e di Famiglia in cui quest'impegno viene svolto: è l'estrin-
secazione concreta della propria vocazione, la ragione stessa, per l'Associazione , della propria esi-
stenza.
È proprio per questo che in sede di discussione e di stesura del RVA il secondo capitolo è stato
anteposto (anche con qualche parere contrario) a quello riguardante lo «sp irito salesiano», volendo
con ciò sottolineare l'importanza di questa «vocazione all'apostolato » da vivere nel mondo secondo
un particolare stile di vita personale , col metodo della bontà e rivolgendosi a destinatari privilegiati
come i giovani in difficoltà, sentendosi corresponsabili e partecipi della vita e dell'impegno della Fa-
miglia salesiana.
Di questa Famiglia i Cooperatori condividono anche lo sp irito salesiano quale «tipica esperienza
evangelica che pervade tutta la vita» su cui si sofferma particolarmente il Cap itolo quarto. Dopo il
«che cosa fa» e «con chi lo fa» ai Cooperatori viene presentato il modo in cui impegnarsi , e nel suc-
cessivo Capitolo quinto anche il cammino formativo da seguire per continuare a offrire al meglio il
proprio servizio.
L' ultimo Capitolo (il sesto) presenta l'organizzazione dell 'Associazione Cooperatori Salesiani
dando particolare rilievo ai Centri locali e ispettoriali che sono rispettivamente il nucleo fondamentale
e il cuore animatore dell ' Associazione .
Un Regolamento , dunque, da conoscere e da vivere, che offre un «cammino di santificazione apo-
stolica adeguato alle esigenze della Chiesa e del mondo di oggi» e ci fa sentire parte di una famiglia
con la quale condividere gioie e ansie apostoliche.
Lello Nicastro
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2.1 Page 11

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ATTIVITÀ
DEI
CENTRI
TGS «Edelweiss» di La Spezia dura
ormai da cinque anni e si esprime in
varie forme significative.
La Festa della Famiglia Salesiana,
organizzata il 24 e 25 aprile scorso
dal Centro «San Paolo» di La Spezia,
si è realizzata con la collaborazione
dei Gruppi TGS «Edelweiss» di La
Spezia e «Albatros» di Alassio. L'iti-
nerario scelto - Vallecrosia, Alas-
sio, San Remo - ha riempito il cuore
NUOVA PROPOSTA
in Lombardia
I Centri Cooperatori Salesiani del-
l'Ispettoria Lombarda hanno dato
vita a un Bollettino trimestrale di
collegamento, dal titolo NUOVA
PROPOSTA. Ha lo scopo, scrive il Re-
dattore Michelino Arcuri, di aiutare
tutti i Cooperatori e i simpatizzanti a
conoscersi meglio, a sapere cosa ac-
cade nei vari Centri, a ricordare le
date e gli appuntamenti. Il Delegato
Don Enrico Mozzanica ricorda che
NUOVA PROPOSTA è nato nel solco
della più bella e genuina tradizione
salesiana delle «comunicazione». È
importante far conoscere le notizie,
le iniziative, i «miracoli» dei Centri
della nostra Associazione.
VACANZA-RIFLESSIONE
a Sormano
Dopo un anno di forzato intervallo,
i Cooperatori della Lombardia hanno
ripreso l'esperienza di vacanza-
riflessione che avevano già fatto ne-
gli anni '87-'89 con alcune famiglie.
Quest'anno sono stati ospitati dai Sa-
lesiani di Sesto presso la casa di Sor-
mano, fornita di tutte le comodità
che la moderna tecnologia può offri-
re: camerette in mansarda e perfino
la lavatrice e lavastoviglie. Hanno
partecipato cinque famiglie con otto
bambini da 18 mesi a cinque anni, la
cui presenza ha portato molta alle-
gria, molto...movimento, molto...poco
silenzio (tranne all'ora della nanna) e
moltissimi bucati.
Con Don Enrico Mozzanica hanno
cercato di riflettere in due incontri
quotidiani sul documento pastorale
CEI «Evangelizzazione e testimonian-
za della carità»; a turno una coppia
presentava al mattino la sintesi di
una delle sezioni del...ponderoso do-
cumento; le riflessioni personali ve-
nivano presentate al momento ·o al-
l'incontro pomeridiano.
Cooperatori ed Exallievi agli Esercizi Spirituali di Tossig11a110
ESERCIZI SPIRITUALI
in Emilia
Gli Esercizi Spirituali di Tossigna-
no in Emilia hanno riunito anche
quest'anno una cinquantina di Coo-
peratori ed Exallievi. È stata un'espe-
rienza ricca di spiritualità e di frater-
nità salesiana.
ACS e TGS
a La Spezia
La collaborazione tra il Centro
Cooperatori «San Paolo» e il Gruppo
di riconoscenza al Signore e di amici-
zia salesiana.
La conclusione nel giugno scorso
del mese mariano con un pellegri-
naggio al Santuario di Vicoforte, ha
visto la partecipazione dei Coopera-
tori del Centro «San Paolo» di La
Spezia, delle FMA, delle Exallieve de-
gli Amici di Don Bosco e dei soci
TGS. La Madonna ha certamente
gioito e benedetto tanti figli e figlie
uniti nel nome di Don Bosco.
Dalla fine di giugno alla prima me-
tà di luglio, sei coraggiosi Cooperato-
ri hanno affrontato la montagna in-
sieme a un bel gruppo di bambini e
ragazzi per un campo-scuola organiz-
zato dal TGS. Si tratta del «Summer
Festa della Famiglia Salesia11a a La Spezia
il / l07

2.2 Page 12

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n .....
r
·nPi·
tro è stato condotto da Paolo Santoni
e avvalorato dalla visita di Mons.
Tarcisio Bertone, nuovo Arcivescovo
Metropolita della Diocesi di Vercelli.
Mons. Bertone ha sottolineato l'im-
pegno apostolico del Cooperatore,
reso efficace dall'Aiuto di Maria, la
prima Missionaria, e l'urgenza della
testimonianza divenendo «icona di
Maria» tra i fratelli, specialmente tra
i giovani.
Paolo Santoni, con l'esperienza
mondiale e la capacità di coinvolgi-
mento che lo caratterizza, ha guidato
i presenti ad approfondire l'art. 41
del RVA riguardante il Centro, rile-
vando che la vitalità di un Centro,
animato da un Consiglio attivo, do-
vrebbe essere in grado di formare
Cooperatori «carichi di Gesù Cristo,
Cooperatori, Exallieve, Amici di Do11 Bosco di La Spezia al Sa11tuario di Vicoforte
di Don Bosco, di Chiesa». Alla con-
clusione ha proposto ai presenti le
seguenti domande per un approfondi-
English» che ha lo scopo di avviare i
ragazzi alla comprensione della lin-
gua inglese, facendo trascorrere loro
15 giorni in luoghi incantevoli, nel ri-
spetto dell'ambiente e delle persone,
in un clima di famiglia salesiana. La
presenza di ragazzi provenienti da La
Spezia, Alassio, Genova, Vallecrosia,
Napoli, Roma, Taranto; la presenza
dei Cooperatori, delle FMA, degli
Animatori, delle Insegnanti di lingua
madre inglesi e del sacerdote missio-
nario Don Guglielmo Camera hanno
creato un ambiente in cui la scuola
è diventata vera «scuola di vita sale-
siana».
stribuzione gratuita ai Mercati Gene-
rali per le Comunità Religiose e per i
poveri. Con l'aiuto di un amico e il
furgone della Casa della Carità, por-
tiamo ai nostri "amici" il necessario.
Hanno anche creato una Moschea,
dove ogni giorno si riuniscono a pre-
gare; vi sono anche alcuni cristiani
che partecipano con noi ogni domeni-
ca alla S. Messa. Mi sono accorto che
lo straniero ci educa, ci arricchisce
e il nostro piccolo mondo si apre
alla comprensione e alla fraternità»
(Nerio).
mento personale e comunitario:
TRACCIA DI RIFLESSIONE: pensi
che la vita e le attività del tuo Centro
- ti aiutino concretamente a cre-
scere nella fede in Gesù Cristo, matu-
rando in te una fede adulta?
- ti aiutino concretamente a con-
vertirti alla Parola del Signore e a
testimoniare il Cristo in stile sale-
siano?
- ti aiutino concretamente a svi-
luppare a pieno la spiritualità sale-
siana laicale che è in te per riversar-
la a favore dei giovani che il Signore
e Don Bosco ti pongono sul tuo cam-
mino?
IN MISSIONE TRA I
PAKISTANI di Bologna
FORMAZIONE PERMANENTE
a Palermo
Nell'ambito della programmazione
formativa organizzata dai Cooperato-
Se la risposta è SI, esponi in sintesi
la tua esperienza.
Se la risposta è NO, traccia le ca-
renze, le difficoltà, i dubbi, le perples-
sità, in modo da aiutare l'Associazio-
ne a darti risposte di vita eterna.
La testimonianza di un Cooperato- ri Salesiani della Sicilia, domenica 10
re del Centro Bologna Corticella ci ri-
corda che spesso la «Missione» è vici-
no casa.
«Nei pressi del mio quartiere si è
novembre e.a. si è svolto a Palermo il
1° Incontro di Formazione Perma- «MAMMA MARGHERITA»
nente. Il tema: «Nuova evangelizza-
zione e testimonianza della carità» è
in Madagascar
formata una comunità di Pakistani stato svolto con competenza e vivaci- ·
che hanno occupato una villa abban- tà da Don Salvatore Mangiapane. La Il 15 luglio e.a. si è inaugurata ad
donata e priva di tutto. Il primo saba- formazione spirituale si rivela sem- Ankililoaka - Madagascar - con fe.
to di luglio, avendo disponibili due pre più indispensabile per sostenere stasa semplicità la Casa «Mamma
reti, le ho portate a questi fratelli. Da la vocazione salesiana del Cooperato- Margherita», costruita dai Coopera-
quel momento è iniziata una iniziati- re e infondere nuove energie all'im- tori Salesiani di Sicilia nel quadro
va di assistenza quasi quotidiana, pegno apostolico.
del Progetto Africa. La Casa accoglie
perché ai miei occhi si era presentato
i laici che, nello spirito del volonta-
un mondo nuovo e sconosciuto. I Pa-
kistani erano privi di tutto, dormiva-
no a terra e i loro giacigli erano costi-
tuiti da cartoni che con le prime piog-
ge si inzuppavano. Ho scoperto di
1° INCONTRO ISPmORIALE
COORDINATORI a Vercelli
riato missionario locale, vogliono do-
nare la loro presenza per un servizio
alla Missione e al popolo malgascio.
Essa è anche segno, stimolo e rispo-
sta alla rinnovata consapevolezza
avere le "Missioni" vicino casa. Al-
l'inizio erano 60, oggi sono quasi 300.
Un particolare mi ha colpito sin dal
primo approccio: il loro atteggiamen-
to di grande dignità e umiltà. Nella
nostra città ogni sabato c'è una di-
Domenica 6 ottobre u.s. nell'Istitu-
to S. Cuore di Vercelli i Consiglieri, i
Delegati e le Delegate dei Centri del-
l'Ispettoria Novarese si sono raduna-
ti per un pomeriggio di intenso stu-
dio e di fraternità salesiana. L'incon-
della dimensione missionaria pro-
pria del laico, quale si è sprigionata
dal Concilio Vaticano II e dalla Chri-
stifidelis laici. Il Progetto Laici Afri-
Segue a pag. 14
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Conosciamo i nostri santi
SAN GIOVANNI BOSCO
P rima di sostare davanti a ogni ritratto nella galleria dei santi salesiani, convogliamo la nostra atten-
zione su Colui che di tale santità è stato il capostipite: Don Bosco.
C'è nelle Memorie Biografich e il resoconto di una predica di Don Bosco che merita di assurgere a li-
vello di paradigma: racchiude infatti il movente ispiratore di tutta la sua azione pastorale.
«In una di quelle Domeniche Don Bosco fece una predica sul modo di farsi santi e si fermò special-
mente a sviluppare tre pensieri : è volontà di Dio che ci facciamo tutti santi ; è assai facile riuscirvi ; è
preparato un gran premio in cielo a chi si fa santo. Queste parole fecero una grande impressione sul-
l'a nimo umile di Dom enico Savio, il quale diceva poi a Don Bosco: «Mi sento un desiderio , un bisogno
di farmi santo ; io non pensavo di potermi far santo con tanta facilità; ma ora che ho capito potersi ciò
effettuare anche stando allegro , voglio assol utam ente farmi santo» (MB. V, 209) .
Si potrebbe dire emblemat icamente che questa fu la predica preferita da Don Bosco. E la storia
aggiunge: fu la più capita e la più recepita .
Valdocco poté essere definita fucina di santi. Don Bosco infatti parlava di santità, formava alla santi-
tà, evidenziava la santità che fioriva nell 'Oratorio . Di tre giovani (Savio , Besucco, Magone) egli volle scri-
vere la vita , additandoli come mode lli ai suoi giovani . Di quanti oggi sono avviati agli onori degli altari,
quattro (Savio , Don Rua, Don Rinaldi , M. Mazzarel lo) hanno attinto direttamente alla sua santità. E se a
questi aggiungiamo Don Beltrami , Mons . Versiglia , il principe Czartoryski , Don Variara diventano otto
quelli che si ricollegano a Don Bosco, magari solo attraverso un incontro, una parola, uno sguardo .. .
qualcosa insomma che fu determinante nella loro vita.
Si direbbe che la sua, fu una santità contagiosa! Quanto afflato in queste sue parole : «Mi ricordo di
alcuni giovani - siamo nel 1876 - come Savio Domenico, Magone, Besucco ed altri , che questa novena
dei Santi la facevano con un impegno, con un fervore straordinario. Non si poteva desiderare di più .. .
Avete mai visto le fascine messe l'una sopra l'altra? Se una viene ad accendersi, si scaldano e si accen-
dono tutte a vicenda. Così , potete far voi ... L' uno serva di incitamento all 'altro per fare il bene. All'accen-
dersi di uno zolfanello può prender fiamma un pagliaio e fare un gran falò. Così basterebbe uno che
avesse buona volontà di farsi santo , per infiammare gli altri col buon esempio e coi santi consigli. E se vi
metteste tutti in questo impegno? Oh quale fortuna! » (MB . Xl i, 557).
Né il contagio finì con Lui . Si è prolungato nel tempo. «Don Bosco ha il merito - sc r ive il Rettor
Maggiore - di aver iniziato un'autentica SCUOLA DI SANTITÀ. Se hanno valore , per il suo tempo , le va-
rie opere apostoliche a cu i ha posto mano , l'aver promosso con successo un tipo peculiare di santità gli
fa riconoscere una genialità spirituale che lo colloca tra i grandi della Ch iesa con una fecondità capace
d'incarnarsi ulteriormente lun go i secoli ».
L'elenco di coloro di cui è stata introdotta la Causa di Canonizzazione (ma come è tremendamente
riduttivo questo metro!) , raggiunge la cifra di 33 (senza vole r contare il gruppo dei Martiri Spagnoli) . Essi
punteggiano l 'intero arco di questi primi cento anni di storia: da Don Rua a Don Quadrio. Appartengono a
tutte le età: dalla tredicenne Laura Vicuf\\a a ll 'ultrottantenne Don Cimatti. Rappresentano tutte le catego-
rie: sacerdoti e laici , Vescovi e marti r i, suore ed Exallievi , alunn i e Cooperatori ... Qualunque sia la nostra
collocazione nella Famiglia Salesiana, abbiamo tutti un mode llo a cu i riferirci.
E sarà davvero stimolante passarli in rassegna, uno per uno, passeggiando in spirito attraverso il
«giardino salesiano ».
Don Pasquale Liberatore
13/ 109

2.4 Page 14

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Segue da pag. 12
ca è una scommessa per i Cooperato-
ri Salesiani e la Casa «Mamma Mar-
gherita» in Madagascar è l'inizio di
un futuro di presenza e di servizio.
FORMAZIONE PERMANENTE
ISPmORIALE ad Ancona
Si è tenuto ad Ancona il 29 settem-
bre u.s. il terzo incontro ispettoriale
di formazione permanente per i Coo-
peratori. Il programma annuale pre-
vede quattro incontri formativi. Ha
tenuto la prima relazione Don Gaeta-
no Scrivo: «Identità apostolica del
Cooperatore Salesiano». Trenta i par-
tecipanti, membri responsabili dei
Consigli locali. Attraverso questa ini-
ziativa si propongono di riportare
nell'ambito del loro Centro quanto
appreso nell'incontro ispettoriale. In
questo modo la vitalità e l'identità
del carisma proprio del Cooperatore
Salesiano si innesta nel tessuto peri-
ferico dell'Associazione per una sem-
pre maggiore e più approfondita
identità apostolica dei singoli mem-
bri.
COOPERATRICI FEDELI
a L'Aquila
È un gruppo che non ha pretese di
grandezza, ma che è fedele agli impe-
gni assunti. Due volte al mese si in-
contra regolarmente: il 24 per la for-
mazione spirituale e il secondo mar-
tedì del mese per la formazione al-
l'apostolato.
Le Cooperatrici del gruppo aquila-
no si qualificano specialmente per la
catechesi ai fanciulli e per l'anima-
zione litrugica nelle varie Parroc-
chie.
Nell 'ambito strettamente salesiano
sono valido appoggio al gruppo mis-
sionario dell'Oratorio e zelatrici del-
la devozione all'Ausiliatrice.
Ohitsha, 21-10-1991
Carissimi,
come promesso a Fontanazzo, dalla terra d'Africa vi in-
vio un caro saluto fraterno . Certamente questa esperienza mi
riempie di amore fraterno e al mio ritorno porterò un bagaglio
spirituale molto più ricco di quanto mi aspettassi. Il fratello che
si trova al ciglio della strada a volte ci lascia quasi indifferenti
- o con una monetina si cheta quel sussurro interno, ma quan-
do ci si trova immersi in certe realtà quotidianamente non si
può che aprire il cuore - ferito e sanguinante - con una gran
voglia di•aprire le braccia e stringere a sè con passione tutti. Ti
senti nudo (bianco) in mezzo a tanti volti e corpi neri, sei una
rarità, sei il più fortunato (scusatemi). Ritornerò in Italia prima
di Natale. Saluti a tutti e nel nome di Don Bosco un caloroso ab-
braccio.
Zampini Luigi
rosa come segno di festa e di condivi-
sione di tutti i presenti, che si sono
recati processionalmente all'altare di
Don Bosco portando un cero per im-
petrare fedeltà generosa per i nuovi
Cooperatori.
PELLEGRINAGGIO
MARIANO
in Sardegna
Quattrocento Cooperatori della
Sardegna hanno partecipato al con-
sueto pellegrinaggio mariano, tappa
fondamentale del cammino formati-
vo annuale e della vita associativa. Il
raduno si è tenuto a Cagliari il 25
marzo e ha avuto come meta il San-
tuario di Nostra Signora di Bonaria.
Una singolare coincidenza ha reso
ancora più significativo il pellegri-
naggio: il 25 marzo, unitamente al ri-
cordo dell'annuncio dell'Angelo a
Maria di Nazareth, si è commemora-
to il 620° anniversario del miracoloso
approdo del simulacro ligneo della
Vergine di Bonaria sul litorale ca-
gliaritano. I Cooperatori, provenineti
da tutti i Centri dell'Isola, hanno ini-
ziato la loro giornata nell'Opera Sale-
siana di Selargius con una riflessione
sulla dimensione mariana della vita
di Don Bosco: è stata l'affabile Sr. Ro-
sina Canalis, Direttrice dell'Opera
FMA di Cagliari a porgere con tanto
calore e familiarità un così interes-
sante argomento di meditazione.
NUOVI
COOPERATORI
ad Acqui Terme
Il 21 aprile si è svolto all'Istituto S.
Spirito una giornata di riflessione e
di Festa. È iniziata con un incontro
sul tema: «I tre amori di Don Bosco»
tenuta da Don Corrado Bruno. Du-
rante la s. Messa i neo-cooperatori
hanno emesso la loro promessa. Ad
ognuno di essi è stata donata una
14/ 11 O
Nuovi Coopel'atori ad Acqui Te,.me

2.5 Page 15

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Quando penso alla Famiglia
Salesiana, la prima cosa sapete
cos'è? I laici, i laici, le laiche!
Quando pensiamo che l'ecclesio-
logia del secolo scorso non dava
tanto importanza a questo, e in-
vece don Bosco vi si è dedica-
to...! L'ecclesiologia del Vaticano
Il ha lanciato questo: noi dovrem-
mo sentirci investiti dal Concilio,
dal Papa, dalla Chiesa a far risor-
gere questa genialità apostolica
di don Bosco.
Noi siamo fatti per i giovani sì,
ma non solo; perché in vista dei
giovani dobbiamo muovere tanti
altri. Dunque la prima idea, cari
membri della Famiglia salesiana,
é questa missione giovanile e po-
polare. Per realizzare questa
missione, che è immensa, quanti
più laici ci sono, tanto meglio!
Don Egidio Vigano
alla Famiglia Salesiana della Sardegna
NUOVI
COOPERATORI
a Novara
Sabato 11 Maggio presso l'Istituto
Immacolata di Novara si è svolta la s.
Messa celebrata da Don Carlo Filip-
pini, Ispettore, durante la quale sei
nuovi membri sono entrati a far par-
te della nostra Associazione. Essere
Cooperatori nell'odierna società si-
gnifica testimoniare il vangelo attra-
verso lo spirito di Don Bosco, essere
attenti ai bisogni di chi ci sta accanto
senza mai perdere come punto di ri-
ferimento la Parola del Signore, ri-
nunciando ai propri egoismi e apren-
dosi per un dialogo nuovo e profondo
verso i giovani.
Giornata «Salesia11a» i11 Liguria
Non c'è stato un solo momento di
«stanca». All'incontro erano presenti
l'Ispettore Don Gianni Mazzali, Don
Ermanno Branchetti Delegato Ispet-
toriale, Fabio Fornasini Coordinato-
re e numerosi rappresentanti dei
Centri della Liguria, circa centocin-
quanta persone. Dopo il benvenuto
agli ospiti, Don Mazzali ha tenuto
una conferenza sul «Centro». Il Cen-
tro è il nostro banco di prova, la pale-
stra ove irrobustire la nostra Fede,
sviluppare il nostro senso di servizio
a tutti i fratelli, particolarmente ai
giovani. Far parte di un Centro di CC
SS non deve essere stimolo a emerge-
re per imporsi agli altri, ma gioia di
donare quanto di meglio possiamo
dare di noi stessi con tanta umiltà,
con tanto amore, da veri fratelli.
Dobbiamo pure cercare di avere più
colloquio con i vari Centri: incon-
trarci più sovente per meglio cono-
scerci, discutere dei nostri problemi,
delle nostre aspirazioni, confrontarci
nello spirito di Amore che tutti deve
legarci e spronarci sulla via della Fe-
de, della Carità, della Speranza, sulla
via tracciata dal nostro Fondatore.
INCONTRO
ISPETTORIALE
in Liguria
Giornata tipicamente salesiana!
Gioiosa, scintillante, animatissima.
Festa per i 1111ovi Cooperatori a No1•ara
,
I
1D1 poN uosço ..
-;- -;:: · m terza pagma
1.,.,h,m110eit l·,.md+11un-1fri ',;•••••..:mi
Giuseppe Costa, DON BOSCO IN TERZA PAGINA,
Istituto Teologico San Tommaso, Messina 1991 (pagine 254)
Giusep pe Costa, che nel 1988 era direttore del Bo ll ettino Sa lesiano italiano e titola-
re de ll 'Uffi cio Sta mpa de ll a Direz ione Genera le Opere Don Bosco durante l'an no cente-
nario, ha r ipreso ora in mano tutto il materiale pubblicato da lla stampa italiana durante
quel l'an no: cent inaia di articol i, notizie , commenti ... Di questa ingente quantità di mate-
r iale giornalistico ha selezionato una piccola parte che ora raccoglie in un vo lume da l
titolo «Don Bosco in terza pagina». Benché piccola in confronto alla quantità di pezzi di-
sponibil i, la selez ione di Costa è sufficiente per offrire un panorama esa ustivo de ll 'inte-
resse con cui la stampa - e abbondano le firme illustri - ha seguito l'evento del cen-
tenario del fondatore dei Salesiani.
15/ 111

2.6 Page 16

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oe:
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Spediz. in abbon. postale - Gruppo (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicinale di informazione e di cultura religiosa
L' edizione di metà mese del BS è particolarmente de-
stinata ai Cooperatori Salesiani. Direzione e ammini0
straziane: Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092 - 00100
Roma Aurelio - Tel 69.31 .341.
Direttore responsabile : UMBERTO DE VANNA
Redattore: ALFANO ALFONSO - Via Marsala, 42 -
00185 ROMA - Tel. 44.50.185; 49.33.51.
e.e. Autorizz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949 -
Po-
stale n. 2-1355 intestato a: Direzione Generale Opere Don Bosco :
Torino - e.e.P. 462002 intestato a Dir. Gen. Opere Don Bosco - Ro-
ma. - Per cambio d'indirizzo inviare anche l'Indirizzo precedente.
•·~•r•p:,,-~~
-,
UN SERVIZIO PROMOSSO DALL 'ASSOCIAZIONE COOPERATORI SALESIANI
UNA SETTIMANA INSIEME... sulla NEVE
8 • 15 Febbraio 1992 / 29 Febbraio • 7 Marzo 1992
Ji_ FONTANAZZO {Trento)
Nel cuore delle DOLOMITI , ai piedi dei
gruppi della MARMOLADA, SELLA e
SASSOLUNGO. A due passi da CAMPI-
TELLO e CANAZEI, in rinomata zona scii-
stica fornita di moderni impianti di risalita._
L'iniziativa ha lo scopo di offrire ai
Cooperatori e ai loro familiari, nonché
agli AMICI di DON BOSCO, un soggiorno
sereno in clima di sana amicizia e spirito
salesiano nella tranquillità di un ambien-
te confortevole.
Gli ANIMATORI provvederanno a or-
ganizzare escursioni , giochi e iniziative
sportive, e a offrire il servizio religioso . .
SOGGIORNO ALPINO ccDON BOSCO»
38030 FONTANAZZO {Trento}
Tel. (0462) 67113
Altezza m. 1.400
Sala bar, TV, soggiorno e sala giochi .
Camere a due-tre-quattro posti letto con
servizi e doccia.
La Casa non dispone di attrezzature ido-
nee per bambini al di sotto dei due anni.
, 'J.-,)
~-
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..,.._-,,_-_),,J_.-
\\=~-
•.,-'
Nel dare l'adesione è essenziale con-
dividere lo ccspirito» e lo ccstile» delle va-
canze onde evitare spiacevoli disagi sia
personali che di gruppo . A tal fine è indi-
spensabile l'osservanza degli orari e la
partecipazione ai momenti di amicizia e
di vita comunitaria.
Nell'accettazione delle richieste sono
privilegiate quelle dei Cooperatori impe-
gnati nei Centri di varie parti d'Italia.
- ..
informazioni rivolgersi alla: SEGRETERIA ASSOCIAZIONE COOPERATORI SALESIANI ·
Marsala, 42 - 00185 RO_MA Tel. (06) 44.60.495.
·
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