I NOSTRI SANTI
do la dottoressa mi diede que-
sta comunicazione rimasi impie-
trita, pensando che ero giunta
alla fine della mia vita terrena. Di
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
seguito, in cinque minuti, la dot-
toressa mi prospettò tutto quello
che avrei dovevo fare: quattro ci-
FEDELTÀ
PREMIATA
cli di chemioterapia molto forti,
due anni di cura di mantenimen-
to, controlli periodici del sangue
e del midollo osseo. Se tutto fos-
Sono una signora di 43 anni. Do-
se andato bene, trascorsi cinque
po aver avuto una prima gravi-
anni si sarebbe potuto parlare di
danza conclusasi con un aborto
guarigione. Da quel giorno iniziò
spontaneo alla nona settimana,
per me un lungo periodo di in-
sono rimasta incinta una seconda
tense sofferenze alternate a mi-
volta. A questo punto mia sorella
mi ha procurato l’abitino di san
Maddalena Morano
glioramenti, di ricoveri in ospe-
dale e degenze a casa. In que-
Domenico Savio e il rispettivo li-
sta esperienza di dolore mi sono
briccino con le preghiere della liberando da solo. Poi con medi-
mamma in attesa, che ho sempre cazioni e antibiotici tutto il male fu
recitato per i nove mesi successi- superato. Piango ancora di com-
DIAGNOSI CHIARA:
LEUCEMIA
sentita molto amata dal Signore
e sorretta da molte persone che
hanno pregato per me. Ho an-
vi. Ora desidero ringraziare san
Domenico Savio per avermi pro-
tetta e per aver dato a me e a tut-
ta la mia famiglia la gioia della na-
scita della piccola Michela.
mozione e stringo tra le braccia la
mia piccola, mentre penso a tutto
quello che ho passato.
Aindeli
Sono una suora della comunità
dell’Istituto delle Figlie di Maria
Ausiliatrice a Catania. Nel no-
vembre 2004, mentre mi trova-
che esperimentato la solidarietà
delle mie consorelle: nella mia
ispettoria ottocento suore pre-
gavano la beata Maddalena
Morano per la mia guarigione.
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Fe’ Gigliola, Varese
SONO VIVE
MAMMA
E BAMBINA
Ho conosciuto l’abitino di san Do-
menico Savio il 20 ottobre 2006.
Mi trovavo ricoverata in una clini-
ca, essendo in stato di gravidan-
za a rischio. Avevo già avuto un
aborto a gennaio 2006. Una ra-
gazza in cura mi parlò di san Do-
menico Savio. Tornata a casa, ho
richiesto subito l’abitino e da allo-
ra ho sempre pregato. Dovetti sta-
re a letto, poiché il mio stato di sa-
lute peggiorava. Alla 36a settima-
na fui ricoverata; subii un taglio
cesareo. Il 27 marzo 2007 final-
mente nacque la mia piccola Elisa
in buona salute, ma io cominciai a
star male: accusavo febbre alta
con dolori. I medici pensavano
che si trattasse di crisi normali do-
po il parto. Io intanto ero immobi-
GUARITO
DUE VOLTE
Mio figlio nel mese di giugno
2007 è stato colpito da un tumo-
re all’intestino. Io ho subito rivol-
to la mia preghiera al beato don
Michele Rua, per ottenere la
guarigione, come è avvenuto nel
1961, quando ricuperò la vista
dopo che era stata gravemente
compromessa da una forma di
cheratite. Anche questa volta so-
no stato esaudito dal beato, che
mi auguro possa presto essere
proclamato santo.
Ugazio Ernesto, Loano (SV)
NON HO
MAI PERSO
LA SPERANZA
A metà settembre del 2003 rima-
vo a Catania cominciai a sentire
stanchezza, senso di nausea e
a notare ematomi sulle gambe.
Dopo qualche giorno notai che
mi usciva del sangue dalle gen-
give; pensai di andare dal denti-
sta, ma il 7 dicembre vidi sul
braccio un ematoma così este-
so, che decisi di parlarne all’in-
fermiera. All’indomani, mentre
con altre consorelle preparavo il
presepio, sentii una tale spossa-
tezza, che nel pomeriggio a
stento riuscii a salire le scale per
ritirarmi in camera e stendermi a
letto. La sera m’accorsi di per-
dere sangue, e durante la notte
vidi che il flusso aumentava.
Compresi allora che la cosa si
faceva seria; ne avvertii l’infer-
miera che fece le analisi del ca-
so. Dall’analisi risultò chiaro che
si trattava di leucemia. Fui rico-
verata al centro di ematologia
dell’ospedale Ferrarotto di Cata-
nia, e sottoposta ad altri accer-
tamenti, tra i quali la biopsia os-
sea. La diagnosi fu confermata:
Durante la malattia, mentre da
un lato pensavo di dover morire,
dall’altro provavo una serenità
unica, come se la cosa non mi
riguardasse. Sentivo ed ero si-
cura che madre Morano avreb-
be esaudito le mie preghiere e
quelle delle mie consorelle. For-
se tante di loro, vedendomi così
serena, pensavano che io non
fossi cosciente della gravità del-
la mia malattia, invece ne ero
molto consapevole, ma nello
stesso tempo certa di superare
quel periodo di prova e di guari-
re. Sono trascorsi circa tre anni
da quell’11 dicembre, quando
sentii il tremendo responso: leu-
cemia! Quando la dottoressa
ora mi dice che la malattia po-
trebbe tornare, anche se questo
è molto improbabile, io subito
penso: “ Ho madre Morano, e
questo mi basta”. Anche se i
medici non ne sono convinti, io
considero questo fatto una gra-
zia grandissima.
lizzata a letto. Dopo due giorni di si incinta e dopo appena 7 setti- leucemia mieloide acuta. Quan- Sr. Margarone Maria, Catania
pillole sedative del dolore, mia mane fui operata d’urgenza per
madre, piangendo, prese l’abitino gravidanza extrauterina. L’anno
di san Domenico Savio che era successivo, rimasta incinta nello
sotto il materassino della mia stesso periodo, fui operata nuova- cologa mi ordinò riposo a letto per trasfusioni. Due giorni dopo la pe-
bambina e le disse: ”Tu stai bene, mente dopo 10 settimane perché tre mesi, poiché avevo continua- diatra dell’ospedale dovette pre-
piccolina: allora l’abitino lo diamo non si sentiva il battito cardiaco mente minacce di aborto. Subii scrivere a Benedetta un ciclo di
alla mamma che sta male”. E ve- del piccolo. Nel giugno 2005, in ben 80 punture di progesterone antibiotici contro un’infezione e a
ramente io ero distrutta dal dolore seguito a una nuova gravidanza, con vari ricorsi al pronto soccorso. me altre medicine. Per questo fui
causato dalla ferita del taglio ce- dopo 8 settimane non si sentiva Trascorsi il periodo di riposo pre- trattenuta in ospedale con la mia
sareo. Dopo un’ora sentii una fitta più il battito del cuore. Io e mio scritto, ripresi una vita più norma- bambina fino al 20 luglio, quando
allo stomaco: si era aperta la feri- marito eravamo distrutti dal di- le e riuscii, dopo nove mesi, a por- finalmente potei rientrare a casa
ta. Era l’inizio della setticemia, e spiacere; ma ricordo che la nostra tare a termine la gravidanza, con con lei. È stata un’esperienza for-
nessuno lo sapeva. Dopo ciò ebbi ginecologa di fronte al mio pianto un parto veloce. Il 16 luglio 2007 midabile questa gravidanza; ma
una sensazione di benessere che disperato mi chiese se non avevo cominciai a casa ad avere le con- non ho mai perso la speranza di
non provavo da tanto tempo. Il mio mai letto il libro di Giobbe… Que- trazioni verso le 19.00; giunta al- vedere questa figlia. Che avventu-
corpo era avvelenato, ma si stava sto ci fece riflettere. Decidemmo l’ospedale dopo un’ora di viaggio ra la vita! Ora (settembre 2008) è
poi di sottoporci a una serie di in macchina, avevo iniziato il par- cambiata ogni cosa: c’è lei per pri-
analisi per accertare eventuali to. Entrai in sala operatoria alle ma… Benedetta. È una bambina
cause che potessero stare all’ori- ore 22.00 e alle 23.46 di quello buona: mangia, dorme e comincia
gine di un irregolare svolgimento stesso giorno nasceva Benedetta. a sorridere.
della gravidanza. Non venne tro- Per tutto il tempo dell’operazione
vato alcun ostacolo. Il 16 ottobre sono rimasta sveglia: avevo ad-
G. Tamaro
2006 rimasi incinta per la quarta dosso l’abitino di san Domenico
volta. In quei giorni, ancora prima Savio e lo pregavo. Perdevo mol-
M. D. Mazzarello Laura Vicuña
MARZO 2009 BS
dell’inizio della gravidanza, rice- to sangue; ho visto i medici e il
vetti un abitino di san Domenico personale agitarsi e sudare per-
Savio, che subito cominciai a por- ché il sangue non si fermava; ciò
tare. Ai primi di novembre la gine- nonostante non ci fu bisogno di
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