BS 1930s|1933|Bollettino Salesiano Maggio 1933

Anno LVII - N. 5   1° MAGGIO 1933 (XI)

BOLLETTINO SALESIANO.

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

Sommario: La divozione a Maria Santissima. - Crociata Missionaria. - In famiglia - A zig-zag da l'Alpi al Mare - Da un Continente all'altro. - S. A. R. Luigi di Savoia. - Il Conte Cays, salesiano. - Lettera di D. Giulivo ai Giovani. - Anno santo. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Dalle nostre missioni: Splendide giornate di entusiasmo e di bene - Più avanti a nord e a sud. - Per intercessione dei Beato Don Bosco. - Necrologio.

Alla scuola del Beato Don Bosco La divozione a Maria Santissima

Il Beato Don Bosco fu indubbiamente uno dei più grandi apostoli della divozione a Maria SS.

A lui spetta anzi la gloria speciale di aver popolarizzato il titolo di Ausiliatrice che omai sgorga spontaneamente dalle labbra di migliaia e migliaia di devoti.

Ma dove il Beato è riuscito a sviluppare più ampiamente questa cara divozione è all'Oratorio di San Francesco di Sales. E all'Oratorio di San Francesco di Sales, nei tempi in cui il Beato curava personalmente la pietà dei suoi giovani, noi ci dobbiamo riportare per farci un'idea adeguata della stinta ch'egli ne faceva e del carattere ch'egli vi dava.

Stima che ne aveva il Beato D. Bosco.

Straordinaria ! Dopo la divozione a Gesù Sacramentato, egli riservava il primo posto alla divozione a Maria Santissima. E, rispettando costantemente quest'ordine, non le separava mai; sempre tendendo ad Iesum per Mariam e sforzandosi di condurre le anime per mezzo di Maria a N. S. Gesù Cristo. Un sogno, ch'egli espose ai suoi giovani nel maggio 1862, e che fu riprodotto proprio quest'anno nel Calendario Salesiano inviato a tutti i Cooperatori, gli rese familiare per molto tempo un'allegoria quanto mai significativa. Nel sogno egli aveva visto la Chiesa Cattolica sostenere una lotta colossale ed uscirne vittoriosa perchè il Papa era riuscito ad ancorare la Nave di Pietro fra due colonne emergenti dall'Oceano, una delle quali reggeva la statua di Maria Immacolata con l'iscrizione Auxilium Christianorunt, e l'altra, di proporzioni assai superiori, reggeva invece una grande Ostia con la scritta Salus Credentium!

Nel dicembre dell'anno seguente, 1863, scrivendo ai suoi figli prediletti del piccolo seminario di Mirabello Monferrato, dopo varie esortazioni, raccomandata caldamente la fuga dell'ozio, la frequenza alla Santa Comunione, la divozione e il frequente ricorso a Maria SS., credetelo - soggiunse - o miei cari figliuoli, io penso di non dir troppo asserendo che la frequente Comunione è una gran colonna sopra di cui poggia un polo del mondo; la divozione poi alla Madonna è l'altra colonna su cui poggia l'altro polo.

E l'indomani, ultimo dell'anno, raccolti attorno a sè superiori, artigiani e studenti per la Strenna ch'era solito dare per ogni Capodanno, dopo aver chiesto ai giovani un dono che gli stava sommamente a cuore, l'anima loro, ed aver promesso di consacrarsi tutto generosamente alla loro salvezza, consigliò le due divozioni con queste parole:

Immaginatevi di vedere un gran globo sospeso pei due poli a due colonne. Sopra una sta scritto: REGINA MUNDI; sopra l'altra: PANIS VITAE. Sopra questo globo camminano molti uomini in ogni verso. Ma quelli che stanno presso le due colonne godono di una luce vivissima, mentre gli altri che stanno distanti da esse, cioè nel mezzo del globo, sono in oscure tenebre. Ora vorrei che qualcheduno mi spiegasse cosa voglia dire ciò. Ed interrogò uno dopo l'altro vari alunni che non diedero risposte soddisfacenti. Poi riprese:

Il globo rappresenta il mondo. Le due colonne sono una Maria SS., l'altra il SS. Sacramento. Esse sono che veramente sostengono il mondo, imperciocchè se non fosse di Maria SS. e del SS. Sacramento a quest'ora il mondo sarebbe già rovinato. E gli uomini che vogliono camminare alla luce, cioè per la via del Paradiso, bisogna che si accostino a queste due fonti di luce od almeno ad una. Coloro poi che da esse si allontanano, camminano in tenebris et in umbra mortis.

Il cronista aggiunge che Don Bosco fu interrogato che significasse quell'essere il globo attaccato da una parte alla colonna e dall'altra staccato. Rispose significare che l'una tiene su il mondo per virtù propria (la divozione al SS. Sacramento); e l'altra solo come appoggio. C'è qui tutta la teologia della divozione mariana, subordinata alla divozione capitale del SS. Sacramento e sufficiente anche da sola a salvare le anime, perchè Maria SS. non fa che portare a Gesù i poveri peccatori sviati.

Questo alto concetto ch'egli aveva della divozione verso Maria SS. gli ispirò un apostolato incessante per diffonderla e radicarla nel cuore dei suoi giovani e di tutte le persone cui poteva giungere colla sua parola, coi suoi scritti, coll'influenza delle sue opere, col ministero dei suoi figliuoli. E all'Oratorio, fra i suoi giovani, egli è riuscito a fare a Maria addirittura una posizione sovrana.

Ausiliatrice: Madre, Maestra, Regina!

Don Bosco non si è accontentato di richiamare dal Cielo la grande figura della Vergine come modello passivo della massima perfezione in creatura.

No. Sempre elevando la mente dei suoi giovani al fascino delle sue eccelse virtù, Don Bosco - se ci è lecita l'espressione - non l'ha lasciata in Paradiso la Madonna! L'ha voluta in casa, in comunità coi suoi figli di cui era Madre per tanti titoli, ed ha voluto che i suoi figli la sentissero così, MADRE, nel corso ordinario della vita, presente sempre col suo sguardo materno a vegliarli pel cammino della vita, col suo aiuto spirituale a preservarli dal male ed a sostenerli nel bene, col suo aiuto materiale anche, e prodigioso tante volte, ad alimentare le loro bocche, a provvedere i loro vestiti, a scamparli dal coléra, da malattie, da incidenti di ogni genere. Sede di sapienza per gli studenti, madre del Divino Operaio per gli artigiani, tutta cuore per gli uni e per gli altri.

MAESTRA. « Io ti darò la maestra! » gli aveva detto il Personaggio misterioso nel sogno fatidico, a nove anni. E la promessa fu senz'altro mantenuta: Maria SS. si pose da quell'istante al suo fianco e non lo abbandonò più. Dalla scuola materna di Maria, il povero contadino uscì sacerdote, apostolo, santo! Non gli manca che l'aureola della canonizzazione. Epperò, conscio dell'efficacia di questa scuola soprannaturale, Don Bosco volle iscrivervi tutti i suoi giovani. Se l'osserviamo bene in mezzo ai suoi giovani egli non è che l'interprete della Celeste Maestra. L'autorità della Vergine santa è da lui invocata quando deve dare un consiglio, un'esortazione, un ammonimento. I giovani dell'Oratorio si sentono dire quasi ogni giorno: la Madonna desidera questo; questo alla Madonna non piace. Se domanda ad uno un atto di virtù che gli costa sacrificio, glielo chiede in nome della Madonna. Non passa festa mariana senza che proponga ai suoi giovani l'esempio di Maria SS. nella pratica di qualche virtù. La condotta ordinaria dei giovani è controllata dalla Madonna la quale fa conoscere a Don Bosco molte volte la sua soddisfazione o la sua pena. Agli Esercizi Spirituali è sovente la Madonna che dà i ricordi; la strenna del Capodanno viene pure assai spesso da Lei. Insomma nell'Oratorio di Don Bosco la Madonna ha spiccatissima questa posizione di Maestra che tutti non solo rispettano, ma di cui si preoccupano con affetto di figli. E non si creda soltanto a pie industrie di Don Bosco. Non rare volte il soprannaturale è trasparente nell'intervento di Maria in questo ministero. Le Memorie Biografiche sono ricche di documenti.

Posizione sovrana. Cui manca solo il titolo di REGINA. Ma anche questo venne curato dal Beato Don Bosco, che la volle dipinta Ausiliatrice collo scettro in mano. Così fra i giovani dell'Oratorio Ella era, celeste Regina alla quale si rendeva da tutti l'omaggio quotidiano della preghiera, l'omaggio periodico di speciali esercizi di pietà; di cui si celebravano con rara solennità le feste ed i fasti; cui si consacravano tridui e novene, e l'intero mese dei fiori coli singolare trasporto. Le camerate ornavano un altarino al quale i giovani portavano ceri e fiori, ed ai piedi del quale domandavano la benedizione della Vergine prima di prender riposo. Ricordiamo l'episodio di Domenico Savio che, non disponendo neppur di un quattrino per contribuire all'ornamento dell'altarino, si volle privare di un libro avuto in premio e metterlo in lotteria per guadagnare qualche cosa che servisse all'uopo. Nè tutto si riduceva a pratiche esterne. Don Bosco, buon piemontese, era un uomo eminentemente pratico e l'educazione ch'egli dava ai suoi giovani, anche quella della pietà, era educazione sostanziosa, tutt'altro che sentimentale. Non fiori, ma fioretti costituivano l'omaggio dei suoi giovani alla grande Regina del Cielo. E quindi atti speciali di virtù, correzione o almeno mortificazione di qualche difetto, qualche opera buona, non rare volte slancio straordinario di perfezione...

E per parte della Vergine profusione di grazie e tesori spirituali, soccorsi ed aiuto di ogni genere: Ausiliatrice nel senso più pieno della parola con munificenza regale !

Lo sia anche fra noi. Epperò nel mese dei fiori, la scuola del Beato Don Bosco formi e sviluppi anche in noi la divozione verso Maria SS. in tutto quello spirito e con tutto quel fervore ch'egli ha saputo coltivare così bene mentre passava qui in terra « Apostolo della Vergine Ausìliatrice! ».

CROCIATA MISSIONARIA

BORSE COMPLETE

Borsa DON BOSCO a cura della Casa Salesiana di Firenze. - Somma precedente, 5193 - Una insigne benefattrice che ha conosciuto il Beato Don Bosco, 14.807 - Totale L. 20.000.

Borsa DI BELLA FRANCESCO SAVERIO fondata dalla Sig.ra Brancato Virginia Ved. Di Bella in suffragio del defunto marito.

Borsa GESÙ MISERICORDIOSO a cura della Sig.ra Brancato Virginia Ved. Di Bella.

BORSE DA COMPLETARE

Borsa ANIME DEL PURGATORIO (2a) - Somma precedente, 8934,60 - Cipparoli Elvira, 1oo - Isotta Mioglie, 5 - Marenghi Luisa, 200 - N. N., io - N. N., 5o - Martini Ettorina, io - G. S. di Casale Monf., 10o - Parino Leopolda, 5 - Rizzo Maria, 5o - Rossi Luigia, io - Sorelle Di Francesco, io - Sac. Angelo Celadon, 5o - Totale L. 9534,60.

Borsa ALIQUO' ING. DOMENICO - Somma precedente, 12.000 - Versamento di marzo, 1000 - Totale L. 13000.

Borsa BEATO DON BOSCO (16a) - Somma precedente, 15404,35 - Actis Luigia, 15 - Antonietta Oberti, 20 - Bogliani, Domodossola, 2 - Cornaglia Giovanni, 15 - C. M. p. g. r., 20 - F. G., 5o - Famiglia Ferrero, 5o - Famiglia Triulzi, 5o - Famiglia Segadelli, 12 - Fusarini Giuseppe, 5o - Francesco Scorza, Zoo - Maria Pisanò, io - Ponzoni Carolina, io - Russo Giuseppe, 5 - Russo Carmela, io - Una cooperatrice, 5 - Venturi Vittoria, 400 - Totale L. 16228,35.

Borsa BELTRAMI DON ANDREA (4a) - Somma precedente, 2182 - Cav. Romerio Guglielmo, 20 - Dai salvadenari, 183 - Totale L. 2385. Borsa BORGATELLO DON MAGGIORINO - Somma precedente, 18999,65 - Pardo Prof. Michele, 40 - Totale L. 19039,65.

Borsa CIMATTI DON VINCENZO (3a) - Somma precedente, 519 - Bertotti Rocco, 5o - Totale L. 569.

Borsa « DA MIHI ANIMAS » a cura di un sacerdote, che desidera conservare l'anonimo, perche un missionario salesiano lo rappresenti nell'evangelizzazione degli infedeli, L. 13.300.

Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma precedente, 3480,50 - Ada Oreggi, 5 - Actis Luigia, 15 - Coppo Marina, io - Totale L. 3510,50.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (3a) - Somma precedente, 819,85 - Parino Leopolda, io - Rag. Guido Betta, 67-G. R., 3 -Totale L. 899,85

Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Somma precedente, 1538 - Bussetti Ved. Oberti, 20 - N. N., io - Totale L. 1568.

Borsa DON BOSCO SALVATE I NOSTRI FIGLI - Somma precedente, 6170,50 - Manfredi Gina, 20 - Maria Santancini, 300 - Zanon Fortunata, 20 - Totale L. 651o,50.

Borsa ETERNO PADRE - Somma precedente, 682 - Rinaldi Bianca, io - N. N. con viva riconoscenza al Signore per l'Anno Santo straordinario, Zoo - Totale L. 792.

Borsa GESÙ - MARIA AUSILIATRICE - DON BOSCO (2a) - Somma precedente, 9493 -- Antonia Toneguzzo, 190 - Maria Minatelli, 20 - Rossi Luigia, io - Totale L. 7713.

Borsa GIRA UDI DON FEDELE (2a) - Somma precedente, 580 - Andreoli Arturo, 5o - Totale L. 630.

Borsa GIUDICI DON LUIGI, a cura della Casa di Firenze - Somma precedente, 1998,25 - Una pia benefattrice che ha conosciuto il Beato Don Bosco, 10193 - Totale L. 11991,25.

Borsa LAJOLO DON AGOSTINO - Somma precedente, 595 - Fogliotti Gaspare, io - Totale L. 605.

Borsa LASAGNA MONS. LUIGI - Somma precedente, 7060 - Sac. Crocefisso Zanella, 100 - Totale L. 716o.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (24a) - Somma precedente, 19652,70 - Adele De Paoli, 5 - Antonietta Cavinato, 30 - Actis Luigia, i 5 - Bosco Maddalena, 14 - Di Fant Guerrino, 5 - Edoardo e Maria Ricci, 10 - Castiglione Giuseppina, 5o - N. N., io -Ramella Rina, 5 - Taccone Angela, 50 - Vittoria Martini, 50 - Totale L. 19896,70.

Borsa NOGARA MONS. GIUSEPPE - Somma precedente, 8477,45 - Vitali Lino, 20 -- Avv. Botto Annibale, in morte Cav. Dott. Guido Dianese, 1o; in morte Foratti Pignolo Regina Blessano, 15; in morte De Vit Propetto Teresa, io - Enrichetta Lirutti ved. Chiaruttini, per promessa fatta, 50 - De Toma Germina, io - Valentina Beazzi di Tiezzo, 200 - N. N., io - J anis Giuseppe, 2 - Utile netto rappresentazione teatrale nel collegio Don Bosco di Pordenone, 20 - N. N. io - Totale L. 8834,45.

Borsa PARROCCHIALE MARIA AUSILIATRICE (2a) - Somma precedente, 8618,6o - Dalla cassetta del Santuario, 270 - Totale L. 8888,60.

Borsa PEDUSSIA DON LUIGI - Somma precedente, 165o - Versamento marzo, 625 - Totale L. 2275.

Borsa PICCOLI AMICI DI DON BOSCO - Somma precedente, 2035 - Lucia Vernier, raccolte fra i suoi piccoli allievi, 21 - Totale L. 2056.

Borsa PIO X - Somma precedente, 168,40 - Carola Fagiuoli, 10 - Totale L. 178,50.

Borsa PIO XI (2a) - Somma precedente, L. 79 - Cecilia Bezzi, p. g. r., 25 - Totale L. 104. Borsa PISCETTA DON LUIGI - Somma precedente, 13448,80 - Avv. Tibone, 300 - Ida Gazzera., 55 - N. N., 5o- Rasetti Margherita, 14 - Rasetti Santina, 7,50 - Bellutto Maria, 5 - Graziano Maria, 5 - N. N., 3 - Canuto, 4 - N. N. 1,50 -- Graziano Rina, io - Totale L. 13903,80.

Borsa RICALDONE DON PIETRO (3a) - Somma precedente, 1710 - Maria De Stefanis, 5o - Lenzi Egidio, 20 - Totale L. 1780.

Borsa RICCARDI DON ROBERTO - Somma precedente, 15828,30 - Bassani Maria, io - Totale L. 15838,30.

Borsa ROCCA DON LUIGI, a cura della casa salesiana di Alassio -Somma precedente, 7500 Versamento mese di marzo, 2000-Totale L. 95oo.

Borsa SACRA FAMIGLIA - Somma precedente, 1511 - Gilardi Giovanni, 100 - Totale L. 1611.

Borsa SACRO CUORE DI GESÙ CONFIDO IN VOI (2a) - Somma precedente, 9505 - Can. Dott. Luigi Toschini, 37,50 - Don Unia Carlo, Zoo - Maccaferri Giuseppe, 35 - Carolina Negri, 25 - Actis Luigia, 15 - Coniugi D. L. G. 1500 - Totale L. 11217,59.

Borsa SACRO CUORE DI GESÙ SALVATECI (2a) - Somma precedente, 893960 - Mosca Angela, 5 - Totale L. 8944,60.

Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - Somma precedente, 5059,70 - Rosa Santagostino, 30 - Totale L. 5089,70.

Borsa S. ANTONIO DA PADOVA - Somma precedente, 3174 - Agata Gioni, 5 - Antonietta Transillo, 7 - Totale L. 3186.

Borsa S. FILOMENA - Somma precedente, 13500-N. N., 300-N. N., 5oo-Totale L. 14300

Borsa S. MARGHERITA DA CORTONA - Somma precedente 5532,80 - Margherita N., io - Totale L. 5542,80.

Borsa S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ (boa) - Somma precedente, 16393,20 - Maria Pisanò, 4 - Di Carlo Giuseppina, 70 - N. N., portieria, 20 - Totale L. 16487,20.

Borsa VERSIGLIA E CARAVARIO - Somma precedente, 8406 - Data Maria, io - Totale L. 8416.

Il Giubileo fuori di Roma.

A complemento di quanto abbiamo accennato nel Bollettino di marzo, specifichiamo qui tutte le categorie di persone alle quali il S. P. Pio XI con la Bolla Qui umbratilem vitam estende la concessione del Giubileo fuori Roma:

I. - Dapprima tutte le Monache che vivono in perpetua clausura: e coloro che negli stessi monasteri sono probande o postulanti, o compiono il tirocinio o vi convivono per educazione o per qualunque altra causa legittima, quantunque soltanto per la maggior parte dell'anno. Nè devono eccettuarsi le donne che vi coabitano, ma escono dal monastero o per servizio o per questua.

II. Tutte le Suore di voti semplici, appartenenti ad una Congregazione sia di diritto pontificio che diocesano, quantunque non astrette alla legge della clausura, assieme alle novizie, alle probande, alle educande, alle semi-convittrici, non però le esterne, e a quelle altre persone che hanno con le Suore comune la mensa, il domicilio o il quasi-domicilio.

III. - Similmente le Oblate, o le pie donne che vivono in comunità, quantunque non emettano voti, i cui istituti però siano approvati dall'Autorità Ecclesiastica o in modo stabile o ad esperimento, assieme con le novizie, probande, educande ed altre persone che con esse convivono come si è detto per le Religiose al n. II.

IV. - Tutte le Terziarie, a qualunque Terz'Ordine Regolare appartengano, che convivano sotto lo stesso tetto con l'approvazione ecclesiastica, e tutte coloro che con esse fanno vita comune.

V. - Le fanciulle e le donne che abitano nei Conservatori, quantunque non siano affidate a Monache, a Suore, ad Oblate o Terziarie.

VI. - Gli Anacoreti e gli Eremiti, ma non quelli che, non legati da obbligo di clausura, vivono o in comune o solitari sotto il regime degli Ordinari e ottemperando a certe leggi; bensì quelli che vivono in continua, quantunque non perpetua, clausura e solitudine, dediti alla contemplazione e professano un Ordine monastico o regolare, come i Cistercensi, i Trappisti, gli Eremiti Camaldolesi ed i Certosini.

VII. - I fedeli di entrambi i sessi che sono tenuti prigionieri da nemici, o si trovano in carcere, o scontano la pena dell'esilio o della deportazione, o si trovano condannati al lavoro nelle case penali o vivono in case di correzione: così pure gli ecclesiastici ed i religiosi che sono detenuti, per emendazione, nei cenobii o in altre case.

VIII. - I fedeli di entrambi i sessi, che per infermità o debole salute, sono impossibilitati nel corso del Giubileo a portarsi a Roma o non possono compiere le prescritte visite alle Basiliche; coloro che, o per paga o spontaneamente, assistono in modo continuato gli infermi negli ospedali; coloro che sono preposti alla sorveglianza e all'emendazione dei corrigendi; così pure gli operai che devono guadagnare il pane d'ogni giorno col loro lavoro, ed i vecchi che oltrepassano il 70° anno di età.

Tutti costoro sono ammoniti ed esortali a confessarsi e comunicarsi, ed a pregare secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, cioè per l'incremento della Chiesa cattolica, per l'estirpazione degli errori, per la concordia dei principi, per la pace e la tranquillità dell'umana famiglia.

In luogo poi delle visite alle Basiliche sarà sufficiente che compiano quelle opere di religione, di pietà, di carità che gli Ordinari avranno ingiunto o per sè o per mezzo di prudenti confessori, a seconda delle circostanze e della salute dei singoli e delle speciali ragioni di tempo e di luogo.

Quindi a tutti i sopramentovati, purchè veramente contriti e, durante l'Anno Giubilare, confessati e comunicati, preghino secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, ed adempiano le altre opere da ingiungersi in luogo delle sacre visite, oppure almeno le abbiano incominciate, se sopravvenga un morbo pericoloso, viene concessa l'indulgenza Plenaria del Sacro Giubileo: che potranno lucrare tante volte, nel corso dell'Anno Santo, quante ripetano le opere prescritte.

I confessori hanno all'uopo facoltà speciali.

IN FAMIGLIA

Il Direttore dell'Istituto Salesiano "Sacro Cuore" in Roma Vescovo di Bova

Nel Concistoro segreto del 16 marzo u. s. il S. Padre ha preconizzato alla chiesa cattedrale di Bova il Direttore del nostro Istituto Sacro Cuore di Roma, M. R. Don Giuseppe Cognata.

Mons. Cognata ha 48 anni, essendo nato a Girgenti il 14 ottobre 1885. Fu alunno dei nostri Istituti di Randazzo e San Gregorio; vestì l'abito religioso nel 1902 e fu ordinato sacerdote nel 1909. Resse con tatto squisito i nostri collegi di Trapani, Randazzo, Gùaldo Tadino e, da ultimo, l'Istituto «Sacro Cuore » di Roma, cattivandosi ovunque altissima stima e vivissimo affetto. L'elevazione all'Episcopato estende ora il campo della sua azione a gloria di Dio ed a servizio della Santa Chiesa. E noi, esultando colla Diocesi di Bova, auguriamo a S. E. copia di grazie e di benedizioni. Ad multos annos!

Cooperatori Salesiani elevati all'Episcopato.

Tra i nuovi Pastori recentemente chiamati dalla fiducia del Santo Padre al governo delle diocesi ricordiamo i nostri Cooperatori:

S. E. Rev.ma Mons. Giuseppe Rolla, parroco di Borghetto Lodigiano, eletto vescovo di Forlì; S. E. Rev.ma Mons. Domenico Della Vedova, già Vic. gen. di Foligno, eletto vescovo di Tivoli; S. E. Rev.ma Mons. Giuseppe De Bernardi, già parroco di Volpiano, eletto vescovo di Pistoia e Prato; S. E. Rev.ma Mons. Pietro Tesauri, già parroco di Correggio, eletto vescovo di Isernia e Venafro.

A tutti gli Ecc.mi Presuli umiliamo i nostri più fervidi auguri ed assicuriamo speciali preghiere presso Maria SS. Ausiliatrice ed il B. Don Bosco.

Alle Patronesse, Zelatrici e Cooperatrici Salesiane.

In data 3 marzo u. s. il Comitato Centrale delle Dame Patronesse Salesiane delle Opere del Beato Don Bosco in Torino diresse la sua annuale Circolare di resoconto e programma d'azione alle benemerite Patronesse, Zelatrici e Cooperatrici Salesiane, sparse ormai in mille altre città e paesi.

Dopo le notizie, già da noi pubblicate, sulla nuova Presidente effettiva del Comitato stesso, rivolge tra l'altro il seguente appello, che noi qui riportiamo:

«Ed ora che le nostre forze sono nuovamente in piena efficienza, guardiamo con animo sereno all'opera che possiamo compiere e con cuore ardente ed animo volonteroso mettiamoci al lavoro con zelo ed attività. Il campo è vasto, ma con l'aiuto divino potremo noi pure dare un contributo che si converta in bene prezioso.

» Oltre gli Oratori, gli Orfanotrofi e altri consimili Istituti Salesiani di beneficenza a prò dei giovani poveri ed abbandonati o pericolanti, siano pure oggetto speciale del nostro pietoso interesse le Case di Aspiranti e Novizi, ove si preparano i futuri Sacerdoti educatori e gli intrepidi Missionari.

» Se tutte le opere buone sono lodevoli, quanto più bella e santa fra tutte e sorgente d'infiniti meriti e consolazioni è quella di cooperare alla formazione d'un Ministro di Dio, d'un Missionario, le cui fatiche e preghiere saranno un po' cosa nostra e ridonderanno a bene delle nostre anime per tutta l'eternità.

» E ancora le nostre sollecitudini si rivolgano con sempre maggior zelo al lavoro del Corredo missionario, cioè alla preparazione di sacri arredi, paramenti e sacri lini, e alla provvista di medicinali e di altro materiale occorrente alle varie esigenze delle Missioni...

» L'Anno Santo, che la bontà paterna del nostro grande Pontefice Pio XI largisce a tutto l'Orbe Cattolico, ci sia d'incitamento efficace ad intensificare le nostre attività, pensando che in tal modo le misericordie divine scenderanno più copiose sopra le anime nostre e ci saranno di forza e di aiuto maggiore per continuare l'umile nostro lavoro sotto la protezione della Vergine Ausiliatrice, dalla quale imploriamo le più materne grazie e benedizioni, e sotto l'egida del Beato Don Bosco, nel cui nome ci sentiamo unite per dedicarci all'Opera sua.

» Frattanto, di tutto il materiale del suddetto lavoro per il Corredo missionario, si terrà la solita Esposizione in Torino il prossimo giugno, e si raccomanda che si faccia altrettanto anche nei vari altri centri, secondo la consuetudine degli altri anni.

» In Italia, in alcune città, come a Genova, Firenze, Catania, ecc., si terrà tale Esposizione già in maggio, per potere poi inviare ogni cosa alla suddetta Esposizione di Torino ».

Ecco come è ora composta la Presidenza del benemerito Comitato Centrale:

Presidente onoraria: SUA ALTEZZA REALE LA DUCHESSA DI PISTOIA.

Presidente: Marchesa CARMEN COMPANS DI BRICHANTEAU-MARSAGLIA.

Consiglio delle vice-Presidenti: Contessa ELENA GALLEANI D'AGLIANO DI MEANA -

Sig.ra AMALIA MAZZONis-AJELLO - Sig.ra MATILDE CARPANO-GOVONE - Marchesa

IRENE PALLAVIcINO-MossI DI COLLOBIANO - Contessa LIDIA ROSSI DI MONTELERA - -

LEUMANN Sig.ra MARIA PRATO-AMBROSIONE_

Mostra didattico-professionale.

Nell'interno dell'Oratorio S. Francesco, cioè all'ombra del Santuario dell'Ausiliatrice, si effettuerà, dal 21 al 28 maggio, una modesta Mostra delle Scuole Professionali esistenti nelle case di Torino e viciniori; cioè: nell'Oratorio stesso (sezione artigiani), nelle Scuole Professionali Don Bosco di San Benigno Canavese e nell'incipiente Istituto Missionario « Conti Rebaudengo » di Torino.

Sono state invitate a partecipare tutte le sezioni esistenti nelle case accennate, appartenenti ai vari reparti: arti industriali, arti dell'abbigliamento, arti grafiche.

GARA ARTIGIANA. - Per la medesima circostanza, la Direzione Generale delle Scuole Professionali Salesiane ha indetto una «Gara artigiana » tra gli allievi artigiani degli ultimi corsi delle Scuole Professionali Salesiane d'Italia. Si calcola che le Scuole partecipanti siano un centinaio e i gareggianti qualche centinaio.

Scopo della « Gara » è di abituare i nostri allievi alla ricerca di nuove forme dei prodotti dell'arte propria e di stimolarli maggiormente a divenire abili e moderni artigiani, secondo la mente del Beato Don Bosco e le sagge direttive dell'Artigianato Nazionale.

I soggetti di concorso delle varie sezioni, pur essendo liberi nella forma, sono stati determinati dalla Direzione Generale, e il tempo di esecuzione non dovrà eccedere le 20 ore.

Ai migliori allievi-artigiani di ogni sezione verranno assegnati:

il premio Don Bosco, offerto dal ven. Rettor Maggiore;

» » Artigianato, offerto dalla Federazione Provinciale artigiana di Torino;

»   »   Direzione Generale, offerto dalla

Direzione Gen. delle Scuole Professionali Salesiane.

Oggetti e relativo disegno tecnico, eseguiti da ogni partecipante alla « Gara », saranno esposti durante la Mostra Professionale.

La « Gara artigiana » ha destato, dentro e fuori dei nostri Istituti, il massimo interesse e noi facciamo i migliori voti pel buon successo dell'ottima iniziativa.

A ZIG-ZAG DALL'ALPI AL MARE

TORINO - Casa Madre. - La gradita improvvisata dell'Em.mo Card. Arciv. di Québec (Canadà).

Domenica, 2 aprile u. s., S. Em. Rev.ma il Card. Rodrigo Villeneuve, Arcivescovo di Québec, in Canadà, di passaggio a Torino, si degnava di regalare all'Oratorio una breve ma cordialissima visita.

Accolto con venerazione e profonda gratitudine dal nostro Rettor Maggiore, dai Superiori e dai giovani studenti ed artigiani, al suono della banda, S. Eminenza sostò presso il monumento di Don Bosco ed ascoltò un devoto e affettuoso indirizzo di omaggio in lingua francese che un giovane studente lesse a nome di tutti i compagni. Presa poscia la parola, S. Eminenza si disse assai lieto di aver potuto soddisfare un suo vivo desiderio visitando la nostra casa madre, il centro delle opere del Beato Don Bosco; e si rallegrò coi giovani per la felice sorte che hanno di formarsi alla scuola di un educatore il cui metodo ammirabile egli aveva potuto apprezzare attraverso lo studio pubblicato dal nostro D. Auffray. Erede della cattedra tenuta un giorno dal Card. Bégin, grande amico dei Salesiani, S. Em. sentiva di averne raccolto pure l'affetto verso i figli di Don Bosco. Godeva S. Em. di constatare che la devozione al Papa così profondamente inculcata dal Beato Fondatore, vibrasse con tanto entusiasmo nel cuore dei giovani e si augurava che nella loro vita avvenire conservassero questa unione di mente e di cuore col Padre e Pastore supremo perchè solo così avrebbero salvato il tesoro dell'educazione religiosa ricevuta all'ombra di Maria Ausiliatrice. Lungi dal Papa non c'è infatti chiesa, non c'è religione. Invocata l'assistenza dalla Madonna, S. Em. impartì la benedizione e salì alle camere del Beato Don Bosco, donde passò col nostro Rettor Maggiore in rapida visita dalla Cappella Pinardi alla Basilica di Maria Ausiliatrice, sostando a pregare presso l'altare della Vergine e presso l'urna del B. D. Bosco.

FRASCATI - Convitto Villa Sora. - Azione Salesiana.

Il 9 marzo u. s. la Diocesi Tuscolana, pur partecipando annualmente ai Convegni interdiocesani dei Cooperatori Salesiani a Roma, ha voluto per la prima volta tenere nel Convitto « Villa Sora » di Frascati un Convegno di Decurioni e Zelatori delle sue nove Parrocchie. Oltre a quasi tutti i Rev.mi Parroci, vi sono intervenuti anche alcuni tra i più zelanti Cooperatori laici.

L'adunanza è stata onorata dalla Benedizione del Rettor Maggiore, Sig. Don Ricaldone, dalla presenza dell'Ispettore

D. Festini e da una cordialissima adesione del Rev.mo Mons. Vicario Generale della Diocesi, impossibilitato ad intervenirvi proprio all'ultimo momento. Dopo la costituzione dell'Ufficio Diocesano nelle persone del Rev.mo Mons. Venturini quale Direttore e del Rev.mo Can.co Ciuffa Don Mariano quale Segretario, sono state prese delle pratiche deliberazioni per un maggiore risveglio dello spirito salesiano specialmente in merito all'educazione della gioventù ed allo sviluppo delle vocazioni ecclesiastiche, alla diffusione della Buona Stampa con le Letture Cattoliche, e ad una più intensa cooperazione alle varie opere dell'Azione Cattolica nelle singole Parrocchie.

FIRENZE - Per le Missioni Salesiane.

È giunto da Firenze alla Casa Madre di Torino il primo contributo all'Esposizione annuale indetta dal Comitato Centrale Dame Patronesse, a favore delle nostre Missioni. Il semplice elenco dei lavori eseguiti basta a dimostrare l'attività del Comitato salesiano di Firenze al quale protestiamo fin d'ora la gratitudine nostra e dei nostri missionari:

5 pianete - 3 stole - un velo omerale - 9 tovaglie - 2 sotto-tovaglie - 3 camici - 3 cordigli - 7 cotte - 22 amitti - 29 corporali - zio purificatoi - 36 manutergi - 82 palle da calice - 4 conopei da pisside - 5 conopei per ciborio - 8 borsette - molti indumenti di lana e di cotone per ragazzi, e un altarino completo - una teca d'argento e un vassoino dorato per la Comunione.

Il tutto per un valore approssimativo di circa L. 5ooo. All'elenco devono essere aggiunte due casse di medicinali ottenute da farmacisti.

Sappiamo che altri centri importanti come Catania, Genova, ecc., allestiranno per maggio l'esposizione locale. Ci auguriamo di cuore che la loro generosità pareggi i bisogni ingenti delle nostre Missioni.

MORIALDO-BECCHI - Presso la casella natia del B. Don Bosco.

Si è ormai ufficialmente costituita una promettente sezione della Associazione Giovanile Cattolica Parrocchiale «Beato Cafasso ».

La nuova sezione, che forma i giovani effettivi ed aspiranti proprio là dove Don Bosco fece della sua giovinezza il primo apostolato, ha preso il nome dal giovane che meglio corrispose alle cure del grande Apostolo della gioventù: «Domenico Savio ». Ha incominciato ufficialmente la sua vita dal 12 marzo u. s., dopo alcuni mesi di preparazione intesa a dare ai giovani la retta coscienza degli impegni che assumono. E lo ha fatto in forma solenne. In un salone della Casa « Maria Ausiliatrice », presenti i Salesiani, i Vice-presidenti di Zona e le famiglie dei soci, il Prevosto Vicario Foraneo di Castelnuovo, Teol. Nizia, compì la cerimonia della consegna delle tessere e rivolse opportune parole di compiacimento e di incoraggiamento, che offersero lo spunto a paterne esortazioni del direttore D. E. Fracchia e ad un caldo discorso del rag. Guarina. La scolaresca della frazione, diretta dalla maestra Rosa Sandra Bordiglia, rallegrò la cerimonia con una graziosa accademia musico-letteraria.

Così il Beato Don Bosco rivive fra la gioventù della sua borgata, che riprende, colla primavera, la caratteristica animazione omai tradizionale dei frequenti pellegrinaggi al Santuario di Maria Ausiliatrice.

PENANGO MONFERRATO (Alessandria) - La festa del Papa.

Il nostro Istituto Missionario di Penango Monferrato ha scelto il giorno della festa liturgica di S. Giuseppe per celebrare i fasti del Pontificato di S. S. Pio XI e dare una pubblica manifestazione di venerazione e di amore al Papa delle Missioni. I 17o giovani Aspiranti Missionari vi si erano preparati da oltre un mese con un ampio programma elaborato nelle Compagnie del SS. Sacramento, di Maria SS. e di S. Luigi. Con opportune letterine tutti erano riusciti a farsi regalare dai proprii parenti mia vita del Santo Padre onde raccogliere episodi e documenti per una gara di componimenti destinata a partecipare al concorso indetto da Lo Scolaro di Genova. Il 19 marzo, poi, chiusi i lavori delle Compagnie, si raccolsero nel teatrino per assistere alla proiezione del film della Conciliazione che accrebbe a mille doppi il loro entusiasmo.

L'indomani mattina preghiere e Comunioni furono la prima e più preziosa offerta al Santo Padre. Fu invitato a cantar Messa il Parroco locale e l'oratore della circostanza accostò la figura del Sommo Pontefice a quella del glorioso Patriarca traendo da interessanti analogie motivi di venerazione e di fiducia nel « dolce Cristo in terra ». Dopo le funzioni del pomeriggio, in una riuscitissima accademia, tanto la vita, quanto le opere principali del Santo Padre Pio XI furono richiamate ed esaltate in versi e prose d'occasione, alternati dall'Inno Pontificio, dalle « Adclamationes » e da altri canti, osannanti al Vicario di Cristo. Di magnifico effetto i quadri plastici riproducenti i momenti più salienti della vita del Capo degli Apostoli, mentre alunni delle diverse classi del ginnasio ne declamavano il testo evangelico, in italiano, in latino ed in greco. Un solo desiderio rimase insoddisfatto: quello di poter far sentire al Santo Padre direttamente tutto l'affetto che vibrava in quel giorno nei cuori di quei figli che, nella preghiera e nello studio, si preparano a dilatare il Regno di Cristo.

SAN CATALDO - Oratorio Salesiano -- La festa del Papa.

Domenica 12 febbraio u. s. s'inaugurò la nuova Associazione Giovanile di Azione Cattolica «Beato Don Bosco» con una grandiosa festa del Papa. Alle ore 8,30 celebrò la Messa della Comunione generale alle associazioni giovanili il Rev. P. G. Rizzo - Assistente Federale e V. Rettore del Seminario Diocesano - il quale rivolse calde parole di circostanza, benedisse e consegnò il distintivo ai soci e distribuì il Pane Eucaristico a ben 225 giovani.

La sera alle ore 18 nel teatrino dell'Oratorio si svolse una solenne accademia.

Oratori ufficiali furono: il Rev.mo Can. Giuseppe Calì e l'Avv. Giuseppe Alessi i quali tennero sospeso l'uditorio con due poderosi e geniali discorsi, il primo sul Papa Maestro della Fede, il secondo sul Papa Maestro di civiltà.

La numerosa Schola Cantorum dell'Oratorio eseguì pezzi scelti d'occasione e l'inno al Papa.

TORINO - Monterosa. - Oratorio "Michele Rua".

L'obiettivo ha colto questa volta sessanta bocche di vispi frugoletti intenti a consumare una buona refezione. Appartengono alle famiglie più povere dell'Oratorio e dicono collo sguardo la loro riconoscenza ai vari benefattori che, colle loro offerte, hanno permesso ai Salesiani di allestire quotidianamente nel periodo invernale una modesta mensa per supplire alle strettezze delle singole famiglie. La provvida iniziativa è frutto di quello spirito di carità che regna nell'Oratorio « Michele Rua, » il quale accoglie ogni domenica oltre cinquecento giovinetti e li cura attraverso fiorenti associazioni, dai più piccoli ai più grandi, con tutte le risorse del sistema di Don Bosco.

CASTEL SANT' ELIA (Viterbo). - Festa del Beato Don Bosco.

Anche quest'anno lo zelante Arciprete D. F. Marcacci ha organizzato una bella festa ad onore del Beato Don Bosco per la domenica 5 marzo. Grazie ad un triduo efficacissimo predicato dal salesiano Don Gallini, la festa assunse un carattere spiccatamente eucaristico alla Messa della Comunione generale celebrata da S. E. Rev.ma Mons. Olivares, vescovo di Nepi e Sutri. Vi intervenne anche il Circolo « Giosuè Borsi » di Nepi quasi in pio pellegrinaggio, conducendo un socio malato da oltre un anno che con vivissima divozione chiese al Beato Don Bosco la grazia della guarigione.

Il segretario di Mons. Vescovo ci assicura che da quel giorno le sofferenze del paziente sono cessate e si spera che non ritornino più.

Tanto alle funzioni del mattino come a quelle della sera prese la parola Mons. Vescovo entusiasmando il popolo cogli esempi della vita del Beato Don Bosco e spronandolo non solo alla confidenza nella sua potente intercessione, ma ancora all'imitazione delle sue virtù.

COSTARICA - Cartago. - Due date memorande nelle Feste Giubilari.

Dalla cronaca delle Feste Giubilari celebrate dal nostro Collegio di Cartago nel XXV della sua fondazione, rileviamo la particolare solennità che ha assunto la distribuzione dei premi e l'omaggio speciale reso a S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo ed al Clero cittadino.

La premiazione.

L'anno scolastico professionale si chiuse solennemente alla presenza dell'Ecc.mo Sig. Sottosegretario all'Educazione Pubblica, Dott. Teodoro Picado, del Governatore della Provincia, Dott. Raffaele Lauro Calvo, del Coman dante della Piazza, Colonnello Coto, del Reggente la Legazione d'Italia, sig. Felice Scaglietti, del fior fiore della cittadinanza e di una foltissima schiera di genitori e parenti dei ragazzi.

Sua Eccellenza il Conte Vittorio Marcello Negri, Ministro d'Italia in Panamà e Costa Rica aveva generosamente concorso ai premi inviando una serie completa di attrezzi per ebanista. Le principali case commerciali della Capitale e di Cartago avevano concorso generosamente alla premiazione. Alle 12 s'era tenuto il banchetto di omaggio al Sottosegretario e alle Autorità. La festa dei premi (bellissimo il programma tipografico) era dedicata all'Ecc.mo Signor Presidente della Repubblica, Dott. Riccardo Jimenez Oreamuno, che non potè intervenire per un lutto familiare recente. Ai brindisi il Direttore D. Lunati ringraziò pubblicamente il

Supremo Governo per l'appoggio offerto all'opera salesiana nei 25 anni di vita e il Presidente della Giunta dell'Ospizio degli Orfani per la grande fiducia che dimostrava ai Salesiani. Risposero entrambi con felici improvvisazioni nelle quali ringraziarono a loro volta i figli di D. Bosco per il proficuo lavoro speso nei 25 anni di attività salesiana a beneficio della Costarica. Le spontanee e cordiali dichiarazioni dei due uomini di stato (il Presidente della Giunta dell'Ospizio nostro sig. Dott. Arturo Volio y Jimenez è Presidente della Camera dei Deputati) lasciarono la più consolante impressione.

Al mattino s'era ricevuto solennemente il rappresentante del Governo e s'era inaugurato un nuovo padiglione della scuola tipografica e l'esposizione dei lavori d'esame degli alunni.

Ben tredici furono i diplomati nei rami di tipografia, sartoria, calzoleria, ebanisteria e meccanica.

Piacque assai nella solenne tornata dei premi il coro « Oh Signor che dal tetto natio... » di Verdi, cantato con buon gusto in italiano dai minuscoli artisti e chiamò l'attenzione il fatto di aver presentato nel programma l'esecuzione di pezzi di musica per opera, dai due distinti corpi musicali del collegio, la banda degli effettivi e quella degli allievi del primo anno, che poi si fusero insieme nel pezzo finale con magnifico, grandioso effetto.

Un solenne omaggio all'Arcivescovo e al Clero fu tributato dal nostro collegio di Cartago la domenica 23 di ottobre. Bisogna ricordare che 25 anni or sono, quando arrivarono i Salesiani a Cartago, era parroco di detta città il Rev.mo Sacerdote Don Raffaele Ottone Castro che oggigiorno copre la più alta carica ecclesiastica essendo appunto l'attuale Arcivescovo di San José. Nè va dimenticato che il nostro collegio fu edificato dall'indimenticabile Sac. Don Gioachino Alvarado e aiutato sempre da altri pii sacerdoti fra i quali saranno per sempre in benedizione i RR. Don Apollonio Gutierrez, Don Vittoriano Mavorga e Don Francesco Calderon.

Ecco perchè il Direttore volle che una spe ciale data delle Feste Giubilari fosse dedicata all'Ecc.mo Arcivescovo e al Clero.

La giornata riuscì solennissima, dal ricevimento del Prelato alle ore 10 a. m., al banchetto, alla tornata accademico-drammatico-musicale che alle 5 poni. terminava fra la soddisfazione comune.

L'Ecc.mo Prelato era circondato da tre reverendissimi Canonici (uno dei quali, il Rev.mo Don Riccardo Zuniga, nel 1887 aveva avuto la fortuna di esser benedetto dal Beato nostro Don Bosco in Roma), da vari parroci e viceparroci, dal Superiore dei Domenicani, dal Rappresentante dei PP. Cappuccini, dall'attuale Parroco di Cartago Don Anton Maria Rojas, nonchè dalle Autorità provinciali e cittadine, fra cui spiccava il Governatore e il Presidente della Giunta del nostro Ospizio summentovati.

I nostri 15o giovanetti, ben preparati all'uopo, al mattino avevano offerto la Comunione Generale per il veneratissimo presule diocesano e alle 10 avevano eseguito in canto gregoriano corale la Messa degli Angeli.

Come ricordo della indimenticabile giornata fu offerto all'amato Presule, un pregiatissimo lavoro della nostra scuola di falegnameria ed ebanisteria; l'organo della Archidiocesi El Mensajero del Clero si fece eco entusiasta della dimostrazione di stima e riconoscenza salesiana, così come anteriormente aveva voluto dedicare tutte le pagine del suo numero del mese di agosto a celebrare il 25° dell'arrivo dei Salesiani nella Repubblica di Costarica.

FRANCIA - Maretz. - Istituto per le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico.

Maretz, grazioso paese di 2400 anime, ai confini dei dipartimenti dell'Aisne e del Nord, a 4 km. da Clary, 25 da Cambrai e vicinissimo a Busigny, importante centro di comunicazione della rete del Nord, ha accolto nello scorso autunno l'« Opera delle Vocazioni Tardive » che già fioriva in Belgio a Melles-le-Tournai.

L'Ecc.mo Arcivescovo di Cambrai, che da tanto tempo la desiderava nella sua Archidiocesi, ne ha dato con gioia l'annunzio al suo Clero, invitando i Parroci ad indirizzarvi i giovani nei quali si sviluppasse, ad età già un po' inoltrata, la vocazione allo stato ecclesiastico.

Ai Salesiani poi affidò immediatamente anche la cura delle anime assegnando loro la Parrocchia colla nuova chiesa parrocchiale che ha una storia gloriosa. E infatti la terza che sorge ad attestare la pietà dei fedeli. La prima fu distrutta nel 1712 nella guerra degli Imperiali contro la Francia; la seconda fu rasa al suolo dalla Rivoluzione del 1793; l'attuale, saltata in aria durante la grande guerra, fu ricostruita dopo i trattati di pace e benedetta nel '930.

L'Istituto, convenientemente adattato allo scopo prefisso, fu in pochi mesi ampliato, fino ad ospitare 75 belle vocazioni. Vi hanno contribuito generosamente anche l'Em.mo Card. Liénart e le LL. EE. i Vescovi di Chalòns e di Verdun. Le speranze della Chiesa riceveranno qui quella formazione che ha già una tradizione. di ottimi successi. Poichè in un quarto di secolo, quest'Opera delle Vocazioni Tardive ha già dato 9o sacerdoti e 130 seminaristi o novizi.

S. A. R. LUIGI DI SAVOIA Duca degli Abruzzi

Il 18 dello scorso marzo, confortato dai SS. Sacramenti e da una speciale benedizione del S. Padre, nella Somalia italiana, nel paese che porta il suo nome, lasciava la terra per la Patria celeste S. A. R. Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi. Il lutto che ha colpito la Nazione, ebbe un'eco speciale nella famiglia salesiana perchè S. A. R. l'ha più volte onorata di auguste testimonianze di benevolenza. Nel 189o, in uno suoi celebri viaggi, sostando a Puntarenas, regalò ai Salesiani una visita cordialissima. Accolto con straordinario entusiasmo, si interessò minutamente delle condizioni e della corrispondenza degli Indii; assistette con edificante contegno alla Messa domenicale ed alla predica del nostro D. Beauvoir, e, nel congedarsi, lasciò una bella offerta per le Missioni ed un magnifico tricolore italiano che venne tosto inalberato tra gli evviva di tutti i presenti.. Pochi giorni dopo, S. A. ebbe la triste notizia della morte del padre suo, il Principe Amedeo, e Don Beauvoir si affrettò all'incrociatore « Amerigo Vespucci e per presentargli le condoglianze e celebrare la Santa Messa. In altri contatti colle Opere Salesiane, S. A. fu sempre largo di ammirazione e di plauso. L'anno scorso poi si degnò di visitare la nostra Scuola Agricola di Cumiana e di intrattenersi affabilmente col nostro Rettor Maggiore, coi Superiori e coi giovani Aspiranti Missionari, lieto di ammirare la scuola modello che prepara i tecnici agrari per tutte le Missioni salesiane. In dicembre ancora, prima di, ripartire per l'Africa, ricevette con grande cordialità il nostro esploratore professor Don Alberto M. De Agostini il quale gli fece una relazione dettagliata delle sue ultime esplorazioni. E S. A. ricordando con commozione l'omaggio fattogli nel 1923, coll'imposizione del suo nome ad uno dei monti più importanti della Terra del Fuoco ad un magnifico ghiacciaio ed un grazioso lago, rinnovò a Don De Agostini l'espressione della sua più viva gratitudine e gli offerse la fotografia coll'autografo che riproduciamo. L'esploratore del Polo Artico, l'ardito navigatore, il pioniere della colonizzazione, vive ora nel cuore della Patria e nell'ammirazione del mondo; ma avrà sempre un gran posto nei collegi salesiani ove l'augusta figura brillerà ai giovani fascinatrice ai nobili ardimenti delle sublimi conquiste della virtù e del sapere.

NEL CENTENARIO DELLE CONFERENZE DI SAN VINCENZO Il Conte Cays - Salesiano.

A unirci, per quanto meschinamente, alla mondiale commemorazione del Centenario delle Conferenze di S. Vincenzo - maggio 18331933 - ci torna a proposito di accoppiare al nome glorioso di Federico Ozanam quelli di Don Bosco e del salesiano conte Cays zelatori fervidi delle Conferenze a Torino.

Fare qui una biografia di Ozanam, indugiarci a narrare nei particolari come l'Opera provvidenziale incominciò e si sviluppò, non sarebbe proporzionato a questo periodico. D'altronde, il fondatore e le sue Conferenze hanno ornai una copiosa letteratura quale si meritano.

L'appellativo trae la sua origine da conferenze che il giovane laureato, appoggiato da altri sette compagni, teneva a Parigi ogni settimana in una sala con libero accesso, attrezzato com'era nelle discipline filosofiche, teologiche e storiche, così da rimanere vittorioso dinanzi alle obiezioni che gli venivano lanciate.

Ma presto poi anch'egli ebbe a convincersi che questo sistema di concorrere alla salvezza sociale coll'aridità della scienza e delle teorie riesciva in fondo negativo e che bisognava invece operare fra gli umili, fra i poveri facendo risplendere nel inondo la luce della carità cristiana, che è verità.

Detto fatto! Nell'ultima delle Conferenze a base di chiacchere i soliti intervenuti posarono lo sguardo, nell'angolo della sala, su un mucchio di legna che doveva servire ad alimentare la stufa. Con Ozanam a capo si caricarono la legna sulle spalle e la portarono a un malato che sapevano soffrire freddo e fame nella soffitta di quella stessa abitazione.

Così ebbe inizio il soccorso dei poveri a domicilio; così si incominciarono a vedere ricchi, titolati, nobili, affratellati ai poveri, ai malati nelle loro stamberghe. Fu una evangelizzazione universale che in poco tempo si estese al mondo intero, producendo un prodigioso avanzamento spirituale nei beneficati e nei benefattori.

Federico Ozanam rimane così una delle glorie più fulgide della Chiesa e della società civile. Egli ha rivendicato il suo essere fattivo alla vera carità, proclamando colle sue Conferenze che, non cogli spettacoli, non colle ruote della sorte, nè colle danze procaci la si esercita, ma col sacrificio e coll'umiliazione personali.

Che lo spirito dell'Opera di Ozanam trovasse corrispondenza con quello dell'Opera di Don Bosco è facile comprendere, mentre tutte e due tendevano a salvare le anime col prestigio della carità. Perciò Don Bosco, prima ancora che nel 185o si radunassero i sette distinti personaggi nella sagrestia dei SS. Martiri per la fondazione delle Conferenze a Torino, era stato largo ad essi di norme e di consiglio. Invitato, intervenne a detta adunanza e a tante altre che si susseguirono, rivolgendo ai soci, a più riprese, la sua parola animatrice ed esortatrice per mantenerli, specialmente verso i poveri visitati, in quella integrità di tratto confacente a così santa istituzione e raccomandando che a questi e ai figli loro dimostrassero interessamento e amore paterno. Per molti anni inoltre intervenne alla grande adunanza generale che nel dicembre tenevasi solennissima ora nella chiesa dei SS. Martiri ora in quella dei Mercanti; e ogni volta prendeva la parola.

Fu quindi socio attivo: rimanendo tale, lo fu ; poi onorario, probabilmente dopo il 1852, coll'arcivescovo Mons. Fransoni e con Silvio Pellico. E certo però che questi fu anch'egli socio attivo. Infatti in un Verbale del 25 luglio 1850 si legge che fu accolto come membro attivo « il signor Silvio Pellico ». A fianco del Verbale vi è un segno per richiamare l'attenzione su questa ammissione.

Don Bosco e il Pellico consolidavano così la loro amicizia nella intimità della beneficenza cristiana.

Molto del bene deve aver risentito l'opera delle Conferenze di Torino dall'appoggio di Doli Bosco: ne è prova quanto si legge al capo VII del volume IV delle Memorie Biografiche scritte dal nostro Don Lemoyne:

« Il 6 maggio 19oo, quattrocento confratelli della Società di S. Vincenzo de' Paoli si radunavano nella casa salesiana di Valsalice per assistere a una divota e religiosa funzione presso la tomba di D. Giovanni Bosco.

«Essi commemoravano il cinquantesimo anniversario della Istituzione delle Conferenze in Torino e in Piemonte. S. E. il Cardinal Richelmy celebrava la S. Messa e distribuiva il pane Eucaristico. I rappresentanti delle Conferenze erano in maggior parte operai e agricoltori. In una sala di Valsalice tenevasi una plenaria adunanza e poscia i confratelli sedevano a lieta agape. E s'inneggiò più volte a Don Bosco le cui ossa dovettero esultare nel trovarsi in mezzo a quel trionfo della carità ».

L'esempio del Padre fu raccolgo dai figli. In Torino anche i Salesiani partecipano alle Conferenze., Si può dire che, altrove, nelle Case e nelle parrocchie non mancano. Perfino i nostri Missionari, in mezzo a tanto lavoro e a tante angustie ne curano la fondazione. Il carissimo Don Cimatti, superiore alle Missioni del Giappone in una lettera al nostro Rettor Maggiore, pubblicata nel Bollettino del febbraio scorso, scrive fra altro:

«Amici nostri gli umili ed operosi elementi della Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli di Miyazaki, i quali con vera abnegazione vanno alla ricerca delle miserie materiali e morali, che il paganesimo produce e trascura ». E a documentare questa asserzione univa la fotografia, nel detto Bollettino riprodotta, di «un fervente zelatore delle Conferenze di S. Vincenzo de' Paoli di Miyazaki ».

Dell'amicizia che, anche in causa delle Conferenze legò Don Bosco e il Pellico ebbe poi a godere il conte Cays, pel quale essa addivenne più tardi paternità.

Prima però di presentarlo zelatore di esse, fa d'uopo qualche cenno biografico di questo nobiluomo; anzitutto perchè la maggior parte dei nostri odierni Cooperatori non conoscendolo, non potrebbero valutarne il merito, poi perchè essendo ricorso nell'ottobre 1932 il cinquantenario della sua morte, intendiamo di fargli doveroso omaggio intrecciando il suo nome a quello di Ozanam e di Don Bosco.

Carlo Alberto Cays conte di Giletta e Casellette nato a Torino il 21 novembre 1812, studioso, coltissimo, laureato in giurisprudenza, sposato nel 1837 a distinta nobildonna, rimastone vedovo dopo otto anni, dedicò il cuore e l'ingegno alla cristiana educazione dell'unico figlio Luigi e all'amore operoso di Dio e del prossimo.

Fu deputato al Parlamento subalpino dal 1851 al 186o ove fece udire la sua eloquente parola anche in difesa dei sani principi e dei diritti della Chiesa e d'onde si ritirò ritornando a vita privata quando vide che la politica rivoluzionaria attentava contro il cattolicismo. Rimase però assai stimato e caro a tutti, compreso il Sovrano e la Reale Famiglia cui aperse il suo castello di Casellette durante il colèra del 1854.

E qui interviene una di quelle metamorfosi di cui si serve la Provvidenza per porre sulla via; già da essa assegnata, la sua creatura che, dinanzi al bivio, l'aveva errata.

Pare che il conte vagheggiasse l'idea del sacerdozio subito dopo la sua vedovanza. Circostanze di varia natura lo fecero allora desistere; ma coll'andar del tempo il desiderio si accentuava, tanto che, adescato per la sua frequenza agli Oratori di D. Bosco che lo ebbero sostenitore, patrono, catechista e per la devozione che gli nutriva, finì per aprirgli il cuore e chiedergli di accettarlo in Congregazione.

Il dialogo che ne seguì fu lungo; e in esso non si saprebbe se più ammirare il contradittorio birichino di D. Bosco, inteso a scrutare il vero spirito del conte, oppure la vigile fermezza di questi contro le avanzategli difficoltà, quella compresa dei suoi 64 anni.

Intesi di soprassedere per dar luogo alla preghiera, il conte pochi giorni appresso attendeva nell'anticamera di Don Bosco, quando successe sotto i suoi occhi il noto fatto prodigioso della bambina Giuseppina Longhi che, presentata tutta rattrappita, impotente a reggersi e parlare, a D. Bosco per una benedizione, dalla madre piangente, rientrò nell'anticamera tutta giuliva, completamente guarita, dopo che il venerato Padre l'aveva incoraggiata e benedetta. Ne fu tanto impressionato e commosso il conte che pregò D. Bosco ad accettarlo senz'altro in Congregazione e ne fu esaudito, quantunque si trattasse di eccezione affatto straordinaria.

Entrò all'Oratorio il 26 maggio 1877. Gli fu arduo il mutamento di vita. Un uomo a 64 anni, abituato a riposo prolungato, ad abitare stanze signorili nei suoi manieri con tutti i conforti delle stagioni, a cibi abbondanti, sostanziosi, delicati, passare d'un tratto alla levata più che mattutina, a una mensa parca e piuttosto grossolana, a una fredda soffitta come gli stambugi della povera gente, ove alla mancanza di riscaldamento suppliva avvolgendosi in un copertone militare tolto dal letto... mal non si appose chi giudicò un miracolo la resistenza e la rassegnazione del Cays, il quale anche nei momenti di dubbio penoso sulla sua costanza si mostrò generoso così da rifiutare il trattamento speciale a mensa offertogli dai Superiori.

Qui noi riscontriamo la perfezione quale fu dichiarata da Nostro Signore. - Il conte Cays non si accontentò di aiutare i poveri, di visitarli nelle loro catapecchie, di intrattenersi amabilmente con loro, di confortarli, ma volle farsi povero egli stesso, rivestirsi della loro miseria, delle loro sofferenze per seguire il consiglio evangelico e imitare il divino Maestro di cui nel povero contemplò le sembianze.

Versato com'era in scienze religiose e profane non gli fu difficile completare in breve lo studio della teologia così che Don Bosco potè dargli l'abito clericale il 18 settembre 1877 e riceverne la professione religiosa l'8 dicembre successivo in quella chiesa di S. Francesco alla costruzione della quale aveva munificamente concorso. Il nostro caro Padre si commosse a quella cerimonia, e nel discorso rivoltogli, ricordando il priorato che tante volte il Cays aveva esercitato nelle solennità della stessa, soggiungeva: « Si sarebbe giudicato un pazzo allora chi avesse detto che il conte Cays avrebbe lasciato possessioni, comodità, parenti per farsi religioso salesiano e pronunciare in questa chiesa medesima i voti di povertà, castità, obbedienza, assoggettandosi così a una vita austera e mortificata. Fu questa operazione di Provvidenza ».

Il 28 settembre 1878 fu consecrato sacerdote nella Cattedrale di Torino dall'arcivescovo Mons. Gastaldi alla presenza della più cospicua nobiltà torinese e di folla di popolo. Ma egli per isfuggire a ogni festa e cerimoniale, preso seco il figlio Luigi, si recò alla nostra Casa di S. Pier d'Arena, a celebrare tranquillo la prima Messa assistito da Don Bosco.

Questi poco dopo lo destinava primo direttore della nuova Casa di Challonges (Savoia) ove godeva trastullarsi coi fanciulli, confessarli, catechizzarli, predicare, aiutato da due soli confratelli. Caduto malato il parroco locale si addossò anche il peso della pieve e i fedeli affollavano il suo confessionale. Mancando però della cittadinanza francese, dovette dopo non molto ritornare a Torino, dedicandosi specialmente alle confessioni nel Santuario di Maria Ausiliatrice; antecessore in ciò dell'indimenticabile Don Angelo Lago, anche lui sacerdote salesiano in età avanzata, anche lui di cospicua famiglia, istruito anche lui: Don Lago, il santo lavoratore, silenzioso, nascosto!...

Esaurito di forze, Don Carlo Cays moriva santamente all'Oratorio il 4 ottobre 1882 dopo di aver, come i vecchi patriarchi, impartito un'ultima benedizione al figlio e ai parenti, ricca di ricordi e raccomandazioni.

Tale l'uomo che, prima di essere Religioso salesiano e sacerdote, fu con Don Bosco e con Silvio Pellico, fra i primi confratelli delle Conferenze a Torino.

Vi entrò il 10 giugno 1850. Era ben noto come ancor prima egli si prodigasse moralmente e materialmente agli infermi, ai derelitti nelle case e negli ospedali e come avesse innaturato il genio della carità. Le conferenze addivenivano il suo ideale che era quello di farsi servo ai poveri; e fu così che non esitò ad accettare la carica di vice-presidente di quelle di Torino cui fu nominato il 17 giugno 1850, soli sette giorni dalla sua entrata. Ma crescendo i membri attivi e onorari e essendosi formate in città quattro distinte Conferenze, fu costituito a dirigerle un Consiglio particolare sotto la presidenza del conte Cays. L'Opera si era sviluppata: nel 1856; Torino contava undici Conferenze e diciannove erano sorte fuori città; perciò il Consiglio Generale di Parigi nel 1856 decretò un Consiglio Superiore al quale fu assegnato tutto il Piemonte. Il nostro conte ne fu presidente fino al gennaio 1869.

Non volemmo trascurare questi dati per far comprendere come il lavoro del Cays quale preposto all'Opera del Piemonte deve esser stato ingegnoso, appassionato, costante se tali furono gli splendidi risultati durante la sua presidenza. Certo non si lasciò superare nelle visite ai poveri presso i loro miseri e fors'anco luridi tuguri, negli avvisi, nelle ammonizioni, nei conforti, negli eccitamenti alla pratica religiosa, nel procurare di rendere cristiane le unioni illegittime.

La sua attività come presidente gli procurò soddisfazioni ineffabili ma anche gravi disgusti. Quella gente meschina che temeva antipatriottici gli appellativi di divina alla Provvidenza e di ausiliatrice alla Madonna, denunciava al Governo poliziotto di allora il propagarsi delle Conferenze; non erano contrari i babbei agli aiuti materiali che si davano ai poveri, ma era la poderosa organizzazione che li preoccupava, serio pericolo alla integrità dello Stato. - Fatto è che un bel giorno il conte entrando nel suo palazzo lo vide invaso da questurini che perquisivano a destra e a sinistra per rinvenire la secreta corrispondenza politica che il Cays doveva tenere coi capoccia delle così dette Conferenze a Parigi. Sequestrarono quattro lettere del Consiglio Generale, le quali nulla avevano a fare colla politica.

Se ne risentì il nobiluomo, e pubblicò una piccante protesta nella quale rivendicava col suo l'onore e la dignità del casato.

Grazie a Dio i tempi sono cambiati, e il mondo si appresta a onorare nell'Ozanam pel centenario quanti zelarono e propagarono la sua grande Opera. Ed è a sperare che il sempre crescente progresso di essa concorra a dissipare quella crisi morale-economica che incombe dovunque, la quale non si giungerà a vincere senza la forza che anima le Conferenze: la carità di Cristo!

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

Carissimi,

Alcuni distinti giovani, membri di Associazioni d'Azione Cattolica, si presentarono un giorno al Beato Don Bosco, interpellandolo su certe opere di zelo che avevano in animo di promuovere.

Il Beato li ascoltò con ammirazione e paterna bontà; poscia disse loro: « Cari amici, eccovi un gran consiglio: lanciatevi pure con ardore in così belle imprese, ma prima accorrete a parlarne a Gesù in Sacramento, fate ressa ai piedi del Tabernacolo Eucaristico; ivi van maturate le vostre iniziative, e ne avrete lume, forza e costanza ».

Eccoci ora noi nell'anno giubilare del XIX centenario della nostra Redenzione, dell'istituzione dell'Eucaristia, dell'averci Gesù data la Madre sua Maria Santissima a Madre nostra. Oh gli splendidi Centenari da celebrarsi dalle Compagnie Religiose, sia maschili che femminili, del SS. Sacramento e di Maria SS. e da tutte le altre Associazioni Cattoliche Giovanili, con feste e commemorazioni, tornate accademiche e giornate di Congressi!

Sorgano le ferventi iniziative, portatele al S. Cuore di Gesù Eucaristico e all'altare della Divina Sua Madre, implorandone ispirazione, aiuto e benedizione.

Addio.   Sempre vostro DoN GIULivo.

ANNO SANTO

Ospitalità nei nostri Istituti.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice, in Roma, dispongono di alloggi nelle Case di:

VIA MARGHERA, 65. Dalla stazione Termini, alla vicina via Marsala; di qui la seconda via a sinistra. - Posti disponibili: n. 5o durante il periodo delle vacanze.

VIA DALMAZIA, 12. Dalla stazione, tram circolare sinistra, C. S., fino a Piazza Fiume; di qui con l'autobus n. 106 fino alla prima fermata presso il Corso Trieste. --- Posti disponibili: n. 7o durante il periodo delle vacanze.

VIA DELLA LUNGARA, 233. Tram circolare destra, C. D., fino a Ponte Sisto; passare il ponte stesso, a destra della Fontana entrare in via S. Dorotea; dopo l'Arco di Porta Settimiana, la prima Casa a destra. - Posti disponibili: n. 14 dal 1° aprile a tutto l'Anno Santo.

VIA APPIA NUOVA, 179. Tram delle Cave da Via Regina Giovanna di Bulgaria di fronte alla stazione, fino alla fermata dopo Piazza Re di Roma, sulla stessa Via Appia. - Posti disponibili: n. 7 dal 1° aprile; 40 nelle vacanze.

VIA GINoRI, 10. Tram circolare destra, C. D., fino a Piazza Montanara; di qui tram n. 26. - Posti disponibili: n. 4o dal 1° aprile a tutto l'Anno Santo.

Condizioni modicissime ovunque; trattamento di famiglia.

Gli Istituti Salesiani non hanno posti disponibili durante l'anno scolastico; ma per le prossime vacanze allestiranno alloggi convenienti anche per comitive numerose.

Per ogni informazione rivolgersi alle singole Direttrici ed ai singoli Direttori.

Ho pensato più volte che se ogni nostro Cooperatore, ogni nostra Cooperatrice riuscisse, colla sua propaganda tra persone agiate e caritatevoli e coll'obolo suo personale, a farci avere da cinque a dieci lire ogni mese, potremmo continuare a svolgere meno trepidanti le opere intraprese.

Il RETTOR MAGGIORE nella sua circolare ai Cooperatori.

Culto e grazie di Maria Ausiliatrice

24 Maggio: Tutti a Maria Ausiliatrice!

Pontificherà S. Em. Rev.ma il Card. Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, il quale porterà pure alla solenne Processione lo splendore della sacra Porpora.

Cenni sull'Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice

Quest'Associazione, ch'è un mezzo opportunissimo per propagare sempre più la divozione a Maria sotto questo glorioso titolo, venne fondata dal Beato D. Bosco, ed eretta canonicamente nel Santuario-Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino (Via Cottolengo, 32) con Decreto del 18 aprile 1869. In seguito i Sommi Pontefici Pio IX, Leone XIII e Pio X la arricchirono d'innumerevoli favori e grazie spirituali, e la elevarono al grado di Arciconfraternita, con facoltà di aggregare alla medesima altre Associazioni dello stesso nome e scopo, comunicando a queste le grazie e i favori predetti.

Essa ha lo scopo di promuovere le glorie della Divina Madre del Salvatore, per meritarsi la sua protezione in vita e specialmente in punto di morte. Mezzi speciali per ottenere tale scopo sono: dilatare la divozione a Maria e la venerazione a Gesù Sacramentato; e ciò principalmente col promuovere il decoro e la divozione nelle novene, feste, ecc.; col diffondere buoni libri, immagini, medaglie; colla frequenza alla Santa Messa e alla Comunione; col cercar d'impedire ogni bestemmia e cattivo discorso...

I soci recitano ogni giorno, dopo le orazioni del mattino e della sera, le due giaculatorie: Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento, e Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis. Essi non sono tenuti ad alcuna annualità pecuniaria.

Gli associati godono numerosi vantaggi spirituali, fra-cui: Indulgenza plenaria nel giorno dell'Ascrizione, nelle feste di Natale, Circoncisione, Epifania, Ascensione, Pentecoste, Corpus Domini, Immacolata Concezione, Natività, Presentazione, Annunciazione, Visitazione, Purificazione, Assunzione della B. V., solennità di Maria SS. Ausiliatrice; il 24 d'ogni mese; in punto di morte; e numerose indulgenze parziali e stazionali, suffragi, ecc.

Benedice un'operazione. - Nel mese di agosto u. s. ben due volte ho dovuto sottopormi all'esame dei raggi per un tumore allo stomaco.

E i bravi professori dell'ospedale Mauriziano decisero di tentare l'operazione. Devota di Maria Ausiliatrice, iniziai la novena consigliata dal Beato D. Bosco per ottenerne esito felice. Il 15 settembre fui operata felicemente e in breve riacquistai la primiera salute. Riconoscente a Maria Ausiliatrice ed al suo fedel servo, Beato D. Bosco, invio un'offerta per le missioni salesiane invocando la loro continua protezione e assistenza su di me e sui miei cari.

Torino, 1-3-1933.   VISCA EUGENIA.

Mi assiste in due difficili operazioni. - Da cinque lunghi mesi soffrivo di febbri intestinali. Disperata dai medici fui condotta all'ospedale di Chiavari, per essere sottoposta a due operazioni, e vi rimasi due mesi. Nei miei più forti dolori invocai con tutto il cuore e colla certezza di essere esaudita Maria Ausiliatrice e il Beato D. Bosco. Fiduciosa iniziai una novena e al termine di essa riacquistai le forze e, perfettamente guarita, ritornai alla mia famiglia.

S. Maria del Taro, 2-2-1933.

EMMANUELI CATERINA.

Una grazia straordinaria. - Mia moglie, cooperatrice salesiana, ebbe a soffrire lunghe e penose malattie e a sostenere gravi operazioni chirurgiche, l'ultima delle quali allo stomaco per ulcere gastrica, che l'aveva ridotta in fin di vita. Ne uscì sempre felicemente grazie all'assistenza visibile del Beato D. Bosco.

Il 22 febbraio u. s. fu colta da atroci e improvvisi dolori allo stomaco e all'addome. La nostra trepidazione fu grande: si ricorse al medico e nello stesso tempo si fece celebrare una S. Messa in onore di Maria Ausiliatrice, interponendo, quale intercessore, il Beato Don Bosco.

Oh bontà di Maria! Appena celebrata la Messa l'inferma si sentì subito sollevata dai suoi atroci dolori, che in breve scomparvero, e riprese le sue faccende di casa.

È una grazia straordinaria questa, che preghiamo sia pubblicata in segno di riconoscenza e di ringraziamento alla Madonna del Beato Don Bosco.

Gorizia, 2-3-1933.

CASONATO Dott. VITTORIO e CASONATO CAMPOPIERO EMMA.

Guarisce da peritonite e tifo. - Quattro mesi fa mi ammalai di peritonite e tifo e il medico curante mi dava poche speranze di guarigione.

Ricorsi allora con fede vivissima alla Vergine Ausiliatrice: iniziai una novena e al mio capezzale posi la reliquia « ex indumentis » del Beato D. Bosco.

La Madonna si degnò ascoltare ed esaudire le mie preghiere e mi concesse la sospirata grazia della guarigione perfetta e duratura.

ZUPPAR ELISABETTA.

Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice i seguenti:

Sotgiu Maddalena (Santa Teresa Gallura) riconoscentissima ringrazia Maria Ausiliatrice per l'ottenuta guarigione della mamma.

Ferraro Giovanni e Giovannina (Torino) esprimono la loro riconoscenza all'Aiuto dei Cristiani che, per intercessione del Beato D. Bosco, guarì il loro figlio colpito da polmonite.

Zucconi Venosta Elisa (Bologna) avendo un nipotino gravemente infermo ne affidò la guarigione alla Madonna del Beato D. Bosco e fu prontamente esaudita.

Osella Lorenzo (Caramagna) sofferente da più mesi per forti dolori allo stomaco, e non ricevendo alcun benefizio dai rimedi usati, ricorse con fiducia alla Vergine Ausiliatrice, e potè, dopo una dolorosa operazione, riacquistare salute perfetta.

Ferrero Maria Angela (Torino) angosciata per aver un figlio colpito da bronco-polmonite, fiduciosa nella materna bontà di Maria Ausiliatrice, le affidò la guarigione del caro infermo che in breve tempo si ristabilì in salute.

Z. C. R. (Torino) sofferente per grave affezione di fegato ricorse a Maria Ausiliatrice, colla novena consigliata dal Beato D. Bosco, e ottenne d'essere liberata dall'infermità che le era stata causa di tanti dolori.

N. N. (Brusnengo) dovendo sottoporsi a difficile operazione affidò l'esito della medesima alla Madonna del Beato D. Bosco e fu esaudita. Attende altra grazia.

Piovano A. Ermelinda (Torino) afflitta da misterioso e grave malore si rivolse con fiducia all'Aiuto dei Cristiani con una fervorosa novena. Al terzo giorno notò un leggero miglioramento ed al nono potè lasciare il letto sebbene non del tutto guarita. Attende il compimento della grazia. Riconoscente offre un mese del suo salario e attende grazie speciali.

Vanara Camilla e Rina riconoscenti a Maria Ausiliatrice per segualatissima grazia ricevuta porgono tenue offerta per le missioni.

E B. (Miane) sofferente per grave irritazione laringo-tracheale e poi di bronco-alveolite dovette lasciare per venti mesi il suo ufficio. Con filiale fiducia si rivolse a Maria Ausiliatrice ed al suo fedel Servo, Beato D. Bosco. Un bel mattino, dopo un giorno ed una notte di più atroci sofferenze, si sentì improvvisamente meglio, e in seguito potè riprendere le sue ordinarie occupazioni. Commossa e riconoscente porge offerta per le missioni.

Spinoglio Matilde (Serralunga di Crea) col cuore ricolmo di gioia e di riconoscenza ringrazia Maria Ausiliatrice e il Beato D. Bosco per la guarigione concessa a persone care da lungo tempo gravemente inferme.

Bonazzi Luigina (Tirano) ringrazia Maria Ausiliatrice che ottenne un impiego ad una persona cara.

Ceratti Luigi e Consorte (Cressa) avendo una bambina di tre anni, colpita da polmonite acuta, ne affidarono la guarigione a Maria Ausiliatrice; e, dopo una novena di fervorose preghiere, la piccola inferma fu salva.

Mangiola Dottor Marco, ex-allievo (Marina di Gioiosa Ionica) temendo di perdere l'ottima sua sposa, spedita da colleghi e da valenti professori, pose ogni sua speranza nella potente intercessione di Maria Ausiliatrice e del Beato D. Bosco, ed ora, finalmente, è ritornata la pace nella sua casa e tre piccoli bimbi rivedono la loro mammina risorta a vita novella.

La famiglia Brambilla ringrazia Maria Ausiliatrice ed il Beato D. Bosco per varie grazie ricevute.

Ceresa Santina porge tenue offerta alla Madonna del Beato Don Bosco che le guarì la mamma.

Ghilotti Maria esprime vivissima riconoscenza a Maria Ausiliatrice per l'ottenuta guarigione.

NOVENA

consigliata dal Beato Don Bosco per ottenere grazie e favori da Maria SS. Ausiliatrice.

1. Recitare per nove giorni: Tre Pater Ave, Gloria al SS. Sacramento con la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento; tre Salve Regina a Maria SS. Ausiliatrice con la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

2. Accostarsi ai Ss. Sacramenti.

3. Fare un'offerta secondo le proprie forze per le Opere Salesiane.

4. Aver molta fede in Gesù Sacramentato e in Maria SS. Ausiliatrice.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Siam.

Splendide giornate di entusiasmo e di bene.

Amatissimo Padre,

Abbiamo avuto fra noi il Delegato del Santo Padre, S. Ecc. Rev.ma Mons. Colombano Dreyer, Francescano. Egli del Padre comune ci ha portato la benedizione, il saluto, la parola di conforto, i desideri; e lo ha fatto con tanto cuore, con tanta bontà e delicatezza, da averne, ancor oggi, anzi ora specialmente, l'animo pieno di incancellabili emozioni, di profonda riconoscenza.

UNA CRISTIANITÀ CHE VIVE. - A Bang-Nok-Khuek, dove era già conosciuto, si è visto circondato dalla massa dei cristiani, con affetto tutto particolare, ma soprattutto da un foltissimo gruppo di giovani. Furono essi che andarono a riceverlo sulle barchette tra grida gioconde e spari di petardi; essi che suonarono l'Inno Pontificio in unione colla banda dei nostri cari Chierici allievi Missionari; essi che servirono all'altare, schiera bianco-vestita del piccolo Clero, mentre quei della Comunione solenne giuravano, davanti a Lui rivestito degli abiti pontificali, fedeltà a Cristo Re. Questi ultimi penso abbiano lasciato particolari impressioni nel cuore paterno di Sua Eccellenza.

Non erano ancor le quattro del mattino dell'ottava dell'Immacolata, che già accostavano le loro barche all'imbarcadero, cinguettando come stuolo di passeri, parlando delle cose più varie, ma specie della bella giornata che li attendeva, e ripetendo, di tanto in tanto, ad alta voce, la formula del giuramento che avrebbero recitato nel pomeriggio.

Qualcuno di noi si alzò. « Zitti, zitti, birichini!.... ma vi pare?... così presto!... ». Fecero tosto silenzio, poi, vinto il primo momento di confusione, «Ritorna a riposare, Padre, staremo buoni! »: E così fu davvero per un po' di tempo. Ma sì... ogni tanto arrivava qualcun'altro e sia perché questi non sapeva della promessa fatta e sia che gli altri l'avessero dimenticata, riprendeva il lieto gorgheggio. Fu giocoforza lasciarli continuare, finchè al suono dell'Ave, quando quasi tutti noi avevamo già accese le nostre lucerne, il cicaleccio cessò per incanto e si cambiò in devota preghiera, che parve prendere dall'entusiasmo di quel momento l'espressione del più giocondo saluto alla Stella del Mattino.

« Benedetti figliuoli, - mormorò qualcuno, - come si fa a non voler loro bene! ».

In quell'istante Sua Eccellenza aprì la porta della sua camera. « Ah, les bons enfants, qu'ils étaient gais, qu'ils étaient contents!... », e spingeva giù lo sguardo verso l'approdo per vedere se erano ancora là, poichè la sua umile stanza, per essere la più vicina al fiume, doveva aver ricevuto in pieno l'eco di quel chiasso giovanile.

Gli demmo il buon giorno. Gli baciammo con affetto l'anello. Avevamo capito troppo bene l'atto delicato del buon Padre.

Ci sono dei momenti in cui i giovani traboccano, e in quegli istanti agiscono come se fossero soli al mondo. Allora la bontà indulgente di chi non si meraviglia, e capisce quell'atto che potrebbe sembrare così egoistico, è tanto cara!

Il Rappresentante del Papa si è congratulato con Bang-Nok-Khuek, perchè ha constatato che c'era della vita. «Una Cristianità che vive - ha detto, - vive nell'opera e vive nella giovinezza! ». E godette di vedersela attorno così numerosa, così piena d'entusiasmo. Con particolare benevolenza benedisse in quel pomeriggio, 15 dicembre, il gagliardetto dei giovani del Circolo S. Francesco Saverio, quasi tutti allievi-maestri e catechisti, i futuri apostoli di Azione Cattolica nella nostra Missione Salesiana del Siam, dove c'è da compiere tutto un immenso lavoro di costruzione materiale e spirituale.

A BANG-PONG. - Bang-Pong è una popolosa cittadina adagiata sulle sponde del Meklong, sulla linea Bangkck-Singapore, ed al termine d'una strada che la legherà colla Birmania Orientale. Tutti sono d'accordo nel dire che è un luogo di avvenire.

Quando il 17, il rapido, verso le 5 pomeridiane, arrivò alla stazione, v'era là una folla quale forse non s'era mai vista. Gente che si accalcava, bande che suonavano, squilli di gioia, piccoli e grandi che accorrevano a baciare l'anello al Rappresentante del Papa benedicente; cristiani e pagani mischiati assieme, pieno l'animo di santa letizia i primi, sorpresi, ma rispettosi i secondi; confusione delle lingue specie tra i folti gruppi di Cinesi presenti, numerosi e vivaci al solito. Uno spettacolo curioso ed interessante!

Sua Eccellenza diede a quella cristianità che diremmo nascente, uno speciale attestato d'affetto: egli annunziò subito che non sarebbe partito che il lunedì, 19, dopo aver vissuto, ma sul serio, tutta la loro vita, chiassosa e movimentata fuori delle sacre funzioni, ma pia e raccolta nei momenti più solenni, nello spettacolo commovente della Messa celebrata all'aperto, nella Comunione assai numerosa.

LA BENEDIZIONE DELLA SCUOLA. - Attesa da tutti era la benedizione e l'inaugurazione ufficiale della nuova Scuola ed Oratorio quotidiano, che sacrifici non pochi e carità di anime buone ci avevano aiutato ad innalzare e a convenientemente arredare. Ciò spiega il raduno così numeroso e vario di quella mattinata memoranda, splendida di luce gioconda e di clamorosa letizia festiva. Non è mancato il concorso cordiale delle Autorità e degli amici. Sua Eccellenza il Delegato ricordò l'opera della Chiesa, Madre di verità e di sapere, attraverso i secoli, sempre, dovunque, nei suoi grandi uomini e nelle sue opere e richiamò la figura del Papa delle Missioni, che della scienza è altissimo Mecenate. Anche la nuova opera dei Salesiani ne era una prova e s'augurava che assurgesse ai più alti fastigi. La sua parola calda e paterna, tradotta dal nostro Don Casetta, piacque tanto.

Poco prima un Salesiano, il chierico siamese Giovanni Gabriele Praxum aveva così espresso il nostro pensiero: « Grande conforto è per noi in questo momento il poter inaugurare il nuovo edificio scolastico di Bang-Pong, alla presenza di S. Eccellenza Mons. Colombano Dreyer, Delegato Apostolico, e delle Autorità del nobile e grande Siam. Il Rappresentante del Papa ricorda a noi il còmpito del Missionario Cattolico, che è quello di far del bene; la presenza delle Autorità, che questo bene noi vogliamo farlo nel massimo rispetto alle leggi ed ai Governanti, educando i giovani nella virtù, nella scienza, nell'amore al proprio paese ».

Poi, dette le preghiere di rito, s'era alzata la mano benedicente dell'Arcivescovo, e tagliato il nastro, le porte avevano aperto i loro battenti, mentre scrosciavano gli applausi e gli evviva e si diffondevano nell'aria, lontano, lontano, argentini squilli di cornetta. Fiduciosa visione di bene presente e futura: si era portati istintivamente a pensare il Beato Don Bosco presente, stendere le braccia alla cara gioventù nostra come quando era quaggiù; perchè anche questa giovinezza non doveva essere stata estranea alle sue celesti visioni.

PER IL SOVRANO. - Il programma di quel mattino si chiuse con un atto memorando.

Alle 11,45 S. M. Prajadipok passava a BangPong, diretto alla villa reale di Huahin. Tutta quella giovinezza nostra con a capo i loro maestri e missionari si trovò schierata alla stazione per rendere omaggio al Re. Il treno allentò la corsa fin quasi a dar l'impressione di esser fermo; le bande dei giovani e dei Chierici allievi Missionari suonarono il «Kavora », l'inno nazionale del Siam; tutti gli altri sull'attenti. Ci fu chi fece osservare, e non era cristiano, che forse in nessun'altra parte, durante il tragitto, il Sovrano avrebbe avuto un omaggio più bello, più vibrante, più significativo.

LA BENEDIZIONE APOSTOLICA. -A pomeriggio inoltrato, S. Eccellenza impartiva la benedizione apostolica inviata con tanto cuore paterno dal Santo Padre ai suoi figli del Siam, Missionari e cristiani. Poi, per desiderio di quella turba irrequieta, salì sul poggiuolo. Volevano essi e volevamo noi che echeggiasse ancora un grido di evviva che dicesse tutta la piena del nostro affetto e della nostra riconoscenza. E risuonò: « Per il Papa, per il Siam, Xajo!   ».

In uno dei gruppi ginnastici del mattino, fatti con tanta corretta eleganza e così bene, un Siamesino, levato in aria, su robuste spalle, aveva stretto forte forte fino a toccarsi le bandiere del Papa e del Siate. Ora erano anime e cuori che dicevano la loro fede cattolica ed il loro amore alla Patria. Il gruppo simbolico diveniva realtà viva, palpitante, commovente.

IL RITORNO. -- Il lunedì, ascoltata la S. Messa, fu il giorno del ritorno alle singole residenze. Il nostro Don Pinaffo, Direttore della nuova Scuola, ed i Confratelli potevano ben ringraziare Iddio di aver così generosamente benedette le loro fatiche ed i loro sacrifici nei lunghi e laboriosi giorni dei preparativi. Tutti avevano lavorato, giovani, maestri, cristiani, con mirabile slancio, e questi ultimi, benchè piccolo gregge, avevano pure generosamente concorso a rendere possibili e liete le modeste agapi quotidiane, e gradevole e decoroso il soggiorno. Segnalo un episodio gentile. Nonostante che avessero messo a disposizione tutti i locali per collocarvi centinaia e centinaia di giovani venuti da tutti i centri missionaria, ci fu un momento in cui un gruppo di piccoli sembrava dovesse rimanere senza tetto. Non sarebbe stato difficile provvedere, ma un notabile, che aveva dato una casa nuova ed un capacissimo granaio, ci prevenne. Fece sgombrare la sua stanza particolare e fece posto a tutti quei cari amici, i quali dissero poi, contenti come pasque, che avevano dormito sogni dorati sotto gli sguardi dell'Angelo Custode e di un assistente tanto buono. L'assistente era stato il simpatico vecchio settantenne. Forse fu anche per questo che piccoli e grandi vollero ripetergli un commosso grazie, mentre la banda mandava gli ultimi squilli prima di avviarsi pel ritorno. Splendide giornate di entusiasmo e di bene davvero, e sarebbero bastate a renderle tali le prove così numerose e cordiali di bontà e di carità avute in quei giorni indimenticabili. Sono tanto belle e profumate di freschezza queste virtù, quando sbocciano in cuori che si aprirono da poco al bacio soave del Cristianesimo.

PRESENTE E FUTURO. - Mentre scrivo, il Ministero della Pubblica Istruzione ci fa sapere che la Scuola di Bang-Pong è stata riconosciuta come scuola popolare libera con autorizzazione di sviluppare un programma massimo fino ai corsi universitari.

Ci siamo messi all'opera con fiducia ed amore ma non è che un piccolo, umile passo. Lo sguardo si spinge ansioso lungo la penisola, da Rajaburi all'estremo limite Sud dove non vi è ancora nessuna residenza missionaria: un punto cieco, come fu ben detto, per riguardo alla evangelizzazione. A quando l'ora del Signore? Noi speriamo che la carità cristiana (la storia delle Missioni ha delle pagine così eloquenti in questo senso) ci aiuti in questo XIX Centenario della Redenzione del mondo, a piantare le tende in tutti i centri più importanti dove i suoi frutti non sono ancora giunti.

Faccia Iddio che s'adempiano i nostri voti.

Baciandole la mano a nome di tutti i suoi figli del Siam,   aff.mo

D. GAETANO PASOTTI Miss. salesiano.

Più avanti a nord e a sud. Tokyo e Miyakonojo.

Amatissimo Padre,

Come vede le scrivo da Tokyo, dalla seconda città del mondo per popolazione, dalla Capitale dell'Impero, per annunciarle ufficialmente l'entrata dei Salesiani nel più grande centro dell'Impero. Entrata calma e tranquilla, senza squilli di tromba o rulli di tamburi, entrata pacifica di tre suoi figliuoli D. Piacenza, Ch. Filippa, Coad. Ragogna, che già sono al lavoro, sul terreno affidato loro dal nostro gran benefattore Mons. Chambon delle Missioni Estere di Parigi, Arcivescovo di Tokyo.

IL NUOVO CAMPO DI LAVORO. - Il campo di lavoro è esteso, poichè comprende due compartimenti della Capitale (Arakawa ku, Adachi ku), con un complessivo di 300.000 abitanti, di cui una trentina appena cristiani.

Zona poverissima, notoriamente conosciuta come la più misera di tutta la città, la più bisognosa in tutti i sensi. Il campo di lavoro è formato da una moltitudine di ragazzi. Nei pressi della Missione vi sono varie scuole rigurgitanti di allievi, che, finito il corso elementare inferiore, non trovando altre scuole nè lavoro, bighellonano a migliaia per le vie. Sono chiare le conseguenze. Come vede, amato Padre, è proprio un campo di lavoro adatto per i Salesiani, che vi ci si trovano, mi lasci dir così, come in casa loro. Pur non essendosi fatta réclame, nè potendo per ora svolgersi ancora un programma coordinato di azione, il cortile nel pomeriggio è sempre pieno di giovani, e si comincia a sentire già la ristrettezza del locale. Il nostro D. Bosco andava per le vie di Torino a cercare i ragazzi per il suo oratorio; a Tokyo si sono invertite le parti, e sono i ragazzi che hanno cercato e trovato i Salesiani, e non par loro vero di aver a disposizione un bel cortile ove scorazzare, e non par vero a noi di aver potuto realizzare con tanta facilità l'inizio di quello che noi chiamiamo oratorio.

Il resto verrà poco a poco e chissà che entro l'anno non possa annunziarle qualche bella ed importante notizia, che consolerà certo il suo cuore e quello dei nostri cari Cooperatori e Cooperatrici. Lei comprende che a Tokyo specialmente bisogna farsi onore; quindi ormai lei ed i nostri benefattori sono impegnati a non farmi fare brutta figura. Mi aiutino in modo speciale. Tokyo a cui s'appunta il pensiero e il cuore dei Giapponesi, perchè in essa risiede il loro gran tesoro; Tokyo, sede di quanto nel campo intellettuale ha di migliore il Giappone; Tokyo, centro, emporio di ogni genere, che dà valore a quanto parte di là; Tokyo la grande, che come tutte le metropoli accoppia le massime grandezze e le massime miserie (e i figli di D. Bosco guazzano tra queste ultime), lo esige. Le autorità civili della circoscrizione ci hanno accolto colla massima deferenza e già formulano le più liete speranze sull'opera nostra. Si sono messe a nostra disposizione per facilitarci il compito, e spero presto che non solo l'oratorio quotidiano, ma il dopo-scuola e la scuola serale e qualche altra istituzione ci darà modo di metterci in efficace contatto colla porzione eletta del cuore di Dio. La casa è in magnifica posizione. Prospiciente col fronte su una strada frequentatissima, circondata da case operaie; a pochi passi dal Municipio (della zona), dalla polizia e ufficio postale, dai pompieri (di somma importanza in una città ove ogni giorno si può dire che non manchino incendi). Il buon Dio ci scampi dall'altro flagello, il terremoto, contro cui non valgono difese. Formano il caseggiato un vasto salone, che inizialmente serviva per tutto, e due casette di due piani: una per dimora dei Missionari e piccola cappella provvisoria, e l'altra per scuole speciali. Costruzioni modeste in legno, in attesa che lo sviluppo dell'opera esiga altro di meglio. Le autorità religiose poi, gli istituti religiosi maschili e femminili, non potevano più fraternamente dimostrare la loro stima ed il loro affetto ai poveri figli di Don Bosco. Il z9 gennaio festa di San Francesco di Sales nostro Patrono, data scelta per l'inaugurazione, vollero di persona manifestare la loro gioia coll'intervenire alla funzione. S. E. Mons. Arciv. Chambon compì la cerimonia, e con delicato pensiero, che mise il colmo alla gioia nel cuore nostro, volle che il 31 gennaio, giorno natalizio del nostro B. Padre, i suoi sacerdoti missionari finissero il ritiro mensile nella nuova residenza dei Salesiani. Nella zona a noi affidata a un 2o minuti di distanza, i buoni Padri Gesuiti hanno pure il Settlement dell'Università Cattolica, ove giornalmente essi pure in ambiente poverissimo lavorano cogli stessi nostri intenti per la gioventù povera dei dintorni. Connubio santo di carità che lega sullo stesso terreno di lavoro, i figli di S. Ignazio coi figli di Don Bosco.

Oh, quanto ne siamo contenti e quanto ne benediciamo il Signore! Coincidenza provvidenziale di avvenimenti poi volle che la nuova casa fosse dedicata a S. Giovanni Evangelista! Accettai con gioia la proposta, perchè ricorderà l'onomastico del Padre nostro, e al povero scrivente in modo speciale ricorderà la carità dei nostri benefattori ed amici del caro Istituto S. Giovanni in Torino, e la bella sua chiesa e l'indimenticabile oratorio San Luigi.

Dica loro, amato Padre, che il povero Don Cimatti non potrà mai dimenticare il bene ricevuto; si degnino ricordare quest'opera, elle anche per l'identità del nome deve certo loro tornare gradita.

UNA NUOVA CASA IN MISSIONE. - Ma un'altra notizia pure rallegrerà il suo cuore nel sapere che nello stesso giorno 29 gennaio, in forma più povera, più modesta, in casa d'affitto, si inaugurò al sud della missione una nuova residenza, a Miyakonojo. La volemmo intitolata al nostro caro Patrono S. Francesco di Sales. Oh, che Egli apostolo di carità, modello di missionario, ci aiuti ad avvincere nella carità a Gesù tutte queste anime, che ancor non lo conoscono.

Miyakonojo è la seconda per importanza delle città della provincia di Miyazaki. Conta 35 mila abitanti, centro commerciale importante e nodo di comunicazione per tutta la parte sud della Missione. Domina la bella pianura coltivata assai, il Kirshima, vulcano, che collegato a nord coll'Aso e più a sud col Sakurajima, è fonte delle non infrequenti scosse che turbano queste terre. Storicamente poi la sottoprefettura di Miyakonojo si collega cogli avvenimenti, che diedero inizio all'impero giapponese, alle lotte del periodo feudale e della restaurazione. La nuova residenza dal punto di vista missionario dà modo di curare tutta la parte sud della Missione ove già si trovano qua e là sparsi un centinaio di cristiani. Le buone disposizioni con cui le autorità accolsero il nostro D. Tanguy, cui è affidata la zona, ed il fervore con cui i pochi cristiani della città si misero ad aiutare il missionario, dànno bene a sperare per l'avvenire di questa zona importantissima.

DOVETE RADDOPPIARVI. - Lei sa, amato Padre, che vorremmo inondare queste terre a noi affidate di missionari, per dilatare il più possibile il regno di Gesù. Ci venga in aiuto. La messe biondeggia lentamente, ma, grazie a Dio, biondeggia. Ci venga dunque in aiuto. Oltre questa, bisogna aprire altre residenze; molte altre residenze. Bisogna che moltiplichiamo le vocazioni indigene. Ci venga in aiuto. L'ultima volta elle ebbi la fortuna d'inginocchiarmi ai piedi del S. Padre, mentre S. S. faceva il giro nella sala del Trono, dando a baciare la mano agli ammessi all'udienza, si degnava rivolgermi rapide domande sulla nostra Missione, e sul numero dei Salesiani in Giappone. Ed alla risposta mi diceva: « Bisogna che vi raddoppiate, bisogna che vi raddoppiate ». Amato Padre, mi dia modo di ubbidire a S. S. Solo chi conosce il Giappone ed il carattere giapponese può valutare l'importanza che viene ad assumere la fondazione di Tokyo ed il riflesso di bene che ne verrà alla Missione, ed all'espandersi dell'opera salesiana nel grande Impero. Chi è e chi va alla Capitale, chi viene dalla Capitale, quanto da essa procede, ha per questo popolo un valore tutto speciale. Ci aiuti colla preghiera, col consiglio, coi mezzi a valorizzare sempre più la nuova provvidenziale situazione, e ci benedica tutti; ci raccomandi ai fratelli, agli allievi, ai cooperatori e cooperatrici nostre, e specialmente non dimentichi il suo povero figlio

D. VINcENzo CIMATTI, Missionario Salesiano.

Tokyo, 29 gennaio 1933.

Per intercessione del Beato Don Bosco

Un caso tragico. - Avevo lasciato il mio nipotino Franco coi fratellini a riposare in una stanza al secondo piano, ed ero scesa raccomandando a mio marito, che lavorava in giardino, di badare se mai sentisse alcun rumore. Quale non fu il suo spavento quando all'improvviso sentì spalancarsi le persiane della finestra della stanza ove dormivano i piccini e si vide il piccolo Franco aggrappato alle maniglie quasi sospeso nel vuoto! Gli gridò che stesse fermo; corse in camera e riuscì ad afferrare il ragazzo; ma ci volle assai per staccargli le manine dalle persiane: il terrore ve le aveva come paralizzate. Quand'io sopraggiunsi, l'aveva appena messo in salvo; ed ecco il bimbo, il quale non aveva ancora potuto dire una parola, preso da un tremito convulso, casca a terra e sviene. Abbiamo attribuito il fatto alla paura e, rinvenuto, speravamo che tutto fosse passato. Ma non fu così. Il ragazzo si fece straordinariamente taciturno e periodicamente cominciò ad essere assalito da un male violento che lo sconvolgeva fino a fargli buttar bava dalla bocca, irrigidirgli le mascelle e lasciarlo come morto. Si può immaginare lo strazio nostro e soprattutto quello della sua mamma. Vane le cure dei medici e specialisti, io, che in quell'anno 1929 avevo assistito a Torino alla traslazione della salma del Beato Don Bosco, tornai con una gran fiducia e incominciai colla mamma sua e coi familiari una novena al Beato. Ne collocammo l'immagine sul lettino ed attendemmo. Non si tardò a notare qualche miglioramento; ma il 20 maggio 1930 fu sorpreso da un attacco violentissimo. Mia nuora angosciata non ebbe che un grido: « Don Bosco, per carità!... ». Bontà di Don Bosco! il bimbo si riebbe e si assopì placidamente. Fu l'ultima crisi. Da allora non ha più avuto nulla e gode perfetta salute. Mattino e sera bacia con trasporto l'immagine del Beato!

Limone sul Garda, 20-3-1933.

SEGOLA ROSA IN PIANTONI.

Visibile intervento del Beato Don Bosco. - In seguito a lieve indisposizione, mio fratello fu colpito da un potente accesso malarico. Dopo alcuni giorni di febbre, così alta da creare in casa un vero accorato allarme, il medico trovò una congestione a tutto il polmone destro. Lo schianto fu generale, giacché la debolezza dell'ammalato, da un canto, e la complicazione dell'attacco malarico e della congestione polmonare, dall'altro, ci fecero temere prossima la fine dell'unico fratello.

Al mio ritorno dalla Parrocchia, alle 12,30, mi fu riferita la constatazione del medico... Un nodo mi serrò la gola... Mi feci forza, presi una reliquia del Beato, l'esposi sul tavolo, accesi una lampada e dissi fra me: « Mio caro Don Bosco, stasera, tornando dalla Parrocchia, voglio trovare le cose cambiate. Pensateci Voi; son vostro figlio, non mi lasciate deluso! ».

Rientrando la sera, alle 19, mi si annunziava, con commozione di tutti, che, nell'ultima visita, il medico aveva notata la completa scomparsa del fenomeno polmonare, mentre la febbre accennava a scemare. L'indomani a mezzogiorno mio fratello era del tutto sfebbrato ed ora gode perfetta salute.

Il medico, dott. Vincenzo Cacciato, conferma pienamente per iscritto.

Grazie, mio caro Don Bosco, grazie! Continuate la Vostra paterna protezione sulla mia famiglia, tenete stretto al Vostro cuore questo Vostro devotissimo figlio, e non mi stancherò mai di propagare la Vostra devozione e le Vostre glorie!

Cammarata, 10 novembre 1932.

Sac. SALVATORE CONSIGLIO, Ex-allievo Salesiano.

Ci ha guarita la mamma. -- Sin dal gennaio dello scorso anno la mia mamma era assai sofferente perchè affetta da calcoli al fegato. Nonostante tutte le cure il suo stato andava sempre peggiorando.

Nel giugno fu sorpresa da colica fortissima mentre eravamo in villeggiatura. Il dottore curante la giudicò gravissima e ne ordinò l'immediato trasporto in una clinica privata per sottoporla ad operazione il cui esito era, per altro, assai incerto data anche l'età dell'inferma, 67 anni. Allora mi ricordai del Beato Don Bosco e delle tante grazie che egli concede a chi l'invoca... e affidai a Lui la mia povera mamma che già aveva ricevuta l'Estrema Unzione. L'operazione riuscì a meraviglia. Il nostro Beato ha guidata la mano dei dottori operanti e la mia mamma ora è come risorta a vita novella e con me ringrazia e loda la bontà e la potenza del Beato D. Bosco al quale non si ricorre mai invano.

Piacenza, 2-2-1933.

CAVALLI DOTTI GIOVANNA.

Guarito da pleurite e da otite. -- Nel febbraio del 1933 mio figlio s'ammalò gravemente di pleurite e n'ebbe per parecchi mesi.

Noi tutti di famiglia facemmo ricorso al Beato D. Bosco implorando la guarigione del caro infermo, e fummo esauditi. Ma nel dicembre eccolo sorpreso da influenza alla quale sopraggiunse l'otite con minaccia di mastoidite. Si temeva che il medico dovesse ricorrere ad un atto operatorio. Di nuovo ricorremmo al nostro Beato: incominciammo una novella ed applicammo una reliquia alla parte ammalata. Oh, bontà e potenza di Don Bosco! Si potè evitare l'operazione e l'infermo, riacquistando salute di giorno in giorno, in breve tempo si trovò perfettamente guarito. Riconoscente per le due grazie ricevute invio piccola offerta a beneficio delle missioni.

S. Vito al Tagliamento.

ELDA MASOTTI SELIPPO.

Altre anime riconoscenti al Beato D. Bosco:

Suor Teresa Chiola, F. di M. A. (Roma) per la protezione visibile accordata in tante occasioni ai 230 bambini affidati alle sue cure e per l'ottimo stato di salute di essi mentre l'influenza miete numerose vittime.

Onesti Marco (Castelboglione) è riconoscente al Beato Don Bosco che ha ridato la pace al suo cuore di padre, risanandogli un figlio che era stato spedito dai medici.

Gaudio Alfredo (Piedimonte d'Alife) avendo un caro amico infermo ne affidò la guarigione al Beato D. Bosco e l'amico guarì perfettamente.

Grimaldi Failla Santina (Caltagirone) trovandosi in gravi angustie per affari intricati di interesse scelse per suo protettore ed avvocato il nostro Beato e tutto potè sistemarsi nel migliore dei modi.

Legnani Carlo (Casciago) per la ricuperata salute ottenuta nel secondo giorno di una novena al Beato D. Bosco.

Formato Ernestina (Casalnuovo di Napoli) commossa ringrazia il Beato per averle accordata la guarigione di due figli affetti da grave morbo e ne implora la continua assistenza.

La signora G. C. V. M., da parecchio tempo si trovava innocentemente impigliata in una gravissima controversia finanziaria, che, oltre a gravi sacrifizi di denaro, le cagionava continui disturbi per l'adito alle vie legali ed ansiose preoccupazioni. In tali dolorosi frangenti essa si rivolse con fiducia alla valida protezione del Beato Don Bosco, promettendogli un'offerta per le sue missioni.

Incominciata una novena, quando si prospettava una più grave complicazione della causa giudiziaria, al quarto giorno ebbe la consolazione di sentirsi annunziare dal suo legale la soluzione di tutte le difficoltà. Riconoscentissima essa sente il dovere di rendere pubblica la grazia grande ottenuta per l'intercessione del Beato Don Bosco ed invia l'offerta promessa.

Ferrero Maria Angela (Torino) essendo stata colpita da tosse insistente e temendo che sorgesse qualche complicazione, perchè ancora convalescente per subita operazione, si raccomandò al Beato Don Bosco con una novella e alla fine di essa si trovò in buone condizioni di salute.

C. F. (Torino) ringrazia il nostro Beato che ottenne il buon esito degli esalai del figlio e spera che la grazia venga completata con un decoroso impiego.

M. T. (Flecchia) ringrazia il Beato per la grazia che le ha concessa e si permette ricordargli che ne attende altra.

NECROLOGIO

Salesiani defunti.

ANDRÉ D. VITTORIO, Sac. da Noirmoutier (Francia), † a Lione il 5 -II - 1933. Fu ammesso al nostro noviziato di Santa Margherita dallo stesso Beato Don Bosco, di passaggio a Marsiglia nel 1883. Richiesto da lui qualche anno dopo perchè si fosse fatto religioso, rispose: - Per santificarmi! - Ebbene - gli disse allora Don Bosco - bada a non lasciarti sfuggire le occasioni che te ne dà il Signore! - Ebbe questo di mira in tutta la sua vita e rese oltremodo preziosa l'opera sua in varie nostre case di Francia.

BOLOGNA GIOVANNI, Coad. da Garessio (Cuneo), † a S. Paolo (Brasile) il 21 gennaio 1933. Partito a 3o anni per l'America attese all'agricoltura nella Repubblica dell'Uruguay. Ma un giorno lo raggiunse la voce del Signore che lo invitò alla vita salesiana; ed egli vi corrispose generosamente consacrando così ben 5o anni alla gloria di Dio ed alla salvezza delle anime.

CASANOVAS PIRIS D. ANDREA Sac. da Ciudadela (Minorca), † a Santander (Spagna) il 26 - XII - 1932. Sacerdote esemplare, fu pure un ottimo educatore dei giovani alla pietà ed al lavoro.

DELLA VALLE CH. GIULIO da Santo Stefano Roero (Cuneo), † a Torino-Oratorio il I-IV-1932.

Fu colto dal Signore mentre si preparava, collo studio della S. Teologia, agli Ordini Sacri. Tutta la sua giovinezza fu un profumo di purezza ed un sorriso di bontà inalterabile sotto la continua minaccia del male che lo stroncò così presto.

GRISONI CARLO, Coad. da Montrigiasco di Arona, † a Borgo San Martino (Alessandria) il 14- II - 1933.

MAC PARLAND PATRIZIO, Coad. da Cavanakill (Irlanda), † ivi il 9 - II - 1933.

MARUCELLI D. ATTILIO, Sac. da S. Martino in Chianti (Siena), † a Grosseto il 1o - II - 1933. Quando venne da noi aveva già i suoi 25 anni. Studente di filosofia partì pel Brasile; ma ritornò presto in Italia ove spese la sua esistenza in varie case della Congregazione, apprezzatissimo pel suo zelo illuminato e la sua gran prudenza nella direzione delle anime.

PAREJA MESA D. FEDERICO, Sac. da Ceuta (Spagna), † a Ciudadela il 28 - I - 1933. Sacerdote secondo il cuore di Dio, esplicò prima in diocesi un fervido apostolato sulla cattedra del Seminario Conciliare di Ciudadela, ed in mezzo al popolo, organizzando associazioni giovanili, circoli operai, ritrovi domenicali e scuole. Profuse il suo patrimonio nell'erezione di un istituto e di una chiesa a Maria Ausiliatrice che, terminata anche col concorso dei cittadini, consegnò ai Salesiani nel 1899. Nè fu pago di questo; ma volle completare il dono, entrando egli stesso nella Congregazione Salesiana, ove spese tutto il resto della sua vita dirigendo importanti collegi di Spagna ed edificando tutti con la sua pietà ed il suo zelo apostolico.

PEREZ PLACIDO, Coad. da Tepatillán (Messico), † a Messico il 31 - I - 1933. Bussò alle porte della Congregazione già maturo di età nel 1894, ma vi portò tutto il fervore di un'anima giovanile, cattivandosi l'affetto dei giovani cui, prestando i più umili servigi, era pure largo di paterni consigli.

PESTARINO D. ANDREA, Sac. da Montaldeo (Alessandria), † a Viedma (Argentina) il 10 - II - 1933. Fu uno dei missionari più benemeriti della Patagonia ove giunse nel 1884. Passò alcuni anni come Viceparroco in San Carlos di Buenos Aires, e come direttore nella Scuola Agricola di Uribelarrea; mala maggior parte della sua vita la consacrò alle missioni della Patagonia specialmente del Rio Negro e del Chubut, ove raggiunse i tuguri più poveri ed abbandonati, sobbarcandosi a disagi e sofferenze d'ogni genere.

REGALDO Ch. CARLO, da Chalchuapa (Centro America), † a Torino-Crocetta il 2 - III - 1933. Si preparava agli ordini sacri nel nostro Istituto Teologico Internazionale, sognando il ritorno alla patria diletta per prodigarsi nella salvezza delle anime. Iddio lo chiamò invece alla Patria celeste ed egli fece generosamente il sacrificio della sua giovane vita esclamando: e Muoio contento perchè sono salesiano e perchè muoio nel paese di Don Bosco!».

SIGNORETTI D. NATALE. Sac. da Cumiana (Torino), † a Vercelli il 24 - II - 1933. Accolto nella Congregazione dal Beato Don Bosco passò parecchi anni nel Collegio di Este assumendone anche la direzione nel 1903 fino al 1910. Dopo un breve direttorato a Frascati ed a Torino-Martinetto, fu mandato a Vercelli primo Parroco della parrocchia salesiana del Sacro Cuore e quivi egli consacrò tutto il resto della sua vita con zelo illuminato alla cura delle anime che la Provvidenza gli aveva affidato. Alla sua morte lasciò la parrocchia in piena efficienza: oratorio maschile e femminile, asilo, scuole elementari, laboratorio diurno e serale, associazioni fiorentissime.

Cooperatori defunti.

Il Signore ha chiamato ultimamente dalle cattedre episcopali alle sedi celesti, tre Vescovi venerandi, nostri affezionati Cooperatori:

S. E. REV.MA MONS. AUGUSTO CURI, Arcivescovo di Bari, ivi deceduto dopo lunghe sofferenze, il 28 marzo u. s.

S. E. REV.MA MONS. GIUSEPPE BATIGNANI, Vescovo di Montepulciano (Siena), deceduto il 4 febbraio u. s.

S. E. REV.MA MONS. CARLO CASTELLI, Vescovo di Fermo (Ascoli-Piceno), deceduto l'8 febbraio u. s.

La speciale benevolenza di cui hanno onorato la Famiglia Salesiana e le Opere del Beato Don Bosco ne serba la cara memoria alla nostra venerazione, ed impegna la nostra gratitudine in larghi suffragi.

FERRERO ANNA ved. ACUTI. Anima aperta ad ogni opera buona, ebbe anche per le Opere salesiane affettuose cure che prodigò in modo speciale all'Istituto Salesiano di Perosa. Provata con molte tribolazioni, seppe valersene per il bene dell'anima sua, lasciando nobili esempi di cristiana virtù.

MAINA GIUSEPPE. È morto in Poirino il 4 febbraio u. s. dopo una vita tutta spesa nella pratica delle virtù cristiane e nell'esercizio della carità. Fu cordialmente generoso colle Opere salesiane che ne serbano grata memoria. Siamogli larghi dei nostri suffragi.

VILLA DAVIDE. Si spegneva serenamente in Inverigo (Conio) il 1° febbraio 1933, a 68 anni di età, tutti spesi nella cura della famiglia e della chiesa parrocchiale di cui fu per tanti anni zelante fabbriciere. Cooperatore salesiano di vero stampo fu ben lieto di offrire una figliola al Signore nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La sua memoria vive in benedizione.

FEMMINIS ANTONIA ANTONIOLI da Druogno (Novara). Volava al Paradiso il 31 gennaio u. s. dopo una lunga vita, tutta spesa in opere buone. Madre di famiglia incomparabile, di fede profondamente cristiana, cercò di educare i suoi figli nel santo timor di Dio, ben felice che uno di essi si fosse consacrato al Signore, nella Congregazione Salesiana.

Al Beato Don Bosco aveva divozione specialissima e, da oltre quarant'anni, seguiva con entusiasmo il meraviglioso sviluppo delle sue Opere, che aiutò sempre cori tutte le sue forze.

Nell'ultima malattia non cessava di invocarlo, esprimendo sovente il desiderio di andare presto in Paradiso a tenergli compagnia; ed il Beato la esaudì, perchè morì proprio il giorno anniversario della morte di Don Bosco, 31 gennaio, e nello stesso giorno della settimana, martedì.

CARLO VALENTINI da Busto Arsizio. Educato all'Oratorio secondo lo spirito del Beato Don Bosco, portò questo stesso spirito nelle Associazioni Giovanili di Azione Cattolica di cui fu Segretario e Presidente, nelle Conferenze di San Vincenzo, più tardi nel Consiglio Parrocchiale ed in ogni opera buona alla quale non rifiutava mai il suo generoso concorso. Ebbe la consolazione di vedere un figlio sacerdote e chiuse la sua esistenza lasciando preziosi esempi di cristiana pietà e rassegnazione alla volontà di Dio.

MONS. REDEMISTO RICCI BITTI, Prelato Domestico di S. S., Canonico della Collegiata di Lugo, è morto Parroco di S. Francesco da Paola, rimpianto da numeroso stuolo di anime alle quali aveva prodigato i tesori della sua mente e del suo cuore nell'esercizio del sacro ministero. Formato alla scuola di quel grande amico di Don Bosco che fu Mons. Taroni, ebbe per le Opere salesiane cordiale e costante cooperazione.

BOSONE Prof. Dott. CESARE AUGUSTO. Nato a Pieve del Cairo, trascorse la maggior parte della sua vita a Novara ispirandosi costantemente ai principi cristiani che fecero di lui uno di quei cattolici esemplari che sono vanto della Chiesa e gloria della Patria. Mente elettissima, cuore generoso, aperto alle più nobili iniziative, fu benedetto in molte opere buone e lasciò di sè vivo rimpianto. Ebbe predilezioni speciali per la Congregazione Salesiana e per l'Istituto della Carità dell'Abate Rosmini. Spegnendosi in San Remo volle erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni. Il suo nome vivrà perennemente nel cuore dei missionari da lui beneficati.

ROSA TACCONI ved. SANTINI. Donna di fede forte e di pietà ammirabile, alla fede ed alla pietà profondamente vissuta educò la numerosa figliuolanza che fu benedetta da Dio con due vocazioni sacerdotali. Trascorse gli ultimi anni col figlio Don Natale, Arciprete a Verghereto, prodigandosi nella cura dei fanciulli, dei poveri e dei malati. Tanto di essi preoccupata che anche al suo Don Silvio, salesiano, nelle brevi visite che faceva alla parrocchia del fratello, li raccomandava con cuore di madre. Morì santamente come visse, confortata da tutti i carismi di nostra Santa Religione, circondata da tutti i suoi figli ed assistita amorevolmente dai due sacerdoti.

MARGHERITA BATTISTINI. Sorella dell'indimenticabile Prof. Battistini, ne emulò le virtù esimie e la carità generosa. Beneficò largamente le Opere salesiane.

Altri Cooperatori defunti:

ACCASTELLO LUIGIA, Carmagnola (Torino). ALBERTINI SILVIO, Negrar (Verona). ALMO VIRGINIA, Lula (Nuoro).

AsTOLFi GIUSEPPE, Carpenedolo (Brescia). BALDUZZI FILOMENA, Andogno (Trento). BARCELLINI CLARA, Maggiate (Novara). BELLEGOTTI TEODORA, Villafranca Lunig. (Massa). BERNERO INES, Biella (Vercelli). BERTA PIETRO, Chiusavecchia (Imperia). BERTOCCI GIUSEPPINA, Pistoia.

BERTONE GIUSEPPE, Mallare (Savona).

BIARESE BARTOLOMEO, S. Bartolomeo - Pesio (Cuneo). BONINI EMILIA ved. CRISTINI, Milano. BONUCCi TICCHIONI GINEVRA, Perugia. BORGO ANTONIA, Arsiero (Vicenza). BORLA DOMENICA, Torino.

BOTTERO GIUSEPPINA Campoligure (Genova). BRACCINI PIA, Firenze.

BREMBATTI ANGELINA, Alzano Lombardo (Bergamo). CALECA ROSINA COSENZA, Palermo. CANDEO D. GASPARE, Este (Padova). CARLARINO G. B., Sestri (Genova). CARNAZZA GILDA, Tunisi (Tunisia). CAROTENUTO D. ANTONIO, Boscoreale (Napoli). CHIAPPASSO LUIGIA, Torino.

CHIOSSONE FRANCESCO, Varazze (Savona). CONTINI EMILIA, Bosco Valtravaglia (Varese). CoRIELLI ANNA, Malo (Vicenza).

CRISTIANO ADELAIDE, Cairo Montenotte (Savona). DAGLIA MARIA, Fego (Pavia).

DE CARLI CATERINA, Lavertezzo (Svizzera). DELEANI BIAGINA, Torino.

DELEANI GIUSEPPINA, Torino.

DETHOMATIS ANNA Ved. DRAGO, Caravonica.

Di NATALE MARIANNA, Agira (Enna). DUANA LUIGI, Chivasso (Torino). ENNACORA MARIA, Tarcento (Udine).

FILIPELLO EMILIA, Castelnuovo D. Bosco (Aless.) FREA PIETRO, Montaldo Roero (Cuneo). FRIGERIO FELICE, Gallarate (Varese). GENITONI GIUSEPPE, Castelnuovo Monti (Reggio E. ). GERVASI LUIGI, Casola in Lunigiana (Massa). GIUSTINIANI Can. AUGUSTO, Subiaco (Roma).

GONELLA ANGELA ved. SARASINO, Castagnole Lanze GRAMAGLIA MARGHERITA, Torino. GULLÈ CAMIzzo ROSA, Grammichele (Catania). MAGNETTI MARGHERITA, Costanzana (Vercelli). MARI PAOLINA, Montorio Romano (Roma). MASSOcco GIOVANNINA, Nizza Monferrato (Aless.). MENIETTI ANTONIO, Pertusio (Aosta). MIGLIOLO BIAGIO, Maratea (Potenza). OTTOLIA SEBASTIANO, Montaldo Bormida (Aless.). PATRUCCO GIUSEPPINA, Borgo S. Martino (Aless.). PUNCH MARIA PIA, Firenze. PERRO AMALIA, Pinerolo (Torino). Picco EMILIA, Mosso S. Maria (Vercelli). PIEMONTESI ANTONIO, Borgomanero (Novara). POGGESCHI RINALDO, Bologna. POLLERI Comm. EDOARDO, Torino. PRATI LUCIA, Dasindo (Trento). SPOGLI Can. EUGENIO, Fiesole (Firenze). SIRCH VIRGILIO, Passarella (Venezia). SISTI P. NAZZARENO, Perugia. SOLINAS MASALA MADDALENA, Bosa (Cagliari). TAROLLI MODESTA, Condino (Trento).

TOGNAZZI ENRICHETTA, Somma Lombardo (Varese). TRICARITO DONATA MARIA, Troia (Foggia). VALLINOTTI PIETRO, Savigliano (Cuneo). VARESCO ANTONIA di DEMETRIO. Ziano (Trento). ZANNI LUIGIA, Falmenta (Novara). ZORZO MADDALENA PEL, Ziano (Trento). ZORZOLI GIUSEPPE, Garbana (Pavia).

Li raccomandiamo tutti caldamente ai suffragi dei nostri Cooperatori e delle nostre Cooperatrici e presentiamo alle rispettive famiglie le nostre più sentite condoglianze. Ricordiamo poi che nel Necrologio mensile facciamo menzione soltanto di quei Cooperatori e di quelle Cooperatrici di cui ci vien comunicato il decesso direttamente per lettera o per cartolina postale, o mediante annunzio funebre a stampa.

Anime riconoscenti a Maria Ausiliatrice ed al Beato Don Bosco:

Ci hanno segnalato grazie ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice o del Beato D. Bosco, e alcuni hanno anche inviato o erte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Acci Irene, Accornero Ollorina, Agnello Carolina, Agosto fam.a, Algostino Antonietta, Allemandi Mina, Amadei Giuseppina, Anduello Concetta, Anfossi Oddone Alda, Annunziata sorelle, Ansani Regina, Apostolo Felice, Arato Eugenio, Arato Lucia, Arazzo Teresa Ved. Giulian, Ardizzone Virginia, Arietti Caterina, Arosio Angela, Astigiano Domenica, Astigiano sorelle, Auditore Nicolosi Maria.

Balbi P., Balsamo Fanny, Balzaretti Pietro, Baralis Cesare, Barusso Maria, Battaglino, Baudocci Rosina, Becchis Maria, Berardo Giuseppe, Beretta Pierino, Berra Giuseppina, Bertuzzi Rubini Teresa, Bey Raviol Agostina, Bianchini Massoni Guido, Bidinost Perosa Elisa, Bigatto Giuseppe, Binda Cotta Luigia, Bisi Vincenzo, Bogetti Ved., Boido Maria, Bonafede Virgilio, Bongera Teresa, Bonino Maria, Bonissone Caterina, Borcalatti

Camillo, Borgoglio Rita, Bosio Luigia, Bosio Teresa, Bossi Mina, Bradanini Rosa, Brambilla Galimberti Lina, Brambilla Maria, Brazzelli Giuseppe, Brignardello Emma, Brusa Carolina, Buenna, Buffa Carlotta Ved. De Giorgis, Bussa Aurelio.

Cagliero Caterina, Canalis Michele, Canavero Teresa e Luigi, Canepari Anna, Capello coniugi, Carca Maria, Cardone Prof. Francesco, Carradorini, Azema, Casagrande coniugi, Casati Angela, Castagneto Maria, Castagneto Olimpia, Castagneto Teresa, Cavalletto Lodovico, Cavallotto Maddalena, Cercini Santina, Cerrato fam.a, Cerutti Giuseppina, Chiari Draganti Giuseppina, Chiotti Emma, Civalleri Giacomo, Corbellini Maria, Corrado Santina, Costamagna Giuseppina, Crapanzano Doria Ersilia, C. R. B., Crescentino, Cresto Leonardo, Crosetto Carlo (orecchini oro), C. T.

Dall'Olmo Gina, Dallù Natalina, Dalmasso Rosa, Daziano Lencia, De Donato Grazia, Dellagnolo Luigia, Delli Carri Maria, De Lorenzi Bressan Giulia, De Marziani Giuseppe ex-allievo, De Michelis Amati Maria, De Paoli Don Antonio, Destefanis Guglielmo, Divizia Amelia, Dotto Maddalena, Drago Giuseppe, Durando Arturo, D'Urso Tina.

Enrico Giacomina.

Failla Vincenzo, Falzoni Gallerani Nice, Fantuzzi Romolo, Fassio Ernesta, Favre Rachele, Ferla Dora, Ferrario Cornelia, Ferrero Angela, Ferrero Anna, Ferrero Faustina, Ferretti Giovanni e Giuseppina, Ferretti Giuseppa, Ferri Giuseppina, Fescia Felice e fam.a, Fontana Barberis Onorina, Foresto Lina, Forte Adele, Fracchia Assunta, Franco Carlo di Ernesto, Franzione fam.a, Franzoni Lavagna Nobile Lea, Frosi Alfredo, Furnaletto Pietro, Fusi Sandra.

Gai, Gallarate Cecilia (catenina oro), Gallarati Francina, Gallia Lucia, Gallo Giovanna, Gandini Giuseppina, Garatti Domenica e Maria, Garbarino Anna di Antonio, Garbarino Annina fu Giovanni, Garbarino Carmela, Garbarino Cesare, Garbarino Esterina, Garbarino Rosetta, Garetto Ernesta e Maria, Garrone Lodovico, Gastaldi Francesca, G. C. di Alba, Genta Maria, Gérard Amelia, Ghelli Lia, Giacchetti Giulietta, Girardi Nina, Giordana Maria, Giotti Margherita, Giovannoni Alma, Giurlando Giuseppe, Giuseppina Maria di Pisa, Giusti Mario, G. M. (spilla oro), Gorrini sorelle, Griffini Giuseppina, Guaraldi Amelia.

Iacod Adelina, Imberti Elisabetta, Imberti Teresa, Immordino Fifina Ved. Mulé, Ingarama Alda (orecchini oro), Isola Laura fu Luigi, Ivaldi Edvige.

La Vecchia Amalia, Leonardi Aurora, Leonardi Francesco, Leoncini Bice, Leva Adele, L. P., Lucianaz Sabina.

Macchioro Angelo, Maggia Paolina, Malfatto Teresa, Marchesi Caterina Rosa, Marchetta Antonia, Marchetti Grazia, Mari Rosina, Mariani coniugi, Marletti Ferdinanda, Marra Marcellina, Marras Maria, Martinolo, Mattei Mari Gigina, Meinardi, Meli Nunziatina, Mian Emma, Milanesi Agostino, Milone Lina, Momo Erminia, Monasterolo fam.a, Mongilardi Edmondo, Morello Maria, Moreni Rosa, Moretti Maria, Morgante Rag. Raffaele, Morino Luisa, Musaggi Antonietta, Musso coniugi, Muzzi Anna, Muzzi Mario.

Nanni Delia, Narcisi Renata e Atina, Navone Maria, Neira Antonio, Nepote Pietro, Nistri Piccioli Bianca, N. N. di Brusnengo, di Mercatino

Marecchia, di Salassa Canavese, di Torino, di Novara Albina.

Obert Besenval Odilla, Oradini Pia, Ossola Fanny, Ottaviani Giannina.

Panigatti Battista, Paolini Ginetta, Paoluzzo Domenico, Pasquini, Pedrazzini Mariotti Virginia, Pellegatta Rachele, Peloni Isabella, Penna Maurizio, Pepino, Pereno Caterina, Perrando Maria, Pezzana, Piantino Lucia, Piccinelli Lucia, Piola Damiano Lucia, Piovano Ermelinda, Pirocchi Clotilde, Pons Maria, Porcu Maria, Priarone Andreina, Priolo Santina, Prosdocimi Pietro, Proserpio Maria.

Quaglia Giuseppe, Quarello Giuseppina.

Raineri, Raspa Avv. Cherubino, Ravasi Boggio Giuseppina, Raviola Adele, Raviola Fiorina, Réan Dott. Emilio, Reginato Antonietta, Reversi Maria, Rigato Luigia, Riviera Antonio, Rizzi Giovanna Ved. Spelta, R. L., R. M., Romeo Alessi Rosa, Romerza Cristina, Rosani Genesia, Rossi coniugi, Rossi Maria (anello d'oro), Rota Pietro, Rubini Ida, Russo Anna.

Sacchetto Valentino, Sacco Anna, Salassa Domenico, Salerno Concetta, Salvino sorelle, Sartori Giovanna, S. C. di Torino, Sciano Maria, Sella Chiara, Serva Anna, S. Giuseppe, Sgrevi Beatrice, Siculiana Angelo, Signa Teresa, Silvagni Angiolina, Slerca Vidoli Carmelita, Solari Elisa, Squillarioti Teresa, Stra Felicina, Strolengo Maddalena, Suore Terziarie.

Terzi Myriam, Tesio Rosa, Ticozzi Invernizzi Maria, Tommasone Giovanni, Tosi Emanuele, Trabucchi Christarel Olga, Trajna Antonietta, Trapella Maria, Turricelli Pietro.

Ubaldi Rosa Ved. Morazzoni, Ubaldini Francesca, Uberti Canegallo Rita.

Vacca Maddalena, Valetti Maria, Valle Domenica, Valli Rina e Dott. Edoardo, Valmacchino Adelaide, Valsesia Maria, Vanara Camillo e Caterina, Viganoni Camilla, Viglianco Emma, Vigliano Rina, Visca Eugenia, Volani Enrico, Voltolini Virginia.

Zanotti Michelangelo, Zavattaro Luigia, Z. C. R., Zerbino Caterina, Zolin Raimondo.

In fiduciosa attesa:

Raccomandiamo caldamente alle preghiere di tutti i nostri Cooperatori le seguenti persone e le loro particolari intenzioni:

Actis Caporale Lucia, Alberton, Antoniazzi Maria Rosa, Benso Maria, Bertolino Edoardo, Bertotto Orsola, Bevilacqua, Boccardo Maria, Bonaudo Livia, Borello Margherita, Borgogno Teresa, Bozzola Pedemonte, Burzi Maria, Cavallari Antonio, Cei Arturo, Chiappelli Matilde, Coffano Delfino, Coriezza Giovanni, Corino, Costa Giovanna, Ferraris Maria, Filippa Rita, Fress Ada, Gafforini Elia, Gardetto Maddalena, Gastaldi Lucia, Giacomino Paola, Gillio Maria, G. L. O., Giordano Giovanni, Giordano Olimpia, Gribaldo, Gurgo Francesca, Lateltin Ottilia, Machiorlati Maria, Magno Giovanni, Miglio Giulia, Molinario Anna, Motta Edvige, Mussano Fiorentino, Parolini Clotilde, Pavese Giovanni, Pelazza Maria, Poggio Libertina, Ratti Ressia Giuseppina, Rola Maria, Sacchi Clementina, Sacco Maria, Scotti Lena, Tabarini Carla, Targa Ada, Testa Isabella, Ugliengo Luigi, Vaccaroni Costantino, Zarattino Speranza.