gionevole persuasione d'aver prossimo buon nu-
mero d'Indiani .
2° Incontro cogli Indiani - Diffidenze e accoglienze fe-
stive.
Alle 11 c'inoltrammo in un terreno molto on-
dulato, ed all'una pomeridiana arrivammo ad un
altro torrente più largo e più gonfio del primo,
il quale riuniva fra le sue sponde tutte le acque
di una piccola vallea ; e scorgevansi da lungi le
montagne, dalle quali traeva senza dubbio la sua
origine . - La nostra persuasione d'incontrare
molti Indiani in quelle vicinanze non era stata
inopportuna, perché molti di essi non tardarono
ad apparirci ad un tre quarti di miglio più in-
nanzi . Stavano alcuni sulla sponda sinistra del
torrente, altri sulla sponda destra ed altri final-
mente si diedero a fuggire verso Est, provando
per tal modo d'averci veduti di lontano .
Il dottor Segers, che mi stava a lato, mi pro-
pose d'andare insieme a parlamentare con essi,
onde, possibilmente, evitare che si ripetessero le
tristi scene del giorno 25 . Ottenuto il permesso
dal Capo spedizione, movemmo loro incontro a
cavallo, facendo segnali di pace, col cappello e col
fazzoletto bianco, chiamandoli e dicendo loro in
lingua Tehuelche : yegoa, yegoa (fratello, fratello,
yeper (carne) galletta! Ma essi non intendevano
e incominciarono a far passare le donne ed i ra-
gazzi alla sponda opposta, trasportando le loro ric-
chezze che consistevano in qualche pelle di guanaco .
Ed intanto che noi ci avvicinavamo, due di essi ci
vennero incontro passo passo, colla freccia sul-
l'arco teso in atto di scoccarla contro . Ciò vedendo,
scendemmo ambidue da cavallo e continuammo ad
innoltrarci, tenendoci, per precauzione, sulla sponda
del torrente . Anche i due indiani continuarono
ad avanzare, sempre in attitudine di difesa e di
minaccia insieme .
Manifestamente venivano con intenzione di com-
battere, poiché, giunti da noi ad una cinquantina
di passi, scagliarono una freccia forse più per impau-
rirci che per ferire . - Per nulla sconcertati e
non tenendo conto alcuno del loro atto, alzammo in
alto le mani per far loro comprendere di non aver
arma di sorta, e li invitammo ad appressarsi a noi .
Il dottor Segers fece anche di più : si pose egli a
saltare disperatamente , e, bisogna pur dirlo,
questo suo giuoco infantile assai bene ci valse .
Gli Indiani gettarono lungi archi e freccie ,si
liberarono delle loro pelli di guanaco e tosto ci
furono presso, saltando anch'essi del loro meglio ;
e per dimostrarci la confidenza che avevano in
noi riposta, ci porsero ambe le mani . - In vista
di questi atti tutt' altro che inquietanti, il Capo
spedizione che si era man mano appressato , si
fece anch'esso avanti conducendo seco un soldato
che spiegava bandiera argentina ed altri che por-
tavano cibi e vestiari per regalarne gli Indiani .
I nostri selvaggi protagonisti non compren-
dendo per altro le nostre parole, ci fu forza farci
intendere a mezzo di segnali . Offrimmo loro ta-
bacco , ma non fu aggradito. Mentre stavamo
tuttavia intrattenendoci con essi mimicamente,
ci avvisammo come le genti loro che prima accen-
navano a ritirarsi, venissero man mano approssi-
mandosi, sicchè in breve tempo ne fummo to-
talmente circondati . Era tuttavia in loro il ti-
more di qualche sorpresa e, in conseguenza,
volgevano spesso intorno i loro sguardi inquieti .
Uno però, il più vecchio di tutti, mentre gli al-
tri, chi più, chi meno , prendevano parte alla
nostramucvezion,savcòlemu,
insellate e, meravigliando visibilmente di questo
quadrupede a lui sconosciuto , titubante ne toc-
cava il freno, lo staffe e la sella, guardandoci di
poi con allegrezza e col più ingenuo stupore. Ad
un tratto si avvicinò a me, e mi passò la mano
sul cappello , sul di dietro della testa , sugli oc-
chiali, sulla sottana e sulla braccia, pronunciando
di quando in quando la parola : wich, wich, certo
a manifestazione della sua sorpresa . Il loro lin-
guaggio non è nè Araucano nè Tehuelche . La
pelle hanno color di rame, alti di statura tra un
metro e 85, e 1,90. Usano dipingersi la faccia
con un colore formato di terra cotta e di olio di
lupo marino.
Dopo due ore di mimico intrattenimento ci
accomiatammo da essi, regalandoli prima di pon-
chi e di coperte, esternando loro la nostra in-
tenzione di movere verso il Sud . Con gioia ve-
ramente infantile ci guardavan essi a montare a
cavallo, contemplandoci poi come estatici quando
ci allontanammo .
Traghettammo quindi il torrente che poteva
avere un 25 metri di larghezza, e, al soprag-
giungere della notte , accampammo nel piano,
sempre vigilanti per un possibile attacco degli
Indiani .
In quel giorno abbiamo avuto occasione di con-
statare che costoro non sono poi tanto cattivi
come si suol dipingerli .
Merita una parola di lode il buon dottor Se-
gers, il quale colla sua sagacia e colla sua pa-
zienza seppe ammansire gli indigeni e porci con
esolrincmuazoe,nchlsigor
Lista, moderator prudente , in ogni circostanza,
dello slancio dei suoi soldati .
3° In vedetta - In marcia - I guanachi - Un toldo Indiano
- Cammino faticoso .
Il giorno 2 dicembre, assai di buon'ora, mi feci ad
ascendere un'eminenza allo scopo di scoprire, ser-
vendomi del cannocchiale, i toldi degli indiani coi
quali ci eravamo trattenuti il giorno prima ; ma
non distinsi che poche colonnette di fumo sulla
sponda del mare e, verso occidente, qualche gua--
naco fuggente a tutta corsa come se inseguito .
Ci riponemmo in marcia, e, superata una col-
lina, scendemmo in una valle distante forse tre
miglia di lì, abbattendoci in un altro branco di
guanachi che stavano tranquillamente pascolando,
mentre ad oriente ci apparvero moltissime co-
lonne di fumo che parevano sbucar dal suolo .
Noi credemmo fossero gli Indiani del dì innanzi,
i quali forse non ritenendovisi più al sicuro, ab
bandonassero diffidenti quel luogo, accendendo
fuochi sul loro cammino quasi per segnalare la
presenza di persone sospette nei loro campi . -
Dovemmo presto costeggiare una grande laguna