Bollettino_Salesiano_200808

Bollettino_Salesiano_200808

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Mensile - Anno CXXXII - nr. 7
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 7/2008
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
Luglio/Agosto 2008
NEL 1877

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STRENNA 2008
di Pascual Chávez Villanueva
EDUCARE
CON IL CUORE DI DB
LA PORTATA SOCIALE
DELL’EDUCAZIONE
SALESIANA
“Se voglio… sentire gli sbandati e i drogati, i senza lavoro e i
senza speranza come fratelli, non come diversi; se voglio tradurre norile, la situazione della donna, lo
il cristianesimo in opere, anche sociali, e direi santamente
sfruttamento sessuale del minore, i
bambini soldato, ecc. È un quadro a
socialiste… se voglio avere un contatto non paternalistico ma tinte fosche, e pur tuttavia incomple-
paterno, non autoritario ma autorevole, non repressivo ma to. L’attenzione per gli “ultimi” è sem-
comprensivo, non di comunicazione ma di comunione… ho pre presente all’orizzonte dei nostri
progetti, intendendo per ultimi i gio-
perfettamente capito che devo rivolgermi a Don Bosco”1. vani a rischio, la povertà economica,
culturale e religiosa, i poveri sul pia-
no affettivo, morale e spirituale, i sof-
Conosciamo le origini
2
dell’opera salesiana.
Don Bosco stesso
minando una nuova configu- ferenti a causa della problematica
razione della società. Varia- familiare, i giovani che vivono al mar-
no dunque, almeno par- gine della società e della Chiesa4.
fa la descrizione dei primi
oratoriani: “L’Oratorio era
zialmente, le urgenze del-
la nostra missione: i sog- >> La prima risposta è il lavoro
composto di scalpellini,
getti da preferire, i mes- educativo con questi giovani. Il cari-
muratori, stuccatori, selcia-
saggi evangelici da diffon- sma salesiano continua a scrivere
tori, quadratori e di altri che
dere e i programmi educa- pagine gloriose di storia mettendo in
venivano da lontani paesi.
tivi da mettere in atto”3. Le marcia vasti progetti sociali di pre-
Essi, non essendo pratici né
antiche e le nuove povertà venzione e di assistenza in tutti i
di chiese né di compagni, erano
giovanili sono un’interpellanza continenti: nei campi di rifugiati, con i
esposti ai pericoli di perversione”2. costante alla creatività del carisma e ragazzi di strada, nel ricupero dei
I destinatari del carisma di Don lo rendono attuale. Spesso la televi- bambini-soldato e dei ragazzi sfrutta-
Bosco sono dunque i giovani più sione offre immagini, dimensioni ed ti sessualmente, nei molteplici pro-
bisognosi, quelli degli ambienti popo- effetti della povertà, come la fame, grammi a favore degli emigrati. La
lari, del mondo del lavoro. Nella sua l’esodo di migliaia di profughi vittime forza educativa del Sistema Preventi-
lettera circolare “Si commosse per di conflitti etnici, discriminazioni reli- vo si dimostra efficace nel ricuperare
loro”, Don J. Vecchi attira l’attenzione giose, guerre d’interesse. E ancora, ragazzi sviati e prevenire scelte peg-
sul nuovo scenario dell’impegno edu- l’inurbamento precario che costitui- giori quando si è già cominciato a
cativo dei salesiani: “I fattori econo- sce il fenomeno dell’emarginazione camminare per sentieri sbagliati.
mici, sociali e culturali stanno deter- urbana, l’immigrazione, il lavoro mi- Dobbiamo, però, evitare una certa
“moda pauperistica”, che diventa
demagogia e ci porta a parlare dei
poveri, senza agire a favore dei
poveri. Non è possibile educare ai
valori della compassione e della soli-
darietà con un’ottica di soddisfatti e
di potenti, e nemmeno di neutralità.
Per educare alla solidarietà e alla
giustizia occorrerà adottare il luogo
sociale delle “vittime”. La Chiesa ha
sempre visto nei poveri “un luogo
La cappella Pinardi, la casa
dei primi giovanissimi ospiti
dell’Oratorio.
Il primitivo oratorio era composto
da garzoni muratori, scalpellini,
calzolai, ecc… provenienti dai paesi
più poveri del regno sabaudo.
teologico d’incontro con Dio”. In
seguito a una lettura evangelica della
realtà del continente latino-america-
no la conferenza di Puebla afferma
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

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Il carisma salesiano continua
a scrivere pagine gloriose di storia
in tutti i continenti…
“la necessità di conversione di tutta
la Chiesa a un’opzione preferenziale
per i poveri, in vista della loro libera-
zione integrale”5.
>> L’accelerazione dei tempi, il rit-
mo vertiginoso con cui si succedono
gli avvenimenti possono giungere ad
anestetizzare la nostra sensibilità o
quella dei giovani. Bisognerà cerca-
re i “mezzi pedagogici adeguati” per
mantenere il cuore sempre aperto al
grido della vita che cerca sopravvi-
venza e dignità. È qui dove l’educa-
zione deve dire la sua parola critica
come strumento di analisi della real-
tà e per rimuovere tutto ciò che non
sembra giusto. Davanti a un mondo
individualista e non solidale, l’educa-
zione deve puntare a superare l’in-
differenza e a risvegliare sentimenti
di interesse per la tematica sociale,
agevolare la conoscenza del mondo
che ci attornia e imparare a valutar-
lo criticamente e a sentirsi respon-
sabile e protagonista di quanto
avviene, partecipando all’elaborazio-
ne di risposte che superino il ricorso
alla violenza. La povertà e l’emargi-
nazione non sono un fenomeno solo
economico, bensì una realtà che
riguarda la coscienza e una sfida
alla mentalità della società. Per que-
sto l’educazione morale e il lavoro
pedagogico si presentano come
qualcosa di veramente urgente nei
confronti di una società in cui i gran-
di problemi dell’umanità e i princìpi
che regolano i rapporti tra persone
e Paesi, e con l’ambiente naturale,
richiedono nuovi orientamenti etici e
morali, più ancora che soluzioni tec-
niche e scientifiche.
ٗ
1 Italo Alighiero Chiusano.
2 Memorie dell’Oratorio di San Francesco
di Sales, SEI, Torino, 1946, p.129 [Secon-
da decade, 13°].
3 J.E. VECCHI, ACG 359, p. 5 [“Si commos-
se per loro”].
4 Cfr. El proyecto de vida de los Salesianos
de Don Bosco, Roma 1986, pp. 313-315.
5 Documento di Puebla, nn. 1134-1165.
Luglio/Agosto 2008
Anno CXXXII
Numero 7
Mensile - Anno CXXXII - nr. 7
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 7/2008
In copertina:
Oggi il web è di tutti
e per tutti: vi si intrecciano
comunicazioni e smentite,
storia e leggenda, politica
e antipolitica... È tutto
e il contrario di tutto.
Navigare in rete può voler
dire anche naufragare.
Foto: Fabiana Di Bello
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
Luglio/Agosto 2008
NEL 1877
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Quo vadis Europa? (20)
di Silvano Stracca
ANNIVERSARI
14 4 secoli senza invecchiare
di Gianni Ghiglione
EVENTI 1/2
20 Mons. Czmil / Marie Louise di R. Pistellato / M.L. Niwemukobwa
IL TEATRO DI DON BOSCO
23 Un gioco liberatorio
di Michele Novelli
FMA
28 Navigatori o naufraghi?
di Graziella Curti
ON LINE
32 Il comm. Giuseppe Caccia
3
di Giancarlo Manieri
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mondo
11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 18 Viaggi – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori –
30 Libri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefa-
cere… – 38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti – 43 Il me-
se (luglio) – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
http://biesseonline.sdb.org
SALESIANO
O
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
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Unione Stampa
Periodica Italiana
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

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RIBALTA
di Gionata Di Cicco
G IOVANI
VIAGGIO
TRA LE GENERAZIONI
La mobilità giovanile è oggi un fatto acclarato. Masse imponenti
si spostano, da un Paese all’altro, da un continente all’altro,
da una cultura all’altra… La grande speranza è
che questo superare le barriere geografiche
rinsaldi anche la fraternità universale
SSoffia il vento d’estate. Le stelle
dardeggiano alte nel cielo. Un’alba
arancione annuncia il tempo di partire.
L’estate è un viaggio iniziatico. La
stagione estiva esalta i sogni di noi
ragazzi. Il viaggio è guardare il mondo
Concetto filosofico di ampio respiro
spesso usato indebitamente. Ogni
epoca ha le sue inquietudini. I nostri
padri a volte esaltano l’epica del ’68,
dipingendone solo gli aspetti ricchi di
valori e tensioni politiche.
con occhi diversi. È questo “pulsare Mito magniloquente che gli consente di
ovunque” che ci spinge in perenne scaricare i loro fallimenti su noi giovani e
movimento. In giro per il mondo, libro tenere conquiste e privilegi solo per se
di genti, costumi e tradizioni lontane e
stessi. Erano meglio i giovani con
diverse. Segni eterogenei che nel la p-38? Noi siamo fieri di essere diversi
mondo globalizzato s’intrecciano a da loro. Al di là dei muri, delle ideologie,
volte al di là delle barriere etniche,
culturali, oltre la volontà di dominio e
5 sta nascendo una magmatica, incerta,
nuova epoca; diversa dalle passate,
sopraffazione dell’uomo. Siamo una ricca di forti contrasti, tuttavia non per
generazione che vola low cost, capaci forza peggiore. Sono tante le nubi cupe
d’avventura, protagonisti del nuovo all’orizzonte ma la pioggia feconderà la
villaggio globale. A differenza del terra. Conosciamo solo in parte “l’arte
secolo scorso i miei coetanei hanno il
di vivere”, e non tutti siamo docili
viaggio nel sangue.
seguaci del consumismo che i padri ci
Tra i giovani di tutto il mondo c’è un hanno consegnato. Tanti miei coetanei
fecondo interscambio di idee,
sono giovani ordinari senza barricate.
competenze, culture. Clio, una mia
Proprio per questo straordinari.
amica di 24 anni, studentessa Erasmus,
Una moltitudine silenziosa senza
dice: “Credo abbia un immenso valore
velleitarismi romantici, capace di
per i giovani andare a fare
rinunciare alla tintarella estiva
un’esperienza di studio o di lavoro
dedicandosi a fruttuosi progetti
all’estero”. Solo esplorando il mondo
di volontariato all’estero. Finitela di
con i nostri occhi impariamo la
dipingerci come una generazione
tolleranza, l’umiltà di avere diversi punti
disgraziata, con la luce spenta negli
di vista su uno stesso problema. Sono
occhi. Oltre i miti di Zabriskie Point, o
incontri con genti lontane, eppure così Ultimo Tango a Parigi possono esserci i
vicine. Viaggiando trovi la gioia e il
valori spirituali, gli unici a non
dolore negli occhi dei tuoi coetanei
tramontare mai. Abbiamo anche noi
sparsi nel mondo. I viaggi da sempre
passioni forti e voglia d’amare oltre
sono resoconti fantastici, come quelli di ogni confine, e sappiamo che la storia
S. Francesco o Marco Polo, giovani di non si cambia solo dicendo no. Non c’è
altri tempi, ma come noi pieni di
una meglio gioventù per sempre, ma
meraviglia e gratitudine nel cuore. solo una gioventù per ogni epoca. Con
Spicchiamo il volo controvento, spinti in
i suoi pregi e i suoi difetti. Vorremmo
alto come aquiloni. Dal cielo scorgiamo
percorrere la nostra strada liberi dai
il nostro stupendo, fragile pianeta pregiudizi degli adulti prima che faccia
azzurro. Ma non è fuga, bensì presa di
notte. È il tempo del nostro viaggio.
coscienza che una sola è la famiglia
Il respiro del vento accarezza le foglie
umana. La mia generazione guarda il verdi smeraldo. L’aereo si alza. Sembra
ritratto di quest’epoca con fame di una colomba di speranza. L’ultima cosa
verità, e spesso sete di giustizia.
che vedo è il tremolo scintillante
Siamo stanchi di esser definiti da
della superficie del mare.
uomini colti e acuti come Umberto Un omaggio d’argento della miracolosa
Galimberti generazione del nichilismo.
generosità di madre terra.
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

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LETTERE AL DIRETTORE
sui concili (se ne celebravano impegnò tutti gli anni del suo ne, stupore e soprattutto vene-
tanti in quei tempi, sia in pontificato a rinnovare il mon- razione. È questo il senso di
Oriente sia in Occidente, senza do cattolico. Mi tolga una cu- quel dono che viene chiamato
che il Papa ne sapesse niente o riosità: ma quali sono le sue latinamente “timore di Dio”.
potesse farci niente), di aver fonti per affermare quanto af-
F preso posizione ferma e pon- ferma nella sua lunga e-mail
derata nella controversia aria- riguardo ai papi in questione?
na, di aver condotto egregia- Comunque, la storia del papa-
UNERALE PER TUT-
TI. Egregio direttore, vor-
mente un concilio, di aver in- to è piena di cose buone e an- rei porre qualche domanda.
crementato in modo straordi- che di cose meno buone, a ri- Perché a non tutti i battezzati
nario il numero dei fedeli di prova che i Papi non sono dèi è concesso il rito funebre in
Roma dove fece erigere due fa- ma uomini e che, le ripeto, la chiesa? […] Non è forse solo
mose basiliche (S. Maria in Chiesa è sotto l’occhio del suo Dio che legge senza mai sba-
P API NEGATIVI. Pre- Trastevere e la Chiesa dei Do- Fondatore.
giatissimo direttore, mi è dici Apostoli), ecc.?
gliare nel profondo di ogni
cuore? Non rischia forse la
I capitato di leggere quello che Callisto III da parte sua è
l’anno passato avete pubbli- l’esempio che anche un uomo
cato sulla rubrica il mese “Vi- debole e poco competente (fu
Chiesa di cadere nella trappo-
L TIMOR DI DIO. Di- la di doversi schierare? Cele-
rettore, mi rivolgo a lei a brare il funerale per tutti non
ta da papi”. Le devo rimpro- eletto che era già anziano) può proposito del “Timor di Dio”. può forse essere un modo per
verare che tra tanti Papi ha essere un buon Papa... A riva- Il catechismo ricevuto per la manifestare l’inesauribile mi-
scelto infelicemente di pub- lutarlo basta il fatto che ebbe preparazione ai sacramenti mi sericordia di Dio attraverso la
blicarne alcuni pesantemente il coraggio di ordinare un nuo- ha inculcato l’idea di un Dio sua Chiesa? […] Mi è capita-
negativi, come Giulio I, 14 vo processo – postumo – per severo e inflessibile. Oggi pe- to di assistere a funerali reli-
anni di regno passato tra dia- Giovanna D’arco, nel quale la rò si dice che essendo Dio so- giosi di persone lontane, se
tribe insulse […]; Callisto III santa “Pulzella d’Orleans” lo Amore non può condanna- non addirittura ostili alla
che fu addirittura antipapa venne completamente scagio- re nessuna delle sue creature Chiesa […]. – Caro direttore,
[…]; Onorio IV, tanto malan- nata dalle accuse rivoltele nel né infliggere pene eterne. So- nella mia chiesa hanno fatto il
dato che non riusciva nemme- primo famoso processo che la no due posizioni estreme… In funerale a un tale che più in-
6 no ad alzare l’ostia, e combi- portò sul rogo. Non confonda definitiva che cosa significa degno non si può […]. Perché
nò solo guai in Sicilia […]; Callisto III (lo spagnolo Alfon- questo Timor di Dio?
a lui sì e ad altri no?
Gregorio XIII che ebbe un fi- so De Borgia, da me pubblica-
glio, quand’era ancora un lai- to) con l’Antipapa Callisto III
row…@…
co, e fu un indeciso tanto che (Giovanni di Struma), il quale Cara signora, un dono di Dio
Dany_@… Vincenzo,
Napoli, più altri.
Roma si riempì di ladri, as- peraltro, pentitosi, morì reinte- non può essere “oppressivo” Egregi signori, non so a chi o
sassini, prostitute […]
grato nella Chiesa, come retto- se no si configurerebbe come a che cosa vi riferiate – o
Franco@...
re di Benevento.
Quanto a Onorio IV, nono-
i famosi “doni” che faceva
l’imperatore Nerone ai suoi
forse sì, lo so – ma non im-
porta. Vi dico subito che al-
Caro signore, a volte è anche stante fosse malfermo in salute nemici, quando inviava loro cune idee espresse nelle lette-
bene pubblicare personaggi (aveva una grave forma di got- un elegante cofanetto con re ricevute mi sembrano coe-
che non hanno particolarmen- ta) venne eletto all’unanimità dentro unicamente un laccio. renti con il “credo”: Il fune-
te brillato nel panorama della in uno dei conclavi più celeri Ci si dovevano impiccare! rale come ultimo atto pubbli-
Chiesa. Ci aiuta a comprende- di tutta la storia della Chiesa. No, il “timor Dei” è altra cosa co di “accompagnamento” al
re che essa/Chiesa è sostenuta Questo depone della sua noto- dalla paura, dal panico, dal di là di colpe e meriti. Le de-
da Dio e non dagli uomini, i rietà e del suo valore. In effetti, batticuore, dall’ansia, dall’in- cisioni umane non immuni da
quali l’avrebbero già affossata conseguì, guarda caso, ottimi quietudine per la severità divi- errori, ecc. E mi appaiono
da un pezzo, se fosse stata dav- risultati nonostante fosse debi- na. Ha invece a che vedere con ineccepibili anche le affer-
vero opera loro. Mi permetto litato dalla malattia. Gli storici la bontà e la compassione, con mazioni sull’“inerranza” di
qualche puntualizzazione, di- sono concordi nel dichiarare il compatimento e la miseri- Dio e sul fatto che la celebra-
ciamo, storica. Per quanto ri- molto “saggia” la sua “Con- cordia. Viene dal verbo latino zione del funerale “comun-
guarda Giulio I, costui è uffi- stitutio super ordinatione Re- “timere” da cui “timidus”. Di que e per chiunque” potreb-
cialmente stato dichiarato san- gni Siciliae”, dopo i famosi Ve- fronte alla maestà di Dio, la be costituire un messaggio
to... Credere che un santo sia spri Siciliani. Gregorio XIII, cui fantasia inimmaginabile ha positivo… Ora qualche rife-
insulso è un giudizio quanto anche lui fu eletto in meno di creato inimmaginabili “cose”, rimento. Ho scritto e pubbli-
meno azzardato. Il livello reli- 24 ore, stante la grande stima non si può essere che “timidi”. cato (Cfr. BS aprile 2007
gioso/morale di questo Papa è che godeva presso tutti i cardi- Il timido è colui che, compreso pag. 6) che “forse” io il fu-
fuori discussione. C’è rimasto nali elettori. Si tratta di uno della bontà, dell’intelligenza, nerale a Welby l’avrei cele-
il livello politico... Ma su que- dei pontefici più importanti del della grandiosità, della magni- brato, non senza dubbi però.
sto piano chi sono i non/insul- ’700. Aveva 70 anni quando ficenza, del suo interlocutore I dubbi provengono dal fatto
si? E che cosa occorre fare per salì al soglio pontificio, ma di- (in questo caso si tratta addi- che alcuni casi specifici sono
essere non/insulsi? E come si mostrò subito un’energia inso- rittura di Dio), non può che proditoriamente elevati a
fa a dare dell’insulso a uno spettabile. Fu inflessibile nel accorgersi della propria ina- “simbolo”, diventano para-
che è riuscito nell’impresa, al- continuare l’opera di rigenera- deguatezza. Questa “compren- digmatici, rivelatori di un’ideo-
lora titanica, di far stabilire la zione della Chiesa. Sotto l’in- sione”, o questa “visione inte- logia. Ho parlato, allora, con
giurisdizione suprema di Roma flusso di san Carlo Borromeo, riore” gli suscita ammirazio- qualcuno molto vicino al
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

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Appelli
Sono un ex allievo e col-
laboro con un gruppo di vo-
lontari alla gestione della bi-
blioteca scolastica. È nostra
intenzione allestire una bi-
blioteca da proporre a tutti i
nostri concittadini. Faccia-
mo un appello ai lettori af-
finché contribuiscano con li-
bri, enciclopedie non usate
contattando il “Centro Stu-
di Portopotentino”, Via
Regina Margherita 49,
62016 Porto Potenza Pice-
na (MC).
Colleziono immaginette di
beati/e, santi/e, servi/e di Dio
e Venerabili. Sarei disposto a
contattare altri collezionisti.
Inoltre mi piacerebbe ricevere
e scambiare santini antichi e
moderni. Rispondo a tutti:
Mikele Sgarro, Via Pietro
Mascagni 55, 71042 Ceri-
gnola (FG).
Ai gentili lettori del bolletti-
no chiedo la cortesia di poter
ricevere, in qualità di socio
dell’AICIS, qualche Santino
specifico: n° 2 del S. Bernar-
do Degli Uberti Patrono di
Parma e n° 2 della Beata
Caterina Degli Uberti. Da in-
viare a: De Luca Teresa P.,
Via C. Colombo 20, 87068
Rossano Scalo (CS).
E-mail: 1dorinda@libero.it.
Ho 37 anni e sarei molto
felice di corrispondere con
ragazze sensibili e di sani
principi, scopo amicizia.
carlonegro@inwind.it.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO card. Ruini. Mi ha confessato apparire per alcuni giusta e la; senza mai denunziare
A CASA TUA in tutta confidenza che il pri- per altri sbagliata, può trova- niente di niente; contribuendo
mo a essere angosciato (è il re chi è d’accordo e chi no! in questo modo a un sostan-
vocabolo usato) del provvedi-
ziale rafforzamento dell’orga-
P mento era proprio lui, l’alto
prelato che l’aveva preso.
C’è stato insomma chi ha
nizzazione criminale). Nella
ER LA VERITÀ. A pro- sentenza si dice esplicitamen-
posito della lettera inviata- te – una prova dopo l’altra,
giocato bene le sue carte, mi dal lettore di Siena e pub- per pagine e pagine di moti-
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
tanto da cacciare in un “cul- blicata nel numero di aprile vazione – che tutto questo è
de-sac” l’autorità religiosa: c.a. mi giunge in redazione la stato commesso fino al 1980 e
a chi ne fa richiesta.
qualunque mossa avesse fatto precisazione del procuratore che costituisce il reato di as- Dal 1877 è un dono
l’avrebbe sbagliata. Con le Gian Carlo Caselli che pubbli- sociazione a delinquere (con
persone non ci sono problemi co, come diritto di replica.
Cosa Nostra), “reato concre-
(e lo confermano le infinite
tamente ravvisabile a carico
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
volte in cui si è celebrato il Caro Direttore […] La verità del sen. Andreotti”, effettiva- il lavoro salesiano tra
funerale anche per chi era
notoriamente un “mangia-
preti”, un suicida, un senza
Dio). Ma con i simboli è
tutt’altra storia: la valenza è
diversa, l’impatto è diverso,
le ragioni sono diverse. Non
ci si trova più solo di fronte a
un cadavere ma a una filoso-
fia della vita, a una concezio-
ne politica, a un muro ideolo-
gico, di fronte a cui cedere
può essere letto come rinun-
ciare ai principi su cui una
qualsiasi dottrina (filosofica
o teologica, politica o econo-
mica, sociale o religiosa) si
basa. Qualcuno può pensarla
diversamente, si potevano
escogitare degli escamotage,
mettere in atto delle furberie
compromissorie pur di non
negare quello che non si do-
vrebbe negare a nessuno.
Tutto vero. Ma la decisione
la prende un uomo, e come
ogni decisione umana può
del “caso Andreotti” (facil-
mente accertabile da chiun-
que non si accontenti delle
comode e interessate versioni
di certi salotti televisivi) è
consacrata definitivamente in
una sentenza della Cassazio-
ne del 15 ottobre 2004 che ha
irrevocabilmente confermato
la sentenza 2 maggio 2003
della Corte d’appello di Pa-
lermo. Nella sentenza sono
elencati come provati e com-
messi fatti gravissimi (scambi
di favori con mafiosi; incon-
tri con boss del calibro di Ste-
fano Bontade per discutere
di fatti criminali, compreso
l’omicidio del capo della Dc
siciliana Pier Santi Mattarel-
Nbnssnlcouuieucnotoasecitraeaieimlnmèltauposrtort.teaiesdPtapolalreolozpaslvioteoapvsttnesupeidbeberebe.rilrsleCpieocemnpearauzovlnbieeo-ea-.-
mente “commesso” ma “estin-
to per prescrizione” (si noti
che alla prescrizione l’impu-
tato avrebbe potuto rinunzia-
re, ma non ha ritenuto di far-
lo). Ora, a fronte di questa
sentenza, mi sembra davvero
difficile parlare di… errore
della Procura, da me diretta,
che sostenne l’accusa. So be-
ne che il mestiere di magistra-
to è sempre a rischio di erro-
re. Conosco i miei limiti e di-
fetti, e in quarant’anni di car-
riera certamente avrò com-
messo qualche sbaglio. Ma
nel “caso Andreotti”, no! Lo
attesta senza possibilità di
dubbio la Suprema Corte.
Dunque, ben vengano le criti-
che, tutte le critiche argomen-
tate. Ma lo scempio della ve-
rità è altra cosa. Ed è per ri-
spetto della verità che Le scri-
vo questa lettera, con richie-
sta di pubblicazione.
Giancarlo Caselli
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

1.8 Page 8

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& IN ITALIA
NEL MONDO
IVATO,
MADAGASCAR
Scarfone e don Erminio De esigenze e di una cappella ca-
Santis arrivarono da Roma pace di accogliere i circa 300
portandovi il sistema di Don ragazzi e giovani che vi rice-
Bosco. Per la celebrazione vono vitto, alloggio, scuola e
LA CAPPELLA
DI IVATO
del 25° di presenza salesiana formazione. Per la cappella
in Madagascar, l’ispettoria sembrava difficile trovare la
Romana ha programmato la somma necessaria alla costru-
Nel 1984 l’Ispettoria Romana
aprì una nuova casa nella dio-
cesi di Antananarivo, a Ivato:
il centro Notre-Dame de
Clairvaux per l’accoglienza
dei giovani più poveri e a ri-
schio. Fu un sacerdote “Fidei
Donum”, anziano e malato, a
iniziare. I salesiani don Clau-
dio De Portu, don Lorenzo
costruzione a Notre-Dame di
nuove cucine, di una sala
mensa adeguata alle nuove
zione. Arrivò un soccorso in-
sperato nella persona del dot-
tor Giuseppe Barbato, cardio-
logo, che frequentava abi-
tualmente il tempio di
Don Bosco a Cinecittà.
Un giorno, su un tavoli-
netto posto accanto al pre-
sbiterio, trovò un numero
(uno solo) della rivista
ispettoriale “Sacro Cuo-
FORCELLA,
re”. Vi si parlava del pro- TRA INCLUSIONE
getto della cappella da co- ED ESCLUSIONE
struire presso il centro No-
tre-Dame di Clair-
SOCIALE
vaux in Madaga-
scar. Tornato a ca- Edito da Alfredo Guida
sa, ne parlò con la
mamma, la signora Si tratta di una ricerca socio-
Rosetta Pandolfo, e logica condotta da un giovane
insieme si impegna- parroco don Luigi Merola im-
8
rono a finanziare in pegnato pastoralmente a For-
toto la costruzione, cella, il ben noto quartiere na-
ivi comprese le vetra- poletano. Uno studio che fa
te. La signora Rosetta accapponare la pelle perché
e il figlio Giuseppe si condotto basandosi sulle ri-
recarono a Clairvaux in sposte della gente intervistata
occasione dell’inaugu- sulle proprie condizioni fami-
razione della cappella. liari e di lavoro. Oltre che sui
Le vetrate sono state rea- dati ISTAT e sulle risposte del-
lizzate dalla Domus Dei la Chiesa. È da leggere. E non
di Roma-Cecchina.
solo dai napoletani.
TIJUANA, MESSICO
VOLONTARI
IN MISSIONE
Un gruppo di giovani statuni-
tensi della parrocchia san Do-
menico Savio e dell’istituto
san Giovanni Bosco di Bell-
flower (ispettoria Usa Ovest),
hanno compiuto un viaggio
“missionario” in Messico, a
Tijuana, presso un oratorio di
frontiera, dove hanno trovato
subito lavoro, trasformandosi
in manovali per alcune ore
della giornata e in animatori
dei bambini dell’oratorio al
pomeriggio. Tali esperienze
sono esaltanti e fanno bene al
fisico e allo spirito.

1.9 Page 9

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VALENCIA, SPAGNA
MATEBOSCO
Lo scorso 12 aprile presso il
collegio salesiano “San Juan
Bosco” di Valencia si è svolta
la quarta edizione di una
competizione molto speciale,
la gara di abilità matematica,
il cosiddetto “Matebosco”,
che ha visto la partecipazione
di 115 giovani alunni. Nella
foto: una delle prove che im-
pegna allo spasimo i ragazzi
nel risolvere i problemi pre-
sentati.
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
redazionale
9
ROMA, ITALIA
VISITA
ALL’ARCHIVIO
Roma, 15 aprile 2008. Visita
all’Archivio della Congrega-
zione delle Cause dei Santi.
Nell’ambito del Seminario di
Spiritualità della Facoltà di
Teologia, gli studenti, accom-
pagnati dal postulatore gene-
rale don Enrico dal Covolo,
docente del corso, si sono re-
cati in visita all’archivio della
Congregazione per le Cause
dei Santi. Oltre a visionare
documenti preziosi di storia
salesiana, i dodici studenti sa-
lesiani, provenienti da diverse
parti del mondo, hanno avuto
un interessante incontro-inter-
vista con il cardinale A.J. Sa-
raiva Martins, prefetto della
suddetta congregazione. Il se-
minario, collocato nel secon-
do semestre dell’anno accade-
mico, è dedicato allo studio di
alcune cause esemplari della
Famiglia Salesiana. Quest’an-
no, in particolare, sono state
scelte quelle del beato Pio IX,
del beato Zeffirino Namuncu-
rà e del venerabile Vincenzo
Cimatti.
FRA’ MATTHEW FESTING
NUOVO GRAN MAESTRO
L’11 marzo scorso è avvenuta l’elezione di Fra’
Matthew Festing a 79° Principe e Gran Maestro
del Sovrano Militare Ospedaliero di San Giovanni
di Gerusalemme, di Rodi e di Malta. Succede a
Fra’ Andrei Bertie, Gran Maestro dal 1988 al 2008,
scomparso il 7 febbraio.
Il nuovo Gran Maestro, nato a Northumberland,
Inghilterra, nel 1949, è entrato a far parte dell’Ordi-
ne nel 1977, diventandone un Cavaliere professo
di voti perpetui nel 1991. Ha ricoperto per 15 anni
la carica di Gran Priore d’Inghilterra e in questo
ruolo ha condotto missioni di assistenza umanita-
ria in Bosnia, Serbia, Croazia e Kosovo.
Per celebrare l’elezione di Fra’ Matthew, le Poste
Magistrali hanno emesso un francobollo di Euro
2,20 riproducente lo stemma di S.A. Em.ma il
Gran Maestro.
Le emissioni dell’Ordine di Malta, molto apprezza-
te dai collezionisti, possono essere acquistate
direttamente presso l’Ufficio di Via Bocca di Leo-
ne n. 68 00187 Roma – o per corrispondenza.
Info: 06.67581254
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

1.10 Page 10

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Il BS di luglio 1908 continua la cronaca del
lungo viaggio di Don Rua in Medio Oriente
che, al ritorno, visita anche Messina, Taormina,
Acireale, Siracusa, Catania e via via Soverato,
Borgia, Rossano, Bari, S. Benedetto del Tronto,
Macerata, Loreto, Bologna, Parma,
Alessandria. Ecco chi incontrò a Macerata.
LA CHIESA
E IL MERCATO
di Thomas E. Woods jr.
Liberilibri ed.
Un tomo di quasi 400 pagine,
rigoroso e di grande interesse
che irrompe nella dura dispu-
ta odierna tra Chiesa e società
liberale. Il ponderoso saggio è
utile per approfondire il di-
battito. Lo scontro fra le posi-
zioni dei santoni del liberi-
smo agnostico e del mondo
cattolico sembra indifendibi-
le. L’autore crede che il pen-
siero della Chiesa abbia con-
tribuito in maniera determi-
nante all’espansione econo-
mica e civile dell’Europa fin
dal Medio Evo. Woods pone
in luce insomma la consonan-
za filosofica tra i principi mo-
rali dell’economia di mercato
e l’insegnamento che provie-
ne dalla Tradizione e dal Ma-
gistero ecclesiale. Una tesi
coraggiosa che merita di esse-
re attentamente considerata.
ROMA, PISANA
10
Si trovavano alla stazione, nonostante l’ora tarda, i
Superiori dell’Istituto Salesiano, il can. Blasi, rettore
del Seminario, il can. Scarponi Penitenzieri, il pro-
“PROGETTO
EUROPA”
e in un certo senso eclatante
del discorso del Rettor Mag-
giore è stata la reciprocità in-
vocata: come l’Europa a suo
tempo si è dimostrata prodiga
nell’inviare i suoi figli in ogni
posto D. Leonardi, D. Miliazzi economo del Semi-
nario e D. Simonelli, ambedue antichi allievi del-
l’Istituto, il prof. Ricci, il prof. Giardelli, l’avv. Pa-
squalini giudice del tribunale, gli avv. Giorgetti e
Pucci, il M° Liviabella e famiglia, nonché numerosi
giovani della Robur dell’Oratorio Festivo e molti
antichi allievi che ora frequentano il R. Liceo della
città. Nella stazione stessa Don Rua s’incontrò
Il 26° Capitolo Generale della
Congregazione Salesiana si è
chiuso con una novità: il lan-
cio del “Progetto Europa”.
Don Pascual Chávez, rieletto
alla carica per un secondo
sessennio, ha invitato i 233
capitolari a ripensare la pre-
senza salesiana nel Vecchio
parte del mondo per fondare
nuove presenze e impiantare
missioni, così oggi, le regioni
più ricche di vocazioni sono
chiamate a ricambiare con
l’invio di personale giovane in
Europa, ora carente di voca-
zione. Un magnifico progetto
che i salesiani dell’Unione Eu-
coll’Ecc.mo Vescovo Diocesano, Mons. Raniero Continente con un preciso ropea sperano di trasformare
Sarnari, di ritorno da Tolentino. Accompagnati da
molto popolo ci avviammo quindi al nostro Istituto,
dove i giovani ci attendevano schierati [...] la banda
scopo: servire meglio i giova- in un’altra primavera della
ni di oggi che non sono uguali congregazione, proprio là do-
a quelli di ieri. La cosa nuova ve sono le sue radici.
faceva sentire i suoi concerti [...]. Domenica 17 dis-
se ancora la messa della comunità, e vi intervennero
pure il Conte Rasponi, Presidente della Corte d’As-
sise e Consigliere della Corte d’Appello colla sua
consorte; i professori Gresti e Ricci del R. Liceo, il
prof. Giardelli del R. Ginnasio, gli avvocati Tacci
Pacifico e Tito antichi allievi del nostro Liceo Alas-
sio, il dott. Brancati e consorte, il capitano Paglioc-
chini e consorte, l’avv. Pasqualini giudice di Tribu-
nale, l’avv. Foglietti, l’ingegnere Biagio Micozzi-
Ferri e figli, le contesse Zorli, Fiori-Aghemo, To-
massini, la Marchesa Girondo, la contessa Scaram-
pi-Pascali, le signore Vassallo, Pascucci, Rosa Pia-
nesi, Rosati, Fava e figliuole, Liviabella e famiglia,
le signorine Aranci, Ruitz, ecc.
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (14)
Divagazioni (mica tanto) su un’emergenza che sembra in aumento
un po’ dovunque: l’aggressione a ragazze.
È primo pomeriggio, Fabio ha allenamento e >> Insomma, Ali-
Alice è sola con Drusilla. La cagnetta corre ce, si può sapere
avanti e indietro festosa. Alice si siede su una cos’hai stasera?
panchina e apre un libro. “Ciao bella!“. La voce le Sei stata tutto
arriva alle spalle. Alice si volta: un gruppetto di il giorno chiu-
ragazzi che si avvicina. Sente un brivido. Li cono- sa in camera,
sce di vista e sa che non portano niente di buono. ora non tocchi
Istintivamente si guarda intorno… ma non passa cibo. Hai liti-
nessuno. “Sola, sola, oggi, chiede quello che sem- gato con Fa-
bra il capo, sedendosi al suo fianco, lo sfigatello bio?”. Mam-
non c’è?”. “Lasciami in pace”, dice Alice alzando- ma Stefania e
si e cercando con gli occhi Drusilla. Il ragazzo le papà Giorgio
afferra con forza l’avambraccio e la costringe a hanno finito la
risedersi, con un sorrisetto strafottente sulle labbra. cena e guarda-
Ma dove vai? Non è carino mollare gli amici no la figlia che
mentre si fa conversazione, vero ragazzi?”, chiede fissa il piatto
11
agli altri tre che l’accompagnano. “Non è carino”, ancora pie-
risponde quello più vicino. “Devo andare. Drusil- no. “Non ho litigato con nessuno”. “Sarà, ma
la!”, esclama la ragazza vedendo la cagnetta arri- non mi convince, insiste mamma Stefania, ti sen-
vare trafelata. Drusilla si ferma a qualche passo di ti bene?”. “Sto bene, mamma! Lasciami stare!“,
distanza e comincia ad abbaiare. “Falla stare zitta, dice Alice alzandosi e avviandosi verso la porta
sussurra il capo continuando a stringere il braccio della camera. “Siediti, signorina, e sputa fuori
di Alice, non vorrei doverle fare del male”. “Dru- quello che hai”, interviene papà con tono severo.
silla, buona, vieni” e la cagnetta si avvicina con le Alice rimane in piedi, confusa, poi, improvvisa-
orecchie basse e si lascia accarezzare dalla mente scoppia a piangere e racconta ciò che le è
padroncina. “Allora, ti chiami Alice, vero?”. “Che successo nel pomeriggio. “Tu conosci quei ragaz-
ti importa?”, esclama Alice. “In realtà niente; è zi?”, chiede papà Giorgio. “Fanno la quinta H.
solo una delle tante cose che so di te… So che i Avevo sentito storie su di loro, ma non volevo
tuoi hanno un sacco di soldi, per esempio”. “Ma crederci. Prendono informazioni sulle persone
che dici? Non è vero!”, risponde Alice spaventata. che hanno deciso di spennare, gli mettono paura
Magari non saranno Berlusconi, ma se la cavano e si fanno dare dei soldi. Sanno che mamma è
bene. Vero ragazzi?”. La banda annuisce, tra sorri- incinta e mi hanno minacciato di farle del male”.
si e sberleffi. “Ascolta, pupa, domani ti aspettiamo Sono incinta, ma non invalida. Domani andre-
davanti a scuola con cento euro, a titolo, come mo a scuola io e te e parleremo con il preside.
dire… di assicurazione. Dacci i soldi e non toc- Poi vedremo chi avrà paura di chi”. “Andiamo
cheremo la tua bella pelle candida e la tua mam- insieme, e vi accompagno io!”, dice papà Gior-
ma non subirà uno spavento che, nelle sue condi- gio. “Non c’è bisogno, Giorgio! Quelli sono bul-
zioni, potrebbe esserle fatale”. “Lasciate stare la letti, appena mi vedranno abbasseranno la cre-
mia famiglia. Che ne sai tu di mia madre?”. Ades- sta… Non voglio che Alice pensi che la gravi-
so Alice quasi urla. “So solo che ha il pancione, e danza sia un periodo in cui le capacità di una
che dovrebbe stare tranquilla e serena, perché donna vengono menomate. Ce la caveremo.
non ci siano brutte conseguenze, né per lei, né Vero tesoro?”. Alice guarda la madre e vede una
per il bambino. Che sono del resto cento euro? donna coraggiosa e fiera. “Già. Credo proprio
Allora a domani! E… riservatezza, tesoro, non mi che mamma e io ce la caveremo alla grande”.
andrebbe di rovinarti questo bel faccino!”. Una Papà Giorgio si stringe nelle spalle e guarda le
carezza, e il bullo se ne va con i suoi.
due donne. È fiero di loro.
ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

2.2 Page 12

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CHIESA QUO VADIS
EUROPA? (20)
di Silvano Stracca
“Siate vigilanti. Siate
critici. Andate contro-
corrente. Non ascolta-
te le voci suadenti
che propagandano modelli di vita
improntati all’arroganza e alla vio-
lenza, alla prepotenza e al successo
a ogni costo, all’apparire e all’ave-
re, a scapito dell’essere…”. Sono
passati pochi mesi dal grande in-
contro di Benedetto XVI con più di
mezzo milione di giovani sulla pia-
na di Montorso, a Loreto, dal suo
forte incitamento alle nuove gene-
12
razioni italiane ed europee a non
annegare nel conformismo. Ed ec-
co che, l’anziano pontefice si ac-
cinge a incontrare, all’altro capo
del mondo, nel cuore dell’emisfero
australe, altre centinaia di migliaia
di giovani provenienti da ogni an-
golo del pianeta, compresa la vec-
chia e lontanissima Europa. “Non
abbiate paura, cari amici, di prefe-
L’Europa unita...
rire uno stile di vita sobrio e soli-
dale, relazioni affettive sincere e
pure, un impegno onesto nello stu-
dio e nel lavoro, l’interesse profon-
do per il bene comune. L’umiltà,
cari amici, non è la via della rinun-
cia ma del coraggio. Non è una
gltnAn’iiedDnQinneanuneaaneuttrcAceantloehdieruntpl1eraemlsieoae5n,toprgiticdaesnliaaerùirildotlipiarNmdivcsa2ea,eoeiuld0illpgem2oaaucel0hvdgnibdiraileialersmiiVlasnlacqaaleieiaoumncsaXdlecatiagoc.iiXhspncitSoiIgoooocIyCvIimidodaeComgivpnnr.onigaeoaetntùslirny--i-.e-,i
sconfitta, ma una vittoria dell’amo-
re sull’egoismo e della grazia sul
peccato”, soggiungeva il Papa al-
l’inizio dello scorso settembre, af-
fascinando l’enorme uditorio con il
suo linguaggio diretto e veramente
“controcorrente”.
stia presso l’ippodromo di Ran-
dwick. Lì già Paolo VI nel 1970 e
Giovanni Paolo II nel 1995 aveva-
no radunato i fedeli durante il loro
passaggio nel Quinto Continente.
Avrete forza dallo Spirito Santo
ANCORA BENEDETTO,
che scenderà su di voi e mi sarete
testimoni”, è questo il tema che farà
ANCORA AI GIOVANI
da filo conduttore alle prossime
giornate australiane, dopo aver ac-
Non userà certo parole diverse, compagnato negli anni dopo Colo-
Benedetto XVI, nel rivolgersi ai nia il cammino di avvicinamento al
giovani australiani durante i mo- grande evento nella “terra australe
menti centrali della XXIII giornata dello Spirito Santo”, come il “conti-
mondiale della gioventù, a Sydney, nente giovane” veniva definito nelle
dal 15 al 20 luglio, che culminerà - antiche carte geografiche. Su una
come sempre – con la rappresenta- popolazione di circa 21 milioni di
zione della passione di Gesù, la abitanti, la maggioranza degli au-
La cattedrale di Sidney
grande veglia di preghiera notturna straliani è cristiana (cattolici 26,4%,
in Australia.
e la celebrazione finale dell’Eucari- anglicani 20,5%, altri protestan-
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

2.3 Page 13

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La Croce della prima GMG
La scritta
consegnata da Giovanni
quadrilingue posta
Paolo II ai giovani nel
sotto la Croce della
lontano 1984.
GMG riporta
le parole del Papa
nell’atto della
ti 16,1%, ortodossi 2,8%).
consegna.
I buddisti sono l’1,9% e
i musulmani l’1,5. Secon-
do un sondaggio dell’an-
no scorso, la percentuale di
quanti si dicono cristiani nel-
la terra dei canguri sarebbe
scesa dal 71 al 64 % negli ul-
timi dieci anni, ma sono comunque
paesi ricchi si
Paese, dal primo mini-
stro laburista al leader
dell’opposizione, a un
centinaio di deputati di
diversi partiti.
12,7 milioni gli abitanti del Nuovis- incroceranno
simo Mondo che affermano aperta- con le tragiche
OCCORRE
mente la loro fede cristiana. Il 98% realtà di guerra
degli Aussies è di origine europea o e di fame, di dittature crudeli e di
IL MEA CULPA
asiatica. Mentre gli aborigeni, cioè persecuzioni anticristiane di que- In quell’aula, così lontana non so-
gli antichi abitanti dell’Australia pri- st’area. Dalla Cina come dal Laos e lo geograficamente dalle paure per
ma della colonizzazione, sono il re- dalle paludi della regione, arriveran- la laicità dello stato nella vecchia
stante 2%, soffrono dei maggio- no molti testimoni di una fede for- Europa, l’arcivescovo di Sydney, il
ri tassi di disoccupazione, carce- giata dall’eroismo di martiri scono- cardinale George Pell, ha voluto da-
razione, abuso di droga e hanno sciuti e di madri solo colpevoli di re un significato “penitenziale” alla
un’aspettativa di vita molto più bas- aver trasmesso la fede cristiana ai visita della Croce. “Questo è un mo-
sa del resto degli australiani.
propri figli. Sarà dunque un’immer- mento per pregare per la giustizia,
sione nella realtà più profonda e do- l’eguaglianza e la pace in tutto il
AIUTI AI MENO
FORTUNATI…
lorosa dell’Asia per i giovani del paese. E anche per riconoscere che,
vecchio continente, che non arrive- in altri tempi della nostra storia, la
13
ranno con le valigie di cartone dei croce non è stata portata con fedeltà
L’impossibile è stato fatto per as-
sicurare a Sydney la massima parte-
cipazione di giovani dei paesi poveri
del Sud-Est asiatico e del Pacifico.
Gli organizzatori hanno chiesto ai
partecipanti del “primo mondo” un
contributo di solidarietà a loro favo-
re. Così gli sguardi dei giovani dei
loro nonni e non dovranno, come lo-
ro, affrontare una lunga traversata
via mare in mezzo ai pericoli del-
l’oceano. Ma il viaggio avrà egual-
mente il sapore di un’avventura uni-
ca verso una terra multiculturale e
ricca, che non è più una remota e
marginale appendice dell’ex impero
britannico ma gioca un ruolo strate-
da chi professava di seguire Cristo”.
Un preciso riferimento alle colpe
della società australiana nei confron-
ti degli aborigeni. “Il maltrattamento
sistematico di molti di loro per molte
generazioni – ha sottolineato Pell su
un quotidiano – è stato perpetrato da
una piccola minoranza, ma è stato
tollerato e permesso da un’opinione
gico per il dialogo e la pace nella vi- di maggioranza che, per generazio-
tale regione del Pacifico. La grande ni, ha manifestato indifferenza, se
Croce di legno, dono di Giovanni non ostilità o pregiudizio”. Signifi-
Paolo II ai giovani, ha completato cativamente, proprio nei giorni della
ormai le 400 tappe del suo cammino visita della Croce in Parlamento, il
attraverso il Nuovissimo Mondo. governo federale ha fatto finalmente
Nel suo lungo pellegrinare, la Croce pubblica ammenda per le politiche
ha vissuto un momento storico a discriminatorie del passato. L’atto
metà febbraio, quando, portata a senza precedenti nella storia del-
spalle da un gruppo di giovani, è en- l’Australia era già da tempo stato
trata all’interno del Parlamento au- preceduto dal “mea culpa” della
straliano, nel cuore politico della ca- Chiesa cattolica. Nel novembre del
pitale federale, Canberra. Ad acco- 2001, anche Giovanni Paolo II ave-
gliere la Croce, accompagnata dal- va chiesto perdono agli aborigeni
l’icona di Maria, in quel luogo sim- per le “vergognose ingiustizie” subi-
bolo, i massimi esponenti politici del te, in modo particolare da decine di
migliaia di bambini – la cosiddetta
“generazione rubata” – strappati ai
Il grande raduno di Loreto è stato
visto come una preparazione
alla GMG di Sidney. Allora più di
500 mila giovani s’incontrarono
genitori per essere affidati a famiglie
bianche, dove non pochi subirono
abusi.
con Benedetto XVI.
(Continua)
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

2.4 Page 14

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ANNIVERSARI
QUATTRO SECOLI di Gianni Ghiglione
SENZA INVECCHIARE
14
San Francesco
di Sales (21/08/1567 -
28/12/1622) e
“La filotea”: edizione.
La “Filotea”, il fortunato
libro di san Francesco
di Sales, compie
quattrocento anni e...
sta bene!
PRIMA
PUBBLICAZIONE
Il santo si dimostra
un vero maestro nel
mixare espressioni del
gergo evangelico con
un fraseggio tipicamen-
te giornalistico e un
contenuto profondamen-
te spirituale, a volte ad-
dirittura quasi mistico...
Trovo, scrive in una let-
tera alla Chantal, riferen-
dosi a Mme Charmoisy,
nella mia rete un pesce che desidero e
aspetto da 4 anni; bisogna che dica la
verità: ne sono molto felice”.
È proprio questa nobildonna a ri-
cordare quanto le scrisse Francesco
in occasione del suo ritorno a Corte:
Dio non vi lascerà mancare nulla, e
dovesse anche far tornare indietro il
sole o la luna, non vi lascerà manca-
re il tempo per attendere alle vostre
pratiche di pietà. Poi [Francesco] si
decise a darmi dei consigli per iscrit-
to... e io li passai a un padre gesuita
che li trovò talmente eccellenti e utili
che sollecitò il servo di Dio a farli
stampare: di qui nacque l’IVD...”.
Così nell’agosto 1608 Francesco affi-
dò il libro a Pierre Rigaud per la pub-
blicazione. Un successo! Lo smercio
fu tanto rapido che dovette pensare
subito a una seconda edizione con
aggiunte e precisazioni. Scrive alla
Chantal “Portatemi tutte le lettere e
gli appunti che vi ho inviato, se li
avete ancora”. Poi ecco la terza “alla
quale dedicherò una cura del tutto
Tutte le situazioni e le circostan-
ze in cui si svolse la vita del
grande vescovo di Ginevra
possono essere considerate co-
me causa immediata dell’IVD (In-
troduzione alla Vita Devota o Filo-
tea). Nel suo girovagare, predican-
do da buon pastore d’anime, Fran-
cesco di Sales avvertì la mancanza
di un testo che riassumesse in forma
concisa e pratica i principi della vita
interiore e ne facilitasse l’applica-
zione a tutte le classi sociali. Ci
pensò su e ragionò che un testo del
genere avrebbe potuto scriverlo pro-
prio lui che già molto aveva raccol-
to, tenendo una fitta corrispondenza
per direzione spirituale con non po-
chi personaggi come Mme de Chan-
tal, Mme Brulart, Mme de Villers,
Mme de Charmoisy...
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS
Panorama di Annecy con il magnifico lago.

2.5 Page 15

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Il castello di Thorens, acquistato dal papà di san Francesco,
tutt’oggi appartenente alla famiglia.
Sales, 15 km a nord di Annecy:
la chiesetta sorta sul luogo dove
san Francesco è nato.
speciale”, promise alla de Chantal. E nando di Clairvaux, s. Francesco ogni cristiano. La grande arte del
anche in questa edizione aggiunse, d’Assisi, s. Caterina da Siena, s. Lui- vescovo di Ginevra consiste nel-
arricchì, corresse, eliminò errori...
gi di Francia, s. Elisabetta d’Unghe- l’unire in modo perfetto la vita di
ria, b. Angela da Foligno, s. Ignazio Marta a quella di Maria, ciò che fa-
CHE COS’È L’IVD?
di Loiola, s. Teresa d’Avila, s. Carlo rà a suo tempo lo stesso Don Bosco
Borromeo... E perfino autori profani che volle dare alla sua congregazio-
Monsignore, il libro che state come Aristotele, Plinio, Varrone...
ne di “monaci delle cose” il nome di
pubblicando mi ha rapito, estasiato,
salesiani, come se fossero seguaci
riscaldato totalmente che non ho più L’IDEA DOMINANTE
di san Francesco di Sales.
né lingua né penna per esprimervi
l’affetto che ho per voi”. Chi scrive è Ce l’aveva in testa da sempre, LA RICCHEZZA DEI FATTI
15
l’arcivescovo di Vienna. A sua volta Francesco, l’idea evangelica del
la de Chantal ne parla come di “un li- “pregare senza mai stancarsi” poi- Occorre, nella vita, essere ricchi di
bro dettato dallo Spirito Santo”, e ché la preghiera è l’alfa e l’omega fatti o ricchi nei fatti. Insomma, è ur-
san Vincenzo de’ Paoli lo prescrive della vita cristiana, fa nacere tutte le gente puntare alla perfezione, non so-
come lettura quotidiana. Perché tanti virtù e le conserva. “Durante il lo per i religiosi. La perfezione è
elogi e tanta fortuna per un testo spi- giorno mantieniti alla presenza di compatibile con ogni sorta di voca-
rituale? Per la prima volta un diretto- Dio... scoprirai che Dio tiene sem- zione e professione. Questa osserva-
re di spirito scende al pratico, va a pre gli occhi rivolti verso di te”, così zione rientra nel grande principio su
scovare virtù dimenticate: la dolcezza scrive alla destinataria del volume, cui si basa tutta la dottrina del Santo:
che bisogna avere verso se stessi; che egli chiama Filotea. E c’è una Dio guarda il cuore. Non è perciò ve-
l’umiltà che ci fa amare la nostra po- sottolineatura importante che ri- ro che una vita pia (devota) sia ap-
chezza; la cura senza agitazione che guarda le piccole debolezze cui pannaggio di coloro che scelgono il
occorre avere nel trattare gli affari; la giornalmente ognuno è soggetto, chiostro, perché anche nel mondo è
pulizia degli abiti, i passatempi, le quelle che la teologia chiama pecca- possibile praticare le virtù e tutte le
amicizie... Una rivelazione luminosa ti veniali: “Non è nulla commetterli, virtù, anche nel mondo si può volare
e inattesa sul modo di raggiungere un a meno che non dimorino nell’ani- alto, anche nel mondo è possibile
alto grado di devozione dentro tutte ma per via dell’affezione”. Insom- esercitare, come se si fosse in con-
le esigenze sociali.
ma affezionarsi, attaccare il cuore vento, la carità, l’umiltà, la pazienza,
Francesco attinge con abbondanza alle frivolezze, ai capricci, all’in- la dolcezza... Francesco sapeva bene
all’Antico e al Nuovo Testamento i coerenza è come autocondannarsi. di aver scritto per tutti. Da grande dif-
cui personaggi sono chiamati di volta Bisogna che in mezzo agli affari, al- fusore della parola, si sforzò di rende-
in volta a testimoniare in favore della le occupazioni esteriori che possono re il suo scritto chiaro, attraente, per-
virtù che propone e a raccomandarla portare a innamorarsi delle cose del suasivo. Grazie a lui, le virtù cristiane
sia con l’esempio sia con la parola. mondo, l’occhio dell’anima sia co- penetrarono potentemente nei cenobi,
Ma il vescovo di Ginevra scomodò stantemente fisso su Dio; che le ri- nei monasteri, nei conventi, ma anche
anche i grandi testimoni dei primi se- creazioni ordinarie non disturbino la nelle case della gente semplice, nei
coli: Ambrogio di Milano, Gerolamo solitudine mentale, la capacità di ri- tuguri dei poveri. Sia, infine, nei pa-
di Stridone, Agostino di Ippona per la manere vigili, di continuare a nutri- lazzi dei ricchi, nei castelli, nei muni-
Chiesa d’Occidente; Basilio di Cesa- re l’anima, il cui cibo è Dio stesso. cipi, nelle corti. Egli seppe presentare
rea, Crisostomo di Antiochia, Grego- Insomma Dio non può essere allon- la vita cristiana nel modo più attraen-
rio Nazianzeno per quella d’Oriente. tanato dalla vita pratica quotidiana te, tanto da farne innamorare sia i
E ancora s. Anselmo di Aosta, s. Ber- del devoto, cioè del cristiano e di suoi contemporanei sia i posteri. ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

2.6 Page 16

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BOX
redazionale
PESSANO
colano per carpire
CON BORNAGO (MI),
il segreto di quelle
ITALIA
macchie, di quelle
bruciature, di quei
LA SACRA SINDONE
lineamenti che con
LA STORIA
tanta insistenza e
Un documentario di France-
sca Saracino
Edizioni Mimep-docete 2007
forza rimandano
alla più misteriosa
esecuzione mai av-
venuta. Per alcuni
>> Per la prima volta la sto-
ria della Sindone viene presen-
tata con una “docufiction”, che
vuole rispondere alla domanda
di sempre e di tutti: “Qual è la
vera storia del telo che per
molti rappresenta la sacra effi-
gie di Gesù appena morto in
croce? Questo film-documen-
vero e proprio,
della durata di
segnano la sconfitta
definitiva di un vi-
sionario; per moltis-
simi altri si tratta, al
contrario, di una cla-
morosa vittoria sulla
morte, attorno alla
quale ruota la fede di
oltre due miliardi di fedeli.
tario, che la giovane regista ha
40 minuti, l’al- >> È allegato al cofanetto
curato nei minimi particolari e
tro invece presenta un’in- un libro (13,5 ϫ 19) dal tito-
con assoluta competenza, cer- epopea cavalleresca, dove si è tervista inedita fatta alla sin- lo: “La Santa Sindone e la
ca di seguire le tracce di questo costretti nell’analisi critica donologa, professoressa Ema- scienza medica”, del dott.
enigmatico Sudario, dalla sua delle fonti a discernere tra il nuela Marinelli: “La Sacra Giuseppe Toscano, 112 pagi-
preistoria orientale, alla suppo- vero e il falso, tra il probabile Sindone la Scienza”, della du- ne, Ed. Mimep-docete 2007.
sta presenza a Costantinopoli e il verosimile, in un intreccio rata di 20 minuti. Un’ora di
all’epoca della quarta Crociata, di pellegrini oranti, documen- tempo, dunque, per meravi- Per saperne di più: MIMEP-
fino alla ricomparsa, documen- ti canonici, discendenti di gliarsi e gustare le vicende, DOCETE, Via Papa Giovanni
16 tata, in Europa.
crociati, preti, dame, cavalieri anzi le peripezie del lenzuolo XXIII, 2 – 20060 PESSANO
templari, e atti processuali, e funerario più famoso del CON BORNAGO (MI).
>> Si tratta di una ricerca altro ancora.
mondo che da sempre ha fatto Tel. 02-95741935
che a tratti assume i sapori
discutere e continua ancora, Fax 02-95744647
del giallo internazionale, e >> Il cofanetto contiene due attirando folle di fedeli, ma e-mail: info@mimep.it
spesso evoca atmosfere da dvd, uno è il documentario anche di scienziati che bran- web: www.mimep.it
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO.
Sempre più numerose le
prese di posizione sulla
tutela dell’ambiente che
vengono dal Vaticano.
L’ultima risale a poco più
di due mesi fa quando, in
occasione della festa bud-
dista di Versakh, il cardi-
nal Jean-Louis Tauran, a
nome del Papa, esorta
buddisti e cattolici a im-
pegnarsi di più per l’am-
biente.
CITTÀ DEL VATICANO.
Evento in Vaticano. Il 7
maggio ultimo scorso,
nell’aula Paolo VI l’orche-
stra filarmonica cinese e il
coro della Shanghai Opera
House hanno offerto a pa-
pa Benedetto XVI il Re-
quiem di Wolfgang Ama-
deus Mozart.
LOURDES. Circa 10 mila
ragazzi/e della provincia
di Parigi, tra i 15 e i 17 an-
ni, si sono ritrovati a Lour-
des dal 22 al 27 aprile per
il 150° anniversario delle
apparizioni mariane. Essi
hanno ricevuto un mes-
saggio di Benedetto XVI
che li incoraggiava a cele-
brare con entusiasmo la
gioia di credere, amare e
sperare in Cristo.
CITTÀ DEL VATICANO.
Dopo il vistoso successo
della visita negli USA, il
Papa visiterà il prossimo
settembre (dal 12 al 15) la
laica Francia per celebra-
re i 150 anni delle appari-
zioni di Lourdes. Incon-
trerà i governanti, i gio-
vani, i sacerdoti e visiterà
i luoghi più significativi
della cultura e della reli-
gione.
ROMA. Chiesa e comuni-
cazione è un tema da ap-
profondire. Il prof. Daniel
Arasa ha condotto una ri-
cerca su “Comunicazione
della Chiesa attraverso i
siti web diocesani”, con-
centrandosi su 9 grandi
diocesi del mondo. Ma i si-
ti web diocesani e/o par-
rocchiali sono ormai mi-
gliaia... A quando una ri-
cerca su questa realtà tan-
to numerosa quanto di-
menticata?
LONDRA. Il bullismo è
emergenza mondiale: an-
che nella scuola salesiana
di Londra si è verificato
un episodio di violenza,
quando sei ragazzi scono-
sciuti, entrati nel cortile,
hanno liberato un bull ter-
rier. Un allievo ha prote-
stato, ma uno della gang,
un sedicenne, gli ha sfer-
rato una pugnalata. Il gio-
vane è fuori pericolo e la
banda di bulli è stata fer-
mata dalla polizia, ma
l’emergenza educativa re-
sta e interpella educatori e
politici.
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
MOGLIANO VENETO,
ITALIA
Bella iniziativa all’Astori
(la scuola salesiana di
Mogliano Veneto), dove
si è tenuto il 18° corso
seminariale su “Cultura e
cinema africano per un
dialogo tra popoli diversi”.
Ha condotto la prof. Fran-
cesca d’Iseppe, exallieva,
con interventi di volontari
e di africani. Capire l’Afri-
ca al di là di schemi pre-
concetti e diffusi dai me-
dia è di vitale importan-
za: l’Africa costituisce un
problema serio a molti li-
velli e la colpa non è de-
gli africani!
TETERE,
ISOLE SOLOMON
Sono un centinaio i pikini-
ni (bambini nati da quan-
do è stato aperto l’ospe-
dale, 28 gennaio 2008) a
Tetere. Vengono ormai da
tutti i villaggi. Le mamme
in attesa trovano qui un
ambiente attrezzato, puli-
to, confortevole e un per-
sonale motivato. L’arrivo di
tre suore Figlie della Pietà
è stata una benedizione.
Suor Irene, suor Dali e
suor Imelda hanno porta-
to il sorriso nelle stanze
dell’ospedale e la loro
professionalità è apprez-
zata dalla gente.
17
SALERNO, ITALIA
Soci e dirigenti dell’Inter
Club “Marcello Parisi” di
Salerno, fedeli allo slo-
gan “Il pallone in testa
ma non la testa nel pallo-
ne”, hanno deciso che i
proventi della festa di
quest’anno 2008 vadano
al VIS (Volontariato Inter-
nazionale Salesiano). E
così è stato fatto. Hanno
animato la festa, tra gli
altri, il chitarrista Silvio
Coppola e il giovane sa-
lesiano Giampaolo Nica-
stro che svolge il suo ti-
rocinio a Salerno.
PALMA DI MAIORCA,
SPAGNA
In Cina, ai giochi olimpici,
parteciperà come atleta
anche Merche Peris,
exallieva dell’Istituto Sa-
lesiano “San Juan Bosco”
di Valencia. Il 5 aprile
scorso la Merche ha con-
quistato la medaglia nelle
eliminatorie di nuoto dei
100 metri dorso, stabilen-
do il nuovo record spa-
gnolo in questa speciali-
tà, e assicurandosi con
tale impresa la partecipa-
zione ai giochi olimpici di
Pechino.
GRAVINA, ITALIA
Lo scorso aprile al solen-
ne e mesto funerale dei
fratellini Ciccio e Tore,
morti per una fatale di-
sgrazia nel giugno 2006,
le uniche emittenti am-
messe a seguire la ceri-
monia esequiale sono
state Telepace e Missioni
Don Bosco che hanno of-
ferto il collegamento via
satellite, permettendo a
tutte le altre di collegarsi.
Missioni Don Bosco ha
prodotto gratuitamente la
diretta per contrastare
ogni interesse di vendita
di eventuali diritti per altre
emittenti.
SAN GIOVANNI DELLA
PIGNA, ROMA
Il cardinale salesiano
monsignor Raffaele Farina
il giorno 5 aprile u.s. si è
recato a san Giovanni del-
la Pigna, sua sede titolare,
per la cerimonia della “pre-
sa di possesso”. Le sedi ti-
tolari sono chiese partico-
larmente illustri o sedi che
un tempo erano “residen-
ziali” ed ora per varie ra-
gioni non lo sono più. Allo
scopo di continuare la suc-
cessione si affidano come
titolo ai cardinali... Oggi si
direbbe che è una sede
virtuale, con il titolo e
l’onore senza l’ufficio.
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

2.8 Page 18

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VIAGGI
I DESTINI
DI UNA FAMIGLIA
I CURÁ a cura di Giancarlo Manieri
Prima di affrontare
e che comunica a colui che la pos-
siede l’attributo di capo. Bisogna,
direttamente la storia
di Ceferino è utile
infatti, riconoscere che Calfucurá
aveva doti eccezionali sia per go-
vernare il suo popolo in tempo di
un’ultima indagine
sulla sua tribù/famiglia.
Ho chiesto aiuto allo
pace sia per comandarlo in tempo
di guerra. Con il suo formidabile
ascendente riesce a riunire le nume-
rose tribù che compongono il popo-
Il capostipite dei mapuche
Juan Calfucurá (pietra azzurra).
storico salesiano
18 argentino Ricardo
lo mapuche per formare una poten-
te confederazione, mettendo d’ac-
cordo i vari cacique (fra questi si
taglia di san Carlos, a sud di Bue-
nos Aires, segna l’inizio del declino
dell’impero mapuche: Calfucurá
Noceti, che mi ha inviato possono contare uomini di notevo- subisce una pesante sconfitta dal-
la sua indagine.
le valore come Pincén, Mayquin, l’esercito argentino, grazie soprat-
Quillapán Calcucoy, Marihual e al- tutto all’aiuto del cacique Catriel
tri). Dopo la caduta del presidente che tradisce il suo popolo. È inte-
Rosas, Calfucurá si considera sciol- ressante notare che Calfucurá per
to dal patto che aveva firmato con un lungo periodo mantenne relazio-
lui, oltretutto inizia da parte del go- ni di amicizia con il governo, e uno
Il capostipite fu Calfucurá (Cal-
fú/pietra, Curá/azzurra) dei ma-
puche cileni (per essere pre-
cisi, dei pehuenches, un ra-
verno argentino una politica più ag-
gressiva verso gli indigeni. La bat-
dei suoi figli, Juan Pastor, studiò a
Buenos Aires. Costui può essere
considerato il primo ascendente di
Ceferino che venne a contatto con
mo dei mapuche). Calfú, dun-
la cultura huinca/bianca.
que, è il primo dei Curá di cui
si hanno notizie precise. Nac-
que ai piedi del vulcano Llaima
L’ASCESA DI NAMUNCURÁ
(in Cile) da dove, nel 1831, pas-
sa in Argentina. Nel 1833 firma
un patto con Don Juan Manuel
de Rosas: s’impegna a mantene-
re la pace con il governo di Bue-
nos Aires, a condizione che a sua
volta il governo rispetti i confini
del territorio abitato dagli indige-
ni, da Choele Choel a Est lungo
una linea retta immaginaria che
scende fino a Salinas Grandes, un
territorio sufficientemente ricco di
acque e pascoli per il sostentamen-
Quando muore Calfucurá, il 14
giugno 1873 a Chilihué, la succes-
sione diventa un tema difficile e ri-
schioso. Si riuniscono ben 224 caci-
que per procedere all’elezione. Do-
po interminabili discussioni e lun-
ghe e complesse negoziazioni, ci si
mette d’accordo su un triunvirato,
formato dai capi tribù Bernardo, Al-
varito e Manuel Namuncurá (Na-
mún/piede Curá/pietra). Costui ap-
pare subito come la persona più do-
tata per il comando e il governo e
to della tribù. Calfucurá basa il suo
potere sulla leggenda della Pietra
Azzurra, che lui dice di possedere
Il cacique traditore Juan José
Catriel.
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

2.9 Page 19

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L A RESA DI NAMUNCURÁ
Il governo nazionale – come già ac-
cennammo – firmò la pace con il gran
cacique Namuncurá, incorporandolo
all’esercito con il grado di colonnello e
offrendogli un vitalizio. Il capo mapu-
che, così, passò comodamente dalla
parte dei vincitori. Gli storici si doman-
darono se fu un tradimento, o se lo fe-
ce costretto dalla miseria. Manuel era
un uomo lucido e responsabile; se ac-
cettò di vestire l’uniforme militare non
fu per interesse personale, si era reso
conto che stavano iniziando tempi
nuovi per il Paese, perciò non poteva
chiudersi nei suoi rancori. Preferì una
via che si rivelò la migliore che potes-
se scegliere: lottare per il popolo e
proteggerlo con la pace, il lavoro,
l’istruzione e magari anche con le nuo-
ve armi. A questo scopo, egli faceva
continue relazioni all’autorità, e invita-
va i figli e i nipoti a studiare per farsi
una posizio-
ne. Manuel
non è un bar-
baro asseta-
to di vendet-
ta, egli è al
contrario un
politico luci-
do e lungi-
mirante che
vede chiara-
mente che il
Il gran cacique
Manuel
Namuncurá,
padre
di Ceferino.
suo popolo, senza rinunciare alla
sua identità e alla sua cultura, non
può rimanere estraneo alle grandi
trasformazioni della società. Sa che
occorre guardare alla realtà con oc-
chi nuovi. E queste preoccupazioni
egli trasmette ai suoi figli, special-
mente a Ceferino.
Ricardo Noceti
L’attuale cacique Celestino
con la moglie, uno dei figli
e don Mateos Antonio, salesiano.
finisce presto per imporsi agli altri ni 5 leghe di terra nelle vicinanze LE NUOVE GENERAZIONI
due, essendo accettato e rispettato del fortino di Chimpay, mentre al
da tutti. Il nuovo capotribù ottiene gran cacique viene offerto il titolo Dopo Namuncurá si succedono di-
di mantenere il controllo della con-
federazione e dirige vittoriosamente
di coronel/colonnello dell’esercito
argentino. Proprio a Chimpay nasce
versi lonco fino a oggi. Il primo suc-
cessore sarà Julian Namuncurá che
19
diverse incursioni di notevole im-
portanza nelle terre dei bianchi. Ma
quando inizia la campagna per la
conquista del deserto, la sua sorte è
segnata: è impensabile, infatti, per
un popolo armato di lance e bolea-
dora resistere all’avanzata di un
Ceferino nel 1886, qui cresce viven-
do come un qualunque mapuche.
Viene battezzato da don Milanesio
nel 1888. A Chimpay rimane fino al
1900, quando, attraverso un sotter-
fugio legale, tolgono alla tribù quel-
muore nel 1916. Seguono quindi An-
nibal, Marcellino, Andrés, Benigno e
finalmente il lonco attuale Celestino.
I Namuncurá hanno sempre dimo-
strato di essere una stirpe con eccellenti
attitudini e capacità, sia quelli che han-
no potuto studiare sia anche quelli che
esercito armato di fucili. Così Na- la terra, sostituendola con un’altra non sono riusciti a frequentare le
muncurá fugge da Salinas Grandes più vasta ma più impervia nella pro- scuole, si sono fatti notare in diversi uf-
rifugiandosi dapprima nelle colline vincia del Neuquén a san Ignacio, fici e/o funzioni per la loro intelligen-
del Lhuel Calel e dopo nella dove ancora oggi risiede la tribù za e le grandi capacità manageriali. Di-
pre/cordigliera del Neuquén. Nel Namuncurá. Lì morirà il padre di versi di loro hanno dimostrato forti at-
1883 decide di arrendersi e invia Ceferino che sarà poi sepolto a Ju- titudini per la musica. Fermina Na-
una commissione di indigeni a trat- nin de los Andes.
muncurá, nipote di Ceferino, fu una ap-
tare le condizioni nel forte Roca, ma
prezzata Figlia di Maria Ausiliatrice.
il Gral Villegas, responsabile della
Teresa Namuncurá è stata riconosciu-
guarnigione, li tratta in modo sprez-
ta come una donna di grande sapien-
zante e non offre garanzie di nessun
za; invitata a tenere una conferenza du-
genere. Proprio in quei giorni si tro-
rante il congresso nazionale ceferiniano
vava nella regione il salesiano don
a Buenos Aires, lasciò sorpresi e am-
Domenico Milanesio, molto apprez-
mirati tutti quelli che l’ascoltarono. Al-
zato dagli indigeni. I mapuche si ri-
tri sono diventati brillanti professionisti
volgono a lui perché intervenga
e operai. Attualmente Giovanni Na-
presso il generale, il quale final-
muncurá è un musico di riconosciuta
mente garantisce che, se i ribelli si
arrenderanno, sarà risparmiata loro
la vita, capi compresi. L’anno se-
guente il gran cacique scende dalla
cordigliera e si arrende nel forte Ro-
ca, firmando un trattato di pace che,
oltre alle condizioni di resa, prevede
fama (ha composto la colonna sonora
in diversi film). Recentemente è stato
nominato promotore delle musiche
dei popoli indigeni in Argentina. La
stirpe dei Curá, dunque, lungi dal-
l’esaurirsi, continua a offrire talenti al
suo popolo e all’Argentina.
che vengano consegnate agli indige-
Lo storico salesiano Ricardo Noceti.
Ricardo Noceti
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

2.10 Page 20

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EVENTI
NESSUNO
LO SAPEVA
di Rino Pistellato
Oltre al vescovo
>> La consacrazione avvenne a Ca-
stelgandolfo, presso il monastero stu-
salesiano emerito
e benemerito quasi
dita nel più assoluto segreto. I tre or-
dinati non potevano esercitare il mi-
nistero se non quando fossero giunti
novantenne monsignor
Andrea Sapelak,
in patria. La morte improvvisa e do-
lorosa di don Czmil, avvenuta il 22
gennaio 1978, fece sorgere il sospetto
i salesiani ucraini hanno
che fosse stato ordinato vescovo. In-
fatti, approntata la camera mortuaria,
avuto un vescovo
la salma era stata rivestita dei para-
clandestino di cui
menti sacerdotali e della mitra di ar-
chimandrita, titolo di cui era stato in-
20 nessuno sapeva nulla,
il suo nome non è mai
signito ancora prima di essere consa-
crato vescovo. Ma quando il cardinale
Slipij arrivò per celebrare la liturgia,
comparso in alcun
annuario né pontificio
ordinò che fosse sepolto con tutte le
insegne episcopali. I presenti si chie-
sero: “Come mai? È solo mitrato!”
né salesiano…
Fu Giovanni Paolo II che lo accolse
nel collegio episcopale e riconobbe la
validità della consacrazione degli or-
vedere alle necessità della chiesa, il dinati (1996). Ma il nostro Czmil era
Un vescovo sconosciuto è no-
tizia inedita ma ciò che sor-
prende maggiormente è il
fatto che questo vescovo sia
2 aprile 1977 consacrò, segretamen-
te e senza mandato papale, tre nuovi
vescovi con l’intento di inviarli in
patria. Affinché la cosa riuscisse,
era necessario che nessuno fosse a
già morto, vescovo incognito. Nota a
tutti fu invece la sua santità, al punto
che ora si intende aprire la causa che
lo porti agli onori degli altari. “ I santi
hanno il genio dell’amore”, diceva
candidato agli onori degli altari. Si conoscenza dell’evento e non trape- Bernanos. È questa la virtù che una-
tratta di don Stefan Czmil, che ora, lasse nemmeno in Vaticano. I tre sa- nimemente gli riconoscono quanti lo
con ragione, possiamo fregiare del cerdoti scelti erano: Husar Liubo- hanno avvicinato e vissuto insieme.
titolo d’onore: monsignore! È lui mir, archimandrita del monastero
che ha guidato il primo gruppo dei studita presso Albano. Egli è l’at- >> Ci auguriamo che venga scritto
giovani ucraini che nel 1932 andò a tuale cardinale, arcivescovo mag- un suo profilo soprattutto per far co-
Ivrea e fu anche il primo salesiano giore, che corrisponde a titolo di pa- noscere i tratti caratteristici di quel-
ucraino di rito orientale. Don Stefan triarca della chiesa greco-cattolica e l’amore che l’ha reso santo. È suffi-
è al centro di una vicenda eccezio- risiede a Kiev. Joan Homa, segreta- ciente ai nostri lettori aver rivelato,
nale. Ecco i fatti.
rio del cardinal Slipij. Divenne in per ora, questa storia inedita, susci-
seguito procuratore della Chiesa tando il desiderio di saperne di più. I
>> Occorre risalire a quel grande ucraina in Vaticano. È morto nel salesiani ucraini e non solo loro si au-
martire della Chiesa ucraina che fu 2006. Infine il nostro salesiano Ste- gurano di avere presto il “Loro” san-
il cardinale Josef Slipij, metropolita fan Czmil, allora collaboratore e to protettore: l’aiuto del cielo è più
di Leopoli. La sua liberazione, dopo uomo di fiducia di Slipij, direttore che mai urgente per quella nazione
18 anni di prigionia nei gulak sovie- della comunità salesiana e rettore stretta tra l’influenza russa e quella
tici, lo condannava in pari tempo a del Ponteficio seminario minore della UE. Il cardinale Slipij disse di
lasciare la patria e a prendere la via ucraino di san Josafat in via Boccea lui: “Fu uomo dal carattere cristalli-
dell’esilio perpetuo. Egli, per prov- a Roma.
no e raro padre in Cristo”.
ٗ
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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IMMIGRATA
È BELLO! di Marie Louise
Niwemukobwa
Marie Louise nasce
a Karama nel Sud
Rwanda. A 14 anni si
trasferisce nella capitale
Kigali per le secondarie,
dove conobbe i salesiani
(andava a messa ogni
ra. Ero una che pregava tanto per mucchio di bene, all’Italia continuo
non arrivare a distrarmi davanti a a dire: Io sono da te ed è da te che
sera, alle 18,00 a
Kimihurura nel collegio
tante cose seducenti che l’Italia mo- prendo l’aria che respiro.
dernizzata mi avrebbe presentato.
21
Insomma, una brava persona.
>> Come madre non smetto di pre-
Ifak). Nel 1990 approda
in Italia, dove ora vive.
gare per il bene dei miei figli, ovun-
>> Oggi chi sono? Oggi sono una que sono e ovunque saranno. Non
donna con 3 figli di 17, 15 e 13 an- faccio niente di strano che gli altri
Ecco quanto ci scrive,
ni. Con un passato pieno di ricordi esseri umani, compreso gli Italiani,
belli e meno belli. Qualcuno che non fanno per mantenersi in vita.
così come lo ha scritto. non conosce la storia del Rwanda Ormai sono convinta che il bene e il
mi direbbe: cosa c’è di strano nel male convivono e spesso si scontra-
tuo passato, tutti noi abbiamo il no e che il bene vince sempre sul
passato dipinto così. Io gli rispon- male. Sapendo questa virtù, convivo
Mi chiamo Marie Louise
Niwemukobwa e sono
di origine rwandese, vi-
vo a Mestre/Venezia.
Sono in Italia dagli anni Novanta
per motivi di studio e dopo, per i
motivi di insicurezza nel mio Paese,
derei: con un genocidio dietro? Lui
mi risponderebbe: con due guerre
mondiali più sanguinose di tutti i
tempi. E io gli direbbe: per fortuna
voi oggi siete tra i più ricchi del
mondo? E se ci ragionasse tanto
sulle mie parole mi direbbe: Quale
la vera ricchezza? Ed io con un sor-
bene con me stessa. Nonostante
questa tranquillità interiore, riman-
go nei ricordi, nella nostalgia con la
voglia di scappare ogni tanto che la
viuzza si ristringe, ma non so come,
un giorno dopo ritorna spaziosa e
meravigliosa. Cosa dire? Basta la-
sciarmi andare e continuare a crede-
Rwanda, decisi di prendere l’Italia riso ripeterei: Quale la vera ricchez- re che domani sarà più bella di oggi.
come la mia dimora e pian piano za? Trovo che il mio tracciato non Cari lettori più scrivo più mi ven-
entrai a fare parte della società atti- sia così drammatico. Sono riuscita a gono altre da dire, ma non so in fine
va italiana. Questo cammino non fa- trovare una piccola viuzza, dopo dove voglio arrivare, so solo che la
ceva parte dei miei sogni. Avrei vo- giorno dopo giorno poso i miei pie- vita ci riserva delle sorprese e che
luto laurearmi e tornare subito nel di per fare un passo dopo l’altro. Ho davanti a riconoscere quale pacchet-
mio paese a fare la bella carriera da accettato il mio presente e ho perdo- to aprire per prima, siamo invasi dai
economista. Pensavo a tante cose, nato il mio passato. Il futuro è que- dubbi e confusione. Tutto, per dire
mi vedevo donna in gamba con tanti sto presente che ogni giorno che che ogni pacchetto è unico. Per ren-
progetti di sviluppo per il mio pae- passa diventa il mio passato. Conti- dere meno pesante la scelta ho solo
se. Non era male umanamente il nuo a fare un passo dopo l’altro e imparato a sorridere e sono arrivata
mio programma, ero sicura ch’era alla fine mi rendo conto che non è ad aprire per prima il pacchetto che
quello che voleva Dio un giorno che così difficile essere quella che sono. contiene il mio cuore. Vi riabbrac-
mi desse una missione su questa ter- Al mio paese Rwanda gli voglio un cio e arrivederci.
ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

3.2 Page 22

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LAIEGTTEIORAVANI apLerpotavtoretcraiaret“omdraoialdlaaeriraegtaioaltvmaàendni.e.t.ief”atti
Sono
incasinato
Elogio del corpo
Carissimo
passano attraverso la corporeità
Il tuo è uno sfogo, un corto circuito di parole,
Quando ama non si scrolla di dosso l’anima.
parolacce, insulti e litigi.
Non ha sentimenti contro tutto quello che noi
Ti sei sentito apostrofare come effeminato, gay, diciamo spirito. Anzi il corpo fa parlare l’anima.
diverso.
Non è una prigione come l’antichità greca vuol
Chi più ne ha più ne metta.
farci credere.
Ma non puoi prendertela con il tuo corpo,
Il corpo è rivelazione: ti fa sentire e vedere Dio.
incattivirti contro fino a demonizzarlo. Non puoi Dio dà sue notizie con il corpo di Gesù.
confiscare il tuo corpo, nasconderti, togliere il Il corpo non è un affare come vorrebbe farti
22
disturbo. Se ti senti “incasinato” avverti anche
la necessità di mettere ordine. Facciamolo
credere la pubblicità, o una merce di scambio
come vorrebbe la pornografia.
insieme.
Il corpo è invocazione, domanda, parola. Anzi
Scelgo la strada dei dieci non per farti capire che viene prima della parola e dopo la domanda.
la corporeità è dono, compito, è vita.
“Caro cardo”, il corpo è il cardine della salvezza.
Non sentire il tuo corpo come una cosa.
Tu non hai un corpo. Tu sei un corpo. Ti senti
vulnerabile e nello stesso tempo onnipotente.
Tuo
Carlo Terraneo
Non percepire il corpo come passivo, spettatore
incapace di dire la sua. Il corpo si esprime, ha il
suo linguaggio. Ha come alfabeto le mani, gli
occhi, il naso, le braccia, i piedi, le dita, la bocca.
Il corpo non dice bugie. Se sei timido lo vedo dalle
tue mani umidicce di freddo sudore. Se sei
iracondo lo percepisco dalle tue labbra sottili. Se
sei bugiardo lo vedo dai tuoi occhi irrequieti.
Il corpo non è una colpa. Non è il capro espiatorio
di quanto capita. È affettività, sensibilità. Sa
fare tutto:
guardare, toccare, sentire, gustare, ascoltare.
Non è l’inverno dell’anima.
È solare e splendente se guardi un bambino.
È lunare e melanconico se osservi il volto di una
donna.
Non è invisibile anche se il pudore tende a
nasconderlo.
Il rispetto lo copre per onorarne la misteriosità.
Non è un estraneo e non ti estranea.
Il tuo corpo è relazione. I tuoi sentimenti
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

3.3 Page 23

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IDLI TDEAOTNROBOSCO Nsciehmlilu’uasomovbieibttoauttdtteoinuitlni…“aTleleasttriimnoe”ntionvpeonvteartoo deaseDmopnliBcoe,scmoa, cdheeciosagmgiennotne chraeaanticvoora
UN GIOCO
LIBERATORIO
di Michele Novelli
La spinta popolare che ha dato tonalità a tutta la sua opera,
la scelta dei ceti sociali infimi come referenti della sua missione,
hanno indotto Don Bosco a essere conseguente
anche in campo teatrale.
23
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

3.4 Page 24

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3.5 Page 25

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piviali (manto lungo per funzioni
liturgiche). Quattro perché ci
voleva un manto anche per Erode.
Avutili facilmente, essendo andati
a nome di Don Bosco, li
nascosero con gelosa cura, e al
momento di entrare in scena,
eccoli trionfanti coi piviali sulle
spalle. Superfluo descrivere le risa
convulsive degli spettatori e la
ridicola figura di quei giovani, ai
quali Don Bosco faceva subito
deporre quelle sacre vesti” (MB IV,
p. 14). Queste limitazioni alla
ricercatezza non venivano
considerate un handicap dai
giovani attori, anzi...! Per limitare
una geniale risposta pedagogica davvero “essenziale” al Teatrino gli eccessi, Don Bosco scriveva
alle profonde esigenze di
di Don Bosco, il quale ha poi
all’art. 10 del Regolamento del
liberazione dei giovani. Che
stentato a riconoscere la sua idea Teatrino che il suo Capo fosse
“semplice” poi, non significasse primigenia in un teatro posteriore rigoroso nel provvedere vestiari
per Don Bosco “di serie B” è
che si era man mano paludato di decenti e di poco costo. Ancora
comprovato dalle numerosissime testi, strutture, atteggiamenti
preziosa è la
testimonianze di lode e di stima sempre più vicini a quel “teatro testimonianza di
mietute a piene mani dai giovani vero” (quello che correva negli Carlo Tomatis che
protagonisti di drammi e
ambienti chic) che Don Bosco
commedie, dalla presenza
aveva escluso in maniera
qualificata e plaudente di
categorica (vedi articolo di
25
spettatori altolocati. Durante la Martina Crivello in BS di aprile).
passeggiata autunnale del 1864,
il Vescovo di Genova, che per
assistere allo spettacolo dei
UN TEATRO POVERO
ragazzi di Don Bosco aveva
Nelle cronache dell’Oratorio non
dimenticato un appuntamento in si parla mai di scenografia
vescovado, si aggirava esultante ricercata o sofisticata. Quanto ai
tra i giovani ripetendo: “Dove sei costumi, numerosissime sono le
Gianduja, dove sei che ti voglio raccomandazioni di Don Bosco
vedere!”. Del resto il successo
a lasciare libero sfogo creativo
non poteva non arridere a quei ai ragazzi, invitandoli
geniali protagonisti di tante
a cavarsela
avventure teatrali: “I drammi, le in qualche modo.
cantate, le declamazioni di poesie Simpatico
piemontesi erano uno spettacolo l’episodio che
che non avrebbe figurato male in narra lo stesso
città, per la valentia degli attori Tomatis, a riguardo
Bongioanni, Gastini, Tomatis ed di tale sollecitazione al “far-da-sé”.
altri. Le persone colte ne
Si era nel 1850 e, ben sapendo
restavano più che soddisfatte, ma che Don Bosco non acconsentiva
per far andar in visibilio le masse a spese per i costumi, ne
meno educate ci voleva Tomatis. studiarono una delle loro:
Aveva un repertorio tutto suo di “Avendo gli attori preparato un
farsette mimiche, di smorfie, di dramma intitolato
gesti, movimenti, salti, frizzi, di ‘I tre Re Magi’, tennero tra di loro
una lepidezza impareggiabile. Ad una piccola segreta congiura,
esempio un giorno, declamando, e col pretesto di vespri solenni
richiede “una pronuncia chiara, che dicevano doversi cantare
un gesto disinvolto e deciso”.
all’Oratorio, si presentarono al
Questa prerogativa di teatro
Rifugio e in alcune parrocchie,
“popolare e semplice” era
chiedendo in prestito quattro
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

3.6 Page 26

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CREATIVITÀ COME
COMUNICAZIONE
a Capo del Teatrino fu per
lunghi decenni: “Disponeva
(Don Bosco) che le
rappresentazioni per
ordinario fossero semplici e non
spettacolose, e a quei tempi non
voleva saperne di vestiari in
costumi presi a nolo, perché troppo
costosi. I giovani, per conseguenza,
erano obbligati ad accomodarsi
come potevano” (MB III, p. 594).
Ecco ancora una anticipazione sui
tempi: quel “fai-da-te” quel
bricolage” oggi tanto in uso, trova
nell’intuizione teatrale di Don
Bosco una delle ragioni educative
prioritarie. Raccomandazione che
26 compete anche a noi, oggi, che
possiamo disporre di fondi, se non
di veri e propri investimenti
sponsorizzati, che ci risolvono i
problemi economici. Lo spirito di
questo stile è nell’educazione alla
sobrietà, all’essenzialità,
all’intraprendenza, a quella
creatività che diventa arte (arrivare
al convincimento che “povero e
semplice è bello”). “Scoperta” che
Don Bosco inculcava nei suoi
ragazzi dell’Ottocento, mentre noi
abbiamo dovuto aver bisogno
di “intuizioni moderne” per
apprezzare iniziative di alto
spessore culturale come il
“Piccolo” di Milano, il Teatro
“Povero” di Monticchiello...
UN TEATRO CREATIVO
Scrive Luigi Melesi: “Il teatro dei
gruppi giovanili è per fare
amicizia, stare insieme, fare festa,
ma soprattutto per salvare la
fantasia, potenziare la creatività,
ritrovare l’immagine di se stessi:
‘la non creatività produce
frustrazione, prostrazione e
annullamento della persona’
(Comuna Baires), e i giovani
vogliono vivere da creativi. La
fantasia è una proprietà, una
qualità dell’uomo. I giovani
vogliono liberare la fantasia,
ritrovare la capacità di sorpresa,
che è quella del bambino, del
semplice, dell’ingenuo, del
clown, e se il teatro è espressione
della vita, il desiderio che essi
hanno di trasformare il teatro è
anche quello di trasformare la
vita”. Bisogno di fantasia, oggi,
quanto mai attuale, in una società
che tende alla massificazione
acritica, all’allineamento, alla
moda imposta, specie nei
comportamenti. Educare alla
creatività attraverso il teatro
significa recuperare l’identità
dell’io, come soggetto unico e
irrepetibile. A lasciar parlare i
giovani che hanno assaporato
questo tipo di teatro, si hanno
conferme inoppugnabili. Scrive
una ragazza: “La cosa che mi è
piaciuta di più è stata che lo
spettacolo era frizzante, fatto da
noi, e perché no, anche un po’
improvvisato! Questa è stata,
secondo me, l’arma vincente!”
Il massimo della creatività è nelle
corde intime del clown.
“Umanità, dono, poesia, gioia,
sorriso, speranza, ecco di che
cosa è impastato il nostro clown,
che amiamo pensare inventato da
Dio, il grande Clown, ‘il creativo’
per eccellenza. Poeta del sorriso,
poeta della speranza, poeta del
cuore, il clown ama la verità, sa
rinunciare a se stesso per la gioia
dell’altro”, testimoniano i
Barabba’s Clowns.
Facilmente, quando si parla di
creatività, il pensiero corre alle
trovate sceniche, alle intuizioni
brillanti, alle soluzioni tecniche
geniali. Sarà anche questo (e beato
chi ne può disporre), ma per noi
che ci rifacciamo al teatro di Don
Bosco, la vera e profonda creatività
sfocia nella capacità di
“comunicare” in profondità con
l’altro che ci sta di fronte, sia esso
compagno dell’avventura teatrale,
sia spettatore occasionale. Un
tema, questo, tanto caro agli
Educatori e ai Ragazzi di Arese da
averne fatto una ragione di vita,
uno stile di educazione. È,
indubbiamente, l’esperienza
contemporanea più fedele
all’intuizione di Don Bosco. A loro
dobbiamo numerose pubblicazioni
e approfondite considerazioni sulla
valenza totalizzante del teatro
educativo. Siamo certi che non
potremmo attingere da fonte
migliore quello che può esser detto
sui pregi che il Teatrino risalente a
Don Bosco può offrire anche ai
giovani di oggi. Nell’introduzione
al testo: “Teatro fattore di
comunione”, gli autori così si
esprimono: Teatro, un modo di
vivere! È una cosa seria, una
filosofia di vita! Bustric, un clown
di quelli veri, è solito distribuire al
termine dei suoi spettacoli un
biglietto con una frase di Chabot
de Gironville: “Contento della mia
sorte, io dichiaro che i miei simili,
i ciarlatani, i pagliacci, i
saltimbanchi, se così li volete
chiamare, sono tra gli uomini i più
liberi, i più felici e anche i più
nobili”. Essere è amare ma anche
comunicare, uscire da sé, farsi
carico degli altri in modo gratuito,
in fedeltà. Comunicare è
“profezia” di una realtà che deve
venire, alla quale tendiamo con
tutte le forze. Del comunicare!
Un’arte difficile, che va imparata.
Del comunicare con il corpo, il
linguaggio, la musica, il canto,
il gesto, il sorriso.
Michele Novelli
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

3.7 Page 27

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ANTONIO
BAGLIORI LA GRAZIA
serena.manoni@libero.it
DELL’APOSTOLATO
28anni, quanto basta noscenza di Dio attraverso il Van-
per essere un capola- gelo e soprattutto le Lettere di san
voro. Antonio Pava- Paolo.
nello lascia le sue impronte su
questa terra a cui dovrà presto di- N La vocazione per l’apostolato
re addio. Seguendo passo dopo cresce in lui fino a farsi precisa
passo il suo cammino, non si può missione: l’università (prima si
non notare che in ogni sua impre- iscrive a Medicina, l’anno succes-
sa sono rintracciabili i segni di sivo a Giurisprudenza), il servizio
quel Gesù che tanto lo appassio- militare e l’insegnamento sono i
nò, innamorandolo di sé sin dai luoghi in cui Antonio parlerà di
più teneri anni.
Dio non sempre senza difficoltà
ma con la gioia e l’orgoglio di chi
N Nato a Caselle di Ruffi di crede fermamente nel servizio
Santa Maria (Venezia) il 18 mar- della testimonianza. Il rosario è
27
zo 1928 è condotto dai suoi geni- sua compagnia anche in caserma
tori a soli 5 anni presso la Basili- e, nonostante fosse stato deriso al-
ca di Sant’Antonio di Padova nel- l’inizio da molti commilitoni, so-
la speranza di ricevere la grazia no poco dopo in 25 a recitarlo in-
che tanto la mamma invocava. sieme a lui. Giovane maestro, si
Una paralisi e successivamente lascia ispirare da Don Bosco e dal
una tubercolosi ossea lo avevano suo sistema preventivo per parlare
da tempo invalidato. Le preghiere ai ragazzi che gli si affezionano
furono esaudite e il miracolo ac- come tanti figli al padre. Se qual-
cese nel piccolo un irrefrenabile cuno di loro compie qualche scor-
entusiasmo che le sue grida, rim- rettezza, egli non interviene con il
balzando da una parte all’altra castigo ma li accompagna di fron-
Antonio Pavanello (1928-1956) .
delle navate, così facevano eco: te a Gesù, perché “in fondo il solo
“Mamma, mamma, sono capace Maestro è LUI, è LUI il solo a cui
di camminare da solo”. Recupera- dobbiamo rendere conto”.
sull’asfalto stronca in poche ore la
ta la salute, spensierato e vivace Anche nel periodo del suo fidan- sua preziosa vita. Al suo funerale
si delineano accanto all’impegno zamento, mantiene un atteggia- il parroco, tra la commozione e il
scolastico, un crescente interesse mento di coerenza ai valori cri- rimpianto generale, legge alcune
e una sincera devozione per l’im- stiani, senza sciupare quell’amore righe tratte dal suo diario: “Essere
magine del Crocifisso, che con che dovrà invece essere: “racco- uno con Gesù come Lui è uno con
occhi e spirito rapiti sembra per glimento in Gesù. Ci siamo custo- il Padre, affinché insieme siamo
Antonio quasi fermare il tempo. diti l’uno per l’altro, capaci di sa- consumati nell’unità… Ogni mo-
La prima Comunione è solo l’ini- crificio, di educare domani i no- mento della nostra vita è un mo-
zio di una giovane ma quanto mai stri figli”.
mento di Dio… è tempo di una
matura scelta di vita: stare dalla
chiamata divina… Pensiamo alla
parte del Signore e voler “vivere N Il 9 febbraio 1956 di ritorno morte fino a vederla e sentirla ne-
in grazia di Dio, sempre”. Adole- dall’ultimo esame dell’Università cessaria, come una porta del cielo,
scente, entra nell’azione Cattolica chiede un passaggio a un amico in pensiamola fino a sentirla come
continuando il suo percorso di co- moto, ma una terribile caduta l’ora della gioia”.
ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

3.8 Page 28

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F MA
IN RETE: di Graziella Curti
NAVIGATORI
O NAUFRAGHI?
Sono più di cento
le giovani studentesse
salesiane che
partecipano alla
giornata di riflessione
sulla comunicazione
in Rete. Vengono da
circa 40 Paesi diversi
e si trovano a Roma per
corsi accademici o studi
di formazione e
spiritualità.
28
Le studentesse in ascolto.
Parla Anna Maria, italiana.
È la volta di Judith del Benin.
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS
«C’era una volta un
contadino, che vo-
lendo mettere alla
prova l’abilità e la
velocità di un suo dipendente gli die-
de come compito di raccogliere le-
gna. Poco dopo uscì per vedere a che
punto era il lavoro e con sua meravi-
glia vide che l’uomo l’aveva già fini-
to. Gli ordinò allora di accatastare
tutto nella legnaia, pensando che la
cosa avrebbe potuto tenerlo occupato
per delle ore. Ma anche questo lavo-
ro venne rapidamente portato a ter-
mine. Il giorno dopo, il padrone de-
cise di assegnare al suo dipendente,
che si era comportato bene, un lavo-
ro più leggero e gli disse di andare in
cantina a fare la cernita delle patate:
“Devi solo separare e ammucchiare
quelle buone e poi dall’altra parte
quelle che cominciano a guastarsi e
buttare via quelle del tutto guaste”.
Un’ora dopo, però, andò a vedere e
trovò l’uomo sconsolato. “Ohimé –
diceva – è un’impresa difficile di-
stinguere la qualità delle cose, distin-
guere le buone dalle scadenti e dalle
cattive”. Per discernere ci voleva
tempo e pazienza». La breve storia
che Giuseppina Teruggi, fma, consi-
gliera generale per la comunicazio-
ne, ha raccontato nell’incipit della
giornata, è stata la chiave di lettura
del tipo di approccio critico che ogni
educatore deve assumere nel metter-
si a confronto con le nuove tecnolo-
gie e con l’intero mondo della comu-
nicazione. Sempre, il discernimento,
non solo delle patate, richiede rifles-
sione, cura, preparazione.
COMUN I CARE
La sede dell’incontro è stata la Ca-
sa generalizia delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, a Roma. In questo caso,
la formula di Mac Luhan, Il mezzo è
il messaggio, poteva essere tradotta
così: Il luogo è il messaggio. Infatti,
l’aver realizzato nella sede del go-
verno centrale dell’Istituto, per le
studentesse di tutto il mondo, questa
giornata di approccio ai new media
significa la forte preoccupazione
educativa dell’Istituto di fronte a ca-
nali comunicativi che influiscono,
nel bene e nel male, sulla persona
nella sua totalità. Si è resa necessaria
e urgente una buona conoscenza dei
linguaggi tipici dei vari media e un
loro uso adeguato. Quattro sono stati

3.9 Page 29

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con il proprio tempo?». È importante
porre continuità tra le esperienze reali
e quelle virtuali. La vita, con le sue
speranze e le sue difficoltà, le perso-
ne, con i loro valori e i loro limiti,
devono continuare a sfiorarci e a par-
larci ogni giorno.
In gruppo per condividere.
MENTE, CUORE E NUOVE
TECNOLOGIE
i verbi usati per caratterizzare i tempi
della riflessione: entrare, cercare, in-
contrare, condividere. Il metodo del
laboratorio interattivo ha suscitato
una partecipazione attenta e curiosa,
che ha dato ragione al titolo della
giornata “Comun I care, mi inte-
ressa comunicare.
Sulla linea di questo interesse, si è
presa coscienza, come educatrici sa-
lesiane, delle implicanze, delle po-
tenzialità e dei rischi della cultura
della comunicazione. Da tempo, si
sentiva l’esigenza di un confronto,
vari modi è: connettiti!! E come pre-
mio riuscirai a inserirti in una “vi-
brante società multiculturale”, potrai
“condividere risate ed emozioni”, po-
trai persino innamorarti e sposarti
“presso il servizio virtuale”.
La proposta ha già acceso la fanta-
sia di milioni di persone, ma nello
stesso tempo, interpella genitori ed
educatori che assistono alla confu-
sione estrema tra reale e virtuale che
si sta generando, specie nelle nuove
generazioni. Come coniugare insie-
me queste frontiere di un mondo che
IAD (Internet Addiction Disorder)
è il nome che identifica la sindrome
da dipendenza da Internet. La Cana-
dian Medical Association sostiene
che la IAD è reale quanto l’alcoli-
smo, provoca come le altre patologie,
dipendenza. Ne sono predisposte per-
sone tra i 15 e i 40 anni e i sintomi
del disagio si riconducono a difficoltà
di relazione, a un forte senso di attac-
camento al computer, al mentire sul
totale delle ore trascorse on line, a ca-
si di depressione e ansia e al progres-
sivo allontanamento da ogni hobby
almeno iniziale, su una realtà che ci
avvolge e nella quale siamo immer-
non c’è con l’esigenza di formare
persone che sappiano essere respon-
che non sia quello di essere in Rete.
Non si è sempre convinti che il ri-
29
se. Soprattutto perché «La comuni- sabili e critiche, specie in questo schio di nuove dipendenze e abusi
cazione sociale – come diceva don tempo di “emergenza educativa”? della comunicazione elettronica non
Vecchi – investe tutta l’azione sale- Come «educare cittadini e cittadine – è così lontano, non solo nel tempo,
siana impegnata nell’educare e secondo quanto indica madre Anto- ma anche nello spazio. Allora ci in-
nell’evangelizzare». Tale interesse, nia Colombo – in grado di dialogare terpella la domanda: siamo navigatori
già molto presente alle origini della in modo consapevole e propositivo o naufraghi della Rete? Come ci sen-
storia e delle dinamiche del sistema
tiamo quando si blocca Internet,
educativo salesiano, si è reso oggi
quando non possiamo avere informa-
più urgente per l’accelerazione del
zioni in tempo reale o non riusciamo
cambio e per l’immissione sul mer-
a chattare? Sarebbe bello rispondere,
cato di prodotti che sono come un
come educatori o educatrici, che non
ampliamento della stessa realtà do-
rientriamo nella categoria di chi va in
ve si fanno sempre più spesso espe-
tilt o in crisi di astinenza quando la
rienze vitali altrettanto efficaci e
Rete s’inceppa. Occorre comunque
pervasive quanto la realtà fisica.
educarci ed educare nello stile della
preventività a essere padroni del no-
SECOND LIFE
stro tempo, a non consumare steril-
mente e in solitaria la comunicazio-
Tra i luoghi virtuali presentati nei
ne, a privilegiare l’incontro reale su
laboratori della giornata, quello che
quello virtuale, a colmare di senso le
ha suscitato maggior curiosità e insie-
nostre relazioni. Un clic non sistema
me perplessità è stato Second Life: un
la nostra coscienza, ma ci rende critici
mondo nel quale si aprono infinite
e ci impegna a cambiare dal di den-
possibilità. All’interno di questo spa-
tro, a trasformare il contesto sociale,
zio on line tridimensionale, persisten-
a lavorare per la giustizia e la pace.
te e in continua crescita, puoi agire,
Questi gli impegni che le giovani
creare o diventare chiunque tu possa
suore studentesse salesiane si sono
immaginare. Gli strumenti inclusi ti
prese al termine dell’incontro dedica-
permettono di creare praticamente
to ai riti della comunicazione in Rete.
qualsiasi cosa, in tempo reale e in
Impegni che rendono possibile la
collaborazione con gli altri utenti.
scelta di uno stile di vita. E non solo
L’imperativo che viene ripetuto in
Intervento in assemblea.
la cernita delle patate.
ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

3.10 Page 30

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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Giuseppe
Morante
EEMDUECRAGTEINVAZA
ESSERE CHIESA
UDNISCPRUOSSBOLEMA
GENITORI
ABITARE IL MONDO
IL CELIBATO DEI PRETI
La sfida educativa
Parrocchia senza confini Perché sceglierlo
di Giuseppe Belotti –
nel magistero di Benigno ancora?
Salvatore Palazzo
Luigi Papa
di Stefano Guarinelli
ELLEDICI, Leumann (To) di Alessandro Greco
Paoline, Roma, 2008
2007, pp. 236
VIVEREIN, Roma, 2007 pp. 166
pp. 128
La famiglia è chiamata a
Oggetto di discussioni, den-
compiti educativi non facili,
tro e fuori la Chiesa, talora
in una società in continua
denigrato da chi a esso ri-
evoluzione. I cambiamenti
conduce l’origine del calo di
sociali costringono a ridefi-
vocazioni sacerdotali, il celi-
nire gli stili di vita: il lavoro,
bato è diventato oggetto di
il tempo libero, i consumi,
frequente attenzione, so-
FALSI IDOLI
Le culture
del feticismo
di Louise J. Kaplan
Erickson, Trento, 2008
pp. 184
le relazioni. Anche i modelli
educativi respirano aria di
crisi, per cui i genitori sono
alla ricerca di risposte che
garantiscano e tutelino la
crescita dei figli. Con quali
strumenti? Con quali stra-
tegie? Sono le domande
che abitano la mente di pa-
prattutto da parte dei media,
che si fermano però preva-
lentemente sui problemi. Il
volume segue un percorso
diverso, considerando che
nella Chiesa latina esiste il
celibato e ponendosi una
serie di domande, a cui offre
plausibili risposte: che cosa
significa viverlo concreta-
dri e madri. Spesso si sen-
mente e viverlo bene? Quali
30 L’autrice narra della tono frastornati e impauriti
le questioni che solleva a li-
strategia feticista della di fronte all’oceano di ri- Il futuro della Chiesa è la vello affettivo, interpersonale
postmodernità. Le biz- chieste che li travolgono, parrocchia. È una certezza e sessuale? Occorre assu-
zarrie sessuali sono schiacciati dalle mode e basata sulla convinzione merlo come semplice condi-
superate da nuovi fe- dai media. Educatori non ci che la parrocchia è un bene zione per il sacerdozio? Esi-
ticci: magliette griffate,
tatuaggi, piercing, ecc.
che gli adolescenti si
fanno per cercare inva-
si improvvisa ma si diven- prezioso per la vitalità del- stono ragioni perché, in po-
ta, giorno dopo giorno. L’e- l’annuncio e della trasmis- sitivo, valga la pena di sce-
ducazione non è un fai da sione del Vangelo, per una glierlo ancora? A quali con-
te ma un fare insieme.
Chiesa radicata in un luogo, dizioni può essere vissuto?
no il senso a una vita
diffusa tra la gente e anima-
che sembra senza signi-
ta da una volontà popolare.
ficato. Le nuove merci
tecnologiche (Blackber-
ry, iPod), l’uso del cor-
po femminile nel cine-
ma e nella televisione;
la labilizzazione del
confine fra umani e ro-
bot… sono deputate a
colmare il vuoto iden-
titario e relazionale.
Sempre più persone
che si fanno inserire
microchip e protesi al
silicone; androidi che
somigliano in manie-
ra impressionante agli
L’autore ne mette in eviden-
za l’identità e il ruolo, come
piccola parte della Chiesa
universale, che si apre e
cammina nel tempo incon-
tro all’uomo. La riflessione
riporta i principi del magi-
stero ecclesiale riafferman-
do la sua dimensione mis-
sionaria. La comunità che
vive in territorio è vista nella
doppia dimensione: di ser-
vizio ai credenti per la cre-
scita della globale e in pro-
spettiva missionaria, per
raggiungere i “lontani”.
esseri umani, ecc. So-
no questi, secondo l’au-
trice, i nuovi falsi idoli
che stanno oggi soffo-
cando la vera libertà
dell’uomo.
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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VDAIMLEONRTI ICATI
SPUNTI DI ETICA 2000
CSAALREISSMIAANO
CONTROCORRENTE
PASSIONE APOSTOLICA SULLE ALI
VDB
Per giovani, educatori, “Da mihi animas”
DELLA CROCE
gruppi giovanili
a cura di R. Vicent
Nino Baglieri e… tanta
di Carlo Fiore
e C. Pastore dell’ABS
voglia di correre
ELLEDICI, Leumann (To) ELLEDICI, Leumann (To) a cura di Giuseppe Ruta,
VOLONTARIE
2008, pp. 272
2008, pp. 240
Coop. S. Tommaso (Me)
ELLEDICI, Leumann (To)
DI
Lo studio, che l’Associa- 2008, pp. 318
zione Biblica Salesiana of-
fre alla Congregazione,
DON BOSCO
raccoglie riflessioni a sfon-
(Cfr. BS Ottobre 2001 pag. 36)
do biblico sul motivo cen-
trale del Capitolo Genera-
le 26°, dove si vorrebbe ri-
trovare l’origine del cari-
sma salesiano e il fine del-
la missione salesiana. La
Parola di Dio deve diven-
tare “lampada per i propri
passi e luce sul proprio
cammino”; e costituisce lo
Si tratta di riflessioni che
tengono conto dei cambia-
stimolo basilare del pro-
gramma di animazione e
di governo di questa con-
gregazione. Lo si ripete da
tempo: il salesiano, im-
Vuoi saperne
di più?
Vuoi contattarle? 31
menti socio-politico-religiosi
degli ultimi anni. Il volume si
apre con il problema di Dio
dopo l’11 settembre 2001 e
il concetto del Dio agape-
eros. Segue il contributo
che il cristianesimo ha dato
all’Europa con temi spesso
del tutto ignorati. Illustra
punti nevralgici della vita dei
giovani d’oggi (sacralità lai-
ca del corpo, libertà, inter-
net, telefonini/sms, narcisi-
smo, bullismo, solitudine,
merso nella vita apostoli-
ca, sempre portata oggi a
un’attività instancabile, ri-
schia di tralasciare la cosa
più importante. Come i pri-
mi apostoli a Gerusalem-
me, l’apostolo è posto da-
vanti alla sfida impellente
di rispondere ai problemi
sociali e pastorali che
emergono nel mondo gio-
vanile e popolare.
Questa biografia è straordi-
nariamente densa di trofei
conquistati, come quella
degli atleti che stupisco-
no con le proprie perfor-
mance. Eppure si tratta di
un atleta che, dall’età di
17 anni è stato costretto
su una sedia a rotelle, sot-
toposto a difficili interventi
chirurgici, ha attraversato
il buio della sofferenza, at-
tanagliato dal senso di im-
potenza e di incapaci-
SICILIA
Tel. 091.671.22.20
(occidentale)
Cell. 347.08.07.758
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CENTRALE
Tel. 0733.960.611
contemplazione, senso del-
tà, pervaso dall’amarezza
06.94.01.80.44
la vita). Chiude con alcuni
problemi sessuali. Lo stile
originale dell’autore fa riflet-
della solitudine. La vita di
Nino Baglieri, 1951 – ITALIA
2007, per 39 anni è quella SETTENTRIONALE
tere con paragrafi serrati,
di un tetraplegico. Dopo N.O.
redatti da uno scrivere limpi-
do; rigore informativo; one-
stà intellettuale animata dal
aver toccato il fondo della Tel. 333.46.80.880
disperazione, inizia la cor-
011.39.09.32
sa dell’atleta dello spirito,
gusto giornalistico per i titoli
a effetto e immagini sugge-
stive.
assecondando la voglia di
nutrirsi della parola di Dio,
pregando per tanti fratelli
sofferenti, testimoniando
quanto grande è l’Amore
di Dio.
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N.E.
Tel. 0532.20.52.71
041.52.35.390
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Editrici.
SITO WEB
www.volontariedonbosco.org
E-mail: istituto.vdb@iol.it
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

4.2 Page 32

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ON LINE
IL COMM.
CACCIA
UNA VITA
ALLA SEI
di Giancarlo Manieri
32
Il commendator Giuseppe Caccia (1881-1963)
in un dipinto di Cosimo Musio e il quadro
delle onorificenze concessegli al comm. Caccia.
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS
Il palazzo della SEI nel 1929.
La biografia del salesiano
coadiutore Giuseppe Caccia
(28 luglio 1881 – 16 aprile 1963)
si confonde con quella della
Editrice SEI alla cui guida fu per
50 anni, e che proprio quest’anno
celebra il centenario di fondazione.
Una folla di personalità civili, di superiori religiosi, di
confratelli e maestranze, di artigiani e studenti era
presente, la mattina del 18 aprile 1963, al funerale
del commendator Caccia – così tutti lo conoscevano –
segno inequivocabile della caratura religiosa e profes-
sionale di prim’ordine del defunto. Una vita operosa
sempre vissuta a eccellenti livelli di qualità.
Era di Novara, Giuseppe Caccia, e si considerò fortu-
nato, perché proprio nella sua città nel 1893 venne
aperta l’opera dei salesiani. E fu subito fama! Infatti, le
scuole professionali di Valdocco e il suo oratorio con il
nome quasi magico di Don Bosco avevano ormai fatto
il giro d’Italia e oltre. In effetti, Giuseppe fu uno dei pri-
missimi alunni, accettato come apprendista libraio nel
1894. Capitò al giovane allievo quello che era capitato
a numerosissimi altri giovani: entrati in una casa sale-
siana e ammaliati dal clima di serena operosità, di
gioia, di ottimismo e dalla figura di Don Bosco, vi
restarono, diventando salesiani. Fece così anche il
nostro, irresistibilmente attratto dal prete dell’Oratorio.
Benché non l’avesse conosciuto – quando morì Don
Bosco egli aveva sette anni non ancora compiuti e non
era mai stato a Torino – ne respirò il calore umano e
soprannaturale: tutti parlavano di lui, come fosse vivo e
presente. Conobbe comunque – e bene – don Rua che
lo accolse tra i salesiani e gli restò legato fino alla
morte, perché aveva ravvisato in quel giovanottone

4.3 Page 33

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ALESIANI COADIUTORI
Con il rettor maggiore don Renato Ziggiotti in visita
alla casa editrice salesiana.
Il Commendatore con un gruppo di impiegati della SEI.
rare doti di bontà e rettitudine, oltre che di intelligenza RICONOSCIMENTI
e abilità nel lavoro. Dopo don Rua fu don Rinaldi a Fioccarono ovviamente i riconoscimenti. Fu Cavaliere
prenderlo sotto la sua protezione e a esprimergli la
sua ammirazione. Insomma il signor Giuseppe non
poteva combinarne di nessun genere, stretto com’era
nella “morsa” ammirata di due beati.
e Commendatore della Corona d’Italia (1931), Com-
mendatore dell’ordine di san Gregorio Magno (1938),
Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica
Italiana (1953), Medaglia d’oro di 1ª classe ai Bene-
LA CARRIERA
meriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte (1957),
La sua carriera cominciò subito, come dicemmo, già
nel 1903 infatti – aveva solo 22 anni – fu nominato
responsabile della libreria di Torino e sovrintendente
Cavaliere al Merito del Lavoro (1958).
Se gli chiedevi il perché di questa straordinaria attività,
Caccia poteva rispondere sicuro con le parole che lo
33
delle altre librerie salesiane aperte in varie opere d’Ita- stesso Don Bosco diceva a don Achille Ratti, il futuro
lia dopo quella di Valdocco. Fu proprio lui a farla cre- papa Pio XI: “In queste cose voglio essere all’avan-
scere fino a trasformare la libreria in Editrice che si guardia del progresso”. Per la sua Azienda egli prega-
chiamò prima “SAID Buona Stampa” (Società Anonima va, anzi, addirittura aveva dedicato un giorno nel quale
Internazionale Buona Stampa) poi SEI, Società Editri- le preghiere erano per la sua amata SEI, era il lunedì
ce Internazionale, ma anche – e dicono che a Caccia di ogni settimana.
piacesse particolarmente – “Serenant Et Illuminant”,
motto programmatico: i libri che la società avrebbe
stampato dovevano trasmettere cultura e gioia, rasse-
renare e illuminare.
Il commendatore si legò alla SEI come l’edera al tronco.
E alla sua creatura egli trasmise un vigoroso impulso,
tanto da imporla all’attenzione del mondo della cultura
scolastica, pedagogica, religiosa e salesiana. Vi si
dedicò con tanto zelo che in poco tempo cominciarono
a crescere come funghi sia rappresentanze sia filiali.
Caccia fece quello che fece Don Bosco nella famosa
esposizione del 26 aprile 1884: mise in mostra la più
moderna macchina di stampa allora esistente che anco-
ra nessuno in Italia aveva in dotazione. Così la sua SEI
poté fregiarsi di un primato, quello di possedere la prima
rotativa a uso editoriale. Alternava alla stampa del Bol-
lettino Salesiano le edizioni scolastiche a colori che pre-
sto si diffusero in tutta Italia. La sua tipografia, inoltre, si
100 ANNI DI SEI
Fa piacere scrivere queste cose in questo anno
2008, quando ricorre il centenario di fondazione della
già gloriosa Società Editrice Internazionale. Oggi l’a-
zienda, fondata nello studio dell’avvocato Carlo Faà,
Regio Notaro, in Corso Palestro 4 a Torino, il 31
luglio del 1908... giusto 100 anni fa – mese compre-
so – dismessa la parte industriale, si presenta come
semplice editrice, con una quarantina di dipendenti.
Nel mercato scolastico è ancora il secondo marchio
di questa editoria con il 7,5% di adozioni: occupa il
sesto posto nella Scuola secondaria di Primo Grado
(4,2%) e il quinto in quella di Secondo Grado (3,3 %)
ed è la prima per i testi di insegnamento della Reli-
gione cattolica.
Ogni anno una cinquantina di novità arricchiscono il
suo catalogo. Ampia e articolata è anche la produzione
rivelò una manna per i giovani exallievi delle nostre tipo- di CD-Rom di accompagnamento dei testi scolastici –
grafie salesiane, perché lui proprio loro assumeva, dan- il sito www.seieditrice.com offre notizie aggiornate sulla
do lavoro a centinaia di operai specializzati provenienti sua attività.
dalle scuole professionali della congregazione. Né si La SEI ha avuto alla direzione uomini di indubbio valo-
fermò lì. Nel 1951 a Roma mise in piedi un’iniziativa re, ma tutti riconoscono che fortuna e fama le deve
davvero formidabile per una congregazione di educatori, all’esimio commendator Caccia, che “ebbe due grandi
l’ufficio Films Scolastici Educativi. Il suo fu mezzo secolo amori, ha sottolineato un vecchio salesiano 90enne
di successi che portarono la Casa Editrice Salesiana ai che lo conobbe, la Società Salesiana e la Società Edi-
primi posti in assoluto dell’editoria scolastica.
trice Internazionale”.
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
UNA POESIA CHE avranno una base solida su cui
appoggiarsi per decidere ciò che è
HA FATTO
FORTUNA (2)
giusto.
᭿ Uno dei punti di forza dell’educa-
zione rimane però l’accettazione:
«I bambini hanno bisogno d’amore
sin dalla nascita, e anche prima. I
neonati dipendono completamente
La parte “positiva” della poesia dal nostro calore, affetto e amorosa
della dottoressa Nolte, che sollecitudine. Prenderci cura di loro
può essere considerata
li fa sentire più intensamente desi-
derati e posseduti. Quando cresco-
una specie di “manifesto” no, continuano a contare sulle
dell’educazione. nostre dimostrazioni d’affetto. Capi-
scono che li amiamo soprattutto
attraverso i nostri atti di gentilezza
e premura. Accettarli in modo totale
La parte “positiva” della poesia animo festoso il mondo che ci cir- sta all’origine del nostro amore»
di Dorothy Law Nolte si apre conda. Con la stessa efficacia agi- scrive l’autrice. Anche atti di orien-
con uno dei momenti educativi sce l’approvazione. Si tratta di tamento ed educazione “forte” sono
più importanti: l’incoraggiamento. “applaudire” le piccole cose buone compresi come gesti d’amore e
È un elemento delicato e fondamen- che fanno i bambini. Quanto più si cura. Un altro elemento è di quelli
tale nel rapporto tra genitori e figli: i notano e si guardano con attenzio- che vanno decisamente controcor-
genitori devono sostenere e aiutare i ne i comportamenti positivi dei figli, rente, oggi. L’obiettivo è infatti la
figli in modo che possano sviluppare tanto più si rinforzano le qualità pazienza: «Vogliamo che i nostri
le capacità e la sicurezza necessari ancora in boccio che si desidera bambini sviluppino la capacità di
34
per camminare con le proprie gam-
be. Lo sguardo altrui è il supporto
sviluppare in loro. Con l’approvazio-
ne o la disapprovazione si insegna-
accettare con calma e di affrontare
con successo qualsiasi seccatura
che forgia il sentimento di valore in no i giudizi di valore: giusto/sbaglia- incontrino nella loro vita. Trovando e
un bambino. I genitori che incorag- to; buono/cattivo; meglio/peggio, mantenendo dentro di noi la sere-
giano danno al loro bambino la vo- bello/brutto. Durante gli anni dell’a- nità che ci è necessaria per essere
glia di provare a fare ancora un po’ dolescenza le sollecitazioni dei coe- pazienti con i nostri bambini, pos-
di più e di avere poco a poco un tanei sono spesso il fattore che più siamo creare un ambiente domesti-
soddisfacente sentimento di capa- influisce sulla vita dei figli. Noi non co in cui la lotta quotidiana per l’e-
cità. Il sentimento di competenza possiamo stare sempre con loro, né sistenza può essere difficile, ma
personale del bambino riflette spes- obbligarli a fare la cosa giusta. Per non insostenibile» scrive l’autrice.
so la convinzione che i genitori han- questo il messaggio che trasmettia- Una casa dove la tolleranza nei
no riguardo alle sue possibilità. Un mo loro mentre crescono deve confronti del prossimo consente a
bambino i cui genitori non credono essere forte e chiaro, ma non rigido tutti di godere l’uno dall’altro in
in lui farà molta fatica, partendo da al punto da indurli inevitabilmente modi piccoli ma significativi, anche
basi così mutilate, a costruirsi una alla ribellione. Se insegniamo loro nella frenesia di ogni giorno, fornirà
buona autostima crescendo.
validi criteri etici in base ai quali ai nostri bambini un esempio a cui
prendere decisioni, quando verrà il ispirarsi e una forza interiore a cui
᭿ L’autrice sottolinea poi quelle che momento di scegliere, i nostri figli potranno attingere per il resto della
sono le tre “A” che formano l’amo-
loro vita.
re: apprezzamento, approva-
zione, accettazione. Le lodi
sono un ottimo mezzo per
᭿ La formazione di una
forza interiore è una
aiutare i figli a divenire
delle mete essenziali
emozionalmente maturi, in
dell’educazione. È ne-
grado di trovare in se
cessario che i bambi-
stessi la sicurezza e le
ni comprendano che
risorse di cui hanno
i grandi obiettivi si
bisogno per cresce-
raggiungono attraver-
re con la giusta in-
so lo sforzo, la
dipendenza. C’è di
più: quando apprez-
ziamo e lodiamo i
nostri bambini, inse-
gniamo loro a stima-
re e a guardare con
L’incoraggiamento,
le lodi, l’approvazione
sono ottimi mezzi
per aiutare i figli.
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
CHE COSA AVRANNO
IMPARATO DA NOI?
Non contano tanto le parole quanto l’esempio. È importante
che i ragazzi crescano sapendo esprimere liberamente
la propria originalità e unicità.
È possibile creare un ambiente
familiare pieno di calore
e di sicurezza.
Spero di essere ancora abba-
stanza lontana dal capolinea;
ma il mio viaggio di genitore
sulle strade della quotidianità ha già
tenacia e l’impegno. Nulla si ottie- avuto tante fermate a richiesta (volute
ne per magia. A questo serve il da qualcuno di noi o dal ritmo della
riconoscimento concreto per ogni vita, che scorre anche indipendente-
passo che fanno in direzione del mente dalle nostre volontà ed esigen-
traguardo che si sono proposti. ze), che sono servite a verificare che
Una fondamentale serie di fattori che cosa abbiamo insegnato ai figli in
riguarda la formazione delle “virtù tutti questi anni; o meglio, che cosa i
sociali”. I bambini devono imparare ragazzi sono riusciti a imparare
soprattutto a “con-vivere”. Mano a dalle parole e, soprattutto, dal no-
mano che crescono, i figli svilup- stro esempio. È una differenza, que-
pano un desiderio spontaneo di sta, non di poco conto; che piaccia o
condividere con amici e coetanei. meno, la distanza fra le nostre buone
35
La generosità però non è una intenzioni e ciò che concretamente
virtù istintiva: passa attraverso gli realizziamo non si può mai azzerare.
occhi. Solo se crescono in una Guardo Alessandra e Claudio: la
famiglia dove la condivisione è un prima cosa che mi colpisce è il loro
modo di vivere, i figli comprendono
l’importanza e la gioia del donare.
Quando i bambini iniziano sincera-
mente a ringraziare i genitori per
somigliarsi ed essere differenti al-
lo stesso tempo. Mi piace questo
essersi nutriti insieme delle cose
fondamentali che definiscono l’iden-
È bello considerare che i nostri
ragazzi siano cresciuti diventando
se stessi e non fotocopie
di un cliché.
quello che hanno dato loro sono tità di una famiglia; è il senso
sulla buona strada per capire che autentico del loro essere fratello e altrimenti non si amerà mai nulla e
cosa significa la generosità. Anche sorella. Ma è anche bello conside- nessuno in modo profondo; che ogni
l’onestà si impara dai genitori e rare che sono cresciuti diventando esperienza va vissuta come una
dagli adulti. Quello che noi faccia- se stessi e non fotocopie di un cli- cosa seria, ma non bisogna mai
mo o diciamo costituisce il modello ché. Se è cosa buona che si rico- prendersi troppo sul serio.
più convincente. L’onestà e la sin- noscano le comuni radici, è altret- La cosa più interessante di questo
cerità sono le doti che spianano la tanto importante che ciascuno pos- itinerario è che solo occasionalmente
strada a relazioni personali soddi- sa esprimere liberamente la propria abbiamo presentato ai nostri figli
sfacenti e felici. Le piccole vicende originalità e unicità.
queste esigenze con la formula “tu
di ogni giorno consentono anche
devi”; nella maggior parte dei casi
di accompagnare i figli sulla strada ᭿ Sono contenta anche per alcu- abbiamo potuto dire “se vuoi” o,
dell’apprendimento della giustizia ne cose che hanno appreso in casa ancora meglio, “se puoi”: era il modo
e della correttezza.
con grande semplicità: ad esempio, migliore per affermare la nostra fidu-
Al termine della “poesia” sono che la vita è un compito che va cia nella loro capacità di valutare e
messi in evidenza alcuni elementi affrontato sempre con responsabilità, scegliere, di comprendere e di esse-
di base: il rispetto, la fiducia in ma senza doversi sentire sotto esa- re consequenziali. Molte volte abbia-
se stessi e nel prossimo, la gioia me; che non conta tanto che cosa si mo azzerato le parole e ci siamo affi-
di vivere. È possibile insomma, realizza nel corso degli anni, quanto dati a una capacità di “contagio”: i
afferma la Nolte, creare un am- il come e il perché del proprio impe- figli fanno credito ai genitori se verifi-
biente familiare pieno di calore e gno; che senza amore e passione cano in prima persona perché vale la
di sicurezza psicologica che so- non si riuscirà mai a dare concretez- pena vivere in un certo modo, anche
stenga i figli e dia loro fiducia, za ai sogni e ai progetti che si porta- se è un po’ più faticoso. Non è poco,
anche se si stabiliscono regole e no nel cuore; che non bisogna mai tutto questo, come piattaforma da cui
limiti chiari.
mandare in ferie l’intelligenza, perché partire nel cammino verso la matu-
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

4.6 Page 36

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rità. Ma posso dire con assoluta
sicurezza che tutte queste cose
sono state assimilate così bene, da
non venire messe in discussione
nell’impatto con un mondo che pri-
vilegia ben altri valori e comporta-
menti? Sapranno, questi due ra-
gazzi, essere perseveranti e tenaci
nelle contraddizioni della vita socia-
le, fino ad accettare l’eventualità di
essere perdenti agli occhi degli altri
per restare fedeli a ciò in cui credo-
no? Che non confonderanno mai la
felicità, quella vera, con i miraggi
del benessere e della realizzazione
a tutti i costi?
᭿ Se provo a considerare un
genitore, per quanto onesto e
coscienzioso, non è infallibile. Ma
questa consapevolezza non ha
generato in noi pessimismo o sen-
timenti di impotenza. Piuttosto, è
un invito a essere vigilanti: nella
famiglia non si finisce mai di edu-
care ed essere educati; cambiano
solo le proporzioni e l’intensità dei
36 flussi di parole ed esperienze che
ciascuno mette a disposizione
dell’altro. E occorre che questa sol-
lecitudine sia esercitata non soltan-
to dentro le mura domestiche: il
confronto di idee e, se è possibile,
una qualche forma di condivisione
esperienziale sul “fuori” devono
restare un impegno costante, an-
che quando i figli hanno oltrepas-
sato la fase dell’adolescenza. Non
si tratta di proteggerli a vita; ma di
aver cura delle forme di sofferenza
che spesso si generano al confine
fra la giovinezza e l’età adulta,
quando prendono forma le scelte
definitive dell’esistenza. Credo che
la casa debba rimanere, in ogni
situazione e in ogni tempo, il luogo
in cui un figlio possa trovare un’oa-
si in cui trovare sostegno, conforto,
solidarietà, se e quando dovesse
accorgersi di vivere in un deserto.
Se la famiglia non è concretamen-
te generatrice di speranza, rischia
di servire a poco. Questa è una
delle cose importanti che un bam-
bino ha diritto a imparare nei lun-
ghi anni della sua crescita: non
solo perché potrebbe aver bisogno
di sentirsi accolto e amato, ma
perché possa a sua volta diveni-
re capace di accogliere, amare,
sostenere, curare.
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Classe 1955, papà di tre figli,
insegnante di educazione artistica
e di religione, vive e lavora
a Gorno (BG). Numerosissime
le mostre e le collaborazioni
con riviste e giornali; si dedica
alla pittura dal 1977.
umbgamba@tin.it
UMBERTO GAMBA
LINEE DI LUCE
I l suo disegno sa parlare
dei sogni e delle rappre-
sentazioni, dei paesaggi
e dei visi... sa abbraccia-
re e comprendere...”, scrive il pro-
fessor Luigi Cortesi commentando
l’arte di Umberto Gamba. È
indubbiamente una pittura “lirica”,
quella dell’artista gornese, un
esprimersi sempre con colori cal-
di, e forme fortemente evocative.
Il suo tratto mai nervoso, esprime
l’umano e il divino visti con gli
occhi di chi sa scorgere i “mirabi-
lia Dei” – le meraviglie di Dio –
nel creato e nell’uomo, anche
quando raffigura eventi dolorosi.
>> La riflessione artistica ha con-
dotto Gamba a ricercare attraver-
so i suoi disegni (acquarelli, pit-
ture a olio, china su ottone, inci-
sione, stucco, mosaico...) i punti
di contatto dell’uomo con Dio e
di Dio con l’uomo: sembra che
per lui non esistano luoghi, tem-
pi o situazioni in cui Dio non sia
presente. Impegnativa e splendi-
da è la sua ricerca sui volti che
vuole indicare la strada per la
scoperta del Volto dei volti, del
Volto che genera tutti gli altri.
Ecco perché le sue raffigurazioni
dei visi attirano, come fossero
incantate.
Ci pare di poter affermare, senza
ombra di dubbio, che la sintesi
dei suoi volti sia il volto del Cri-
sto. In quel viso, e solo in quello
emergono le sembianze di ogni
credente, anzi, di ogni persona.
>> Il Crocefisso che presentiamo
è esemplare e modello della sua
arte e della sua idea di pittura.
Preso, il Cristo appare catturato,
non da una ma da tante croci che
sembrano volergli sbarrare la stra-
da verso i suoi fratelli, gli uomini,
cercando di segregarlo dal mon-
do... fino a formare le sbarre di
una prigione. Ma il suo volto,
serio sì, eppure soffuso di dolcis-
sima forza, supera senza difficoltà
alcuna lo sbarramento. A contatto
del suo volto le sbarre svanisco-
no, come i ghiaccioli sugli spor-
genti delle case, quando sorge il
sole... È qui il senso della figura.
Gamba, che insegna religione a
Gorno, sa bene la forza misteriosa
del Figlio dell’Uomo che sembra
perdere e invece vince, che viene
catturato e ucciso ma supera la
barriera della morte: “Dov’è mor-
te la tua vittoria?”.

4.7 Page 37

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LAETARE
ET BENEFACERE…
AFORISMI di Francesco Ferrara
1) I pettegolezzi sono il rumore di fondo della vita.
2) Fortuna che il millepiedi non ha bisogno
di scarpe.
di Aloi & César
37
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

4.8 Page 38

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SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
NELLA
SPERANZA…
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Il progresso della scienza,
con le sue invenzioni rimane
pur sempre una risposta
molto parziale.
Vivere e agire nella
speranza è
fondamentale per una
quanto desiderio e ricerca del Cielo,
è il nucleo fondamentale dell’agire
umano. Quest’ultimo è l’uomo, sog-
getto proteso verso un futuro che li-
economiche favorevoli” (n. 21).
D’altra parte, il progresso della
società conviviale in cui
persone e istituzioni
lavorano per il bene
bera e appaga, l’uomo che spera la
verità. Che cosa possiamo sperare?
La risposta non può risiedere in pro-
getti parziali di liberazione socio-
scienza, spesso sentito come “fede
nel progresso”, con le sue invenzio-
ni e i suoi avanzamenti rimane pur
sempre una risposta molto parziale
comune con fiducia
e ottimismo, senza
lasciarsi sopraffare
politica o di mero progresso scienti-
fico, ma nell’incontro con la verità
della nostra vita, la vita in senso
pieno. Infatti, in un progetto di li-
alla domanda “che cosa possiamo
sperare”, perché “noi tutti siamo di-
ventati testimoni di come il progres-
so in mani sbagliate possa diventare
dalla sfiducia e dal
bertà socio-politica l’uomo rimane e sia diventato, di fatto, un progres-
38
pessimismo che minano
sempre uomo, con una libertà anche so terribile nel male (n. 22).
per il male: l’uomo “non è solo il
alla base le fondamenta
della società.
La grande speranza, nella
quale si ritrovano tutte le
speranze che costituiscono
il nostro impegno per il
progresso scientifico e sociale, è
una speranza incondizionata. È la
speranza che va oltre, quella assolu-
ta che nessuno e niente può togliere,
che relativizza tutto il resto e che ha
caratterizzato la vita dei credenti. È
la speranza che spinge a mettere in
prodotto di condizioni economiche
e non è possibile risanarlo solamen-
te dall’esterno creando condizioni
VALORI in questione
ctrqCaaeu,’n.èaczlheee,usnèsiapruiitnnrgoagrveasanpandenoercathunetSzteapaeliegnrarcnanoonznsdadti,rizeriinonsunepnalela---
scLmrNsishleCaoL’coaeoednaiivcgdeneiimer,iiilsnoeraoèrppete-,asniupefli,tièalusòoecr’guatmolesieirlontl’aciaaspmcznnninmsoeaaoudoeosn,noc.e,rszdoorelLoeaces’esunohs,.pstioaooelneidfmnléorosnematnooelérnD’deisevoztiartlcouiaiaoetmeo.tuntdnleieirepreboiencrllemre.lote’earugairdldaocerzeeeamicnoslduhodstneo-e,eoel-l
secondo piano i beni materiali e a
leggerli all’interno della verità dei
beni duraturi, che persuade a grandi
rinunce, a prendere parte delle sof-
ferenze degli altri, a sopportare pa-
zientemente le prove e perfino a
consegnare la propria vita per la
giustizia, la verità, il bene degli al-
tri. Questo è il messaggio che ci
viene dall’Enciclica di Benedetto
XVI Spe salvi. La speranza, in
L’impegno per la felicità spinge
la speranza, ma occorre che punti
verso l’infinito.
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

4.9 Page 39

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C sQtruaOianvlNiiGtasF?prRuerpOapnNzoeTeInAiuntMrFiaOammCo iIgnelilala no-
ssnLncrpÈueaaoheclnelrc“’vzsaareeealpfnasfrd?eezasirarsmmoamc?Q…neeiaeuznrzneaatsiez”looalni’nnèuCeoeoruimlspialln’teroo“oc?tmgfuoelrtainsataoosn”nimdocodenoisaeantlarlflpeaaimdo,emsosnnsrpiezeoaeal,--

Come educo
speranza nella
alla
mia
speranza?
persona?
Sono
senso e un’importanza, solo una tale
speranza può in quel caso dare anco-
ra il coraggio di operare e di prose-
guire” (n. 35).
COSTRUIRE IL REGNO
Il nostro agire nella speranza è un
impegno che è opera tutta di Dio,
suo dono, e nello stesso tempo è
opera nostra. L’agire dell’uomo non
AL DI LÀ
è innocuo o senza valore. Non pos-
DELLE SITUAZIONI
CONTINGENTI
siamo avanzare meriti davanti a Dio,
ma il nostro agire non è indifferente
davanti a Lui e la stessa storia si
L’uomo viene redento mediante
l’amore.
SPERANZA
VERSO L’INFINITO
L’impegno per la felicità spinge la
speranza, ma occorre che punti verso
l’infinito, verso l’eterno, perché le
molte speranze della vita – più picco-
le o più grandi – non soddisfano to-
talmente e dimostrano il bisogno vi-
tale di altre speranze. Non è la scien-
za, né l’economia che redime l’uo-
mo. L’uomo viene redento mediante
l’amore. Ciò vale già nell’ambito pu-
ramente intramondano. Nella gio-
ventù può essere la speranza del
grande e appagante amore; la speran-
za di una certa posizione nella pro-
fessione, dell’uno o dell’altro succes-
so determinante per il resto della vita.
Quando, però, queste speranze si rea-
lizzano, appare con chiarezza che ciò
L’agire umano si manifesta come
luogo fondamentale della speranza
grande, incondizionata, perché il no-
stro impegno d’azione per un cam-
biamento del mondo, per una uma-
nizzazione, passa attraverso un coin-
volgimento sostanziale di tutto ciò
che abbiamo e siamo, nell’attesa del-
le cose future, quelle del Regno.
Spesso il nostro slancio verso il futu-
ro subisce limitazioni ed esperimenta
fallimenti e insuccessi, è solo qualco-
sa di più profondo che ci consente di
poter continuare a sperare, a proget-
tare e investire al di là delle situazioni
contingenti o anche di portata storica.
La vera, grande speranza dell’uomo,
che resiste nonostante tutte le delu-
sioni, può essere solo Dio. Sottolinea
con forza la Spe salvi: “Io posso sem-
pre ancora sperare, anche se per la
mia vita o per il momento storico che
sto vivendo apparentemente non ho
più niente da sperare. Solo la grande
speranza-certezza che, nonostante
tutti i fallimenti, la mia vita personale
e la storia nel suo insieme sono cu-
stodite nel potere indistruttibile del-
l’Amore e, grazie a esso, hanno un
aspetta il nostro impegno. “Certo,
non possiamo ‘costruire’ il regno di
Dio con le nostre forze; ciò che co-
struiamo rimane sempre regno del-
l’uomo con tutti i limiti che sono
propri della natura umana. Il regno
di Dio è un dono, e proprio per que-
sto è grande e bello e costituisce la
risposta alla speranza” (n. 35).
Così è possibile aprire noi stessi e
il mondo all’ingresso di Dio: cioè al-
l’ingresso della verità, dell’amore,
del bene. Il cuore di Dio e il cuore del
mondo sono sensibili all’azione e al-
l’impegno dell’uomo, e si aspettano
qualcosa da noi per la trasformazione
in meglio di tante situazioni proble-
matiche. Benedetto XVI pensa in
particolare al miglioramento delle ri-
sorse ambientali: “Possiamo liberare
la nostra vita e il mondo dagli avvele-
namenti e dagli inquinamenti che po-
trebbero distruggere il presente e il
futuro. Possiamo scoprire e tenere
pulite le fonti della creazione e così,
insieme con la creazione che ci pre-
cede come dono, fare ciò che è giusto
secondo le sue intrinseche esigenze e
la sua finalità. Ciò conserva un senso
anche se, per quel che appare, non
39
non era, in realtà, il tutto. Quando
abbiamo successo o sembriamo im-
uno nella sua vita fa l’esperienza di
potenti di fronte al sopravvento di
un grande amore, quello è un mo-
forze ostili” (n. 35). L’agire umano
mento di “redenzione” che dà un
ha quindi sempre il suo senso, parti-
senso nuovo alla sua vita. Ma ben
colarmente quando si situa nella lun-
presto egli si renderà anche conto
ghezza d’onda di quello di Dio. Ra-
che l’amore a lui donato non risol-
gione e libertà sono chiamate e pos-
ve, da solo, il problema della sua vi-
sono contribuire al progresso e alla
ta. È un amore che resta fragile. Può
trasformazione umana del mondo,
essere distrutto dalla morte. L’esse-
ma il loro potenziale rivoluzionario
re umano ha bisogno dell’amore in-
può avere un’enorme forza se unite
condizionato (cfr. nn. 26.30).
in Dio. Ragione e libertà possono es-
sere motivo di vera speranza se ri-
Il progresso in mani sbagliate
può diventare terribile nel male.
mangono ancorate a Colui che è la
loro sorgente.
ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

4.10 Page 40

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D IBATTITI
Giornate Mondiali
GMG CITTADINI
DELLA CHIESA
di Severino Cagnin
20 luglio 2008,
>> Martedì 15 lu-
glio, il Papa in bat-
la grande messa
di chiusura, a Sidney,
tello attraverso il
porto arriva all’O-
pera House per la
della XXIII Giornata
Mondiale della
solenne messa
di benvenuto sulla
grande spianata di
Gioventù.
Barangaroo, dal no-
me della moglie
di un eroe abori-
geno. L’Australia
fu chiamata dai
40
La GMG è ormai da anni un
evento attesissimo. Pochi ci
avrebbero scommesso 23 GMG
fa, ma papa Wojtyla che l’ave-
primi esploratori europei La Grande
Terra del Sud dello Spirito Santo.
Giovanni Paolo II nella sua visita del
1986 ha detto che fu il potere dello
gente, tra can-
ti festosi in varie lingue.
Le mattinate sono dedicate all’an-
nuncio del Vangelo in più di 300
va inventata e voluta a tutti i costi Spirito Santo a sostenere gli europei luoghi diversi: chiese, sale laiche e
non mollò la presa e la grande ker- a rimanere fedeli alle tradizioni della parrocchiali, centri civici, saloni
messe giovanile continuò a macinare propria fede. Sacerdoti insegnarono commerciali nella city tra i gratta-
tappe e successi a dispetto di molti, e
il Vangelo ai forzati e ai cieli e il parco di Homebush. I po-
ad accendere dibattiti tra uomini
liberi coloni con corag- meriggi, invece, sono riservati a
di Chiesa, politici, sociologi
gio e sacrificio, spesso spettacoli, mostre e dibattiti. Alla
operatori giovanili, capi
in grande isolamento e sera di venerdì 19 i principali mo-
partito, ecc. I dibattiti
solitudine.
numenti cittadini diventano stazioni
continuano ancora sia
della Via Crucis.
prima sia dopo ogni
incontro. Le do-
mande sono sem-
pre quelle: “Per-
ché proprio i gio-
>> La storia difficile
di un nuovo mondo
può essere compresa so-
lo in questi giorni. Da
questo inizio, forte-
>> Al sabato 19, grande pelle-
grinaggio verso l’area Baranga-
roo per la grande veglia notturna;
quindi la messa di chiusura dome-
vani a testimoniare
mente concreto ed nica mattina, tutto in mondovi-
che il Cristo salverà il
ecumenico, si com- sione. E sarà un evento segui-
mondo? E con quale
prendono i mo- tissimo, perché ogni volta è sor-
forza ne saranno ca-
menti così diver- prendente, ogni volta è nuovo, ogni
paci? Perché tanto en-
sificati della Gior- volta pone interrogativi a credenti
tusiasmo tra persone
nata Mondiale. Il e non, a cattolici e non. Non solo
considerate indifferen-
Papa percorre cronaca, ma forza dello Spirito,
ti, e in tutt’altre fac-
il fiume Para- come fa capire il tema della World
cende affaccenda-
matta con i gio- Youth Day 2008; così anche l’inno
te?”. Poche le ri-
vani fino all’in- Receive the Power. Perfino i dieci
sposte con-
contro con le santi patroni sono antichi o mo-
vincenti. È un
autorità a Town derni, ma tutti giovanili, tra cui
fenomeno
Hall, attraver- Pier Giorgio Frassati, Madre Te-
che continua
so le strade resa, Giovanni Paolo II. Chi pensa
a sfuggire al-
della città siano solo curiosità, può vedere in
le indagini.
gremite di www.wyd208.org
ٗ
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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IL SOLITO
SESSO
OTE SULLE NOTE
di Lorenzo Angelini
Qualche volta, solo qualche
volta, farsi trasportare
dalla foga, dall’istinto,
dall’entusiasmo,
insospettabilmente, lascia
uscire la nostra parte migliore.
Max Gazzé è cantautore da zione con il fratello-poeta Fran- viamo ne Il solito sesso, in
sempre incline a tentare cesco) alternano sofismi intellet- gara all’ultimo Festival di San-
l’ardua impresa di coniu- tuali, frasi fatte, onomatopee, gio- remo e contenuta nell’album
gare la complessità con la legge- chi verbali e altre bizzarrie atte a Tra l’aratro e la radio. La canzo-
rezza. Le sue canzoni, infatti, intrigare e sbalordire. Qualunque ne è il racconto di una telefonata:
hanno costruzioni formali di gran tema, sia esso serio o frivolo, è il protagonista, vittima del classi-
cura ma contengono, nelle dosi trattato con levità ma non per co colpo di fulmine, si produce
giuste, humour e ironia da stimo- questo senza impegno.
in una dichiarazione d’amore
lare divertimento e curiosità. I te-
tanto concitata quanto strampala-
sti (spesso frutto della collabora- >> Tutte caratteristiche che ritro- ta che mette insieme luoghi co-
IL SOLITO SESSO di Francesco Gazzé e Max Gazzé
muni e frasi da carta dei ciocco-
latini con intensi sprazzi di liri-
41
smo e vera poesia. Ma quando
Ciao, sono quello che hai incontrato alla
festa, / ti ho chiamata per sentirti e ba-
sta…
sì, lo so, è passata appena un’ora, ma
ascolta: / c’è che la tua voce, chissà come
mi manca
Se in quello che hai detto ci credevi dav-
vero, / vorrei tanto che lo ripetessi di
nuovo…
dicono che gli occhi fanno un uomo sin-
cero, / allora stai zitta non parlarmi nem-
meno
e con la riga dell’orizzonte in cielo / ci
farò un bracciale di regina…
ma se solo potessi un giorno / vendere il
mondo intero / in cambio del tuo amore
vero
Sai, qualcosa tipo cielo in una stanza / è
quello che ho provato prima in tua pre-
senza…
dicono che gli angeli amano in silenzio, /
ed io nel tuo mi sono disperatamente
perso.
chiede alla sua “fiamma” di rive-
derla, solo di una cosa si preoc-
cupa: mettere in chiaro la totale
assenza di “doppi fini”.
>> Musica e parole sono difficil-
mente scindibili e sembrano l’una
al servizio delle altre. Il fervore e la
passione sono descritti da una me-
lodia dall’arco lunghissimo, quasi
senza pause, piena di scarti, slanci,
Posso rivederti già stasera? / Ma tu non
pensare male adesso: / ancora il solito
sesso
Perché sai non capita poi tanto spesso /
Sento che respiri piano in questa cor-
netta… / maledetta, mi separa dalla tua
bocca!
Posso rivederti già stasera? / Ma tu non
pensare male adesso: / ancora il solito
cadute, salite e ridiscese veloci. Es-
sa si dipana sopra un ritmo incal-
zante disegnato dalle garbate spaz-
zole della batteria e dal basso elet-
trico suonato dallo stesso Gazzé. I
che il cuore mi rimbalzi così forte addos- sesso
tanti cambi di tonalità, anche se
so,
ed ho l’età che tutto sembra meno im-
portante / ma tu mi piaci e il resto conta
niente
Dillo al tuo compagno che ci ha visti sta-
notte: / se vuole può venire a riempirmi
di botte!
Però sono sicuro che saranno carezze, /
se per avere te vicino almeno servisse.
Posso rivederti già stasera? / Ma tu non
pensare male adesso: / ancora il solito
sesso
Chiuderò la curva dell’arcobaleno / per
immaginarlo come la tua corona,
Correrò veloce contro le valanghe / per
poi regalarti la fiamma del vulcano,
respirerò dove l’abisso discende / e
avrai tutte le piogge nella tua mano…
ma se solo potessi un giorno / vendere il
mondo intero / in cambio del tuo amore
vero
Posso rivederti già stasera? / Ma tu non
pensare male adesso: / ancora il solito
sesso
Ora ti saluto, è tardi, vado a letto… /
quello che dovevo dirti, io te l’ho detto.
spiazzano continuamente all’ascol-
to, accrescono la tensione senza
bisogno di particolari effetti sonori.
Nell’arrangiamento, infatti, vi è po-
co altro: qualche sommesso accor-
do di pianoforte e gli archi, scritti
con sapienza, che sottolineano i
tratti più suggestivi del discorso.
Il finale è ancora una sorpresa: la
telefonata termina senza aspetta-
re risposta; quasi a esprimere che
l’amore quando è puro e sincero
allora è senz’altro gratuito e non
ha bisogno di contraccambio. ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l’Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino, avente persona-
lità giuridica per Regio Decreto
13-1-1924 n.22, possono riceve-
re Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
per le Missioni, con sede in To-
rino) a titolo di legato la somma
di … o titoli, ecc. per i fini isti-
tuzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
42
per le Missioni, con sede in To-
rino) l’immobile sito in… per i
fini istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia precedente
disposizione testamentaria. No-
mino mio erede universale la Di-
rezione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o l’I-
stituto Salesiano per le Missioni,
con sede in Torino) lasciando ad
esso quanto mi appartiene a
qualsiasi titolo, per i fini istitu-
zionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 – Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS
I NOSTRI MORTI
FOSSATI sac. Luigi, salesiano,
¦ San Benigno Canavese (TO),
l’11/04/2007, a 87 anni
Sempre gracile di salute, don Luigi ebbe tut-
tavia una salute mentale, morale e spirituale
di ferro. Iniziò giovanissimo a interessarsi
della Sindone per unirsi – diceva – alle sof-
ferenze del Salvatore. Il 24 maggio del 1931
ricevette le immagini sindoniche da Giu-
seppe Enrie, il fotografo ufficiale del sacro
lino. S’appassionò da allora a studiarla fin
nei minimi particolari. Nel 1947 fece la sua
prima conferenza ai compagni teologi, la
prima di centinaia e centinaia rivolte alle ca-
tegorie più disparate. Né cesserà più di ap-
profondirne la conoscenza e di diffonderne
la devozione, fino a divenire uno dei mag-
giori sindonologi italiani, da tutti rispettato e
consultato. Organizzò mostre, tenne confe-
renze, scrisse articoli, firmò filmine, s’inte-
ressò per una biblioteca sindonica con libri
in varie lingue, e raccolse circa 1000 vo-
lumi... I molteplici ricoveri ospedalieri e gli
interventi non l’hanno fatto desistere dal suo
prezioso lavoro. Nella sua vita salesiana ha
svolto con rigore e competenza anche altre
mansioni. A dispetto della ricordata la fragi-
lità fisica, Dio gli ha concesso di vivere fino
a tarda età. Per quasi 40 anni fu anche
guida preziosa di confratelli e giovani nel mi-
nistero della confessione.
STELLA sac. Pietro, sacerdote,
¦ Roma, il 1°/06/2007, a 77 anni
La figura di don Pietro, docente per decenni
presso la Pontificia Università Salesiana e
l’Università statale Roma TRE, è nota a
quanti hanno avuto la possibilità di leggere
qualche pagina della sua apprezzata produ-
zione editoriale in ambito di storia della
Chiesa e della spiritualità, e di sfogliare la
letteratura salesiana. Questa, infatti, ha do-
vuto prendere atto – talora con qualche di-
sappunto da parte di chi trovava difficoltà a
slegarsi dal “Don Bosco del mito” – degli
esiti imprevisti della rivisitazione della storia
da lui effettuata e condotta secondo criteri
storiografici aggiornati, che, senza espun-
gere la tradizionale lettura teologica delle
fonti, la completava con quella sociale, eco-
nomica, politica... Grazie ai suoi poderosi la-
vori di reinterpretazione del personaggio
Don Bosco, la “nuova storiografia salesiana”
superando i limiti della storiografia prece-
dente, ha sdoganato il fondatore dalle sec-
che dell’autoreferenzialità salesiana e l’ha
inserita nel circuito della comunità degli sto-
rici della Chiesa e della società civile. Con
la morte di don Stella la congregazione e la
Chiesa in Italia hanno perso uno “storico di
razza”; ma la sua lezione su Don Bosco ri-
mane viva e attende chi la sappia continuare
e sviluppare nelle sue virtualità e potenzia-
lità. (Motto)
sacrificata e povera anche fra gli indigeni.
Ha lavorato fino all’ultimo, anche se le forze
venivano meno. Il giorno del suo funerale,
mentre il corteo funebre percorreva il “bar-
rio” dove funziona l’opera “Lar Domingos
Savio”, alunni, genitori, maestri hanno vo-
luto dare l’ultimo saluto.
MICHELI sr. Caterina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
¦ Orta San Giulio (NO), il 21/11/2007,
a 94 anni
Ha regalato il suo servizio di cuoca per molti
anni. Direttrice di comunità, insegnante nella
scuola materna. Chi l’ha conosciuta l’ha de-
finita “la squisitezza della comunicazione.
Da tutte le testimonianze emergono le ca-
ratteristiche della bontà e della finezza. Una
dottoressa musulmana passava ogni mat-
tina per un saluto e una breve conversa-
zione con lei, asserendo che le sue giornate,
iniziate così, trascorrevano meglio.
MONTALBETTI sr. Marisa,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
¦ Roma, il 21/11/2007, a 81 anni
Suor Marisa è stata un’insegnante apprez-
zata dagli alunni in diverse case dalla Lom-
bardia alla Liguria, a Roma Cinecittà.
Preside nel liceo, ha sofferto molto per la
chiusura dell’opera. Delegata degli Stru-
menti della Comunicazione sociale, Vice
Presidente dei Cinecircoli giovanili, ha svolto
i suoi compiti con grande senso di respon-
sabilità, riuscendo a interessarsi delle exal-
lieve e dei figli di queste seguendoli nella
loro crescita spirituale.
GUFFANTI sr. Paolina,
Figlia Di Maria Ausiliatrice,
¦ Torino, il 22/11/2007, a 95 anni
Il campo di apostolato di suor Paolina è
stato il Perù dove ha lavorato per 30 anni
come infermiera e maestra di lavoro. Per
motivi di salute è rientrata in Italia, conser-
vando fino all’ultimo la nostalgia per la mis-
sione. Ascesi e mortificazione, Eucarestia e
Confessione, Parola di Dio e devozione ma-
riana sono stati i pilastri che hanno guidato
le sue scelte quotidiane.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”
ISONNI sr. Petronilla,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
¦ Fortaleza (Brasil), il 19/11/2007,
a 94 anni
Suor Petronilla conosce la Famiglia Sale-
siana attraverso lo zio monsignor Zani, fra-
tello della mamma, che le manda il Bollettino
Salesiano. Nel 1946 parte per il Brasile e lì
svolge la missione di educatrice, catechista,
assistente, condividendo la vita semplice,

5.3 Page 43

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IL MESE
1968: in vigore l’unione
doganale;
Savina Jemina
1991: la Svezia pre-
senta domanda di ade-
sione alla Comunità LE MONETE
europea.
AI TEMPI DI GESÙ
3 luglio 1990: domanda
di adesione di Cipro.
3-7 luglio 1973: ad Helsin-
ki (Finlandia), Conferenza
sulla sicurezza e coo-
perazione in Euro-
pa.
11 luglio 2006:
l’Ecofin consente che
la Slovenia adotti l’euro dal
Luglio
1° gennaio 2007.
13 luglio 1984: accordo franco-
tedesco sull’abolizione dei control-
li alle frontiere.
luglio 1990: Malta presenta
IL BESTIARIO
domanda di adesione alla Comu-
DELLA BIBBIA
nità europea.
IL PELLICANO
DEL DESERTO
17-20 luglio 1979: a Strasburgo
prima sessione del Parlamento
europeo eletto a suffragio univer-
Il pellicano è un uccello lungo da sale diretto.
120 a 170 cm, con apertura alare luglio 1994: a Bruxelles, accordi
da 220 a oltre 300 cm e pesante di libero scambio con Estonia,
attorno ai 15 kg. Sotto il becco Lettonia e Lituania.
giallo, lungo circa 40 cm, ha una
caratteristica sacca dilatabile,
20-21 luglio 1959: Austria,
Danimarca, Gran Bretagna, Nor-
AUREO ROMANO
43
capace di contenere anche 13 litri vegia, Portogallo, Svezia e Sviz- L’aureo, la moneta di maggior
d’acqua, che gli serve come una zera istituiscono l’Efta-Associazio- valore coniata da Roma, è battuto
specie di rete per catturare pesci ne europea di libero scambio.
per la prima volta da Silla nell’87
e poi, per portarli alla nidiata. 20-22 luglio 2001: a Genova, si a.C. e vale un trentesimo di libbra
Nuota con facilità grazie a zampe svolge il vertice G7.
italica (circa 9,11 g). Con Giulio
palmate e vola anche a lungo. L’a- 23 luglio 1952: presidente Cesare, nel 48 a.C., scende a
bitudine a curvare il becco verso il dell’Alta Autorità è il francese 1/40 di libbra; con la riforma di
petto per dare ai piccoli i pesci Jean Monnet (1888-1979); presi- Augusto, nel 15 a.C., a 1/42, e ai
portati nella sacca è all’origine dente dell’Assemblea Comune è tempi di Nerone diminuisce a 1/45
della credenza che l’adulto si feri- il belga Paul-Henri Spaak (1899- di libbra. Resta fisso il rapporto
sca al torace per dare il proprio 1972).
con le altre monete: un aureo cor-
sangue come nutrimento. L’uccello 24 luglio 2007: a Bruxelles, risponde a 25 denari (argento) o
è diventato così simbolo sia del- quarta riunione del Consiglio di a 100 sesterzi o a 400 assi
l’amore degli uomini verso i loro stabilizzazione e associazione tra (entrambi in bronzo). Ai tempi di
figli, sia del sacrificio di Gesù che l’UE e la repubblica di Macedonia. Gesù il valore è molto elevato:
sulla croce è stato trafitto al 25 luglio 1996: Regolamento sulla base della parabola degli
costato. Nella Bibbia è citato solo per aiutare la ricostruzione negli operai mandati nella vigna (Mt
cinque volte. È tra gli animali vie- Stati della ex Iugoslavia.
20,1-15), è la paga di 25 giorni di
tati agli israeliti.
26 luglio 1995: convenzione lavoro. È ovvio che in Palestina
Europol sulla cooperazione tra le non ne circolassero molti esem-
LA NOSTRA
PATRIA EUROPA
1° luglio
forze di polizia degli Stati del-
l’UE.
28 luglio 1977: la Spagna pre-
senta domanda di adesione alle
plari. In ogni caso, gli ebrei ne
evitavano l’uso, perché a loro era
proibito raffigurare ogni effigie
umana (Es 20,4) e perché recava-
1967: entra in vigo-
Comunità europee.
no impresso il volto dell’imperato-
re il trattato che isti-
30 luglio 1952: Lussem- re, quindi ricordavano la potenza
tuisce un consiglio e
burgo è scelta come sede occupante. Tre secoli dopo,
una commissione uni-
provvisoria della Ceca.
Costantino sostituisce l’aureo con
ca al posto delle tre
31 luglio 1961: l’Irlanda il “solido” (dal quale, poi, soldo) in
precedenti (Ceca, Cee
presenta domanda di ade- oro che valeva circa 1/72 di libbra
ed Euratom);
sione alla Comunità europea.
romana (4,5 g).
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

5.4 Page 44

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P RIMA PAGINA
P. Mario Perez sdb
LA LUNGA
STRADA
del domani… certamente, la disperazione sfiora il
cuore dell’uomo; ma il diritto è nato nella pietra
Il cuore del cuore di Don Bosco.
arida ed è stato forgiato nella sofferenza umana:
nella terra nera, tra i ciottoli di lava, nascono le
prime felci. Come una dorsale di speranza il Cen-
tro Don Bosco Ngangi, sin dalla sua nascita nel
1997, ha attraversato la storia della città, restando
Goma, il cuore di tenebra della R.D. Congo, un rifugio nei tempi più bui, e attraversa, con le
la “città nera”, nera la sua terra fatta di sue attività e i suoi 3 centri di accoglienza e di
basalto e ciottoli di lava, gli strati di tutte le formazione, tutta la città di Goma, nel cui tessuto
eruzioni che l’hanno plasmata fino al 2002, nere le palpita il cuore di Don Bosco, quel cuore che ha
sue povere case di legno, le sue baracche, dove permesso l’educazione di migliaia di giovani e
hanno trovato rifugio dal furore delle guerre degli migliaia di riunificazioni familiari. L’educazione,
anni ’90, dalla fame, migliaia di persone, nera la la prevenzione, il diritto di chi non ha diritto sono
sua storia, tormentata, attraversata e calpestata da sempre stati il cuore del cuore di Don Bosco e
tutti gli eventi che hanno sconvolto la regione dei così il Centro Ngangi, in ogni momento della sua
Grandi Laghi, dalle calamità naturali al genocidio storia, non ha mai cessato la battaglia per i cuori
in Rwanda, dalla “guerra mondiale dell’Africa” dei giovani, l’educazione della generazione avve-
all’incessante ribellione dell’Est.
niente, la culla del futuro nella formazione del
44
presente.
>> Che cosa sono i Diritti Umani in queste terre?
Che cos’è il Sistema Preventivo? Ebbene, talvolta, >> Un primo frutto di questa impostazione è stata
riguardando al valore della vita umana qui, si l’esperienza di educazione ai Diritti Umani e di
potrebbe essere tentati di disperare: in un contesto formazione di formatori nel 2005-2006, sostenuto
in cui lo Stato è assente e il suo unico volto è l’e- anche dall’UNICEF, con il quale è stato realizzato
sercito, in cui il godimento di un diritto, anche il un libretto illustrato in lingua swahili per gli allievi,
più elementare, è subordinato al denaro, in cui seguito poi, nel 2007, dai seminari per il corpo
non vi è alcuna visione del futuro, ma solo del docente, organizzati in partnership con associazio-
presente, l’oggi, il carpe diem, che divora la linfa ni locali, Association pour l’Education à la paix e
l’Association Umuseke, per un’educazione
partecipativa tra pari “ai” e “per i” Diritti
Umani, secondo un linguaggio comune e
con esempi della vita quotidiana, perché i
Diritti Umani sono i diritti di tutti e non
un’invenzione elitaria. Nel 2008 il Centro
Don Bosco si prepara, insieme ad
ACNUR (l’agenzia ONU per i rifugiati),
per una nuova formazione di formatori e
per la creazione di una commissione per-
manente, insegnanti-allievi, per la pro-
mozione dei Diritti Umani, con l’organiz-
zazione di incontri, spettacoli teatrali e
musicali per diffondere, rappresentare e
spiegare il sistema preventivo e i diritti
umani. L’educazione ai diritti umani fa
parte integrante del programma scolasti-
co e di accoglienza del Centro Don
Bosco Ngangi: il Sistema Preventivo e i
Diritti Umani sono il cuore del cuore
di Don Bosco.
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BS LUGLIO/AGOSTO 2008

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
UNA STORIA
difficile, il 12 febbraio 2007 è nato
CESSA
SIMILE ALLA MIA Riccardo tra la gioia di tutti. Spe-
riamo che questa nostra espe-
L’EMORRAGIA
Sono la figlia di un exallievo sa- rienza dia speranza a tutti coloro Siamo una coppia della provin-
lesiano, deceduto nel 2005, un che si affidano alla preghiera.
cia di Lodi e fra poche setti-
mese prima del mio primo aborto.
Angela e Roberto Granata mane diventeremo con gioia
Mio marito e io eravamo sposati
genitori. Il nostro bambino non è
da solo un anno, quando deci-
ancora nato, ma è già stato
demmo di cercare d’avere un fi-
glio. Rimasta incinta, persi il
bambino in otto settimane. Tale
NON HO
PIÙ DISTURBI
posto sotto la protezione di san
Domenico Savio. Ci è stato re-
galato l’abitino e ci siamo affi-
perdita e di seguito il lutto per la
morte di mio padre ci gettò in un
Pur essendo sano il cuore, sof-
frivo di fastidiosi disturbi del ritmo
dati alla volontà di Dio, per
intercessione di san Domenico
Michele Rua.
grande sconforto. Riprovammo cardiaco, finché decisi nelle mie Savio. Nel mese di novembre
ancora per avere un figlio. Rimasi preghiere di rivolgermi alla vene- abbiamo scoperto che saremmo
SCOMPAIONO
incinta, ma persi nuovamente il
bambino in sei settimane. Ini-
ziammo numerosi esami; vole-
vamo abbandonare l’idea per un
po’ di tempo. Poi un giorno mia
mamma mi portò il Bollettino Sa-
lesiano, sul quale lessi una sto-
rabile Mamma Margherita, affin-
ché per sua intercessione fossi
guarito da queste aritmie (erano
proprio questi i disturbi che mi
preoccupavano). Sono passati ol-
tre quattro mesi e non ho più ac-
cusato alcun malanno; sono si-
diventati genitori. Seguì una
gravidanza bellissima. Qualche
settimana fa, a causa della pla-
centa previa, mia moglie ha
avuto un’emorragia. Dopo il ri-
covero urgente, i medici vole-
vano intervenire con un taglio
DOLORI ALLE
COSTOLE
Diversi mesi fa ho sofferto do-
lori fortissimi alle costole, a
causa dei quali non riuscivo a
dormire di notte. Mi recai dal
ria simile alla mia. Mi parve un curo d’essere stato esaudito.
cesareo alla trentaduesima set- medico, che mi disse trattarsi
segno dal cielo che m’indicasse
quale via dovevo seguire. Mi misi
timana. Mia moglie stringeva tra
Scarpa Giovanni, Salerno le mani l’abitino del santo e
di herpes, il cosiddetto fuoco
di sant’Antonio. Le cure che
al collo l’abitino di san Dome-
dopo averlo invocato, nel giro di intrapresi non portarono nes-
nico Savio e da quel momento
poco tempo, è cessata l’emor- sun rimedio. Allora cominciai
lo portai fino al mese di settem-
ragia. Ora è a riposo, e il bam- a implorare il beato Michele
bre 2006. Poco meno di un anno
bino nascerà nella trentottesima Rua di aiutarmi. A poco a
dopo, è nata la nostra piccola
settimana, con un parto cesa- poco i dolori diminuirono, fino
Giorgia, grazie alla preghiera
reo. Siamo sereni e confidiamo a scomparire. Intendo ringra-
delle mamme in attesa. La gravi-
nella protezione del Signore, di ziare questo beato sacerdote,
danza non è stata delle più facili,
Maria e di san Domenico Savio, primo successore di don
46 ma oggi alla nostra bambina non
manca nulla e siamo un papà e
che invochiamo con fede. Il no- Bosco, non solo per questa
stro bambino si chiamerà An- grazia ricevuta, ma anche
una mamma felicissimi.
drea Domenico, e speriamo che perché voglio essere fedele
Ghezzi Antonella,
seguirà l’esempio di questo pic- alla devozione ai santi della
Carugate (MI)
colo grande santo. Ci augu- famiglia salesiana, devozione
riamo che tutte le mamme, sempre presente nella mia fa-
TESTIMONI
riscoprendo la figura di questo
UN BIMBO BELLO ragazzo modello di bontà, fede
E SANO COME
e santità, abbiano sempre fidu-
miglia.
Vladimir Shirvin,
DI SPERANZA
FRATELLINO
cia nell’amore infinito di Dio.
Rostov-Don (Russia)
Sia io sia mio marito, avendo fre-
quentato oratori salesiani, cono-
scevamo l’abitino di san Dome-
nico Savio. Io, dopo aver avuto
una prima gravidanza che ha dato
alla luce Gabriele, passati alcuni
anni, ne ho avuta una seconda
che purtroppo non ho potuto con-
durre a termine. Il nostro dolore è
stato offerto al Signore, il quale ci
ha ricompensato dopo soli due
mesi d’attesa, con una nuova gra-
vidanza. Ci siamo procurati l’abi-
tino di Domenico Savio e a lui
abbiamo affidato la nostra crea-
tura, recitando ogni giorno la no-
vena con molta fede. Alla fine dei
nove mesi, carichi di momenti di
preoccupazione, e dopo un parto
M. Romero Meneses Laura Meozzi
LUGLIO/AGOSTO 2008 BS
Desideravamo dare al nostro
bimbo Marco un fratellino o una
sorellina. Sapevamo che avremmo
incontrato varie difficoltà, ma la
nostra fede era grande. Iniziammo
una novena a san Domenico
Savio. Il nostro piccolo Marco di
due anni era felicissimo, sapen-
doci in attesa di un altro bimbo e,
nonostante la sua tenera età,
ogni notte stava al mio fianco, ri-
petendo le preghiere che gli
avevo insegnato. Continuavo a
chiedere a san Domenico Savio
di riuscire a portare avanti la gra-
vidanza e di proteggere il bam-
bino, nel caso nascesse prema-
turamente. Con grande stupore
dei medici, portai la gravidanza
alla 37a settimana senza alcun
problema e senza nessuna cura.
Il 28 dicembre 2005, mentre in
sala operatoria pregavo tenendo
stretto l’abitino, nacque Davide
Domenico, un bimbo bello e sano.
Tra pianti di gioia mio marito e io
uscimmo dall’ospedale, tenendo
tra le braccia il nostro Davide. Lo
portammo a casa da Marco, che
lo attendeva impaziente.
Mascia Lucia, Sinnai (CA)
Invernizzi Donata e Mario,
Lodi (MI)
PREGHIERA
EFFICACE
Mi chiamo Anna e sono nonna di
una bambina. Il 31 luglio 2006,
mentre ero fuori della porta della
sala-parto, ebbi la forte sensa-
zione che non tutto filasse liscio là
dentro, oltre quella porta, dove
mia figlia stava per partorire. Al-
lora, ricordandomi delle grazie
che sempre leggo sulla rubrica
del Bollettino Salesiano “I nostri
Santi”, mi misi a pregare san Do-
menico Savio, affinché mia figlia
partorisse la sua bimba senza
problemi. Fu efficace questa pre-
ghiera. Infatti, come seppi in se-
guito, non tutto filava liscio in sala
parto: la mia nipotina aveva diffi-
coltà a nascere, a causa del cor-
done ombelicale troppo corto. An-
ch’io come tanti altri, ringrazio
san Domenico Savio per la sua
intercessione presso Dio: la ni-
potina, infatti, venne alla luce
sana e bella.
Tripodo Anna, Messina
TORMENTATA
DA OTITE
La mia nipotina Alessia, di ap-
pena un anno e mezzo, tutto l’in-
verno è stata tormentata da una
otite purulenta che, malgrado le
cure, le ha perforato il timpano.
Preoccupatissimi, ci siamo rivolti
con fiducia a san Domenico Sa-
vio. Personalmente mi sono su-
bito interessata per poter avere
un abitino del piccolo patrono dei
bambini. Con grande gioia, nel-
l’ultima visita si è constatato che
la ferita si era chiusa in modo
quasi miracoloso. Prego il caro
santo affinché continui a proteg-
gere con lei anche il fratellino An-
drea e il cuginetto Federico.
Bisnonna Angela, Canzo (CO)
Ptfrlii’eiericrmnnhedlaiaeitccesopataneuzitboossbenidlneipeczdlaoaletezrrlieàolnecnotaoetmepmrnieteeo.otnn.teoSsrnuei

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IN PRIMO PIANO
redazionale
Don
RODRIGUES RIBEIRO
JOÃO CARLOS
Recife, Brasile. Un ispettore
cantautore... Brasiliano di Quipapà
(Pernambuco), classe 1951.
Ha fatto il delegato della pastorale
popolare, il coordinatore della
pastorale vocazionale, il delegato
dei cooperatori; è cantautore.
Ora è superiore provinciale.
• Lei è salesiano, sacerdote e cantautore... beh, sono cose compa-
tibili?
Perché no? Non c’è nulla che impedisca a un salesiano di com-
porre musica e cantarla, dal momento che il Signore mi ha regalato
tra le altre cose anche una voce discreta. E poi chi ha detto che per
parlare alla gente debba usare solo la parola? Non è più bello... “ri-
vestirla di musica”?
• Come si è scoperto musico e cantautore?
In seminario. Ma ho iniziato a comporre e cantare come passatem-
po. Poi, come si dice, “da cosa nasce cosa”, e ho cominciato a fare
sul serio. Insomma ho capito che con la musica avrei potuto evange-
lizzare meglio che con la nuda parola, perché quando cantavo avevo
ascoltatori molto più attenti che non quando parlavo.
• Ed è diventato famoso...
Così dicono, ma non me ne preoccupo più di tanto. M’interessa
unicamente il messaggio che lancio. Ho inciso molti dischi e fatto
molti concerti, ma non mi sono montato la testa: prima di ogni al-
tra cosa sono salesiano e prete. Mi sono circondato di buoni musi-
cisti e ho accettato di fare il girovago cantando le mie canzoni
“cristiane”. Tantissime ne ho composte e le ho cantate in altrettanti
concerti, in 13 anni.
• Ora che è superiore religioso, ha smesso di fare il cantautore?
No. Continuo a essere prete/educatore. Ho solo un impegno in più
soprattutto verso i miei confratelli. Cerco di dare il meglio. Loro mi
capiscono.
• Come svolge questo suo apostolato?
Con un camion speciale, appositamente allestito, che fa anche da
palco. Un palco ambulante, insomma. Lì sopra posso cantare, cele-
brare messa, predicare... Ma lo faccio anche in televisione e attraver-
so la radio.
• Auguri, padre!
Web: http://www.padrejoaocarlos.com.br/home/?principal
LOURDINHA
Al mondo c’è anche Lour-
dinha, una bimbetta graziosa,
minuta, semplice. A vederla da
lontano, di primo acchito potre-
ste scambiarla per un maschiet-
to. Ma no: i tratti sono ingentiliti
e le incipienti curve del seno –
lei non veste canotte – ne de-
nunciano il sesso. Lourdinha se
ne va in giro per le strade del
suo quartiere (abita a Porecatu,
una cittadina ai confini dello
Stato del Paranà) a elemosinare
unicamente un po’ di riso: non
una cioccolata, non qualche
centavos, solo un sacchetto di
riso. Perché mai? La colpa è del
suo papà a cui piace troppo la
pinga o cachaça, un forte li-
quore, distillato dalla canna da
zucchero. Quando ha riso suffi-
47
ciente, con il suo sacchetto
Lourdinha si presenta a un
commerciante e lo baratta con
la pinga. È costretta, insomma,
ad alimentare il vizio del bere
del papà. Non è il massimo del-
l’occupazione per una ragazzi-
na, ma tant’è: papà ordina e lei
obbedisce. Così almeno lo tiene
buono, il che non è poco. Ora
Lordinha è grande, ha un lavo-
ro, una famiglia… e pensa a
quanti bimbi al mondo fanno
quello che faceva lei! Sa che i
suoi figli non lo faranno.
Liberamente tratto da:
“Venga il tuo Regno”
(giugno/luglio 2007)
BS LUGLIO/AGOSTO 2008

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TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
INSERTO CULTURA
di Michele Novelli
Un gioco liberatorio
Il ccp che arriva con il BS non è una
richiesta di denaro per l’abbonamento
che è sempre stato e resta gratuito.
Vuole solo facilitare il lettore che
volesse fare un’offerta.
ATTUALITÀ
di Antonio Giannasca
Second life
ON LINE
di suor Francesca Caggiano
Don Felice Canelli
FMA
di Maria Antonia Chinello
Buone notizie in periferia