Monsignore si congedò poi dai suoi amici,
i coloni, loro promettendo restituir al più presto
le visite, per compier la qual cosa doveva im-
piegare ben due giorni, essendo che i nostri co-
loni italiani sono sparsi qua e là, assai distante
l'una dall'altra famiglia, sovra una superficie di
circa 200 chilometri quadrati .
Nel primo giorno fummo accompagnati in que-
ste visite dal caro D . Tomatis, il quale abita da
dodici anni con quei cari amici dei Salesiani, e
saprebbe non solo condurci ad occhi chiusi alla
casa d'ognuno, ma forse s'arrischierebbe preci-
sare quanti metri disti una casa dall'altra, e per-
fin quanti passi deve fare ognuno di quei coloni
per venire a messa alla nostra cappella ; e so
che non pochi di essi devono impiegare circa
un'ora per venire a piedi alle sacre funzioni, cui
non mancano mai .
La prima cosa che visitammo fu il terreno che
i coloni ci regalarono per erigere proprio in
mezzo alle loro case e capanne una bella chiesa,
dedicata a Maria Ausiliatrice. Monsignore lo trovò
assai bello e proprio adattato per la sua posi-
zione strategica, e fu tutto consolato quando
seppe che questi coloni vanno separando ogni
mese il frutto dei loro sudori, non per cambiare
la loro povere capanne in case, ma per aver
presto la fortuna d'innalzare una casa al Re del
Cielo, casa che è il loro sogno dorato .
Dopo questo si cominciò a visitare una per
una le case e le capanne dei Montaldo, dei Lanza,
dei Ponte, dei Parodi, dei Vigo, dei Càmpora e
via via . In tutte le case vi trovi la stessa fiso-
nomia, cioè la più cattolica che desiderar si possa,
e dirò anche la più salesiana. Ogni casa è or-
nata di quadri religiosi, ma vi campeggia sempre
tra questi l'immagine di Maria Ausiliatrice . Viene
in seguito il ritratto di Don Bosco e quello di
Monsignor Cagliero, collocati sempre in un posto
d'onore .
Monsignore trasecolava a questa scena che si
ripeteva in tutte le case ; e pure questo era ben
poco in paragone di altri piccoli ritratti viventi
che ogni casa possedeva . Alludo ad una turba di
ragazzi, ragazze e bimbi, onde rigurgitava ogni
casa, e, cosa meravigliosa in questo secolo tutto
materialismo , al richiedere che faceva Monsi-
gnore ai signori di quel piccolo popolo, se po-
teva egli sperare che almen qualcuno di quegli
angioletti sarebbe poi regalato a Don Bosco : -
Che dice mai, Monsignore, rispondevano quei
cristiani degni di vivere nel primo secolo della
Chiesa, che dice mai ? . . . Non alcuni, ma tutti,
tutti quanti ; e se il buon Dio ce ne desse il
doppio, tutti, tutti vogliamo offrire a Don Bosco
ed a Maria Ausiliatrice!
Quando si pensa che questa impareggiabile
gente non si contenta di sole parole , ma viene
ai fatti, come lo stiamo provando da dodici anni
in qua, si è costretti ad amar di più quel Dio
che sa cavar piante sì feconde da una terra sì ste-
rile, come è l'America, dove una grandissima parte
di poveri italiani viene a naufragare nella fede .
Ma quello che in modo speciale sorprese dol-
cemente Monsignore si fu un'antica cappelletta
di N. S . della Guardia di Genova, che in un can--
tuccio d'una povera camera di Giovanni Mon-
taldo è tuttora custodita come se fosse una reli-
quia . - E davanti a quest'altarino, prese a dire
il Montaldo, che in quei brutti tempi passati, in
cui non essendovi ancora i Salesiani, niuno tro
vava modo di potersi confessare, nè di udire una
predica , e ciò sia per la troppa distanza dalla
parrocchia, sia per la scarsezza dei preti in al-
lora ; è proprio qui, dice, che, i primi coloni di
queste terre si radunavano la sera d' ogni do-
menica, e, dopo il santo Rosario, si cantavano i
Vespri, e chi la faceva da sagrista, chi da ebdo-
madario, quale da cantore, quale da suonatore ecc .
Oh che tempi erano quelli !
- Bellissimi tempi, soggiunse Monsignore,
tempi che vi hanno meritato la grazia d'aver tra
voi i primi Salesiani, come già tutti voi siete
cooperatori nostri ferventi .
Monsignore finiva quella giornata stanco di
parlare e di benedire, ché il miglior regalo che
essi gli chiedevano , era una benedizione, che
essi ricevevano, in ginocchio, in bel gruppo riu-
nita insieme tutta la famiglia ; ma partiva con-
solatissimo, promettendo a tutti di portar i loro
ossequii a D . Bosco ed al S . Padre.
All'indomani Mons . Ceccarelli Canonico e par-
roco della città , sempre amico e protettore dei
Salesiani, volle avere il piacere di accompagnare
il nostro Monsignore nelle visite delle restanti
case, noleggiando a tal fine egli stesso una bella
e comoda vettura . Ripeteronsi le stesse scene del
giorno innanzi, la stessa fede tutta cristiana di
spiegossi vivamente agli occhi nostri , lo stesso
amore a D . Bosco ed ai Salesiani, amore che essi
cercavano dimostrare, ossequiando in tutti i modi
possibili il caro Monsignore, accomiatandosi dal
quale non solo non si contentavano baciargli l'anello,
ma volevano ad ogni costo che accettasse il loro
obolo, ben sapendo che egli non poteva effettuare il
suo ritorno in Italia senza la limosina dei Coop .
In una famiglia (quella di Ponte) Monsignore
trovossi davanti a sè un quadro incantevole . Il
caro Ponte aveva chiamato da lontan lontano
tutti i suoi fratelli , cugini e parenti, ond' è che
non appena Monsignore pose piè a terra nel
cortile, si vide attorniato da ben trentasei per-
sone, tutte vestite a festa, quand'anche fosse dì
di lavoro, formando come una bellissima corona
di rose, di cui' la più bella era la vecchia madre
del Ponte che, fuor di sè per la nobile visita
ricevuta, ne andava superba tra i suoi figli e
i nipoti . Il Ponte offrì a Monsignore le prime
fragole del suo orto ed il più schietto vino della
sua vigna, e a quando a quando sospirava per
Don Bosco « Oh se fosse anch' egli qua ! » In
Monsignore cresceva a mille doppi la meraviglia,
specialmente quando vedeva tutta quella gente in
ginocchio sul suolo, col capo scoperto, implorando
la benedizione per sè e pei loro bambini, che gli
presentavano anelanti . Si fu tra questa gente che
Monsignore ha dovuto scordarsi per poco d' es-
sere stato nel Chilì, mentre questi bravi coloni
offrivangli una mostra di pietà, la quale non che
chilena deesi chiamar celestiale .